Lunedì 3 Dicembre 2007 1° Relazione del pomeriggio L’ aiuto ai detenuti del KL Auschwitz Dr. Piotr Setkiewic del Museo di Auschwitz – Birkenau Vorrei parlare delle condizioni dell’aiuto dato agli ebrei in Polonia e spendere qualche parola su alcuni stereotipi che molto spesso appaiono anche nei film. Vorrei chiedervi di riflettere se effettivamente è vero che in Polonia si poteva fare di più e se nell’opinione comune è abbastanza chiaro che i polacchi hanno rischiato molto. L’opinione più diffusa è infatti che la società polacca fosse ostile agli ebrei. Lo schema è semplice: i tedeschi erano occupanti, gli ebrei erano vittime e i polacchi erano ostili perché c’era già antisemitismo prima della guerra. In effetti prima della guerra gli ebrei erano 3 milioni di persone, il 10% di tutta la popolazione. Vi erano partiti politici antisemiti e c’erano episodi di discriminazione, attacchi sui quotidiani, ma non c’era violenza fisica prima del 1939. Molto spesso il conflitto tra ebrei e polacchi era dovuto a motivi di concorrenza economica e quindi i pochi episodi di discriminazione erano il risultato di un boicottaggio. A Oswiencim abitavano 7000 ebrei e 6000 cristiani polacchi e c’erano conflitti tra commercianti. Una delle liti più gravi si è verificata per una gallina che passava sulla terra di un ebreo. Nella vicina Bielska un cliente polacco ubriaco ha cominciato a litigare con tutti, il proprietario del ristorante, ebreo, gli ha sparato. Tre giorni dopo al funerale i polacchi hanno distrutto alcuni negozi e ferito un ebreo. Questa strage di Bielska non è legata a un episodio di antisemitismo ma a motivazioni occasionali, di carattere economico. La Polonia nel 1939 era divisa tra Germania e Unione Sovietica. A partire dal 1939 nei confronti degli ebrei ci sono stati diversi stadi di persecuzione; il primo è stato la separazione degli ebrei dal resto della società polacca attraverso la creazione dei ghetti. Poi ci fu l’ordine di portare la stella di Davide e la proibizione di cambiare il luogo di residenza e di utilizzare le ferrovie. Con l’inizio della guerra si passa alle esecuzioni nelle strade per qualsiasi motivo e alla deportazione. A metà del 1941 nei confronti degli ebrei si passò all’effettiva realizzazione della soluzione finale per cui nel 1942 vennero chiusi tutti i ghetti e furono portati nei campi di concentramento come Treblinka, Sobibor, Majdanek. Qual era il rapporto con la società polacca in questo periodo? In un primo momento a livello sociale si pensava che il problema degli ebrei fosse un problema loro. E ci si domandava perché gli ebrei si facessero massacrare da poche centinaia di tedeschi. In un secondo momento, specialmente hanno cominciato ad aiutarli, anche fornendo armi agli ebrei ribelli. Ad Oswiencim il 3 settembre 1939 l’esercito tedesco entra nella città, impone l’obbligo della stella di Davide, il sequestro dei beni e cominciano gli arresti a volte senza alcun motivo. Perché Auschwitz fu realizzato ad Oswiencim? hanno scelto questo luogo non per antisemitismo ma per la larghezza e la comodità del luogo. Il primo trasporto ad Auschwitz ci sarà il 14 giugno del 1940 ma solo il 3% erano ebrei, il 97% erano polacchi, arrestati come prigionieri politici. Di solito i prigionieri venivano accusati di aver commesso reati. Alcuni furono arrestati perché erano intellettuali scomodi accusati di reati di opinione. In molti casi l’arresto era dovuto all’aiuto dato ad un ebreo. Molti erano membri della resistenza, anche solo membri potenziali. Nella prima fase di vita del campo di Auschwitz la maggior parte dei prigionieri erano polacchi. Questo doveva essere un campo sul modello di Dachau ma nel ‘41è stato trasformato in campo di sterminio. Qual’era la differenza tra i polacchi e gli ebrei all’interno del campo? Le baracche 42 e 43, dove c’erano i polacchi, potevano ricevere i pacchi di cibi dalle case, per cui la mortalità dei prigionieri polacchi era inferiore a quella degli ebrei che non potevano ricevere cibo da nessuno. Il campo era circondato dalle scritte che avvertivano che chi si fosse avvicinato sarebbe stato fucilato immediatamente. Le donne del posto lasciavano alcuni aiuti vicino al campo; il comandante del campo Hoss chiese al comandante della polizia locale di verificare e intervenire su quello che succedeva. Le donne di Oswiecim lasciavano pane e lettere in luoghi stabiliti per i prigionieri che andavano a lavorare. Furono circa mille queste donne e meritano un titolo di giusto. L’ostacolo della lingua impediva di aiutare le persone perché il fatto di non riuscirsi a capire generava diffidenza e timore di tradimento. Gli ebrei poi non scappavano: il polacco che fuggiva poteva contare sugli amici e la famiglia. L’ebreo non aveva nessuno all’esterno che si occupasse di lui. Avevano caratteristiche somatiche troppo pronunciate e facilmente riconoscibili. Gli ebrei si rendevano conto di questa impossibilità di sopravvivere fuori dal campo. Qualcuno aiutava in cambio di un profitto. Ma molti furono indifferenti. Per noi, fuori da quel contesto in cui si poteva morire anche per aver dato del pane, è impossibile giudicare. Mia nonna per 11 ore al giorno pelava patate e aveva due bambini piccoli. Non poteva aiutare nessuno. Io ho due bambini: avrei aiutato? forse no.