Estratto della pubblicazione LE NOSTRE SEDI BASILICATA CAMPANIA MATERA Via Lucana, 53 0835.33.48.64 [email protected] AVELLINO Via M. Capozzi, 28 0825.24.680 [email protected] POLICORO (MT) Via Brescia, 63 0835.044237 [email protected] POTENZA Viale Dante, 158 0971.59.40.82 [email protected] BENEVENTO Via G.Agnelli - Z.I. – C.da Olivola 0824.77.67.56 [email protected] CASERTA Corso Trieste, 62 0823.44.71.02 [email protected] CALABRIA MADDALONI (CE) Via S. Francesco d’Assisi, 24 0823.15.40.135 [email protected] COSENZA Viale Nicola Serra, 123/I 0984.36.247 [email protected] NAPOLI (CENTRO) Via A. De Gasperi, 33 081.42.01.102 [email protected] REGGIO CALABRIA Via Palamolla, 20 0965.03.56.59 345.53.87.121 [email protected] NAPOLI (OVEST) Via Omodeo, 45 081.56.03.398 [email protected] SALERNO Via Michele Conforti, 1 089.22.33.30 [email protected] TORRE DEL GRECO (NA) Via G. Marconi, 27 081.362.54.45 [email protected] EMILIA ROMAGNA IMOLA (BO) Via Marconi, 131 0542.43.601 [email protected] TUSCANIA (VT) Via Salumbrona, 26 0761.44.50.61 [email protected] LOMBARDIA LAZIO CASSINO (FR) Via Rossini, 69 0776.31.00.26 [email protected] LATINA Via Cairoli, 10 0773.17.61.399 [email protected] RIETI Via Pennesi, 2 0746.27.48.53 [email protected] ROMA (CENTRO) Via di S.Croce in Gersusalemme, 97 06.70.49.48.81 [email protected] ROMA (EST) Viale Palmiro Togliatti, 1640 06.64.26.43.58 [email protected] ROMA (OVEST) Via Pascal, 6 06.64.40.03.76 [email protected] MILANO Via Bergamo, 12/A 02.54.05.01.92 [email protected] MARCHE ANCONA Via Cesare Battisti, 18 071.20.76.209 [email protected] MOLISE CAMPOBASSO P.zza Vittorio Emanuele, 20 0874.31.11.44 [email protected] PIEMONTE TORINO Via G. Parini, 7 011.07.64.966 [email protected] ROMA (SUD) Via Gaetano Luporini, 34 06.50.91.19.22 [email protected] Estratto della pubblicazione PUGLIA SICILIA BARI Via Roberto da Bari, 112 080.52.32.344 [email protected] CATANIA Viale Africa, 170 Sc.D 095.746.13.57 [email protected] BRINDISI C/o Cittadella Ricerca Palazzina Eta Inform SP per Masegne km 7.300 0832.60.36.36 [email protected] MESSINA Via Garibaldi, 308 Sc.D 090.572.65.84 [email protected] CARMIANO (LE) Via Cesare Battisti, 21 0832.60.36.36 [email protected] FOGGIA Via Piave, 34/I 0881.56.82.55 [email protected] FOGGIA Via Leone XIII, 165 0881.71.24.88 0881.77.39.23 [email protected] PALERMO Via Cavour, 59 091.611.37.39 [email protected] TRAPANI C.so P. Mattarella, 188 0923.53.81.45 [email protected] TOSCANA FIRENZE Via Brunelleschi, 1 055.051.58.58 [email protected] TARANTO Via Virgilio, 20/f 099.4590208 [email protected] VENETO BATTAGLIA TERME (PD) Via A. Manzoni, 19 049.910.15.45 [email protected] SARDEGNA CAGLIARI Via Francesco Fara, 7 070.66.06.54 [email protected] Estratto della pubblicazione Trentino Alto Adige Valle d’Aosta Friuli Venezia Giulia Lombardia Veneto Mil Milano Centri Affiliati Battaglia Terme (PD) Torino Tor Piemonte Emilia Romagna Imola (BO) Liguria Ancona Firenze Marche Toscana Umbria Rieti Tuscania (VT) Molise Abruzzo Rom Roma Lazio Latina o ass pob Cam Cassino (FR) Puglia Caserta Ca Benevento Foggia Bari Napoli Avellino Sardegna Brin Brindisi Potenza Matera Campania Basilicata Salerno Policoro Taranto Carmiano (LE) Cos Cosenza Cagliari Calabria Messina Palermo Trapani R Reggio Calabria Sicilia Catania Sedi sull’intero territorio nazionale Visita il nostro sito www.nissolinocorsi.it Estratto della pubblicazione PROVA DI PRESELEZIONE MARESCIALLI AERONAUTICA MILITARE Sottufficiali – Ruolo Normale PREMESSA La prova di selezione prevista dal concorso per Marescialli dell’Aeronautica Militare, consiste nella somministrazione di un questionario contenente 60 quesiti a risposta multipla volti ad accertare il livello di cultura generale. Il test, basato sui programmi comuni della scuola secondaria di secondo grado, comprenderà domande di geografia, storia (dall’anno 1000 d. C. ai giorni nostri), educazione civica, lingua italiana (sinonimi e contrari) e inglese. Le materie oggetto della prova concorsuale, geografia, storia, educazione civica, lingua italiana (sinonimi contrari), inglese, sono spiegate in maniera approfondita e mirata nell’ebook in questione, ideato al fine di fornire una appropriata preparazione a tutti coloro che hanno intenzione di sostenere, nel migliore dei modi, la prova di preselezione per Marescialli dell’Aeronautica. Un ebook, quindi, da considerare un valido testo di teoria su cui studiare per apprendere le nozioni utili a rispondere esattamente ai quesiti che verranno sottoposti ai candidati in sede concorsuale. Per una preparazione completa suggeriamo di affiancare allo studio teorico lo svolgimento dei questionari contenuti nell˅Ebook Cod. 52 Eserciziario. Estratto della pubblicazione PER QUESTO CONCORSO SI CONSIGLIA ANCHE L’EBOOK COD. 52 ESERCIZIARIO Estratto della pubblicazione Marescialli– Aeronautica Militare 8 MARESCIALLI AERONAUTICA MILITARE INDICE GRAMMATICA ....................................................................................... 11 Capitolo I Lessico.................................................................................................. 12 STORIA ..................................................................................................... 14 Capitolo I Il congresso di Vienna e la Restaurazione ........................................... 15 Capitolo II Gli anni delle rivoluzioni europee........................................................ 30 Capitolo III Dalla Comune di Parigi all’espansione coloniale di fine secolo......... 45 Capitolo IV Dall’età giolittiana alla vigilia della Prima Guerra Mondiale............ 56 Capitolo V La Prima Guerra Mondiale ................................................................. 64 Capitolo VI Il contesto mondiale tra le due guerre dal 1920 al 1939 ..................... 80 Capitolo VII La seconda guerra mondiale................................................................ 97 9 Marescialli – Aeronautica Militare Capitolo VIII Dalla fine del secondo conflitto mondiale ai primi anni ‘60 ............. 116 Capitolo IX I fatti nel mondo fino al 1999............................................................. 132 Capitolo X Ultimi avvenimenti ............................................................................. 146 GEOGRAFIA.......................................................................................... 160 Capitolo I Geografia astronomica - La terra e la luna....................................... 161 Capitolo II Geografia astronomica – Il sistema solare e i corpi celesti............... 168 Capitolo III Geografia fisica e politica del mondo - Rilievi e idrografia .............. 177 Capitolo IV Geografia fisica e politica dell’Italia................................................. 195 Capitolo V Le regioni d’Italia – prima parte ....................................................... 208 Capitolo VI Le regioni d’Italia – seconda parte.................................................... 218 Capitolo VII Geografia d’Europa – prima parte .................................................... 227 Capitolo VIII Geografia d’Europa – seconda parte ................................................ 236 Capitolo IX Continenti Extraeuropei – Asia e Africa ............................................ 242 Capitolo X I continenti Extraeuropei – America.................................................. 248 Capitolo XI Geofisica ............................................................................................ 254 Marescialli– Aeronautica Militare 10 EDUCAZIONE CIVICA........................................................................ 261 Capitolo I Lo stato gli organi dello Stato............................................................ 262 Capitolo II Lo Stato - Elementi costitutivi dello Stato - L’Unione Europea......... 281 Capitolo III La comunità internazionale - Libertà e regole. Le fonti .................... 296 Capitolo IV Libertà e partecipazione – L’organizzazione amministrativa............ 313 Capitolo V Potere giudiziario - Diritto comparato - Cenni sul diritto penale e sul diritto del lavoro ........................................................................ 325 INGLESE................................................................................................. 342 Capitolo I Il plurale dei sostantivi, i verbi ausiliari to be e to have e l’aggettivo ........................................................................... 343 Capitolo II I tempi verbali .................................................................................... 370 Capitolo III Articoli determinativi e indeterminativi, sostantivi numerabili e non, aggettivi e pronomi indefiniti, preposizioni e avverbi........................ 428 Capitolo IV I verbi modali, la duration form, il periodo ipotetico, le forme interrogative e i pronomi relativi....................................................... 457 Capitolo V Discorso diretto e indiretto, la forma attiva e passiva, i verbi seguiti da preposizioni, gerundi e infiniti, l’ordine delle parole, i pronomi personali, i phrasal verbs, l’ora e la famiglia.................................... 506 Estratto della pubblicazione 11 Marescialli – Aeronautica Militare GRAMMATICA Estratto della pubblicazione Marescialli – Aeronautica Militare 12 CAPITOLO I LESSICO SEMANTICA La disciplina che studia il lessico, cioè l’insieme dei vocaboli e delle locuzioni di una lingua, si chiama semantica. La lingua italiana comprende un numero molto grande di parole ma ciascuno di noi ne usa abitualmente soltanto una piccola parte, poiché non le conosciamo tutte. Lo studio e la costante lettura sono gli strumenti fondamentali per poter conoscere ed utilizzare il maggior numero di vocaboli della lingua italiana. La nostra mente, infatti, archivia tutte queste parole e collega ciascuna parola al suo significato (cioè all’immagine mentale che la parola che trasferisce). Contemporaneamente ciascuna parola, non solo viene collegata al suo significato ma anche ad altre parole che a questa sono collegate da alcuni rapporti. Di seguito andremo ad illustrare la sinonimia e l’antonimia. SINONIMIA La sinonimia è il rapporto tra due o più parole che hanno un significato quasi uguale. Nessuna parola però ha significato identico ad un’altra parola, in quanto ciascuna parola ha delle sfumature che la connota di un significato preciso rispetto ad un'altra. I sinonimi possono essere usati indifferentemente e vengono usati al fine di non creare ripetizioni dello stesso termine nello stesso discorso, ma non sempre ciò è possibile proprio in virtù di quanto detto poco prima, ossia, 13 Marescialli – Aeronautica Militare ciascun termine ha delle sfumature che conferiscono alla parola un significato proprio. Ad esempio, preistorico e primitivo possono essere usati come sinonimi nel contesto gli uomini preistorici e gli uomini primitivi , ma ciò non può avvenire nell’ espressione parola primitiva che non può essere sostituita con la parola preistorica. ANTONIMIA L’antonimia è il tipo di rapporto che lega due parole dal significato opposto. Quanti più significati ha una parola tanti più antonimi, o contrari, presenta. Non tutte le parole però hanno un contrario; ad esempio i colori, le forme geometriche, la cittadinanza, l’appartenenza ad una comunità religiosa ed alcune condizioni soggettive. I quesiti concorsuali chiedono di individuare il sinonimo o il contrario di una parola, scegliendo tra varie alternative, come riportato nei due seguenti esempi. 1. Qual è il sinonimo di “buono”? A) pieno B) stonato C) malvagio D) benevolo Risposta esatta: 1.D 2. Qual è il contrario di “buono”? A) vuoto B) stanco C) cattivo D) benigno Risposta esatta: 2.C Estratto della pubblicazione Marescialli – Aeronautica Militare 14 STORIA 15 Marescialli – Aeronautica Militare CAPITOLO I IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE IL CONGRESSO DI VIENNA Sconfitto Napoleone a Lipsia e Waterloo, tra il novembre del 1814 e il giugno del 1815 si riunirono nel Congresso di Vienna, (detto in seguito età della Restaurazione, il cui maggiore ideologo fu Jean-Jacques Rousseau i rappresentanti dei principali Stati europei Gran Bretagna, rappresentata dal monarca Giorgio IV di Hannover, Austria, rappresentata dall’imperatore Francesco I, Russia rappresentata dallo zar Alessandro I, Prussia rappresentata dal principe Carl August von Hardenberg), per ridisegnare la carta geografica europea e cancellare gli ideali della Rivoluzione Francese ristabilendo l’assetto politico tradizionale ( Restaurazione ) per ripristinare le monarchie attraverso due criteri fondamentali: l’equilibrio di potere fra gli Stati (nessuno più forte di altri), garantendo la pace in Europa. la legittimità per impedire nuove rivoluzioni. Gli antichi sovrani dovevano tornare sui troni, impegnandosi a restaurare l’antico assolutismo e a reprimere la diffusione delle idee liberali sviluppate dalla Rivoluzione Francese (Restaurazione dell’assolutismo). I RISULTATI DEL CONGRESSO DI VIENNA Austria, Prussia e Inghilterra ottennero equamente l’incremento del proprio territorio, in modo che nessuna potenza prevalesse sull’altra. La Francia perse tutti i territori conquistati dal 1792, tranne una parte della Savoia restituita al Piemonte, e intorno ai suoi confini fu creata una Estratto della pubblicazione Marescialli – Aeronautica Militare 16 barriera di stati-cuscinetto (Svizzera, Piemonte, Liguria, Paesi Bassi e Belgio) in modo da scoraggiare futuri tentativi di espansione francese. L’Inghilterra si tenne tutte le ex colonie francesi delle Indie Occidentali, olandesi e spagnole riaffermando il dominio sui mari. L’Austria, sotto Francesco I d’Asburgo, perse il Belgio, ma ottenne il Trentino e il Regno del Lombardo- Veneto. L’Italia, invece, con il predominio Austriaco in funzione antifrancese, fu così divisa in sette stati: Regno di Sardegna, comprendente il Piemonte, la Savoia, Nizza, la Sardegna e la Liguria: fu restituito a Vittorio Emanuele di Savoia. Regno Lombardo-Veneto, comprendente la Lombardia (fu annessa anche la Valtellina) e il Veneto fu governato direttamente dall’Austria. Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla: fu affidato a Maria Luisa d’Austria, seconda moglie di Napoleone. Ducato di Massa e Carrara: fu assegnato a Maria Beatrice d’Austria-Este. Ducato di Lucca, fu assegnato ai Borboni di Parma. Gran Ducato di Toscana, restituito a Ferdinando III di Lorena. Regno delle Due Sicilie: comprendente la Campagna, l’Abruzzo, il Molise, le Puglie, la Calabria, la Basilicata e la Sicilia; fu restituito a Ferdinando IV di Borbone, il quale rinunciò a titolo di re di Napoli e di Sicilia per assumere quello di Ferdinando I re delle Due Sicilie. Lo Stato Pontificio, comprendente il Lazio, l’Umbria, le Marche e la Romagna, fu restituito a Papa Pio VII. Dopo il 1814 il Papa fu quindi riportato nello Stato Pontificio, ma perse la città di Avignone e il Contado Venassino. Al centro, lo Stato della Chiesa rimase al Papa, mentre al Sud, il Regno di Napoli e quello di Sicilia furono uniti nel nuovo Regno delle due Sicilie. Il Congresso di Vienna assegnò, nel dicembre 1816, il Regno di Napoli a Ferdinando IV di Borbone. Per garantire la pace fra gli Stati i sovrani di Prussia, Russia e Austria firmano a Parigi nel 1815 il patto della Santa Alleanza. Nonostante la Santa Alleanza si appellasse alla “comunità cristiana” d’Europa, non ne fecero parte l’Inghilterra e il Pontefice. Estratto della pubblicazione 17 Marescialli – Aeronautica Militare Il patto, ideato dallo zar Alessandro I, introduceva il principio politico della sovranità limitata degli Stati, impegnando questi ultimi ad aiutarsi reciprocamente in nome della fratellanza cristiana, della pace e giustizia. Sul piano europeo, essa fu lo strumento di cui il principe Klemens von Metternich (Primo Ministro austriaco), si avvalse per assicurare l’integrità dell’assetto territoriale stabilito al Congresso di Vienna. Metternich utilizzò questo patto come un metodo di repressione militare quando le insurrezioni minacciavano i sovrani con il principio d’intervento. Al Patto non aderirono: il Sultano dell'Impero ottomano, Mahmud II, in quanto poco interessato ai principi cristiani che fondavano l’alleanza; Papa Pio VII, che avversò un’alleanza che univa assieme luterani, cattolici ed ortodossi. L’Inghilterra, che temeva che l’Alleanza nascondesse l’intento della Russia di estendersi nei Balcani. Tra i congressi che non aderirono all’articolo n. 4 del patto della Santa Alleanza (che prevedeva la periodica consultazione congressuale dei governi europei), vi fu Vienna (1814), che ridisegnò la carta dell’Europa ripristinando l’Ancien Régime. Il legittimismo, introdotto dal Congresso di Vienna, fu respinto ai margini della vita politica dopo la rivoluzione del 1830 in Francia. Il Congresso riconobbe Luigi XVIII di Borbone Re di Francia. Nel dare un nuovo assetto territoriale all’Europa, il Congresso di Vienna non tenne conto delle etnie delle popolazioni. Per questo gli ambienti liberali ne definirono l’operato “mercato di popoli”. EVENTI DA RICORDARE Nel 1815, in concomitanza con i lavori del Congresso di Vienna, iniziò il periodo storico definito “Restaurazione”. Il primo Stato a ratificare la prima Costituzione degli Stati Uniti fu il Delaware, soprannominato “The First State”. Nella prima metà del XIX secolo l’Impero austro-ungarico aveva la sua massima estensione, ma non ne facevano parte i baschi. Estratto della pubblicazione Marescialli – Aeronautica Militare 18 Il Regno di Napoli, nella ristrutturazione programmata dal Consiglio di Vienna, rimase a Gioacchino Murat fino al 1805, per poi essere assegnato a Ferdinando IV di Borbone. Nel 1815 il Proclama di Rimini, che segna l’inizio dell’età “Risorgimentale”, fu lanciato da Gioacchino Murat. Il Congresso di Vienna, nell’ottica degli Stati cuscinetto, creò il Regno delle Province Unite d’Olanda. Al Congresso di Vienna Federico Guglielmo III riuscì a garantire alla Prussia molti territori, ma non poté annettere completamente la Sassonia. La Francia di Luigi XVIII era rappresentata dal ministro degli Esteri Charles Maurice de Talleyrand. Il Congresso di Vienna trattò molti argomenti, (salvo la questione Polacca), e riuscì ad assicurare all’Europa un lungo periodo di pace, che fu detto “concerto europeo”. Uno dei suoi pochi meriti indiscussi fu la sottoscrizione di una Dichiarazione contro la tratta dei negri, un passo importante nella lotta allo schiavismo. La stabilità politica che contrassegnò la storia europea dopo il Congresso di Vienna fu opera del Ministro degli Esteri britannico Lord Castlereagh e di quello austriaco Metternich. Il Congresso di Vienna trasformò gran parte del Ducato napoleonico di Varsavia in Regno di Polonia (o Regno del Congresso) assegnandolo alla Russia. Durante il Congresso di Vienna, venne indicato al trono sabaudo Carlo Alberto contro il parere del principe austriaco Metternich. Quando lo zar Alessandro propose la Santa Alleanza, Metternich definì la proposta un “nulla altisonante”. Data la simpatia mostrata dal cardinale Mastai Ferretti verso alcuni ideali liberali, durante il Conclave venne posto il veto alla sua nomina a Papa da Metternich. Originariamente la Santa Alleanza si fondava sull’intenzione di proteggere la religione, la pace e la giustizia. Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, alla moglie Maria Luisa fu assegnato il Ducato di Nizza, Savoia e Sardegna. Lo storico Henry Kissinger attribuì al Congresso di Vienna il merito di aver impedito una guerra europea per quasi sessant’anni. Il legittimismo introdotto dal Congresso di Vienna venne respinto ai margini della vita politica dopo la Rivoluzione del 1830 in Francia. Estratto della pubblicazione 19 Marescialli – Aeronautica Militare L’ETÀ DELLA RESTAURAZIONE Il Congresso di Vienna coincise con l’inizio dell’età della Restaurazione, ossia il processo di ristabilizzazione del potere dei sovrani assoluti in Europa, che durerà fino al 1848. In questo momento i sovrani sentirono l’esigenza di salvaguardare la nuova organizzazione europea creando un sistema di alleanze suggellato il 26 sett. 1815 con il trattato della Santa Alleanza stipulato tra Austria, Prussia e Russia e in seguito esteso a tutti gli Stati europei (tranne alla Gran Bretagna e allo Stato Pontificio). Il 20 nov. viene invece firmato fra Gran Bretagna, Austria, Prussia e Russia la Quadruplice Alleanza con cui essi si impegnavano a difendere gli accordi raggiunti. I principi del Congresso di Vienna apparivano in aperto contrasto con le nuove idee che avevano iniziato a circolare con la Rivoluzione francese e l’Impero napoleonico. In molti paesi fu mantenuto il codice napoleonico ed in Francia Luigi XIV diede ai sudditi una costituzione moderata. Altri sovrani cercarono di ristabilire l’assolutismo monarchico convinti di cancellare rapidamente l’influenza francese. All’assolutismo delle monarchie restaurate si opposero i liberali. La corrente liberale era la dottrina secondo cui la felicità e il progresso civile potevano essere realizzati solo in una società fondata sul riconoscimento delle libertà individuali diminuendo il potere dello stato e aumentando la libertà del popolo (in particolare, la libertà di parola, pensiero, di stampa etc). Il liberismo si opponeva all’assolutismo e reclamava che gli stati si dotassero di una costituzione che limitasse i poteri del re obbligandolo a sottomettersi alla legge. I liberali si dividevano in moderati e democratici. I primi sostenevano che la miglior forma di governo fosse una monarchia costituzionale diminuendo il potere del re da una costituzione e da un parlamento eletto dal popolo. Mentre i democratici reclamavano il suffragio universale, cioè l’estensione del diritto di voto a tutto il popolo. Molti di loro inoltre pensavano che un governo repubblicano potesse realizzare questo obiettivo meglio di una monarchia. Marescialli – Aeronautica Militare 20 In campo culturale i politici della Restaurazione perseguitano gli orientamenti e le tensioni del movimento Romantico (che sosteneva l’importanza del sentimento nazionale). Le idee liberali si diffusero soprattutto fra i borghesi e fu proprio la borghesia liberale a guidare i moti rivoluzionari del XIX secolo contro i governi assoluti. GLI OPPOSITORI LIBERALI, LE SOCIETÀ SEGRETE E I MOTI 1820-‘21 La mancanza di libertà di stampa, aggravata dall’intervento drastico della censura, costrinse i liberali, sorvegliati dalla polizia, a riunirsi in società segrete i cui membri si ritrovavano di nascosto per cospirare e organizzare rivolte contro lo stato. Le società segrete rappresentarono l’opposizione politica alla Restaurazione: i Comuneros in Spagna, la Società patriottica nazionale in Polonia, la Massoneria in Italia (esistente già dal settecento); in Italia e Francia prevalse però la Carboneria (il cui emblema era un pezzo di carbone che simboleggiava l’ardente fede nella liberazione della Patria) che presentava programmi differenti, ma come la Massoneria, che aveva preso piede all’epoca di Gioacchino Murat, faceva uso di simboli ed immagini. In Italia la Carboneria mostrò tendenze diverse: monarchicocostituzionale nel Piemonte e a Napoli, separatista in Sicilia, antiaustriaca e indipendentista nel Lombardo Veneto. Fra il 1820 e il 1821 le società segrete scatenarono un’ondata di ribellioni in tutta Europa meridionale, dove i sovrani restaurati avevano reagito con maggiore durezza. In Spagna, appena tornato sul trono, Ferdinando VII abolì la Costituzione di Cadice del 1812, efficace strumento della lotta dei nazionalisti e dei patrioti spagnoli contro l’imperialismo napoleonico. Nel gennaio 1820 si ribellarono i militari che nel porto di Cadice attendevano di imbarcarsi per le colonie americane (anch’esse in rivolta con la madrepatria). A loro si unirono subito dopo i borghesi liberali e il re fu costretto a rimettere in vigore la Costituzione frettolosamente abolita. Nel Lombardo-Veneto, mentre la polizia sgominava una “vendita” carbonara furono arrestati Piero Maroncelli e Silvio Pellico (tra i promotori della rivista antiaustriaca “il Conciliatore”, pubblicata tra il 1818 e il 1819). 21 Marescialli – Aeronautica Militare A Napoli, ufficiali e soldati dell’esercito borbonico affiliati alla Carboneria insorsero a Nola, la notte tra l’11 e il 2 agosto 1820, al grido di “Viva il re, viva la Costituzione”. Quando, nel Regno delle Due Sicilie, aderì alla rivolta il Generale Guglielmo Pepe, (difensore nel 1799 della Repubblica Partenopea), Ferdinando I nominò suo vicario il figlio Francesco che concesse la Costituzione di tipo spagnolo. Il 15 luglio i moti incendiarono la Sicilia separatista. In ottobre fu eletto un Parlamento controllato dai liberali. Ciò preoccupò Metternich che ai congressi di Troppau (ott-dic-’20) e Lubiana (gen.’21), invocò l’intervento militare della Santa Alleanza. Il 23 marzo 1821 gli austriaci fecero il loro ingresso nella città di Napoli, rovesciando il governo costituzionale. In Piemonte, a Torino, scoppiarono i moti tra il 9 e il 10 marzo, guidati dal conte Santorre di Santarosa; i rivoluzionari, fiduciosi del coinvolgimento del principe Carlo Alberto di Savoia Carignano (che sognava un Regno dell’alta Italia), raggiunsero Torino il 12 marzo ed innalzarono la bandiera della Carboneria. Fu proclamata la Costituzione (rinnegata da Carlo Alberto dopo soli 9 giorni) e il re Vittorio Emanuele I abdicò in favore del fratello Carlo Felice (re di Sardegna dal 1821 al 1831). Un nuovo Congresso europeo si ebbe a Verona (ott. dic.1822), nel quale si propose per l’Italia il disegno di una federazione di tutti gli Stati della penisola con una dieta residente a Milano, ed inoltre si pianificò la repressione della resistenza repubblicana spagnola (sconfitta nel 1823 grazie all’intervento francese nella battaglia della fortezza Trocadero). I moti del ’20-30 fallirono, la Grecia fu l’unico paese a concludere la propria insurrezione per l’indipendenza contro la Turchia. L’indipendenza della Grecia fu sancita dall’Accordo di Londra La crisi dell’impero ottomano in Africa e nella penisola balcanica, di cui la Grecia faceva parte, con l’acuirsi degli interessi delle grandi potenze, Austria, Inghilterra, Russia, pronte a raccoglierne la successione (ciò costituisce la questione d’Oriente), favorì la causa dei patrioti greci. La rivolta guidata dalla setta Eteria, ottenne il favore della popolazione e delle potenze europee interessate a indebolire l’Impero Ottomano. Russia, Inghilterra e Francia liberarono il paese con la battaglia navale di Navarino (1827) e la Pace di Adrianopoli (1829). Estratto della pubblicazione Marescialli – Aeronautica Militare 22 I MOTI IN AMERICA LATINA Rivoluzioni nazionali vittoriose si verificarono anche in America Latina, dove la Spagna e il Portogallo avevano fondato fin dal XV-XVI secolo, grandi imperi coloniali. I discendenti dei coloni spagnoli e portoghesi in America Latina, o creoli (i bianchi nati in America), approfittarono del vuoto di potere nel periodo napoleonico per conquistare l’indipendenza. Rivolte guidate dai venezuelani Francisco Miranda (1752-1816) e Simon Bolìvar (1783-1830), dall’argentino José de San Martìn (17781850) e dal messicano Augustin de Iturbide, furono appoggiate dagli Usa e dall’Inghilterra, che avevano interessi economici nel Sudamerica. Grazie a loro raggiunsero l’indipendenza: Paraguay (1811), Argentina (1816), Cile (1818), Messico, Venezuela e Perù (1821), Brasile ed Ecuador (1822), Bolivia (1825) e Uruguay (1828). Con la liberazione delle colonie spagnole e portoghesi si concluse l’epoca dello sfruttamento coloniale dell’America da parte degli Europei facendo degli americani i padroni assoluti. Negli Stati Uniti dopo le presidenze di Thomas Jefferson (1801-09) e James Madison (1809-1817), venne eletto presidente il repubblicano James Monroe (1817-1825) che, con la sua celebre dichiarazione del 1823 “dell’America agli americani”, proclamò che in avvenire nessuna potenza europea avrebbe dovuto colonizzare territori americani. Iniziava così il cosiddetto “isolazionismo”. Con questa dichiarazione gli Usa si assumevano il compito di garantire l’indipendenza degli Stati americani, e quindi anche dei nuovi stati dell’America Latina. I MOTI DEL ’30-’31 E LA FRANCIA Nuovi moti scoppiarono in Europa, dopo quelli del 1820-1821, infliggendo il primo duro colpo alle forze della Restaurazione. In Francia Luigi XVIII, di tendenza moderata, concesse nel 1814 una Carta costituzionale e, quando alla sua morte, nel 1824, gli successe il Estratto della pubblicazione 23 Marescialli – Aeronautica Militare fratello Carlo X (1824-1830), sostenitore della monarchia assoluta per diritto divino, questi riaccese le speranza dei reazionari. Il 25 lug. 1830 emanò 4 ordinanze che limitavano le libertà fondamentali. Questo gesto scatenò la rivolta di Parigi ed il popolo insorse per tre giorni (dal 27 lug. al 29 lug.), innalzando barricate per le strade ed affrontando l’esercito regio con la bandiera del tricolore. A fianco dei borghesi accorsero a combattere anche artigiani, operai e studenti. L’insurrezione del 1830 mise fine alla monarchia borbonica in Francia. Carlo X fu costretto a fuggire e la corona passò a Luigi Filippo d’Orleans (9 ag.), incoronato re per volontà della nazione, regnando per 18 anni, fino al 1848, col sostegno della borghesia. La rivoluzione parigina di Luglio diede avvio ad una catena di insurrezioni e, sull’onda di questi moti, le società segrete ripresero l’iniziativa. In Belgio le società segrete tennero la fila della secessione della minoranza belga contro la maggioranza olandese. La rivolta scoppiata a Bruxelles il 25 ag. 1830, consentì al Belgio di conseguire l’indipendenza e la corona venne offerta a Leopoldo di Sassonia Coburgo (1831-1865). Diversa fu la sorte della Polonia e dell’Italia che lottarono eroicamente, ma invano per la loro indipendenza. In Polonia, un moto scatenato il 29 nov. 1830 con la speranza dell’aiuto francese, fu soffocato dalle truppe dello zar l’8 sett. 1831. Nel Ducato di Modena e nello Stato Pontificio simili sollevazioni videro protagonisti il duca di Modena Francesco IV d’Asburgo-Este e il modenese Ciro Menotti, fatto impiccare dallo stesso duca di Modena che inizialmente aveva incoraggiato i patrioti all’azione. Da questo momento le società segrete entravano in una forte crisi. LE RIFORME DELL’INGHILTERRA L’Inghilterra fu uno dei pochi Stati a rimanere immune ai moti che colpirono l’Europa. Qui il Parlamento era un’istituzione antichissima, la politica era dominata dal partito conservatore (tories) che basava la propria forza sull’aristocrazia terriera. Questa classe sociale, nonostante la Rivoluzione Industriale, rimase preponderante, escludendo dal potere la maggior parte della borghesia liberale. Ciò causò l’irritazione dei borghesi, ma non scoppiò mai una rivoluzione perché il governo, spinto dai fatti di Francia, nel 1832 realizzò una riforma elettorale, concedendo ad un numero maggiore di cittadini il diritto al voto; i borghesi ed i liberali Marescialli – Aeronautica Militare 24 ottennero la maggioranza in Parlamento e anche l’Inghilterra, come la Francia, divenne un punto di riferimento politico per la borghesia europea. MAZZINI E LA GIOVANE ITALIA Il Risorgimento è quel periodo che comunemente parte dal Congresso di Vienna (1815) fino all’unità dello Stato Italiano (1861). Fra gli italiani che dalla prima metà dell’Ottocento furono costretti a fuggire cercando rifugio all’estero, con l’accusa di aver partecipato ai moti e di far parte di qualche società segreta, a Marsiglia aveva cercato rifugio, dal 1831, Giuseppe Mazzini (1805-1872), giovane patriota genovese arrestato e condannato come carbonaro. Dopo il 1831 (anno delle insurrezioni nell’Italia centrale, concluse con la repressione austriaca e il mancato intervento francese), Mazzini sosteneva che gli Italiani dovessero conquistare da sé l’indipendenza nazionale. Se i precedenti tentativi erano falliti, per Mazzini ciò era avvenuto perché a sostenerli furono piccoli gruppi di cospiratori che non avevano saputo coinvolgere il popolo. Quest’ultimo per Mazzini, repubblicano di ispirazione democratica, rappresentava la nazione che aveva una sua missione da compiere. Per raggiungere l’indipendenza bisognava istruire le masse e poi pianificare l’insurrezione: pensiero e azione. In Italia l’educazione politica del popolo, il vero motore della rivoluzione, doveva essere svolta da intellettuali e letterati. Staccatosi dalla Carboneria fondò, nel 1831 a Marsiglia, una nuova associazione dal nome di Giovane Italia, con un pubblico programma politico che aveva come obiettivo trasformare l’Italia in una Repubblica democratica ed unitaria. Di specifico rilievo furono i due concetti di unità e Repubblica, insieme alla volontà di indipendenza, che distinsero l’idea mazziniana da quella di altre forze politiche italiane, liberali moderate, monarchiche e federaliste. La Giovane Italia suscitò parecchio entusiasmo soprattutto fra gli intellettuali, ottenendo adesioni da tutt’Italia. Nonostante ciò, l’idea mazziniana non ottenne l’appoggio sperato, visto che la maggior parte della popolazione era analfabeta e impreparata, senza contare i grossi problemi organizzativi, causati dal dover agire clandestinamente. 25 Marescialli – Aeronautica Militare Nel 1833, a Genova, la polizia sabauda scoprì una di queste reti clandestine della Giovane Italia; ciò comportò la dura repressione di Carlo Alberto (salito al trono del Regno di Sardegna dopo la morte del “Re Tiranno” Carlo Felice, nell’aprile del 1831), con condanne a morte ed esili (ricordiamo: l’abate Vincenzo Gioberti, teorico del neoguelfismo, condannato all’esilio forzato e Jacopo Ruffini, amico di Mazzini, che si suicidò in carcere). Nel 1834 fallì il tentativo di invadere la Savoia con una spedizione di esuli provenienti dalla Svizzera, a cui avrebbe dovuto corrispondere la simultanea insurrezione della flotta a Genova capitanata da Giuseppe Garibaldi. I moti mazziniani furono scoperti prima ancora di iniziare ed uno dei più tragici fu quello dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, ufficiali disertori della marina austriaca che, nel tentativo di sbarcare in Calabria per sollevare le popolazioni locali, furono fucilati dalle truppe borboniche il 25 luglio 1844. Nel 1834 Mazzini, in esilio in Svizzera, fondò la Giovane Europa, con lo scopo di riunire e coordinare i popoli europei che aspiravano all’indipendenza nazionale. Nel 1849 venne eletto come uno dei tre leader della Repubblica Romana, ma quando questa cadde fu costretto all’esilio a Londra; morirà a Pisa, nel 1872. Riguardo la questione sociale, Mazzini pensò che la stessa potesse risolversi tramite forme associative autonome, non attraverso lo scontro delle classi, operai sfruttati contro padroni sfruttatori, ma per mezzo di un interclassismo (diverso dal classismo dei “sistemi socialisti” e subordinato alle esigenze e ai valori etico-politici della rivoluzione nazionale; la parola operaio, per Mazzini, non ha alcuna valenza di classe sociale) in grado di produrre “migliorie materiali” a vantaggio del popolo che a sua volta difende la proprietà come sacra. La soluzione associazionistica dei problemi del lavoro e della non considerata questione contadina, affrontati anche dal socialista Carlo Pisacane, costituivano dei limiti all’idea sociale mazziniana. Estratto della pubblicazione