Facoltà di Ingegneria - Università di Bologna Anno Accademico: 2010/11 TECNICA ED ECONOMIA DEI TRASPORTI Docente: Marino Lupi LA DOMANDA DI TRASPORTO CARATTERIZZAZIONE E MODELLI (Capitolo 2) 1 Modelli di domanda - Modello di domanda descrittivo (o non comportamentale): non si fanno esplicite ipotesi sul comportamento dell’utente. - Modello di domanda comportamentale: si fanno esplicite ipotesi sul comportamento dell’utente. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 2 Esempi di modelli di domanda descrittivi sono i attributo del sistema socioeconomico macromodelli: d tvp = K IPI tα Tt β attributo del sistema di trasporto d tvp = veic-km (veicoli pesanti) sulla rete autostradale italiana nell’anno t (è un misura di traffico, molto utilizzata: è data dalla somma dei km sui biglietti venduti nell’anno t) IPI t = Indice di produzione industriale italiana nell’anno t Tt = tariffa media nell’anno t in euro/km ( Incasso totale in un anno ) veicoli − km in un anno K ,α , β Coefficienti del modello da stimare Si dicono macromodelli perché le variabili, sia quella dipendente, sia quelle indipendenti, sono molto aggregate: sia spazialmente (rete autostradale), sia temporalmente (in un anno). M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 3 Esempi di modelli descrittivi - Macromodelli d tvp = K IPI tα Tt β Il modello è descrittivo perché è stata supposta una forma funzionale, moltiplicativa, senza fare esplicite ipotesi sul comportamento dell’ utente. Passando ai logaritmi ottengo una forma funzionale lineare: ln(d tvp ) = ln( K ) + α ln( IPI t ) + β ln(Tt ) yt = β1 xt1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 =1 Modello lineare ( lineare nei parametri β i incogniti) M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 4 MODELLO di DOMANDA Forma generale di un modello di domanda: d = F(X, β) d : Vettore (in generale) di domanda (quindi, in generale, ho m funzioni d i = Fi (X, β) ) del sistema socioeconomico X : Vettore di attributi del sistema di trasporto β : Vettore dei parametri (coefficienti) che devono essere stimati M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 5 Fasi della messa a punto di un modello di domanda Specificazione: devono essere determinate le variabili (variabili che rappresentano la domanda e attributi) che in esso compaiono. Deve essere determinata la relazione funzionale fra di esse. Calibrazione: devono essere stimati i coefficienti incogniti (parametri) che in esso compaiono. Corroborazione: si deve valutare la capacità del modello di riprodurre le scelte realmente effettuate dagli utenti. In generale il ciclo: Specificazione Calibrazione Corroborazione deve essere ripetuto più volte fino ad una determinazione soddisfacente del modello. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 6 Elasticità della domanda rispetto ad un attributo X i el Xi X i ∂D ∂D / D ∂ ln D = = = D ∂X i ∂X i / X i ∂ ln X i A seconda di quello che voglio mettere in evidenza utilizzo la definizione in forma diversa L’ultimo passaggio segue dal fatto che risulta: d ln y 1 = dy y dy = d ln y y Se el X i < 1 Se el X i > 1 La domanda si dice elastica rispetto all’attributo X i La domanda si dice anelastica rispetto all’attributo X i M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 7 Elasticità della domanda rispetto alla tariffa- Esempio Modello (specificazione): d tvp = K IPI tα Tt β Passando ai logaritmi: ln(d tvp ) = ln( K ) + α ln( IPI t ) + β ln(Tt ) Elasticità della domanda rispetto alla tariffa: ∂ ln d tvp elTt = =β ∂ ln Ti Modello con forma funzionale di tipo moltiplicativo: l’elasticità rispetto ad un attributo coincide con il coefficiente dell’attributo. Questa è una delle ragioni della larga diffusione della forma moltiplicativa nell’ambito dei modelli di domanda descrittivi . M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 8 Elasticità della domanda rispetto alla tariffa: osservazioni T ∂D elT = D ∂T Segni delle variabili: ∂D <0 ∂T T >0 D>0 A parità di altre variabili, se la tariffa aumenta la domanda deve diminuire (derivata parziale). Da questo segue che: elT < 0 , ossia: β < 0 Se nella fase di calibrazione ottengo β > 0 vuol dire che il modello non funziona. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 9 Quali osservazioni pratiche posso ricavare dal valore della elasticità? Ammettiamo che: ∂D / D elT = = −0,7 ∂T / T ∂T = 0,03 Se aumento la tariffa del 3%, ossia: T La domanda diminuirà del 2,1% infatti: ∂D = 0,03 ⋅ (−0,7) = −0,021 D M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 10 Elasticità della domanda e politica tariffaria Incasso totale: TR = DT T ∂D ∂ (TR ) ∂D ∂T ∂D = T+ D= T + D = D( + 1) = D(elT + 1) ∂T ∂T ∂T ∂T D ∂T Come è stato visto: elT < 0 Se elT < 1 sempre domanda anelastica ∂ (TR ) = D(elT + 1) > 0 ∂T Se aumento la tariffa aumenta l’incasso: mi conviene aumentare ∂ (TR ) = D(elT + 1) < 0 domanda elastica Se elT > 1 ∂T Se diminuisco la tariffa aumenta l’incasso: mi conviene diminuire M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 11 Naturalmente la situazione reale è più complessa di quanto previsto nel modello matematico . Per esempio può convenirmi, in ogni caso, mantenere gli utenti. Inoltre è stata considerata la derivata parziale della domanda come se tutte le altre variabili da cui dipende la domanda rimanessero costanti. In realtà queste variabili non sono controllate dall’azienda di trasporto che fa la politica tariffaria. Per esempio i concorrenti, sullo stesso sistema di trasporto o su sistemi concorrenti, possono variare le tariffe. Inoltre il modello matematico è, ovviamente, solo una schematizzazione della realtà. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 12 Esempi di macromodelli: traffico autostradale italiano 1983/2000 ln d vp = 3,62 + 1,99 ln IPI − 0,76T domanda in veicoli pesanti Domanda elastica rispetto all’indice di produzione industriale; domanda anelastica rispetto alla tariffa. ln d vl = −12,81 + 1,83 ln PIL − 0,47 B domanda in veicoli leggeri Domanda elastica rispetto al PIL (indice della crescita della economia); domanda anelastica rispetto al prezzo della benzina (in questo modello variabile più significativa rispetto alla tariffa). M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 13 La domanda autostradale in veicoli pesanti cresce più che proporzionalmente rispetto alla produzione industriale; la domanda in veicoli leggeri cresce più che proporzionalmente rispetto al PIL. Questo tipo di sviluppo crea problemi di tipo ambientale. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 14 Esempio di macromodello riguardante il trasporto aereo - fonte: ICAO (International Civil Aviation Organization) ln( RPK t ) = −8,10 + 1,79 ln( RGDPt ) − 0,77 ln( RFt ) RPK t = RGDPt = RFt = “Revenue passengers kilometers” nell’anno t “Real Gross Domestic Product” nell’anno t (“Real” perchè depurato dall’inflazione) “Real Fare” tariffa nell’anno t (“Real” perché depurata $ incasso totale dall’inflazione) = pass − km pass − km prodotti M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 15 Modelli descrittivi che non sono macromodelli: modelli gravitazionali (molto utilizzati nella pratica della stima della domanda di trasporto) d ij = K ( Pi Pj )α Tijβ Specificazione del modello d ij domanda di trasporto fra la città i e la città j Pi e Pj popolazione delle città i e j Tij = tempo di viaggio fra i e j (oppure tariffa o anche distanza fra i e j ) Modello gravitazionale perché la forma funzionale “assomiglia” alla legge della gravitazione universale di Newton F =G m1 m2 r2 F forza gravitazionale fra le due masse m1 e m2 valore delle due masse r distanza fra le due masse G costante gravitazionale 6.67 × 10-11 N m 2 kg -2 d ij = K ( Pi Pj )α Tijβ ln(d ij ) = ln k + α ln( Pi Pj ) + β ln(Tij ) yc = β1 xc1 + β 2 xc 2 + β 3 xc 3 “linearizzato” attraverso i logaritmi (modello di regressione lineare) =1 Stima dei coefficienti del modello basata sui dati campionari (“crosssectional data”) T differenti coppie O-D per cui y1 = β1 x11 + β 2 x12 + β 3 x13 ipotizzo sia valido questo modello (in y = β x + β x + β x un determinato intervallo temporale) 1 21 2 22 3 23 2 ..... ..... ..... ... ..... Calibrare il modello significa date le β β β y = x + x + x c 1 c 1 2 c 2 3 c 3 y1 ,....... yT e date le xc1 , xc 2 , xc 3 ..... ..... ..... ... ..... ricavare i coefficienti yT = β1 xT 1 + β 2 xT 2 + β 3 xT 3 (∀c =1, 2,........T) 17 β1 , β 2 e β 3 Stima dei coefficienti del modello basata su serie storica dei dati y1 = β1 x11 + β 2 x12 + β 3 x13 y = β x + β x + β x 1 21 2 22 3 23 2 ..... ..... ..... ... ..... yt = β1 xt1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 ..... ..... ..... ... ..... yT = β1 xT 1 + β 2 xT 2 + β 3 xT 3 Un’unica coppia O-D considerata in T anni differenti. Calibrare il modello significa: date le y1 ,....... yT e date le xt1 , xt 2 , xt 3 (∀t =1,2,........T), ricavare i coefficienti β1 , β 2 e β 3 M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 18 Esempio di modello gravitazionale applicato a due zone di una stessa città α d ij = KPi Aβj tijγ Specificazione del modello Spostamenti per motivo lavoro dalla zona i alla j Pi = numero di attivi (lavoratori) residenti nella zona i (capacita generativa della zona i). A j = numero di addetti (lavoratori) nella zona j (capacità attrattiva). tempo del viaggio (nel sistema di trasporto) fra i centroidi i e j tij costo del viaggio fra i e j distanza in linea d' aria fra i centroidi i e j M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 19 Anche il modello d ij = KPi α Aβj tijγ posso “linearizzarlo” con i logaritmi ln(d ij ) = ln K + α ln Pi + β ln Aj + γ ln(tij ) yc = β1 xc1 =1 + β 2 xc 2 + β 3 xc 3 + β 4 xc 4 e “ridurlo” al modello di regressione lineare y1 = β1 x11 + β 2 x12 + β 3 x13 + β 3 x14 T coppie di zone O-D di una stessa y = β x + β x + β x + β x città 2 1 21 2 22 3 23 4 24 Calibrare il modello significa: date le ..... ..... ..... ... ..... y1 ,....... yT e date le xc1 , xc 2 , xc 3 , xc 4 y x x x x = + + + β β β β 1 c1 2 c2 3 c3 4 c4 c (∀c =1,2,........T), ricavare i coefficienti ..... ..... ..... ... ..... yT = β1 xT 1 + β 2 xT 2 + β 3 xT 3 + β 4 xT 4 β1 , β 2 , β 3 , β 4 20 Altri esempi di modelli di domanda descrittivi d ij = K Piα1 Pjα 2 I iα 3 I αj 4Viα 5V jα 6 Tijα 7 Fijα 8 Specificazione del modello d ij = domanda di trasporto aereo fra due città i e j. Pi e Pj : popolazione delle due citta i e j. I i e I j : reddito delle due città i e j. V i e V j : indici che esprimono la caratterizzazione socioeconomica delle città i e j, per esempio percentuale di addetti all'industria o ai servizi. Tij : tempo del viaggio fra i e j. Fij : tariffa del viaggio fra i e j. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 21 Altri esempi di modelli di domanda descrittivi d ij = K Fijα1 I ijα 2 Tijα 3 Dijα 4 (CAij )α 5 Specificazione del modello d ij = domanda di trasporto aereo fra due città i e j. Fij = tariffa del viaggio fra i e j. I ij = prodotto del reddito di i per quello di j. Tij = tempo del viaggio fra i e j. Dij = distanza fra le città i e j. CAij = chiamate telefoniche fra le città i e j (quantizzazione delle " relazioni" fra le due città). M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 22 Riduzione alla forma “canonica” del modello di regressione lineare d ij = K Fijα1 I ijα 2 Tijα 3 Dijα 4 (CAij )α 5 ln d ij = ln K + α1 ln Fij + α 2 ln I ij + α 3 ln Tij + α 4 ln Dij + α5 ln(CAij ) yc = β1 xc1 + β 2 xc 2 + β 3 xc 3 + β 4 xc 4 + β 5 xc 5 + β 6 xc 6 =1 M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 23 Modelli di utilità casuale nella domanda di trasporto Nel fare uno spostamento l’utente compie delle scelte fra alternative diverse. I modelli di utilità casuale sono dei modelli di tipo comportamentale in quanto derivano da esplicite ipotesi sul comportamento di scelta degli utenti. Ipotesi fondamentali a) L’utente n considera nell’effettuare la scelta un “insieme di scelta discreto” I n (per questo sono anche detti “discrete choice models”). - Esempio: scelta del modo di trasporto in area urbana trasporto individuale trasporto collettivo autovettura come conducente autovettura come passeggero autobus motociclo bicicletta 24 a piedi Ipotesi fondamentali dei modelli di utilità aleatoria b) L’utente n associa a ciascuna alternativa i ∈ I n una “utilità” o “attrattività percepita”: U in . L’utente n sceglie l’alternativa per la quale la U in è massima. c) L’utilità di ciascuna alternativa dipende dal vettore X in degli attributi dell’alternativa: U in = U in ( X in ) . X n i Attributi del sistema di trasporto Esempio: tempo del viaggio, costo del viaggio Attributi socioeconomici dell’utente e del sistema di attività. Esempio: reddito dell’utente, numero di autovetture possedute nel nucleo familiare , numero di persone che 25 lavora in una determinata zona. Ipotesi fondamentali dei modelli di utilità aleatoria d) U in è una variabile aleatoria: U in = Vi n ( X in ) + ε i Componente deterministica , detta anche utilità sistematica (Ipotizzata dall’”analista” con dei coefficienti da stimare : E U in = Vi n ( X in ) = ∑ β k xikn ) [ ] Componente aleatoria ipotizzata a media nulla E (ε i ) = 0 k 4 fonti principali di aleatorietà 1) Alcuni attributi considerati dall’utente non sono stati considerati nel modello dall’”analista” . 2) Il valore stimato dall’”analista” per gli attributi è diverso dal valore che agli stessi attributi assegna l’utente. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 26 Quattro fonti principali di aleatorietà 3) L’utente ha una razionalità diversa da quella che gli attribuisce l’”analista” (“combina” diversamente, da quanto previsto dall’analista, gli attributi al fine di determinare l’utilità). 4) A parità di attributi considerati l’utente può percepire l’utilità in modo diverso in momenti temporali diversi (comportamento ”intrinsecamente” aleatorio dell’utente). M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 27 U = Vi ( X ) + ε i n i n Vi ( X ) n n i n i n U Componente deterministica di i detta anche utilità sistematica Generalmente, per ragioni di semplicità analitica del modello, si assume: Vi n ( X in ) = ∑ β k xikn Funzione lineare nei coefficienti β k k β1 , β 2 ,.........., β K Vettore dei coefficienti da stimare (fase di calibrazione del modello) Poiché l’utilità che l’utente associa a ciascuna alternativa è una variabile aleatoria, ossia assume diversi valori con diverse probabilità, non può essere previsto con certezza quale alternativa sceglierà l’utente. Si può determinare la probabilità di scelta, che ha un utente, di una alternativa : n pi = Pr U in > U nj = Pr Vi n − V jn > ε j − ε i ∀j ≠ i e j ∈ I n ( ) ( ) M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 28 Scelta fra trasporto collettivo e individuale Gli utenti 1, 3 e 5 scelgono il trasporto individuale. Gli utenti 2 e 4 scelgono il trasporto collettivo nt. collettivo n→∞ n pt. collettivo = lim U t. collettivo Vt. collettivo 3 5 4 2 1 nt. indivduale n →∞ n pt. individuale = lim Vt. individuale 4 2 3 5 1 U t. individuale 29 Probabilità di scelta di una alternativa Da un punto di vista pratico quello che interessa è determinare la probabilità di scelta di una alternativa e stimare la domanda media, data quella totale. Dtot = domanda totale d trasporto d trasporto individuale = Dtot probtrasporto collettivo = Dtot probtrasporto collettivo individuale domanda media domanda media M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 30 La probabilità di scelta di una alternativa dipende dalle ipotesi fatte a proposito dello scarto aleatoria ε i . U i = Vi + ε i Se ε i è una variabile aleatoria di Weibull-Gumbel ottengo il modello logit. Se ε i è una variabile aleatoria normale (Gauss) ottengo il modello probit. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 31 Modello logit Utilità di una alternativa U i = Vi + ε i Variabile aleatoria Variabile aleatoria di WeibullGumbel Componente deterministica Se lo scarto aleatorio ε i è una variabile di Weibull-Gumbel ottengo il modello logit Definizione di funzione di distribuzione di una variabile aleatoria Y calcolata nel punto t: FY (t ) = prob(Y ≤ t ) Funzione di distribuzione della variabile aleatoria di Weibull-Gumbel ε Fε (t ) = exp(−e −α ( t −ηε ) ) α = parametro moltiplicativo ηε = parametro additivo M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 32 Definizione di funzione di densità di probabilità di una variabile aleatoria continua Y calcolata nel punto t: d FY (t ) fY (t ) = dt Nel caso che ε sia distribuita secondo una Weibull-Gumbel d Fε (t ) −α ( t −ηε ) exp(−e −α ( t −ηε ) ) f ε (t ) = = exp(−e −α ( t −ηε ) )(−1)e −α ( t −ηε ) (−α ) =α e dt M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 33 Funzione di densità di probabilità di Weibull/Gumbel M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 34 Media e varianza della variabile aleatoria di WeibullGumbel µY = E [Y ] = +∞ ∫ fY (t )dt Media di una variabile aleatoria continua Y −∞ +∞ σ = var[Y ] = ∫f 2 Y 2 Y (t ) (t − µY ) dt −∞ µε = E [ε ] = +∞ ∫ fε (t )dt = ηε + −∞ c α Varianza di una variabile aleatoria continua Y (c, costante di Eulero = 0,557) +∞ π2 σ ε = var[ε ] = ∫ f ε (t ) (t − µε ) dt = 2 6 α −∞ 2 2 M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 35 Nel caso dei modelli di utilità aleatoria si ipotizza che lo scarto aleatorio abbia media nulla , U= V+ ε c [ ] E ε = ηε + α E [U ] = V E [ε ] = 0 =0 ηε = − c α Quindi nel caso del modello logit lo scarto aleatorio ε distribuito secondo Weibull-Gumbel con parametro additivo c ηε = − e moltiplicativo α è α π2 E [ε ] = 0 , var[ε ] = 2 6 α c c −α ( t + ) −α ( t + ) α α f ε (t ) = α e exp(−e ) M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 36 L ‘ utilità di un’alternativa è una variabile di Weibull-Gumbel, infatti: ε 1° Teorema: Se è una variabile di Weibull-Gumbel di parametro moltiplicativo α e di parametro additivo ηε , anche l’utilità di una alternativa U = V + ε è una variabile aleatoria di Weibull-Gumbel , di stesso parametro moltiplicativo α e di parametro additivo ηU = V + ηε (Dimostrazione del Teorema sulle dispense) Quindi poiché ηε = − c α ηU = V − c α A me interessa sapere come è distribuita la variabile aleatoria “massimo fra I variabili aleatorie di Weibull-Gumbel” (che tipo di variabile aleatoria è) perché ho detto che l’utente sceglie l’alternativa che è di massima utilità. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 37 2° Teorema Se ho I variabili di Weibull-Gumbel INDIPENDENTI δ1 , δ 2 ,.........., δ I α , α ............. α ηδ ,ηδ ...........ηδ 1 2 I Comune parametro moltiplicativo Differente parametro additivo Allora anche la variabile aleatoria δ M = max (δ1 , δ1 ,.........δ I ) È un variabile aleatoria di Weibull-Gumbel di parametro moltiplicativo α e di parametro additivo η M ηM = 1 α ln ∑ e αηδi (Dimostrazione del Teorema sulle dispense) i Osservazione: la variabile aleatoria di Weibull-Gumbel gode della proprietà invariantiva rispetto all’operazione di massimo. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 38 3° Teorema Se ho due variabili di Weibull-Gumbel INDIPENDENTI δi , δ j α, α η δ ,η δ i Comune parametro moltiplicativo Differente parametro addittivo j prob (δ i > δ j ) = αηδi e αηδi e αηδ j +e Probabilità che una sia maggiore dell’altra (Dimostrazione del Teorema sulle dispense) In base a questo teorema, per trovare la probabilità che una variabile di Weibull-Gumbel i sia maggiore di tutte le altre, basta che trovi la probabilità che sia maggiore della variabile aleatoria massimo di tutte le altre esclusa la i-esima. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 39 Pr ob (δ i > δ j ) = Pr ob(δ i > δ M −i ) ∀j∈I ≠ i dove: δ M −i = max(δ1 , δ 2 ,...δ j .....δ I ) ∀j ≠ i Escludo la variabile i In base al teorema 2: δ M −i è una variabile di Weibull-Gumbel con: - parametro moltiplicativo: α - parametro additivo: ηδ M −i = 1 α ln ∑ e αηδi ∀j ≠ i Escludo la variabile i M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 40 Pr ob (δ i > δ j ) = Pr ob(δ i > δ M −i ) = ∀j∈I ≠ i in base al Teorema 3 = e e αηδi αηδi αη δi αη δ M −i +e e = e αηδi α +e 1 α ln ∑ ∀j ≠i e αη δ = j e αηδi ∑e αη δ j ∀j in base al Teorema 2 Probabilità che la variabile δ i sia maggiore di tutte le altre M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 41 Modello logit : applico il risultato precedente al caso delle variabili utilità di ciascuna alternativa U1 , U 2 ,.........., U I α , α ............. α ηU = V1 − 1 c α ,ηU 2 comune parametro moltiplicativo c c = V2 − ...........ηU I = VI − parametro addittivo α pi = prob(U i > U j ) = ∀j ≠ i α c α (Vi − ) α αηU i e ∑e αηU j ∀j = e c α (V j − ) α ∑e = eαVi ∑e αV j ∀j ∀j Probabilità di scelta di un’alternativa secondo il modello logit. Risultato pratico importante: con il modello logit riesco ad esplicitare (con una formula semplice) la probabilità di scelta di un’alternativa M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 42 Alcune osservazioni sulle regole di specificazione di un modello logit Modello di scelta del modo di trasporto extraurbano: aereo treno autovettura costo monetario utilità sistematica Va tempo non a bordo Vt β1 x A1 + β 2 x A2 + β 3 x A3 β 3 xt 3 = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + β 3 xa 3 = tempo a bordo VA M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 43 Ammettiamo di volere tenere conto del reddito dell’utente nella scelta modale. Provo ad inserire la variabile reddito in tutte le alternative con lo stesso coefficiente : VA Vt Va pA = β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = e β1x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 + β 4 xR β 3 x A3 + β 4 x R β 3 xt 3 + β 4 xR β 3 xa 3 + β 4 x R e β1x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 + β 4 xR + e β1xt 1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 + β 4 xR + e β1xa1 + β 2 xa 2 + M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna β 3 xa 3 + β 4 x R 44 Posso mettere in evidenza, sia al numeratore, sia al denominatore, e β 4 xR e β 4 xR e β1x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 p A = β 4 xR β1x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 e (e + e β1xt 1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 + e β1xa1 + β 2 xa 2 + = e β1x A1 + β 2 x A 2 + β3 x A 3 β 3 xa 3 ) = e β1x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 + e β1xt1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 + e β1xa1 + β 2 xa 2 + β 3 xa 3 Osservazione: è inutile inserire una variabile che è uguale su tutte le alternative con lo stesso coefficiente: la variabile non influenza la probabilità di scelta di alcuna alternativa. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 45 Posso provare ad inserire xR con un coefficiente diverso nelle diverse alternative: aereo β 4 xR ; treno β 5 xR ; auto β 6 xR VA Vt Va β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = β 3 x A3 + β 4 x R β 3 xt 3 + β 5 xR β 3 xa 3 + β 6 x R esempio determino pa . Dividendo numeratore e denominatore per e β 4 xR : pa = e β1 x A1 + β 2 x A 2 + β 3 x A 3 + ( β 4 − β 6 ) xR e β1 xa1 + β 2 xa 2 + β 3 xa 3 + e β1xt1 + β 2 xt 2 + β 3 xt 3 + ( β 5 − β 6 ) xR + e β1xa1 + β 2 xa 2 + β 3 xa 3 Problema di calcolo : pa dipende dai due valori: ( β 4 − β 6 ) , ( β 5 − β 6 ) e non dai tre coefficienti β 4 , β 5 , β 6 , posso trovare infinite terne di β 4 , β 5 , β 6 che danno luogo alla stessa pa . M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 46 Per evitare i problemi precedenti, e tenere conto del reddito, posso pensare a questa specificazione: VA Vt Va β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = β 3 x A3 + β 4 x R β 3 xt 3 β 3 xa 3 + β 5 x R L’alternativa treno agisce da riferimento. VA e p A = VA Vt e + e + eVa p A eVA = Vt pt e eVt pt = VA Vt e + e + eVa pa eVa = Vt pt e eVa pa = VA Vt e + e + eVa p A eVA = Va pa e Se, per esempio, risulta: β 4 > 0 e β 5 > 0 il reddito favorisce l’aereo e l’auto rispetto al treno. Se, per esempio, risulta: β 4 > β 5 il reddito favorisce l’aereo rispetto all’auto. 47 Attributi di preferenza modale, valgono:1 per un modo, 0 per gli altri. VA Vt Va β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = β 3 x A3 + β 4 x R + β 6 β 3 xt 3 β 3 xa 3 + β 5 x R + β 7 Stessa osservazione valida anche per xR : si possono introdurre un numero di attributi di preferenza modale pari al numero di alternative meno 1: l’alternativa esclusa agisce da riferimento. I coefficienti di preferenza modale esprimono tutta quella parte di utilità sistematica di un modo che non è compresa negli attributi considerati dall’analista. M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 48 VA Vt Va β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = β 3 x A3 + β 4 x R + β 6 β 3 xt 3 β 3 xa 3 + β 5 x R + β 7 Se per esempio risulta: β 7 > 0 vuol dire che gli attributi non considerati dall’analista danno, sistematicamente, un’utilità maggiore per l’alternativa auto rispetto a quella treno. Possibili attributi non considerati (difficoltà di quantizzarli): possibilità di partire all’ora che si preferisce, facilità di portare un bagaglio anche cospicuo, “privacy” del viaggio. Se per esempio risulta: β 6 < 0 vuol dire che gli attributi non considerati dall’analista danno, sistematicamente, un’utilità minore per l’aereo rispetto al treno. Possibili attributi non considerati (difficoltà di quantizzarli): paura di volare, timore per attacchi terroristici, difficoltà di portare bagagli a causa dei controlli di sicurezza. 49 VA Vt Va β1 x A1 + β 2 x A 2 + = β1 xt1 + β 2 xt 2 + = β1 xa1 + β 2 xa 2 + = β 3 x A3 + β 4 x R + β 6 β 3 xt 3 β 3 xa 3 + β 5 x R + β 7 Deve essere messo in evidenza che per il modello precedente la matrice degli attributi è la seguente x A1 x A 2 x A3 xR 0 1 0 xt1 xt 2 xt 3 0 0 0 0 xa1 xa 2 xa 3 0 xR 0 1 M. Lupi,"Tecnica ed Economia dei Trasporti" - A.A. 2010/11 - Università di Bologna 50