Corso di Laurea:
Operatori pluridisciplinari e interculturali d'area mediterranea
SCIENZA DELLE FINANZE
Docente: Gatto Antonino
Elaborazione: Dott.ssa Locantro Antonia Lucia
Le entrate pubbliche (ed in
particolare le imposte): gli effetti
economici delle imposte e le
principali tipologie di imposte che
caratterizzano i moderni sistemi
tributari.
Lo Stato e gli altri enti pubblici (regioni,
province, comuni, ecc.) devono procurarsi i
mezzi necessari per far fronte alle spese
pubbliche. Questi mezzi si ottengono
attraverso le entrate pubbliche, definite
come l’insieme delle risorse che affluiscono
allo Stato e agli enti pubblici da utilizzare
nello svolgimento delle loro funzioni,
ovvero per fornire beni e servizi alla
collettività.
Una prima classificazione è quella adottata
nel Bilancio dello Stato, che abbiamo già
esaminato.
Un’altra è quella tra entrate ordinarie e
straordinarie.
Le entrate ordinarie sono quelle che
dipendono da cause permanenti e si
rinnovano di esercizio in esercizio (es. le
imposte sul reddito); le straordinarie sono
quelle che in relazione a nuove e impreviste
esigenze di spesa non hanno carattere di
periodicità (es. imposte straordinarie).
Una terza distinzione è quella tra entrate
originarie ed entrate derivate.
Le entrate originarie sono quelle che
provengono agli enti pubblici dai beni del
loro patrimonio oppure da attività
economiche esercitate dagli stessi enti; le
entrate derivate, invece, sono quelle che
gli enti pubblici prelevano dalle economie
private in virtù della loro potestà di
imperio.
I prelievi obbligatori in denaro che lo Stato
e gli altri enti pubblici impongono ai singoli
sono detti tributi.
I tributi comprendono: la tassa, il
contributo speciale e l’imposta.
La tassa è una somma che è pagata all’ente
pubblico in cambio della prestazione di un
servizio richiesto. Un tipico esempio è
rappresentato dalle tasse universitarie.
Il contributo speciale è una somma che un
individuo deve in ogni caso pagare all’ente
pubblico perché ha tratto un particolare
vantaggio da un’opera pubblica pur senza
averne fatta richiesta. Un tipico esempio di
contributo speciale è quello che i proprietari
di alcuni terreni devono pagare all’ente
pubblico, ad esempio al Comune, che ha
realizzato una strada che è particolarmente
utile per quei terreni.
L’imposta è un prelievo coattivo di ricchezza,
compiuto da un Ente pubblico (Stato,
Regione o altro Ente territoriale) in forza del
suo potere d’imperio, ovvero della sua
sovranità, senza ottenere una controprestazione immediata. Ad esempio il privato
deve pagare un’imposta in proporzione al
reddito o alla ricchezza che possiede
semplicemente perché possiede tale reddito o
tale ricchezza.
Le imposte rappresentano la fonte più
importante delle entrate tributarie e di tutte le
entrate.
Gli elementi costituitivi dell'imposta sono:
-il soggetto attivo, ovvero lo Stato o l'ente
pubblico dotato di potestà impositiva;
-il soggetto passivo, cioè il contribuente vale
a dire colui che deve pagare l'imposta:
-la base imponibile ovvero la ricchezza su
cui l'imposta viene applicata;
-l'aliquota, cioè la percentuale che, applicata
alla base imponibile, consente di calcolare
l'imposta da versare;
-la fonte ovvero la ricchezza cui il
contribuente attinge per pagare l'imposta
stessa.
Le imposte possono essere classificate
secondo diversi criteri. In particolare
abbiamo:
-imposte dirette e imposte indirette;
-imposte personali e imposte reali;
-imposte generali e imposte speciali;
-imposte ordinarie e imposte straordinarie;
-imposte fisse, proporzionali, progressive e
regressive.
Le imposte dirette colpiscono le
manifestazioni immediate della capacità
contributiva cioè il patrimonio o il
reddito. Esempio IRPEF, IRES, ecc.
Le imposte indirette colpiscono le
manifestazioni mediate della capacità
contributiva cioè il consumo o il
trasferimento di beni. Esempio IVA,
Imposta di registro, i dazi doganali, ecc.
Le imposte personali colpiscono la
ricchezza o il reddito di un individuo,
tenendo conto della sua situazione
economica generale, cioè della sua
capacità contributiva. Esempio IRPEF.
Le imposte reali colpiscono la ricchezza o
il reddito oggettivamente, senza tener
conto
della
situazione
economica
personale del contribuente. Esempio
l’imposta sui fabbricati.
L’imposta è generale quando colpisce nella
stessa misura tutti i rami dell’attività
economica; è speciale quando colpisce solo
alcuni rami, oppure colpisce tutti i rami ma
con aliquote diverse. Esempio un imposta
che preleva il 10% di tutti i redditi è
un’imposta generale; un’imposta che
colpisce solo i profitti industriali è
un’imposta speciale.
L’imposta
ordinaria
ha
carattere
permanente. Ad esempio ogni anno chi
possiede un certo reddito deve pagare una
data imposta.
L’imposta straordinaria ha carattere
temporaneo essa viene istituita per far
fronte ad esigenze straordinarie (guerre,
alluvioni, terremoti, eccessivo disavanzo
pubblico, ecc.
L’imposta è fissa quando consiste nel
pagamento di una somma fissa. Ad
esempio l’imposta di registro.
L’imposta è proporzionale quando il suo
ammontare
aumenta
in
misura
proporzionale alla base imponibile cioè
quando l’aliquota è costante.
L’imposta è progressiva quando il suo
ammontare aumenta in misura più che
proporzionale alla base imponibile cioè
quando l’aliquota è crescente.
L’imposta è regressiva quando il suo
ammontare aumenta in misura meno che
proporzionale alla base imponibile, cioè
quando l’aliquota è decrescente.
I principi giuridici delle imposte
I criteri adottati dallo Stato per la ripartizione
del carico tributario tra i componenti della
collettività sono il principio di eguaglianza e
di solidarietà sociale.
Sulla base di tali principi sono stati elaborati
i concetti di universalità e uniformità
dell'imposizione: il primo implica che tutti i
membri della collettività sono assoggettabili
alle imposte; il secondo che le imposte
devono essere stabilite in modo equo
secondo la situazione economica di ciascun
contribuente.
Essi vengono indicati come principi
giuridici delle imposte.
L'universalità dell'imposta trova il suo
fondamento nel principio di eguaglianza,
secondo il quale tutti hanno pari dignità
sociale e sono uguali di fronte alla legge,
quindi anche il rapporto fiscale deve
riguardare tutti (pure gli stranieri nel caso in
cui
risiedano
o
svolgano
attività
economiche).
Le singole leggi tributarie, poi, possono
prevedere per ciascuna imposta esenzioni
totali o parziali, temporanee o permanenti.
In tutti i sistemi tributari sono anche
previste agevolazioni, con le quali viene
accordato un trattamento di favore a
soggetti o situazioni meritevoli di
particolare tutela.
Uniformità delle imposte: secondo questo
principio il carico tributario deve essere
distribuito in modo equo tra i contribuenti.
Sul modo concreto per realizzare tale
principio vi sono tre teorie:
a) La teoria del beneficio;
b) La teoria del sacrificio;
c) La teoria della capacità contributiva.
La teoria del beneficio
Secondo il principio del beneficio l’imposta
pagata dai contribuenti deve essere
commisurata al beneficio che essi ricevono
da beni e servizi pubblici.
L’imposta, quindi, è intesa come il prezzo
che il contribuente deve pagare in cambio
delle prestazioni statali.
La teoria del sacrificio
Secondo questa teoria il carico tributario
dovrebbe essere ripartito tra i contribuenti
tenendo conto del sacrificio che il
pagamento delle imposte comporta per
ciascuno di essi.
La rinuncia al reddito per pagare le imposte
determina una perdita di utilità (sacrificio).
La teoria della capacità contributiva
Secondo questa teoria l’imposta dev’essere
commisurata alla capacità contributiva dei
soggetti e cioè alla loro capacità di pagarla,
desunta da elementi obiettivi (come il
reddito, il patrimonio, i consumi, ecc.).
Da questa teoria derivano alcuni principi:
-la discriminazione quantitativa dei redditi;
-la discriminazione qualitativa dei redditi;
-la personalità dell’imposizione.
La discriminazione quantitativa implica
che i redditi più elevati vengano colpiti da
aliquote più alte, in quanto essi rivelano una
maggiore capacità contributiva, e richiede
l'esenzione dei redditi più bassi, di quanti,
pertanto, sono privi di capacità contributiva
(è attuata mediante imposte progressive).
La discriminazione qualitativa dipende
dalla fonte da cui proviene il reddito. Si
ritiene che, a parità di ammontare, la
capacità contributiva sia maggiore per i
redditi patrimoniali e minore per quelli
derivanti da puro lavoro. E’ realizzata con
sgravi o detrazioni a favore dei redditi di
lavoro e mediante imposte speciali per i
redditi patrimoniali.
La personalità dell’imposizione sostiene
che la capacità contributiva del soggetto,
dipende, oltre che dal reddito che egli
percepisce, dalla sua situazione personale e
familiare, quindi l’imposizione fiscale deve
tener conto delle condizioni personali del
contribuente.
Ad esempio Tizio e Caio hanno lo stesso
reddito, ma Tizio ha moglie e tre figli
mentre Caio è scapolo. Tizio ha minore
capacità contributiva rispetto a Caio e
quindi deve pagare un’imposta più bassa.
Effetti economici delle imposte e la teoria
dell’incidenza
La teoria dell’incidenza studia l’impatto che
le imposte hanno sul comportamento dei
soggetti economici.
Questi effetti possono essere in generale così
classificati : evasione, elusione, rimozione,
traslazione, diffusione, ammortamento.
Evasione: E’ un comportamento in
violazione della legge, che si verifica
quando il contribuente tenuto al pagamento
dell’imposta si sottrae in tutto (evasione
totale) o in parte (evasione parziale)
all’obbligo tributario.
Può essere attuata con diversi espedienti.
Con l’inosservanza di adempimenti
tributari: omesse dichiarazioni, mancata
tenuta di registri contabili, mancata o
insufficiente documentazione di operazioni, ecc.
Con
comportamenti
fraudolenti:
alterazioni o distruzioni di documenti,
false
dichiarazioni
e
attestazioni,
simulazioni di atti giuridici, deduzione di
passività inesistenti, distruzione o scorretta
tenuta delle scritture contabili per
aumentare le spese e diminuire i ricavi,
mancato rilascio di fatture e ricevute
fiscali, ecc.
Elusione: L’elusione fiscale è il
comportamento
di
chi,
aggirando
(eludendo) la legge senza violarla, si
sottrae
all’obbligo
del
pagamento
dell’imposta.
Si realizza con atti di per sé non illeciti
diretti ad aggirare gli obblighi tributari. Il
contribuente colpito dall’imposta evita il
pagamento della stessa avvalendosi delle
lacune o delle ambiguità della normativa
tributaria.
Esempi:
- si intesta la seconda casa ad un familiare per
pagare imposte minori;
- si installa sull’automobile un impianto a gas
per evitare di pagare le imposte sulla benzina;
- si assume il numero di dipendenti minimo per
usufruire di sgravi fiscali;
- si deducono spese fittizie dichiarando le
vacanze come viaggi d’affari e i pranzi con gli
amici come colazioni di lavoro;
- si cambia forma sociale per aggirare imposte.
La rimozione dell’imposta si ha quando il
contribuente, per alleviare l’onere d’imposta,
modifica il proprio tasso di attività (o i propri
consumi).
Può assumere due forme:
- rimozione "positiva" e rimozione "negativa“.
Si ha rimozione positiva o elisione, quando il
contribuente colpito dall’imposta intensifica la
propria attività per far così fronte, con il
maggior reddito ottenuto, agli oneri impositivi.
Nessun danno ne viene al fisco, al quale, anzi,
si offre maggior materia imponibile.
Si ha rimozione negativa quando il
contribuente diminuisce il proprio tasso di
attività in modo da ridurre il proprio
imponibile e subire quindi un minor prelievo
d’imposta.
Il risultato è sempre negativo, sia per il
fisco, in quanto diminuiscono le entrate, sia
per il mercato in quanto si contrae la
produzione.
Traslazione: si ha traslazione quando un
soggetto colpito dall’imposta ne trasferisce
l’onere su un altro soggetto.
La traslazione può essere di tre tipi:
-in avanti: se l’onere dell’imposta si
trasferisce dal produttore o dal venditore al
compratore o al consumatore attraverso
l’aumento del prezzo;
-all’indietro: quando l’imposta viene
trasferita dal consumatore al venditore
attraverso una riduzione della domanda del
bene tassato;
-obbliqua (o laterale): se il trasferimento
dell’imposta riguarda beni o servizi di
genere diverso da quelli colpiti
dall’imposta, ma a questi collegati per
affinità o per altri motivi. Per esempio, per
far fronte all’aumento della benzina si
ottiene la diminuzione del prezzo delle
macchine. Il bene colpito è la benzina e il
prezzo che varia è quello delle automobili.
Diffusione: gli effetti economici dell'imposta
non restano circoscritti al settore a cui
l'imposta si riferisce ma si propagano
dapprima ai settori contigui e poi
gradatamente a tutto il mercato.
Per esempio l’introduzione di una imposta su
un bene di consumo ne aumenta il prezzo e
determina l’aumento della domanda dei beni
succedanei.
Nel settore colpito si verificherà una
diminuzione
degli
investimenti
e
dell’occupazione, mentre il contrario si
verificherà nel settore che produce il bene
succedaneo. In quest’ultimo settore i prezzi
aumenteranno, la domanda tenderà a
modificarsi, innescando così una reazione a
catena nell’intero sistema.
L’ammortamento è l’effetto che si ha nel
caso in cui l’introduzione di una nuova
imposta colpisca il reddito derivante da un
bene patrimoniale (terreni, fabbricati, rendite
perpetue, ecc.).
L’effetto consiste nella diminuzione del
valore del bene colpito.
Il valore del bene si riduce in misura uguale
all’ammontare dell’imposta capitalizzata al
saggio di interesse corrente.
Esempio
Il bene A produce un reddito di 10.000 €
all’anno
Tasso d’interesse 2%
Valore di mercato 500.000 €
Se viene introdotta un’imposta del 20% sul
reddito dell’immobile il reddito netto si
riduce da 10.000 € a 8.000 €.
Rimanendo invariato il Tasso d’interesse al
2%, il valore effettivo dell’immobile non sarà
più di 500.000 € bensì di 400.000 e nessun
acquirente sarà disposto ad acquistare
l’immobile ad un prezzo superiore.
Il valore a cui il venditore è costretto a
rinunciare è di 100.000 € dato da 500.000 –
400.000 €, pari alla capitalizzazione al 2%
dell’imposta. Il venditore percosso subisce
quindi gli effetti dell’ammortamento.
IRPEF
L’imposta sul reddito delle Persone Fisiche,
abbreviata con l’acronimo IRPEF, è tra le più
importanti imposte dirette del nostro sistema
tributario.
Sono soggetti passivi del tributo le persone
fisiche, residenti e non residenti nel territorio
dello Stato. L'imposta si applica:
-per le persone fisiche residenti nel territorio
dello Stato su tutti i redditi posseduti;
-per le persone fisiche non residenti nel
territorio dello Stato, solo sui redditi prodotti
nello Stato.
Il presupposto dell'imposta è il possesso di
redditi, in denaro o in natura, rientranti in una
delle seguenti categorie: redditi fondiari,
redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente,
redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa
e redditi diversi.
È un'imposta progressiva in quanto colpisce il
reddito con aliquote che dipendono dagli
scaglioni di reddito.
Per calcolare l'IRPEF è necessario innanzitutto
determinare il reddito complessivo che si
ottiene sommando tutti i
redditi netti
appartenenti alle suddette
categorie. Al
reddito complessivo occorre poi sottrarre gli
oneri deducibili elencati nell'art.10 del TUIR
(spese mediche, assegni periodici corrisposti al
coniuge, i contributi previdenziali e
assistenziali obbligatori per legge, ecc). Si
ottiene così la base imponibile.
L'imposta lorda viene calcolata applicando alla
base imponibile le aliquote crescenti per
scaglioni di reddito. Cioè il reddito viene
scomposto in tante parti quanti sono gli
scaglioni e su ciascuna parte viene applicata
l'aliquota corrispondente. Attualmente esistono
5 scaglioni di reddito ai quali corrispondono 5
aliquote (23%, 27%, 38%, 41% e 43%)
Una volta determinata l'imposta lorda si
procede al calcolo dell'imposta netta
applicando le apposite detrazioni previste per
carichi di famiglia e per il lavoro dipendente.
Gli oneri in relazione ai quali il legislatore
riconosce al contribuente una detrazione
d'imposta sono in gran parte elencati
nell'art.15 TUIR. La misura di tale detrazione
è stabilita al 19% e sono: interessi passivi
pagati in relazione a mutui per l'acquisto di
unità immobiliare da adibire ad abitazione
principale, spese mediche, i premi per
assicurazioni aventi per oggetto il rischio di
morte o di invalidità permanente; ecc. ecc.
Inoltre il TUIR, attualmente, prevede alcune
detrazioni d'imposta per i contribuenti
intestatari di contratti di locazione d'immobili
utilizzati come abitazione principale.
È prevista la detrazione delle spese sostenute
per interventi di recupero del patrimonio
edilizio pari al 36% mentre per quanto
riguarda gli interventi di riqualificazione degli
edifici volti al risparmio energetico è
riconosciuta una detrazione d'imposta del
55%.
Una volta determinata l'imposta netta, si detrae
da essa l'importo dei crediti d'imposta spettanti
al contribuente, le ritenute d'acconto effettuate a
suo carico dai sostituti d'imposta e gli acconti
d'imposta versati.A questo punto il contribuente
può trovarsi in una situazione di credito o di
debito nei confronti del fisco. Se risulterà a suo
favore un credito, esso può essere riportato in
diminuzione dalle imposte
dovute per la
dichiarazione dei redditi dell'anno successivo
oppure può essere chiesto a rimborso. Se
altrimenti risulterà un debito esso dovrà essere
versato entro il 16 giugno.
IRES
L'imposta sul reddito delle società (IRES) si
configura come una imposta personale che
colpisce con aliquota proporzionale (al
27,50%) la capacità contributiva totale, ossia il
reddito delle persone giuridiche ed enti
assimilati.
Sono soggetti passivi IRES :
-società di capitali, società cooperative e
società di mutua assicurazione residenti nel
territorio dello Stato;
-enti pubblici ed enti privati, diversi dalle
società, nonché i trust, residenti nel territorio
dello Stato che hanno, come oggetto esclusivo o
principale, l'esercizio di attività commerciale;
-enti pubblici ed enti privati, diversi dalle
società, nonché i trust, residenti nel territorio
dello Stato, che non hanno come oggetto
l'esercizio di attività commerciale;
-società ed enti di qualsiasi tipo, compresi i
trust, con o senza personalità giuridica, non
residenti nel territorio dello Stato.
Il presupposto dell'imposta è il possesso di
redditi in denaro o in natura rientranti nelle
categorie indicate dall'art.6 del TUIR. Il
reddito viene diversamente calcolato secondo
i tipi di soggetti passivi dell'imposta. Esistono
infatti normative differenti per le società
commerciali, per gli enti non aventi per
oggetto esclusivo o principale l'attività
commerciale e per le società ed enti non
residenti.
IVA
L'IVA è sicuramente il tributo più rilevante
nel settore del imposte indirette.
L'IVA colpisce le cessioni di beni e le
prestazioni di servizi effettuate nel territorio
dello Stato nell'esercizio dell'impresa, di arti o
professioni e le importazioni da chiunque
effettuate.
Quindi tre presupposti devono essere
rispettati
perché
un'operazione
sia
assoggettata ad IVA:
1)oggettivo: deve trattarsi di cessione di beni
o di prestazione di servizi;
2)soggettivo:
deve
essere
effettuata
nell'esercizio di imprese, arti o professioni:
non sono soggette ad IVA le vendite effettuate
tra privati;
3)territoriale:
deve
essere
effettuata
all'interno dello Stato.
In generale, soggetto passivo d'imposta è
colui che realizza il presupposto cioè coloro
che effettuano le operazioni imponibili.
In realtà il meccanismo del tributo fa si che
coloro che effettuano cessioni di beni e
prestazioni di servizi siano contribuenti solo
percossi dal tributo: i contribuenti di fatto
sono, infatti, i consumatori finali che versano
l'IVA ma non possono recuperarla in alcun
modo.
ESEMPIO
Un commerciante acquista materia prima per
un valore di 1.000 euro, per cui pagherà 1.220
euro, essendo l'IVA pari a 220 euro (22%).
Supponiamo che, a seguito di una serie di
lavorazioni effettuate su di essa, il valore del
prodotto lavorato sia di 1.200 euro. Al
momento della vendita il consumatore finale
pagherà al commerciante una somma di 1.464
euro (1.200 + 264 di IVA al 22%). La somma
che il commerciante deve versare allo Stato è
di 264 (iva vendite) – 220 (iva acquisti) = 44
euro (IVA che il commerciante ha ricevuto dal
consumatore finale al netto di quella versata
per acquistare la materia prima).
In questo senso il commerciante è soggetto
passivo d'imposta e può detrarre l'imposta
pagata sugli acquisti (i 220 euro pagati
all'acquisto della materia prima) dall'imposta
addebitata sulle vendite (i 264 euro versati dal
consumatore finale al commerciante). Inoltre,
il commerciante è neutrale rispetto all'IVA: ha
ricevuto dal consumatore finale 264 euro, ne
ha versati 220 all'acquisto della materia prima
e 44 allo Stato (quindi in termini di IVA non
ha ricavato né perso nulla).
Il consumatore finale, invece, che non
rivende la merce, né ne aumenta il valore, ma
la utilizza per i suoi scopi, sopporta il peso
dell'IVA versata allo Stato, ossia non detrae
nulla. Il consumatore, dunque, è soggetto
passivo di fatto e non di diritto.
Attualmente le aliquote in vigore sono tre:
4%, 10% e 22%.
Il meccanismo applicativo dell'IVA funziona
in questo modo: il contribuente soggetto
passivo dell'IVA ogni volta che cede un bene
o un servizio riscuote dal cliente sia il prezzo
pattuito sia
l'IVA emettendo all'atto
dell'operazione un apposito documento fiscale
chiamato fattura.
Alla scadenza prevista dal tipo di contabilità
adottato, detraendo dall'IVA ricevuta dai
clienti quella pagata ai fornitori, ciascun
contribuente può trovarsi in una situazione di
credito o di debito nei confronti dell'erario.
Di credito quando l'IVA pagata ai fornitori è
maggiore dell'IVA ricevuta dai clienti, di debito
viceversa cioè quando l'IVA pagata ai fornitori
è minore dell'IVA ricevuta dai clienti.
Ove risulta un debito il soggetto passivo
procede al versamento della somma dovuta
entro il 16 del mese successivo se la
liquidazione è mensile oppure entro il 16 del
secondo mese successivo a quello cui si
riferisce la liquidazione se questa avviene
trimestralmente presso uno sportello bancario o
postale attraverso il modello F24.
Le altre imposte indirette
Oltre all’IVA, il nostro sistema tributario
prevede altre imposte indirette:
-le imposte sui consumi, che colpiscono il
reddito solo nel momento in cui viene
consumato (monopoli fiscali, accise, dazi
doganali;
-le imposte sui trasferimenti, che colpiscono
la ricchezza nel momento in cui avviene il
trasferimento da un soggetto all’altro di un
bene, di un credito, di un diritto (imposta di
registro, l’imposta su successioni e donazioni,
l’imposta di bollo, ecc.).
I monopoli fiscali rispondono all’esigenza di
procurare un’entrata tributaria riservando alla
Stato il diritto esclusivo di produrre e vendere
o soltanto vendere un dato bene (la rivendita
di tabacchi, le lotterie e i concorsi pronostici).
Le accise sono delle imposte indirette che
colpiscono determinati prodotti energetici o di
origine alcolica nel momento della
produzione (imposte di fabbricazione) o della
vendita (imposte sui consumi).
Esempio petrolio, benzina, birre, bevande
alcoliche, ecc.
I dazi doganali sono imposte che colpiscono
le merci al momento in cui attraversano i
confini di Stato.
L'imposta di registro è una imposta indiretta
che colpisce il trasferimento di ricchezza ( ad
es., l'acquisto di un appartamento) ed è
dovuta per la registrazione di determinati atti
giuridici presso l’Agenzia delle Entrate. E’
commisurata ai valori espressi nella scrittura
medesima.
Fra i casi più frequenti si ricordano: il
contratto di locazione, il trasferimento di
immobili fra privati; la locazione o cessione
di aziende ecc.
L'imposta di successione e donazione è
un'imposta dovuta per il trasferimento della
proprietà o di altri diritti quando un soggetto
benefici di un arricchimento patrimoniale
mortis causa o a titolo di liberalità.
In particolare:
-nel caso della successione, il trasferimento
avviene in seguito alla morte del titolare;
-nel caso della donazione, per l'accordo con
cui il titolare (donante), con spirito di
liberalità, dispone di un suo diritto a
vantaggio di altri.
L’imposta di bollo è un’imposta indiretta
cartolare che si applica su tutti gli atti civili e
commerciali, giudiziali e stragiudiziali, sugli
scritti, gli avvisi e i manifesti indicati dalla
tariffa.
In particolare:
-nel caso della successione, il trasferimento
avviene in seguito alla morte del titolare;
-nel caso della donazione, per l'accordo con
cui il titolare (donante), con spirito di
liberalità, dispone di un suo diritto a
vantaggio di altri.
L’imposta di bollo è un’imposta indiretta
cartolare che si applica su tutti gli atti civili e
commerciali, giudiziali e stragiudiziali, sugli
scritti, gli avvisi e i manifesti indicati dalla
tariffa.
Per fare qualche esempio riferendosi alla
realtà quotidiana:
-La marca da bollo da applicare a una
domanda, una denuncia, un ricorso o un
certificato è di euro 16,00
-La marca da bollo da applicare a una
ricevuta senza IVA di importo superiore a
77,47 euro è di euro 2,00
-L' imposta di bollo che il notaio applica a
una compravendita immobiliare è di euro
230,00
-L' imposta di bollo per una cambiale è pari al
12 per mille del suo importo.