Copia di 6f7359ec2a883146426e391c02de4332 TRENTINO MERCOLEDÌ 10 AGOSTO 2016 Costume & SOCIETÀ ■ 10 e-mail: [email protected] UOMINI E ANIMALI » UN PROGETTO EUROPEO DI DIVULGAZIONE di Maddalena Di Tolla Deflorian “I l lupo è la radura dell'anima” scrive il filosofo Mark Rowlands nel profondo, intimo, emozionante libro autobiografico “Il lupo e il filosofo. Lezioni di vita dalla natura selvaggia”. In quel volume l’autore - filosofo si confronta con la vicinanza, l’amore, la convivenza e infine la separazione con/da un animale molto diverso dall’umano, un animale che è evocativo di domande, riflessioni, spazi interiori e libertà perdute o forse solo sempre immaginate. Se di una riflessione sul nostro rapporto col lupo e con il selvatico c’ è bisogno, allora al teatro spetta una parola importante, accanto a quelle della scienza. Ed è così, nello spirito di un progetto che intende parlare linguaggi diversi e toccare il pubblico in modi diversi, che Life WolfAlps, il progetto europeo di divulgazione e sostegno alla convivenza con il lupo, che sta tornando in modo spontaneo a colonizzare anche il Trentino come il resto delle Alpi, ha fatto un passo dentro il mondo del teatro. “Svela ciò che rimane nascosto nelle storie che raccontiamo a noi stessi. Noi siamo nell’ombra del lupo. L’ ombra che noi creiamo ostacolando la sua luce”: così ci esorta a capire l’ oscuramento della verità biologica che neghiamo al lupo, vestendolo di una pesante iconografia, un altro passaggio del libro citato nella presentazione del progetto dello spettacolo teatrale dedicato al lupo. Il lavoro sta nascendo in queste settimane. Lo spettacolo debutterà a Trento al Teatro Cuminetti in novembre, nasce su idea del Muse, è stato commissionato a TrentoSpettacoli, associazione culturale, e sarà realizzato in collaborazione con il Centro Servizi Santa Chiara. Il teatro attraversa la dimensione delle emozioni e parla la lingua dell’empatia, spazi mentali e percettivi necessari per conservare la biodiversità, come da sempre affermano gli studiosie gli ambientalisti. Si difende quello che si ama, si discute di quanto si ritiene rilevante. «Abbiamo l’impegno di organizzare almeno altre tre messe in scena in altrettante località toccate dal progetto, in Lombardia, sulle Alpi Occidentali e in Valgrande» spiega Daniele Filo- di Elena Baiguera Beltrami ◗ TRENTO “Mezzanotte di giovedì 31 agosto 1944. Di fronte a Bill Tilman (tra i più forti alpinisti in circolazione, l’uomo che a quell’epoca ha toccato la vetta più alta mai raggiunta, i 7.816 metri del Nanda Devi) si spalanca il portellone dell’ aereo. Sta per lanciarsi nel buio insieme ai suoi tre compagni, con le tasche gonfie di lire utili a finanziare la Resistenza. È un lancio alla cieca, con alte probabilità di rimanere feriti nell’impatto al suolo. E infatti qualcuno di loro non ce la farà a proseguire nella lunga marcia attraverso le montagne, tra imboscate e fughe notturne. Tallonati dai nazisti, rimarranno nascosti su una cengia a picco nel vuoto, con la tormen- Arriva sul palcoscenico tutto il fascino del lupo “Life WolfsAlps” ha affidato a TrentoSpettacoli la messa in scena del lavoro Drammaturga è Maura Pettorruso. Con lei Filosi, Detassis, Losilla e Marangoni si, coordinatore dello spettacolo. «Sarebbe positivo riuscire anche a portare lo spettacolo nelle valli trentine» aggiunge. Centrale sarà dunque la drammaturgia, non la tecnica scenografica basata su particolari dotazioni strumentali, per permettere di mettere in scena il lavoro quasi ovunque. La drammaturga dello spettacolo, che è ancora senza titolo, è Maura Pettorrusso, classe 1975, fondatrice e presidente dello Spazio Off di Trento, diplomata alla Scuola triennale di recitazione Teatranza ArteDrama di Moncalieri (To). Pettorusso dal 1998 lavora con numerose compagnie e diverse produzioni in Piemonte e in Trentino-Alto Adige. Il regista è il giovane Lorenzo Maragoni. Maragoni, classe 1984, vive e lavora a Padova come regista e attore. Nel 2010 ha co-fondato la compagnia teatrale Amor Vacui. Nelle note di regia spiega di essere cresciuto digiuno da un rapporto con boschi e natura selvaggia e di averne perfino timore ma al tempo stesso di comprendere la fascinazione che l’elemento selvaggio esercita sulle persone. «In questa fase sto intervistando vari esperti e rappresentanti della società interessati al tema lupo» ci ha spiegato la drammaturga, Pettorusso. A suggerire gli interlocutori sono i curatori del Life Wolf Alps, in questa fase. «Sto pensando a mettere in scena la vicenda di tre persone che andranno nei boschi, sul campo, a seguire un lupo, forse ispirandoci alal vicenda di un animale particolare, come fu il fa- L’attrice Sara Rosa Losilla moso lupo Ligabue. Vorrei che l’ ambiente naturale, dove il selvatico è dominante, mettesse uomini e lupi alla pari, in un certo senso. Nella mia idea i protagonisti umani potrebbero essere due biologi e una giornalista di città, con una tendenza personale verso l’ambientalismo e l’animalismo». L’autrice si dichiara attenta ad evitare i cliché e gli schematismi. «L’idea è trattare il tema in maniera emotiva, empatica, e rappresentare qualcosa di universale, che comprenda anche il pubblico di città ad esempio, qualcosa come il nostro rappor- Maura Pettorruso, a destra un magnifico lupo to con il selvatico, e non singoli elementi del conflitto che pure esiste, come quello fra conservazionisti e allevatori, ad esempio. In fondo dentro ogununo di noi c’è un lupo, qualcuno che vorrebbe sfuggire alle regole sociali che ci sono imposte ed essere libero». Calcheranno il palco la stessa drammaturga, Stefano Pietro Detassis e Sara Rosa Losilla. Detassis, classe 1981, laureato a Bologna in Scienze dello spettacolo, si forma attorialmente con registi come Angela Malfitano, Tanino De Rosa e Roberto Latini. Nel 2011 è finalista al premio Hy- strio e al premio Gino Cervi. Dal 2012 collabora con TrentoSpettacoli ed è attore della compagnia Macelleria Ettore. Sara Rosa Losilla, classe 1977, si forma nel “Col.legi de Teatre” di Barcellona e lavora per sei anni con La Fura dels Baus con tournée in tutto il mondo. Lavora con Ricard Gazquez/Cia Niederungen, Sergi Belbel, uno dei drammaturghi e registi più importanti della Catalogna tra altri registi internazionali. In Trentino collabora tra gli altri con la compagnia OHT Office for a Human Theatre diretta da Filippo Andreatta. Bill Tilman, l’avventura come regola durante la seconda guerra mondiale, che scelse una delle incombenze più inusuali per un graduato, ossia la prima linea a sostegno alla Resistenza in Albania, Jugoslavia e nel Veneto, ha il fascino ammaliante del super eroe senza macchia e senza paura, a mezza strada tra i protagonisti di “Passaggio a nord ovest” e di “Into the wild”. Nel dopoguerra infatti Tilman vestirà i panni dell’esploratore puro, in spedizioni sempre più avventurose, via terra e per mare, in una delle quali, l’ultima, a quasi 80 anni, scomparirà con la sua nave insieme all’ equipaggio nel 1977, al largo delle isole Falkland e nonostante due anni di ricerche non sarà mai più ritrovato. Un ruolo cardine in questa straordinaria vicenda umana, lo gioca quindi anche il mi- OGGI A MADONNA DI CAMPIGLIO In scena la vita dell’ufficiale inglese, dalla Resistenza alle spedizioni L’ufficiale inglese Bill Tillman ta che infuria e le voci dei loro inseguitori che, ignari, si aggirano dietro una roccia”. A Marco Albino Ferrari giornalista, noto scrittore di montagna, sceneggiatore e direttore di Meridiani Montagne, le storie surreali di eroi romantici intrigano da paura, tanto da scriverci un libro. Il monologo che Ferrari presenterà questa sera 10 agosto, alle 17.30 al salone Hofer di Madonna di Campiglio infatti è tratto dal suo ultimo libro “La storia di Bill Tillman”. E in realtà la figura di Tilman (1898-1977) ufficiale inglese arruolatosi volontario stero che avvolge la sua morte. Per Marco Albino Ferrari, 51 anni, alpinista, poi redattore della rivista Alp ed in seguito reporter di viaggi in luoghi esotici per vari settimanali (Panorama, il Venerdì di Repubblica), il processo di identificazione con l’avventuriero inglese era pressochè inevitabile: stessa curiosità, stesso desiderio di fuga dalla civiltà, stessa attrazione fatale per i luoghi inesplorati, le popolazioni e le forme di vita arcaiche. E c’è da scommettere che la restituzione emozionale nel monologo di questa sera a Madonna di Campiglio, dei sentimenti, delle paure, delle riflessioni, delle esaltazioni avventurose, perennemente in bilico tra curiosità, ricerca del limite e istinto di sopravvivenza, saranno quanto mai avvincenti.