Variazione preanalitica ESEMPIO: ANALISI DEL SANGUE Tabella I. Principali aree d’incertezza nella fase preanalitica. Problemi preanalitici maggiori: - Indicazioni sulla preparazione 1 del paziente al prelievo - Digiuno - Attività fisica/Stress - Postura - Indicazioni prelievo sulle modalità d’esecuzione del - Indicazioni sui dispositivi di prelievo e raccolta del campione - Indicazioni sul trattamento di campioni non idonei - Materiale (sangue arterioso/venoso/capillare) - Contaminazione (biologica o durante il prelievo) - Tipo o riempimento della provetta - Campioni emolitici, lipemici, coagulati - Indicazioni sul trasporto del campione - Indicazioni sul trattamento dei campioni - Aliquotazione - Temperatura e velocità di centrifugazione - Indicazioni sulla conservazione dei campioni - Indicazioni sugli standard di qualità preanalitica da adottare Nell’interpretazione dei risultati è importante considerare tutta una serie di variabili che intervengono prima dell’esecuzione del test in laboratorio e che sono note come variabili pre2 analitiche. La variabilità preanalitica è dovuta a fattori esterni al paziente e occorre prendere tutte le misure necessarie per minimizzarne gli effetti, al fine di ottenere risultati accurati e riproducibili. Un discorso a parte merita la variabilità biologica che è dovuta a fattori inerenti al paziente e che possono essere più o meno controllabili. 3 Variabilità Biologica CV (%) 50 40 30 20 10 0 TG CO APA1 APB COHDL COLDL Variabilità Biologica (CV) dei parametri dello stato lipidico, valori massimi e minimi riscontrati in 23 individui. TG: Trigligeridi CO: Colesterolo APA1: Apolipo A1 APB: Apolipo B COHDL: Colesterolo HDL COLDL: Colesterolo LDL 4 CV (%) 50 40 30 20 10 0 Ferro FER TFR EMO ERI Variabilità Biologica (CV) dei parametri dello stato del “FERRO”, valori massimi e minimi riscontrati in 23 individui. FER: Ferritina TFR: Transferrina EMO: Emoglobina ERI: Eritrociti 5 Individuo A Individuo B CONC. 1000 100 10 1 Giorni Variabilità Biologica (CV) dei parametri: FERRO FERRITINA TRANSFERRINA 6 Variazione biologica nell’escrezione urinaria (24 ore) in un individuo (ripetibilità intra individuo) ANALITA COEFFICIENTE R Riicceerrccaa 11 R Riicceerrccaa 22 DI VARIAZIONE (%) R Riicceerrccaa 33 R Riicceerrccaa 44 R Riicceerrccaa 55 Calcio 2 26 6,,4 4 2 24 4,,3 3 3 38 8,,0 0 Creatina 1 13 3,,3 3 2 28 8,,2 2 P-Amilasi -- -- Fosfati 1 16 6,,9 9 3 30 0,,9 9 2 24 4,,7 7 Potassio 2 21 1,,6 6 2 29 9,,6 6 2 26 6,,4 4 Proteine 3 34 4,,4 4 -- 2 23 3,,7 7 Sodio 1 16 6,,7 7 3 30 0,,3 3 2 20 0,,5 5 2 25 5,,0 0 2 27 7,,8 8 4 41 1,,0 0 6 60 0,,1 1 7 Variazione biologica nell’escrezione urinaria (24 ore) tra diversi individui (riproducibilità biologica) ANALITA Calcio Creatina P-Amilasi Fosfati Proteine Sodio Urati Urea S Seessssoo COEFFICIENTE R Riicceerrccaa 11 DI VARIAZIONE (%) R Riicceerrccaa 22 R Riicceerrccaa 33 R Riicceerrccaa 44 M M 2 25 5,,1 1 2 26 6,,2 2 2 27 7,,6 6 F F 2 26 6,,7 7 -- M M 1 11 1,,2 2 1 11 1,,0 0 1 15 5,,8 8 F F 1 15 5,,5 5 1 15 5,,7 7 -- M M -- -- 3 35 5,,8 8 F F -- -- -- M M 1 16 6,,6 6 1 16 6,,9 9 2 25 5,,6 6 F F 1 16 6,,5 5 2 22 2,,8 8 -- M M 3 35 5,,9 9 -- 3 39 9,,4 4 F F 3 36 6,,1 1 -- -- M M 2 28 8,,0 0 2 26 6,,5 5 2 28 8,,7 7 F F 2 29 9,,2 2 2 27 7,,9 9 -- M M 1 14 4,,3 3 -- 2 20 0,,3 3 F F 1 16 6,,8 8 -- -- M M 1 12 2,,6 6 1 16 6,,9 9 1 17 7,,6 6 F F 1 13 3,,4 4 2 20 0,,1 1 -- 7 7,,6 6 -- 8 Fase preanalitica (modalità di prelievo e trasporto del campione, variabilità preanalitica). Oltre alla malattia esistono altri fattori che possono alterare i risultati di un esame di laboratorio. Accettazione dei materiali e verifica della loro idoneità: L’addetto all’accettazione deve verificare che si siano mantenute e rispettate tutte le misure previste nelle manipolazione preanalitiche; in caso di non idoneità il campione deve essere respinto e richiesto l invio di nuovo materiale biologico Tra i fattori che possono influenzare il risultato di un test di laboratorio vi sono la dieta e l’eventuale assunzione di farmaci; nei giorni precedenti l’esame occorre quindi avvertire il paziente di astenersi da modifiche drastiche del regime dietetico e di sospendere l’assunzione di medicine se queste possono interferire in qualche modo con i risultati del test. 9 Effetto dei pasti Analita Effetto Sodio Aumento Fosfati Aumento negli uomini Diminuzione nelle donne Glucosio Aumento Insulina Aumento pH Aumento Bilirubina Aumento Urati Aumento Trigliceridi Aumento Lattato Aumento Colesterolo Piccola variazione Fosfatasi Alcalina Aumento 10 Effetto della Caffeina Analita Effetto Trigliceridi Aumento Acidi grassi liberi Aumento Cortisolo Aumento Colesterolo Diminuzione Catecolammine (urina) Aumento Glucosio Piccola variazione Insulina Piccola variazione Una dieta ricca di proteine e di basi puriniche ad esempio può far aumentare la concentrazione di acido urico, urea (“azotemia”) e ammoniaca rispetto a una dieta vegetariana. L’età, il sesso e l’appartenenza ad un determinato gruppo etnico possono influenzare alcuni parametri biochimici: la fosfatasi alcalina viene prodotta dal tessuto osseo in accrescimento e quindi tende ad avere valori più elevati nei bambini mentre diminuisce dopo la pubertà. La creatinina e la creatina chinasi, marcatori del tessuto muscolare, tendono ad essere in media più elevati negli uomini, i quali hanno in genere una massa muscolare più sviluppata rispetto alle donne. Anche il momento della giornata in cui viene effettuato il prelievo è importante in quanto esistono delle variazioni cosiddette “circadiane” di alcuni analiti, cioè variazioni in base all’alternanza giorno/notte, come si vedrà in seguito, come il cortisolo ad esempio. 11 Anche i valori glicemici ottenuti durante un test da carico orale tendono ad essere più elevati quando l’esame viene effettuato nel pomeriggio rispetto a quando viene effettuato di mattina. Alcuni ormoni sono influenzati anche da un ritmo mensile, basti pensare agli ormoni ipofisari femminili (FSH, LH). 12 I RITMI CIRCADIANI COSA SONO? Da un articolo di Maria Anderson dalla Rivista “The Scientist” di Febbraio 2004 Che cosa sono i ritmi circadiani? Questi “sistemi a tempo” comandano la fioritura delle piante, forzano le persone ad addormentarsi, sollecitano gli uccelli migratori a volare verso paesi più caldi, etc. Mentre i ritmi circadiani agiscono nelle 24 ore, ce ne sono altri che sono legati alle maree, alla Luna, all’anno solare. Su quali organismi hanno effetto? Lieviti, cianobatteri, insetti, topi, esseri umani sono tutti coinvolti. Ciò che vale per il topo e l’uomo può essere valido per i mammiferi in generale. Per quanto il meccanismo basilare sia lo stesso per tutti gli organismi, esistono differenze individuali. Che cosa regolano i ritmi circadiani? Sia la luce che la temperatura svolgono un ruolo. I criptocromi, rilevatori della luce blu, che sono presenti in quasi tutti gli organismi, trasmettono segnali ai geni circadiani ed alle proteine che mantengono il “sistema orologio” sincronizzato. Nei mammiferi la luce viene captata attraverso gli occhi ed inviati al nucleo suprachiasmatico nell’ipotalamo. Le piante invece utilizzano recettori della luce nella loro struttura. 13 Cosa provocano i ritmi circadiani? Essi regolano molti meccanismi: dalla fissione binaria nei batteri al ciclo del sonno nell’uomo; dalla fissazione dell’azoto nei cianobatteri alla riproduzione asessuata nelle spore; dalla migrazione degli uccelli alla ibernazione di alcuni mammiferi. Nei vegetali regolano la fioritura, la fotosintesi, l’assimilazione del gas, il metabolismo. Cosa succede se i ritmi sballano”? Aritmicità nelle piante da imputarsi a mutazione di geni o stimoli esterni possono causare fioritura anticipata; nell’uomo, fluttuazioni ormonali causate dall’età alterano l’ampiezza del ritmo modificando ad esempio gli orari del sonno, anticipando o ritardando. 14 Ritmi cronobiologici Classificazione dei ritmi sulla base della loro frequenza Alte Medie frequenze Basse frequenze frequenze 0,5h<τ<20h 20h<τ<28h 28h<τ<2,5 g τ >2,5 g τ< 0,5h Esempi di Esempi di ritmi ad ritmi a bassa alta frequenza frequenza Ritmi -ritmi ultradiani -ritmo circaseptani Ritmi dell’EEG (7 g ) circadiani (Elettroencefalogramma) -ritmo cardiaco -ritmo respiratorio -ritmi Ritmi circavigintani infradiani (2 0 g ) -ritmi circatrigintani (3 0 g ) -ritmi circannuali (3 6 5 g ) I ritmi più diffusi in natura sono comunque quelli circadiani che riconoscono come sincronizzatori più comuni l’alternanza luce oscurità, sonno-veglia, l’assunzione di cibo, la vita sociale, ecc. 15 È stata per esempio osservata una variazione ritmica circadiana VES (velocita di sedimentazione degli eritrociti) dai livelli di ACHT (ormone adrenocorticotropico), di cortisolo, delle gonadotropine, della sideremia, della cloruremia, della calcemia, della 5-idrossitriptamina, nonché dell’escrezione urinaria di catecolamine, sodio, potassio, fosfati, ecc. Taluni di questi parametri (ACHT, cortisolo, sideremia) presenta variazioni cronobiologiche di notevole entità. Sono state inoltre osservate variazioni stagionali nei valori del colesterolo, con concentrazioni generalmente maggiori durante l’inverno. INFLUENZA DEI RITMI CIRCADIANI SULLA ATTIVITÀ QUOTIDIANA La nostra attività giornaliera è influenzata da diversi fattori fisiologici, psicologici, culturali che hanno effetti sui risultati e della sicurezza del nostro lavoro. Un parametro che spesso è sconosciuto, o quantomeno poco considerato, riguarda i ritmi biologici naturali che riducono le nostre capacità od attenzione almeno due volte al giorno. Come illustrato in figura, i valori più bassi si hanno nella notte tra le 3 e le 4 e nel pomeriggio tra le 14 e le 15. Gli effetti, nel pomeriggio, sono tanto più accentuati quanto più si è in debito di sonno. 16 Durante questi periodi operazioni di importanza critica dovrebbero essere eliminate “ATTENZIONE” 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 ORE Ritmo fisiologico di un organismo in relazione all’alternarsi del giorno e della notte. Anche l’abitudine cronica al fumo può influenzare alcuni valori, ad esempio dell’esame emocromocitometrico: si ha un aumento dell’emoglobina, della carbossiemoglobina, del numero e del volume dei globuli rossi, del numero di globuli bianchi, etc. Gli sforzi fisici, specie se prolungati, possono far aumentare l’attività degli enzimi muscolari come creatina chinasi, lattato deidrogenasi e aspartato amintransferasi. Abbastanza rilevanti sono gli effetti legati alla posizione del soggetto (effetti posturali): il volume del sangue circolante col soggetto seduto è inferiore di circa 600 ml rispetto alla posizione supina. Infatti nel soggetto seduto dai capillari 17 fuoriesce liquido privo di proteine; in posizione supina il liquido interstiziale viene richiamato nel compartimento vascolare e il volume aumenta. Queste variazioni avvengono in tempi compresi tra 5 e 20 minuti. Di conseguenza quando il prelievo viene effettuato col soggetto in posizione seduta si ha un aumento del 5-15% delle macromolecole (albumina!) e degli elementi cellulari. Ciò non si verifica ovviamente per le piccole molecole (glucosio!) che possono passare tranquillamente attraverso la parete vasale. Questi effetti posturali sono particolarmente accentuati nei pazienti edematosi. Postura, riposo fisico Pazienti ambulatoriali e degenti ospedalizzati Pazienti ambulatoriali Valori più alti di: Emoglobina (Hb), Proteine Totali, Ca2+, colesterolo, Acidi grassi non esterificati (NEFA), Bilirubine. Pazienti immobili, Aumentano nelle urine: Attività Ca2+, Fosforo 4-idrossi prolina. fisica, Aumentano gli enzimi scheletrica: Creatina fosfochinasi (CPK), della muscolatura Aspartato Amino transferasi (AST o GOT), 18 Lattato deidrogenasi (LDH), Acido lattico, Acido piruvico, Ammoniaca (NH3). Emozione e stress Colesterolo , Ormoni tiroidei, adrenalina e noradrenalina Stress mentale Escrezione Urinaria delle catecolammine Vasopressina Traumi chirurgici Creatina fosfochinasi (CPK) , AST (o GOT) Dopo il prelievo entrano in gioco altre variabili che possono influenzare il risultato dell’esame: l’uso di un anticoagulante appropriato, la conservazione del campione e il suo trasporto al laboratorio. È importante evitare stress meccanici, per esempio l’applicazione di un laccio emostatico troppo stretto o troppo a lungo durante il prelievo, oppure l’agitazione delle provette durante il trasporto del campione. Questo tipo di stress meccanici possono dar luogo ad emolisi, cioè alla rottura dei globuli rossi con fuoriuscita di emoglobina e di altre sostanze. Se il sangue deve essere conservato allo stato fluido è importante usare provette contenenti un appropriato anticoagulante (EDTA, citrato, eparina, NaF). Alcuni di questi anticoagulanti possono determinare importanti artefatti. 19 CONSERVAZIONE DEI CAMPIONI DI SANGUE E MODIFICAZIONI PREANALITICHE Luigi Spandrio, Piccin Editore. L’intervallo di tempo che intercorre, anche normalmente, fra l’esecuzione del prelievo e l’effettuazione delle analisi, può causare una modificazione nella concentrazione dell’analita o nell’attività biologica o biocatalitica del sistema che si intende misurare. Le cause di questo fenomeno possono essere di tipo fisico, chimico-fisico e biologico o biometabolico. Le cause di tipo fisico interessano soprattutto l’evaporazione, la solubilità, l’adsorbimento e la diffusione. L‘evaporazione del campione risulta strettamente legata alla temperatura ambiente, all’umidità relativa, alla tensione superficiale e alla superficie (sezione) di esposizione del liquido all’aria, nonché alla distanza fra la superficie di esposizione e l’aria libera e, infine, al tempo di conservazione. L’incremento nella concentrazione dell’analita per evaporazione risulta inoltre correlato, a parità di altre condizioni, al volume del campione liquido. Senza volere entrare nei dettagli dei vari parametri si può affermare che le variazioni indotte dal fenomeno dell’evaporazione sono tutt’altro che trascurabili, specie nella stagione calda e per tempi di esposizione prolungati. La solubilità dei composti chimici presenti nei liquidi biologici può alterarsi drasticamente nel tempo, non tanto per il sangue, il siero o il plasma (dove la matrice proteica funge da ottimo stabilizzatore), quanto, piuttosto, per le urine; in questo caso il semplice abbassamento della temperatura a livello ambiente o di frigorifero (nel caso della raccolta delle urine delle 24 ore), o la modesta modificazione del pH dovuta alla non sterilità del materiale (fermentazione batterica), possono indurre ampie riduzioni nella solubilità di taluni costituenti, con abbondante precipitazione dei medesimi (es. calcio, fosfato, calcio ossalato, acido urico, metaboliti di farmaci, ecc.). L’analisi di questi componenti esige la previa solubilizzazione del materiale precipitato, operazione non sempre semplice ed immediata e che richiede un trattamento particolare in funzione di ogni singolo composto; sarà allora indispensabile l’acidificazione a valori di pH di 1,5-2,0 per solubilizzare l’ossalato di calcio seguita da agitazione e riscaldamento; l’alcalinizzazione del mezzo per l’acido urico, ecc. In mancanza di idonei trattamenti i risultati analitici possono essere 20 grossolanamente errati rispetto alla situazione biologica originaria. L‘adsorbimento alle pareti del contenitore può interessare soprattutto i cationi, con particolare riferimento a calcio, magnesio, ferro, ecc. e dipende dalla natura del materiale (vetro, vari tipi di plastica), dal tempo di contatto e dalla temperatura; questo fenomeno, salvo casi di lunga conservazione in frigorifero, non induce variazioni rilevanti. La diffusione fisica esplica importanti conseguenze in due situazioni: a) quando il siero o il plasma viene conservato in presenza del coagulo o degli eritrociti; la fuoriuscita di costituenti endoeritrocitari (potassio, esteri fosforici organicb ecc.) aumenta la concentrazione dei medesimi creando un tipico gradiente di diffusione. Pertanto si evidenzieranno misure analitiche differenti in funzione della distanza del punto di prelievo del liquido da analizzare dalla superficie del coagulo stesso; b) quando un campione (siero, plasma, urine, ecc.) viene congelato; durante la fase di congelamento si può creare, in funzione del tempo e delle modalità del congelamento stesso, un gradiente di concentrazione, anche molto elevato. Se lo scongelamento non è seguito da mescolamento, tale gradiente, può, almeno in parte, permanere e causare sensibili variazioni di concentrazione sempre a seconda del punto di prelievo del liquido da sottoporre ad analisi. Tra i processi chimico-fisici, quelli che possono indurre maggiori modificazioni nella composizione o nella natura di importanti costituenti biochimici, sono l’effetto fotochimico, la denaturazione e l’aggregazione. L‘effetto fotochimico è dovuto alle radiazioni attiniche della luce solare, che è in grado, agendo su molecole a struttura chimica particolare, in genere sostanze fotoassorbenti, di alterarne più o meno ampiamente la struttura stessa, in modo da renderle non più misurabili con i comuni metodi analitici; le condizioni generali del mezzo (pH, presenza di sostanze riducenti, ossidanti, ecc.), il tempo di esposizione alle radiazioni e l’intensità di queste ultime (luce solare diretta, luce diffusa, ecc.) sono fattori molto importanti nel condizionare l’intensità del fenomeno. In tal modo si spiega la variabilità di risposta da campione a campione “coeteris paribus”. Le sostanze più importanti, dal punto di vista chimico-clinico che subiscono questo tipo di alterazione sono la bilirubina e le varie porfirine. Il modo per evitare tale alterazione consiste nel conservare le sostanze al buio e, 21 se necessario, come per le porfirine, alcalizzando il pH moderatamente e congelando. La denaturazione e le modificazioni conformazionali, in genere, riguardano alterazioni steriche o strutturali dei siti attivi di molecole complesse (proteine semplici o coniugate), che si riflettono nella modificazione di qualche proprietà biochimica della molecola originaria (attività catalitica, specificità o avidità immunologica o, comunque, proprietà di legame; tale fenomeno dipende dal tempo, dalla temperatura, dal pH e, più in generale, dalla composizione biologica del mezzo. In certi casi il fenomeno può essere accelerato da processi di ossidazione quando alla costituzione del sito attivo partecipano radicali tiolici. Come conseguenza si riscontra una perdita progressiva di intensità della proprietà biologica tipica della molecola, perdita che può essere, in certe condizioni, molto marcata come nel caso di attività enzimatiche. Per ovviare, almeno in parte, a questa perdita di attività nel tempo, il mezzo più semplice è rappresentato dalla refrigerazione, unita, in qualche caso, alla modificazione del pH, per esempio con citrato o acetato nel caso della fosfatasi acida prostatica e alla aggiunta di sostanze con gruppi sulfidrilici liberi nel caso della creatinfosfochinasi. Al contrario i detergenti, i solventi organici, i microorganismi e talvolta anche il congelamento, alterano notevolmente la stabilità delle proteine. Le proteine del plasma, durante la conservazione, possono andare incontro anche a fenomeni di polimerizzazione o, più in generale, di aggregazione; come conseguenza possono risultare alterate le misure delle proteine stesse. Le cause di tipo biochimico o biometabolico agiscono immediatamente in vitro” su tutte quelle sostanze che nell’organismo si trovano in uno stato dinamico dal punto di vista metabolico; le modificazioni nel tempo di tali sostanze, dopo il prelievo, possono essere di entità drammatica, sia in aumento (acido lattico, acido piruvico, NH4+, ADP, AMP, H+), sia in diminuzione (glucosio, ATP); è evidente che, se non si adottano opportuni accorgimenti immediatamente al momento del prelievo, si otterranno dei risultati analitici privi di qualunque significato medico. I cambiamenti nella concentrazione di queste sostanze sono così rapidi che normalmente non si può aspettare neppure che si verifichi il processo di coagulazione; pertanto si dovrà effettuare il prelievo con anticoagulante idoneo e procedere, poi, in maniera diversa da caso a caso; talvolta basterà un’immediata refrigerazione del campione (pH ed emogasanalisi) fino al momento della misura, oppure il congelamento del plasma (NH4+) quando il differimento nel tempo dell’analisi è più prolungato. 22 In altri casi anche questi provvedimenti risultano insufficienti e si richiede la immediata deproteinizzazione, magari con soluzione deproteinizzante (acido perclorico) raffreddata, come nel caso della misura dell’acido lattico e dell’acido piruvico. Per la misura della glicemia, infine, si può ricorrere all’uso di una sostanza glicostatica (fluoruro, monoiodoacetato), insieme alla refrigerazione quando i tempi di conservazione sono lunghi. D’altro canto non si può dimenticare che il blocco del sistema glicolitico (glicostatici, raffreddamento) comporta un rapido esaurimento del tenore di ATP endoeritrocitario e il venir meno di questo sistema energetico porta di pari passo alla progressiva inefficienza dei sistemi di “pompa” e quindi dei gradienti a livello della membrana eritrocitaria; la conseguenza sarà rappresentata dalla fuoriuscita di potassio e di esteri fosforici dagli eritrociti e dall’aumento della loro concentrazione nel plasma. Per ovviare a questi inconvenienti e per rimediare a queste esigenze, talora contrastanti, sarà allora necessario procedere alla tempestiva separazione del plasma dagli eritrociti. Contenitori dei campioni Un contenitore per i campioni di sangue dovrebbe avere i seguenti requisiti teorici: essere perfettamente pulito, essere chimicamente inerte e trasparente, avere una buona resistenza meccanica e termica; essere a perfetta tenuta ed avere tacche di taratura volumetrica di buona approssimazione; essere di basso costo per non richiedere la riutilizzazione (“disposable”). Attualmente il vetro è ancora molto usato, nonostante taluni seri inconvenienti legati alla necessità del lavaggio, alle possibilità di scambi ionici, ed all’effetto di attivazione dei sistemi emocoagulativi, particolarmente marcato per vetri riusati e rigati. Caratteristiche più soddisfacenti hanno alcuni materiali sintetici, come il polipropilene, il polimetacrilato ed il polistirene. VALUTAZIONE DEI CONTENITORI 23 Valutazione della facilità di apertura dei diversi tipi di provette (giudizio concorde degli 8 operatori) Tipo di provetta Caratteristica valutata Apertura A B C D E F Media Media facile facile facile Facile rara rara rara rara frequente frequente rara rara difficoltà difficoltà Contaminazione esterna tappi rara rara Contaminazione frequente frequente interna tappi Controllo tra i risultati analitici ottenuti con diverse provette L’ANOVA fattoriale e i successivi confronti multipli eseguiti sui risultati analitici ottenuti con i diversi tipi di provette ha consentito di evidenziare l’influenza del tipo di provetta: differenze statisticamente significative tra i vari tipi di provette sono realizzate per i dosaggi di glucosio, LDH, Bilirubina, Aptoglobina, comunque contenute al di sotto del 2% e quindi al di sotto dei valori di imprecisione dei metodi di dosaggio. TEMPERATURA: Alcuni costituenti serici rimangono stabili a temperatura ambiente per 4 ore, o a 4 °C per 24 ore Occorre invece il rapido raffreddamento (miscela di acqua e ghiaccio), ma senza congelamento per analiti quali la gastrina, insulina e renina oppure ammoniaca e acido lattico. LIOFILIZZAZIONE: è molto efficace per la conservazione di sistemi biologici delicati. Viene molto usata dall’industria farmaceutica e di prodotti diagnostici. Trasporto dei campioni Viene generalmente eseguito manualmente, senza previo trattamento o 24 separazione dei campioni; per eventuale trasporto o spedizione a distanza, può essere indispensabile procedere alla separazione del siero o plasma ed alla eventuale refrigerazione con ghiaccio secco posto in adatti contenitori isolati. Il corretto trasporto del materiale biologico è fondamentale per la riuscita delle determinazioni analitiche al fine di ridurre al minimo i rischi di errori nella valutazione Il trasporto dall’interno o dall’esterno della struttura addetta alla lavorazione del materiale biologico segue indicazioni diverse Il trasporto intramurale prevede il trasferimento del materiale dal sito di prelievo a quello di analisi e viene effettuato da infermieri o da personale specializzato che utilizzano provette o appositi contenitori sistemati in alloggiamenti idonei e accompagnati da fogli ed etichette di identificazione Nel trasporto extramurale invece si effettuano indagini molto specialistiche con l’uso di, per esempio, contenitori a tappo a vite infrangibili; contenitori a ghiaccio sintetico o azoto liquido, contenitori schermati per prodotti radioattivi Intervalli e valori di riferimento. L’interpretazione dei risultati di laboratorio è un caso speciale di decisione fatta per confronto con un valore decisionale, un valore precedente o un intervallo di riferimento. Nel caso del valore decisionale non c’è un intervallo di valori, esistono invece valori soglia (cut-off) ovvero valori limite dei parametri misurati oltre ai quali tali parametri sono considerati anormali e comportano delle decisioni cliniche. Nel caso del criterio del valore precedente la decisione medica si prende per confronto con i risultati di un test eseguito in precedenza sul paziente. Nel caso dell’intervallo di riferimento si definisce di un insieme di valori ottenuto dall’osservazione o dalla misura di un particolare analita su individui di riferimento, vale a dire individui selezionati per confronto usando criteri ben definiti indicati da organismi internazionali. Devono essere soggetti sani, che non presentano patologie. Per ciascuno dei parametri presi in esame ciò che viene fornito al medico curante è un valore numerico che va confrontato con un intervallo di valori compresi tra un limite inferiore ed un limite superiore, entro cui si fa rientrare la “normalità”: al di fuori dei limiti fissati dall’intervallo di riferimento il risultato è da considerare patologico. La cosiddetta normalità dei parametri di laboratorio è un concetto astratto: oggi si preferisce perciò il termine, già menzionato, di valori di riferimento, cioè valori relativi ad una popolazione di riferimento. 25 I valori patologici sono quelli che eccedono l'intervallo di valori di riferimento e che sono riconosciuti come tali per la loro plausibilità clinica. 26