Le stelle nella “Commedia” dall`Inferno al Paradiso

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7
ottobre2001
ASTRI
Le stelle nella “Commedia”
dall'Inferno al Paradiso
La lettura astronomica del capolavoro dantesco
Nella prima cantica, ambientata nell’Inferno, Dante utilizza il riferimento alle posizioni
degli astri in cielo (per ovvie
ragioni non nomina mai il
sole, simbolo di vita e di luce)
per calcolare il passare del
tempo.
Il poeta latino Virgilio, che gli
fa da guida, lo solleciterà continuamente nel corso delle varie soste nei diversi cerchi, a
non indugiare, poiché il tempo concesso per visitare il regno delle tenebre è limitato a
24 ore.
Dice Virgilio:
Già ogne stella cade che saliva
Quand’io mi mossi, e ‘l troppo
star si vieta»
(Inf. VII – 98,99)
si avviano al tramonto tutte le
stelle che salivano in cielo
quando ti venni incontro; non
ci è permesso attardarci.
L’ora indicata dovrebbe essere la mezzanotte.
Virgilio si era mosso incontro
a Dante a mezzodì, 12 ore prima, equivalenti a mezza rotazione della sfera celeste.
Successivamente Virgilio insiste:
Ma seguimi ormai, che ‘l gir
mi piace;
Che i Pesci guizzan su per
l’orizzonta,
E ‘l Carro tutto sovra ‘l Coro
giace,
(Inf. XI – 112,114)
la costellazione dei Pesci sta
salendo ad oriente ed il Gran
Carro sta scendendo ad occidente.
La costellazione dei Pesci sorge per ultima e considerando
i trenta gradi occupati da ciascuna costellazione corrispondenti a due ore, se ne deduce che sono circa le quattro
del mattino.
Quasi al termine del viaggio:
E già la luna è sotto i nostri
piedi;
Lo tempo è poco ormai che n’è
concesso,
(Inf. XXIX – 10,11)
la Luna è ormai al culmine
dell’emisfero sud; rimane
poco tempo.
Tenendo conto che il cono
dell’Inferno sta sotto Gerusalemme, culmine dell’emisfero
nord, e che nella fase di plenilunio Sole e Luna sono in opposizione, dire che la Luna è
agli antipodi dell’Inferno,
equivale a dire che il Sole
splende in pieno sull’emisfero
nord. Siamo però nel secondo
giorno successivo al plenilunio (che si verificò nella notte
di Giovedì Santo, quando
Dante si smarrì nella Selva)
ed il ritardo giornaliero della
Luna sul Sole è di circa 50 minuti; quindi il Sole, nell’emisfero nord, ha superato il meridiano da circa 50 minuti.
Sono 50 minuti dopo mezzogiorno di Sabato Santo.
Nella seconda cantica dedicata al Purgatorio, luogo di
espiazione prima della beatitudine eterna, che Dante visita in circa quattro giorni, oltre
ad utilizzare gli astri come
orologio Dante fa ricorso alle
varie posizioni dei corpi celesti anche per descrivere la geografia delle terre emerse. Secondo la carta geografica della terra allora conosciuta, disegnata da Tolomeo nel IIº secolo d.C., le terre emerse si
trovano tutte nell’emisfero
nord, dalle Colonne d’Ercole
alla valle del Gange, per
un’estensione totale di 180º di
longitudine ed hanno al centro il più esteso dei mari interni: il Mediterraneo. Nella
Commedia dantesca Gerusalemme
è
al
ce nt ro
dell’emisfero nord; agli antipodi, al centro dell’emisfero
sud sorge la montagna del
Purgatorio, interamente circo ndat o
dal l e
acque
dell’Oceano.
Uscito dalla voragine dell’In-
Che da sinistra n’eravam feriti.
(Purg. IV – 52,57)
nel corso della salita sulla
montagna del Purgatorio,
Dante e Virgilio si fermano a
guardare verso levante. Dante si accorge con meraviglia
che il sole lo colpisce da sinistra anziché da destra.
La montagna del Purgatorio
si trova nell’emisfero sud dove alcuni elementi astronomici di riferimento sono invertiti. Dante considera il guardare verso levante di buon auspicio perché da questo punto
cardinale sorge il sole, simbolicamente identificato con
Cristo, luce del mondo.
ferno Dante rivede le stelle,
ed ora egli stesso calcola lo
scorrere del tempo.
Già era ‘l sole a l’orizzonte
giunto
Lo cui meridian cerchio coverchia
Ierusalèm col suo più alto punto;
E la notte, che opposita a lui
cerchia,
Uscia di Gange fuor con le Bilance,
Che le caggion di man quando
soverchia;
(Purg. II – 1,6)
Già il Sole era sull’orizzonte
occidentale dell’emisfero
nord, emisfero che ha Gerusalemme come punto più alto
nel meridiano; la notte sorgeva ad oriente nella costellazione della Bilancia che diventerà invisibile all’equinozio
d’autunno quando il Sole nel
suo girovagare fra le stelle oc-
cuperà quella porzione di cielo.
Questi versi per dire che nel
Purgatorio, dove si trovano i
due poeti, il sole sta sorgendo; è l’alba. E nei giorni degli
equinozi (periodo in cui è ambientato il viaggio) quando il
sole sorge sono le 6 e abbiamo 12 ore di luce e altrettante
di buio. Inizia così, con una rigorosa precisazione dell’ora,
il cammino di Dante e Virgilio
nel nuovo regno.
Proseguendo nel viaggio:
A seder ci ponemmo ivi ambedui
Vòlti a levante ond’eravam saliti,
Che suole a riguardar giovare
altrui.
Li occhi prima drizzai ai bassi
liti;
Poscia li alzai al sole, e ammirava
Ancora un’indicazione sullo
scorrere del tempo:
E già le quattro ancelle eran
del giorno
Rimase a dietro, e la quinta
era al temo,
Drizzando pur in sù l’ardente
corno,
(Purg. XXII – 118,120)
erano già passate quattro ore
dal sorgere del sole e la quinta segnava l’avanzare del giorno.
Rifacendosi alla mitologia
classica, Dante immagina le
ore come fanciulle che accompagnano o seguono il carro del sole; a partire dall’alba
quattro sono già rimaste
indietro, la quinta è al timone
d e l c a r r o e n e g u id a il
movimento ascendente. Se ne
ricava che sono le dieci del
mattino, 4 ore dopo la levata.
Nella terza cantica dedicata al
Paradiso, luogo della luce e
della beatitudine, che circonda la terra con le orbite dei
pianeti e culmina con la perfetta immobilità dell’Empireo,
la complessità dei passi astronomici aumenta ulteriormente. Non più l’utilizzo degli
astri come misura del tempo,
i riferimenti astronomici ora
si identificano con concetti
teologici. Diventa quindi
indispensabile coglierne il
vero e più profondo significato.
Il Paradiso inizia così:
Surge ai mortali per diverse
foci
La lucerna del mondo; ma da
quella
Che quattro cerchi giugne con
tre croci,
Con miglior corso e con
migliore stella
Esce congiunta, e la mondana
cera
Più a suo modo tempera e
suggella.
Fatto avea di là mane e di qua
sera
Tal foce, e quasi tutto era là
bianco
Quello emisperio, e l’altra
parte nera,
(Par. I – 37,45)
il sole durante l’anno sorge da
diversi punti dell’orizzonte, a
seconda delle stagioni, ma nel
periodo dell’equinozio di primavera quando è congiunto
col segno dell’Ariete, la sua
luce ha migliore influenza
sugli uomini.
In tale punto i quattro cerchi
(equatore, eclittica, orizzonte, coluro degli equinozi), che
sono i riferimenti fondamentali della sfera celeste, diventano per Dante il simbolo
delle quattro Virtù Cardinali.
I n te r s e c a n d os i tra loro,
formano inoltre tre croci,
simbolo per Dante delle tre
V ir tù T e olog ali. Ris ulta
chiaro, da questa citazione, il
profondo rapporto tra astronomia e costruzione teologica
dell’ultima cantica; così pure i
sette pianeti allora conosciuti,
la sfera delle stelle fisse ed il
primo mobile, sono visti
come scala ascendente alla
Divinità.
(a cura della Società
Astronomica Fiorentina)
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La riqualificazione
della parte estrema
di Novoli…
Approfitto dell’opportunità
che mi offre il vostro giornale,
che leggo con molta attenzione, per segnalare alcuni problemi che riguardano la zona
più estrema di Novoli, per essere più precisi via Valdinievole, via Bisenzio nei pressi
del mercato di Novoli.
L’aspetto esteriore è già poco
edificante, una serie di palazzoni uno accanto all’altro
poco verde e un traffico di
macchine e mezzi pesanti. So
bene di vivere in una delle periferie della città considerate
di serie “C” ma visto che si fa
un gran parlare di riqualificazione del quartiere, ritengo
che per far ciò bisognerebbe
iniziare da alcune piccole
cose.
Il controviale del viale Guidoni non è attraversabile dai pedoni in quanto la velocità delle automobili e dei camion è
di poco inferiore a quella usata sull’autostrada.
I marciapiedi, in particolar
modo nell’isolato via Valdinievole, via Bisenzio, sono tutti
pagina precedente
scoscesi e impraticabili, specialmente per chi come me ha
disabilità motorie.
Il rumore del traffico è tale
che ti impedisce di tenere le
finestre aperte.
Mi domando si possono risolvere questi problemi? Mi piacerebbe d’ora in avanti dire
che nel quartiere di Novoli si
vive bene e che non è una pe-
riferia desolante.
Un ringraziamento
al Laboratorio della
Pace
Scriviamo questa lettera per
complimentarci con tutto il
gruppo del Laboratorio permanente della Pace in partico-
lare con Barbara, Sandra, Valentina e Patrizia che svolgono il loro compito in maniera
diligente e professionale,
mettendo a proprio agio sia i
bambini sia i genitori. Ne siamo testimoni in quanto nostro figlio Neri Ferrini ha frequentato il Laboratorio con
interesse e ha migliorato il
rapporto con gli altri bambini.
Rinnoviamo i nostri complimenti.
Fabio Ferrini e
Paola Civallero
Quel Sogno di una
notte di mezza
estate…
Caro IN-Forma Quartiere,
non ho apprezzato la pagina 3
di settembre 2001 dedicata al
Sogno di una notte di mezza
estate, che, a distanza di tre
mesi, in un mattino calmo e rilassato, ha riportato in superficie il disappunto provato allora per non essere riuscito a
partecipare all’evento, disappunto condito ora da una mal
repressa, incresciosa e deprecabile invidia nei confronti
dei 63 (compreso il descrittore) più famiglia fortunati che
hanno avuto accesso.
Io, singolo e singolare, una
settimana prima della prima
rappresentazione, non solo
non ho trovato posto per nessuna delle rappresentazioni,
ma non ho potuto neppure
dare il mio nome per la lista
d’attesa di centinaia e centinaia di persone”.
A cosa serve dedicare, dopo
due mesi, una pagina a questo
argomento ormai digerito da
un’intera estate? Ad un autocompiacimento per le lodi ed i
ringraziamenti? Non il mio
che dovrò fare un ulteriore
sforzo per riseppellire il disappunto fatto riemergere.
Grazie invece per tutto il resto
Renato Simoni
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