economia_padova epicentro di un distretto veneto di servizi hi-tech

Comunicato Stampa
Unindustria Padova lancia il Distretto del terziario avanzato e delle tecnologie dell’informazione.
Negli ultimi dieci anni le imprese di servizi innovativi sono cresciute del 90%, producono un quarto
della ricchezza provinciale. Metà dei nuovi posti di lavoro sono stati creati dal comparto.
E’ boom per informatica, consulenza direzionale, ingegneria e logistica
ECONOMIA: IL DISTRETTO DIVENTA HI-TECH.
PADOVA EPICENTRO DI UN POLO VENETO DEI SERVIZI
PER L’INDUSTRIA E IL SETTORE PUBBLICO
Padova leader in Veneto con il 23,3% delle imprese di terziario innovativo e il 22% degli addetti.
Potti: «Una filiera del valore aggiunto per il sistema produttivo e la pubblica amministrazione».
Tra le proposte, un libro bianco delle imprese hi-tech, uno sportello per le aggregazioni,
una business school del terziario avanzato
(Padova - 27.02.2007) - Unindustria Padova candida la città del Santo a diventare l’epicentro di
un Distretto veneto del terziario avanzato e delle tecnologie dell’informazione. Un polo di
aggregazione dei servizi hi-tech, che avrà tra gli obiettivi quello di sviluppare infrastrutture
immateriali come larghissima banda e wi-fi, diventare incubatore di imprese innovative, in
particolare nei settori ambiente e risparmio energetico, facilitare il trasferimento tecnologico e
la formazione di un management dei servizi, qualificare anche sotto il profilo urbanistico e
architettonico le aree a maggiore densità terziaria. Ma soprattutto innescare processi innovativi
e di crescita competitiva, non solo nell’industria ma anche nel settore pubblico.
Il progetto di Distretto presentato oggi a Padova dal presidente della Sezione Terziario
Avanzato di Unindustria, Gianni Potti, e che porta già la firma di 135 imprese (tra le quali
Telecom, Vodafone, Fastweb), apre una nuova fase di organizzazione e integrazione di filiera
in un settore cresciuto a ritmi “cinesi” negli ultimi dieci anni e che ha mutato pelle all’economia
padovana. Fra il 1996 e il 2006, mentre il manifatturiero arretra, le imprese padovane di servizi
innovativi sono quasi raddoppiate (+90%): da 6.460 a 12.277. Padova concentra un quarto delle
52.734 imprese di servizi avanzati del Veneto (23,3%) e il 22% degli occupati nel settore. Tra i
singoli comparti, è boom per locazioni immobiliari (+841,4%), software e consulenza
informatica (+167,3%), consulenza direzionale (+113,8%), ingegneria e logistica (+107,5%). E’
una Padova Valley fatta di imprese di servizi complessi, con un elevato contenuto di
conoscenza e un utilizzo intensivo delle tecnologie dell’informazione: engineering e
informatica, progettazione industriale e design, comunicazione e marketing, logistica, ricerca e
sviluppo, finanza, risorse umane, telecomunicazioni.
Altrettanto impetuosa è stata la spinta in termini di occupazione. Fra gli ultimi censimenti Istat
(1991-2001) gli addetti ai servizi innovativi sono cresciuti del 92,6%. Dei 41.323 nuovi posti di
lavoro creati a Padova nel decennio, metà si devono al terziario avanzato (20.566). Secondo
l’archivio ASIA, nel 2004 gli addetti al terziario avanzato erano 49.964, un dato che assegna
alla provincia il maggior tasso di occupati nel comparto sul totale, pari al 15,3% (13,2% la
media regionale). Padova è prima in Veneto e ottava in Italia per addetti nel settore. Seconda
solo a Milano per densità di aziende di telecomunicazioni, emittenti tv e mass media. I servizi
avanzati producono un quarto della ricchezza provinciale (5.366 milioni nel 2003), sono il
comparto con la più alta produttività per addetto. Un “capitale di competenze” strettamente
integrato all’industria, che genera un elevato consumo di beni e servizi: nel 2005 il 63,5% delle
imprese manifatturiere ha esternalizzato servizi. Una tendenza più marcata a Padova rispetto al
Veneto, in particolare per i servizi di import/export, le reti informatiche, la qualità e
certificazione di prodotto.
L’articolata fotografia è emersa durante la presentazione del documento “Il terziario che verrà.
5 idee per il pubblico e il privato per essere competitivi”, elaborato dalla sezione Terziario
Avanzato e presentato dal suo presidente e componente la Giunta di Unindustria Padova,
Gianni Potti, insieme ai vice presidenti Giovanni Gomiero e Claudio Velasquez.
«Padova è il fulcro di un’area metropolitana intensamente terziarizzata - spiega Potti -. Nel solo
triangolo urbano fra Stanga, La Cittadella e zona industriale sono insediate più di 3.000 aziende
di servizi. E’ una dinamica che accompagna la trasformazione del sistema produttivo verso un
profilo più moderno, che coniuga la tradizione con un’innovazione nel prodotto, con un
contenuto di ricerca, di marketing, di attenzione al cliente e alla qualità che fa la differenza sui
mercati. Occorre consolidare questa vocazione, facendo di Padova l’epicentro di un polo
regionale del terziario innovativo». «Dopo anni di crescita spontanea - aggiunge Potti - va
aperta una nuova fase di organizzazione e aggregazione, a dimensione regionale, con un
duplice obiettivo: creare una “filiera del valore aggiunto” riconosciuta, dove le imprese
interagiscono, sperimentano, collaborano e producono conoscenza, connettendosi con il sistema
delle infrastrutture e della logistica, della formazione e della ricerca. Il secondo obiettivo è fare
un salto di qualità in termini di idee, puntando su una selezione qualitativa dei progetti».
«Questa filiera - continua il presidente del TA di Unindustria - è un capitale di competenze a
disposizione delle Pmi per spostarsi verso prodotti a più alto valore aggiunto, realizzare ingenti
economie e collegarsi ai mercati internazionali». Ma è una concreta opportunità anche per il
settore pubblico. «Apportando specifiche conoscenze, metodologie e strumenti tipici, il
terziario avanzato può contribuire a modernizzare la pubblica amministrazione, a sviluppare
nuovi modelli operativi per l’efficienza dei servizi, creando nuovo valore per il cittadino».
DALLA BUSINESS SCHOOL ALLE AGGREGAZIONI AL LIBRO BIANCO DEI SERVIZI HITECH: LE 5 IDEE DEL TA PER COMPETERE. Non solo distretto (il cui progetto è stato
presentato alla Regione Veneto). Il documento del Terziario Avanzato di Unindustria Padova
prefigura altre traiettorie di sviluppo, tradotte in proposte per la crescita dei servizi innovativi,
la competitività del sistema produttivo e del settore pubblico. Misurare i servizi innovativi e
tecnologici. Per facilitare e rendere affidabile la scelta di partner nei servizi innovativi, verrà
realizzata una mappa delle specializzazioni del terziario avanzato, una carta dei servizi che
definisca gli standard minimi di servizio e un libro bianco che spieghi i vantaggi competitivi
che aziende manifatturiere e pubblica amministrazione possono trarre dall’integrazione di
risorse specialistiche esterne nei processi decisionali e operativi. La crescita dimensionale
come strategia competitiva. La domanda di servizi sempre più complessa impone alle imprese
terziarie di crescere e strutturarsi in misura coerente con le dinamiche in atto nel manifatturiero.
Per favorire questo processo sarà costituito uno “sportello impresa” dedicato alle aziende
terziarie che vogliono crescere. Opererà come un centro di informazione e orientamento sugli
strumenti per sviluppare l’organizzazione o la dimensione d’impresa (acquisizioni e fusioni,
modifiche della struttura societaria), sulle opportunità di collaborazione/integrazione con altre
imprese e sugli strumenti agevolativi, supportato da una banca dati regionale. Business School
del terziario avanzato. La crescita del terziario innovativo richiede modelli gestionali evoluti e
quindi una radicata cultura del management dei servizi. La proposta è costituire una business
school che formi profili di eccellenza, sia nei modelli strategici di business, sia nell’efficienza
dei processi operativi. La sua presenza, per esempio all’interno di un Politecnico del Veneto,
favorirebbe inoltre l’attrazione di imprese hi-tech e di competenze fini dall’esterno del sistema.
Aiutiamo la buona amministrazione. Le aziende del terziario avanzato intendono proporsi
come partner della pubblica amministrazione. Attraverso il trasferimento di metodologie
operative, tecnologie e strumenti di informazione, ma anche istituendo meccanismi di controllo,
verifica e certificazione dei risultati, possono dare un forte impulso allo sviluppo di modelli
operativi innovativi che perseguano l’efficienza dei servizi e il contenimento della spesa,
creando nuovo valore per il cittadino. «Il rapporto con il settore pubblico è un filone di grande
interesse - sottolinea Gianni Potti -. Il ricorso a competenze esterne, valorizzando il più
possibile le risorse interne, può aiutare l’amministrazione a semplificare le procedure, snellire
alcune farraginosità riducendo i costi, ma anche a stimolare fusioni e aggregazioni nella Pa».
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