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Etna, Stromboli e sicurezza dei voli
La cronaca giornalistica ha dedicato pagine intere alle vicende che hanno interessato lo
scalo di Catania Fontanarossa, operazioni di volo e/o la chiusura, più o meno prolungata, più o
meno estesa a tutte le aerolinee, ma all’eruzione dello Stromboli, pur dinanzi alla drammaticità
degli eventi dell’onda anomala, le considerazioni dei media ha riguardato la sicurezza dei
cittadini residenti nelle Eolie. Trascurando o tenendo sullo sfondo le operazioni di volo.
Ma alla cenere vulcanica e la sua propagazione/emissione in atmosfera, fenomeno che
ha accomunato entrambe le vicende, dovrebbe essere riservata un’attenzione specifica.
La sicurezza delle operazioni di volo è primaria.
Due emergenze rimandano, infatti, a problematiche sociali/territoriali ma, nello specifico
aeronautico, anche ad urgenze inderogabili ed imprescindibili correlate all’attività aerea, e
precisamente sia al volo in quota (fase di crociera) quanto alle operazioni in prossimità del suolo
(fasi d’atterraggio e decollo).
Volare in una situazione di “efflusso vulcanico ricorrente e non adeguatamente
monitorato” potrebbe determinare un elevato livello di pericolosità.
Al fine di inquadrare la portata di tal eventi, mentre le prescrizioni ICAO identificano nei
cosiddetti VAAC (Vulcanic Ash Advisory Centre) le centrali operative per fronteggiare questo
genere d’emergenze, occorre aggiungere come sia indispensabile disporre le osservazioni
dirette.
Le informazioni trasmesse dai piloti in volo, soggetti in grado di riportare e segnalare
tempestivamente alle autorità competenti l’esistenza e/o l’andamento e la previsione di
fenomeni di “cenere vulcanica” in relazione alle fasi di volo ed al suolo, assumono un valore
diretto e primario.
Ma se sismologhi, vulcanologi, meteorologi sono in rete, quindi in grado di monitorare
tempestivamente il corso eruttivo dei vulcani, in parallelo sembrerebbe mancare o ancora non
appare ancora attivato un sistema che processa i fenomeni di “cenere vulcanica”.
In sostanza un monitoraggio gravitante sull’interfaccia operativo tra controllori di volo e
piloti con tempestivi risvolti informativi per i Centri di Controllo del Volo.
Obiettivo è quello di poter notificare ai piloti l’eventuale pericolosità delle operazioni di
volo attraverso indispensabilità di NOTAM (ASHTAM) circostanziati e rapidamente aggiornati.
Aerohabitat CentroStudi non è in grado di conoscere il livello informativo
predisposto dall’ENAC in collaborazione con ENAV, e precisamente:
- Chi è il soggetto responsabile VAAC italiano?
- Quali attrezzature, quale organico e dove opera?
- Quale modulistica è stata predisposta per i piloti al fine di notificare
eventi/fenomeni e presenza di “cenere vulcanica”?
- Quante segnalazioni sono state raccolte in questi due mesi di continua attività
dell’ETNA?
- Quale vettore aereo ha trasmesso il maggior numero di segnalazioni?
- Quante hanno riguardato le operazioni in volo, quante quelle a terra?
- Quale area geografica o quali rotte/aerovie sono state maggiormente interessate?
- Qual è stata l’incidenza dell’ETNA?
- Qual è stata l’incidenza dello Stromboli?
- Quanti voli di linea sono stati interessati?
Ed infine:
“quale sequenza e livello di allerta - prescritto dall’ICAO nelle quattro
classificazioni Level Color Code – sono state emanati in questi due mesi dall’ENAC o
da equivalente organismo deputato alla sicurezza delle operazioni di volo?
4 gennaio 2003