ORTO BOTANICO Botanica Umana proposta di concorso per il bando CheFare3 01 luglio 2015 Immagine tratta da: Medicinalia quam plurima. [Erbario dell'alchimista], secc.XV- XVI Quel che va salvato è la diversità, non il contenuto storico che ogni epoca le ha conferito e che nessuna può perpetuare al di là di se stessa. Bisogna quindi “ascoltare la crescita del grano”, incoraggiare le potenzialità segrete, risvegliare tutte le vocazioni a vivere insieme che la storia tiene in serbo; bisogna anche essere pronti a considerare senza sorpresa, senza ripugnanza e senza rivolta quanto tutte queste nuove forme sociali di espressione non potranno mancare di offrire di inusitato. C. Lévi-Strauss, Razza e storia (1952) Pensieri generatori Questa proposta viene pensata per l’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Bologna in collaborazione con la sua Direzione e nasce dalla consapevolezza che una comunità deve avere cura di ogni suo cittadino affinché ciascuno possa, a sua volta, contribuire al benessere collettivo. Pensiamo a un orto botanico: qui la cura delle specificità delle essenze vegetali più disparate permette felici convivenze ed equilibri di mutuo beneficio tra piante in apparenza estranee tra loro, ciascuna, nella propria unicità, con esigenze pur diverse di esposizione al sole, di umidità, di calore. Immaginiamo ora la comunità di persone come un grande giardino botanico dove ogni pianta (persona) ha il suo valore intrinseco, ma dove tutte (tutti) hanno lo stesso bisogno di cure per restituire profumi, frutti, frescura, ricchezza al terreno. Di cura particolare necessitano gli alberi esotici. Vengono da lontano, hanno fatto lunghi viaggi, sono stati eradicati dal loro humus naturale ma sono vivi come mai, proprio grazie alle radici che devono solo ritrovare equilibrio in condizioni diverse ma ugualmente favorevoli perché l’albero possa riprendere tutto il suo vigore: sta a noi accoglierli per fare sì che le radici trovino nutrimento e possano diventare organismo vivente pienamente integrato nel nuovo habitat. 01 Botanica Umana L’Orto Botanico bolognese nasce da subito con una vocazione “universalistica”, anticipata fin dal secolo XVI dal “padre” Ulisse Aldrovandi e, a tutt’oggi, più che mai attuale. Dal sito web dell’Università: L’Orto si sviluppò nel Seicento lungo la linea tracciata da Aldrovandi; intervenivano però nel corso del secolo due mutamenti fondamentali legati l’uno all’altro: l’enorme aumento di conoscenze floristiche dovuto all’esplorazione dei continenti di nuova scoperta ed il progressivo affrancamento della botanica dalla scienza medica. Accanto alle poche centinaia di specie già note, le cui virtù erano illustrate nei libri fin dall’antichità, si scoprivano a migliaia nuove specie, per alcune delle quali l’interesse alimentare o farmacologico era appreso dagli indigeni, mentre della maggioranza non si sapeva nulla; ciò forniva da un lato nuova materia alla medicina che continuava a servirsi principalmente degli estratti delle piante, ma offriva dall’altro lato nuovi spazi ai botanici: in questa nuova situazione, il raccogliere in una sintesi la grande diversità dei vegetali, costruire un «sistema della natura», diveniva un compito primario della scienza, una grande impresa culturale necessaria in sè, indipendentemente dall’impiego pratico delle piante. Sulle navi che solcavano l’oceano non viaggiavano solo oro ed argento depredati nel Nuovo Mondo, ma anche piante essiccate -che venivano studiate e classificate dai botanici europei- e semi, fatti poi germinare negli orti botanici. (...) Lo stesso Aldrovandi, scrisse che l’Orto superava «ogni giardino d’Europa di bellezza di tante varietà di straniere piante». (...) Attualmente l’Orto ha assunto un’altra fisiono­mia (...). Il principio che informa il nuovo Orto è, da un lato, la presentazione di singole collezioni di particolare pre­gio, e dall’altro la ricostruzione di ambienti naturali, nei quali le specie vegetali siano inserite in modo simi­le a quanto avviene in natura. L’Orto moderno infatti deve assolvere a funzioni nuove, in particolare di di­vulgazione e didattica rivolte ad un pubblico ampio cui l’Orto storico non si rivolgeva. In base a questi principi, Botanica Umana prevede che ogni albero di diversa provenienza venga associato alla storia di una persona immigrata dalla medesima terra di origine della pianta, con riferimenti che ne evochino la cultura e le caratteristiche (es. una favola o una storia di uomini e donne che da quella terra, al pari di quell’albero, sono stati “trapiantati” dalle vicende della vita in un terreno/ territorio diverso). 02 i contenuti della comunicazione Dopo avere effettuato una selezione di alberi e piante di provenienze volutamente diverse (esotiche, europee, ecc.), ogni esemplare prescelto viene associato alla storia di una persona, delle sue origini e del suo percorso di vita e di eventuale migrazione. Un format sinottico veicolerà le seguenti informazioni: per la persona associata all’albero: • il nome; • la provenienza (nazione, regione, città); • le sue abitudini, i ricordi, le attitudini, ecc.; • una favola (un racconto, un proverbio) sulle sue origini; • immagini del suo ambiente natale; per la pianta: • informazioni botaniche di base (caratteristiche, cura, mantenimento); • ulteriori notizie sulla storia della pianta (periodo di importazione, aneddoti sull’uso o le proprietà ecc); • immagini dell’habitat originario. e se la persona è di origine straniera: • il motivo per cui si è mossa dal suo habitat originario; • da quanto tempo sta in Italia; • cosa fa in Italia; • cosa la fa stare bene qui? • cosa la farebbe stare meglio? Come vengono accostati alberi e persone? Esempi per una possibile sinossi: lucia migliarini Altri dualismi sviluppabili oltre a “pianta/persona”: frassinO Fraxinus PALMA DA DATTERO Phoenix dactylifera L. MOHAMED EL-GHAZALI Originaria dell’Italia, città Bologna Originario delle zone temperate dell’emisfero settentrionale Originaria del Nordafrica Originario dell’Egitto, città Alessandria; città di acquisizione Bologna E’ nata nella pianura tra Bologna e Ferrara. A 14 anni è entrata al Liceo Minghetti di Bologna, poi all’Università nella Facoltà di Scienze Politiche. Ha viaggiato molto nel mondo, per lavoro e per diletto. Comprende circa 65 specie di alberi o arbusti a foglie decidue. Ha generalmente una crescita rapida, riuscendo a sopravvivere in condizioni ambientali difficili come zone inquinate, con salsedine o forti venti, resistendo bene anche a temperature basse o elevate. Prepara la pizza tutti i giorni nella sua pizzeria d’asporto nel centro della città. Il suo locale è frequentato soprattutto da studenti universitari e residenti nella zona attorno a piazza Verdi. Lavora in un’azienda con sede a Bologna dove è responsabile della formazione. Le piace molto il suo lavoro, specie quando entra in aula. Non ha figli ma è molto impegnata a seguire la nipotina. E’ felice di vivere in un’Italia multietnica: dice che questa diversità la fa sentire più “a casa”, perché le ricorda le tante genti che ha incontrato quando era un po’ nomade. Fa parte di diverse associazioni: l’impegno sociale è ciò che la fa sentire viva. E’ cinefila ed ecologista. Il Frassino gradisce esposizione in pieno sole o mezz’ombra, si adatta a qualunque tipo di terreno purché profondo e fresco, sopporta bene i terreni umidi e con scarso drenaggio; le specie coltivate come piante ornamentali richiedono un buon apporto idrico nella stagione secca e la lotta contro i frequenti parassiti; la moltiplicazione avviene con la semina e il trapianto di piantine di 2-4 anni. I frutti, le foglie, le radici e la corteccia del Frassino hanno proprietà leggermente lassativa, diuretica, antinfiammatoria, antireumatica, antiartritica. Dalla linfa che sgorga dalle ferite del tronco di alcune specie, come il F. Excelsior e in special modo il F. Ornus, si estrae una sostanza chiamata manna. Produce i datteri che, per l’elevato contenuto zuccherino, costituiscono un alimento fondamentale per le popolazioni del Nord Africa, Arabia, Persia, dove centinaia di varietà vengono coltivate a scopo commerciale. Quasi tutti i datteri vengono fatti seccare al sole, in modo da aumentarne la concentrazione di zuccheri. Diventano così più dolci e si conservano più a lungo; ciò li rende disponibili tutto l’anno. La Palma da dattero è sensibile al freddo, cresce bene su terreni di qualsiasi natura, purche’ fertili e ben drenati; nelle regioni a clima mite, si coltiva all’aperto in posizioni soleggiate e viene impiegata soprattutto come pianta ornamentale per il portamento slanciato e il fogliame. Perché i frutti giungano a completa maturazione sono, tuttavia, richieste temperature piuttosto elevate (40°C) e notevole disponibilità di acqua, che in coltura viene fornita anche per irrigazione. E’ in Italia da 6 anni e a Bologna da 4. Si dice felice a Bologna anche se non vede l’ora di riunirsi alla sua famiglia e di fare studiare i figli alla scuola italiana. E’ di religione musulmana. La sua pizzeria è sempre aperta perché il venerdì mattina, quando va alla preghiera, resta in negozio il suo aiutante, un ragazzo italiano. La domenica lavora lui. Il racconto continua con una favola, un proverbio o annotazioni sul Paese che le ha dato le origini. Il progetto è pensato per una prima sperimentazione nell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Bologna, sito in via Irnerio 42, ed è replicabile in qualsiasi altra struttura analoga, italiana o estera, fino a generare una rete di orti di Botanica Umana. radici albero <> radici umane humus <> cultura eradicare <> traslocare trapiantare, travasare <> trasferirsi, emigrare cura della pianta <> cura del cittadino Il racconto continua con una favola, un proverbio o annotazioni sul Paese che le ha dato le origini. 03 gli strumenti della comunicazione Per ogni albero o pianta i contenuti sono veicolati da: • un QR “individuale” da cui scaricare su smartphone le informazioni sull’albero e sulla persona; • una targa in loco riportante il QR e una sintesi dei contenuti in italiano, inglese e Braille. All’ingresso dell’Orto Botanico un pannello e un dépliant informativo coordinati riportano: • un QR riassuntivo con la sintesi dei contenuti scaricabili attraverso i QR posti sulle singole piante; • uno o più possibili percorsi tematici. Su Internet sarà concordata coi rispettivi Enti la possibilità di link fra Botanica Umana e: • la webpage ufficiale dell’Orto Botanico: www.sma.unibo.it/ortobotanico/ • l’Orto Botanico su Facebook: www.facebook.com/ortoerbariobologna/ • il blog dell’Orto Botanico: ortobotanicobologna.wordpress.com/ • l’Orto Botanico su StreetView: www.sma.unibo.it/ortobotanico/streetview.html/ • il sito web del Comune di Bologna nelle sezioni Parchi pubblici, Sociale, Scuole, ecc. a chi parla Botanica Umana Botanica Umana si rivolge: • a tutti i residenti a Bologna • ai turisti in visita alla città • agli studenti delle scuole primarie e secondarie tramite visite guidate • agli studenti universitari • alle associazioni di integrazione sociale e antirazziste Perciò Botanica Umana sarà pubblicizzato: • nei circuiti turistici che portano visitatori a Bologna dal resto d’Italia e dall’estero • nel programma di Bè Bologna Estate • nel programma di Trekking Urbano • in altri orti botanici italiani e esteri in rete con quello bolognese 04 gli Autori Il progetto nasce da un collettivo formatosi per questa occasione dall’interazione fra tre realtà bolognesi di diverse estrazioni culturali e formative ma con obiettivi affini e complementari. Ciascuno dei tre nomi dei proponenti gioca sui concetti di collaborazione e integrazione ed è indizio del pensiero che li ha generati: Antonello Ghezzi Siamo Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, una coppia di artisti che lavora insieme dal 2009. Consideriamo l’arte come un mezzo per far vivere meglio e far riflettere su temi a noi cari, come il sorriso, l’imprevedibilità, l’intersezione tra persone fra loro sconosciute, il superamento di tutte le barriere. Il nostro lavoro consiste nel realizzare i nostri sogni e far sognare gli altri. Clusterize Tra regola e improvvisazione, norma ed esperimento, Clusterize è di fatto un cluster di architetti e progettisti che ricercano dalla scala umana fino a quella del paesaggio, proponendo soluzioni ad hoc per vivere al meglio la città e il territorio contemporanei e le loro trasformazioni. Attraverso processi condivisi con i portatori di interesse e in sinergia con competenze complementari, il cluster è in costante evoluzione e opera in equilibrio sostenibile tra sociale, ambiente, cultura, economia e qualità architettonica del prodotto in rapporto al suo contesto. EOS - Extrafondente Open Source Extrafondente Open Source è associazione culturale senza fini di lucro nata nel 2013 per contribuire alla crescita del benessere collettivo, contrastando ogni forma di discriminazione e ingiustizia sociale. Tra i suoi obiettivi: l’inclusione dell’eccezione, della minoranza, dell’alterità, per una società in cui tutte le persone abbiano l’opportunità di realizzare ciò che sono e di partecipare attivamente alla vita sociale. Il nome Extrafondente esprime per noi tutto questo. E’ Open Source, perché chiunque -con la propria motivazione, la propria professionalità e competenza- voglia condividere questi obettivi, potrà produrre e condividere con noi idee e interventi per raggiungerli. 05