Materiale didattico per insegnanti - IISS Caramia

Le origini dell’Uomo
L’uomo attuale, il risultato di milioni di anni di evoluzione che si è svolta per la maggior
parte sul piano biologico e solo in tempi recenti è divenuta anche una evoluzione culturale,
esclusiva dell’uomo.
Lo studio di questa evoluzione comporta anzitutto l’esatta conoscenza della posizione
dell’uomo moderno nella Natura. Da questo punto di vista, cioè dal punto di vista
sistematico, l’uomo è un animale Vertebrato (cioè con colonna vertebrale), Mammifero
(cioè con corpo coperto di peli, dotato di ghiandole mammarie e con tre distinti ossicini
dell’udito), Primate (cioè dotato di unghie, di pollice opponibile alle altre dita della mano e
di quattro incisivi per ogni arcata dentaria). Nell’ambito dei Primati, l’uomo è una scimmia
antropomorfa, cioè caratterizzata da assenza di coda e da scapole poste posteriormente e
non ai lati della gabbia toracica. Le scimmie antropomorfe (dette tecnicamente
“ominoidei”) comprendono i gibboni, gli oranghi, i gorilla, gli scimpanzé e gli uomini.
Poiché tutti questi animali hanno in comune molte caratteristiche anatomiche, gli
antropologi pensano che essi siano imparentati fra loro più di quanto lo siano con tutti gli
altri animali. Da un punto di vista filogenetico, cioè, si deve ammettere che tutte le attuali
scimmie antropomorfe hanno un antenato comune; è per questo che esistono ominoidei
fossili che rappresentano forme biologicamente intermedie fra quelle oggi viventi. La
scoperta e lo studio di questi fossili rappresenta la paleoantropologia, una disciplina che si
avvale dei contributi della geologia, della paleontologia, della zoologia e della medicina.
Fra i 60 e i 7 milioni di anni fa molte specie fossili si susseguirono sviluppando forme
sempre più vicine alle scimmie antropomorfe attuali, ma allo stesso modo moltissime
specie fossili si estinsero, rappresentando così rami collaterali interrotti. Per queste ragioni
l’evoluzione che ha condotto all’uomo moderno è stata assai lunga ed anche costellata da
innumerevoli insuccessi.
Museo Universitario di Storia delle Scienze Biomediche
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www.unich.it/museo
Piazza Trento e Trieste – 66100 CHIETI
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Le origini dell’Uomo - Australopiteci
Fra 7 e 2 milioni di anni fa circa vissero in Africa molte forme di ominidi: essi
rappresentano il gruppo degli australopiteci, eretti perfettamente e definitivamente sugli
arti inferiori.
Si tratta di un insieme biologico eterogeneo ma caratterizzato da forme solo africane, con
rappresentanti molto antichi, e da forme più moderne sia di tipo robusto che gracile.
I cosiddetti Pre-australopiteci sono forme molto ben conosciute attraverso resti ossei
trovati in Etiopia, Kenia e Tanzania. Uno scheletro etiopico è quasi completo e porta il
nome suggestivo di “Lucy”, un ominide che aveva un’andatura bipede ma che era in grado
di arrampicarsi anche sugli alberi; alta un metro e venti circa, Lucy aveva i denti con
smalto molto sviluppato, canini piccoli, cervello relativamente voluminoso e mano capace
di manipolazioni fini. Oltre ai resti scheletrici possediamo una testimonianza straordinaria
riguardo ai Pre-australopiteci: si tratta di impronte di passi antiche di 3,5 milioni di anni
trovati nel 1976-78 a Laetoli, in Tanzania. Queste impronte oltre ad un importante valore
scientifico rivestono anche un forte potenziale emotivo e sono la più antica testimonianza
diretta dell’andatura bipede della nostra storia.
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Le origini dell’Uomo – Homo habilis
In Africa orientale un altro Primate condivideva l’habitat della savana con gli Australopiteci:
era il primo vero uomo, Homo habilis.
Dal punto di vista anatomico era caratterizzato da un grande cervello ed una dentatura
ridotta. Si nutriva di vegetali, uova, insetti, piccole prede vive, carogne. Inoltre Homo
habilis costruiva abitualmente utensili. La mano completamente liberata da funzione di
deambulazione ed arrampicamento e governata da un cervello pluripotenziale, grande e
versatile, divenne tanto abile da produrre in serie la prima vera industria umana: una
tecnologia trasferibile alla discendenza non tramite i geni ma con l’apprendimento.
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Le origini dell’Uomo – Homo erectus
Homo habilis diede origine ad un uomo più pesante e robusto, dotato di un cervello molto
più grande. I più antichi resti di questa nuova specie, che ha preso il nome di Homo
erectus, sono datati attorno a 2 milioni di anni fa.
Erectus si diffonde a colonizzare tutto il Vecchio Mondo. A questa specie appartengono
anche i primi abitatori d’Italia: ne sono stati trovati resti ossei Ceprano, a Venosa, a Castel
di Guido e tracce indirette ad Isernia.
Homo erectus era un abile costruttore di utensili e praticava la caccia anche ai grandi
mammiferi. Ma la grande conquista di erectus fu il fuoco: vi sono insediamenti di questa
specie con tracce di folocari.
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Le origini dell’Uomo – Uomo di Neandertal
In Europa il passaggio erectus-sapiens avvenne gradualmente come altrove, ma qui si
sviluppò un tipo di sapiens molto speciale, particolarmente adatto al clima rigidissimo
tipico dell’Era glaciale che dominava l’Europa del tempo. Questa varietà europea del primo
uomo moderno è l’Homo sapiens neandertalensis.
L’uomo di Neandertal viveva in società strutturate, praticava la caccia ai grandi mammiferi
che frequentavano l’Europa delle ere glaciali, costruiva utensili caratteristici come le asce a
mano usate per la caccia, abitava le caverne ed i ripari sotto-roccia e, soprattutto, fu il
primo a sviluppare una vera e propria vita spirituale. Questa è dimostrata dal fatto che
proprio all’uomo di Neandertal dobbiamo le prime tracce di pratiche rituali, come quella di
seppellire i morti.
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Le origini dell’Uomo – Uomo di Cro-Magnon
Intorno a 30.000 anni fa, e nel giro di qualche migliaio di anni, i neandertaliani furono
completamente rimpiazzati da un nuovo tipo umano: l’uomo di Cro-Magnon.
Completamente moderno da un punto di vista anatomico, era anch’egli, come il
Neandertal, un cacciatore, ma dotato di tecnologie più avanzate ed efficaci. In particolare
introdusse le piccole armi da getto che migliorarono la resa della caccia potendo abbattere
le prede da lontano.
In alcuni luoghi geograficamente più appartati rispetto all’origine della diffusione
cromagnoniana, come appunto l’Italia centrale e meridionale, gli uomini di Cro-Magnon
preservano caratteri anatomici arcaici forse ereditati dai neandertaliani attraverso incroci
genetici, comunque rari. L’aspetto arcaico dei cromagnoniani del Fucino potrebbe essere
appunto il risultato di una pregressa ibridazione locale.
I cromagnoniani furono i primi uomini ad usare simboli, cioè un linguaggio figurato per la
rappresentazione di oggetti, idee e sentimenti. A questi uomini, infatti, dobbiamo i primi
tipi di arte.
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