Beni comuni e usi civici Prof. Raffaele Volante opzionale – 6 CFU Il corso si occuperà di quelle situazioni di titolarità comune o collettiva di diritti su beni immobili che vengono odiernamente descritte nel linguaggio politico come “beni comuni”. Queste realtà consistono in una serie di fenomeni i quali, affini dal punto di vista economico, sono tuttavia fra loro diversissimi quanto a struttura e effettività giuridica. Il primo oggetto del corso sarà dunque lo studio dei “beni comuni” nei due contesti di ricostruzione della relazione proprietaria, quello di antico regime, tutto improntato all’idea di legittimazione, e quello moderno, al contrario edificato sul concetto di titolarità. Lo scopo è quello di tentare una tipizzazione che sarà poi utilizzata per l’analisi dell’ordinamento italiano attuale in materia, caratterizzato dalla stratificazione di più livelli normativi, spesso fra loro incoerenti. Il secondo oggetto del corso sarà quindi lo studio del procedimento di verifica, classificazione e liquidazione degli usi civici, con particolare riguardo alla fase contenziosa. Argomenti del corso di lezioni: Parte prima. 1. I “beni comuni”: definizioni della scienza economica e della scienza giuridica. 2. Due paradigmi a confronto nella costruzione giuridica delle situazioni reali: titolarità e legittimazione. 3. Situazioni giuridiche reali in un contesto di legittimazione: a) usi diffusi; b) usi comuni; c) usi collettivi; d) usi esclusivi; e) usi e dovere di prestazione. 4. La costruzione dello schema giuridico della titolarità reale di beni immobili: a) sovranità e proprietà; b) proprietà e diritti reali su cosa altrui; c) proprietà pubblica d) demanio. 5. Le forme giuridiche della transizione al regime moderno di appropriazione: a) affrancazione; b) diritti reali di scopo; c) esproprio; e) situazioni eversive dell’uso; f) la partizione. Esempi dagli Stati preunitari scelti tra quelli rilevanti per la giurisprudenza attuale. Parte seconda. a. Le fonti. 1. La legge del 16 giugno 1927 n. 1766 nel suo contesto di nascita: - l’ambito applicativo; - il ruolo e competenza dei Commissariati; - il fine ultimo: l’affrancazione delle terre coltivabili all’interno dell’economia corporativa. 2. La Costituzione della Repubblica: le nuove finalità costituzionali in materia di proprietà e la legge del 1927. 3. Usi civici e ordinamento regionale: riparto di competenze e legislazione regionale. 4. Usi civici e normativa ambientale. b. La disciplina attuale. 1. Ambito applicativo: - diritti di uso civico; - uso civico su terre private e terre di uso civico; - beni civici e beni pubblici; - le promiscuità di diritti. 2. Accertamento e liquidazione: - la dichiarazione di esistenza degli usi; - la verifica demaniale; - l’accertamento e la valutazione degli usi civici; - la classificazione degli usi; - la liquidazione; - la reintegra; - la legittimazione; - la destinazione e l’assegnazione a categoria delle terre di uso civico. 3. La cognizione giudiziale: - competenza dei Commissariati; - l’opposizione alla verifica e all’accertamento; - la prova in giudizio degli usi; - la conciliazione; - la sentenza commissariale e le impugnazioni. 4. La disciplina regionale. 5. I riflessi sul diritto ambientale. Il vincolo paesaggistico sui beni di uso civico. Le leggi sulla montagna. 6. I problemi aperti dal punto di vista dogmatico e ricostruttivo: - il “demanio civico”; - l’onere della prova degli usi civici; - l’imprescrittibilità e non usucapibilità delle terre di uso civico; - la permanenza delle situazioni reali frutto di liquidazioni o affrancamenti del passato. Testi consigliati: a) per i frequentanti: - appunti dalle lezioni; - P. Grossi, Assolutismo giuridico e proprietà collettiva, in Il dominio e le cose, Milano, Giuffré 1992, pp. 695-739; - U. Petronio, Rileggendo la legge usi civici, in Rivista di diritto civile, anno LII (2006), n. 5, parte prima, pp. 615-665. b) per i non frequentanti: - F. Marinelli, Gli usi civici, Milano, Giuffrè, 2003.