Corso di Laurea: Operatori pluridisciplinari e interculturali d'area mediterranea SCIENZA DELLE FINANZE Docente: Gatto Antonino Elaborazione: Dott.ssa Locantro Antonia Lucia Le entrate pubbliche (ed in particolare le imposte): gli effetti economici delle imposte e le principali tipologie di imposte che caratterizzano i moderni sistemi tributari. Lo Stato e gli altri enti pubblici (regioni, province, comuni, ecc.) devono procurarsi i mezzi necessari per far fronte alle spese pubbliche. Questi mezzi si ottengono attraverso le entrate pubbliche, definite come l’insieme delle risorse che affluiscono allo Stato e agli enti pubblici da utilizzare nello svolgimento delle loro funzioni, ovvero per fornire beni e servizi alla collettività. Una prima classificazione è quella adottata nel Bilancio dello Stato, che abbiamo già esaminato. Un’altra è quella tra entrate ordinarie e straordinarie. Le entrate ordinarie sono quelle che dipendono da cause permanenti e si rinnovano di esercizio in esercizio (es. le imposte sul reddito); le straordinarie sono quelle che in relazione a nuove e impreviste esigenze di spesa non hanno carattere di periodicità (es. imposte straordinarie). Una terza distinzione è quella tra entrate originarie ed entrate derivate. Le entrate originarie sono quelle che provengono agli enti pubblici dai beni del loro patrimonio oppure da attività economiche esercitate dagli stessi enti; le entrate derivate, invece, sono quelle che gli enti pubblici prelevano dalle economie private in virtù della loro potestà di imperio. I prelievi obbligatori in denaro che lo Stato e gli altri enti pubblici impongono ai singoli sono detti tributi. I tributi comprendono: la tassa, il contributo speciale e l’imposta. La tassa è una somma che è pagata all’ente pubblico in cambio della prestazione di un servizio richiesto. Un tipico esempio è rappresentato dalle tasse universitarie. Il contributo speciale è una somma che un individuo deve in ogni caso pagare all’ente pubblico perché ha tratto un particolare vantaggio da un’opera pubblica pur senza averne fatta richiesta. Un tipico esempio di contributo speciale è quello che i proprietari di alcuni terreni devono pagare all’ente pubblico, ad esempio al Comune, che ha realizzato una strada che è particolarmente utile per quei terreni. L’imposta è un prelievo coattivo di ricchezza, compiuto da un Ente pubblico (Stato, Regione o altro Ente territoriale) in forza del suo potere d’imperio, ovvero della sua sovranità, senza ottenere una controprestazione immediata. Ad esempio il privato deve pagare un’imposta in proporzione al reddito o alla ricchezza che possiede semplicemente perché possiede tale reddito o tale ricchezza. Le imposte rappresentano la fonte più importante delle entrate tributarie e di tutte le entrate. Gli elementi costituitivi dell'imposta sono: -il soggetto attivo, ovvero lo Stato o l'ente pubblico dotato di potestà impositiva; -il soggetto passivo, cioè il contribuente vale a dire colui che deve pagare l'imposta: -la base imponibile ovvero la ricchezza su cui l'imposta viene applicata; -l'aliquota, cioè la percentuale che, applicata alla base imponibile, consente di calcolare l'imposta da versare; -la fonte ovvero la ricchezza cui il contribuente attinge per pagare l'imposta stessa. Le imposte possono essere classificate secondo diversi criteri. In particolare abbiamo: -imposte dirette e imposte indirette; -imposte personali e imposte reali; -imposte generali e imposte speciali; -imposte ordinarie e imposte straordinarie; -imposte fisse, proporzionali, progressive e regressive. Le imposte dirette colpiscono le manifestazioni immediate della capacità contributiva cioè il patrimonio o il reddito. Esempio IRPEF, IRES, ecc. Le imposte indirette colpiscono le manifestazioni mediate della capacità contributiva cioè il consumo o il trasferimento di beni. Esempio IVA, Imposta di registro, i dazi doganali, ecc. Le imposte personali colpiscono la ricchezza o il reddito di un individuo, tenendo conto della sua situazione economica generale, cioè della sua capacità contributiva. Esempio IRPEF. Le imposte reali colpiscono la ricchezza o il reddito oggettivamente, senza tener conto della situazione economica personale del contribuente. Esempio l’imposta sui fabbricati. L’imposta è generale quando colpisce nella stessa misura tutti i rami dell’attività economica; è speciale quando colpisce solo alcuni rami, oppure colpisce tutti i rami ma con aliquote diverse. Esempio un imposta che preleva il 10% di tutti i redditi è un’imposta generale; un’imposta che colpisce solo i profitti industriali è un’imposta speciale. L’imposta ordinaria ha carattere permanente. Ad esempio ogni anno chi possiede un certo reddito deve pagare una data imposta. L’imposta straordinaria ha carattere temporaneo essa viene istituita per far fronte ad esigenze straordinarie (guerre, alluvioni, terremoti, eccessivo disavanzo pubblico, ecc. L’imposta è fissa quando consiste nel pagamento di una somma fissa. Ad esempio l’imposta di registro. L’imposta è proporzionale quando il suo ammontare aumenta in misura proporzionale alla base imponibile cioè quando l’aliquota è costante. L’imposta è progressiva quando il suo ammontare aumenta in misura più che proporzionale alla base imponibile cioè quando l’aliquota è crescente. L’imposta è regressiva quando il suo ammontare aumenta in misura meno che proporzionale alla base imponibile, cioè quando l’aliquota è decrescente. I principi giuridici delle imposte I criteri adottati dallo Stato per la ripartizione del carico tributario tra i componenti della collettività sono il principio di eguaglianza e di solidarietà sociale. Sulla base di tali principi sono stati elaborati i concetti di universalità e uniformità dell'imposizione: il primo implica che tutti i membri della collettività sono assoggettabili alle imposte; il secondo che le imposte devono essere stabilite in modo equo secondo la situazione economica di ciascun contribuente. Essi vengono indicati come principi giuridici delle imposte. L'universalità dell'imposta trova il suo fondamento nel principio di eguaglianza, secondo il quale tutti hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, quindi anche il rapporto fiscale deve riguardare tutti (pure gli stranieri nel caso in cui risiedano o svolgano attività economiche). Le singole leggi tributarie, poi, possono prevedere per ciascuna imposta esenzioni totali o parziali, temporanee o permanenti. In tutti i sistemi tributari sono anche previste agevolazioni, con le quali viene accordato un trattamento di favore a soggetti o situazioni meritevoli di particolare tutela. Uniformità delle imposte: secondo questo principio il carico tributario deve essere distribuito in modo equo tra i contribuenti. Sul modo concreto per realizzare tale principio vi sono tre teorie: a) La teoria del beneficio; b) La teoria del sacrificio; c) La teoria della capacità contributiva. La teoria del beneficio Secondo il principio del beneficio l’imposta pagata dai contribuenti deve essere commisurata al beneficio che essi ricevono da beni e servizi pubblici. L’imposta, quindi, è intesa come il prezzo che il contribuente deve pagare in cambio delle prestazioni statali. La teoria del sacrificio Secondo questa teoria il carico tributario dovrebbe essere ripartito tra i contribuenti tenendo conto del sacrificio che il pagamento delle imposte comporta per ciascuno di essi. La rinuncia al reddito per pagare le imposte determina una perdita di utilità (sacrificio). La teoria della capacità contributiva Secondo questa teoria l’imposta dev’essere commisurata alla capacità contributiva dei soggetti e cioè alla loro capacità di pagarla, desunta da elementi obiettivi (come il reddito, il patrimonio, i consumi, ecc.). Da questa teoria derivano alcuni principi: -la discriminazione quantitativa dei redditi; -la discriminazione qualitativa dei redditi; -la personalità dell’imposizione. La discriminazione quantitativa implica che i redditi più elevati vengano colpiti da aliquote più alte, in quanto essi rivelano una maggiore capacità contributiva, e richiede l'esenzione dei redditi più bassi, di quanti, pertanto, sono privi di capacità contributiva (è attuata mediante imposte progressive). La discriminazione qualitativa dipende dalla fonte da cui proviene il reddito. Si ritiene che, a parità di ammontare, la capacità contributiva sia maggiore per i redditi patrimoniali e minore per quelli derivanti da puro lavoro. E’ realizzata con sgravi o detrazioni a favore dei redditi di lavoro e mediante imposte speciali per i redditi patrimoniali. La personalità dell’imposizione sostiene che la capacità contributiva del soggetto, dipende, oltre che dal reddito che egli percepisce, dalla sua situazione personale e familiare, quindi l’imposizione fiscale deve tener conto delle condizioni personali del contribuente. Ad esempio Tizio e Caio hanno lo stesso reddito, ma Tizio ha moglie e tre figli mentre Caio è scapolo. Tizio ha minore capacità contributiva rispetto a Caio e quindi deve pagare un’imposta più bassa. Effetti economici delle imposte e la teoria dell’incidenza La teoria dell’incidenza studia l’impatto che le imposte hanno sul comportamento dei soggetti economici. Questi effetti possono essere in generale così classificati : evasione, elusione, rimozione, traslazione, diffusione, ammortamento. Evasione: E’ un comportamento in violazione della legge, che si verifica quando il contribuente tenuto al pagamento dell’imposta si sottrae in tutto (evasione totale) o in parte (evasione parziale) all’obbligo tributario. Può essere attuata con diversi espedienti. Con l’inosservanza di adempimenti tributari: omesse dichiarazioni, mancata tenuta di registri contabili, mancata o insufficiente documentazione di operazioni, ecc. Con comportamenti fraudolenti: alterazioni o distruzioni di documenti, false dichiarazioni e attestazioni, simulazioni di atti giuridici, deduzione di passività inesistenti, distruzione o scorretta tenuta delle scritture contabili per aumentare le spese e diminuire i ricavi, mancato rilascio di fatture e ricevute fiscali, ecc. Elusione: L’elusione fiscale è il comportamento di chi, aggirando (eludendo) la legge senza violarla, si sottrae all’obbligo del pagamento dell’imposta. Si realizza con atti di per sé non illeciti diretti ad aggirare gli obblighi tributari. Il contribuente colpito dall’imposta evita il pagamento della stessa avvalendosi delle lacune o delle ambiguità della normativa tributaria. Esempi: - si intesta la seconda casa ad un familiare per pagare imposte minori; - si installa sull’automobile un impianto a gas per evitare di pagare le imposte sulla benzina; - si assume il numero di dipendenti minimo per usufruire di sgravi fiscali; - si deducono spese fittizie dichiarando le vacanze come viaggi d’affari e i pranzi con gli amici come colazioni di lavoro; - si cambia forma sociale per aggirare imposte. La rimozione dell’imposta si ha quando il contribuente, per alleviare l’onere d’imposta, modifica il proprio tasso di attività (o i propri consumi). Può assumere due forme: - rimozione "positiva" e rimozione "negativa“. Si ha rimozione positiva o elisione, quando il contribuente colpito dall’imposta intensifica la propria attività per far così fronte, con il maggior reddito ottenuto, agli oneri impositivi. Nessun danno ne viene al fisco, al quale, anzi, si offre maggior materia imponibile. Si ha rimozione negativa quando il contribuente diminuisce il proprio tasso di attività in modo da ridurre il proprio imponibile e subire quindi un minor prelievo d’imposta. Il risultato è sempre negativo, sia per il fisco, in quanto diminuiscono le entrate, sia per il mercato in quanto si contrae la produzione. Traslazione: si ha traslazione quando un soggetto colpito dall’imposta ne trasferisce l’onere su un altro soggetto. La traslazione può essere di tre tipi: -in avanti: se l’onere dell’imposta si trasferisce dal produttore o dal venditore al compratore o al consumatore attraverso l’aumento del prezzo; -all’indietro: quando l’imposta viene trasferita dal consumatore al venditore attraverso una riduzione della domanda del bene tassato; -obbliqua (o laterale): se il trasferimento dell’imposta riguarda beni o servizi di genere diverso da quelli colpiti dall’imposta, ma a questi collegati per affinità o per altri motivi. Per esempio, per far fronte all’aumento della benzina si ottiene la diminuzione del prezzo delle macchine. Il bene colpito è la benzina e il prezzo che varia è quello delle automobili. Diffusione: gli effetti economici dell'imposta non restano circoscritti al settore a cui l'imposta si riferisce ma si propagano dapprima ai settori contigui e poi gradatamente a tutto il mercato. Per esempio l’introduzione di una imposta su un bene di consumo ne aumenta il prezzo e determina l’aumento della domanda dei beni succedanei. Nel settore colpito si verificherà una diminuzione degli investimenti e dell’occupazione, mentre il contrario si verificherà nel settore che produce il bene succedaneo. In quest’ultimo settore i prezzi aumenteranno, la domanda tenderà a modificarsi, innescando così una reazione a catena nell’intero sistema. L’ammortamento è l’effetto che si ha nel caso in cui l’introduzione di una nuova imposta colpisca il reddito derivante da un bene patrimoniale (terreni, fabbricati, rendite perpetue, ecc.). L’effetto consiste nella diminuzione del valore del bene colpito. Il valore del bene si riduce in misura uguale all’ammontare dell’imposta capitalizzata al saggio di interesse corrente. Esempio Il bene A produce un reddito di 10.000 € all’anno Tasso d’interesse 2% Valore di mercato 500.000 € Se viene introdotta un’imposta del 20% sul reddito dell’immobile il reddito netto si riduce da 10.000 € a 8.000 €. Rimanendo invariato il Tasso d’interesse al 2%, il valore effettivo dell’immobile non sarà più di 500.000 € bensì di 400.000 e nessun acquirente sarà disposto ad acquistare l’immobile ad un prezzo superiore. Il valore a cui il venditore è costretto a rinunciare è di 100.000 € dato da 500.000 – 400.000 €, pari alla capitalizzazione al 2% dell’imposta. Il venditore percosso subisce quindi gli effetti dell’ammortamento. IRPEF L’imposta sul reddito delle Persone Fisiche, abbreviata con l’acronimo IRPEF, è tra le più importanti imposte dirette del nostro sistema tributario. Sono soggetti passivi del tributo le persone fisiche, residenti e non residenti nel territorio dello Stato. L'imposta si applica: -per le persone fisiche residenti nel territorio dello Stato su tutti i redditi posseduti; -per le persone fisiche non residenti nel territorio dello Stato, solo sui redditi prodotti nello Stato. Il presupposto dell'imposta è il possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti in una delle seguenti categorie: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa e redditi diversi. È un'imposta progressiva in quanto colpisce il reddito con aliquote che dipendono dagli scaglioni di reddito. Per calcolare l'IRPEF è necessario innanzitutto determinare il reddito complessivo che si ottiene sommando tutti i redditi netti appartenenti alle suddette categorie. Al reddito complessivo occorre poi sottrarre gli oneri deducibili elencati nell'art.10 del TUIR (spese mediche, assegni periodici corrisposti al coniuge, i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori per legge, ecc). Si ottiene così la base imponibile. L'imposta lorda viene calcolata applicando alla base imponibile le aliquote crescenti per scaglioni di reddito. Cioè il reddito viene scomposto in tante parti quanti sono gli scaglioni e su ciascuna parte viene applicata l'aliquota corrispondente. Attualmente esistono 5 scaglioni di reddito ai quali corrispondono 5 aliquote (23%, 27%, 38%, 41% e 43%) Una volta determinata l'imposta lorda si procede al calcolo dell'imposta netta applicando le apposite detrazioni previste per carichi di famiglia e per il lavoro dipendente. Gli oneri in relazione ai quali il legislatore riconosce al contribuente una detrazione d'imposta sono in gran parte elencati nell'art.15 TUIR. La misura di tale detrazione è stabilita al 19% e sono: interessi passivi pagati in relazione a mutui per l'acquisto di unità immobiliare da adibire ad abitazione principale, spese mediche, i premi per assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte o di invalidità permanente; ecc. ecc. Inoltre il TUIR, attualmente, prevede alcune detrazioni d'imposta per i contribuenti intestatari di contratti di locazione d'immobili utilizzati come abitazione principale. È prevista la detrazione delle spese sostenute per interventi di recupero del patrimonio edilizio pari al 36% mentre per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione degli edifici volti al risparmio energetico è riconosciuta una detrazione d'imposta del 55%. Una volta determinata l'imposta netta, si detrae da essa l'importo dei crediti d'imposta spettanti al contribuente, le ritenute d'acconto effettuate a suo carico dai sostituti d'imposta e gli acconti d'imposta versati.A questo punto il contribuente può trovarsi in una situazione di credito o di debito nei confronti del fisco. Se risulterà a suo favore un credito, esso può essere riportato in diminuzione dalle imposte dovute per la dichiarazione dei redditi dell'anno successivo oppure può essere chiesto a rimborso. Se altrimenti risulterà un debito esso dovrà essere versato entro il 16 giugno. IRES L'imposta sul reddito delle società (IRES) si configura come una imposta personale che colpisce con aliquota proporzionale (al 27,50%) la capacità contributiva totale, ossia il reddito delle persone giuridiche ed enti assimilati. Sono soggetti passivi IRES : -società di capitali, società cooperative e società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato; -enti pubblici ed enti privati, diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato che hanno, come oggetto esclusivo o principale, l'esercizio di attività commerciale; -enti pubblici ed enti privati, diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno come oggetto l'esercizio di attività commerciale; -società ed enti di qualsiasi tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato. Il presupposto dell'imposta è il possesso di redditi in denaro o in natura rientranti nelle categorie indicate dall'art.6 del TUIR. Il reddito viene diversamente calcolato secondo i tipi di soggetti passivi dell'imposta. Esistono infatti normative differenti per le società commerciali, per gli enti non aventi per oggetto esclusivo o principale l'attività commerciale e per le società ed enti non residenti. IVA L'IVA è sicuramente il tributo più rilevante nel settore del imposte indirette. L'IVA colpisce le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell'esercizio dell'impresa, di arti o professioni e le importazioni da chiunque effettuate. Quindi tre presupposti devono essere rispettati perché un'operazione sia assoggettata ad IVA: 1)oggettivo: deve trattarsi di cessione di beni o di prestazione di servizi; 2)soggettivo: deve essere effettuata nell'esercizio di imprese, arti o professioni: non sono soggette ad IVA le vendite effettuate tra privati; 3)territoriale: deve essere effettuata all'interno dello Stato. In generale, soggetto passivo d'imposta è colui che realizza il presupposto cioè coloro che effettuano le operazioni imponibili. In realtà il meccanismo del tributo fa si che coloro che effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi siano contribuenti solo percossi dal tributo: i contribuenti di fatto sono, infatti, i consumatori finali che versano l'IVA ma non possono recuperarla in alcun modo. ESEMPIO Un commerciante acquista materia prima per un valore di 1.000 euro, per cui pagherà 1.220 euro, essendo l'IVA pari a 220 euro (22%). Supponiamo che, a seguito di una serie di lavorazioni effettuate su di essa, il valore del prodotto lavorato sia di 1.200 euro. Al momento della vendita il consumatore finale pagherà al commerciante una somma di 1.464 euro (1.200 + 264 di IVA al 22%). La somma che il commerciante deve versare allo Stato è di 264 (iva vendite) – 220 (iva acquisti) = 44 euro (IVA che il commerciante ha ricevuto dal consumatore finale al netto di quella versata per acquistare la materia prima). In questo senso il commerciante è soggetto passivo d'imposta e può detrarre l'imposta pagata sugli acquisti (i 220 euro pagati all'acquisto della materia prima) dall'imposta addebitata sulle vendite (i 264 euro versati dal consumatore finale al commerciante). Inoltre, il commerciante è neutrale rispetto all'IVA: ha ricevuto dal consumatore finale 264 euro, ne ha versati 220 all'acquisto della materia prima e 44 allo Stato (quindi in termini di IVA non ha ricavato né perso nulla). Il consumatore finale, invece, che non rivende la merce, né ne aumenta il valore, ma la utilizza per i suoi scopi, sopporta il peso dell'IVA versata allo Stato, ossia non detrae nulla. Il consumatore, dunque, è soggetto passivo di fatto e non di diritto. Attualmente le aliquote in vigore sono tre: 4%, 10% e 22%. Il meccanismo applicativo dell'IVA funziona in questo modo: il contribuente soggetto passivo dell'IVA ogni volta che cede un bene o un servizio riscuote dal cliente sia il prezzo pattuito sia l'IVA emettendo all'atto dell'operazione un apposito documento fiscale chiamato fattura. Alla scadenza prevista dal tipo di contabilità adottato, detraendo dall'IVA ricevuta dai clienti quella pagata ai fornitori, ciascun contribuente può trovarsi in una situazione di credito o di debito nei confronti dell'erario. Di credito quando l'IVA pagata ai fornitori è maggiore dell'IVA ricevuta dai clienti, di debito viceversa cioè quando l'IVA pagata ai fornitori è minore dell'IVA ricevuta dai clienti. Ove risulta un debito il soggetto passivo procede al versamento della somma dovuta entro il 16 del mese successivo se la liquidazione è mensile oppure entro il 16 del secondo mese successivo a quello cui si riferisce la liquidazione se questa avviene trimestralmente presso uno sportello bancario o postale attraverso il modello F24. Le altre imposte indirette Oltre all’IVA, il nostro sistema tributario prevede altre imposte indirette: -le imposte sui consumi, che colpiscono il reddito solo nel momento in cui viene consumato (monopoli fiscali, accise, dazi doganali; -le imposte sui trasferimenti, che colpiscono la ricchezza nel momento in cui avviene il trasferimento da un soggetto all’altro di un bene, di un credito, di un diritto (imposta di registro, l’imposta su successioni e donazioni, l’imposta di bollo, ecc.). I monopoli fiscali rispondono all’esigenza di procurare un’entrata tributaria riservando alla Stato il diritto esclusivo di produrre e vendere o soltanto vendere un dato bene (la rivendita di tabacchi, le lotterie e i concorsi pronostici). Le accise sono delle imposte indirette che colpiscono determinati prodotti energetici o di origine alcolica nel momento della produzione (imposte di fabbricazione) o della vendita (imposte sui consumi). Esempio petrolio, benzina, birre, bevande alcoliche, ecc. I dazi doganali sono imposte che colpiscono le merci al momento in cui attraversano i confini di Stato. L'imposta di registro è una imposta indiretta che colpisce il trasferimento di ricchezza ( ad es., l'acquisto di un appartamento) ed è dovuta per la registrazione di determinati atti giuridici presso l’Agenzia delle Entrate. E’ commisurata ai valori espressi nella scrittura medesima. Fra i casi più frequenti si ricordano: il contratto di locazione, il trasferimento di immobili fra privati; la locazione o cessione di aziende ecc. L'imposta di successione e donazione è un'imposta dovuta per il trasferimento della proprietà o di altri diritti quando un soggetto benefici di un arricchimento patrimoniale mortis causa o a titolo di liberalità. In particolare: -nel caso della successione, il trasferimento avviene in seguito alla morte del titolare; -nel caso della donazione, per l'accordo con cui il titolare (donante), con spirito di liberalità, dispone di un suo diritto a vantaggio di altri. L’imposta di bollo è un’imposta indiretta cartolare che si applica su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, sugli scritti, gli avvisi e i manifesti indicati dalla tariffa. In particolare: -nel caso della successione, il trasferimento avviene in seguito alla morte del titolare; -nel caso della donazione, per l'accordo con cui il titolare (donante), con spirito di liberalità, dispone di un suo diritto a vantaggio di altri. L’imposta di bollo è un’imposta indiretta cartolare che si applica su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, sugli scritti, gli avvisi e i manifesti indicati dalla tariffa. Per fare qualche esempio riferendosi alla realtà quotidiana: -La marca da bollo da applicare a una domanda, una denuncia, un ricorso o un certificato è di euro 16,00 -La marca da bollo da applicare a una ricevuta senza IVA di importo superiore a 77,47 euro è di euro 2,00 -L' imposta di bollo che il notaio applica a una compravendita immobiliare è di euro 230,00 -L' imposta di bollo per una cambiale è pari al 12 per mille del suo importo.