SVILUPPI E PROSPETTIVE DI SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE Author(s): LUISA RIBOLZI Source: Studi di Sociologia, Anno 17, Fasc. 4 (ottobre-dicembre 1979), pp. 347-367 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23004031 Accessed: 07-11-2016 14:46 UTC JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. 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Come giustamente nota Bernbaum, «qualsiasi cambia all'interno della sociologia dell'educazione va visto nel piu ampio con dei cambiamenti diffusi nella sociologia — un contesto che servira minare le sue stesse origini e a spiegarne piu correttamente gli svilu E per questo motivo che la crisi delle certezze che caratterizza oggi l ca sociologica e la riflessione teorica sui problemi della societa, Gouldner2 rappresenta forse la punta piu polemica, non puo man riflessi sulla sociologia dell'educazione, che ha perso molte delle impalcature concettuali che 1'avevano caratterizzata. A mio avviso, pero, anche il particolare tipo di fenomeni che e og di studio di questo specifico tipo di sociologia incide sullo svilup essa ha avuto, in quanto essi stessi stanno attraversando un periodo d trasformazione. I processi di socializzazione hanno legami precisi e s ziali con l'evoluzione della societa nel suo insieme, e solo in questa c possono essere interpretati. Infatti, « lo sviluppo educativo non awi vuoto, ma all'interno della societa nel suo complesso. Di consegue natura del sistema educativo varia a seconda dei luoghi e dei tem obiettivi, l'estensione e l'organizzazione, i curricoli e la metodolo l'educazione rifletteranno le attitudini dominanti e le istituzioni esistenti... i valori e i rapporti di forza che caratterizzano una determinata societa »3. 1 G. Bernbaum, Knowledge and Ideology in the Sociology of Education, MacMillan, London 1979, p. 9. 2 A. Gouldner, La crisi della sociologia, II Mulino, Bologna 1972. 3 K. Evans, The Development and Structure of the English Educational System, University of London Press, London 1975, p. 1. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 348 L. RIBOLZI L'accrescimento dei ritmi di trasformazione della soc dallo sviluppo delle tecnologie, ha avuto forti riflessi sull cative, modificando il tipo di richiesta che la societa rivol tendo in difficolta contemporaneamente le capacita socializ (assunta come « istituzione tipo » di risposta ai bisogni verso procedure organizzate) e le interpretazioni dei socio natura stessa del legame tra scuola e mutamento sociale e sione tra chi sostiene che la scuola e sostanzialmente uno st duzione dello status quo, e chi ipotizza che essa eserciti, o un importante ruolo di promozione dell'innovazione, indu mento a volte neppure intenzionale. Come scrive Negt, « q funzionali di un sistema di potere entrano in aperta contr strutture formative esistenti, inizia un periodo di laborios e problematizzazione dei fini e dei metodi tradizionali Ogni nuovo stadio della formazione generale di base e nuovi bisogni della produzione e riproduzione della societa I tentativi di riforma che ne nascono oltrepassano per lo tenuti l'obiettivo immediato » 4. Come sempre, tra le due posizioni ne esiste una intermedia, e sembra ragionevole pensare che l'educazione scolastica possa agire sia per man tenere stabile che per modificare il sistema sociale, agendo spesso contem poraneamente nelle due direzioni. Oggi la natura di questo rapporto e dive nuta ancor piu problematica e difficile da definire, e l'estrema mutevolezza delle situazioni induce i sociologi dell'educazione a lasciare le vecchie posi zioni in cerca di nuove prospettive. Come scrive Williamson, « al momento la sociologia dell'educazione e in uno stato di transizione. I caratteri teorici in base a cui opera sono stati ridefiniti. C'e una notevole eccitazione sui potenziali benefici dell'applicazione al campo educativo di prospettive teoriche diverse, quali l'interazionismo simbolico, la fenomenologia e l'etno metodologia. Si spera di poter porre nuove domande su vecchi problemi, e di identificare nuovi problemi » 5. Esaminando quanto e stato scritto negli ultimi anni sui problemi del l'educazione, mi pare di poter distinguere tra due correnti principali, l'una inglese, l'altra americana, i cui testi fondamentali sono abbastanza unani 4 0. Negt, La coscienza operaia nella societa tecnologica, Laterza, Bari 1973, p. 11. 5 B. Williamson, Continuities and Discontinuities in the Sociology of Education, in M. Flude J. Ahier (eds.), Educability, Schools and Ideology, Croom Helm, London 1978, p. 3. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 349 memente considerati due saggi apparsi entrambi nel 1971, uno dell'ame ricano Randall Collins 6 e l'altro dell'inglese Michael Young 7. Pur partendo dalla constatazione comune che le aree e i metodi di ricer ca della tradizionale sociologia dell'educazione sono ormai incapaci di ren dere ragione di cio che sta avvenendo, le due correnti si diversificano quasi subito in modo a mio avviso sostanziale. La scuola americana, radicata su solide abitudini al pragmatismo, non prescinde quasi mai dal rapporto con le educational policies, con le strategie di politica educativa, il cui falli mento mette in crisi radicale la teoria, dal momenta che si e rivelata inca pace non solo e non tanto di fornire categorie esplicative, ma soprattutto di fornire criteri per l'azione. II fatto della differenziazione sociale resta, inspiegato: e il duplice indirizzo dei sociologi americani dell'educazione, come si vedra, e da un lato di trovare una teoria generale in grado di spie gare la stratificazione in un quadro generale (Collins) dall'altro di collo care al giusto posto il fattore educazionale tra le altre cause che sono all'ori gine della differenza (Jencks, gli « ereditaristi »). Per gli inglesi, invece, al centra dell'attenzione sta un problema cono scitivo: non si vuole (almeno, non sempre) intervenire sulla realta per cam biarla, ma capire in che modo si struttura la conoscenza, che e sempre rela tiva al contesto sociale complessivo. La sociologia dell'educazione, proprio per il suo oggetto specifico di studio delle modalita istituzionali attraverso cui la conoscenza si organizza e si trasmette, deve essere considerata sostan zialmente come la sociologia della conoscenza: in questo senso, ad esem pio, Young e i new directionalists privilegiano, all'interno del sistema scolastico, l'analisi dei curricoli, gia affrontata in modo atipico da Bern stein nel volume di Young 8. Si sviluppa cosi il filone della cosiddetta « so ciologia del curricolo », inteso come luogo esemplare in cui la conoscenza si trasmette in forme organizzate, che e uno dei campi piu nuovi in cui si sta cimentando la sociologia dell'educazione inglese. Non mi dilunghero su questo tema, limitandomi a ricordare le teorie sul « curricolo nascosto » di Eggleston, riprese poi da molti altri, tra cui lo stesso Young9. 6 R. Collins, Istruzione e stratificazione: teorie funzionali e teorie del conflitto (1971), trad. it. in M. Barbagli (a cura di), Istruzione, legittimazione e conflitto, II Mulino, Bologna 1978, pp. 111-139. 7 M.F.D. Young, Introduction, e An Approach to the Study of curricula as Socially Organized Knowledge, in M.F.D. Young (ed.), Knowledge and Control, Collier-MacMillan, London 1971, pp. 1-19 e 19-46. 8 B. Bernstein, On Classification and Framing of Educational Knowledge, in M.F.D. Young (ed.), Knowledge ecc., cit., pp. 47-69. 9 J. Eggleston, The Sociology of School Curriculum, Routledge and Kegan Paul, London 1976. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 350 L. RIBOLZI Questa suddivisione tra scuole e largamente schematica, d stono ramificazioni interne e rapporti non occasionali tra ingl cani. Cerchero ora di sintetizzare le principali tappe del processo cui si e arrivati alia situazione attuale, per poi individuare le p spettive, a partire dagli assunti teorici che mi paiono piu ricch zioni positive. 2. Teoria del conflitto e teoria del consenso: alle radici del dibattito sulla sociologia dell'educazione Come sempre, le radici del cambiamento si fondano nel passato, e anche le attuali tendenze della sociologia dell'educazione possono essere fatte risa lire alle teorie classiche che hanno orientato la riflessione sui processi edu cativi: la teoria del consenso e la teoria del conflitto10. Esse non possono essere fatte coincidere semplicemente con il marxismo e con lo struttural funzionalismo, ma vedono piuttosto da un lato gli studiosi di derivazione durkheimiana, e dall'altro coloro che si ispirano a Marx o a Weber n. La paternita di Durkheim per la teoria del consenso e indiscussa: come e noto, il sociologo francese si propone innanzitutto di spiegare l'integrazione sociale, in una contingenza storica in cui si sta perdendo il senso dell'appar tenenza: «che lo sradicamento capitalistico dalle situazioni e dai ruoli ascrittivi abbia creato un problema di reintegrazione motivazionale dell'uo mo nella societa, sembra un fatto empiricamente accertato ed accerta bile » 12. Altrettanto immediato il rapporto tra il marxismo e la teoria del con flitto, mentre la posizione di Weber e piu sfumata. Collins fa risalire a lui l'origine di queste teorie, perche egli pone il problema degli obiettivi edu cativi in termini di potere e di conflitto fra organizzazioni. Si veda una sintesi delle tesi in J. Eccleston - D. Gleeson, Curriculum Innovation and the Context of the School, in D. Gleeson (ed.), Identity and Structure: Issues in the Sociology of Education, Nafferton Books, Driffield 1977, pp. 15-27. 10 Come e noto, la teorizzazione piit completa di questa distinzione si trova in R. Dahrendorf, Classi e conflitto di classe nella societa contemporanea, Laterza, Bari 1970. 11 Tale distinzione, operata inizialmente da Collins in un suo saggio di sociologia politica (R. Collins, A Comparative Approach to Political Sociology, in R. Bendix (ed.), State and Society, Little Brown and Company, Boston 1968, pp. 42-67) viene applicata alia sociologia dell'educazione, tra gli altri, da Barbagli (M. Barbacli (a cura di), Istruzione ecc., cit., p. 7). 12 P. Maranini, Introduzione, in T. Parsons, Teoria sociologica e societa moderna, Etas Libri, Milano 1979, p. XIV. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 351 Lo sviluppo successivo della sociologia dell'educazione si distinguera abbastanza rigidamente in due schieramenti, confermando come la varia bile dell'appartenenza ideologica sia discriminante anche in questo parti colare settore della sociologia. Gia Floud e Halsey, nel loro saggio da molti considerato il punto di partenza per l'analisi della sociologia dell'educa zione 13, notano la forte influenza esercitata su di essa dalle considerazioni ideologiche. II legame con l'ideologia e spiegato dal fatto che « per quanto ci si inte ressi dell'educazione, essa viene sempre interpretata come un mezzo per motivare gli individui a collaborare adeguatamente al mantenimento del l'equilibrio sociale » u. Questa funzione dell'educazione come « via al consenso » (anche se, come notano ancora Floud e Halsey, « in una societa tecnologica caratteriz zata dal cambiamento sociale, le nozioni di "consenso" e "integrazione" possono essere conservate solo in modo elastico » 15) e particolarmente evi dente nell'approccio funzionalista ma e presente anche nella concezione di ispirazione conflittuale. In questa fase, la sociologia dell'educazione, in relazione appunto con i diversi orientamenti ideologici, da un lato approfondisce il dibattito teorico, sviluppandone le implicazioni, e, dall'altro, identifica due oggetti fonda mentali di ricerca16: il funzionamento concreto delle agenzie educative (in primis la scuola), e la struttura interna del sistema scolastico. Gli struttural-funzionalisti, a partire dal riferimento d'obbligo alia teo rizzazione di Davis e Moore interpretano la scuola come meccanismo isti tuzionale per selezionare in base alle capacita le persone piu adatte a occu pare i diversi posti di lavoro, fornendo loro l'addestramento necessario. Si tratterebbe di un bisogno inerente al funzionamento fisiologico di qualsiasi societa, ma di parere contrario sono i marxisti, e in genere i fautori delle teorie del conflitto, che identificano in questo stesso processo il modo in cui la classe dominante assicura la riproduzione della forza lavoro e la diffu sione del consenso. Anche in questo caso c'e un riferimento d'obbligo, ad 13 14 15 16 J. Floud - A.H. Halsey, The Sociology of Education, in « Current Sociology », VII, 3, 1958. G. Bernbaum, Knowledge and Ideology ecc., cit., p. 18. J. Floud - A.H. Halsey, The Sociology of Education, cit. Per un'analisi dei possibili raggruppamenti delle aree di interesse della sociologia dell'edu cazione rimandiamo a V. Cesareo, Introduzione, in V. Cesareo (a cura di), Sociologia dell'educa zione, Hoepli, Milano 1972, pp. 9-46. 17 K. Davis - W.E. Moore, Alcuni principi della stratificazione, in R. Bendix - S.M. Lipset <eds.), Classe, potere e Stato, Marsilio, Padova 1969, vol. I. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 352 L. RIBOLZI Althusser e alia sua teoria della scuola come « apparato stato » 18. Piu recentemente, e attraverso considerazioni meno ideologiche, ma riportando una ricca documentazione statistica, sempre in campo marxista Bowles e Gintis dichiarano che la natura gerarchica dell'ideologia capita lista e sostenuta nella scuola dalla diffusione di meccanismi selettivi speci fici (nel caso americano dai test basati sulla teoria del quoziente intellettuale e dal valore delle credenziali derivanti da esami), che sono finalizzati alia perpetuazione dei rapporti di subordinazione esistenti fra le classi19. Questi riferimenti teorici essenziali danno origine a filoni di ricerca diversi non solo per il metodo impiegato e per l'orientamento di giudizio, ma anche per gli oggetti di ricerca. Per i funzionalisti, l'istruzione e stru mento del progresso sociale, mezzo di sviluppo economico e principale ca nale di mobilita verso l'alto, quantomeno per i capaci: di qui l'attenzione verso i talenti « sprecati » (i famosi « gifted children »), e la teoria del capitale umano che nasce negli Stati Uniti all'inizio degli anni Cinquanta e conta gran numero di ricerche e sperimentazioni. Sempre in questa dire zione, e al fine di rimuovere i condizionamenti dovuti all'ambiente fami liare o sociale di appartenenza, si sviluppa la teoria dell'educazione com pensatoria, tradotta in molti paesi in scelte di politica scolastica 20. Ma l'evolversi della situazione, unitamente alPavanzamento della specu lazione teorica, si incarica di ridimensionare questa troppo ottimistica prospettiva. Infatti, « negli ultimi trent'anni, si pensava che la scuola avreb be prima stimolato l'espansione economica, poi corretto le disuguaglianze tra classi: ma non ha conseguito nessuno di questi obiettivi. Si crede sempre meno che esista un rapporto diretto tra la scuola e il progresso economico, e si formulano dei dubbi sul ruolo delle scuole nella tecnologia sociale. Dovunque regna la disillusione, la cui forma estrema si esprime nella ri chiesta di sopprimere la scuola come istituzione » 21. Gli studiosi di scuola marxista sono ovviamente interessati ai problemi di rapporto fra sovrastruttura (il processo educativo e le istituzioni cultu rali) e struttura, e indirizzano la loro attenzione ai vari aspetti del nesso 18 L. Althusser, Ideologia e apparati ideologici di Stato, in M. Barbagli (a cura di), Istru zione ecc., cit., pp. 41-61. 19 S. Bowles - H. Gintis, I.Q. e struttura di classe negli Stati Uniti, ibid., pp. 64-93. 2<) Le obiezioni alia teoria dell'educazione compensatoria vista dai suoi iniziatori come un modo per venire incontro agli strati meno privilegiati della popolazione, vennero da studiosi di orienta mento radicale, per cui parlare di « educazione compensatoria » significava sancire la legittimita di definire come «inferiori» delle culture minoritarie, il che era inaccettabile. 21 T. McMullen, L'innovation dans Venseignement secondaire, OCDE, Paris 1978, p. 9. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 353 tra formazione e organizzazione del lavoro, e all'analisi dei legami fra scuola e stratificazione sociale. Tra gli studiosi che piu si interessano a questi temi, e a quello connesso dello svantaggio culturale, ricordiamo i francesi, in particolare Pierre Bourdieu, che in un suo notissimo saggio nega alia scuola la funzione di canale di mobilita, perche anzi legittima le disuguaglianze sociali, inducendo i bambini di classe operaia ad interiorizzarle come logi che e naturali, e addirittura condizionandone le aspirazioni22. Anche questa strada sembra ormai priva di sbocchi: ci si sta accorgendo, ad esempio, che la selezione scolastica occulta o manifesta e un falso bersa glio, perche nel frattempo il « sistema », che non crede all'efficacia dei sistemi di selezione, a meno che non garantiscano una relazione con il con senso, tende a selezionare per le posizioni migliori partendo da criteri diversi, di tipo cooptativo, o da forme di educazione non formale 23. Le aree di ricerca tradizionali della sociologia dell'educazione sembra no dunque troppo limitate, le posizioni funzionaliste o conflittuali troppo rigide e schematiche per spiegare i fenomeni che stanno avvenendo: da que ste asserzioni nasce e si sviluppa la « nuova sociologia dell'educazione », di cui vedremo ora sinteticamente le caratteristiche negli Stati Uniti e in Inghilterra. 3. La scuola americana e il rifiuto delV« ottimismo ugualitario » « If you are so smart, why aren't you rich »24? Questa affermazione, provocatoriamente riportata da Bowles e Gintis, come riassuntiva dell'ideo logia da loro definita « I.Q.ismo » rappresenta di fatto l'asse portante di una teoria che, raccordando ai meriti personali le possibility di riuscita, ispira le politiche educative americane a partire dal dopoguerra, e viene sviluppata ed elaborata dai sociologi dell'educazione. Agli inizi degli anni Settanta, i lavori di Jencks25 denunciano apertamente la crisi di questo modello ottimistico di ugualitarismo competitivo, e forniscono un valido spunto alia nascente nuova sociologia dell'educazione. 22 P. Bourdieu, La trasmissione dell'eredita culturale, in M. Barbagli (a cura di), Istruzione ecc., cit., pp. 283-314. 23 Per il contrasto tra educazione formale e non formale si vedano tra gli altri V.D. Rust, Alternatives in Education, Sage Publ., London 1977, pp. 61 ss.; e J.I. Goodlad e Al., The Con ventional and the Alternative in Education, McCutcheon, Berkeley 1975. 24 G. Bowi.es - H. Gintis, Schooling in Capitalist America, Basic Books, New York 1877, p. 114. 25 C. Jencks, Inequality. A Reassessment of Effect of Family and Schooling in America, Basic Books, New York 1972. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 354 L. RIBOLZI In seguito a un'esperienza di lavoro a Washington p Jencks arriva a dichiarare che il ruolo delPistruzione nella del reddito e stato sovrastimato, e anche le pratiche educ gogicamente piix valide e socialmente piu giuste, quali streaming e della selezione, o la diffusione della scuola com danno alcun esito in ordine al fine specifico di ridurre economica. A conclusione dei suoi studi sulla poverta, Jencks ritiene di poter affer mare che essa deriva dall'interazione di piu fattori, e non pud essere impu tata primariamente a nessuno di essi: in particolare « non possiamo far risalire la disuguaglianza economica a differenze fra le scuole, dal mo menta che sembra che abbiano effetti ridottissimi fra coloro che le frequen tano, su tutti i fattori misurabili » 27. Sugli ulteriori sviluppi di queste teorie torneremo piu oltre. Frattanto, una spinta al rinnovamento viene da un gruppo di giovani studiosi generi camente definibili come « progressisti », che attaccano la societa capitalista americana e lo « stato corporativo » da piu punti di vista, e non solo per il sistema scolastico. Cosi li descrive Wexler: « Molti di coloro che propo nevano un paradigma alternativo a partire dalla sociologia dell'educazione erano giovani, rappresentanti accademici di una generazione di dissidenti, in qualche modo marginali socialmente e intellettualmente, e facevano confluire nel loro lavoro intellettuale un gruppo eterogeneo di esperienze e di frustrazioni. II contenuto della critica alia sociologia dell'educazione prende spunto da concrete esperienze organizzative, da ideologic di movi menti sociali nuovi, e da sperimentazioni diverse, come il "movimento per il controllo della comunita", la spinta verso programmi di "studi negri" all'universita, il movimento della free school, oltre che dalle critiche a priori delle teorie liberalistiche poste dal marxismo » 28. II primo ad affrontare in modo analitico il problema, dichiarando la « crisi di credibility » sia del programma educativo americano, sia delle indagini tradizionali di sociologia dell'educazione, e stato Randall Collins, che non si e limitato alia critica, ma ha cercato di indicare una nuova pro spettiva. La proposta di Collins, tenuto conto delle mutate condizioni del 26 Si vedano, ad es., le considerazioni di R. Pedley, The Comprehensive School, Penguin Books, Hardmonsworth 1969, vol. II, cap. I, e piu recentemente M. Locke, Power and Politics in the School System, Routledge & Kegan Paul, London 1974. 27 C. Jencks, Inequality ecc., cit., p. 8. Sull'argomento si veda anche P. Robinson, Poverty and Education: a Pragmatic Circle, in D. Gleeson, Identity and Structure ecc., cit., pp. 153-164. 28 P. Wexler, Ideology and Utopia in American Sociology of Education, in A. Kloskowska G. Martinotti (eds.), Education in a Changing Society, Sage, London 1977, p. 31. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 355 rapporto tra scuola e societa, e secondo le sue indicazioni, « una teoria del conflitto nel cui modello sono pero incorporati alcuni elementi dell'analisi funzionalista riguardo alia domanda di competenze tecniche per determi nate occupazioni »29. Una sintesi decisamente ambiziosa. La critica fondamentale che Collins muove ai «tecnico-funzionalisti » sta nel fatto che le ricerche hanno dimostrato che non esiste un legame auto matico tra l'innalzamento dei livelli di qualificazione richiesti dalle trasfor mazioni dei processi produttivi, e l'istruzione scolastica. L'asserzione fun zionalista e da lui contestata per almeno due motivi: — l'istruzione scolastica si e rivelata incapace di fornire le competenze richieste dal progresso tecnologico; — la domanda di lavoro orienta sempre piu le sue richieste verso i requisiti ascritti, e non verso i caratteri tecnici. Per puntualizzare meglio i due aspetti di questa critica utilizzero l'inte ressante saggio di un economista inglese, A. Hussain 30. Partendo dall'assun to che « la struttura del sistema educativo non puo essere desunta dalla struttura occupazionale dell'economia », e che e necessario « scardinare il concetto di istituzione educativa che considera la scuola implicitamente come una ditta che produce un bene particolare (forza lavoro istruita) in risposta alia domanda per cui la produce, una concezione molto comune nella letteratura dell'educazione »31, Hussain afferma invece che le istitu zioni educative operano all'interno di uno spazio delimitato da relazioni economiche e da conflitti ideologici e politici che ne condizionano il funzio namento. In questo quadro, il rapporto fra qualifiche scolastiche e distribu zione delle posizioni di lavoro esisterebbe solo se i requisiti richiesti per occupare queste ultime fossero posti in termini di titoli scolastici (tipo e durata degli studi). Si riscontra invece in modo costante che tali requisiti spesso hanno scarsa relazione con i contenuti tecnici del lavoro, e sono in vece determinati da fattori estranei alia qualifica educativa ufficiale (il tito lo di studio), e questo avviene con tanta maggiore regolarita quanto piu si sale di livello. Come nota Giddens, « quel che determina il reclutamento 29 r. Collins, Istituzione e stratificazione ecc., cit., p. 111. 30 A. Hussain, The Relationships between Educational Qualification and Occupational Struc tures: a Re-examination, in D. Gleeson, Identity and Structure ecc., cit., pp. 103-109. 31 Ibid., p. 103. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 356 L. RIBOLZI delle elites non e la laurea in fisica o in ingegneria, ma il conseguita ad Harvard o a Oxford » 32. Poiche questo fenomeno si verifica regolarmente, se ne che in realta questi fattori non sono affatto estranei ma a componenti necessarie nella determinazione dei requisiti l segue che « le qualifiche scolastiche servono come base per posizioni lavorative: ma non e il sistema scolastico che nala gli individui nelle occupazioni. Le caratteristiche quan tative degli impieghi sono determinate non all'interno ma sistema educativo » M. Questa constatazione supporta le affermazioni di Collin larga misura le convinzioni meritocratiche e le politich compensatoria: secondo alcuni, il fatto che non esista un le formazione e occupazione, dimostra anche che il processo zione dell'istruzione non e spiegabile in termini di teor come logica concessione dall'alto, perche nasce anzi dall' cazione delle minoranze svantaggiate. Ad esempio, Berg so stema capitalistico in se pare utilizzare le qualifiche sco confine per discriminare i lavoratori dequalificati, piutto mentare i livelli superiori34. Pertanto, conclude Collins, « possiamo dire che i dati strano che il punto di vista tecnico-funzionalista circa la zione per le occupazioni lascia inspiegati un gran numero livelli piu astratti, l'analisi funzionalista non riesce a forn gazione verificabile del fatto che determinati gruppi ascr nare determinate occupazioni. Per rispondere a questo p abbandonare lo schema di riferimento funzionalista ed esaminare le condi zioni di relativo potere di ciascun gruppo » 35. Porre il problema dell'educazione in termini di tipologia del potere implica un immediato richiamo a Weber, e infatti Collins fa risalire a lui le origini delle «teorie del conflitto », basate in estrema sintesi sul ricono 32 A. Giddens, La struttura di classe nelle societa avanzate, II Mulino, Bologna 1974, p. 113. Possiamo notare un sintomo di questa tendenza in Italia nella crescente diffusione delle scuole post-universitarie di management aziendale che garantiscono, in effetti, non tanto e non solo una preparazione tecnica, ma l'appartenenza a determinati strati sociali che possono sopportarne gli elevati costi. 33 A. Hussain, The Relationships ecc., cit., p. 105. 34 J. Berg, Education and Jobs. The Great Training Robbery, Penguin Books, Hardmonsworth 1973. 35 R. Collins, Istruzione e stratificazione ecc., cit., p. 124. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 357 scimento del fatto che i diversi ceti esistenti nella societa, ciascuno con una sua cultura, tendono ad occupare in ogni organizzazione posizioni diverse sulla base di caratteristiche ascritte, e tra coloro che occupano queste posi zioni esiste un conflitto per il potere. In questo quadro di riferimento, l'istru zione rappresenta uno dei principali meccanismi per l'allocazione delle per sone, poiche ne determina in larga misura il reddito 36, il quale a sua volta e un indicatore di status fondamentale. Si sono gia viste le critiche mosse da Jencks a questa posizione, a cui si deve aggiungere che la scolarita non e per se fonte di reddito, ma regola l'accesso a determinate posizioni che assicurano un reddito elevato. Infatti, pur col crescente peso degli elementi ascritti, cui si e fatto cenno, si veri ficano in tutte le societa industrializzate alcune tendenze costanti di rapporto fra status sociale e istruzione, quale l'aumento delle professioni che richie dono un'elevata scolarita, il rapporto positivo tra aumento dell'istruzione e aumento del reddito, ecc. Ho gia accennato al fatto che rifiutare un collegamento diretto tra sco larita e riuscita sociale pone ai sociologi dell'educazione il problema di spiegare in modo soddisfacente le cause dell'esistenza delle differenze so ciali, che secondo Jencks sono dovute all'interazione del patrimonio gene tico, dell'appartenenza familiare e della carriera scolastica. In particolare, alcuni studiosi, fra cui e necessario ricordare almeno Jensen 37, riprendono e riformulano le teorie sull'intelligenza, che parevano ormai abbandonate, rivalutando il peso dei fattori genetici. La posizione di Jensen, che non esita a dichiarare « abbiamo tentato l'educazione compensatoria, ed appa rentemente e fallita »38 viene duramente attaccata da Bowles e Gintis, che la definiscono « un contrattacco conservatore »39, espressione di chi pensa che « se l'accrescimento dei servizi scolastici non ha raggiunto i suoi elevati obiettivi, c'e qualcosa che non va nei bambini »40. Nonostante gli attacchi di Bowles e Gintis, che addirittura affermano « le nostre ricerche empiriche 36 Ancora nel 1972 Sewell e Hauser dichiarano che il sistema scolastico e la variabile chiave della riuscita (W.H. Sewell- R.M. Hauser, Causes and Consequences of Higher Education: Models of Status Attainment Process, in «American Journal of Agricultural Economics», 54, 1972, pp. 851-861). 37 A. Jensen, How Much Can We Boost I.Q. and Scolastic Achievement?, in « Harvard Educa tional Review », 1, 1969, che costituisce il primo provocatorio articolo sul tema; piu recentemente, A. Jensen, Educability and Group Differences, Harper & Row, New York 1973. 38 A. Jensen, How Much ecc., cit., p. 1. 39 S. Bowles - H. Gintis, Schooling ecc., cit., p. 6. Ibid., p. 115. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 358 L. RIBOLZI hanno rinforzato la nostra convinzione che l'enfasi sull'I.Q il successo economico serve a legittimare un sistema econom gerarchico e non ugualitario, e a riconciliare gli individui che occupano nel sistema »4,1, le posizioni degli « eredit avuto ed hanno tuttora un discreto seguito, che vede sul p un rilancio delle politiche di individuazione e assistenza de Collins rappresenta dunque, a mio avviso, una specie di di una serie di riflessioni derivanti da esperienze diverse, i deguatezza della teoria tecnico-funzionalista, riflessioni che lavoro una sistematizzazione e un supporto teorico. In u vo **, perd, l'autore americano estende la sua critica alle te ne marxista, ripercorrendo storicamente le tappe del rappo e stratificazione, in un'ottica comparatistica di tipo we Collins, esistono tre tipi di approcci marxisti al problema ciascuno con dei limiti: « uno che considera semplicement me un bene distribuito in modo diseguale, uno piu sofistic l'istruzione come un meccanismo di dominio, e infine uno evoluzionista che considera le competenze fornite dall'istr principale base della stratificazione nella societa moderna La teoria del dominio e, secondo Collins, la piu valid l'istruzione come una « struttura data » senza porsi il pro esiste un determinato tipo di sistema educativo anziche un di Bowles e Gintis sono le piu documentate da dati empiri di vista il rapporto con il piu ampio insieme dei processi d Per spiegare esaurientemente questo tipo di rapporto, lo st introduce il concetto di mercato culturale che rappresenta l'integrazione dell'organizzazione culturale con l'econom punto d'arrivo degli studi di Collins sta dunque nel superam « meccaniciste », funzionaliste o marxiste che siano, per u di fattori cognitivi e sovrastrutturali. Vedremo come a con arrivino anche gli altri nuovi filoni di sociologia dell'educ « Ibid., p. 116. 42 Molti soprattutto gli psicologi: ricordiamo R. Herrenstein, I.Q. in the Brown & Company, Boston 1973. 43 R. Collins, Sistemi educativi e tipi di stratificazione (1977), trad, in di), Istruzione ecc., cit., pp. 143-178. 44 Ibid., p. 143. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 359 4. La « new direction sociology »: sociologia dell'educazione e sociologia della conoscenza in Inghilterra Le teorie sviluppate negli Stati Uniti a partire da Collins e dal « rifiuto dell'ottimismo » corrono a nostro avviso un grave rischio: tutte impegnate a dimostrare che la scuola tecnico-funzionalista ha fatto il suo tempo, si li mitano ad essere pars destruens, e stentano ad elaborare proposte autonome che abbiano dignita teorica quanto meno pari a quella del sistema che inten dono scalzare. Come afferma Davies, « la sola cosa che pud salvare la teoria sociale, e ancora la teoria sociale, meglio fondata, meglio validata, piu conscia dei suoi limiti e della sua necessita » 45. I sociologi dell'educazione inglese cercano di elaborare un'ipotesi attra verso un recupero di scienze affini (la fenomenologia, l'etnometodologia, l'interazionismo simbolico...) ricollegandosi al pensiero filosofico europeo e a un filone emergente della teoria sociale: l'ipotesi della « realta come costruzione sociale », per riprendere il titolo del fondamentale saggio di Berger e Luckmannv>. Recuperando i temi trattati dalla sociologia della conoscenza, i due autori affermano la relativita della « realta » e della « co noscenza » che gli individui danno per scontata e oggettiva, e riprendendo un concetto espresso inizialmente d'a Scheler47 scrivono: « la conoscenza umana e data nella societa come un a priori rispetto all'esistenza individua le, fornendo a quest'ultima un ordine di significato. Questo ordine, benche relativo a una particolare situazione socio-storica, all'individuo sembra il modo naturale di vedere il mondo »4S. La sociologia della conoscenza ha come oggetto lo studio di questi differenti ordini di significato, « di tutto cio che passa per "conoscenza" in una societa, senza riguardo alia fonda mentale validita o non validita (non importa secondo quale criterio) di questa conoscenza » 49. Questo porta a diminuire il peso delle interpretazioni teoriche (come notano argutamente gli autori, « solo pochi sono interessati alle interpretazioni teoriche del mondo, ma tutti vivono in un certo tipo di mondo » M), in favore di una crescente attenzione al « senso comune » e alia « fenomenologia della vita quotidiana »S1. 45 B. Davies, Phenomenological Sociology and Education: Radical Return or Magic Moment?, in D. Gleeson (ed.), Identity and Structure ecc., cit., p. 201. 46 P.L. Berger - T. Luckmann, La realta come costruzione sociale, II Mulino, Bologna 1974. 47 M. Scheler, Sociologia del sapere (1925), Abete, Roma 1966. 48 P.L. Berger - T. Luckmann, La realta ecc., cit., p. 23. 49 Ibid., p. 15. so Ibid., p. 32. 51 II richiamo esplicito e al pensiero di Alfred Schiitz, di cui si veda A. Schutz, La fenomenolo gia del mondo sociale, II Mulino, Bologna 1974. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 360 L. RIBOLZI Questi concetti trovano molta fortuna nella sociologia inglese rielaborati, in un acuto tentativo di vagliare i limiti delle teor da Anthony Giddens che riprende i concetti di Berger e Luckma le stesse parole: « La produzione di interazione, in quanto dotat puo essere opportunamente analizzata come dipendente dalla condivisa nel contesto, e sui cui si basano i partecipanti per tr interpretativi onde dare un senso a cio che essi dicono o fanno n l'uno dell'altro... tale patrimonio di conoscenza puo essere anch " senso comune come un insieme di credenze di fatto » 52. Si puo pensare a comprendere e a spiegare la realta solo se si tiene presente che la struttura non e l'unico fattore in campo, e neppure quello determinante, ma e al tempo stesso condizione e conseguenza delle azioni degli attori, di cui si rivaluta l'importanza a fronte delle concezioni mecca niciste. E determinante il fatto che questo si verifica indipendentemente dal l'esistenza di una consapevolezza: « la produzione della societa avviene gra zie all'attivita competente e creativa dei suoi membri, utilizzando risorse e sottocondizioni di cui essi sono inconsapevoli, o che percepiscono solo con fusamente »53. Questi assunti teorici vengono applicati emblematicamente alia socio logia dell'educazione da Michael Young. Nella premessa all'ormai classica antologia Knowledge and Control, il sociologo inglese, che proviene da una formazione scientifica e da una lunga esperienza di insegnamento nelle scuole secondarie, si propone di spostare il modo tradizionale dei sociologi dell'educazione di affrontare il fenomeno educativo come « dato di fatto » (e dato di fatto, si specifica, posto spesso dagli amministratori) scanda gliando invece le implicazioni che esso ha con la concezione globale della societa. In particolare, egli mette in risalto il legame che esiste tra socio logia dell'educazione e sociologia della conoscenza: « la sociologia dell'edu cazione non puo essere concepita piu a lungo come un'area di indagine di stinta dalla sociologia della conoscenza » 54. II limite di tutti gli studi precedenti di sociologia dell'educazione sta, secondo Young, nel fatto che essi assumono come fatti oggettivi le compo nenti del processo educativo (chi, che cosa, a chi insegnare) anziche proble matizzarle continuamente in relazione al contesto complessivo. In questo senso, e fondamentale la differenza tra il considerare questi fattori come « posti » anziche come « taken for granted », dati per scontati. 52 A. Giddens, Nuove regole del metodo sociologico, II Mulino, Bologna 1979, p. 229. 53 Ibid., p. 229. 54 M.F.D. Young, Introduction, cit., p. 3. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 361 In questo senso, non esiste differenza tra le componenti « oggettive », o supposte tali, del processo educativo, e l'elaborazione teorica, che nasce dal commitment, dal coinvolgimento nella situazione del sociologo, che non e e non pud essere neutrale, ma e partecipe di quelle stesse « sottocondizioni » culturali di cui parlava Giddens, e che costituiscono l'essenza di ogni feno meno sociale. Tali condizioni dipendono in larga misura dalla cultura domi nante e, nel caso della scuola, l'interazione fra insegnante e alunno e almeno in parte determinata dalle categorie definitorie dominanti, in quanto la man cata risposta a comportamenti richiesti sulla base di un insieme di conven zioni sociali teoricamente condivise da entrambi gli attori porta a un giu dizio di devianza. Gli studiosi dei rapporti di classe nella scuola hanno letto correttamente la realta, ma hanno sbagliato ancora una volta considerando come dati, e non come problematici, la conoscenza e il controllo. Le ricerche sul campo non sono state usate in modo critico, e non sono disponibili integrazioni fra le categorie teoriche e l'analisi dei fenomeni in atto. Young lamenta che « molti studi, che descrivono la realta che emerge dalle interazioni dei membri non ci aiutano a discernere l'influenza dei contesti socioeconomici in cui essa diviene... gli studi interazionali devono essere completati da un tentativo di concettualizzare i legami tra le interazioni e le strutture sociali in trasformazione, cosi da mettere a punto un nuovo stile di ricerca che attualmente sembra del tutto mancante » 55. Problematizzare significa, per il sociologo inglese, capire in che modo e per quali motivi certe categorie si affermano a preferenza di altre, e che legami esse hanno con interessi e attivita di determinati gruppi sociali e pro fessional! e spiegare « la relazione dialettica tra l'accesso al potere e l'op portunita di legittimare talune categorie dominanti, e i processi attraverso i quali la possibility di alcuni gruppi di accedere a determinate categorie li abilita ad esercitare potere e controllo sugli altri »57. In questo senso, mi pare che la sua problematica si avvicini a quella di Collins. Nel campo dell'educazione, l'oggetto di analisi del sociologo e quello di individuare il legame delle singole parti con il tutto o, come recita il titolo della prima parte dell'antologia di Young, I curricoli, Vinsegnamento e Vapprendimento come organizzazione della conoscenza. Sviluppando ulte riormente il suo pensiero in questa direzione, Young si batte contro la di 55 Ibid., p. 5. 56 Young ricorda in proposito i lavori di Bourdieu. 57 Ibid., p. 8. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 362 L. RIBOLZI situazione fra i due mondi del teoretico e del pratico, e identi scenza e coinvolgimento, cerca di dimostrare la sostanziale ide lavoro del sociologo, che teorizza sul mondo dell'educazione, e attraverso cui l'insegnante costruisce e trasforma questo mondo mente reagendo alle molte polemiche sorte intorno alia scuola d Young respinge l'accusa di relativismo, sostenendo che « la soc conoscenza, o, come mi sembra meglio chiamarla, la sociologia indica la possibilita di una collaborazione che trascende le categ zionali di ricercatore e di insegnante » 59. Tale difesa e pero abbastanza formale, dal momento che il r fatto sociale come dato costituisce il cardine della proposta dei tionalists, insieme all'idea del lavoro di ricerca sociale com mento, e alia concezione di sociologia dell'educazione come stud in cui la conoscenza si organizza e si trasmette. A riprova di cio utile riportare la professione di relativismo espresso nella p una recente antologia di articoli scritti dai new directionalists: lavoro sociologico, dobbiamo cercare di rifiutare l'assunto che come essere sociale e stato in un certo senso collocato nella soc siste in un insieme statico e predeterminato di relazioni in ba che in seguito egli conoscera grazie alia appartenenza comun verso la socializzazione all'eredita collettiva 50. Invece, dobbiamo ipotesi la possibilita che l'individuo, attraverso un processo in conoscenza (o di essere — nel — mondo) abbia costruito e c struire per se, in accordo con gli altri, un senso della sua esist e del suo ambiente sociale come ordinato e fornito di modelli mento »61. Siamo di fronte ad un'ulteriore definizione dell as commitment, e al dichiarato intento di arrivare non ad un reale, ma a tutti i mondi simbolici possibili. Secondo i suoi critici meno benevoli, le teorie di Young h successo in Inghilterra perche sono state fatte proprie da due istituzioni, la Open University e il London Institute of Educat hanno diffuse e utilizzate nei propri corsi di formazione degl 58 M.F.D. Young, Taking Sides Against the Probable. Problems of Relativity an in Teaching and the Sociology of Knowledge, in C. Jencks (ed.), Rationality, Ed Social Organization of Knowledge, Routledge & Kegan Paul, London 1977, pp. 86apparso originariamente in « Educational Review », 25, 1973). 59 Ibid., p. 86. 60 Si noti come questa asserzione neghi radicalmente la validita delle teorie b cializzazione politica » da parte della scuola. 61 C. Jencks, Introduction, in C. Jencks (ed.), Rationality ecc., cit., p. 2. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 363 Io credo pero sia doveroso riconoscere l'indiscutibile fascino che una teoria centrata sul vissuto dell'individuo puo esercitare in un settore della socio logia dominato dalle rigide leggi deterministiche dei marxisti e degli strut tural-funzionalisti, entrambi incuranti di quel momento interattivo che costi tuisce, in fondo, il fatto centrale del fenomeno educativo. In effetti, anche chi e critico nei confronti della new direction riconosce che « la sociolo gia dell'educazione non e una cosa, un insieme di relazioni scientifiche o d soluzioni ai problemi... e un processo in divenire di ricerca, di scritti, di discussioni e insegnamenti che avviene in ambiti istituzionali diversi... In questo senso, la nuova sociologia ci da uno stimolante esempio di trasfor mazione nei curricoli che richiede a buon diritto di essere esaminato »62. Secondo Williamson, pero, i nuovi sociologi mancano di realismo, quan do affermano che tutto si puo compiere e risolvere alPinterno del gruppo classe, e trascurano le implicazioni politiche ed economiche dei processi educativi. Ne si puo pensare di liquidare in blocco le ricerche degli anni Sessanta, dimenticando che esse hanno comunque costituito un modello orga nico in grado di rendere ragione di molti fenomeni, ed hanno impostato due problemi fondamentali per la sociologia dell'educazione, quale che sia il metodo che intende adottare: la giustizia sociale e 1'efficienza dei sistemi formativi. II confronto con la realta non puo essere evitato: lo stesso Halsey, che ha avuto non poca influenza sulla politica educativa inglese, dopo anni di stu dio ha riconosciuto che « le politiche educative liberali sono fallite perche partivano da una teoria dell'apprendimento inadeguata. Esse non si sono accorte che cio che piu determina il successo non sono gli insegnanti, ma le situazioni sociali, non i curricoli ma le motivazioni, non l'uguaglianza formale degli accessi, ma il sostegno in famiglia e nella comunita »63, ele menti su cui si interviene attraverso strategic politiche, e non solo tecnico educative. I nuovi sociologi, secondo questa critica, mancano completa mente di pragmatismo, non dispongono degli strumenti per effettuare le tra sformazioni che auspicano, e quindi non sanno come conseguirle. La loro stessa identificazione ideologica presenta degli aspetti discutibili: rifiutano le categorie marxiste di spiegazione del « potere » che determina la trasmis sione di contenuti culturali, ma usano un linguaggio marxista per ipotizzare una rivoluzione che trasformi dall'interno le istituzioni educative, tanto che 62 B. Williamson, Continuities and Discontinuities, ecc., cit., p. 3. 63 A.H. Halsey (ed.), Education Priority, HMSO, London 1972. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 364 L. RIBOLZI i « mutanti marxisti » (per usare una pittoresca espressione di si sforzano di dimostrare che i nuovi sociologi rappresentano u di sviluppo del marxismo. 5. A che serve la scuola? Nuovi contributi a una vecchia discussione Nella vasta e articolata serie di posizioni che ho cercato di sintetizzare, si ritrovano i temi classici della sociologia dell'educazione, e in particolare si rinnova ancora una volta il tentativo di definire quale sia la funzione della scuola. In realta, non e possibile ridurre ad un unico motivo il com plesso di finalita che la scuola si propone di raggiungere: anzi, c'e un buon livello di accordo nel sostenere che il sistema scolastico, nella societa con temporanea, e finalizzato a tre obiettivi: estendere al maggior numero possi bile di persone la conoscenza, considerata come un bene in se stessa, creare consenso verso il sistema di valori della classe dominante, fornire manodo pera provvista delle capacita richieste dall'organizzazione del lavoro63. Ora, « questi tre fattori hanno tre diversi scopi e funzioni. Anzi, essi sono cosi radicalmente differenti, che avrebbero potuto dare origine a tre istitu zioni indipendenti »66. In particolare, mentre il primo obiettivo e di natura sostanzialmente ugualitaria, gli altri due sono selettivi, e cio e fonte di po tenziali contrasti. Tra i punti piu interessanti del lungo dibattito, vorrei ricordare qui l'opposizione tra « funzioni latenti » e « funzioni manifeste » del sistema scolastico. Secondo alcuni (segnatamente Althusser e i suoi epigoni67), la preparazione tecnica, di cui oggi la scuola e incapace, rappresenta in realta un falso obiettivo, una « funzione manifesta » appunto: l'obiettivo vero e la produzione di consenso, unita alia riproduzione della forza lavoro e della struttura di classe. Tale teoria e pero vivacemente contrastata da piu parti. Lo stesso Boudon, nel suo lavoro sulla disuguaglianza, e almeno in parte su posizioni diverse, poiche nota che la disuguaglianza si accresce nono 64 B. Davies, Phenomenological Sociology ecc., cit., p. 191. 65 Per un approfondimento si veda V. Cesareo, Sociologia e educazione, cit. « S. Ferge, School Systems and School Reforms, in A. Kloskowska - G. Martinotti (eds.), Education in a Changing Society, cit., pp. 11-20. 67 La sociologia dell'educazione in Italia ha risentito fortemente dell'influenza marxista, almeno in alcune sue parti, ed ha accolto e fatto sua questa tesi con un certo ritardo, e applicandola a mio awiso con eccessiva rigidita ad una situazione assai piu eterogenea di quella americana o francese, e per di piu con una fenomenologia diversa, e in via di ulteriore mutamento. Si veda per tutti il recente M. Dei - M. Rossi, Sociologia della scuola italiana, II Mulino, Bologna 1978, ma da tabile indifferentemente dieci anni prima. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 365 stante l'inci*emento della scolarita, perche e venuta meno la possibility di occupare il posto corrispondente al livello di scolarita conseguito. L'aumen to di personale qualificato disponibile sul mercato del lavoro ha portato ad una dequalificazione del titolo di studio, e quindi a costi maggiori rispetto al passato per occupare la medesima posizione 68. In un'opera successiva 6g, Boudon parla di « effetti perversi » della scolarita, « non inclusi negli obiet tivi specifici degli attori »: altri ribatterebbero, forse, che questa non inten zionalita e tutta da dimostrare, e che l'apparente inefficienza della scuola e in realta del tutto funzionale ai fini del sistema socio-politico. A questa inter pretazione si oppongono coloro che vedono la socializzazione politica come obiettivo a fianco della professionalizzazione, e quindi cercano misure atte a consentire alia scuola di svolgere anche un compito di qualificazione per il mercato del lavoro. Tra i sostenitori di questa tesi, possiamo ricordare Bourdieu e Boltanski, secondo i quali il titolo di studio conseguito a scuola rappresenta una sorta di « meccanismo collettivo di protezione » 70 per i lavoratori, contro il tentativo dell'imprenditoria di acquistare le quali fiche lavorative al minor prezzo possibile formandole all'interno della fab brica. II sistema scolastico come sistema di allocazione delle risorse e rela tivamente democratico — quanto meno piu dei meccanismi di cooptazione — ma funziona solo se esiste una rigorosa corrispondenza tra, appunto, « il titolo » e « il posto ». II mondo economico tende a battersi contro la fun zione professionalizzante della scuola, perche essa, come meccanismo di « produzione di produttori », opera con una relativa liberta rispetto ai biso gni strettamente tecnici. Questo pud comportare delle discrasie (« il siste ma educativo puo produrre dei laureati in belle arti, mentre il sistema pro duttivo richiede dei tecnici »), ma consente di sfuggire almeno parzialmente alia logica ferrea della riproduzione di forza lavoro. II tema dei rapporti fra processo formativo e sistema produttivo e dun <fue cruciale nell'attuale momento della sociologia dell'educazione, e il con tribute forse piu stimolante per un approfondimento in questa direzione viene, a mio awiso, da Klaus Offe 71. Riflettendo sulPenorme sproporzione tra risorse investite ed esiti otte nuti, il sociologo tedesco si chiede se la professionalizzazione all'interno del 68 R. Boudon, Istruzione e mobilita sociale, Zanichelli, Bologna 1978. 69 R. Boudon, Ejjets pervers et ordre social, PUF, Paris 1977. 70 P. Boordiec - L. Boltanski, Le titre et le poste: rapports entre le systeme de production et le systeme de reproduction, «Actes de la Recherche en Sciences sociales», I, 2, marzo 1975, pp. 95-107. 71 K. Offe, Lo Stato nel capitalismo maturo, Etas Libri, Milano 1977. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms 366 L. RIBOLZI sistema scolastico sia realmente un obiettivo da perseguire piuttosto essere abbandonato del tutto, dal momento ch l'espansione del sistema educativo proposte dallo stato sof pare, di una mancanza di criteri che impedisce loro... di o strategia razionale per la produzione di forza lavoro qua del sistema occupazionale » 72. Offe esamina i due presupp del « capitale umano » o della correlazione positiva fra svi e sviluppo dell'istruzione, e li trova entrambi problematic 10 spostamento quantitative nel terziario della forza lavoro sariamente variazioni qualitative nei livelli di preparazione che i processi di istruzione formale forniscono le qualific modo adeguato. L'ipotesi di Offe e invece che il sistema for nale esiste per « creare artificiosamente l'apparenza di una punti di partenza, e quindi della neutrality delle proprie fu risposta ai problemi di legittimazione dello stato moder canza di chiarezza delle richieste al sistema formativo, e l sia dal punto di vista dell'efficienza che della giustizia soc l'effetto opposto, di accrescere l'« ingovernabilita » sia a l stema istruzione che, piu in generale, di sistema sociale scente difficolta della scuola ad assolvere anche la sua seco di produzione del consenso. Da tutti questi approcci (la nuova sociologia, la scuola am emerge chiaramente, a mio avviso, che non e piu possibile ma della sociologia dell'educazione in termini classici. I si pud non tenere conto mi paiono soprattutto quattro: a) La sociologia dell'educazione puo e deve essere v tamente, come un microcosmo dotato di leggi e fenomeni ma in relazione con gli altri rami della sociologia, in pa logia della conoscenza e la sociologia politica. Essa deve cer 11 legame fra la trasformazione delle istituzioni educative e vimento in atto di mutamento sociale. b) II rapporto fra la forma istituzionale del process sistema scolastico) e le strutture economiche non puo p 72 Ibid., p. 179. 73 Ibid., p. 191. 74 K. Offe, Ingovernabilita. Lineamenti di una teoria conservatrice della al Convegno delle Comunita di Ricerca, Gallarate, 6-8 ottobre 1978. This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms SOCIOLOGIA DELL'EDUCAZIONE 367 rigidamente, in modi deterministici. La struttura rappresenta al tempo stesso la condizione e la conseguenza dell'azione educativa, secondo la notazione di Giddens, e quindi si richiede una discriminazione fra i fattori che pos sono essere modificati e quelli che invece rappresentano un vincolo. In par ticolare la tematica che si definisce convenzionalmente della « scuola di classe » va interamente rivisitata nell'ottica di una rivalutazione delVele mento soggettivo, sia esso riferito all'alunno o all'insegnante. I ricercatori, psicologi e sociologi, che riparlano dei talenti individuali sono il sintomo di un processo in corso, di cui si deve prendere atto e di cui sull'altro versante sono testimonianza i tentativi di riaffermare la professionals dell'inse gnante non piu visto come cinghia di trasmissione, o peggio, « servo del sistema » ma come soggetto autonomo. c) Anche le analisi della scuola come organizzazione devono subire una svolta decisiva: se ne hanno i primi tentativi nella « sociologia del curricolo », nell'analisi degli « stili di insegnamento » e della classe intesa come contesto interazionale. La tendenza che sembra prevalere e quella di te ner conto nell'affrontare la conoscenza della scuola del contributo di piu scienze, non solo di quelle classicamente affini (la pedagogia e la psicologia) ma anche di prospettive nuove, quali l'interazionismo simbolico o la teoria dei sistemi. d) Infine, il problema della « cultura dominante » si trasforma fino a perdere i suoi caratteri tradizionali di lettura in termini di distribuzione del potere e coinvolge tutta la vasta tematica dei rapporti fra l'utente e l'istitu zione, secondo le prospettive aperte da Offe. Bisognera quindi ripensare alia scuola non piu come a un « servizio sociale » (concetto che e ancor oggi largamente diffuso), ma collocandola al suo giusto posto in un'analisi piu completa e sistematica dell'interazione fra cittadino e istituzioni e delle istituzioni fra di loro nel contesto di uno Stato moderno. LUISA RIBOLZI Istituto di Sociologia delVUniversita Cattolica di Milano This content downloaded from 160.97.35.10 on Mon, 07 Nov 2016 14:46:53 UTC All use subject to http://about.jstor.org/terms