Regia: Nick Doob, Chris Hegedus e DA Pennebaker

Elenco dei documentari del regista D. A. PENNEBAKER
che saranno presentati alla
25esima edizione del
Bellaria Film Festival – Anteprimadoc
dall’1 al 5 giugno 2007 a Bellaria Igea Marina
Dont Look Back (1967, b/n)
D. A. Pennebaker
95 min.
Daybreak Express (1953, colore)
D. A. Pennebaker
5 min.
Monterey Pop (1968, colore)
D. A. Pennebaker
98 min.
Dance Black America (1983, colore)
D. A. Pennebaker e Chris Hegedus
90 min.
Company: Original Cast Album (1970, colore)
D. A. Pennebaker
60 min.
Down from the Mountain (2001, colore)
Nick Doob, Chris Hegedus e D. A. Pennebaker
98 min.
Only the Strong Survive (2002, colore)
Chris Hegedus e D. A. Pennebaker
96 min.
Lambert & Co. (1964, b/n)
D. A. Pennebaker
15 min.
Bellaria Igea Marina lì 29.03.2007
SCHEDE DEI FILM DI D. A. PENNEBAKER
CHE SARANNO MOSTRATI ALLA
25° EDIZIONE
del
Bellaria Film Festival – Anteprimadoc
dall’1 al 5 giugno 2007 a Bellaria Igea Marina
Dont Look Back (1967, b/n)
Regia: D. A. Pennebaker
Assistente alla regia: Howard Alk
Suono: Jones Alk
Suono concerti: J. Robert van Dyke
Montaggio: D. A. Pennebaker
Riprese di Dylan in Mississippi: Ed Emshwiller
Produttori: Albert Grossman, John Court, Leacock-Pennebaker, inc.
Cast: Bob Dylan, Joan Baez, Donovan, Alan Price, Albert Grossman e Bob Neuwirth
Durata: 95 min.
Formato: digibeta ntsc
Dont Look Back parla degli anni Sessanta e dell'uomo che ha aiutato molti di noi ad
attraversarli. Bob Dylan è molto più che il cantante folk osannato dall'industria
discografica, molto più che il cantautore la cui poesia è l'unica che molti di noi ricordino,
più del ragazzo alla Kerouac che ha ossessionato i nostri migliori scritti.
Bob Dylan è la forza che ci ha preso e portato fuori da un'era e dentro un'altra.
Le sue parole sono ambigue, il suo stile in continua evoluzione e la sua riservatezza
ossessiva, ciò nonostante rimane la voce influente dei nostri tempi.
Dont Look Back è stato filmato durante le tre settimane del tour inglese nella primavera del
1965. Più che una panoramica di un tour straordinario, è un ritratto intimo di uno dei
cantautori più influenti dei nostri tempi.
“Per quanto mi riguarda non voleva essere un documentario. Non mi piacciono molto.
Nella mia mente, il produttore più interessante che abbia mai conosciuto è Robet Flaherty,
che ha prodotto Nanook of the North. Il film parla di un eschimese, ma Flaherty non cerca
di raccontare tutto quello che c’è da dire sulla vita di un eschimese. Vuole solo mostrare
cosa significa passare un po’ di tempo con un eschimese. Questa è la sensazione che ho
cercato di trasmettere.
Non mi è mai interessato dare alla gente una lezione su Dylan.
Innanzi tutto, non lo conosco abbastanza. Chi può dire di poterlo fare? Per di più sono solo
affari di Dylan.
Se volesse insegnare alla gente qualcosa, sono sicuro che lui saprebbe come farlo.
Quello che volevo fare era solamente essere presente quando Dylan esprimeva tutta la
sua vita, e mostrare cosa deve affrontare e cosa lo interessa.
Potrebbe non esserci così tanto di Dylan perché Dylan più o meno recita in tutto il film.
È un suo diritto. In un certo senso ha bisogno di un po’ di protezione contro quel processo.
Comunque sia penso che quello che si intuisce è la straordinaria pressione data dal dover
uscire sul palco ed essere assolutamente perfetti su richiesta.
In poche parole, lui doveva riempire il teatro. Non era abbastanza che ogni posto a sedere
fosse esaurito, lui doveva avere gente in piedi. Lui doveva essere straordinario dove la
maggior parte di noi si accontenta di essere adeguata.”
(D. A. Pennebaker)
****
Daybreak Express (1953, colore)
Regia: D. A. Pennebaker
Durata: 5 min.
Formato: digibeta ntsc
“Volevo realizzare un film che parlasse di questo treno così sporco, così rumoroso e dai
passeggeri così ammassati da renderlo bellissimo, come uno di quei dipinti di New York di
John Sloan, e volevo che si accompagnasse ad uno dei miei dischi di Duke Ellington,
“Daybreak Express”.
Non sapevo molto di montaggio, e di fatto non sapevo molto di riprese, così ho comprato
un paio di rullini Kodachrome al supermercato, immaginando che, avendo il disco una
durata di circa 3 minuti, filmando con cura sarei riuscito a far entrare tutto il girato in un
rullino. Naturalmente ciò si rivelò impossibile dato che non riuscivo a far partire e fermare
la mia cinepresa a mano così facilmente, così ho finito per girare entrambi i rullini e anche
qualcuno in più prima che potessi dire di aver finito. Ci vollero più o meno tre giorni per
filmare tutto, ed il girato è rimasto in uno stanzino per anni finché non ho realizzato come
montarlo e svilupparlo in modo da poterlo proiettare.
L’ho portato al Paris Theater per vedere se poteva essere proiettato. Per puro caso finì
nella commedia di Alec Guiness, The Horse’s Mouth, che rimase in cartellone per quasi un
anno.
Poiché avevo una vasta collezione di dischi jazz, pensavo che avrei trovato il modo per
sfondare nel mondo del cinema con i film musicali, questo mi diede in effetti il modo di
cominciare, ma non fui mai capace di fare un altro film come Daybreak”.
(D. A. Pennebaker)
****
Monterey Pop (1968, colore)
Regia: D. A. Pennebaker
Soggetto e sceneggiatura: D. A. Pennebaker
Montaggio: Nina Schulman
Fotografia: James Desmond, Barry Feinstein, Richard Leacock, Albert Maysles, Roger
Murphy, D. A. Pennebaker, Nick Proferes
Direttore musiche: Bob Neuwirth
Suono concerto: John Cooke
Suono: Tim Cunningham, Baird Hersey, Robert Leacock, John Maddox, Nina Shulman
Registrazione concerto: Wally Heider e Robert Van Dyke
Produttori: John Phillips e Lou Adler
Assistenti alla produzione: Pauline Baez, Peyton Fong, Brice Marden
Musica originale:
Janis Joplin “Combination of the two”;
Scott McKenzie “If You’re Going To San Francisco”;
The Mamas and the Papas “Creque Alley”, “California Dreamin’”, “I’ve Got A Feelin’”;
Canned Heat “Rollin and Tumblin’”;
Hughy Masekela “Bajabula Bonke” (Healing Song);
Jefferson Airplane “High Flyin’ Bird”, “Today”;
Eric Burden and the Animals “Paint it Black”;
The Who “My Generation”;
Country Joe and the Fish “Section 43”;
Otis Redding “Shake”, “I’ve Been Loving You Too Long”;
Jimi Hendrix “Wild Thing”;
Ravi Shankar “Raga Bhimpalasi”
Durata: 98 min.
Formato: digibeta ntsc
Il Monterey Pop Festival si è svolto nel giugno del 1967 per tre giorni. Per la maggior parte
dei cinque spettacoli, l’arena era così affollata da esplodere con un pubblico che si
aggirava attorno alle 10.000 persone. Le performance dal vivo erano di un successo
spettacolare. Janis Joplin, che cantava coi Big Brother e l’Holding Company, mise tutte le
sue energie per una performance potente e graffiante per la quale venne eletta la più
rilevante cantante rock femminile dei suoi tempi.
Gli Who culminarono con un brillante finale distruggendo i loro strumenti alla conclusione
di “My Generation”. Jimi Hendrix (nel debutto americano del Jimi Hendrix Experience) offrì
un’esibizione grandiosa della sua virtuosità come chitarrista e come showman, mimando
atti sessuali ed orgasmici con il suo amplificatore Marshall, dando poi fuoco alla sua
Stratocaster.
Un altro momento saliente è stato il pomeriggio meditativo di Ravi Shankar con ‘raga’
indiane. Poi è stata la volta di Otis Redding, il dinamico soul man, che si è esibito in quella
che, per molti dei presenti, è stata la miglior performance del festival.
L’ABC offrì 400,000 dollari per i diritti televisivi del film di Pennebaker (che fu distribuito nei
cinema dopo che l’ABC aveva deciso che il film era troppo lontano dall’audience
televisiva).
****
Dance Black America (1983, colore)
Regia: D. A. Pennebaker e Chris Hegedus
Durata: 90 min.,
Formato: digibeta ntsc
Il festival di tre giorni del Brooklyn Academy of Music che celebrano le radici della Black
Dance con perfomance di Alvin Ailey, Garth Fagan, Eleo Pomare, Chuck Davis, Charles
Moore, i famosi ballerini di Lindy di Momma Lou Parks e il leggendario ballerino di tip tap,
Chuck Green.
****
Company: Original Cast Album (1970, colore)
Regia: D. A. Pennebaker
Musiche: Stephen Sodheim
Riprese: Jim Desmond, Richard Leacock, D. A. Pennebaker
Suono: Robert Van Dyke, Robert Leacock, Kate Tylor, Mark Woodcock
Direzione musicale: Harold Hastings
Produttori: Peter Hansen, Chris Darlympe, Delia Doherty
Produttori esecutivi: Daniel Melnick
Durata: 60 min.
Formato: digibeta ntsc
Quando Company fu mostrato la prima volta nel 1970 al New York Film Festival, causò
considerevoli agitazioni. Venne chiamata una squadra di polizia antisommossa per placare
il pubblico indignato che non era riuscito ad entrare nel teatro.
Il documentario di D. A. Pennebaker, con Jim Desmond e Ricky Leacock, che racconta
diciotto e mezzo estenuanti ore di sessione di registrazione per il musical di Stephen
Sondheim che aveva appena debuttato a Broadway, divenne l’evento del festival
nonostante fosse lungo solo 52 minuti e fosse stato pensato per la televisione.
Per un po’ sembrò che potesse essere distribuito con successo anche nei teatri.
Anche la Columbia Pictures era interessata. Ma i problemi legali erano consistenti, ed
eventualmente sarebbe stato trasmesso in televisione negli Stati Uniti e in Inghilterra ma,
come spesso accade, scomparve dalla circolazione.
Ma non del tutto. Più volte nei successivi trent’anni, Pennebaker ricevette un continuo
flusso di richiese per vedere il film, sia da persone che l’avevano visto, sia da persone che
ne avevano sentito parlare. Telefonate di mezzanotte da Los Angeles, da Berlino e
l’influenza dei fan, che consideravano la musica di quel film tra le migliori di Sondheim,
persuasero definitivamente Pennebaker a vedere se poteva riportarlo in vita.
Dopo anni per sbrogliare la parte legale e con l’aiuto di tutti i partecipanti e i loro avvocati e
agenti, il film visse nuovamente.
****
Down from the Mountain (2001, colore)
Regia: Nick Doob, Chris Hegedus e D. A. Pennebaker
Montaggio: Nick Doob, D. A. Pennebaker
Fotografia: Joan Churchill, Jim Desmond, Nick Doob, Chris Hegedus, Bob Neuwirth,
Jehane Noujaim, D. A. Pennebaker, John Paul Pennebaker
Suono: Alan Barker
Produttori esecutivi: T. Bone Burnett, Ethan Coen e Joel Coen
Produttori: Bob Neuwirth, Frazer Pennebaker
Cast: The Cox Family, Fairfield Four, Emmylou Harris, Colin Linden, John Hartford, Chris
Thomas King, Alison Krauss, Larry Perkins, The Peasall Sisters, David Rawlings & Gillian
Welch, The Whites e Ralph Stanley
Durata: 98 min.
Formato: digibeta ntsc
“Se avete qualche predilezione per la musica tradizionale americana, il film è davvero
vicino al paradiso”
A. O. Scott, The New York Times
Quando arrivò il momento per i fratelli Coen di trovare la musica per la loro commedia del
periodo del Sud, Fratello,dove sei?, chiesero al produttore T. Bone Burnett di dar loro una
mano. Cercavano delle registrazioni originali di vecchia musica folk americana.
Quello che trovarono fu una miscela eterogenea di autentici musicisti bluegrass e stelle
del country alternativo contemporaneo, che portarono ad un album di sorprendente
successo. Tra i musicisti che partecipano alla colonna sonora Emmylou Harris, Alison
Krauss, Gillian Welch, John Hartford, Ralph Stanley, David Rawlings, Chris Thomas King,
tra gli altri.
Nel maggio del 2000, si progettò di riunire gli artisti che avevano partecipato alla colonna
sonora per suonare ad un concerto speciale al Ryman Auditorium di Nashville. T Bone
Burnett chiamò il produttore Bob Neuwirth per riunire un team di registi famosi.
Il risultante Down From The Mountain documenta il concerto serale, completo dei
backstage di preparazione e delle prove. Co-prodotto da Frazer Pennebaker, il film di D.
A. Pennebaker, Chris Hegedus e Nick Doob immortala una gioiosa celebrazione di spiriti
liberi di una forma di musica autenticamente americana.
John Hartford morì appena dopo circa un anno dalla registrazione di questo album, a
sessantatre anni. Era all’apice della sua carriera. John era una biblioteca vivente di
vecchie melodie di violino, river songs, mountain music e tradizioni delle persone che la
suonavano. Qualcosa di questo se ne è andato con lui, e questo film è parte di un enorme
contributo che lui si lasciò dietro - sui dischi e con le persone che lo conobbero.
Only the Strong Survive (2002, colore)
Regia: Chris Hegedusd e D. A. Pennebaker
Produttore: Roger Friedman
Produttore associato: Rebecca Marshall
Coproduttore: Frazer Pennebaker
Produttore esecutivo: Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Cast: William Bell, Jerry Butler, The Chi-Lites, Isaac Hayes, Sam Moore, Ann Peebles,
Wilson Pickett, Sir Mack Rice, Carla Thomas, Rufus Thomas, Mary Wilson
Musica originale:
Isaac Hayes “Soul Man”, “Hold On I’m Coming”, “When Something Is Wrong With My
Baby”, “B-A-B-Y”;
Wilson Pickett “In The Midnight Hour”;
David Porter “Soul Man”, “Hold On I’m Coming”, “When Something Is Wrong With My
Baby”, “B-A-B-Y”;
Carla Thomas “Gee Whiz At His Eyes”;
Rufus Thomas “Walking The Dog”
Durata: 96 min.
Roger Friedman è un giornalista dello spettacolo e un fan della musica con una
predilezione particolare per il R&B e la musica soul della metà degli anni ’50 al periodo
che precede la musica disco dei primi anni Settanta.
Dovuto in parte alle politiche di restrizione dei contratti di ingaggio e alla autentica
mancanza di appropriati archivi, Friedman trovò che poco o niente era sopravvissuto di
film o videoregistrazioni di molti dei migliori artisti del periodo nelle esibizioni sul palco.
Comunque, gran parte dei musicisti in questione erano ancora attivi e si esibivano
regolarmente, e con l’aiuto dei documentaristi Chris Hegedus e D. A. Pennebaker,
Friedman cominciarono a catturare alcuni dei suoi favoriti filmandoli mentre erano ancora
in buona forma.
Only the Strong Survive si caratterizza per esibizioni di estremo successo di leggende del
R&B come Wilson Pickett, Jerry Butler, i Chi-Lights, Carla Thomas, Mary Wilson, Anna
Peebles e molti altri, così come le interviste dove gli artisti discutono gli alti e bassi della
loro vita nella musica. Only the Strong Survive presenta anche il filmato della performance
a Memphis del pioniere del R&B Rufus Thomas, che era morto all’età di 84 anni, meno di
due mesi prima che il film fosse proiettato al Sundance Film Festival del 2002.
****
Lambert & Co. (1964, b/n)
Regia: D. A. Pennebaker
Durata: 15 min.
Formato: DvCam
Dave Lambert, di “Lambert, Hendricks e Ross”, con il suo quintetto da poco formato ad
un’audizione per la RCA nel 1964, qualche tempo prima della sua morte prematura.
“Dave Lambert è stato un mio eroe sin da quando ho lasciato Chicago per New York negli
anni quaranta, molto tempo prima che nascesse il famoso trio Lambert, Hendricks e Ross.
Faceva l’arrangiatore per Gene Krupa, quello che, insieme al trombettista Roy Eldridge e
alla vocalist Anita O´Day, aveva quei fantastici arrangiamenti sfrontati, di cui mi ricordo
ancora e dei quali ho ancora i 78 giri. Comunque, mentre stavamo ancora costruendo uno
studio di registrazione sulla 45sima strada per la compagnia Leacock-Pennebaker, che
stava allora spiccando il volo, Bob Van Dyke, il nostro genio dell’audio, mi presentò Dave,
e lo convinse ad aiutarci a finire.
Dave, si scoprì in seguito, era un carpentiere di prim’ordine. Quando venne fuori che
aveva un’audizione alla RCA con un nuovo gruppo per registrare le canzoni che aveva
appena composto, lo accompagnammo e filmammo la sessione di registrazione. RCA
decise di abbandonare il progetto, e cancellò i nastri, così noi abbandonammo il nostro
film inedito su uno scaffale e lo lasciammo lì.
Diversi mesi più tardi, mentre aiutava qualcuno a sistemare un appartamento sulla Merritt
Parkway, Dave fu colpito da un’auto e rimase ucciso. Alcune settimane più tardi, Art De
Lugoff del Village Gate chiamò dicendo che aveva sentito dire che avevamo un film su
Dave e che intendeva mostrarlo alla veglia funebre. Nick Proferes ed io passammo la
notte a montarlo e gli portammo una copia il giorno dopo. Qualche giorno dopo un
giornalista di una tv tedesca, che l’aveva visto, ci venne a far visita e chiese se poteva
portare il film con sé, visto che Lambert era così ben conosciuto in Europa. Gli demmo la
nostra copia e ce ne dimenticammo. Poi cominciarono ad arrivare lettere che chiedevano
dove poter comperare il disco. Ma non c’era nessun disco, e non ci sarebbe mai stato.
Tutto quello che c’era era questo film di quindici minuti con qualche prova incompleta di
canzoni che altrimenti non sarebbero esistite. Mi venne in mente che è questo che i film
avrebbero dovuto fare, che io avrei dovuto fare… registrare persone e musica come una
specie di storia popolare che altrimenti non esisterebbe. Fu solamente alcune settimane
dopo che Albert Grossman entrò nel nostro ufficio e chiese se ero interessato a realizzare
un film su un suo cliente, Bob Dylan.”
(D. A. Pennebaker)
Bellaria Igea Marina lì 29.03.2007