Capolongo - Provincia di Lecco

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Radon, nemico invisibile ..... ma presente in Provincia di Lecco
L’EDIFICIO “RADON FREE”
Stefano Capolongo_ Dipartimento ABC, Politecnico di Milano
2
PERCEZIONE DEL RISCHIO
FATTORE DI
RISCHIO
Onde
elettromagnetiche
Inquinanti
atmosferici
Fumo si sigaretta
Radon
EFFETTI SULLA
SALUTE
PERCEZIONE DEL
RISCHIO
±
++
++++
+++
++
++++
+
Stefano Capolongo
+++
SISTEMI DI VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE
AMBIENTALE
3
LEED
Leadership in Energy and
Environmental Design
BREEAM
building research establishment
environmental Assessmant method
SBTool
Sustainable Building Tool
PASSIV HAUS
ITACA
CENED
Stefano Capolongo
Percorsi alternativi per raggiungere i luoghi centrali
Presenza di piste ciclabili o di corsie dedicate lungo le strade principali
15
16
Presenza di piste esclusivamente dedicate a ciclisti e pedoni
Presenza di biciclette libere o a pagamento
17
18
Presenza di aree di parcheggio adeguate e sicure per le biciclette
Uso di servizi sanitari
19
20
Misure di benessere e di salute percepiti
Campagne di educazione alla salute
Xs
X
X
X
Xr
X
X
Xr
X
X
Xr
X
X
X
X
X
X
21
Coinvolgimento della comunità locale
22
23
Strutture pubbliche più frequentate
Nuove strutture pubbliche
X
X
X
X
24
25
Disagio psichico
Piazze e altri spazi verdi attrezzati per la sosta e lo svago
X
X
26
27
Aggregazione giovanile e degli anziani
Opportunità di socializzazione per anziani
X
28
29
Presenza di spazi accessibili e con supporto sociale per i bambini e i giovani
Verde di vicinato per gioco bambini
30
31
Presenza di spazi accessibili e con supporto sociale per i disabili
Opportunità di aggregazione intergener. e interetnica
32
33
Azioni comunitarie, di quartiere
Scuole
34
35
N. di cinema e spettacoli annuali per residente
N. di posti a sedere nei cinema
X
X
X
X
36
37
N. di concerti per residente
N. di teatri e spettacoli annuali per residente
X
X
X
X
38
39
N. di musei e visitatori annuali per residente
N. di biblioteche pubbliche e di volumi prestati annualmente per residente
X
X
X
40
41
Attrezzature culturali
Persone che passeggiano per il quartiere a diverse ore del giorno e in giorni differenti
42
(Qualità dello) spazio abitabile
X
43
44
Disagio abitativo
Degrado edilizio
X
X
45
46
Disagio da contesto
Spazio abitabile per persona
X
X
X
47
48
Percentuale di abitazioni non dotate di strutture di servizio di base
Esposizione solare e illuminazione naturale
X
X
49
50
Intrusività traffico veicolare e inquinamento
Presenza di attività a rischio o arrecanti disturbo
51
52
Grado di privacy
Comfort ambientale esterno
53
54
Integrazione con il contesto
Integrazione con rete di trasporto pubblico
55
56
Qualità del paesaggio percepito dall'abitazione
Qualità e fruibilità spazi pertinenziali
X
in Urban Audit più articolato
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X r
X
X
in PI articolato in sub-criteri
X
X
X
X
X
X
X
in PI articolato in sub-criteri
X
X
X
in GBT articolato in sub-criteri
in PI articolato in sub-criteri
X
X
X
X
X
X
X
X
in PI articolato in sub-criteri
in GBT articolato in sub-criteri
X
X
61
62
Flessibilità e adattabilità
Comfort acustico
X
X
X
in GBT articolato in sub-criteri
in PI e GBT articolato in sub-criteri
63
64
Comfort termico
Qualità dell'aria
X
X
X
in PI e GBT articolato in sub-criteri
in PI articolato in sub-criteri
65
66
Manutenibilità
Impatto sulle proprietà adiacenti
X
X
X
X
in PI e GBT articolato in sub-criteri
in PI e GBT articolato in sub-criteri
67
68
Monitoraggio consumi
Sicurezza
69
70
Misure per favorire il trasporto alternativo
Superifici filtranti
71
72
Numero di edifici non adeguati ogni 1000 abitazioni
Rapporto fra sviluppo di aree residenziali e verdi
rispetto al recupero di aree dismesse
73
74
Tasso di disoccupazione
Percentuale di disoccupati da più di un anno che richiedono l'assegno di disoccupazione
75
76
Percentuale di disoccupati sotto i 25 anni
Percentuale di disoccupati da più di un anno
77
78
Reinserimento lavorativo
In cerca di prima occupazione
X
X
79
80
Disabili occupati
Percentuale di giovani (18-24) che studiano o che lavorano
X
81
82
Percentuale di crescita o diminuzione di imprese locali (o N.per ab.)
Percentuale di crescita o diminuzione di lavori locali
83
84
Percentuale di spazi destinati a uffici non occupati
Tasso di occupazione (M/F)
85
86
PIL procapite a livello urbano
Tasso di attività (M/F)
87
Interruzione degli studi alle scuole medie
X
88
89
Strade pedonali
Piste ciclabili
X
X
X
X
90
91
Trasporto pubblico (distanza fermate e frequenza)
Copertura della rete di trasporto pubblico
X
X
X
92
93
Presenza di strade accessibili lungo mare, colline, fiume, boschi
Percentuale di residenti che hanno facile accesso ai servizi di base
94
95
Distanza attuale ai servizi locali di base
Accessibilità veicolare
96
97
Adeguatezza delle infrastrutture stradali alla domanda marginale
Accesso ai servizi e alle aree verdi
98
99
Strutture pubbliche con servizio di refezione “biologica”
Quota di prodotti biologici sul totale dei consumi
100
101
Prodotti Sostenibili
Campagne pubbliche di informazione alimentare
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Potrebbe essere incluso in equità sociale
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
102
Velocità del traffico veicolare alle differenti ore del giorno
X
103
104
Presenza di attraversamenti pedonali, segnaletica per i pedoni e di dissuasori del traffico
Distanza tra gli incroci
X
X
105
106
Presenza di marciapiedi
Condizioni di manutenzione dei marciapiedi
X
X
107
108
Illuminazione alle varie ore del giorno (percorsi, marciapiedi, scuole, centri ricreativi,..)
Sicurezza percorsi casa-aree a verde/sport
X
109
110
Lunghezza e sicurezza dei percorsi pedon. casa-scuola materna/obbligo
Segnaletica lungo percorsi e piste
111
112
Incidenti stradali (mortali o con ferite gravi ogni 1000 ab.)
Incidenti stradali con pedoni e ciclisti
113
114
Presenza di forze dell'ordine
Presenza di programmi di sorveglianza dei quartieri
115
116
Eventi criminali (ogni 1000 famiglie, contro spazi resid./comm., contro persone)
Percezione di sicurezza
X
X
117
Cause specifiche di mortalità per categorie
X
118
119
Presenza di stranieri regolari
Disagio ed esclusione abitativa degli immigrati
X
X
120
121
Prezzi medi delle abitazioni come percentuale sul reddito medio
Affitto settimanale medio come percentuale sul reddito settimanale medio
122
123
Percentuale di edifici econ- popol.
Percentuale di abitazioni in proprietà
124
125
Senza dimora sul totale di popol. residente
Poveri
X
X
126
127
Patrimonio di abitazioni sociali
Richieste all’edilizia sociale in attesa
X
X
128
129
Tempi di attesa per un alloggio sociale
Aree pubbliche attrezzate per il gioco per i bambini
X
X
130
131
Percorribilità dei percorsi pedon. casa-scuola obbligo da disabili
Ambulatori
132
133
Consultori famigliari
Asili nido
X
X
X
X
X
Xp
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Xr
Xr
134
135
Numero di luoghi dedicati alla cura dei bambini ogni 1000 abitanti di età 0-5
Livello di istruzione (c'è anche in altri doc)
136
137
Percentuale di bambini sotto i 16 anni che vivono in famiglie a basso reddito
Percentuale di popolazione in età lavorativa che richiede benefici
138
139
Famiglie con reddito inferiore alla metà di quello nazionale
Stipendi tempo pieno, part time (M/F)
140
Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla Comunità Locale
X
X
141
142
Sorgenti di radiazioni non ionizz.
Inquinamento atmosferico
X
X
X
143
144
Numero di giorni con “buona qualità” dell’aria
Inquinamento acustico (diurno/notturno)
X
X
X
145
146
Inquinamento elettromagnetico
Monitoraggio
X
X
147
148
Qualità della fornitura idrica
Consumi idrici
X
X
149
150
Percentuale di fiumi e canali con buona qualità dell'acqua
Percentuale di abitazioni connesse alla rete dell'acqua potabile
151
152
Percentuale di abitazioni connesse alla rete fognaria
Disponibilità e adeguatezza della fornitura di acqua
X
X
X
X
X
in Urban Audit molto articolato
X
X
X
X
X
X
X
X
Xp
X p/s
X
X
Xs
X
Xs
Xp
X
X
X
oppure in stabilità clima
in Urban Audit e GBT molto articolato
in Urban Audit molto articolato
X
X
X
X
X
Xr
X
153
154
Adeguatezza della rete fognaria
Depurazione urbana
155
156
157
158
159
160
161
162
163
164
165
166
167
168
169
170
171
172
173
174
175
176
177
178
179
180
Produzione rifiuti solidi urbani (pro capite)
X
Produzione rifiuti speciali
X
Raccolta differenziata
X
Gestione rifiuti liquidi
Gestione rifiuti da cantiere
Smaltimento rifiuti speciali
X
Recupero dei materiali
X
Impiego compost per manutenz. verde pubblico
Adeguatezza degli impianti si smaltimento RSU alla domanda marginale
Aree bonificate
Aree da bonificare
Siti industriali abbandonati
X
X
Siti industriali recuperati
X
X
Fughe di acqua dalla rete
Percentuale di nuove abitazioni su suolo già sviluppato
Percentuale di suolo abbandonato
Percentuale di area urbana soggetta a specifiche misure di conserv.
Tasso di artificializzazione reale
Industrie a rischio incidente rilevante
Sup. residenz. nelle classi azzon. acust. I,II,III
Programmi di riqualif. urbana
Consumo di suolo e impatto sulla qualità ecologica
Valore ecologico/agricolo del sito
Presenza di alberi e vegetazione lungo le strade e di viste panoramiche
X
Qualità ambient./paesagg. dei percorsi casa-scuola obbligo
Sup. lorda approx. di strutture esistenti nel sito che possono essere parzialmente o totalmente riutilizzate
X
181
182
183
184
185
186
187
188
189
190
191
192
193
194
195
196
197
198
199
200
201
202
203
204
205
206
Parcheggi d'interscambio ferroviario
ZTL
Mobilità delle persone
Spostamenti sistem. con auto o motociclo
Tempo medio viaggio auto privata
Tempo medio viaggio trasporto pubblico
Residenti che usano bici, piedi, altro
Residenti che usano trasporto pubblico
Pendolari che usano trasporto pubblico
Pendolari che usano auto privata
Spostamenti Casa – Scuola dei bambini
Flusso medio di traffico ogni 1000 km di strade principali
Tasso di motorizzazione privata e complessiva
Trasporto pubblico urbano su rotaia
Riduzione inquinamento nel trasporto pubblico
Consumo di gas pro-capite
Consumo energetico per tipo di carburante (petrolio, gas, elettr.,..)
Consumo energetico per settore
Consumo energetico (elettrico) pro-capite
Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
Emissioni CO2
Emissioni durante costruzione e funzionamento
Emissioni gas che contribuiscono all'acidificazione
Risparmio energ. Norme cogenti/volont. Prg Regolamenti
Contributo Locale al Cambiamento Climatico Globale
La Gestione Sostenibile dell’Autorità Locale e delle Imprese Locali
X
, Spon Press, London, 2000
Xr
X
X
Xp
X
X
Xr
in GBT articolato in sub-criteri
X
X
X
X
X
in PI e GBT articolato in sub-criteri
in PI articolato in sub-criteri
X
in PI e GBT articolato in sub-criteri
X
In GBT articolato in sub-criteri
Xr
X
Xr
Xs
Xs
X
X
X??
X
X
Xp
Xp
Xp
Xr
X
X
X
X
X
Xr
Xr
X
X
X
X
X
in Urban Audit è articolato
Xp
Xp
Xp
Xr
Xr
Xr
Xp
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Xp
X
X
Xr
Xp
X
Xr
X
X
X
X
in PI e GBT articolato in sub-criteri
X
X
X
In GBT articolato in sub-criteri
X
STILE DI VITA SALUBRE
Presenza di graffiti
Attrattività degli edifici e delle strade
Valore architettonico dell'edificio
Tipo edilizio
X
1
2
Cause di morte
Mortalità infantile
3
4
Tasso di mortalità/sotto i 65 anni malattie app. respirat./cuore
Tasso di morbilità per malattie app. respiratotio
5
6
Mortalità evitabile
Aspettative di vita alla nascita (M/F)
7
8
X
X
Da 84 a 14 indicatori
X
X
X
X
Superficie relativa di spazi verdi nella città
Distanza da servizi, servizi di vicinato e luogo di lavoro
X
X
Accesso pubblico agli spazi verdi
Sport e tempo libero
X
X
X
X
in PI articolato in sub-criteri
57
58
Healthy Urban Planning
X
note
X
X
59
60
* da Barton H., Tsourou C.,
INDICATORI
Spazio residenziale
13
14
Protocollo Itaca
X
GBTool
Locali “no smoking”
Isole pedonali
X
Ecometropoli
11
12
X
X
Quality of life
X
X
Urban Audit
X
Accesso pubblico agli spazi verdi
Sport e tempo libero
WHO_Healthy Cities
GBTool
Protocollo Itaca
Spazio residenziale
Ecometropoli
X
X
X
Superficie relativa di spazi verdi nella città
Distanza da servizi, servizi di vicinato e luogo di lavoro
9
10
Who_active city
X
X
note
Progetto Città Sane
X
X
X
Indicatori Comuni Europei
Mortalità evitabile
Aspettative di vita alla nascita (M/F)
7
8
X
X
12 obiettivi chiave della
pianificazione urbana
secondo il Programma
Healthy Cities*
Tasso di mortalità/sotto i 65 anni malattie app. respirat./cuore
Tasso di morbilità per malattie app. respiratotio
5
6
Urban Audit
X
Quality of life
3
4
Who_active city
Progetto Città Sane
Cause di morte
Mortalità infantile
WHO_Healthy Cities
Indicatori Comuni Europei
INDICATORI
1
2
4
9
10
1.  Stile di vita salubre
11 Locali “no smoking”
12 Isole pedonali
2.  Coesione sociale
13 Percorsi alternativi per raggiungere i luoghi centrali
3.  Qualità abitativa
14 Presenza di piste ciclabili o di corsie dedicate lungo le strade principali
15 Presenza di piste esclusivamente dedicate a ciclisti e pedoni
4.  Opportunità di
lavoro
16 Presenza di biciclette libere o a pagamento
17
5.  Accessibilità Presenzadi areedi parcheggioadeguateesicureper lebiciclette
18 Uso di servizi sanitari
6.  Distribuzione19alimenti
biologici
Misure di benessere
e di salute percepiti
20 Campagne di educazione alla salute
7.  Sicurezza 21 Coinvolgimentodellacomunitàlocale
22 Strutture pubbliche più frequentate
8.  Equità sociale
23 Nuove strutture pubbliche
9.  Qualità dell 24aria
Disagio psichico
25 Piazze e altri spazi verdi attrezzati per la sosta e lo svago
10.  Qualità dell 26acqua
Aggregazione giovanile e degli anziani
27 Opportunità di socializzazione per anziani
11.  Riduzione del
consumo di
28 Presenza di spazi accessibili e con supporto sociale per i bambini e i giovani
suolo e qualità
delle
risorse
29 Verde
di vicinato
per gioco bambini
territoriali 30 Presenzadi spazi accessibili econsupportosocialeper i disabili
31 Opportunità di aggregazione intergener. e interetnica
12.  Stabilità del 32clima
Azioni comunitarie, di quartiere
COESIONE SOCIALE
BIOLOGICI
ALIMENTI
QUALITA'
STABILITA' DEL CLIMA
RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO E
QUALITA' DELLE RISORSE TERRITORIALI
QUALITA' DELL'ACQUA
DELL'ARIA
EQUITA' SUL PIANO SOCIALE
SICUREZZA
DISTRIBUZ.
ACCESSIBILITA'
OPPORTUNITA' DI LAVORO
QUALITA' ABITATIVA
COESIONE SOCIALE
STILE DI VITA SALUBRE
12 obiettivi chiave della
pianificazione urbana
secondo il Programma
Healthy Cities*
TABELLA SINOTTICA
Xs
X
X
X
X
Xr
X
X
Xr
X
X
Xr
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
in Urban Audit più articolato
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
33
Scuole
34
35
N. di cinema e spettacoli annuali per residente
N. di posti a sedere nei cinema
X
X
X
X
36
37
N. di concerti per residente
N. di teatri e spettacoli annuali per residente
X
X
X
X
38
39
N. di musei e visitatori annuali per residente
N. di biblioteche pubbliche e di volumi prestati annualmente per residente
X
X
X
40
41
Attrezzature culturali
Persone che passeggiano per il quartiere a diverse ore del giorno e in giorni differenti
42
(Qualità dello) spazio abitabile
X
43
44
Disagio abitativo
Degrado edilizio
X
X
45
46
Disagio da contesto
Spazio abitabile per persona
X
Stefano Capolongo
47 Percentuale di abitazioni non dotate di strutture di servizio di base
X
X
X
X r
X
X
in PI articolato in sub-criteri
X
X
X
X
X
48
Esposizione solare e illuminazione naturale
X
X
49
50
Intrusività traffico veicolare e inquinamento
Presenza di attività a rischio o arrecanti disturbo
X
X
X
in PI articolato in sub-criteri
IL SET DI INDICATORI
5
Qualità ambientale e indoor
1.1 Comfort term-oigrometrico, 1.2 IAQ e ricambi d’aria, 1.3 Illuminazione naturale e viste, 1.4 Rumore, 1.5
Radiazioni ionizzanti e non
Qualità outdoor
2.1 parcheggi, 2.2 spazi verdi, 2.3 qualità ed efficienza degli spazi aperti di progetto
Qualità del progetto
3.1 compresenza funzionale, 3.2 qualità ed effiìcienza del progetto 3.3 edificio e contesto
Rifiuti e risorse
4.1 gestione rifiuti solidi, 4.2 gestione rifiuti liquidi e acque, 4.3 materiali
Qualità del servizio
5.1 gestione dell’edificio e sicurezza
Stefano Capolongo
SCHEDA DI VALUTAZIONE
La scheda di valutazione
VALUTAZIONE a Grande scala
Attualmente uno dei nodi più rilevanti
della pianificazione a livello urbano è quello di rispondere alla
domanda di funzioni diverse su suoli ampiamente ur
banizzati che costituiscono pertanto una risorsa scarsa.
A prescind ere da un effettivo aumento della popolazione
, tale domanda è continuamente in crescita ed è
orientata alla ricerca di spazi caratterizzati da elevata qualità. L’uso multiplo del suolo cont
ribuisce
indubbiamente al perseguimento di questo obiettivo, poiché consente di creare luoghi ampiamente vivibili,
nei quali alle funzioni di tipo privato si affiancano quelle pubbliche (edilizia residenziale pubblica inclusa),
adeguati ad attrarre capital
i privati per lo sviluppo di attività remunerative, creando le condizioni per l’avvio di
innovativi processi di sviluppo.
Alla scala urbana l’uso multiplo deve essere verificato nell’ambito delle scelte strategiche descritte nel Piano
di Governo del territ orio, che dovrebbero essere incentrate sul concetto di standard qualitativo.
Giudizi di riferimento
a) Nei documenti che costituiscono il Piano di Governo del Territorio è
rintracciabile una strategia volta alla
massimizzazione dei rapporti di
complementarietà tra funzioni e attività
concentrate nello stesso ambito
urbano con l’obiettivo di incrementarne l’attrattività e la vivibilità e di
ridurre al contempo il consumo di suolo e le esternalità negative dovute
alla separatezza delle funzioni.
b) Tale strategia è stata inoltre definita in modo coerente con
l’organizzazione dell’offerta di servizi di trasporto pubblico.
a) La strategia di sviluppo del territorio urbano è stata definita nella
considerazione della necessità di superare la monofunzio
nalità delle
diverse parti della città .
b) Manca o non è possibile valutare in modo esaustivo l’integrazione tra le
diverse funzioni, sia fisica che temporale, e con il sistema di trasporto
pubblico.
Non è possibile valutare l’adozione a livello ur
bano di strategie di sviluppo
orientate alla compresenza di diverse funzioni nelle stesse aree.
Punteggio
Buono
Critico
Insuffici ente
Il quartiere Zuidas ad Amsterdam rappresenta un innovativo progetto di uso intensivo e multifunzionale del suolo.
Localizzato lung o un importante corridoio infrastrutturale tra la città e l’aeroporto, il quartiere Zuidas, inizialmente
individuato come area ideale nella quale concentrare lo sviluppo del settore terziario e quaternario, è destinato a ospitare
differenti funzioni. Il pe rseguimento di un articolato mix funzionale è stato reso possibile dagli strumenti di governo del
territorio che hanno coordinato l’azione dei diversi attori indirizzandola verso progetti coordinati.
Riferimenti
•
•
Fusco Girard L. (2003), L’uomo e la città,
FrancoAngeli, Milano
Mattia S. (2002), L’ambuente, la città, i valori, Spirali, Milano
Stefano Capolongo
 
 
 
 
 
 
Descrizione criterio
Effetti sulla salute
Obiettivo e confronto con le normative
Valutazione per destinazione d’uso
Casi di studio esemplificativi/Best Practices
Riferimenti normativi/tecnici
1 . QUALITA’ AMBIENTALE INDOOR - SALUTE
Stefano Capolongo
2. IAQ E RICAMBI D'ARIA
DESCRIZIONE INDICATORE
La qualità dell’aria interna - Indoor Air Quality (IAQ) - costituisce il primo requisito qualitativo di benessere e sicurezza che un
ambiente indoor deve possedere. Risulta infatti fondamentale un’attenta valutazione dei possibili fattori di rischio che possono
trovare origine sia in cause prettamente ambientali (agenti chimici, fisici e biologici) sia essere correlati alla presenza dell’uomo
(processi metabolici, virus, batteri):
Risulta pertanto determinate adottare nella progettazione una serie di accorgimenti atti a eliminare o a impedire la formazione di
agenti inquinanti indoor. Ciò induce a porre particolare attenzione alla scelta di materiali non tossici che garantiscano la salubrità
dell’aria e ai ricambi d’aria degli ambienti. La selezione dei materiali e dei prodotti edilizi da utilizzare per la costruzione di un edificio
viene spesso effettuata in base alla prestazione tecnica-compositiva de materiale e ai costi rispetto alle disponibilità economiche.
Ne consegue che l’attenzione verso questo tipo di operazione è focalizzata più sui vantaggi economici e tecnologico architettonici
che il prodotto è in grado di offrire piuttosto che su uno studio attento della natura del materiale e del possibile rilascio di emissioni o
particelle. Questo si traduce, spesso in errori di costruzione con effetti sulla salubrità degli ambienti indoor: si può verificare, infatti,
che alcuni materiali proposti come risolutivi per uno specifico problema, magari a costi particolarmente convenienti, si rivelino
completamente inadeguati o dannosi, se impiegati in ambienti indoor con determinate condizioni ambientali (temperature di esercizio
specifiche …)oppure a contatto con altri materiali. Inoltre attualmente ai fini dell’efficienza energetica si tende ad isolare
ermeticamente l’edificio sottostimando il numero di ricambi d'aria naturali (propriamente detti)e vincolando di molti il numero dei
ricambi d'aria sussidiari con conseguenze dirette sulla qualità dell'aria indoor.
Effetti sulla salute
I principali inquinanti che si possono rinvenire negli edifici sono di natura chimica (composti organici volatili, monossido di carbonio,
anidride carbonica, biossido di azoto, formaldeide, ozono), fisica (polveri, fibre di vetro, radon, fibre di asbesto) e biologica (virus,
batteri, actinomiceti, spore fungine, acari, alghe, amebe, peli e prodotti della desquamazione cutanea, frammenti di insetti); molti di
essi sono spesso presenti negli ambienti indoor e talvolta in concentrazioni pericolose per esposizioni di lunga durata. Considerando
che nell’aria degli ambienti confinati sono presenti contaminanti dell’aria esterna maggiorati dagli inquinanti specifici indoor, i ricambi
d'aria di un locale assumono particolare importanza.
Le patologie correlate con una inadeguata IAQ possono essere suddivise in due gruppi, in base a considerazioni di ordine
epidemiologico, eziopatogenetico, clinico, diagnostico e prognostico.
Al primo gruppo appartiene la cosiddetta Sindrome dell’Edificio malsano (o Sick Building Syndrome), caratterizzata da una
sintomatologia di modesta entità, aspecifica e polimorfa (cefalea, sonnolenza, irritazione oculare, della gola, tosse, irritazione
cutanea, etc.), strettamente correlata con la permanenza nell’edificio e si risolve o si attenua rapidamente con l’allontanamento da
esso. Al secondo gruppo appartengono malattie con un quadro clinico ben definito, che non si risolvono rapidamente abbandonando
il luogo insalubre, la cui patogenesi è di tipo allergico o tossico-infettivo, talora caratterizzata da notevole gravità.
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GIUDIZI DI RIFERIMENTO
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BEST PRACTIS
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PRINCIPI PASSIVI PER LA SOSTENIBILITÀ
Ventilazione
BEST PRACTIS
Light House a Londra, UK, 2007; di Sheppard Robson; esempio di elementi verticali in grado si sfruttare l effetto camino.
Liceo Albert Camus, Francia – N. Foster 1991. Esempio di edificio studiato per incrementare la ventilazione tramite atrio aerato naturalmente
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IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MULTICRITERIALE
Per ogni indicatore c è un opzione a tenda con
l esito delle valutazioni da inserire:
• Buono
• Critico
• Insufficiente
In automatico, tramite un sistema di valutazione
ponderata viene calcolato
• il punteggio dell indicatore stesso,
• il punteggio ed il giudizio medio della macroarea
• Il punteggio ed il giudizio complessivo del piano
0 = x = 1,5
1,5 < x = 2,25
2,25 < x = 3
Insufficiente
Critico
Buono
Contemporaneamente vengono elaborati su
differenti fogli di calcolo
• Un grafico esplicativo per macroarea
• Un grafico complessivo con il giudizio del Piano Urbano
• Un grafico radar che evidenzia le macroaree più critiche
e quelle migliori
• Un grafico complessivo con la distribuzione dei giudizi
per singola area tematica
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IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MULTICRITERIALE
Restituzione dei risultati: valutazione complessiva del piano o del progetto
VALUTAZIONE
3,00
3
Buono
2,5
2,50
Critico
2,00
1,5
1,50
1,00
Insufficiente
0,50
0
0,00
Valutazione complessiva
Stefano Capolongo
IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MULTICRITERIALE
Restituzione dei risultati: valutazione a livello di ogni singola area tematica
1 QUALITÀ AMBIENTALE E
BENESSERE
3
2,5
6 QUALITÀ PAESAGGISTICA
DEGLI SPAZI URBANI
Buono
2
1,25Critico
2,00
3,00
2 RIFIUTI SOLIDI e LIQUIDI
1,5
1
0,5
Insufficiente
0
0,50
1,33
5 ORGANIZZAZIONE URBANA
E ASSETTO FUNZIONALE2,60
3 ENERGIA E RISORSE
RINNOVABILI
4 MOBILITÀ E ACCESSIBILITA'
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STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E GOVERNO DEL TERRITORIO
(P.G.T. - P.A. E LORO VARIANTI – V.A.S.) – L.R. n.12678 del 21/12/2011
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VALUTAZIONI E OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE ATTINENTI GLI
ASPETTI IGIENICO SANITARI, DI PREVENZIONE SANITARIA E DI PROMOZIONE
DELLA SALUTE:
A) Previsioni di sviluppo e di espansione edificatoria.
B) Localizzazione degli ambiti di trasformazione del territorio.
C) Dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico.
D) Disponibilità idrica e sistema acquedottistico.
E) Fognatura, collettamento e depurazione acque reflue.
F) Produzione e gestione dei rifiuti.
G) Energia.
H) Sistema della mobilità e relative infrastrutture.
I) Sistema della naturalità e salvaguardia ambientale - Sistema del verde .
J) Prevenzione rischio Radon.
K) Prevenzione da radiazioni non ionizzanti.
L) Piano dell’Illuminazione - Inquinamento Luminoso
M) Prevenzione Rischio Geologico, Idrogeologico e Sismico.
N) Stabilimenti a rischio di incidente rilevante.
O) Perimetrazioni del territorio - Fasce di rispetto - Zonizzazioni.
P) Piano delle regole: osservazioni a valenza igienico sanitaria.
Q) Indicatori per il Monitoraggio.
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INQUADRAMENTO NORMATIVO – VALORI LIMITE
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Ambienti di lavoro:
D.Lgs. 241/2000 (ex D.Lgs. 230/95) → definisce due livelli di a.enzione per i lavoratori: 500 Bq/m³ su base annua ed in caso positivo la valutazione della dose efficace
3mSv/anno specifica in funzione del tempo di permanenza.
Abitazioni: in Italia non esiste una normativa specifica, ma una raccomandazione della
Comunità Europea (90/143) -  400 Bq/m³ → soglia abitazioni esistenti
-  200 Bq/m³ → soglia edifici di nuova costruzione
Attualmente è in discussione a livello europeo una revisione della direttiva 90/143/
Euratom che indica quali livelli di concentrazione di radon in ambienti chiusi da
considerare:
-  200 Bq/m³ → nuove abitazione e nuovi edifici con accesso di pubblico;
-  300 Bq/m³ → abitazioni esistenti;
-  300 Bq/m³ → edifici esistenti con accesso di pubblico (nel periodo di permanenza
la media dell’esposizione non deve superare i 1000 Bq/m³).
Stefano Capolongo
IL RADON IN ITALIA e IN LOMBARDIA
In Italia, nel periodo 1989/1991, è stata
condotta la prima campagna di misura
del radon indoor su tutto il territorio
nazionale, allo scopo di valutare
l’esposizione della popolazione al radon
all’interno delle abitazioni.
La prima mappatura nazionale ha portato
a stimare una media nazionale di
concentrazione di radon indoor pari a 70
Bq/m³.
In Lombardia, la media regionale è
risultata pari a 116 Bq/m³ e le maggiori
concentrazioni di radon sono state
rilevate in provincia di Milano, Bergamo e
Sondrio; le abitazioni con concentrazioni
superiori a 400 Bq/m³ sono state stimate
attorno al 2.5%.
Stefano Capolongo
17
IL RADON IN ITALIA e IN LOMBARDIA
18
Regione Lombardia ha approfondito le indagini territoriali attraverso le
campagne di mappatura e monitoraggio del 2003/2004 e del 2009/2010.
Dalle elaborazioni dei dati è risultato:
- distribuzione disomogenea del radon
nelle abitazioni: i valori più alti si
registrano in zone situate nella fascia
nord della regione (province di Sondrio,
Bergamo, Varese, Lecco, Como,
Brescia), nell area della pianura padana
la presenza di radon è molto bassa;
- valori medi annuali di concentrazione
nelle abitazioni compresi nell intervallo
9/1796 Bq/m³; media aritmetica regionale
124 Bq/m³;
- I l 15 % dei locali presenta valori
superiori a 200 Bq/m³; il 4,3% presenta
valori superiori a 400 Bq/m³.
Stefano Capolongo
Fonte: Decreto 12678.2011 - Linee guida per la
prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti
indoor
FATTORI CHE INCIDONO SULLA CONCENTRAZIONE DI RADON
NEI LOCALI INTERNI
19
CARATTERISTICHE DELL EDIFICIO
Scavo di
fondazione
- effettuato minando la roccia
- in area di riempimento, su ghiaia o sabbia
- in terreni di fondazione con crepe o molto permeabili
Attacco a terra
- contatto diretto del primo solaio o di pareti con il terreno
- mancanza di vespaio areato
Superfici
permeabili
- pavimenti naturali in terra battuta, ciotoli, ecc.
- solai in legno, pareti in forati, muratura in pietrisco
Punti di
infiltrazione
- fori di passaggio cavi e tubazioni
- giunti o fessurazioni in pavimenti e pareti
- pozzetti ed aperture di controllo
- camini, montacarichi, etc.
Distribuzione
spazi
- locali interrati o seminterrati adibiti ad abitazione
- presenza di scale aperte che conducono alla cantina
Fruizione
- scarsa ventilazione dei locali interrati e/o abitabili
- lunga permanenza in locali interrati o seminterrati
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FATTORI CHE INCIDONO SULLA CONCENTRAZIONE DI RADON
NEI LOCALI INTERNI
RICAMBIO D’ARIA NELL’EDIFICIO
Porte e finestre non stagne determinano indici di
ricambio d’aria più elevati. Per contro, se il ricambio
d’aria viene ridotto, per esempio con il montaggio di
finestre e porte a chiusura stagna, la
concentrazione di radon nell’aria interna può
aumentare significativamente.
CONDIZIONI DELL’EDIFICIO
La penetrazione dell’aria del suolo può avvenire ad
esempio attraverso crepe e fessure, ma anche
lungo i fori di passaggio di cavi e tubature. L’aria
del suolo contenente radon viene aspirata
nell’edificio dalla depressione che si crea al suo
interno (effetto camino). Se la cantina o altri locali a
contatto con il terreno comunicano direttamente con
i piani superiori, il radon può diffondersi verso l’alto
molto facilmente.
Stefano Capolongo
20
FATTORI CHE INCIDONO SULLA CONCENTRAZIONE DI RADON
NEI LOCALI INTERNI
STRUTTURA DEL TERRENO
Oltre alla composizione del suolo e delle rocce
(contenuto di uranio e radio), sono soprattutto la
granulometria della roccia (diffusione del radon
nell aria del suolo) e la permeabilità del terreno
(trasporto d aria del suolo ricca di radon) a svolgere
un ruolo determinante. Va prestata attenzione alle
fasce detritiche e alle zone franose, nonché ai
terreni granitici, carsici e ghiaiosi.
SOLUZIONI TECNICHE E IMPIANTISTICHE
Il sistema di ventilazione preleva aria fredda da
cantine; aspira l aria esterna attraverso tubi interrati
(preriscaldamento dell aria) e con giunzioni non a
tenuta radon.
L impianto di riscaldamento a pavimento è a
diretto contatto con il terreno; nel caso di
riscaldamento geotermico il radon entra attraverso
l isolamento delle tubazioni dell acqua.
Stefano Capolongo
21
22
MISURAZIONE DEL RADON NEI LOCALI INTERNI
Rivelatore
Tipo
Durata
Costo stimato
a tracce
passivo
3 - 6 mesi
da 20 a 70 euro
a carbone attivo
passivo
2 -7 giorni
da 20 a 70 euro
elettrete
passivo
5 giorni - 1 anno
da 70 euro
ad integrazione
elettronica
attivo
2 giorni - anni
circa 300 euro
monitor in continuo
attivo
1 ora - anni
da 120 euro
La scelta del metodo di misura deve essere fatta in funzione
dell obiettivo, del tipo di informazione desiderata e del tempo a
disposizione.
- short term (rilevazioni che effettuano misure di qualche giorno) sono
adatte a dare una prima indicazione sulla concentrazione di gas presente in
un ambiente, con il limite che tale concentrazione si riferisce al solo periodo
di effettuazione della misura;
- long term (su lungo periodo) sono quelle più adatte a determinare la
concentrazione di radon presente in un ambiente.
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23
STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
Si può distinguere tra il risanamento del radon in una casa esistente e la
prevenzione dal radon in un edificio nuovo, ancora in fase di progetto.
In termini operativi vi è una sostanziale differenza. Nel caso del risanamento
le contromisure vanno adeguate ad una struttura esistente, con molti
possibili punti d’infiltrazione; di conseguenza i risultati non sempre saranno
soddisfacenti. Le azioni preventive possono invece essere pianificate in
base alle reali esigenze ed integrate in modo mirato ed ottimale nella
nuova struttura dell’edificio; pertanto gli interventi sono più semplici da
realizzare e vi sono maggiori garanzie di successo.
EDIFICIO
ESISTENTE
NUOVA
COSTRUZIONE
risanamento
prevenzione
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
24
Le tecniche di controllo dell’inquinamento indoor da gas radon possono
essere schematicamente riassunte in:
BARRIERE IMPERMEABILI
evitare l ingresso del radon all’interno degli edifici con
membrane a tenuta d aria;
DEPRESSIONE ALLA BASE DELL EDIFICIO
intercettare il radon prima che entri all’interno degli
edifici aspirandolo per espellerlo poi in atmosfera;
PRESSURIZZAZIONE ALLA BASE DELL EDIFICIO
deviare il percorso del radon creando delle
sovrappressioni sotto l edificio per allontanare il
gas.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO ESISTENTE
1) Aerare di più gli ambienti confinati interessati
dal problema radon
Ventilando si ottiene subito un certo miglioramento.
Oltre 1000 Bq/m³ le probabilità di successo sono però
modeste.
2) Sigillare le vie d’ingresso
In caso di valori di radon elevati (oltre 1000 Bq/m³), i
risultati della sigillatura sono incerti e da soli
insufficienti a risolvere il problema. Le tecniche di
isolamento devono essere abbinate alle tecniche
d’abbattimento attive (che prevedono l’ausilio di un
ventilatore).
Stefano Capolongo
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO ESISTENTE
26
3) Aerare di più la cantina o il vespaio o creare una sovrappressione
negli ambienti di vita
Nei casi in cui le infiltrazioni di radon ai piani superiori provengano dalla
cantina (o da altre stanze sottostanti) può essere sufficiente aumentare il
ricambio d’aria in cantina con metodi passivi (finestra socchiusa) o attivi
(ventilatore). Si può rafforzare l’effetto espellendo all’esterno l’aria dalla
cantina chiusa (creando una depressione) o immettendovi aria esterna
(creando una sovrappressione) con un ventilatore.
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27
STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
DEPRESSIONE: PRESSURIZZAZIONE DEL SOTTOSUOLO
Pozzetto di dimensioni circa 50 x
50 x 50 cm aperto nella parte
inferiore e posato su uno strato di
ghiaia grossa di 10-12 cm di
spessore
Pozzetto di dimensioni circa 50 x
50 x 50 cm e idoneo ad alloggiare
il ventilatore di progetto
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28
STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
DEPRESSIONE: PRESSURIZZAZIONE DEI VOLUMI ALLA BASE
L’ingresso del radon può essere
controllato:
aspirando l’aria dal vespaio o
da locali tecnici (fuori terra,
seminterrati o interrati) sotto
l’edificio, intercettando il gas ed
evacuandolo in atmosfera prima
che entri negli ambienti superiori
insufflando aria all’interno del
vespaio o nei locali tecnici al di
sotto dell’edificio per creare un
volume in sovrapressione che
impedisca al gas di uscire dal
terreno e lo respinga al di fuori del
perimetro dell’edificio.
Stefano Capolongo
STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
29
PUNTI DI EVACUAZIONE DEL RADON
Ove si ricorra alla tecnica della
depressione e nei casi in cui il gas
viene aspirato ed evacuato in
atmosfera, particolare attenzione
andrà posta al punto di uscita e
dispersione del gas che dovrebbe
avvenire al di sopra dell’altezza di
gronda.
L’apertura delle finestre causa una
circolazione d’aria dall’esterno verso
l’interno dell’edificio e se il punto di
evacuazione è nelle vicinanze, è
probabile il re-ingresso del gas.
Se il punto di evacuazione del gas si
trova in un prospetto privo di bucature
è possibile disperderlo in atmosfera
senza arrivare all’altezza di gronda.
In caso contrario è possibile
disperdere il gas in atmosfera a livello
del terreno allontanandosi dagli edifici
di almeno 5 m.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO ESISTENTE
30
4) Aspirare l’aria da pavimenti con intercapedine o da apposite
canaline
Realizzare un nuovo pavimento con un’intercapedine ventilata. Una
variante meno costosa può essere l’aspirazione da apposite canaline di
raccolta, applicate alla linea di congiunzione tra le pareti ed il pavimento
della stanza. L’intercapedine o la canalina sono collegate ad un ventilatore
che aspira l’aria ricca di radon e la veicola all’esterno.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO ESISTENTE
31
5) Aspirazione dell’aria dal sottosuolo con un pozzetto o con tubi di
drenaggio
Il metodo consiste nello scavare un pozzetto nel terreno sottostante la
casa, dal quale per mezzo di un’adeguata tubazione e di un ventilatore si
estrae l’aria ricca di radon dal sottosuolo prima che possa entrare
nell’abitazione.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
VENTILAZIONE NATURALE O MECCANICA TRAMITE POZZETTO
CENTRALE E MEMBRANA IMPERMEABILE
In interventi di nuova edificazione
risulta semplice e poco oneroso
predisporre un pozzetto al di sotto
dell’edificio, subito prima del getto
di magrone.
Il pozzetto è collegato a un
secondo pozzetto situato al
perimetro dell’edificio tramite una
tubazione in pvc di almeno
100-120 mm di diametro.
Questo secondo pozzetto viene
chiuso alla medesima quota del
terreno, e quindi a vista, oppure
leggermente interrato sotto un
modesto spessore di terra
restando comunque accessibile in
caso di necessità.
Stefano Capolongo
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
ASPIRAZIONE MECCANICA TRAMITE TUBAZIONI DRENANTI E
MEMBRANA IMPERMEABILE
Laddove esista l’eventualità di una
quota di falda piuttosto alta una
soluzione costruttiva consiste nel
posizionare, al di sotto del solaio a
terra, delle tubazioni drenanti per
allontanare l’acqua dalle
fondazioni dell’edificio.
Questo medesimo impianto è
particolarmente funzionale anche
per limitare e contrastare il
percorso di risalita del radon.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO ESISTENTE
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Fonte: Confederazione
Svizzera - Radon, misure di
risanamento negli edifici
esistenti
Stefano Capolongo
STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
EDIFICIO DI NUOVA COSTRUZIONE
1) Edificio fondato su piattaforma in cemento
(fondazione a platea)
La fondazione a platea in cemento speciale che
ricopre tutta la superficie orizzontale dello scavo per la
nuova costruzione è la migliore protezione nei
confronti del radon. Tutte le pareti esterne sotto terra
devono essere realizzate in cemento, isolate con
materiali impermeabili al radon e protette da uno
strato di ghiaia ventilato.
2) Fondazione ventilata per edifici con fondazioni
a travi rovesce
Ove non si realizzi una fondazione a platea si
raccomanda la posa in opera di una pavimentazione
ventilata. Le possibili soluzioni sono il classico
vespaio o un sistema con tubi di drenaggio collocati
in uno strato di ghiaia.
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STRATEGIE DI DIFESA e MITIGAZIONE
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
VENTILAZIONE MECCANICA E NATURALE DEL VESPAIO CON
CASSERI IN PVC E MEMBRANA
Stefano Capolongo
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BIBLIOGRAFIA
- 
- 
- 
- 
Raccomandazioni Euroatom del 21/02/1990;
D.Lgs. n. 230 del 17/03/1995;
D.Lgs. n.241 del 26/06/2000;
ISPESL, Quaderni per la Salute e la Sicurezza, Il radon in Italia: guida per
il cittadino, 2007;
-  Regione Lombardia, decreto n.12678 del 21/12/2011, Linee Guida per la
Prevenzione delle Esposizioni al Gas Radon in Ambienti Indoor;
-  Confederazione Svizzera, Ufficio Federale della sanità Pubblica, Radon:
Misure di prevenzione negli edifici nuovi, 2012;
-  Confederazione Svizzera, Ufficio Federale della sanità Pubblica, Radon:
Misure di risanamento negli edifici esistenti, 2012.
Stefano Capolongo
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Cesare Stevan _ Stefano Capolongo
Radon, nemico invisibile ..... ma presente in Provincia di Lecco
L’EDIFICIO “RADON FREE”
Stefano Capolongo_ Dipartimento ABC, Politecnico di Milano
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