Persinsala Teatro
Monica Canu
febbraio 25, 2017
Dopo più di 10 anni e soprattutto dopo il fischiato Don Giovanni proposto
l’anno passato, il Carlo Felice di Genova continua questa stagione nel
migliore dei modi elevando sempre più il Genio musicale per eccellenza
proponendo una grandiosa opera mozartiana: Così fan tutte, ossia la
suola degli amanti, per la regia di Ettore Scola nella ripresa di Marco
Scola Di Mambro.
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Il genio mozartiano non ha bisogno di conferme, ma è comunque sempre
un piacere e un arricchimento ascoltare e vedere la messinscena delle sue
partiture, specialmente la triade italiana versificata da Lorenzo da Ponte
(Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte). Trama molto
semplice ma dai numerosi spunti critici, già molto moderni per l’epoca di
Mozart: i due protagonisti sono innamorati di due donne, Dorabella e
Fiordiligi, della cui fedeltà sono assolutamente certi. Allo stesso modo sono
certe le dame nei confronti dei cavalieri, loro futuri sposi. A turbare
l’equilibrio arcadico interviene l’amico di quest’ultimi, Don Alfonso, il quale
vuole dimostrare come «È la fede delle femmine come l’araba fenice: che
vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa». Di qui la mascherata dei
due uomini che, finta la partenza per la guerra, in realtà si presentano alle
dame come due lontani amici albanesi di Don Alfonso, Tizio e Sempronio, e
corteggiano l’uno la dama dell’altro. Le dame a loro volta, sebbene
riluttanti all’inizio, successivamente cadono spinte dalla cameriera
Despina. Ceduto ai due uomini nonché loro fidanzati scambiati, la burla
viene svelata e nella filosofica conclusione si ha un lieto fine.
Il grandioso direttore, il Maestro Webb, dopo essere stato accolto da
scroscianti applausi di incoraggiamento (non necessari, ma pur sempre
affettuosi), alza la bacchetta per avviare l’Andante dell’Ouverture,
immergendo il pubblico nel pieno dei fasti viennesi di fine Settecento. Si
apre il sipario ed ecco sul palco i due protagonisti maschili, Ferrando
(Blagoj Nacoski, Tenore) e Gugliemo (Michele Patti, Baritono), che cantano
la fedeltà delle loro belle nel celebre La mia Dorabella capace non è
che diventa terzetto con l’intervento del terzo protagonista maschile, Don
Alfonso (Daniele Antonangeli, Basso).
Bastano questi primi 10 minuti a immergerci nell’atmosfera di una Napoli
settecentesca, con il suo porto e i suoi colori. Luci, scene e costumi sono
un tutt’uno grazie all’attenta regia, ma questa messinscena è un diamante
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da osservare controluce per coglierne tutte le sfumature cromatiche. Le
scene sono funzionali e rese reali grazie ai meccanismi scenici che
mettono in moto gli oggetti, nello specifico le barche in partenza sul golfo
napoletano su di cui salpano i due soldati. Ogni cosa, dal giardino al
palazzo delle dame, alla piazza in cui si svolgono gli incontri tra i due
soldati travestiti e Don Alfonso, svela attenzione al dettaglio. Le luci sono
in perfetta sincronia con la musica e il sentimento e i costumi, raffinati,
precisi dai colori definiti quindi complementari con le scenografie.
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E dunque le due componenti sonore: cantanti e orchestra. Tutti i sei
protagonisti si dimostrano artisti a tutto tondo come è ben evidente nel
finale del I Atto sulle note di Eccovi il medico, signore belle. In esso, le
due voci maschili protagonisti cantano sdraiati a terra (non solo bravi
attori ma intrepidi cantanti) mentre le due amanti nel panico generale
della situazione, con la coppia di ingannatori Don Alfonso e Despina
(Barbara Bargnesi, Soprano) che ride alle loro spalle, in un schema di
coppie che rende equilibrata l’intera conclusione del primo atto.
E sempre di doti dei magnifici sei sul palco occorre parlare per la loro
chiarezza e profondità esecutiva nel canto, in particolare si ricorda il
recitativo accompagnato Ei parte… senti… e il rondò Per pietà, ben
mio, perdona cantati da Fiordiligi nel II atto, oppure l’aria Donne mie, la
fate a tanti di Guglielmo e infine l’aria È amore un ladroncello di
Dorabella. Da segnalare, per dovere di cronaca e per rispetto dei più
melomani, il taglio di due scene del II atto, scelta del direttore e del
regista, che non saranno sfuggite alle orecchie dei più attenti conoscitori
del libretto presenti in sala ma la cui mancanza ovviamente non ha
intaccato la messinscena completa.
Per concludere, occorre ricordare quanto il merito di tale riuscita sia da
attribuire al genio indiscusso del maestro Webb, non solo perché vero
interprete del compositore austriaco, il cui spirito riempie la sala per tutta
l’opera, ma anche per la sua impeccabile e precisa direzione del completo
organico orchestrale. Il maestro è inoltre esecutore dei numerosi recitativi
al pianoforte che intervallano l’orchestra in entrambe gli atti: un grande
musicista, un grande maestro e un grande interprete, in questo caso, di
Mozart.
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«Fortunato l’uom che prende ogni cosa per buon verso, e tra i casi e le
vicende da ragion guidar si fa»
Così fan tutte, atto II scena XVIII
Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Carlo Felice
Passo Eugenio Montale 4, Genova
17, 22 febbraio ore 20.30
18,19 e 21 febbraio ore 15.30
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Così fan tutte, ossia la scuola degli amanti
di Wolfgang Amadeus Mozart
libretto di Lorenzo Da Ponte
dramma giocoso in due atti
regia di Ettore Scola
ripresa da Marco Scola Di Mambro
con
Ekaterina Bakanova – Fiordiligi
Raffaella Lupinacci – Dorabella
Michele Patti – Guglielmo
Blagoj Nacoski – Ferrando
Barbara Bargnesi – Despina
Daniele Antonangeli – Don Alfonso
direttore d’Orchestra Maestro Jonathan Webb
scene Luciano Ricceri
luci Andrea Anfossi
recitativi al pianoforte Maestro Jonathan Webb
assistente alla regia Nicola Dragone
assistente alle luci Vladi Spigarolo
orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
maestro del Coro Franco Sebastiani
durata 195 min. con intervallo
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