Ecologia - Prof. Pitarresi

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Esperto esterno:
ing. Gaetano Cognata
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Definizione di Ecosistema
L ecosistema può essere definito come un sistema
ecologico costituito da relazioni di varia natura,
relativamente stabili, che riflettono l adattamento
di un gruppo di popolazioni vegetali ed animali
(biocenosi) tra loro ed in rapporto alla porzione
non vivente del relativo ambiente (biotopo).
Biocenosi: E un gruppo di esseri viventi che corrisponde per la sua
composizione, per il numero di specie ed di individui a certe condizioni medie
dell ambiente
Biotopo: E caratterizzato da un complesso di fattori ecologici, fisici e chimici
come per esempio la localizzazione geografica, intensità del flusso solare,
venti, temperatura, correnti, concentrazione di sostanze chimiche
fondamentali, etc…
IL Biotopo costituisce il supporto della biocenosi
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Catena Alimentare
Il trasferimento di materiale organico sotto forma di alimento che, prendendo l avvio
dalle piante, passa attraverso una serie di organismi che mangiano e vengono mangiati,
prende il nome di CATENA ALIMENTARE. Ad ogni passaggio si ha una perdita di
energia pari al 80-90%. I diversi livelli di utilizzazione dell alimento prendono il nome di
livelli trofici.
I principio della Termodinamica: L energia non può essere né creata né distrutta
ma solamente trasformata da una forma ad un altra.
La perdita di energia nella trasformazione dell energia viene spiegata con il II
principio della Termodinamica. Infatti secondo tale principio l energia passa da un
livello più alto ad uno più basso e mai viceversa.
Le interazioni di tipo biotico si possono ricondurre a tre tipi fondamentali:
•  Competizione per le risorse alimentari disponibili;
•  Predazione;
•  Parassitismo.
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Competizione
Per competizione si intende l interazione fra due organismi che lottano per utilizzare la
stessa risorsa necessaria alla loro sopravvivenza. E considerato uno dei più importanti
meccanismi di interazione tra gli organismi, ed anzi risulta essere causa fondamentale nel
determinare la selezione naturale e quindi l evoluzione. Due popolazioni di organismi,
appartenenti a specie diverse, che hanno le stesse esigenze nei confronti di tutte le risorse
necessarie alla loro vita non possono coesistere; l una esclude l altra.
Nel Lago maggiore è stata introdotta nel 1950 una nuova specie di Coregone: il coregone
bondella. Nel lago era già presente una specie di coregone, il coregone lavarello. Tra le
due specie comincio la competizione. La bondella era avvantaggiata dal punto di vista
dell accrescimento e della riproduzione per cui nel giro di pochi anni la densità del
lavarello diminuì notevolmente.
Questo spiega come sia difficile capire gli effetti di una specie sulle altre e spesso una
introduzione non naturale in un lago porta a notevoli sconvolgimenti dell ecosistema.
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Predazione
La predazione nell’ambiente naturale non va vista come un fenomeno negativo. Tale
meccanismo è alla base dell’equilibrio di un ecosistema. La scomparsa dei predatori in
alcuni casi determina anche l’estinzione della popolazione preda. Mentre la competizione
può portare spesso alla scomparsa di una popolazione, la predazione generalmente non lo
determina. Ciò si verifica in quanto il predatore si comporta con molta prudenza cercando
di arrecare il minor danno possibile alle popolazioni predate.
Predatore
Preda
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Parassitismo
Ogni animale o vegetale il cui metabolismo dipende, per tutto o parte del ciclo vitale, da
un altro organismo, detto ospite, con il quale è associato più o meno intimamente e sul
quale ha effetti dannosi.
Pulce
Zecca
Zanzara
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Analisi di un ecosistema
Quando si parla di componente abiotica di un ecosistema ci si riferisce, in primo luogo, a
quegli elementi inorganici, quali Carbonio, azoto, Fosforo, ecc. che entrano in gioco come
fattori indispensabili allo sviluppo ed al mantenimento degli organismi viventi.
La componente biotica di un ecosistema comprende principalmente due gruppi di
organismi: autotrofi ed eterotrofi.
Gli autotrofi (letteralmente: che si nutrono da sé, e non a spese di altri organismi) sono
in grado di mantenersi in vita sfruttando direttamente le disponibilità di materiale
inorganico dell ambiente. Essi sono in grado di elaborare sostanze organiche
complesse quali
• Proteine
• Zuccheri
• Grassi
partendo da sostanze inorganiche semplici.
Gli autotrofi vengono comunemente chiamati produttori.
Gli eterotrofi (che si nutrono a spese degli altri) sono comunemente chiamati
consumatori.
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Principio delle proprietà emergenti
Una importante conseguenza dell organizzazione gerarchica è che quando componenti
abiotici si combinano con componenti biotici per formare dei biosistemi, emergono
nuove proprietà che non erano presenti al livello immediatamente precedente.
Le nuove proprietà emergono perché le componenti interagiscono e non perché cambi
la loro natura.
I sistemi gerarchicamente organizzati evolvono più rapidamente di quanto non facciano i
sistemi non gerarchici.
I sistemi gerarchicamente organizzati sono anche più resilienti nella risposta alle
pertubazioni.
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Struttura dell ecosistema
Erbivori
Sole
Produttori
Carnivori
Sostanze nutritive
Decompositori
Spazio esterno
La terra come singolo ecosistema. Flusso di energia e circolazione della materia
nell ecosfera. La linea tratteggiata rossa indica il flusso dell energia, le frecce nere il
ciclo della materia. Per indicare il passaggio diretto da produttori o erbivori ai
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decompositori è stata utilizzata la freccia blu.
Percorsi di ciclizzazione dei nutrienti
Consideriamo questo schema: i nutrienti disciolti vengono assorbiti dalle
piante che come sappiamo sono il primo livello trofico; esse sono
autotrofe proprio perché sono in grado di acquisire da sole le sostanze
per il loro sostentamento. Gli erbivori si nutrono delle piante, infatti essi
sono eterotrofi. Una volta arrivati agli erbivori possiamo ritornare
direttamente ai nutrienti con le escrezioni, ma potremmo anche
analizzare altre due vie.
La prima si ha quando l erbivoro muore e con la sua morte diviene
nutrimento per i decompositori e forma il detrito organico che può
ritornare nel ciclo ad opera di animali che si nutrono del detrito. Il ciclo
anche questa volta si chiude con nuovi nutrienti disciolti ricavati dalle
escrezioni degli animali che si nutrono del detrito.
La seconda via alternativa che analizzeremo è quella che avviene per lo
più nelle foreste pluviali dove vi è una simbiosi tra pianta e pianta. I
batteri attaccati alle sue radici sono in grado di utilizzare, prima che
l acqua con la lisciviazione li elimini, i nutrienti dovuti alla caduta delle
foglie. La simbiosi tra pianta e pianta rientra nella ciclizzazione diretta.
Quando le foreste tropicali sono abbattute per impiantarvi coltivazioni
agricole questi meccanismi sono distrutti e la produzione declina
rapidamente.
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Legge di Liebig o del minimo
Liebig scopri che la resa dei raccolti è spesso limitata non dai nutrienti presenti in
grande quantità ma da quelle sostanze richieste in quantità piccolissime ma molto
difficili da trovare nel terreno. La sua definizione che la crescita delle piante dipende
dalle risorse presenti in quantità minima è conosciuta come legge del minimo di Liebig.
Affinché tale concetto sia applicabile alla realtà devono essere aggiunti due corollari:
1)tale legge può essere applicata solamente quando siamo in condizioni di equilibrio
stazionario; cioè quando il flusso in entrata, che può essere di energia o di materia,
bilancia quello in uscita.
2)L altro concetto essenziale è l interazione dei fattori, infatti molte volte la velocità di
utilizzazione del fattore limitante viene modificata da una elevata concentrazione di altre
sostanze.
Quest ultimo concetto è valido perché gli organismi sono in grado di sostituire una
sostanza chimica con un'altra affine presente in quantità maggiori.
Un fattore limitante può essere non soltanto una sostanza presente in quantità troppo
esigua, come proposto da L., ma anche presente in eccesso come nel caso di certi fattori
quali calore, luce ed acqua. Gli organismi hanno quindi un minimo e un massimo
ecologico e tale intervallo rappresenta i limiti di tolleranza.
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Cicli biogeochimici
Gli elementi chimici tendono a circolare nella biosfera secondo percorsi specifici, questi percorsi
sono conosciuti come cicli biogeochimici.
Ciascun ciclo presenta sempre un pool di riserva e un pool di scambio. Tali cicli vengono
suddivisi in aerobici, quando il pool di riserva è nell atmosfera, e in sedimentari quando il pool
di riserva si trova nella crosta terrestre.
Ciclo dell azoto: esso è un ciclo sia aereo che sedimentario. Il suo pool di riserva è
l atmosfera in cui l azoto costituisce circa il 78% dei gas presenti. N2 presente
nell atmosfera può entrare nel ciclo in diversi modi cioè o per via fisica con scariche
elettriche dovute a dei fulmini oppure per fissazione .
Gli organismi in grado di fissare N2 sono le alghe azzurre, che sono dei cianobatteri, e i
batteri azotofissatori presenti nelle radici delle leguminose.
Il passaggio da NH4 a nitriti (NO2) avviene grazie alla chemiosintesi fatta dai batteri
nitrosomonas, mentre il passaggio da nitriti a nitrati avviene grazie ai batteri nitrobacter. Le
reazioni che portano dalle proteine sino ai nitrati cedono energia ai batteri che la compiono.
In questo modo però ancora il ciclo non è chiuso, per potersi chiudere devono avvenire
delle reazioni che richiedono energia che viene ricavata o dalla materia organica oppure dalla
luce solare. I batteri in grado di chiudere il ciclo sono i denitrificatori che trasformano NO3
in N2 che ritorna nell atmosfera.
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Ciclo del silicio: il silicio deriva dal dilavamento di terre o rocce in cui tale composto è
presente. Esso viene trasportato dalle acque naturali sino a mare dove può ritrovarsi sul fondo
in prossimità delle coste oppure può essere utilizzato dalle diatomee che sono delle alghe
unicellulari con scheletro di SiO2.
Il silicio presente sul fondo può rimanere inutilizzato per decine o centinaia di anni sino a
quando non avviene la risalita dall ambiente pelagico sino alla zona fotica con un fenomeno di
UP-WELLING o semplicemente risalita delle acque profonde.
I tempi si allungano sino a diventare ere geologiche quando questo silicio presente sul fondo
con fenomeni tettonici viene a formare delle montagne. Con la formazione delle montagne si
chiude tale ciclo in quanto esse come ho detto prima con la pioggia verranno dilavate.
Ciclo dello zolfo: Altro elemento molto importante è lo zolfo che ha un ciclo sia aereo che
sedimentario. La componente atmosferica è data dall H2S che deriva principalmente dalle
eruzioni vulcaniche ma può anche avere origine antropica.
Le seguenti reazioni H2S→S→SO4 avvengono ad opera di microrganismi specializzati dove
SO4 è il composto più ossidato e solubile.
Nei sedimenti, dove possiamo avere un ambiente anossico, avviene la solfato riduzione dove
SO4 viene trasformato in H2S. I batteri ossidanti aerobi sono in grado di farci passare in
condizioni aerobiche da H2S a SO4. Infine vi sono dei batteri eterotrofi aerobi e anaerobi che
riescono a trasformare S organico in SO4 oppure in H2S.
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Emissione di zolfo naturale: in Sicilia le eruzioni
dell ETNA rappresentano la principale fonte di
zolfo emessa in atmosfera in maniera naturale.
Emissione di zolfo di origine antropica:
in Sicilia le principali fonti di emissione
di ossidi di azoto sono dovute al traffico
veicolare e ai poli industriali con
industrie del petrolchimico. Si riporta
una rappresentazione tratta
dall inventario delle emissioni della
regione siciliana.
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Ciclo del fosforo: Il fosforo non ha una componente aerea quindi è un composto
sedimentario. Il suo pool di riserva sono le rocce ortofosfatiche. Tale ciclo può essere
considerato aperto in quanto la rigenerazione del P non riesce a bilanciare le perdite. Con
la lisciviazione tale composto arriva in acqua dove può precipitare se sono presenti metalli
trivalenti ( come per esempio Fe3+) oppure riportato in circolo per azione del vento sulle
rocce e degli spruzzi salini. Il P presente nei sedimenti può risalire con fenomeni di UPWELLING lungo la colonna d acqua. La maggiore quantità di P viene messa in circolo
dagli uccelli il cui nutrimento principale sono i pesci. I loro escrementi lasciati nei terreni
in cui nidificano costituisce forse la fonte più importante di P.
Questo che abbiamo analizzato sino ad ora è il ciclo naturale del P, ma come ben
sappiamo molti cicli vengono influenzati da azioni antropiche che causano notevoli
squilibri. Infatti vengono immessi ingenti quantità di P sotto forma di Concimi e
fertilizzanti e con gli scarichi fognari. Tale aumento di P ha causato e causa nei laghi (dove
il tempo di residenza è maggiore) fenomeni di eutrofizzazione. Negli ultimi decenni per
limitare tale fenomeno si è limitato al minimo la presenza del P nei detersivi.
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Il ciclo naturale dell'acqua
L'acqua è la sostanza più diffusa sulla terra e ricopre i 7/10 dell'intera superficie.
Il suo volume totale si aggira sui 1450 milioni di m3 , dei quali 500 mila - 1 milione spettano
alle acque dolci superficiali e sotterranee, 25 milioni al vapore acqueo atmosferico, il resto agli
oceani ed ai mari.
Le riserve idriche presenti sulla Terra si mantengono costanti attraverso una serie di fenomeni
fisici e biochimici che nel loro insieme costituiscono un ciclo naturale di fondamentale
importanza.
Lo scambio continuo di acqua fra terra e atmosfera viene chiamato ciclo idrologico.
L'acqua della terra è sottoposta ad un continuo movimento: per effetto della radiazione solare
evapora dal mare e dalle acque continentali e si raccoglie nell'atmosfera, da qui condensandosi
ricade sulla terra sotto forma di pioggia, neve, grandine.
Il vapor d'acqua diffuso nell'atmosfera dalle correnti d'aria, tende a condensarsi per effetto
di un abbassamento di temperatura in minute goccioline o in cristalli di ghiaccio che si
formano intorno a minuscole particelle (nuclei di condensazione) sempre presenti
nell'atmosfera.
Quando le gocce d'acqua o i cristalli di ghiaccio raggiungono un peso tale che le correnti
ascendenti non riescono più a sostenere, si ha il fenomeno della precipitazione meteorica
che chiude la parte del ciclo dell'acqua che si svolge nell'atmosfera.
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Parte dell'acqua precipitata (meteorica) scorre sulla superficie del suolo, parte filtra nel
sottosuolo e parte per evaporazione torna nell'atmosfera completando così il suo ciclo
naturale.
L'acqua che cade direttamente sul mare e sui laghi o che alimenta i ghiacciai è subito
soggetta all'evaporazione così che parte di essa ritorna nell'atmosfera con un ciclo
semplice e breve.
Una certa quantità scorre in superficie (in parte evaporando durante il percorso),
partecipando ai fenomeni di modellamento geomorfologico, fino a raggiungere il mare o
i corsi d'acqua continentali; una parte viene assorbita dai vegetali che la restituiscono
all'atmosfera mediante la traspirazione; una parte viene utilizzata dal mondo animale e
rientra in ciclo attraverso i processi escretori e putrefattivi; una parte penetra nel
sottosuolo.
Le acque che penetrano nell'interno della crosta terrestre, attraverso porosità della rocce,
fessure o voragini, si arrestano allorquando incontrano uno strato impermeabile di
terreno; si comprende quindi come gli strati argillosi siano alla base della creazione e del
mantenimento della così detta circolazione sotterranea.
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Ecosistemi naturali ed artificiali
Tra i possibili ecosistemi possiamo fare una prima distinzione tra quelli naturali e
quelli artificiali.
Stagno
Area umida
Ecosistemi
Naturali
Ecosistemi
artificiali
Lago
Fiume
Sono gli ecosistemi creati dall uomo
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Ecosistema Stagno
La maggior parte del cibo è fornito dai vegetali (fitoplancton, alghe e piante acquatiche).
In questo ambiente le alghe e le piante sono gli organismi produttori perchè forniscono la
materia di cui si nutrono prima gli erbivori e poi tutti gli altri consumatori.
I consumatori primari sono a loro volta cibo per animali carnivori che sono quindi
consumatori secondari. Ci sono inoltre consumatori terziari che sono carnivori dei
carnivori, cioè si nutrono anche di animali carnivori.
Alla morte di un organismo dell'ambiente entrano in funzione i decompositori, che fanno
dell'organismo nutrimento per le piante, cioè trasformano la materia organica in materia
inorganica (sali minerali) pronti per essere utilizzati dai vegetali.
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Ecosistema aree umide
Le zone umide sono tra gli ambienti a più elevata produttività animale e vegetale; svolgono
un ruolo importante nella regimazione delle piene in aree di pianura, infatti funzionano
come casse di espansione naturale. Hanno un'influenza termoregolatrice sul clima e
influiscono sui livelli delle acque sotterrane. Inoltre, accumulano e cedono lentamente i
materiali trasportati dai fiumi che le attraversano, regolando le sostanze nutritive. Sono habitat insostituibili per molte piante e animali, come gli uccelli acquatici, in più sono
luoghi di eccezionale interesse per lo studio e l'osservazione dell'avifauna.
Infine favoriscono il turismo per la ricchezza di vita in esse presente.
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Pericoli per le zone umide
L'inquinamento di origine agricola è legato all' uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti
e pesticidi che, essendo in genere idrosolubili, penetrano in profondità nel terreno,
raggiungendo le acque sotterranee. Questi prodotti per concimare i terreni o
allontanare i parassiti sono tossici, non solo per gli insetti e per la vegetazione, ma
anche per i componenti della catena alimentare, soprattutto per l'uomo; ogni anno
arrivano nello stagno forti quantità di concimi e pesticidi dai campi circostanti,
provocando danni irreversibili sia alla flora che alla fauna. Gli scarichi agricoli
contengono sostanze come fosforo e azoto, che sono una delle cause
dell'eutrofizzazione.
Inquinamento di origine domestica deriva dagli scarichi delle abitazioni,che
contengono saponi e detersivi, questi ultimi contengono tensioattivi e provocano danni
all' ambiente . Questo tipo di inquinamento provoca una diminuzione dell'ossigeno e
quindi dei batteri aerobi (che eliminano le sostanze organiche nocive), i quali vengono
sostituiti dai batteri anaerobi, che producono il metano, l' ammoniaca e l' idrogeno
solforato (gas tossico).
L' eutrofizzazione è un processo naturale che avviene nel ciclo della vita di uno
stagno o di un corso d' acqua. Questo consiste nella graduale accumulazione di
azoto, fosforo e altre sostanze nutritive; ciò determina la crescita della flora e della
fauna acquatica. Questi organismi poi muoiono e si depositano sul fondo, dove
vengono decomposti dai batteri anaerobi, si forma così uno strato di limo sul fondo
che col tempo trasformerà lo stagno in palude. L'eutrofizzazione è favorita e
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accelerata dagli scarichi domestici e agricoli.
Ecosistema Lacustre
L ecosistema lacustre viene distinto in funzione dell origine e della temperatura
Origine e classificazione dei bacini lacustri
L origine dei laghi può essere ricondotta alle seguenti cause principali:
•  Laghi di origine tettonica o vulcanica. Tali laghi sono legati ad alcune linee strutturali della
costa terrestre.
• Laghi di escavazione e di sbarramento da ghiacciaio
• Laghi in rocce solubili
• Laghi dovuti all azione del vento. Sono in genere legati ai climi desertici nei quali l azione
del vento può determinare conche di notevole dimensione
• Laghi dovuti all azione dei fiumi
• Laghi artificiali
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Temperatura
Un secondo tipo di classificazione di un lago è quella basata sul regime termico della
massa d acqua lacustre. La temperatura di un lago dipende dal suo bilancio termico, cioè
dalla differenza tra gli apporti e le perdite di calore. Se si misura la temperatura di un lago
dalla superficie al fondo in diversi momenti dell anno otterremo profili termici molto
differenti.
Consideriamo un ipotetico lago della regione temperata e con profondità massima
non superiore a 20 metri. Durante la stagione invernale la temperatura a tutte le
profondità sarà di circa 4 °C. Con il sopraggiungere della primavera la parte superiore
del lago comincerà, a causa del riscaldamento per gli apporti solari, ad innalzare la
temperatura. Il vento farà si che si verifichi un mescolamento tra le acque superficiali
(a minore densità) e quelle profonde(a maggiore densità). Nonostante ciò alla fine
della stagione calda, lungo la verticale del nostro ipotetico lago noteremo uno strato di
acque superficiali più o meno calde, uno strato di acque profonde fredde ed uno
strato intermedio caratterizzato da una rapidissima diminuzione della temperatura. Il
lago risulta quindi termicamente stratificato. In particolare la zona superiore verrà
chiamata epilimnio, quella inferiore ipolimnio e quella caratterizzata dalla rapidissima
diminuzione della temperatura termoclino.
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La classificazione in base alla temperatura è la seguente:
• Laghi di tipo polare Laghi di tipo sub-polare Laghi di tipo temperato Laghi di tipo subtropicale Laghi di tipo tropicale
In un ambiente lacustre possono essere distinte la zona litorale e quella pelagica. La zona
Pelagica viene ulteriormente suddivisa in uno strato eufotico (strato nel quale si ha la
penetrazione della radiazione solare) ed uno strato afotico. La zona bentonica è quella a
contatto con il fondo
Radiazione solare
Eufotico Litorale
Eufotico Pelagico
Zona Afotica
Zona Bentonica
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Risposte dei corpi idrici
Corpo idrico
Tempi
ricambio
di
F o r m e
inquinamento
d i
Tempi
recupero
di
Parametro tipico per l inquinamento
Mare
Brevi
Acute
Brevi
Batteri coliformi
Fiume
Brevi
Acute
Brevi
Ossigeno disciolto
Lago
Lunghi
Per accumulo
Lunghi
Nutrienti
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Inquinamento dei corpi ricettori
L inquinamento dei corpi idrici ricettori può essere:
• Di tipo batterico
• Termico
• Per immissione di sostanze organiche o inorganiche
Gli effetti di questi inquinanti dipendono dalle caratteristiche del corpo
ricettore.
I fiumi ed i mari sono caratterizzati da brevi tempi di ricambio idrico, per cui
possono essere soggetti ad inquinamenti di tipo acuto. Gli inquinamenti di
tipo acuto sono caratterizzati da elevate concentrazioni dell inquinante anche
per tempi brevi.
I laghi sono caratterizzati da tempi di ricambio molto lunghi, per cui sono più
soggetti a forme di inquinamento di tipo cronico dovute essenzialmente ad un
fenomeno di accumulo.
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Eutrofizzazione dei laghi
Il livello trofico di un lago rappresenta la sua capacità produttiva e costituisce
l espressione di un complesso di fattori interagenti, di ordine chimico, fisico e
biologico, relativi sia al corpo d acqua che al suo bacino di alimentazione.
Il livello trofico naturale di un ecosistema acquatico può essere definito come uno
stato stazionario attorno al quale si stabilisce una caratteristica situazione
dinamica.
Fra i possibili mutamenti che intervengono sullo stato stazionario vi è il
progressivo arricchimento di nutrienti (azoto e fosforo) che fertilizzano le acque
che viene definito con il termine di eutrofizzazione naturale.
Quando tale fenomeno subisce una repentina accelerazione si parlerà di
eutrofizzazione culturale o antropogenica ed è fondamentalmente introdotta da
attività di ordine domestico, agricolo ed industriale.
La più immediata manifestazione di un processo eutrofico in atto è rappresentato
dal notevole sviluppo di organismi produttori (fotoplancton e/o macrofite).
L aumento di biomassa negli strati superiori del lago si risolve, quando le cellule
vive muoiono e sedimentano, in un consistente flusso discendente di materia
organica che richiede per la sua decomposizione un consumo di ossigeno.
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In periodi di stratificazione termica possono instaurarsi, nell ipolimnio condizione
anossiche cui fanno riscontro per la comparsa di un ambiente riducente:
• L abbassamento del PH
• L emissione di gas come H2S (idrogeno solforato) e CH4 (metano)
• Accumulo di un segmento organico dal colore tipicamente nerastro
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Diverso è anche il comportamento nei confronti dei tempi di recupero a seguito di
interventi di risanamento. Il breve tempo di ricambio dei mari e dei fiumi fa si che
l eliminazione della fonte di inquinamento consenta un rapido recupero, mentre
nei laghi caratterizzati da lenti periodi di ricambio noteremo anche un ritardo negli
effetti positivi di un qualsiasi intervento di risanamento.
Nel caso di corpi idrici utilizzati a scopo balneare la causa principale di degrado è
costituita dall inquinamento di tipo batterico generato da scarichi fognari di
origine domestica e/o produttiva. Il fenomeno è tuttavia circoscritto al tratto
prossimo all immissione.
Tale tipo di inquinamento può essere tolto con interventi mirati a ridurre la carica
batterica basati su trattamenti di disinfezione o sulla dispersione a mare con
condotte sottomarine.
I corpi idrici a debole ricambio sono sensibili all immissione di natura organica
(BOD) e/o inorganica (azoto e fosforo) dovuta a fonti concentrate, derivanti da
scarichi reflui urbani o industriali, e a fonti diffuse, dovute al dilavamento dei suoli.
Tali immissioni provocano un inquinamento di tipo primario dovuto al consumo di
ossigeno causato dalla decomposizione della sostanza organica ed uno
secondario dovuto al fatto che la sostanza organica aumenta la crescita delle
alghe con un conseguente consumo di ossigeno per la decomposizione delle
stessa sul fondo.
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