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Pubblicato il 30 Giugno 2013
Omaggio a Elvis Presley nel 35.mo anniversario della scomparsa
Tributo alla storia della musica rock
servizio di Edoardo Farina
Le origini - Nell'ambito di questa breve trattazione connessa con gli avvenimenti socio-culturali della
musica rock degli ultimi trent'anni, non vi è la pretesa del sogno enciclopedico di raccontare tutto della
musica popolare e dei suoi personaggi, meglio definiti all'epoca "I Fuoriclasse della Musica Giovane".
Altri ci hanno già provato, costruendo solide griglie per contenere Woodstock e i figli dei fiori, i Beatles
allo She Stadium e David Bowie nel boudoir, snocciolando magiche filastrocche di nomi e date nella
consueta eterna sfida di fermare la vita, spiegandola a chi legge o ascolta. Si intende, invece, proporre
un breve tracciato della grande storia dell'altra musica, coinvolgendo Elvis e il suono bianco, John
Lennon, l'utopia dei '60 con i suoi molti mutamenti, come dire l'intera scena della musica giovanile
degli ultimi anni, quella che gli americani per primi chiamarono "rock", portando così alla massima
estensione un termine che gli europei limitarono i primi anni ai seguaci dello scisma presleyano.
Il tutto comincia proprio con Elvis Aaron Presley, ovvero sua
maestà, nato a Tupelo nel Mississippi l'8 gennaio del 1935
e scomparso Memphis il 16 agosto 1977 all’età di soli 42
anni, sopravvissuto al fratello Jesse, morto alla nascita.
Appartenente ad una famiglia di scarse disponibilità
finanziarie, seguendo le direttive di espansione industriale
del dopoguerra, i Presley avevano caricato i propri averi su
una vecchia Pontiac per trasferirsi a Memphis.
Elvis Presley
Per aumentare le entrate, Elvis saltuariamente falciava prati
o faceva l'usciere, divertendosi per il resto a suonare la
chitarra che gli era stata regalata in occasione del suo
undicesimo compleanno. Fu mentre lavorava come autista
per la compagnia Crown Electric studiando di notte per
diventare elettricista, che fece una sosta fatale al Memphis
Recordin Service - studio di registrazione - approfittando
delle facilitazioni di quella ditta offerta per incisioni di dischi
di prova. Marion Keisker, direttrice dell'ufficio della Sun
Records lo trattò come un qualsiasi cliente, accettando i
suoi quattro dollari e avvertendolo che doveva cantare dopo
che la luce rossa si fosse accesa. Ad ogni buon conto, la
donna fu colpita dalla voce di Elvis, e fece una seconda
copia delle due canzoni eseguite quel giorno.
Il resto è storia che orientativamente conosciamo tutti,
l'escalation di Presley non ha trovato pressoché
discussioni. Il tutto può comunque riferirsi sino ai primi
mesi del 1977, durante l'ennesima stagione di grazia del
suo mito; non teniamo conto della morte dell'artista
avvenuta nell'agosto dello stesso anno, del forzato revival,
dell'isteria collettiva, della feroce speculazione commerciale imminente il periodo...
Siamo in un periodo in cui la musica è rock and roll, ovverosia prima di tutto divertimento, evasione, manca ancora l'idea
della contestazione dell'esaltazione dell’io come invece avverrà da lì a poco con la nascita di personaggi eclettici e
stravaganti del tipo Mick Jagger.
Gli esordi - Nel 1963 un virus benigno ma fortemente contagioso si diffuse per le isole britanniche; in ottobre raggiunse la
Scozia e nel gennaio dell'anno seguente Parigi. Un mese più tardi gli Stati Uniti erano caduti sotto il suo dominio, poi
Copenaghen, Amsterdam, Hong Kong, l'intera Australia. Le vittime debolissime, con pupille dilatate, la testa tra le mani in
estatica agonia, cercavano disperatamente di unirsi ai portatori dell'infezione in un supersonico urlo d'estasi. Il loro grido
annunciava l'arrivo di una nuova specie: con i Beatles, quartetto di Livepool, aveva inizio una nuova epoca con mutazione
genetica rispetto al passato. Eppure gli inizi furono deludenti, per i primi sei mesi i contratti discografici erano rari, nessuna
casa pareva interessata al rock and roll anni '50 del Novecento che i Beatles suonavano, fintanto che, inciso il primo disco
nel novembre 1963 "Please, please me" le cose rapidamente cambiarono. Assediati dal pubblico anche durante le prove,
seguiti dalla televisione da ventisette milioni di persone, più di quante avessero assistito all'incoronazione della regina della
Gran Bretagna, braccati dai giornalisti alla ricerca di fatti nuovi e di aneddoti liverpoolliani, i Beatles sostituirono Dio e sua
maestà nella scala dei valori esistenziali.
Sfrontati, ingenui, con forte accento
dialettale, buon umore effervescente e
ingegno vivace, con una micidiale
propensione per i giochi di parole, i favolosi
quattro piombarono dal nord dell'isola
britannica e conquistarono Londra.
Quale fu la causa del beatlesmania? Una
reazione all'assassinio di John Kennedy?
La caduta dell'impero britannico? Una
mutazione genetica? Una precisa risposta
forse non esiste, meno difficile spiegarsi
perché tutto ebbe origine da un improbabile
posto come Liverpool. I Beatles, ovvero
Ringo Starr, Paul McCartney, George
Harrison e John Lennon.
I Rolling Stones e (foto sopra) i Beatles
Gli anni '60 furono il decennio dei Beatles,
con loro ebbe inizio e li accompagnò sino
alla fine; i quattro irradiarono un incredibile
ottimismo che per spontanea esuberanza,
per energia, per immaginazione, portò ad
una visione infantile del mondo. Con quegli
occhiali musicali tutto diventava gioco...
Sembrava quasi che con il loro teatrino
discografico, con le canzoni sciarada di John Lennon, con il rifiuto a prendere qualsiasi cosa seriamente, i Beatles
cercassero di risolvere i problemi del mondo con la propria musica; la funzione riuscì così bene che davvero per anni tutti ci
credettero...
Se i Beatles per oltre un decennio hanno avuto un successo strepitoso, i Rolling Stones di Mike Jagger non sono stati
certamente meno importanti, anche se il gruppo ha sempre dovuto sopportare l'etichetta di coloro che venivano come
secondi ai Beatles. Con le Pietre Rotolanti (traduzione letterale del nome della band) abbiamo un’eccellente dimostrazione di
cosa significa egocentrismo e sfrontatezza, tendendo ad annegare tutto ciò che era esistito sino a quel momento. Siamo in
un periodo in cui, ad esempio, la musica classica non viene per nulla considerata dai giovanissimi, giudicata arcaica e
sorpassata, suonata ed ascoltata prevalentemente da appartenenti a precedenti generazioni, i Conservatori e le Accademie
di musica non diplomano che pochi allievi, elementi piuttosto atipici.
I Rolling Stones apparivano con ogni probabilità come i capibanda di una cospirazione internazionale di "sballati" del rock,
destinata ad insidiare la civiltà con droga, musica dirompente, sesso libero e violenza. Furono i primi a dare identità a un
certo modo di vita giovanile radicalmente nuovo, prendendo gli elementi repressi della società esprimendone la confusione
e la frustrazione in maniera bizzarra. Le loro canzoni, le loro recite sulla scena servivano al progetto di una nuova società
ribelle e rivoluzionaria.
The Led Zeppelin
L’hard rock - Con i primi anni ’70 vi è in massima parte l'avvento e l'affermazione dei gruppi rock d'avanguardia come, per
citare qualche nome, gli inglesi Led Zeppelin (foto sopra) e i Deep Purple.
Il 5 luglio 1973 una folla di 56.800 persone affollò per quasi tre ore lo stadio comunale di Tampa Florida - per assistere ad un
concerto dei Led Zeppelin. L'incasso fu di 309.000 dollari, il più grande mai realizzato per lo spettacolo di un solo artista negli
Stati Uniti d'America; il record precedente apparteneva ai Beatles che allo Shea Stadium, di fronte a 55.000 persone, avevano
incassato soltanto 301.000 dollari. I record sono fatti apposta per essere battuti, ma se c'è qualche possibilità che quella
cifra venga superata, probabilmente saranno sempre Jimmy Page (leader del gruppo) e compagni a compiere quella
prodezza. Come il celebre dirigibile da cui hanno preso il nome, gli Zeppelin sfidano le leggi di gravità viaggiando grazie ai
gas infiammabili che li sostengono; sono stati loro e non altri gli indiscussi campioni del mondo dei complessi rock,
categoria pesi massimi. Abbandonato il nome di New Yardbirds diventarono Led Zeppelin, in una piccola sala londinese,
vera e propria base per le loro registrazioni, composero il mosaico della propria musica. Nelle esibizioni in pubblico
s'imposero ben presto come grandi signori della scena, padroni dei trucchi più spettacolari; la loro musica varcò l'oceano
con fragore di chitarre e tormenti; alla radice dello stile stava il blues, senza dubbio. Non mancavano i problemi, però: "Ci
capitava questo - ricorda Page - che il pubblico era completamente dalla nostra parte, mentre i giornalisti che ci stimavano si
potevano contare sulle dita di una mano..."; nonostante fossero protagonisti di un rapidissimo successo e della fenomenale
potenza sonora, si domandavano impietosamente continue verifiche...
Dalla fine del '71 la critica cominciò a rivedere le proprie posizioni. Se gli Zeppelin - unico gruppo rock al mondo che allora
poteva permettersi gli spostamenti oltre oceano con tanto di aereo di linea privato, recante il nome sulla carlinga - fossero
stati il complesso di sprovveduti di cui si diceva, ci si sarebbe dovuta attendere un'affrettata serie di dischi e concerti, per
sfruttare la formula di successo sino alla saturazione. Invece non accadde nulla di tutto ciò, anzi gli Zeppelin si impegnarono
puntigliosamente una volta tornati al lavoro, per sfuggire all'attenzione del grosso pubblico. Tutto ciò doveva essere
strabiliante, Robert Plant durante un concerto guastò un microfono continuando a cantare ugualmente non amplificato, in
altra occasione Jimmy Page non si è fermato nemmeno di fronte alla frattura di un dito della mano sinistra . Ha
immediatamente cambiato sistema di accordatura della sua chitarra, usando tre dita anziché quattro, continuando senza
problemi.
Comune ai gruppi rock dei primi anni '70 è
la musica violenta vista come occulto e
magia nera, evocando riti satanici
ampiamente descritti nei testi ad esempio
dei Black Sabbath e dei Blue Oyster Cult,
così come nel primo David Bowie o Vincent
Fournier in arte Alice Cooper, nato a Detroit
nel 1948, amante fortemente dell'orrore, del
mostruoso. I suoi spettacoli stupiscono con
magie e trasformazioni, travestimenti, ove la
figura uomo donna e viceversa viene
lasciata costantemente nell'ambiguità.
The Blue Oyster
Il rock sinfonico - A proposito di musica
irreale e fantastica, un posto a sé lo
meritano sicuramente i Genesis di Peter
Gabriel ma soprattutto i Pink Floyd
considerati senza dubbio il più importante
gruppo storico della musica rock dopo i
Rolling Stones, gruppo ancora attivo sino a
pochi anni fa. Avevano cominciato alla fine
degli anni ’60 nell'atmosfera un po' hip e un
po' elitaria della città universitaria di
Cambridge; a quei tempi il gruppo suonava la solita miscela di blues e jazz del luogo in un locale chiamato The Mill.
Il primo album "The Piper at the Gates of
down", aveva toccato il nono posto delle
classifiche inglesi poche settimane dopo la
sua pubblicazione nel settembre 1967.
Jimi Hendrix
Brani come "Astonomy Domine", ricco di
immagini irreali, vertiginosi fraseggi
strumentali, testi contorti, portarono i Pink
Floyd alla ribalta del rock elettronico,
eguagliati in quel periodo soltanto da Jimy
Hendrix e Soft Machine. Questi ultimi,
peraltro più ricchi di carisma, al tempo, più
votati al jazz, nonostante i Pink Floyd
rappresentassero la Londra d'avanguardia.
I Pink Floyd sono i primi in assoluto ad
utilizzare l'effetto eco di tipo elettronico, il
Binson, costituito da un disco fisso (nulla a
che vedere con il computer...) che messo in
rotazione al momento opportuno, genera
l'effetto eco a seconda di come un gruppo di
testine
di
registrazione-riproduzione
raggiungano il segnale distribuito sul disco stesso. Prima di allora, ad esempio ai tempi di Elvis Presley, il tutto si realizzava
attraverso un tubo di venti metri, ancora montato, anche se ovviamente in disuso, presso noti locali tipo Piper di Roma e
Bussola di Vareggio, ove il suono veniva convogliato attraverso un diffusore audio e "ricatturato" utilizzando un microfono al
termine del tubo stesso.
La psichedelya - Soffermarsi sui Pink Floyd per quanto interessante, diventerebbe estremamente lungo e laborioso;
citeremo soltanto alcuni gruppi che sulla loro scia hanno cercato di eguagliarne lo stile, cioè quello relativo all'utilizzo della
musica ottenuta dalla macchina, dagli effetti speciali. In Germania personaggi come Ralf Hütter e Florian Schneider dei
Kraftwerk di Düsseldorf mettono in musica effetti paesaggistici urbani creando gli album "Authobahn", "Radio-Activity", lo
statico "Trans Europe Express" e l’inascoltabile "Tour de France"… e poi i Tangerine Dream, primi fautori della psichedelya.
Il punk rock - Nel 1977 un fenomeno alquanto curioso e insolito invade ancora una volta Londra, proveniente dallo storico
locale Max Kansas City di New York, dove un fottutissimo travestito di nome Wayne County, poi divenuto Jayne grazie ad un
intervento chirurgico, fonderà con gli Electric Chairs uno dei gruppi più interessanti e al tempo stesso stravaganti di tutto il
breve periodo del punk rock, genere che ha influenzato, e a volte sconvolto, per circa cinque anni la mentalità e il costume dei
giovanissimi.
Wayne County "…ehi Mister Normal… non
sono abbastanza uomo da essere una
donna". Definito come la più grande truffa
del rock 'n' roll, il fenomeno è stato
caratterizzato da un'ennesima rivolta contro
i malesseri della società; i figli degli
emarginati e loro stessi considerano il
mondo come un qualcosa dove non c'è
nulla da perdere, il tutto è fatto e sfatto con
foga distruttiva, autolesionismo, l'uso di
spille piantate sulle guancie, capelli a 24
colori, voglia di non fare nulla e ascoltare
concerti rock da parte di musicisti che tali
non sono... Erano nati i Sex Pistols.
Wayne County and The Electric Chairs
"Esprimendo le inquietudini e la rabbia di
un'intera
generazione,
i
Sex
Pistols incarnarono lo spirito del punk tra il
'76 e il '78. Dopo trent'anni, tuttavia, la loro
portata storica è ben maggiore: con le loro
provocazioni
e
le
loro
esibizioni incendiarie, John Lydon e
compagni hanno rivoluzionato l'approccio alla musica rock, rivelandosi una delle formazioni più influenti di sempre, e dando
nuova linfa con Sid Vicious all'immaginario collettivo. I Sex Pistols non furono soltanto un gruppo musicale: furono anche un
progetto, una battaglia estetica, uno slogan, e sopratutto gli alfieri di un movimento musicale e di costume di grande
portata. La storia dei Sex Pistols è inoltre inseparabile da quella dei Clash, dei Damned, di Siouxsie e di tanti altri artisti e
gruppi nati nello stesso ambiente e partecipi degli stessi eventi. E’ anche una storia densa di contatti, di scambi culturali (e in
parte di rivalità) tra Londra e New York" (Francesco Paolo Ferrotti).
Le sei pistole, hanno chiaramente come biglietto da visita un ovvio sfondo sessuale, nessuno di loro è un musicista vero,
nessuno sa suonare, imparano solo quattro accordi, sufficienti per contestare con diecimila watt la borghesia, soprattutto
se inglese. "Good save the Queen" - Dio salvi la regina - dice una loro nota canzone... ma senza spaccare gli strumenti al
termine dei loro concerti, contrariamente alla formula vista all’inizio degli anni '70 ad esempio con i mascherati Kiss di New
York.
La New Wave, poi New Age - Tralasciamo il fenomeno New
Wave, nuova ondata per cambiare colore al rock ai primi anni
'80, Blondie a parte, in quanto trovata discografica per
lanciare nuovi idoli quali Kansas, Nantaked, Tonio Kröger,
Ted Nugent e Boston, ma senza grande successo per lo
meno in Italia, a parte questi ultimi, fissati in qualche modo
sempre con le astronavi, genere abbandonato nell'arco di
qualche anno, per parlare della ben più nota New Age, nata
più o meno ufficialmente verso la fine del 1987. Non
possiamo però
parlare espressamente di una nuova
musica, in quanto la New Age ricerca un po' melodie già note
a cui commercialmente è stata data un'etichetta che di per sé
non significa nulla.
Chiamiamola New Sound, Nuova Era, Nouwel Age... il
discorso non cambia. Si tratta più che altro di antiche
tematiche scopiazzate dalla musica folk - celtica e irlandese
oppure medioevale e rinascimentale - sfruttata abilmente
utilizzando melodie semplici basati su stilemi tonali, nessuna
improvvisazione, senso ritmico praticamente inesistente,
musica infinita, a volte suonata da un elaboratore elettronico
automatico.
William Ackerman
Da non ascoltarsi in auto durante la guida! Anche se
apparentemente può ingannare la terminologia come "nuova
era", pare che nulla abbia a che vedere con il segno
dell'Acquario cosa piuttosto lontana. Il genere - comunque sia
- vende, trattandosi di un business discografico grosso,
anche se considerata musica noiosa d'élite, priva di
espressione modulare. Chitarristi americani come William
Ackerman o Alex de Grassi rendono il genere molto bene
basandosi su buona tecnica classica con chitarre a 6 e 12 corde, con la piccola differenza che questi suonano, eccome… In
Italia il chitarrista compositore milanese Riccardo Zappa o l’arpista Vincello Zitello da molti anni prima innovatori verso un
genere simile, si sono trovati appioppati l'etichetta New Age a loro completa insaputa...
L'uomo e la natura, elevazione spirituale
alla ricerca del paradiso perduto, anche se
solamente frutto della fantasia... ma la
formula almeno per ora funziona.
Riccardo Zappa
Perché il tutto effettivamente non è mai
esistito…
se
non
nella
nostra
immaginazione…
Il rock, dalla contestazione sociale di ieri…
Per quanto concerne nuovi gruppi
emergenti, il rock negli ultimi anni ha subìto
una forte battuta di arresto, un po’ a causa
di una mancanza di idee, poi mutate
esigenze di mercato e di stili emergenti, ma
soprattutto per l’assenza del contesto socioculturale in cui esso a suo tempo si
muoveva. Se pensiamo ai vari Bod Dylan,
Joan Baez o lo stesso John Lennon sul
finire degli anni ‘60, in molti casi possiamo
osservare come la musica assumeva
un’importanza secondaria rispetto ad un
testo ove si citano spesso episodi politici,
guerra del Vietnam e altre situazioni legate alle contestazioni giovanili di allora.
... verso gli anni ’80 con l'Easy Listening... Dimenticando il punk rock, espressione violenta dovuta ad un evento di ribellione
prima americano poi britannico, giungiamo ai primi anni ’80 nelle oasi idilliache "melodiche" del genere New Romantic,
espressione ampiamente sfruttata prima dai Supertramp e gli Styx (felici rivali dei Chicago) poi dai Duran Duran, Simple
Mind, Spandau Ballet, tra i primi ad usare le batterie elettroniche e i primi effetti su tastiere midi.
…passando per la musica pop - Se negli anni ’70, soprattutto in Italia assistiamo al fenomeno dei "complessi" ove anche i
più inesperti riuscivano a fare musica purché muniti di un look multicolor, una chitarra elettrica, una batteria e tanti watt a
disposizione lasciando tracce indelebili negli indimenticabili Cugini di Campagna , Homo Sapiens, Collage , tanto per citare
i più noti, sempre sviolinati, mielosi ma autentici, attualmente oggi una delle mode più frequenti e sicuramente curiose dal
punto di vista della creatività musicale, è rappresentata dai gruppi "cover", non solo per quanto concerne la musica rock, ma
anche per la disco-music dello stesso periodo.
Alla ricerca della filologia: le Cover-band Sapevamo che "Yesterday" dei Beatles,
tramite ad esempio i sempre verdi (o
meglio acerbi) Apple Pies di Roma - ma
meglio di loro sicuramente i The Menlove è suonata nel mondo in oltre 1600 modi
diversi…ma assai difficile diventa "clonare"
dei gruppi dalla strumentazione dagli effetti
straordinari interpretando filologicamente i
Pink Floyd, come nei Wit Matrix di Vicenza o
nei Floyd Machine di Rimini, ove
assicuriamo che è quasi impossibile
riconoscerli dal gruppo originale per quanto
concerne la raffinatezza e precisione delle
esecuzioni. Per non parlare poi degli
autentici Queen Mania comprendenti un
"Freddy Mercury" assolutamente identico
non solo nell’aspetto fisico, mimica e
costumi ma anche (o quasi) nella voce.
Gli Apple Pies
Poi i Mothership si immedesimano assai
bene nei Lep Zeppelin con tanto di "Robert
Plant" che urla come solo lui sapeva fare, senza mai rischiare di cadere nella grave mancanza strumentale dei The Lane,
dimenticandosi che i Nirvana utilizzavano anche diverse chitarre acustiche nei loro pezzi… nella fattispecie non ne abbiamo
vista neppure una…! Poi ancora ben venga chi ricostruisce gli U2, Vasco Rossi, i Pearl Jam, Jim Morrison con i Doors, …
I Queen Mania
"The rock will never" (Il rock non morirà mai) era uno slogan di allora… oggi più che mai la profezia si è rivelata attraverso
uno stravagante ritorno al passato in omaggio ai nostalgici, ove ovviamente l’unico rischio che si affronta è il continuo
confronto a volte azzeccato a volte meno con il gruppo originale relativamente alla sua musica autentica… quella sempre e
comunque suonata per davvero…
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