Animali: caratteristiche fisiche e comportamenti Classe 1°A Scuola primaria Sandro Pertini Subbiano Insegnante: Molli Rossana COLLOCAZIONE DEL PERCORSO NEL CURRICOLO VERTICALE Questo percorso di biologia è inserito: • nel curricolo verticale elaborato e condiviso da tutti i docenti dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Garibaldi di Capolona, • nel progetto dei «Laboratori del Sapere Scientifico» promosso dalla Regione Toscana per la realizzazione di un sistema di laboratori scientifici nelle scuole, essendo stato concordato con il gruppo di lavoro del L.S.S. Le attività sono state programmate sulla base degli obiettivi di apprendimento previsti dalle Indicazioni Nazionali per le seguenti discipline: Scienze, Italiano, Matematica, Arte e Immagine. INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO OBIETTIVI ESSENZIALI DELL’ APPRENDIMENTO: Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria: L’alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere. Esplora i fenomeni con approccio scientifico. Individua nei fenomeni somiglianze e differenze. Riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi animali. Espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato. Trova da varie fonti (libri, internet)informazioni e spiegazioni. I.C. GIUSEPPE GARIBALDI CAPOLONA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE DI SCIENZE Competenze attese al termine della classe prima L’alunno/a: • osserva la realtà con curiosità e ne coglie i fenomeni più evidenti, • esplora i fenomeni con approccio scientifico, • individua tra gli oggetti e/o tra i fenomeni elementari somiglianze e differenze e utilizza semplici criteri per effettuare classificazioni, • riconosce le principali caratteristiche degli organismi viventi, • assume comportamenti responsabili e di rispetto verso l’ambiente, • racconta le esperienze in maniera semplice ed essenziale. ELEMENTI SALIENTI DELL’APPROCCIO METODOLOGICO L’approccio metodologico è quello del laboratorio scientifico caratterizzato dallo spirito della ricerca, della sperimentazione e attuato attraverso il coinvolgimento diretto degli alunni nelle fasi di: 1. attività di brainstorming, 2. osservazione degli animali, 3. descrizione individuale con disegni e testi scritti, 4. condivisione dei materiali prodotti e discussione collettiva, 5. rielaborazione collettiva e sintesi condivisa dei concetti. MATERIALI, APPARECCHI E STRUMENTI IMPIEGATI • Alcuni animali da osservare portati a scuola dagli alunni. • Materiale di facile consumo ( pennarelli cartoncino…), strumenti di laboratorio ( lenti di ingrandimento). • Macchina fotografica, cellulare, computer, internet e L.I.M. • Libri di carattere scientifico per la consultazione. AMBIENTE IN CUI E’ STATO SVILUPPATO IL PERCORSO: • Il percorso è stato sviluppato per la maggior parte in classe, le attività di osservazione degli animali sono state svolte nell’aula adibita a laboratorio scientifico presente nel nostro plesso. • Uscita per visitare le stalle e il cortile della fattoria didattica « Il Trebbio» Poggio D’acona, Subbiano. TEMPO IMPIEGATO La docente che fa parte del progetto dei laboratori scientifici ha partecipato agli incontri di tutoraggio del professor Fiorentini per un totale di 6 ore. L’insegnante ha impiegato una parte della programmazione didattica settimanale per la progettazione delle attività e per la verifica del percorso (circa 20 ore). Il percorso didattico è iniziato nel mese di febbraio ed è terminato a giugno. Le attività sono state svolte durante le lezioni di scienze (2 ore settimanali). La documentazione ha richiesto circa 10 ore circa. ALTRE INFORMAZIONI Alcuni alunni della classe hanno conoscenze approfondite del mondo animale dovute a visioni di documentari e lettura, da parte dei genitori, di libri specifici sull’argomento. Questi bambini sono diventati per i compagni degli «esperti» e spesso durante l’intervallo hanno coinvolto gli altri in disegni e storie che avevano con protagonisti animali particolari. DESCRIZIONE DEL PERCORSO INIZIAMO CON L’INDAGINE Il percorso didattico prende avvio da un indagine che vuole scoprire quale è l’animale più alla moda (statistica) tra gli alunni. Dopo la discussione collettiva vengono raccolti i dati in una tabella, viene costruito un istogramma da cui emergono le informazioni ricercate. OSSERVAZIONE DEGLI ANIMALI I BENGALINI COME SONO? I primi animali osservati sono stati quattro bengalini di proprietà di Leandro, un alunno della nostra classe. I genitori di Leandro portano in classe la gabbia con gli uccellini: una coppia di pappagallini adulti, una coppia di animali giovani che non volano e un uovo che è stato abbandonato. Gli alunni, dopo aver osservato direttamente gli uccellini usando anche delle lenti di ingrandimento, pongono numerose domande ai proprietari degli animali. L’UOVO ABBANDONATO Durante l’osservazione gli alunni sono molto incuriositi dall’uovo che è stato scartato dai bengalini e chiedono ai proprietari se possono aprirlo per vedere cosa c’è all’interno. ALLA RICERCA DI ALTRE INFORMAZIONI Tornati in classe le insegnanti hanno cercato delle immagini chiare dei bengalini su internet e le hanno fanno vedere alla L.I.M. perché gli animali, durante l’attività, hanno iniziato a muoversi all’interno della gabbia rendendo, a volte, complicata l’osservazione stessa. La presentazione di immagini alla L.I.M è stata molto apprezzata dagli alunni che hanno chiesto di poterla utilizzare anche nel momento della descrizione individuale perché li aiutava a ricordare alcune particolarità fisiche degli uccellini. Gli alunni hanno ricordato e descritto molto bene le caratteristiche osservate come le differenze fisiche che distinguano i maschi dalle femmine. E’ stato invece, più difficile far comprendere ai bambini che anche nei disegni dovevano rappresentare la realtà osservata senza aggiungere parti immaginate o cambiando i luoghi di osservazione. Durante questa attività le insegnanti hanno dovuto far ripetere ad alcuni alunni i propri disegni ma presto tutti hanno capito che dovevano cercare di disegnare delle «fotografie» dei bengalini. ALCUNE DESCRIZIONI INDIVIDUALI: I BENGALINI COME SONO? I BENGALINI COSA FANNO? Per facilitare il lavoro individuale le insegnanti, durante l’osservazione dei bengalini, hanno girato con il cellulare dei piccoli video da far vedere alla L.I.M. che hanno aiutato gli alunni a ricordare i comportamenti degli animali anche a distanza di tempo. Le descrizioni individuali sono state eseguite da tutti con grande impegno, cura e ordine superando le aspettative stesse delle docenti che hanno deciso di usare questo modo di lavorare per tutto il percorso didattico. ALCUNE DESCRIZIONI DEI COMPORTAMENTI DAI LIBRI E DA INTERNET SCOPRIAMO: Durante l’osservazione dei bengalini gli alunni hanno fatto molte domande ai proprietari tra cui quella che sarà richiesta sempre ad ogni osservazione: «Quanto vivono in media questi tipi di animali?» Dato che nessuno di noi sapeva rispondere a questo quesito gli alunni hanno deciso di ricercare l’informazione nei libri che parlano di animali o leggendo i materiali scaricati da internet. RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI E RIELABORAZIONE DEI CONCETTI Terminato il lavoro di descrizione individuale gli alunni hanno letto i loro elaborati procedendo alla correzione ortografica. Successivamente l’insegnante ha guidato una conversazione collettiva sulle informazioni ritenute più importanti che sono state scelte come parti del testo collettivo (scritto al computer dall’insegnante per far non stancare eccessivamente gli alunni). Nella lettura in classe del lavoro collettivo e nella successiva discussione è emersa la rielaborazione dei concetti appresi dagli alunni durante il percorso didattico e, sotto la guida della docente, si è avvia la riflessione sulla relazione esistente tra le parti del corpo usate per muoversi e l’ambiente dove l’animale vive. IL TESTO COLLETTIVO I BENGALINI COME SONO? Hanno il corpo ricoperto di piume, hanno una macchia nera che parte dall’occhio e arriva quasi al becco. Hanno due ali. Hanno due zampe con 4 piccoli artigli ciascuna. Hanno la coda che è scura nel maschio e più chiara nella femmina. Il maschio ha una macchia tonda di color arancio sulla guancia, è di colore grigio e bianco con sfumature gialline sul ventre e strisce nere, come le zebre, nei fianchi. Ha il becco rosso intenso . La femmina è bianca non ha la macchia sulla guancia ne le strisce nere mentre il becco è arancione. I piccoli hanno le piume di color grigio scuro e il becco nero. I BENGALINI COSA FANNO? Svolazzano sopra i trampolini messi dentro la gabbia. Cantano facendo un suono tipo cree cree. Si nutrono principalmente di semi a volte mangiano piccoli pezzetti di frutta e di verdura. LE TARTARUGHE DI FRANCESCO I secondi animali da osservare sono delle tartarughe che sono scelte dalle docenti per le caratteristiche fisiche molto diverse dai bengalini. La nonna di un alunno ha portato due piccole tartarughe di terra: Tartina e Rughetta. L’osservazione è avvenuta sempre nell’aula del laboratorio scientifico ed i bambini hanno usato anche le lenti di ingrandimento per poter distinguere meglio le parti più piccole degli animali. Durante questa attività gli alunni hanno rivolto molte domande a Francesco il proprietario che conosce e usa termini specifici come carapace. Tornati in classe gli alunni hanno lavorano seguendo la metodologia già usata con i bengalini. ALCUNI DISEGNI E DESCRIZIONI INDIVIDUALI Le tartarughe come sono? LE TARTARUGHE COSA FANNO? RIELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI NEL TESTO COLLETTIVO Le tartarughe come sono? Le tartarughe hanno quattro zampe: su quelle davanti hanno cinque artigli e su quelle di dietro ne hanno quattro. Hanno un guscio liscio e duro che è attaccato solo in alcune parti al corpo ed ha una forma rotonda con delle macchie colorate di verde, marrone e nero. Dalle parti del carapace non attaccate escono la testa, quattro zampe e una piccola codina. Le tartarughe cosa fanno? Si muovono lentamente e si arrampicano sulla loro scatola, mangiano l’insalata. Quando hanno paura ritirano la testa e le gambe dentro il carapace e fanno molti escrementi. LA CONIGLIETTA- NANA L’ultimo animale che viene portato in classe per essere osservato è Katerina una coniglietta nana. Gli alunni come sempre hanno difficoltà a svolgere semplicemente la funzione di osservazione e hanno rivolto molte domande a Pietro il proprietario della coniglietta perché sono curiosi di conoscere la differenza tra questo animale e i comuni conigli. Anche questa volta un alunno ha chiesto l’aspettativa media di vita del coniglio nano. LE DESCRIZIONI INDIVIDUALI LA CONIGLIETTA COME E’? LA CONIGLIETTA COSA FA? INFINE IL TESTO COLLETTIVO LA CONIGLIETTA NANA COME E’? La coniglietta nana è bianca con un pelo lungo e soffice. Ha delle orecchie molto lunghe bianche con delle parti grigie scure. Ha due occhi tondi, neri e quello destro ha tutto intorno una macchia nera. Ha una testa abbastanza rotonda. Ha un nasino piccolo di colore rosa. Ha molti denti e quelli davanti sono lunghi e più grossi. Ha una piccola coda che sembra un batuffolo di cotone. Ha quattro zampe e quelle davanti sono più corte di quelle di dietro. LA CONIGLIETTA NANA COSA FA? Muove sempre le orecchie e il naso facendo uno strano rumore. Si alza sulle zampe e fa dei piccoli saltelli. Rosicchia la carota che è dentro la gabbia. Sembra molto impaurita. ASPETTI NEGATIVI DEL PERCORSO Durante le attività di osservazione, a volte, è stato necessario contenere l’esuberanza di alcuni alunni che non sapevano rapportarsi in modo corretto con gli animali. Per questo motivo le insegnanti hanno ritenuto opportuno invitare in classe un veterinario, padre di un alunno, che ha spiegato loro quale è il comportamento corretto da tenere con gli animali ed anche le fondamentali regole igieniche da seguire. LA VISITA DEL VETERINARIO Alessandro il veterinario è venuto in classe a parlare del suo lavoro ed ha risposto a tante domande. Ha insegnato agli alunni che gli animali non possono essere trattati come oggetti e come osservare in autonomia i piccoli animali che vivono liberi nei prati nei boschi . VISITA A LLA FATTORIA DIDATTICA Come conclusione del percorso didattico le insegnanti hanno organizzato un’uscita alla fattoria didattica «Il Trebbio» dove gli alunni hanno potuto osservare da vicino animali di dimensioni più grandi. In questa fattoria vengono allevati i bovini di razza Aberdeen Angus, i cavalli Haflinger, le capre da latte Camosciata delle Alpi e sono presenti molti animali da cortile oltre ad un allevamento semibrado di maiali di razza « Grigio del Casentino» IL CARTELLONE CON I DISEGNI E LE DESCRIZIONI Schede di verifica Federico il proprietario del «Trebbio» ci ha preparato alcune schede da completare in classe. VERIFICHE DEGLI APPRENDIMENTI Tipologie impiegate Durante il percorso didattico le insegnanti, attraverso l’osservazione diretta hanno verificato i livelli di attenzione e concentrazione degli alunni. I bambini hanno eseguito delle descrizioni individuali di ottimo livello e hanno costruito dei testi collettivi da cui è emerso il livello concettuale raggiunto. Tutti gli alunni si sono avviati ad una prima classificazione degli animali e alla scoperta della relazione esistente tra movimento degli animali e ambiente in cui vivono. Infine sono stati raccolti e tabulati dati e compilate tabelle riassuntive. RISULTATI OTTENUTI Il percorso didattico sugli animali è risultato molto motivante e in grado di coinvolgere tutti gli alunni che hanno partecipato con entusiasmo alle varie attività soprattutto quei bambini che hanno difficoltà a mantenere costanti l’attenzione e la concentrazione. Questo lavoro ha contribuito a creare nella classe un clima di serena cooperazione tanto che disegnare animali conosciuti e/o particolari è diventata una delle attività preferite dagli alunni da svolgere durante gli intervalli in piccoli gruppi e in completa autonomia. Al termine del percorso tutti i bambini hanno evidenziato dei miglioramenti non solo nell’apprendimento dei contenuti scientifici veri e propri ma soprattutto nell’utilizzo dei linguaggi. Infatti tutti sono riusciti a produrre delle descrizioni lavorando in modo ordinato, logico e creativo, ottenendo dei risultati diversi, ma sempre superiori alle aspettative delle insegnanti stesse. VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DEL PERCORSO DIDATTICO Ho aderito al progetto dei «Laboratori dei Sapere Scientifico» perché da tempo avvertivo l’esigenza di un insegnamento delle scienze più adeguato alle capacità cognitive degli alunni e la necessità di ridurre la quantità dei contenuti a favore di una migliore qualità dell’insegnamento. Dopo la formazione iniziale ho deciso di applicare la didattica laboratoriale sia all’insegnamento delle scienze che a quello della matematica ed ho potuto verificare la validità di questa metodologia che riesce a mantenere costanti la motivazione e l’interesse degli alunni soprattutto di quelli che presentano difficoltà nell’apprendimento. Condurre un percorso didattico con questo modo di lavorare ha richiesto tempi lunghi e un’attenta organizzazione delle attività ma l’ottimo livello dei risultati ottenuti mi ha convinto dell’efficacia del percorso sperimentato. Infatti questa metodologia ha permesso ad ogni alunno di assumere un ruolo attivo nella costruzione progressiva delle proprie competenze ed una partecipazione consapevole alle attività proposte. Il percorso didattico sperimentato ha permesso di sviluppare negli alunni le capacità di collaborare, di ascoltare e di confrontarsi con altri punti di vista e opinioni diverse dalle proprie, favorendo così nella classe in un clima sereno dove le opinioni personali sono state ascoltate con lo stesso rispetto e la stessa considerazione. Queste attività hanno permesso agli alunni di aumentare la fiducia in se stessi favorendo lo star bene a scuola. Come docente di questo progetto ho apprezzato molto il confronto e la condivisione delle esperienze con le colleghe del gruppo del laboratorio scientifico e il tutoraggio del professor Fiorentini. Ho trovato, invece, delle difficoltà nel dover documentare il percorso didattico perché sono poco abituata a questa modalità di lavoro ed ho impiegato molto tempo per realizzare questo PowerPoint. Anche se, posso ammettere che, mentre documentavo il percorso, mi sono resa conto che stavo svolgendo un approfondito lavoro di riflessione e di valutazione delle mie pratiche d’aula che mi hanno aiutato a trasformare un sapere pratico in un sapere riflesso e consapevole .