“Deontologia e responsabilità professionali dell`assistente sociale

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“Deontologia e responsabilità
professionali dell'assistente sociale”
Laboratorio di formazione
per assistenti sociali
Brescia ‐ 2012
Siamo veramente autonomi
nell'esercizio della professione ?
Cos’è l’autonomia tecnico
professionale?
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
Cos’è l’autonomia tecnico
professionale?
Autonomia:
- facoltà di governarsi da sé
- indipendenza di giudizio
- capacità e possibilità di regolarsi secondo proprie
leggi o norme, senza ingerenza altrui, nei limiti della
propria attività
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
L. 84/93 art. 1 DPR 328/2001 art. 21
L'assistente sociale opera con autonomia tecnicoprofessionale e di giudizio in tutte le fasi dell'intervento
per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone,
famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di
disagio ……. anche promuovendo e gestendo la
collaborazione con organizzazioni di volontariato e del terzo
settore;
.
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
ART. 10 C.D.
L’esercizio della professione si basa su fondamenti etici e
scientifici, sull’autonomia tecnico-professionale,
sull’indipendenza di giudizio e sulla scienza e coscienza
dell’assistente sociale. L’assistente sociale ha il dovere di
difendere la propria autonomia da pressioni e
condizionamenti, qualora la situazione la mettesse a rischio.
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
ART. 44 C.D.
L’assistente sociale deve chiedere il rispetto del suo
profilo e della sua autonomia professionale, la
tutela anche giuridica nell’esercizio delle sue
funzioni e la garanzia del rispetto del segreto
professionale e del segreto di ufficio.
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
ART. 49 C.D.
“L’assistente sociale che svolge compiti di direzione
o coordinamento è tenuto a rispettare e sostenere
l’autonomia tecnica e di giudizio dei colleghi, a
promuovere la loro formazione, la cooperazione e la
crescita professionale, favorendo il confronto fra
professionisti ……..”
Su cosa si fonda l’autonomia tecnico
professionale?
ART. 50 C.D.
Il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a due
livelli di responsabilità: verso la professione e verso
l’organizzazione e deve essere improntato al rispetto
reciproco e delle specifiche funzioni. Nel caso in cui non
esista un ordine funzionale gerarchico della professione,
l’assistente sociale risponde ai responsabili
dell’organizzazione di lavoro per gli aspetti amministrativi,
salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio
PARERE LEGALE all’Ordine
nazionale
“….Gli enti pubblici e privati datori di lavoro degli
AS non possono imporre al professionista di
modificare le sue valutazioni, poiché queste
positive o negative , si presumono espresse in base
all’autonomia tecnico professionale garantita dall’art
1 della L. n.84 che dispone all’art.1….”
Lavoro di gruppo 1:
“Quali strategie per rendere piena la
nostra autonomia tecnico professionale
nella quotidianità lavorativa?”
Responsabilità dell’assistente sociale
nei confronti dell’organizzazione di
lavoro - Titolo VI C.D.
• Attribuzione al segretariato sociale della possibilità di erogare
contributi economici
• Riduzione delle risorse da gestire per dare risposte:
responsabilità professionale rispetto agli interventi.
• "Tagli" di risorse e responsabilità nei confronti dei cittadini,
della società e dell'organizzazione
• Mandato gerarchico che attribuisce compiti che sono esclusi
dalla competenza professionale?
• Mancanza di confini/formalità con enti e servizi esterni
• Eccesso di richiestività del datore di lavoro e non
raggiungimento degli obiettivi assegnati dal dirigente
• Responsabilità in merito ai carichi di lavoro
Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti
dell’organizzazione di lavoro – Titolo VI C.D.
CAPO I
L’Assistente sociale nei confronti dell’organizzazione di lavoro
ART. 45.
L’assistente sociale deve impegnare la propria competenza
professionale per
contribuire al miglioramento della politica e delle procedure
dell’organizzazione di lavoro, all’efficacia, all’efficienza,
all’economicità e alla qualità degli interventi e delle prestazioni
professionali.
Deve altresì contribuire all'individuazione di standards di qualità e
alle azioni di pianificazione e programmazione, nonché al
razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione.
Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti
dell’organizzazione di lavoro – Titolo VI C.D.
ART. 46
L’assistente sociale non deve accettare o mettersi in condizioni di
lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le
norme del Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o
che possano compromettere gravemente la qualità e gli obiettivi
degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti e
ai clienti.
ART. 47
L’assistente sociale deve adoperarsi affinché le sue prestazioni
professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare
interventi qualificati ed efficaci, in un ambiente idoneo a tutelare la
riservatezza dell’utente e del cliente.
Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti
dell’organizzazione di lavoro – Titolo VI C.D.
ART. 48
L’assistente sociale deve segnalare alla propria organizzazione
l'eccessivo carico di lavoro o evitare nell’esercizio della libera
professione cumulo di incarichi e di prestazioni quando questi tornino
di pregiudizio all’utente o al cliente.
ART. 49
L’assistente sociale che svolge compiti di direzione o coordinamento è
tenuto a rispettare e sostenere l’autonomia tecnica e di giudizio dei
colleghi, a promuovere la loro formazione, la cooperazione e la
crescita professionale, favorendo il confronto fra professionisti. Si
adopera per promuovere e valorizzare esperienze e modelli
innovativi di intervento, valorizzando altresì l'immagine del
servizio sociale, sia all'interno, che all'esterno dell'organizzazione.
Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti
dell’organizzazione di lavoro – Titolo VI C.D.
ART. 51
L’assistente sociale deve richiedere opportunità di
aggiornamento e di formazione e adoperarsi affinché si
sviluppi la supervisione professionale.
Lavoro di gruppo 2:
Cosa significa essere contestualmente
dipendente e professionista? Quali elementi
caratterizzano l’essere dipendente? e l’essere
professionista? Quali li accomunano? E
quali li differenziano? Quali strategie per
rafforzare il binomio?
RESPONSABILITÀ DELL’ASSISTENTE
SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ –
Titolo IV CD
Conciliare le richieste della dirigenza con quella
della cittadinanza (risorse, burocrazia,)
Senza risorse adempio al mio ruolo?
Differenziazione tra A.S. dei diversi servizi
Discriminazione e responsabilità professionali
I focus d’attenzione distintivi
del servizio sociale sono tre,
TRIFOCALITA’ :
1. Il rapporto con le persone
2. Il rapporto con la comunità
3. Il rapporto con l’organizzazione
da “Tre committenti per un mandato” di Luigi Gui, in Servizio sociale trifocale, a cura di F.
Lazzari, Franco Angeli, Milano, 2008
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1. IL RAPPORTO CON LE PERSONE
Questa dimensione impone agli assistenti
sociali, deontologicamente e tecnicamente
di non anteporre altre ragioni al rispetto
della dignità e del diritto
all’autodeterminazione di ogni persona,
quale che sia la sua condizione di disagio
o di limite.
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2. IL RAPPORTO CON LA COMUNITÀ
L’intreccio relazionale, comunitario, di contesto,
costruisce o decostruisce la sua identità, trae
nutrimento affettivo ed esistenziale. Il servizio
sociale non può non lavorare anche nel e con il
contesto delle relazioni. Il lavoro di comunità è un
elemento costitutivo dell’azione professionale. Il
servizio sociale coniuga assistenza e promozione,
lavoro con i singoli (casework) e lavoro con il
contesto relazionale (groupwork, community work )
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3. IL RAPPORTO CON L’ORGANIZZAZIONE
L’organizzazione colloca il servizio sociale
anche su un piano istituzionale e politico.
Il servizio sociale non è astraibile dal tempo, dal
luogo e dalle istituzioni entro cui si articola, deve
ricercare i nessi con la dinamica contestuale più
ampia, coni fattori culturali, normativi,
economici e politici
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GLI ASSISTENTI SOCIALI
• cosa vedono nei servizi ?
• Come possono conciliare le due funzioni
di aiuto ed di erogatore di prestazioni
svolgendo quindi una professione di
aiuto per la maggior parte mediata
dall’erogazione di servizi , e dunque
sempre impegnata nella conciliazione
della funzione terapeutica con quella di
amministratore/erogatore di risorse ?
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RESPONSABILITÀ DELL’ASSISTENTE
SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ –
Titolo IV CD
CAPO I
Partecipazione e promozione del benessere sociale
ART. 33
L’assistente sociale deve contribuire a promuovere una cultura della
solidarietà e della sussidiarietà, favorendo o promuovendo iniziative di
partecipazione volte a costruire un tessuto sociale accogliente e rispettoso dei
diritti di tutti; in particolare riconosce la famiglia nelle sue diverse forme ed
espressioni come luogo privilegiato di relazioni stabili e significative per la
persona e la sostiene quale risorsa primaria.
ART. 34
L’assistente sociale deve contribuire a sviluppare negli utenti e nei clienti la
conoscenza e l’esercizio dei propri diritti-doveri nell’ambito della collettività e
favorire percorsi di crescita anche collettivi che sviluppino sinergie e aiutino
singoli e gruppi, soprattutto in situazione di svantaggio.
RESPONSABILITÀ DELL’ASSISTENTE
SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ –
Titolo IV CD
ART. 35
Nelle diverse forme dell’esercizio della professione l’assistente sociale non può
prescindere da una precisa conoscenza della realtà socio-territoriale in cui opera e
da una adeguata considerazione del contesto culturale e di valori, identificando
le diversità e la molteplicità come una ricchezza da salvaguardare e da
difendere, contrastando ogni tipo di discriminazione.
ART. 36
L’assistente sociale deve contribuire alla promozione, allo sviluppo e al
sostegno di politiche sociali integrate favorevoli alla maturazione,
emancipazione e responsabilizzazione sociale e civica di comunità e gruppi
marginali e di programmi finalizzati al miglioramento della loro qualità di
vita favorendo, ove necessario, pratiche di mediazione e di integrazione.
RESPONSABILITÀ DELL’ASSISTENTE
SOCIALE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ –
Titolo IV CD
ART. 37
L’assistente sociale ha il dovere di porre all’attenzione
delle istituzioni che ne hanno la responsabilità e della
stessa opinione pubblica situazioni di deprivazione e
gravi stati di disagio non sufficientemente tutelati, o di
iniquità e ineguaglianza.
Lavoro di gruppo 3:
Come conciliare la funzione di aiuto, verso i
singoli, coppie, famiglie gruppi e comunità e
quella di erogazione di servizi ?
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