Politica Economica Istituzioni e Efficienza Introduzione al concetto di

Introduzione al concetto di Istituzioni
Politica Economica Istituzioni e
Efficienza
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a.a. 2013-14
Tre ingredienti importanti per definire le istituzioni:
-  Vincoli formali (regolamenti, leggi, costituzioni)
-  Vincoli informali (norme di comportamento, codici di
condotta)
-  Imposizione o applicazione (enforcement)
à Insieme determinano la struttura degli incentivi
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“Le istituzioni riducono il tasso di incertezza creando
delle regolarità nella vita di tutti i giorni. Sono una
guida per i rapporti sociali e quando vogliamo
salutare gli amici per strada, guidare un’automobile,
mangiare un’arancia, chiedere un prestito, seppellire i
nostri morti, fare un affare o qualsiasi altra cosa
sappiamo come comportarci (o possiamo impararlo
facilmente)” (North, 1990 e 1994)
•  Douglass North Economic Performance Through Time The
American Economic Review, Vol. 84, No. 3 (Jun., 1994), pp.
359-368
Douglass North, premio Nobel per l’economia nel 1993
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Enforcement
L’imposizione o applicazione delle regole (enforcement)
che è parte integrante dell’efficienza dei mercati
economici, dipende dall’efficienza della politica, e
pertanto è problematica.
Se è molto difficile che nei mercati economici valgano le
condizioni per l’efficienza, è impossibile che le
condizioni di efficienza valgano nel ‘mercato’ della
politica: scambio tra un voto e una promessa.
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“Le istituzioni, insieme alla tecnologia determinano i costi di
transazione e i costi di trasformazione e quindi la
profittabilità e la fattibilità di perseguire un’attività
economica.”
“Le Istituzioni formano la struttura dei incentivi di una società,
e le istituzioni politiche e economiche, di conseguenza, sono le
determinanti di fondo della performance economica.”
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Ronald Coase (1960) dimostra che solo quando non
esistono costi di transazione la soluzione contrattuale è
indipendente da come sono assegnati i diritti di
proprietà; inoltre tale soluzione massimizza il reddito
aggregato, cioè è socialmente efficiente.
Secondo il Teorema di Coase, se i costi di transazione
sono non nulli, l’assegnazione dei diritti di proprietà
dipende anche dal potere contrattuale.
Costi di transazione e teorema di Coase
Costi di specificare cosa viene scambiato e costi di
imporre le condizioni dell’accordo (o contratto).
Nei mercati economici ciò che viene specificato
(misurato) sono delle caratteristiche valutabili
dell’oggetto di scambio (caratteristiche di tipo fisico e
relative ai diritti di proprietà) o della performance
dell’agente (nell’ipotesi che oggetto di scambio sia una
prestazione di lavoro).
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In generale i costi di transazione non sono nulli.
North e Wallis (1986) stimano che i costi di transazione
nel 1970 in USA equivalgono al 45% del PIL.
Perché?
–  L’informazione degli agenti economici è incompleta
–  I modelli soggettivi non sono corretti e il
meccanismo di feedback per correggerli è
insufficiente.
L’assegnazione dei diritti influisce sul risultato finale che
quindi non è indipendente dal potere contrattuale.
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a.a. 2013-14
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Perché nascono le Istituzioni?
Le istituzioni come frutto di un processo endogeno
(Per approfondire si veda: Arpaia A. and Mourre G. (2009) Institutions and
Performance in European Labour Markets: Taking a Fresh Look at Evidence.
European Economy, Economic papers n. 391).
1.  Visione efficientista
2.  Visione storica: conflitto sulle rendite
3.  Secondo best
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2. Visione storica: le I. come frutto di conflitti sociali
Secondo questa visione le istituzioni non sono create per essere
socialmente efficienti
2a) Le I sono determinate in gran parte dal potere dei gruppi
politici (Acemoglu et al. 2005). Siccome diverse I determinano
una diversa distribuzione delle risorse, si genera un conflitto di
interessi tra i diversi gruppi per la scelta di certe I. In sostanza le
istituzioni economiche si sono sviluppate per facilitare
l’appropriazione delle rendite esistenti da parte di alcuni
gruppi.
2b) Le I sono loro stesse fonte di rendite (Saint Paul, 2000) e ciò
crea l’opportunità di sviluppare delle I che proteggano a loro
volta queste rendite. Esiste quindi una complementarietà tra I che
creano e I che proteggono le rendite. Questa complementarietà
rinforza lo status quo, cioè rende più difficile modificare le I.
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1.Visione efficientista
1a) Secondo la visione neoclassica, il meccanismo concorrenziale e la
disciplina imposta dalle regole del mercato determinano delle condizioni
analoghe a quelle di zero-costi di transazione.
Secondo l’impostazione neoclassica quindi le istituzioni sono socialmente
efficienti nel senso che inducono i singoli ad un comportamento che è
quello ottimale.
Gli attori hanno i giusti incentivi che li portano a raccogliere
l’informazione necessaria e a modificare il modello soggettivo – se in
partenza erroneo- in base al quale formulano le proprie scelte, fino a
che non rispecchi quello corretto.
1b) In un’impostazione più in generale, il filone neo-istituzionalista,
seguendo Coase (1937), ritiene che le I economiche e la struttura politica
servano a contenere gli elevati costi di transazione. In particolare, la
struttura proprietaria (l’assegnazione dei diritti di proprietà) definisce un
sistema di incentivi necessari per l’efficienza.
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3. I come second best: “inefficienti” ma razionali
3a) Alcune istituzioni, inefficienti in un mercato concorrenziale, possono
essere migliorative del benessere in un mercato non concorrenziale.
Ad esempio, in presenza di avversione al rischio dei lavoratori e di
mercati dei capitali incompleti, sistemi di protezione del lavoro (EPL)
e sussidi di disoccupazione permettono di assicurare i lavoratori
contro le fluttuazioni di reddito e di mantenere costante il consumo
(consumption smoothing).
Questo elemento assicurativo però interagisce con il comportamento
rent-seeking determinando comportamenti opportunistici (es:
disincentiva la ricerca di lavoro) e comprimendo il salario con
possibili effetti negativi sull’occupazione (Il risultato finale dipende
quindi anche dall’effettivo disegno delle istituzioni. Nell’esempio:
ammissibilità, durata, entità del sussidio)
àle istituzioni vanno considerate nel loro insieme
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Organizzazioni
Perché esistono le organizzazioni?
Se le Istituzioni sono le regole del gioco, le Organizzazioni sono i
giocatori.
Organizzazioni: gruppi di individui che condividono uno scopo
comune, e vogliono raggiungere uno stesso obiettivo.
•  O. politiche (partiti, Senato,..
•  O. economiche (imprese, Sindacati, Confederazioni
•  O. sociali (chiese, club sportivi,
•  O. educative (scuole, università,…
Le organizzazioni riflettono le opportunità di guadagno consentite
dalla matrice istituzionale.
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Evoluzione delle istituzioni
E’ determinata dall’interazione tra istituzioni e organizzazioni.
Gli individui e/o gli imprenditori nelle organizzazioni
percepiscono che potrebbero far meglio in un contesto diverso.
Come si creano queste percezioni circa la necessità di un
cambiamento?
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La percezione della necessità di un cambiamento
si genera:
•  esogenamente (es: il cambiamento avvenuto in un
sistema economico esterno: si aprono nuovi mercati
(mercato unico europeo, globalizzazione), si modifica
la disponibilità di un fattore della produzione (shock
petroliferi, scoperte di nuovi giacimenti,…);
•  a causa dell’apprendimento: le organizzazioni
imparano e individuano possibili guadagni che
possono essere sfruttati (ruolo della concorrenza
nell’incentivare questo apprendimento); nel lungo
periodo è l’apprendimento (learning) la fonte
maggiore del cambiamento.
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Cenno alla political economy delle riforme
Come cambiano le istituzioni
La presenza di potenziali aree di guadagno determina la
direzione del cambiamento.
La velocità del cambiamento dipende dall’intensità
dell’apprendimento.
Le decisioni possono essere prese nell’ambito dei contratti esistenti
oppure possono richiedere una ri-contrattazione: questa può
necessitare una modifica nella matrice istituzionale, cioè una
modifica delle regole del gioco.
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Lettura dei grafici nella slide successiva:
•  Lungo la linea retta si posizionano gli elettori.
•  M è il punto medio. D è il punto che separa chi (prima della
riforma) lavora nel settore vincente (alla destra) e chi no (a
sinistra). Hp D=60à la maggioranza lavora nel settore in perdita
•  I rettangoli nel grafico indicano i guadagni (variazioni positive) o le
perdite (variazioni negative)
•  Nella pagina successiva i rettangoli nel grafico in alto si riferiscono
ai guadagni/perdite ex post (dopo la riforma); il grafico in basso
indica i guadagni e le perdite previste ex ante
•  Solo se la maggioranza, ex ante, prevederà un guadagno, la
riforma sarà votata
0
M
•  Ipotizziamo una proposta di legge che riformi
il settore generando un risultato finale che
migliori l’efficienza del settore e quindi porti la
maggioranza della popolazione a lavorare in
un settore con guadagni positivi
(pannello A prossima slide)
D
60
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•  Riforme che tendono a modificare la compagine istituzionale
possono trovare opposizione specialmente se le istituzioni sono
esse stesse fonte di rendita e se è impossibile individuare a
priori gli individui che perderanno/guadagneranno dalla
riforma
•  In generale è possibile dimostrare che una riforma Pareto
migliorativa a livello sociale ma non in grado di individuare a
priori chi sarà avvantaggiato, non otterrà il consenso politico
sufficiente in un sistema democratico.
•  Un esempio della difficoltà di ottenere consenso dalle riforme
in regime democratico è presentata nei due esempi successivi
tratti da Fernandez e Rodrick (AER 1991 Resistance to
Reform: Status Quo Bias in the Presence of IndividualSpecific Uncertainty )
•  Anche se la maggioranza beneficerà dalla riforma,
l’incertezza su chi perderà potrà bloccare la riforma.
100
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Il 40% che ex-ante è nel
settore vincente alla
destra di D avrà un
guadagno sicuro expost
Tra il 60% degli elettori
che ex-ante sta alla
sinistra di D, cioè nel
settore in perdita, solo
alcuni guadagneranno
dalla riforma.
Qual è il guadagno atteso
del 60% attualmente
in perdita?
Guadagno atteso per il 60% della popolazione che è Solo se il guadagno
attualmente nel settore in perdita (sx D):
atteso è positivo la
riforma ipotizzata
avrà il consenso
politico sufficiente per
essere emanata
0.2
0.4
⋅ 0.2 +
⋅ (−0.2 ) = −0.0666
0.6
0.6
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Il 40% che ex-ante è nel
settore vincente alla
destra di D avrà un
guadagno sicuro expost
Tra il 60% degli elettori
che ex-ante sta alla
sinistra di D, cioè nel
settore in perdita, solo
alcuni guadagneranno
dalla riforma.
Qual è il guadagno atteso
del 60% attualmente
in perdita?
Solo se il guadagno
atteso è positivo la
riforma ipotizzata
avrà il consenso
politico sufficiente per
essere emanata
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Tirannia (bias) dello status quo
Ex-ante il 90% degli
elettori (che stanno nel
settore meno redditizio,
alla sx di D) si aspettano
un guadagno dalla riforma:
•  la riforma non si attua perché, per la maggioranza, il
guadagno ex ante è negativo.
•  Questa situazione è chiaramente determinata dal fatto che non
si sa quali individui beneficeranno della riforma.
L’esempio successivo mostra una situazione contraria:
•  la riforma passa perché il guadagno atteso è positivo per la
maggioranza.
•  Ex post tuttavia la maggioranza si troverà con una perdita.
•  In qs caso però non si verifica il bias da status quo, cioè la
riforma è prima votata e poi, visto il risultato, la maggioranza
voterà di ritornare alla situazione iniziale.
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0.2/0.9x0.3+
0.7/0.9x(-0.067) =
0.014556
Ex-post tuttavia la
maggioranza degli elettori
(70%) subirà una perdita
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