MULTIVIBRATORI Fra gli oscillatori che forniscono forme d’onda non sinusoidali una categoria importante è costituita dai multivibratori. Questi a loro volta si distinguono in astabili, monostabili e bistabili. Multivibratori astabili Il circuito più comune è riportato in fig.1 . Si tratta di due stadi amplificatori accoppiati mediante accoppiamento capacitivo. Ognuno dei due transistori viene polarizzato in zona attiva, ma la situazione in cui ogni transistore lavora nel suo punto di lavoro è di equilibrio instabile (fig.2). Infatti se la corrente di collettore di uno dei due transistori tende ad aumentare, la sua tensione di collettore tende a diminuire; attraverso il condensatore di accoppiamento la diminuzione di tensione viene riportata alla base dell’altro transistore, in cui circolerà una corrente di collettore minore, con un aumento della sua tensione di collettore. Questo +VB aumento viene riportato alla base del primo transistore e provoca un ulteriore aumento della corrente. Si può allora pensare che uno dei due R2 RC1 R1 RC2 transistori sia in conduzione, mentre l’altro sia C1 C2 interdetto (fig.3), ma vedremo che nemmeno questa situazione è di equilibrio stabile: il sistema oscilla. 2 1 Si potrebbe provare a studiare il circuito in base alle condizioni di innesco per l’oscillazione, infatti ognuno dei due stadi inverte e quindi, se si considera il circuito come reazionato, si vede che all’ingresso per esempio del primo transistore viene riportato un segnale in fase e quindi si può avere l’oscillazione. Fig.1:Multivibratori astabili. I componenti RC1, Tuttavia le condizioni di innesco hanno poco valore, R1, C1 sono rispettivamente uguali a RC2, R2, anche per la determinazione della frequenza di C2, ma sono stati distinti con i pedici 1 e 2 per oscillazione, mentre è possibile, a partire da individuare comodamente i percorsi di carica e considerazioni elementari riguardanti per esempio scarica dei condensatori. IC IC VAL /RC IB VAL /R mA VAL Fig.2: Punto di lavoro, instabile, per ognuno dei due transistori. VCE VAL VCE Fig.3: Punto di lavoro per ognuno dei due transistori: situazioni limite. l’andamento della tensione tra la base e l’emettitore di uno dei due transistori, ricavare la forma d’onda e il periodo su cui si assesta il sistema una volta avvenuto l’innesco. Studiamo il sistema iniziando dal momento in cui 1 va in saturazione e 2 si interdice. (Si può anche supporre che entrambi i transistori inizialmente conducano, fino a che, a causa dell’instabilità del sistema, uno conduce al massimo, va in saturazione, e l’altro viene interdetto). La tensione V BE di 2 è data dalla carica del condensatore C1 attraverso il percorso costituito dal transistore 1, in conduzione, e dalla resistenza R2 (fig.4) e pertanto si esprime come VBE A e t RC B, dove A e B sono costanti da determinare in base alle condizioni iniziali e finali, cioè allo stato di carica del condensatore nel momento t=0, in cui inizia la carica data dall’espressione precedente e a quello che sarà lo stato a carica terminata. +VB +VB R2 RC1 C1 1 C1 + VB - 2 1 2 + VB - Fig. 4: Carica del condensatore C1 con 1 in conduzione e 2 interdetto e a destra, condizioni iniziali: il condensatore si era caricato attraverso 2 in conduzione con 1 interdetto. Si ha: per t = 0, VBE VB e quindi A B VB per t= VBE VB e quindi B VB e A 2VB L’espressione completa di VBE è allora data da +VBE +VB t -VB +VCE +VB t Fig.5: Determinazione del periodo dell’oscillazione e forma d’onda di uscita. t RC t RC VBE 2VB e VB Se ora uguagliamo a 0 questa espressione e risolviamo per t, troviamo l’istante in cui il transistore 2 viene portato in conduzione. Il tempo che intercorre tra il valore 0, inizio del processo di carica, e il valore corrisponde al tempo in cui 2 rimane interdetto e quindi la tensione sul collettore di 2 è elevata, cioè al semiperiodo dell’oscillazione (fig.5). Ricaviamo : VBE 2VB e VB 0 risolta dà t RC ln 2 0 ,69 T , che permette, come si è detto, di determinare il semiperiodo dell’oscillazione e quindi di progettare il circuito in modo che oscilli alla frequenza richiesta. Accenniamo al fatto che dovrà essere RC<<R in modo che il raggiungimento delle condizioni iniziali per il condensatore (circuito a destra nella fig.4) richieda un tempo trascurabile rispetto a e quindi svolga un effetto trascurabile nel funzionamento del dispositivo. Multivibratori monostabili Con una piccola modifica del circuito di fig.1 si può ottenere il multivibratore monostabile (fig.6). La situazione di equilibrio è quella in cui 2 è in conduzione mentre 1 è interdetto. Il condensatore è carico: si è caricato praticamente a + VB attraverso RC e il transistore 2 in conduzione, in modo che l’armatura di destra, che coincide con la base del transistore, è a + VBE 0,6V. Supponiamo ora di mandare un impulso di commutazione, indicato in figura con una freccia, nella base del transistore 1. Il transistore 1 incomincia a condurre, il suo potenziale di collettore si abbassa verso il potenziale di massa. Ai capi del condensatore rimane inizialmente ancora localizzata una differenza di potenziale di VB, ma l’armatura che prima era a + VB si trova ora praticamente a massa, quindi l’armatura di destra viene a trovarsi a – VB e interdice il transistore 2. Questa situazione non è però di equilibrio stabile. Il condensatore si scarica attraverso la resistenza R e inizia a caricarsi, fino a che sulla base di 2 si ripristina una tensione VBE + 0,6 V. A questo punto 2 riprende a condurre e interdice 1, mentre il condensatore ritorna alla +VB situazione iniziale, che rimane inalterata fino a che non arriva un altro impulso di corrente. RC R RC 2 1 C +VB Multivibratori bistabili Se si modifica il circuito precedente in modo ma porre il transistore 2 nella stessa situazione del transistore 1, si ottiene il multivibratore bistabile, detto anche flipflop (fig.7) Supponiamo che 1 conduca. Allora il punto A è a massa, B alla tensione di batteria e 2 è interdetto -VB +VB Fig.6: Multivibratore monostabile. RC perché la sua base è a una tensione negativa. Questa situazione è di equilibrio stabile. Se ora si immette in I un impulso positivo, questo incontra sulla base di 1, che conduce, una impedenza molto bassa, mentre incontra una impedenza elevata sulla base di 2, che è interdetto. Quindi tutto l’impulso si localizza fra base ed emettitore di 2, che entra in conduzione e interdice 1. Se si invia un altro impulso la situazione si ribalta. RC A B 2 1 I -VB Fig.6: Multivibratore bistabile.