Campagna per la prevenzione del tumore al seno Perchè fare lo screening mammografico? A cura del Dott. Claudio Battaglia Responsabile Orga nizzativo Screening Mammografico - ASL 1 Imperiese "Meglio prevenire che curare". Questo slogan riassume in modo semplice e diretto l'importanza della prevenzione come prima forma di attenzione per mantenersi in salute. Le modalità dei controlli preventivi a cui sottoporsi per assicurarsi che "va tutto bene" o per avere una diagnosi precoce di eventuali patologie e quindi maggiori possibilità di guarigione, nel corso degli anni sono cambiate. Non ci si rivolge più a generici "check-up". Oggi la comunità scientifica internazionale promuove il ricorso a programmi di screening, cioè a programmi di controllo mirati per donne e uomini, in specifiche fasce d'età o esposti a particolari rischi. Questo metodo è considerato più efficace per poter prevenire o diagnosticare precocemente malattie e quindi intervenire sul nascere delle patologie con le cure necessarie. Con l'attivazione di programmi organizzati di diagnosi precoce come le indagini di screening, la percentuale di guarigione nei confronti dei tumori aumenta in maniera significativa: l'anticipazione della diagnosi, seguita da una adeguata terapia, può concorrere a ridurre fino al 30% la mortalità di alcuni tipi di tumore. Per diagnosi precoce si intende un test diagnostico applicato ad una persona che non presenta sintomi con l'obiettivo di individuare una malattia in una fase precoce, prima che questa si manifesti con dei disturbi. Un programma di screening è un intervento sanitario, attuato su una popolazione sana, che ha lo scopo di effettuare una diagnosi precoce di una data malattia attraverso l'effettuazione di un esame (test di screening), di solito semplice e di facile esecuzione. Un esame di screening non è un esame diagnostico e conclusivo di per sé. Esso ha lo scopo di selezionare, in una popolazione, un piccolo numero di persone che dovranno essere sottoposti ad ulteriori accertamenti per scoprire se sono veramente affetti dalla malattia in esame. I tumori che possono essere oggetto di campagne di screening sono: • • • Il carcinoma della mammella, in cui lo screening è raccomandato nelle donne di età 50-69 anni Il carcinoma della cervice uterina, nelle donne di età 25-64 anni Il carcinoma del colon-retto, negli uomini e nelle donne di 50-70 anni La Commissione Oncologica Nazionale ha emanato recentemente (Gazzetta Ufficiale n. 100, 2 maggio 2001) delle nuove raccomandazioni per le Regioni concernenti l'attivazione di "...programmi di screening di documentata efficacia..." dando indicazioni operative per i tumori di cui sopra. Il programma di screening va considerato sotto due aspetti fondamentali: una azione di sanità pubblica che riguarda una comunità; un intervento individuale che può anche comportare problemi per la singola persona. La gratuità è un riconoscimento del significato sociale dello screening. Gli screening, oltre che ricerca di uno stato di malattia in fase preclinica, rappresentano per l'individuo un'utile conferma delle proprie condizioni di salute. Gli screening non sono solo promessa di diagnosi, ma complessiva presa in carico della persona e vanno considerati come un insieme unitario costituito da più fasi. Il Sistema Sanitario Nazionale assume pertanto precise responsabilità etiche, che vanno dal primo invito fino al sostegno dell'individuo e della famiglia durante l'eventuale momento del trattamento e del decorso della malattia. Lo screening è offerto ad una popolazione composita per valori, cultura e interessi e di ciò bisogna tenere conto nel rapporto che si va a costruire con gli interessati: sul piano comunicativo occorre pertanto che vengano assicurati in tutte le fasi tre requisiti fondamentali: l'informazione, un'azione di supporto e la massima riservatezza. La partecipazione agli screening da parte della popolazione è l'esercizio di un diritto che richiede la piena consapevolezza. Un semplice invito non è sufficiente perché vi sia "partecipazione informata". La lettera di convocazione deve dunque essere accompagnata da un'adeguata attività di relazioni: realizzazione di un punto di ascolto a disposizione degli utenti, predisposizione di materiale informativo, incontri pubblici sul problema. L'informazione fornita deve essere veritiera, basata sui dati scientifici disponibili, chiara per il linguaggio utilizzato; è necessario essere certi della comprensione dell'interlocutore. Il messaggio da trasmettere deve sottolineare i benefici che ogni individuo può attendersi, ma anche i possibili problemi che possono essere collegati con il test, secondo le caratteristiche conosciute per ogni tipo di screening. In particolare, nello screening mammografico, le donne devono essere consapevoli che vi è la possibilità di essere richiamate per ulteriori accertamenti, talora di tipo invasivo. Deve essere, inoltre, ricordata la possibilità di comparsa di una forma tumorale tra due test successivi di screening (casi di intervallo) e quindi, l'esigenza di prestare attenzione ai segnali del proprio corpo. La Regione Liguria con la Delibera n.1646 del 28/12/2001 ha promosso un programma di screening mammografico rivolto alle donne residenti tra i 50 ed i 69 anni. La ASL 1 Imperiese ha iniziato l'attuazione pratica dello screening dal luglio del 2002, inizialmente avvalendosi di un Centro convenzionato, da quest'anno con il Servizio di Radiologia di Imperia ed entro la fine dell'anno anche con le Radiologie di Sanremo e Bordighera, per limitare il più possibile gli spostamenti delle donne invitate. Il Centro di Coordinamento dello Screening ha sede a Sanremo e si avvale della attiva partecipazione degli Uffici per l'Educazione alla Salute e la Comunicazione e le Relazioni con il Pubblico dell'Azienda, ma di volta in volta, nell'ambito di iniziative sul territorio, anche delle varie associazioni che vi operano, dalla Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori, alla Associazione Donne Medico. In ambito più strettamente clinico è stato organizzato un gruppo di lavoro, cui partecipano Specialisti di varia estrazione, che con le loro competenze delineano il percorso più rapido ed efficace per la cura delle donne che necessitano di ulteriori accertamenti e terapie: questo ha portato a più che raddoppiare il numero di donne curate con successo nell'ambito della Azienda, evitando i disagi ed i costi di viaggi anche in strutture extraregionali o estere. In Italia i nuovi casi all'anno di tumore della mammella sono circa 30.000, il 27% di tutti i nuovi casi di tumore nelle donne, di queste 75 donne su 100 sono vive dopo 5 anni. Il tumore al seno è quindi il più frequente tra quelli che colpiscono le donne, ma è anche fra quelli che possono essere diagnosticati precocemente e meglio curati. In Liguria ogni anno, tra le donne d'età compresa tra i 50 e 69 anni, vengono diagnosticati circa 560 nuovi casi di tumore mammario (1300 tra tutte le donne), si calcola che in assenza di screening mammografico organizzato 390 donne guariranno, mentre in presenza di un'alta adesione ad un programma di questo tipo, 440 donne guariranno. Un esempio valga per tutti: in Gran Bretagna, dove dalla fine degli anni ottanta è attivo un programma nazionale di screening mammografico è stata osservata una diminuzione di circa il 21% della mortalità per tumore mammario. Il programma ha dimostrato di aver salvato circa 300 vite per anno ed è stato stimato che il numero di vite salvate per anno salirà di 4 volte entro il 2010, anno in cui i miglioramenti terapeutici sommati agli effetti dello screening, potrebbero portare al dimezzamento del numero di morti per cancro della mammella nelle donne di età compresa tra 55 e 69 anni rispetto a quanto registrato nel 1990. In Liguria l'estensione dello screening mammografico a tutta la Regione, si stima che nei prossimi 30 anni porterà a circa 1800 vite salvate e 15.000 anni di vita guadagnati. Si è potuto calcolare anche il costo di questo intervento sanitario: poco meno di un Euro in più per ogni persona residente all'anno! Ma cosa possiamo consigliare alle donne per quanto riguarda il tumore al seno? Di attenersi alle regole di seguito indicate, non dimenticando nei periodi di intervallo di acquisire confidenza con il proprio seno, in modo da rendersi conto di qualsiasi variazione. o o o o < 40 anni. Non è indicato effettuare alcun esame senologico in assenza di segni o sintomi o di situazioni di alto rischio genetico che siano state identificate attraverso la Consulenza Genetica. 40-49 anni: le evidenze di beneficio sono ancora insufficienti per giustificare un intervento di screening organizzato che abbia un rapporto costo/beneficio favorevole (Consensus Conference NHI, Bethesda 1997). Tuttavia, per garantire un'adeguata qualità delle prestazioni, è opportuno che la mammografia richiesta spontaneamente dalle utenti sia effettuata in strutture nelle quali viene effettuato lo screening organizzato. 50-69 anni: mammografia in regime di screening organizzato ad intervallo biennale (DMS 1.2.91, G.U. n. 32 del 7.2.91 e linee guida Commissione Oncologica Nazionale G.U. n. 127 del 1/6/1996 e segg.). > 70 anni: è suggerita la mammografia ad intervallo biennale, ma al di fuori dello screening organizzato in quanto, in passate esperienze, l'adesione all'invito si è dimostrata inadeguata rispetto allo sforzo prodotto e ai benefici attesi.