IL TERZIARIO CHE VERRÀ. 5 IDEE PER IL PUBBLICO E PER IL PRIVATO PER ESSERE COMPETITIVI L’accelerazione dei processi di trasformazione in corso nell’economia internazionale e nelle economie nazionali ha comportato radicali modifiche nel modo di fare impresa. Si tratta di cambiamenti originati dalla crescente globalizzazione, la quale ha indotto le imprese a ricercare nuove formule organizzative e a generare diversi modelli competitivi lungo la catena di produzione del valore. La dimensione della conoscenza e delle competenze specifiche ha assunto un peso sempre più rilevante nella produzione del valore aggiunto, tanto da indurre gli studiosi a coniare la dicitura di “economia della conoscenza” per identificare l’attuale fase di sviluppo. E’ un cambiamento importante per un sistema imprenditoriale basato sulla produzione industriale e manifatturiera, che modifica lo stesso concetto di vantaggio competitivo: legato non più solo a capacità tecniche esclusive afferenti il prodotto o il processo, bensì alla generazione di valori immateriali come innovazione e ricerca, marchio e design, attenzione al cliente e alla qualità, capacità di relazione e di interazione con il mercato e tutti i suoi attori. Le utilità create dall’uso della conoscenza possono derivare dalla riduzione dei costi del processo produttivo (efficienza), dalla creazione di un nuovo prodotto o servizio e dalla sua personalizzazione, dalla progettazione di esperienze coinvolgenti, dalla costruzione di rapporti fiduciari e di garanzia. In tutti questi casi, la conoscenza, più che sostituirsi agli input tradizionali, si pone in sinergia con essi dando luogo a nuovi modelli di organizzazione delle imprese e dei mercati, di promozione e valorizzazione dei sistemi territoriali, di riorganizzazione di quelli della ricerca e dell’educazione. Nell’alveo di questo processo trova origine la crescente “terziarizzazione dell’economia” che vede il nostro paese all’inseguimento delle maggiori economie europee e degli Stati Uniti. La crescita dei servizi, in particolare di quelli ad alta intensità di conoscenza, è un fenomeno complesso che investe a più livelli sia il sistema produttivo che la società nel suo insieme. Esso si manifesta sia con un crescente peso delle attività terziarie nella produzione del valore all’interno dell’impresa, sia con la tendenza ad esternalizzare alcune fasi della catena del valore, sia con l’incremento dei servizi alla persona. Il comparto produttivo del terziario avanzato è costituito da imprese che offrono servizi “complessi” caratterizzati da un elevato contenuto intellettivo, da un utilizzo intensivo delle tecnologie dell’informazione in genere e basate su un’elevata specializzazione professionale (progettazione industriale, ingegnerizzazione e design, tecnologie dell’informazione, comunicazione e marketing, logistica, ricerca e sviluppo, consulenza direzionale, finanza e risorse umane, etc.). In questo senso, esso rappresenta una concreta opportunità di competitività a “servizio” delle imprese e del mercato stesso, un “capitale di competenze” per realizzare strategie di successo. Può inoltre contribuire allo sviluppo di nuovi modelli operativi per la pubblica amministrazione, apportando specifiche conoscenze, metodologie e strumenti tipici che creano nuovo valore per il cittadino. La crescita del terziario non può tuttavia essere valutata solo in relazione ai cambiamenti che hanno investito la componente produttiva dell’economia. Esso è costituito anche da un universo variegato di attività, frutto dei forti cambiamenti all’interno delle reti sociali e familiari oltre che negli stili di vita delle persone. Accanto ai servizi che gravitano intorno al sistema produttivo, si sono così affacciati quelli a sostegno della persona e della famiglia, così come quelli connessi al settore turistico e culturale. In questo, le aree a maggiore sviluppo ove più forti si sono manifestate le tensioni al riposizionamento competitivo, in risposta alle crisi e alle nuove esigenze di mercato, e al cambiamento sociale sembrano rappresentare il terreno di coltura ideale per le attività di servizio. Molte teorie possono essere addotte a spiegazione di tale fenomeno. Una delle più accreditate è quella delineata da Richard Florida nella teoria delle tre T, ove T sta per tecnologia, talento e tolleranza. Secondo Florida, a pari dotazione di talenti e tecnologia, soltanto le aree contraddistinte da un elevato grado di tolleranza, ovvero aperte al nuovo e disponibili al cambiamento, riescono ad emergere con successo nello sviluppo di processi creativi. Forse in tale teoria può trovare spiegazione anche il forte sviluppo terziario di Padova. La spinta alla terziarizzazione è l’orientamento più visibile dei cambiamenti in atto e avvicina Padova alla struttura economica delle aree europee più dinamiche. Padova è il centro di una vasta area metropolitana interessata in anni recenti da intensi cambiamenti urbanistici, economici, sociali e culturali. E’ la provincia che negli ultimi anni ha presentato le maggiori spinte allo sviluppo terziario: detiene la maggiore incidenza di imprese del terziario avanzato nel Veneto (23,3%) e un numero di addetti superiore al 15% del totale provinciale. La presenza dell’Università e di un robusto circuito di ricerca costituisce inoltre una formidabile opportunità per poter disporre di un capitale umano di prim’ordine che, attraverso l’apertura e la contaminazione reciproca, promuova e sostenga attività di ricerca, sviluppo pre-competitivo e trasferimento tecnologico alle imprese. L’insieme di questi asset concorre a creare le condizioni per fare di Padova un polo attrattore di investimenti ad alto valore aggiunto, poli tecnologici, managerialità, “cervelli”. La rilevanza di tale processo di crescita porta a sostenere l’idea che il settore del terziario avanzato e delle tecnologie dell’informazione debba avviarsi verso un percorso di razionalizzazione e maggiore organizzazione. Di qui la necessità di riflettere sulle direttrici del cambiamento, con l’obiettivo di dare al settore maggiore capacità competitiva e di migliorare l’integrazione delle aziende terziarie con il sistema delle infrastrutture e della logistica, della formazione e ricerca universitaria, della pubblica amministrazione. È proprio da tale percorso di riflessione che nascono le 5 idee per il terziario che verrà, ovvero cinque proposte per il pubblico e il privato che, attraverso l’analisi delle ragioni fondanti, degli obiettivi perseguiti nonché l’individuazione degli attori coinvolti, indicano le possibili traiettorie di crescita del settore, il suo contributo alla crescita futura e alla competitività del sistema produttivo e all’efficienza del settore pubblico.