UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE Lo sviluppo psicologico dall'adolescenza all'età adulta: fattori di protezione e di rischio III anno – II semestre marzo-maggio 2016 Prof.ssa Daniela Pes Lo sviluppo psicologico dall'adolescenza all'età adulta: fattori di protezione e di rischio Introduzione al corso Contenuti del corso ADOLESCENZA, ADOLESCENZE O ADOLESCENTI ? UNA FASE SPECIFICA DELL'ESISTENZA APPROCCI TEORICI E DI RICERCA DALL'ADOLESCENZA ALL' EMERGING ADULTHOOD CAMBIAMENTI FISIOLOGICI E COGNITIVI COMPITI DI SVILUPPO: Identità vs. Confusione; Autonomia emotiva vs. Dipendenza; Intimità vs. Isolamento LE RELAZIONI SOCIALI: SOSTEGNO ALLO SVILUPPO O SVILUPPO DI CONFUSIONE ? I CONTESTI DI SVILUPPO DEVIANZA E COMPORTAMENTI A RISCHIO Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (1) Periodo della vita, compreso tra la fanciullezza e l'età adulta, durante il quale si verificano una serie di cambiamenti radicali che riguardano il corpo (maturazione biologica), la mente (sviluppo cognitivo) e i comportamenti (rapporti e valori sociali) Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (2) Fenomeno universale o dipendente dalla cultura, dal periodo storico e persino dai singoli “adolescenti” ? Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (3) Periodo compreso in linea di massima tra gli 11-12 anni e i 18-19 anni. Inizia con la pubertà (da 9-10 anni a 13-14 anni) Termina con l'emergere di autonomia, coerenza e responsabilità, cioè quando l'individuo è in grado di stabilire rapporti significativi con un'altra persona, con i gruppi di riferimento più prossimi e con l'ambiente di vita più ampio, sia sul piano sessuale e affettivo, sia sul piano operativo e istituzionale Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (4) L'ingresso nell'età adulta avviene quando: si è in grado di amare e lavorare (Freud) quando termina il processo di acquisizione dell' identità (Erikson) Adolescenze prolungate vs. ridotte: aspetti culturali ed esiti possibili Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (5) Rappresentazione iniziale dell'adolescenza come inevitabile condizione di disagio e sofferenza caratterizzata da: disturbi emozionali e instabilità della condotta incremento delle pulsioni sessuali cambiamento repentino e radicale della personalità: adolescenza come “seconda nascita” Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (6) percorso evolutivo riconducibile alla maturazione fisiologica ed ai problemi che da essa derivano esperienza univoca, sostanzialmente identica nel tempo e nello spazio, nei differenti periodi storici e nelle differenti culture Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (7) L'attuale definizione di adolescenza è influenzata dai più recenti approcci alla psicologia dello sviluppo i quali intendono sia il cambiamento sia lo sviluppo come processi che riguardano l'intero arco di vita in quanto tutte le funzioni psichiche subiscono mutamenti evolutivi incessanti. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (8) In questa prospettiva, l'adolescenza non può più essere intesa né come la fase conclusiva del percorso evolutivo, né un periodo di instabilità e confusione che precede e prepara la stabilità e la definizione dell'età adulta. Essa si caratterizza, bensì, come uno dei tanti momenti di transizione e crisi lungo tutto il ciclo di vita di una persona. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (9) I concetti di transizione e crisi perdono la loro connotazione negativa e drammatica per acquisire una valenza “normativa”, dinamica e positiva, relativa ad un particolare momento di riorganizzazione nella vita dell'individuo, corrispondente ad uno specifico punto di svolta nel processo di sviluppo. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (10) Nell'ambito di una concezione in cui diventa centrale la prospettiva temporale, l'interazione tra individuo e ambiente si realizza costantemente, in un flusso incessante che lega passato, presente e futuro. Le influenze delle esperienze passate non sono più considerate quali determinanti assolute o pervasive delle fasi evolutive successive. L'attenzione si sposta su quelle caratteristiche e specificità della condizione presente che possono modificare in misura più o meno rilevante la traiettoria di sviluppo intrapresa. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (11) In questa prospettiva è inoltre ridimensionato il peso delle esperienze e influenze precoci sullo sviluppo successivo, mentre si riconosce che lo sviluppo dipende sia dalla qualità dell'esperienza precoce sia dalla capacità individuale di percepirla, interpretarla e rielaborarla in relazione alla condizione presente. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (12) Le nuove abilità cognitive acquisite con lo sviluppo, infine, con particolare riferimento al pensiero ipotetico-deduttivo e all'abilità di figurarsi con la mente prospettive future, rendono questa dimensione temporale molto rilevante per l'adolescente, rappresentando la base motivazionale primaria per l'orientamento, la costruzione di complessi piani d'azione e di realizzazione personale. Adolescenza, adolescenze o adolescenti? (13) Uno dei principi fondamentali della moderna psicologia dello sviluppo è che non esistono processi lineari, percorsi di sviluppo fissi e uguali per tutti. Lo sviluppo, al contrario, in una prospettiva olistica, sistemica, interazionista e costruttivista, è caratterizzato da percorsi potenziali, probabilistici, fortemente individualizzati e differenziati, generati dalla complessa interazione tra l'individuo e il suo contesto di vita nella quale le singole componenti si modificano nel tempo al loro interno e l'una rispetto all'altra, anche in virtù del ruolo strutturante dell'azione individuale. Una fase specifica dell'esistenza (1) È intesa oggi abbastanza unanimemente non più come un unico processo di crisi, ma bensì come un percorso prolungato nel tempo e differenziato al suo interno, nel corso del quale devono essere affrontati svariati conflitti e momenti di crisi. Una fase specifica dell'esistenza (2) Non si presenta più come un percorso sostanzialmente uguale per tutti gli adolescenti, non diversificato rispetto alla cultura, al tipo di contesto di vita, alle opportunità e ai rischi dell'ambiente, alle differenze individuali. Una fase specifica dell'esistenza (3) Ciò anche sul piano cognitivo, legato all'acquisizione delle caratteristiche del pensiero formale, stadio finale teorizzato da Piaget, non più risultato obbligato della maturazione neurofisiologica, ma, bensì, esito soltanto possibile, che si realizza in presenza di un contesto sociale adatto, caratterizzato, ad esempio, dalla qualità della provenienza familiare e dal tipo di scuola. Una fase specifica dell'esistenza (4) Dal momento che anche le esperienze affettive e sociali sono filtrate e rielaborate in virtù delle potenzialità cognitive, l'acquisizione di competenze di livello diverso può collegarsi a differenti gradi e qualità di consapevolezza di sé, di motivazione all'impegno e alla progettualità, di problem solving, di competenze emotive e sociali, di acquisizione dell'identità. Una fase specifica dell'esistenza (5) Nelle società primitive, caratterizzate da un'organizzazione sociale semplice, norme immutabili e indiscusse, e riferimenti certi, l'adolescenza di fatto non esiste, e la transizione alla vita adulta è sancita dai mutamenti connessi alla pubertà. Una fase specifica dell'esistenza (6) Nelle società occidentali, invece, in risposta a strutture sociali più articolate e complesse, e alla mancanza di riferimenti univoci, l'adolescenza si presenta come una fase di transizione sempre più prolungata. In questo tipo di società, la presenza di maggiori opportunità per la libertà individuale e la realizzazione personale, da un lato, consentono l'elaborazione di valori e progetti personali, mentre, dall'altro, rendono più problematica quest'età sospesa, in cui non si realizza ancora una vera e propria partecipazione sociale. Una fase specifica dell'esistenza (7) In questo contesto, l'adolescenza si caratterizza come un periodo ricco, al contempo, di numerose opportunità, sfide e rischi. Ad una maggiore libertà individuale, nuovi spazi di realizzazione personale e maggiori risorse sociali si contrappongono mutevoli modelli, valori, stili di vita, ruoli familiari e professionali che richiedono maggiore autonomia personale e più articolate capacità decisionali. Una fase specifica dell'esistenza (8) Le attuali concezioni sistemiche, interazioniste e costruttiviste guardano allo sviluppo come azione nel contesto. Viene sottolineata l'importanza dell'operato dell'individuo, dell'interazione attiva rispetto ad un ambiente foriero di molteplici limiti e restrizioni, ma anche opportunità e risorse. Una fase specifica dell'esistenza (9) L'individuo non è più considerato mero organismo reattivo, ma piuttosto soggetto attivo in grado di autoorganizzarsi, autoregolarsi e riflettere su se stesso; di attivare ampie forme di controllo sui processi di pensiero, sulle motivazioni, sull'affettività, sull'azione. Una fase specifica dell'esistenza (10) L'azione viene definita come un comportamento intenzionale, volontario e sottoposto a controllo personale. Si fonda sul sistema di valori, sulle credenze, sulle norme, sugli scopi, sulle valutazioni, sui significati che l'individuo ha elaborato, all'interno di una certa cultura. Essa è messa in atto allo scopo di raggiungere determinati obiettivi, risolvere certi problemi, affermare valori rilevanti per la persona, realizzare progetti significativi per la propria identità. Una fase specifica dell'esistenza (11) Il concetto di azione fa dunque riferimento all'insieme dei sistemi simbolici che l'uomo utilizza nella costruzione del sé e del proprio rapporto con il mondo. L'azione che su questi processi si basa non è una semplice risposta a stimoli ambientali o un automatismo che obbedisce al determinismo biologico. Essa è al contrario dotata di significato, di finalità, di intenzionalità, di riflessività. Una fase specifica dell'esistenza (12) L'azione è sempre attuata dall'individuo all'interno di un preciso contesto, inteso come ambiente prossimale e/o distale, secondo la definizione del modello ecologico di Bronfenbrenner. In questo senso, anche l'azione dell'adolescente non è priva di senso, ma bensì autoregolata, ispirata da obiettivi e valori, utilizzata per perseguire scopi e risolvere specifici problemi, per costruire la Una fase specifica dell'esistenza (13) Queste azioni intenzionali e dirette verso uno scopo sono in grado di indirizzare lo sviluppo poiché hanno sempre un effetto di ritorno sia sull'individuo sia sul contesto ambientale. Tuttavia, anche se l'azione individuale è intenzionale e specificamente finalizzata, ciò non vuol dire che l'individuo sia sempre consapevole di tutte le componenti coinvolte nel processo decisionale. Una fase specifica dell'esistenza (14) Gli scopi che muovono l'azione non sono necessariamente razionali nel senso comune del termine. L'individuo può valutare come dotata di un significato personalmente rilevante un'azione che può apparire ad altri del tutto irrazionale e dunque sbagliata. Una fase specifica dell'esistenza (15) L'azione individuale non è onnipotente ma sottoposta a vincoli e limitazioni, poiché il controllo esercitato dall'individuo sia sui propri processi interni che sull'ambiente è sempre parziale. In ogni caso, al di là delle caratteristiche oggettive dei contesti con cui l'individuo interagisce, è determinante la rappresentazione soggettiva che ogni persona si fa di tali ambienti, della propria esperienza di essi e della propria capacità di farvi fronte. Una fase specifica dell'esistenza (16) Fase di transizione tra fanciullezza ed età adulta Evento non improvviso Esiti mai del tutto positivi o negativi Conflitti e crisi, finalizzati a costruire le dfferenti componenti dell'identità, non sempre del tutto risolti e che lasciano aperti problemi di tipo intrapsichico, interpersonale o di inserimento sociale Una fase specifica dell'esistenza (17) Introduzione del concetto di sfida evolutiva o compito di sviluppo come nucleo fondamentale dell'intero arco di vita I compiti di sviluppo non costituiscono difficoltà sempre uguali e inevitabili per tutti, ma si definiscono in rapporto all'individuo, ai suoi gruppi di riferimento e all'ambiente sociale più vasto Una fase specifica dell'esistenza (18) La possibilità di superare positivamente le difficoltà connesse al percorso di crescita aumenta con lo sviluppo di alcune abilità di base e, in particolare, dipende dall'interazione di componenti emozionali, cognitive, strategiche Una fase specifica dell'esistenza (19) In relazione ad un determinato compito evolutivo, diversi sono i fattori che possono determinare gli esiti psicologici e comportamentali: specificità temporale rispetto al percorso di crescita percezione e interpretazione personale della qualità della sfida evolutiva significato attribuito socialmente al compito evolutivo caratteristiche individuali presenza e qualità della rete di supporto sociale cui l'adolescente può far riferimento Una fase specifica dell'esistenza (20) Il superamento di un compito costituisce un prerequisito fondamentale per affrontarne altri più complessi Il fronteggiamento di un compito si caratterizza come un'esperienza impegnativa, un evento stressante rispetto al quale diventa necessario mobilitare risorse interne ed esterne e che, come tale, espone l'adolescente a condizioni di vulnerabilità e a potenziali esperienze di crisi Una fase specifica dell'esistenza (21) Se interpretato nell'ottica dei compiti di sviluppo, il vissuto del disagio adolescenziale può essere ricondotto alla capacità dell'adolescente di far fronte ai problemi legati alla propria esperienza quotidiana, allo sviluppo della percezione di adeguatezza del sé, e alla ricerca di un personale sentimento di benessere Una fase specifica dell'esistenza (22) Con riferimento all'adolescenza è possibile identificare i seguenti compiti di sviluppo generali ed universali: in rapporto con l'esperienza della pubertà e della maturazione sessuale in rapporto con l'allargamento degli interessi personali e sociali e con l'acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo in rapporto con la problematica dell'identità e della riorganizzazione del concetto di sè Una fase specifica dell'esistenza (23) Dal momento che i compiti di sviluppo nascono dall'incontro tra un preciso contesto sociale ed un individuo, in un preciso momento del suo sviluppo fisico e psicologico, essi non sono immutabili nel tempo, poiché la società si trasforma rapidamente. Anche compiti che possono essere considerati universali variano grandemente, all'interno della stessa cultura, in rapporto agli specifici contesti familiari, scolastici, sociali in cui l'adolescente cresce. Una fase specifica dell'esistenza (24) È in relazione ai diversi compiti di sviluppo, così come alla differente soluzione che ogni adolescente mette in atto, che si delineano dei percorsi di sviluppo individualizzati. Sulla base dei compiti di sviluppo, l'adolescente compie azioni autoregolate che hanno l'obiettivo di raggiungere scopi significativi a livello individuale. Occorre quindi andare oltre la forma esteriore di un comportamento, per comprendere quali obiettivi un adolescente si propone di raggiungere con quell'azione, in relazione ad uno o più compiti di sviluppo caratteristici della sua cultura e del suo contesto sociale. Lo sviluppo psicologico dall'adolescenza all'età adulta: fattori di protezione e di rischio Psicologia dell'adolescenza: i compiti di sviluppo Gli approcci classici allo studio dell'adolescenza Il contributo di Stanley Hall L'approccio psicoanalitico La prospettiva antropologico-culturale Il contributo di Kurt Lewin I contributi struttural-funzionalisti L'approccio Piagetiano Sviluppi degli studi sull'adolescenza La teoria di E.Erikson La teoria dell'attaccamento La prospettiva del ciclo di vita L'approccio dei compiti di sviluppo: R.J.Havighurst Strategie di coping e resilienza Il contributo di Stanley Hall (1904) Raccolta di una quantità sterminata di dati utilizzando la tecnica dei questionari Adolescenza intesa come cambiamento rilevante nella natura dello sviluppo umano provocato da un fattore socioeconomico che modificò totalmente la società statunitense all'indomani della guerra civile → passaggio da società agricola a società industriale → decremento delle working families → possibilità per gli adolescenti di restare fuori dal mercato del lavoro → necessità di coltivare nuove competenze da spendere nel lavoro → promozione dell'istruzione secondaria Fenomeno definito socialmente Orientamento positivistico Il contributo di Stanley Hall (1904) Approccio descrittivo caratterizzato dall'elencazione di una fenomenologia comportamentale spiegata solo in base alle trasformazioni biologiche Adolescenza come “nuova nascita” caratterizzata da un rinnovamento totale di tutti gli aspetti della personalità Contrapposizione tra mondo del bambino e mondo dell'adolescente Il passaggio dalla fanciullezza avviene in modo drammatico caratterizzato da tensioni estreme spesso contraddittorie Il contributo di Stanley Hall (1904) Adolescenza come storm and stress Percorso univoco, caratterizzato da fenomeni costanti, determinate biologicamente, dunque indipendenti da variabili culturali e ambientali Derivazione concettuale dalla teoria dell'evoluzione: nello sviluppo psicologico dell'individuo si ripetono le varie fasi successivamente percorse dalla razza umana nel corso della sua evoluzione Il contributo di Stanley Hall (1904) Riferimento concettuale anche negli studi dell'antropologia: le caratteristiche acquisite possono essere ereditate; l'acquisizione dei tratti ereditari si verifica per gli umani nell'adolescenza Le esperienze fatte in età adolescenziale possono incidere profondamente sulla personalità dell'adulto e dei suoi eredi Preoccupazione per le forme di devianza viste come il risultato dell'eccessiva precocità del comportamento sociale degli adolescenti, che, come tale, andava arginata favorendo un ritmo più naturale e l'introduzione di norme sicure di cui dovevano farsi promotrici e tutrici la famiglia, la scuola, la chiesa e la società civile L'approccio psicoanalitico Tre saggi sulla teoria sessuale (Freud, S. 1905): la pubertà è espressione del raggiungimento della fase genitale dello sviluppo, forma definitiva dello sviluppo sessuale Scritti sulla sessualità femminile e altri saggi (Jones, 1922): nei primi 5 anni di vita si evidenziano importanti precursori dello sviluppo successivo che, nel corso del secondo decennio della vita dell'individuo, ricapitola ed espande le fasi precedenti dello sviluppo Gioventù traviata (Aichorn, 1925): i comportamenti devianti sono intesi come espressione della mancanza di adattamento alla società conseguente ad un deficitario sviluppo del Super-Io. Significativa introduzione di metodi di rieducazione molto innovativi L'Io e i meccanismi di difesa (Freud, A., 1936): durante l'adolescenza l'individuo sperimenta la ripresa del conflitto Es-Io, sopito durante la fase di latenza, mobilitando diversi meccanismi di difesa. Nei casi positivi, questo conflitto conduce alla formazione del carattere, nei casi negativi, alla strutturazione di sintomi nevrotici Il contributo di A.Freud (1936) Riconoscimento dei cambiamenti qualitativi che caratterizzano la pubertà: spinte pulsionali dall'Es vs. impegno dell'Io in direzione del controllo La pubertà non segna l'inizio della vita sessuale che, al contrario, realizza i suoi primi progressi nella prima infanzia In adolescenza avviene una prima ricapitolazione del periodo sessuale infantile In tutti i momenti di ricapitolazione è possibile individuare: - un Es relativamente forte in contrapposizione ad un Io relativamente debole - la disponibilità e l'utilizzo da parte dell'Io di meccanismi di difesa diversi a seconda del periodo, in contrapposizione ad una certa stabilità dell'Es Il contributo di A.Freud (1936) Con particolare riferimento alla fase di ricapitolazione caratteristica della pubertà, alle forte spinte libidiche dell'Es che investono l'area genitale si contrappone la presenza di un Io più rigido, rafforzato dallo sviluppo del Super-Io a seguito del superamento della fase di latenza, e caratterizzato dall'utilizzo di diversi meccanismi di difesa (ascetismo, intellettualizzazione, rimozione) Il contributo di A.Freud (1936) L'esito della fase adolescenziale risulta determinato da: - la forza degli impulsi dell'Es - l'efficacia nel controllo degli istinti da parte dell'Io - la qualità e funzionalità dei meccanismi di difesa Il contributo di A.Freud (1936) L'ascetismo e l'intellettualizzazione riguardano la difesa nei confronti degli impulsi dell'Es risvegliati durante la pubertà → blocco di tutti i desideri istintuali, proibizione sessuale indifferenziata → elaborazione del conflitto istintuale a livello del pensiero conscio → il trasporto verso l'istinto avviene solo nel pensiero → le nuove esigenze istintuali vengono trasformate in pensieri astratti → assenza di soddisfazione sostitutiva → elaborazione di contenuti ideativi come risposta al pericolo istintuale → impegno per mantenere la differenziazione tra Io ed Es stabilitasi nelle fasi precedenti dello sviluppo Il contributo di A.Freud (1936) La rimozione riguarda, in questo periodo, i rapporti oggettuali e le fantasie incestuose → soddisfazione sostitutiva → isolamento rispetto alle figure genitoriali → asocialità come manifestazione della rottura dei rapporti con il Super-Io → sostituzione degli oggetti d'amore originari con altri → identificazioni di tipo primitivo caratterizzate da incostanza e volubilità più che vere e proprie relazioni oggettuali La prospettiva antropologico-culturale: il contributo di M.Mead (1928) studio in profondità: 68 bambine e ragazze tra 8-20 anni osservazione partecipante e interviste principale risultato: - per le giovani coinvolte nella ricerca l'adolescenza non rappresentava necessariamente un periodo di tensione e turbamento conclusioni: - il verificarsi delle “tempeste emotive” in adolescenza non dipende esclusivamente dall'influenza della maturità fisiologica, ma anche da fattori culturali La prospettiva antropologico-culturale: il contributo di M.Mead (1928) Possibili argomentazioni a sostegno degli esiti di ricerca. A differenza di quanto accade a Samoa, le società occidentali sono caratterizzate da: presenza di rilevanti conflitti emotivi nell'ambiente familiare presenza di un'autorità paterna frustrante e autoritaria forti implicazioni morali e religiose riguardanti la manifestazione del comportamento sessuale La prospettiva antropologico-culturale: sviluppi i fenomeni adolescenziali e la società urbana industriale le diversità della condizione adolescenziale e le differenze di origine sociale: le componenti oggettive della struttura sociale necessità di approfondire i rapporti tra condizione di classe, intesa come collocazione di determinati individui nella struttura economica e di potere della loro società, e presenza di specifici comportamenti, sentimenti, sistemi di credenze Il contributo di Kurt Lewin (1939) Teoria dinamica della personalità o Teoria di campo: C = f (PA) Per comprendere il comportamento (C) è necessario approfondire gli aspetti dell'individuo nella sua specificità (P), il contesto nel quale opera (A) e la loro particolare interrelazione Il contributo di Kurt Lewin (1939) P → caratteristiche individuali → desideri, scopi, abilità..... A → caratteristiche contestuali → aspetti della realtà esterna filtrati dalla percezione individuale e interpretati dal soggetto Le caratteristiche individuali e contestuali interagiscono reciprocamente comportandosi come forze che dinamicamente spingono l'individuo verso la ricerca di un equilibrio Il contributo di Kurt Lewin (1939) Metodologia di indagine di tipo costruttivo: anziché stabilire leggi generali, secondo un principio di causalità lineare, più appropriato si rivela lo studio approfondito di un caso, di una situazione concreta che si verifica in un contesto ben preciso e tentare di individuare le dimensioni che regolano i fenomeni tipici di certe condizioni evolutive, secondo un principio di causalità circolare Il contributo di Kurt Lewin (1939) La natura dell'adolescenza come fase di transizione, come cambiamento da una posizione psicologica a un'altra influenzato da valenze (direzione), forze (intensità), bisogni (motivazioni) Sulla base di precise proprietà dinamiche, caratterizzate dalla presenza delle forze di volta in volta in campo, vengono tratti concetti adeguati per spiegare comportamenti e atteggiamenti Il contributo di Kurt Lewin (1939) Ciò premesso, l'adolescenza si caratterizza per: cambiamento nell'appartenenza a categorie sociali ingresso in una regione sconosciuta che, sul piano psicologico, viene sperimentata come cognitivamente non strutturata rilevanza del corpo come oggetto particolarmente prossimo e importante psicologico grande plasticità mentale allargamento dello spazio di vita (intreccio tra persona e rappresentazione soggettiva dell'ambiente) che concerne sia l'ambiente geografico, sia l'ambiente sociale, sia la dimensione temporale passaggi repentini vs. graduali e la situazione dell' “uomo marginale” Il contributo di Kurt Lewin (1939) Sintomi comportamentali: timidezza, aggressività, sensibilità dell'adolescente connessi alla scarsa definizione e solidità del contesto sociale presenza di un conflitto più o meno permanente fra diversi atteggiamenti, valori, stili di vita, ideologie che derivano dalla situazione di marginalità tensione emozionale come risposta ai vissuti di conflitto propensione ad assumere atteggiamenti estremi e a cambiare radicalmente posizione a causa della scarsa chiarezza e articolazione cognitiva dello spazio di vita Il contributo di Kurt Lewin (1939) Sintomi comportamentali: timidezza, aggressività, sensibilità dell'adolescente connessi alla scarsa definizione e solidità del contesto sociale presenza di un conflitto più o meno permanente fra diversi atteggiamenti, valori, stili di vita, ideologie che derivano dalla situazione di marginalità tensione emozionale come risposta ai vissuti di conflitto propensione ad assumere atteggiamenti estremi e a cambiare radicalmente posizione a causa della scarsa chiarezza e articolazione cognitiva dello spazio di vita I contributi struttural-funzionalisti (Parsons, 1949) Secondo questo approccio, dinanzi a qualsiasi fenomeno sociale (un’istituzione, un oggetto materiale, un’idea) tipico di una determinata cultura, è necessario chiedersi quale funzione tale fenomeno adempie nell’ambito di questa cultura. Presupposto del funzionalismo è che in ogni tipo di civiltà, ogni costume, ogni oggetto materiale, idea o opinione adempiono una qualche funzione vitale, intendendo per funzione vitale il contributo che ogni singolo tratto cultura dà al mantenimento dell’intera cultura, cioè, all’integrazione. I contributi struttural-funzionalisti (Parsons, 1949) In questa prospettiva i comportamenti devianti sono intesi come il fallimento dell'integrazione. Uno dei termini essenziali da affrontare in relazione all'esperienza adolescenziale riguarda l'intensità dei legami affettivi del figlio con la madre (Parsons, 1949). Per giungere ad una vera maturità sociale occorre uscire dalla dipendenza emozionale dalla famiglia e raggiungere una relativa indipendenza nella società.