04 Dicembre 2009-Febbraio 2010 Salute e bellezza Difendiamo la pelle che si disidrata 10 > Il gioco nell’infanzia Qual è il regalo giusto per un bambino 16 > In collaborazione con Alliance Healthcare Vade retro inverno Fermiamo i disturbi venuti dal freddo 12 > In questo numero 4 6 SALUTE DA... 12 Informazioni di attualità Fermiamo i malanni venuti dal freddo SALUTE DELLA DONNA Sindrome premestruale un disagio alleviabile Regalare salute cegliere un regalo può essere a volte un’operazione complicata. Innanzitutto occorre trovare l’idea giusta, ma poi bisogna anche indirizzarsi verso il prodotto migliore: un dono non deve essere mai considerato un obbligo, e quando si decide di farlo non è il caso di lesinare. Non è solo questione di bon ton: c’entra anche la salute. Per esempio quando il destinatario è un bambino: un giocattolo, come vedremo in questo numero di Alphega Farmacia Magazine, può risultare inadatto alla sua età, o al suo temperamento, o addirittura pericoloso, tanto quanto un gioco adeguato può rivelarsi formativo. E’ per questo motivo che in farmacia si possono trovare anche articoli del genere, studiati secondo criteri pedagogici e realizzati con il rispetto scrupoloso di tutte le norme di sicurezza. E lo stesso vale quando il destinatario è un adulto: per esempio un cosmetico sbagliato può creare danni alla pelle, mentre uno appropriato - come quelli che si possono trovare in farmacia - può risultare anche curativo. Con funzione idratante, per esempio, preziosa in questo periodo invernale in cui il freddo esterno e l’aria secca e spesso surriscaldata degli interni rendono la pelle – ce ne occuperemo sempre in questo numero - arida e tesa. Ma il freddo non provoca solo questo: le malattie virali delle vie aeree, e le loro complicanze batteriche, trovano nelle basse temperature un fattore favorente: esamineremo nel dossier come tenerle alla larga, e come contrastarne i sintomi qualora l’infezione si sia creata. Parleremo anche di una sindrome, quella premestruale, che è tanto diffusa quanto invalidante, anche se in molti casi sottovalutata. Vedremo come combatterla, anche con l’aiuto della ‘sana pianta’ di questa volta, l’enotera. Buona lettura. DOSSIER PREVENZIONE S 10 16 19 IL GIOCO NELL’INFANZIA Qual è il regalo giusto da fare a un bambino IL FARMACISTA CONSIGLIA Con alcuni farmaci attenti a guidare SALUTE E BELLEZZA L’inverno insidia la pelle noi possiamo difenderla 21 22 LEGGERE LE ANALISI Glicemia, un prezioso campanello d’allarme DI SANA PIANTA Un aiuto alle donne dai semi di enotera Anno V, numero 4 (Dicembre 2009-Febbraio 2010) Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005 Periodico trimestrale di DI PHARMA s.r.l., via Moggia 75/A, 16033 Lavagna - GE Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega. Direttore responsabile Angelo Cambié [email protected] Redazione Florio Bovio Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi Editoriali, via S. Antonino 3, 24122 Bergamo, tel. 035.226859, fax 035.4178840 (Consulenza scientifica Mariapia Fazio) Gestione spazi e materiali pubblicitari InterMedia Servizi Editoriali, via S. Antonino 3, 24122 Bergamo, tel. 035.226859, fax 035.4178840 Editore Sinergie s.r.l., Via La Spezia 1, 20143 Milano Stampa Roto 3 Industria Grafica S.p.a., via Turbigo 11/b, 20022 Castano Primo (MI) Amministrazione DI. PHARMA s.r.l., via Moggia 75/A, 16033 Lavagna - Ge Tel. 0185.315755, fax 0185.315745 © Proprietà letteraria riservata. La riproduzione intera o parziale in ogni forma e su qualunque supporto, anche citando la fonte, è vietata in ogni lingua. Diritti riservati in tutto il mondo. Alphega Farmacia magazine •3 Attualità in breve SALUTE DA… I bambini nati in inverno hanno migliori speranze di vita rispetto a quelli che vengono alla luce nei mesi estivi. E’ SIVIGLIA La sede principale dell’Università di Siviglia quanto sostiene un gruppo di ricercatori europei dediti a studi sull’invecchiamento, di cui fa parte lo spagnolo Guillermo Lopez Lluch, che ha illustrato i risultati di indagini epidemiologiche nell’Università Internazionale di Siviglia. “L’essere umano comincia a invecchiare dal momento in cui nasce”, ha spiegato il ricercatore, “e l’invecchiamento deriva da un’accumulazione di danni che aumentano l’esposizione dell’organismo al rischio di errori.” Il freddo, da questo punto di vista, si dimostra come fattore ambientale favorevole, soprattutto se l’esposizione avviene nei primissimi mesi di vita. LONDRA • Che i broccoli siano salutari per le arterie è cosa nota, ma adesso gli scienziati inglesi spiegano perché. Uno studio del londinese National Heart and Lung Institute ha evidenziato che il sulforano, un composto naturalmente presente nei broccoli e in altre brassicacee, è in grado di ‘accendere’ una proteina protettiva, normalmente inattiva, in alcune parti delle arterie vulnerabili nei confronti dell’ostruzione. Il prossimo passo ora, affermano gli scienziati, è quello di verificare l’effetto che il sulforano ha quando viene isolato dalla verdura in cui è contenuto, in modo da stabilire se sia il caso di somministrarlo anche sotto forma di farmaco. SAN FRANCISCO • La proibizione di fumare imposta da molti paesi nei locali pubblici fa bene al cuore: dopo l’introduzione del divieto in un paese, si registra un calo dei casi di infarto in media del 17% nel primo anno e del 36% in tre anni. Lo rivela uno studio condotto da James Lightwood dell’Università di San Francisco. I risultati sono il frutto di una analisi su 13 ricerche compiute in diversi paesi nei quali sono state approvate negli ultimi anni leggi anti-fumo. In Italia il divieto di fumare nei locali pubblici e negli uffici è entrato in vigore nel gennaio 2005, e da allora alcuni studi ne hanno documentato gli effetti benefici: per esempio uno dell’Università di Torino ha dimostrato che la legge Sirchia ha determinato in Piemonte, già cinque mesi dopo l’entrata in vigore, un calo dell’11% nei ricoveri per attacco cardiaco in individui sotto ai 60 anni. ROMA All’età di nove anni 24 bambini su cento sono in soprappeso e 14 sono obesi. Lo afferma un’indagine promossa dal Ministero della salute. Le fasi critiche per lo sviluppo dell’obesità sono il periodo prenatale, l’allattamento, i primi due anni di vita e l’adolescenza; l’allattamento al seno costituisce un fattore protettivo. Nei primi due anni di vita una esagerata assunzione di proteine - ha evidenziato la Clinica pediatrica dell’Università di Milano - può condurre al sovrappeso. 4 NAPOLI • Alphega Farmacia magazine Non è più solo una cattiva notizia la presenza nello stomaco dell’Helicobacter pylori. Perché è un batterio bifronte, quello che scatena l’ulcera: produce infatti anche una proteina capace di riparare le lesioni, e non solo quelle sulle pareti dello stomaco ma anche quelle di cornea e pelle. La scoperta è stata fatta nell’Università di Napoli Federico II. “Questo effetto benefico”, afferma il coordinatore dello studio, Gianni Marone, “spiega perché l’Helicobacter conviva con l’organismo umano da almeno 50.000 anni e continui a colonizzare lo stomaco di metà della popolazione mondiale: era verosimile che facesse anche qualcosa di utile”. L’ipotesi è che il bilancio tra l’effetto lesivo e quello protettivo del batterio si traduca in patologia o guarigione. Salute della donna Molti sintomi fastidiosi affliggono metà delle donne nell’ultima parte del ciclo LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA Come combattere i dolori del periodo premestruale e mestruale? Per contrastare questi sintomi si usano spesso gli antiinfiammatori non steroidei, principi attivi - presenti anche in farmaci di automedicazione che riescono ad alleviare i dolori addominali, quelli alla schiena, quelli muscolari, la cefalea e l’emicrania. Acido acetilsalicilico, ibuprofene, naproxene e altri composti simili hanno però anche un effetto anticoagulante, e per questo motivo devono essere assunti a bassi dosaggi - quali quelli indicati nei foglietti illustrativi dei farmaci per l’automedicazione - se non si vuole che un normale flusso mestruale rischi di trasformarsi in un’emorragia. 6 Sindrome premestruale un disagio alleviabile Può durare diversi giorni, prima delle mestruazioni, e comporta dolori vari, gambe gonfie, tensione al seno, alterazioni del sonno e dell’umore, ansia, depressione. La serie di disturbi che per molte donne si presenta ogni mese può essere trattata su vari fronti. Oltre 150 sintomi diversi compongono il quadro di una patologia, spesso non riconosciuta come tale, che affligge per diversi giorni ogni mese quasi la metà delle donne in età fertile. La sindrome premestruale, che nella sua • Alphega Farmacia magazine miriade di manifestazioni colpisce sia la sfera fisica - con mal di schiena, emicrania, gonfiore soprattutto alle gambe, dolori al seno - sia quella psichica - con alterazioni del sonno e dell’umore, ansia e crisi di depressione - arriva a essere in diversi casi anche invalidante, tanto da divenire per un quarto delle donne la più frequente causa di assenza dal lavoro. Data la scarsa specificità dei sintomi, la diagnosi non è facile da fare; oggi ci si ritiene in presenza di una sindrome premestruale quando almeno uno dei sintomi riportati nella tabella della pagina succesiva compaia subito dopo l’ovulazione, cioè da sette a dieci giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni, migliori con la comparsa del flusso e si ripresenti per almeno tre cicli consecutivi. CHE COSA LA PROVOCA Sembra che ad avere un ruolo determinante nell’originare i sintomi sia la situazione ormonale che si crea in questo periodo. Le concentrazioni degli ormoni femminili nel sangue fluttuano in continuazione durante le varie fasi del ciclo mensile (grafico nella pagina a fianco): gli estrogeni raggiungono il picco in COME DIFENDERSI Data la molteplicità dei disturbi, non esiste un’unica cura, ma sono possibili diversi livelli di intervento. I più radicali consistono nel correggere l’equilibrio ormonale e intervenire sul sistema nervoso, in un caso e nell’altro con farmaci che richiedono la prescrizione medica. Poi c’è la possibilità di trarre giovamento dall’impiego di alcuni preparati erboristici (tabella nella pagina successiva) e di alcuni farmaci sintomatici di libera vendita (riquadro nella pagina precedente). Ma molto si può fare anche con accorgimenti che riguardano l’alimentazione (riquadro nella pagina successiva). Per molte donne si rende necessaria anche un’integrazione I livelli degli ormoni durante il mese del ciclo FASE FOLLICOLARE Mestruazioni Giorni 5 FASE LUTEINICA Estrogeni Progesterone Fase pre-ovulatoria Ovulazione Concentrazione nel sangue corrispondenza dell’ovulazione, mentre il progesterone si innalza - accompagnato da un altro aumento degli estrogeni - nella fase luteinica, quella cioè che segue l’ovulazione e precede le mestruazioni. Le variazioni delle quantità di estrogeni e progesterone nei giorni che precedono immediatamente il flusso mestruale, alla metà della fase luteinica, sono indicate come responsabili di gran parte dei disturbi. La sindrome premestruale appare maggiormente severa nei casi in cui si è prodotto da poco tempo uno ‘scompiglio’ nell’equilibrio ormonale dell’organismo, per esempio subito dopo una gravidanza o quando si incomincia a prendere la pillola anticoncezionale, ed è più diffusa tra le donne che si trovano nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Fase post-ovulatoria Fase pre-mestruale 14 21 28 I disturbi più caratteristici MINERALI L’IMPORTANZA DEL MAGNESIO SINTOMI POSSIBILE CAUSA ansia, irritabilità, insonnia, depressione, vuoti di memoria, facilità al pianto livelli alti di estrogeni riducono la serotonina e altre sostanze che trasmettono gli impulsi nervosi tensione mammaria, dolore al seno aumento dell’ormone prolattina gambe gonfie, aumento di peso l’aumento degli estrogeni stimola la secrezione di aldosterone (ormone antidiuretico), che provoca ritenzione di liquidi aumento dell’appetito, voglia di cibi dolci, palpitazioni, tremori, affaticamento aumento, 5-10 giorni prima del flusso, della secrezione di insulina o della sensibilità all’ormone cefalea, emicrania, mal di schiena, dolori muscolari e addominali variazioni del livello di estrogeni e carenza di magnesio (trafiletto a fianco) spossatezza lo squilibrio di estrogeni e progesterone limita l’attività delle vitamine del gruppo B, pregiudicando le funzioni del fegato della dieta; frequentemente, infatti, la sindrome premestruale si accompagna a carenza di particolari sostanze importanti per un corretto svolgimento del ciclo. Ecco le principali. Magnesio. Per questo minerale dalle funzioni preziose Una carenza di magnesio può originare inquietudine, ansia, affaticabilità, vertigini, cefalea, dolori muscolari, crampi e tachicardia, sintomi sovrapponibili a quelli della sindrome premestruale. Nelle donne, la presenza di magnesio nel sangue è sottoposta al controllo del progesterone (che produce una ritenzione del minerale) e degli estrogeni, che invece ne favoriscono l’eliminazione. Nel periodo premestruale dovrebbe prodursi un aumento di magnesio. In alcuni casi si crea però un’insufficiente quantità in circolo. Per di più, nella fase premestruale possono prodursi, come risposta allo stress, maggiori quantità di corticosteroidi, che aggravano la carenza del minerale. Alphega Farmacia magazine •7 CADUTA DEI CAPELLI? caduta -25%* *test in vivo resistenza +40%* Dall’esperienza fitodermatologica Bioclin, nasce Phydrium-Advance, il 1° trattamento fitotecnologico anti-caduta con STIMOXIDIL®. Bioclin Phydrium-Advance è una linea completa di trattamenti anti-caduta per uomo e per donna. IN FARMACIA • Trattamento Intensivo Anti-Caduta • Fiale Uomo • Trattamento Intensivo Anti-Caduta • Fiale Donna • Trattamento Coadiuvante Anti-Caduta • Shampoo • Trattamento Sistemico Orale Anti-Caduta • Capsule Istituto Ganassini S.p.A di Ricerche Biochimiche • via Boncompagni 63 • 20139 Milano • www.ganassini.it Salute della donna (trafiletto a fianco) la dose raccomandata è di 150-300 milligrammi al giorno preferibilmente come citrato o altro sale organico - a partire dal quindicesimo giorno del ciclo fino all’inizio delle successive mestruazioni. Si è visto che questa integrazione determina una diminuzione significativa dei sintomi che caratterizzano la sindrome premestruale: con una terapia di due mesi, si ottiene soprattutto un miglioramento dell’umore e una riduzione della frequenza negli attacchi di emicrania. Calcio. La somministrazione di questo elemento allevia la tensione muscolare, i crampi, la ritenzione di liquidi e il desiderio smodato di cibo. L’apporto deve essere più o meno doppio rispetto a quello del magnesio, per una quantità giornaliera totale che sarebbe naturalmente coperta dall’assunzione di circa mezzo litro di latte. Vitamine del gruppo B. La vitamina B6 è fondamentale per il metabolismo di alcune sostanze che trasmettono gli impulsi nervosi tra cui la serotonina, e una sua carenza origina attacchi di ansia e depressione. La somministrazione aggiuntiva di preparati contenenti questa vitamina ha fatto registrare, in uno studio, una diminuzione dei disturbi di tipo ansioso nell’84% dei casi. Flavonoidi. Utile un’integrazione con queste sostanze antiossidanti, che intervengono sulle pareti dei piccoli vasi sanguigni riparando i danni responsabili dell’alterata permeabilità, che conduce alla ritenzione di liquidi e quindi al gonfiore, soprattutto alle gambe. L’aiuto della dieta Seguire questi accorgimenti nella dieta può aiutare a tenere a bada i fastidi del periodo premestruale: • seguire il più possibile un’alimentazione vegetariana, che contribuisce a mantenere bassi i livelli di estrogeni; • ridurre l’introduzione di grassi: questo pure contribuisce a limitare gli estrogeni; • abbattere l’assunzione di zuccheri: livelli di glicemia troppo alti o bassi acuiscono vari disturbi della sindrome premestruale; • contenere il consumo di alcool, il cui eccesso può abbassare i livelli di glicemia; • evitare carni che possano contenere estrogeni, o cibi trattati con sostanze, quali alcuni pesticidi, che mimano l’azione degli estrogeni; • aumentare il consumo di soia: i fitoestrogeni in essa contenuti occupano i recettori per gli estrogeni e riducono quindi l’attività di questi ormoni; • eliminare la caffeina, che aggrava sintomi quali l’ansia e l’insonnia; • ridurre il sale, per contenere la ritenzione idrica; • aumentare il consumo di frutta e verdura, apportatrici di vitamine e sali minerali; • assumere alimenti a intervalli regolari, ogni due o tre ore, per prevenire gli attacchi di desiderio smodato di cibo. Vero/Falso ? Le perdite di sangue al di fuori dei giorni di flusso rientrano tra i sintomi della sindrome premestruale. ! FALSO. Non vi rientrano né queste perdite né il flusso mestruale abbondante. ? ! La sindrome premestruale non è tipica solo dell’età puberale. VERO. E’ un disturbo di tutta l’età fertile, e quindi colpisce giovanissime e donne adulte. Le piante che possono curare Vitex agnus castus (agnocasto) Produce un aumento dei livelli di progesterone e una diminuzione di quelli di estrogeni, riducendo così irritabilità, alterazioni dell’umore, mal di testa, tensione mammaria e gonfiore. In una sperimentazione clinica il 93% delle oltre mille pazienti sottoposte a trattamento con agnocasto ha riscontrato una remissione completa, o quanto meno una riduzione, della sintomatologia. La pianta praticamente non presenta effetti collaterali, ma il suo uso è sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento. Borago officinalis (borragine) Come l’enotera (rubrica a pagina 22), contiene un olio ricco di acidi grassi poliinsaturi che attenuano vari sintomi. I primi segni di miglioramento si producono già dopo il primo mese di trattamento, ma la terapia con questi olii si dovrebbe protrarre per 2-4 mesi, ai quali far seguire un mese di riposo e poi ancora un ciclo di cura. Dioscorea villosa e patata dolce Contengono diosgenina, un precursore del progesterone di cui quindi aumentano la quantità, contrastando gli effetti degli estrogeni. Betulla e rosa canina Aumentano il filtrato renale, riducendo la ritenzione di liquidi. Come tutti i diuretici, dovrebbero essere assunti sotto controllo medico. Alphega Farmacia magazine •9 Salute e bellezza Come evitare la disidratazione cutanea LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA In inverno le mani spesso si screpolano, anche fino a sanguinare. Come evitarlo? Il lavaggio delle mani va compiuto di frequente, perché è il sistema migliore per tenere alla larga molte infezioni, tra cui quelle invernali (riquadro a pagina 14, nel prossimo servizio). Ma la continua asportazione del grasso cutaneo che questo comporta produce una disidratazione che rende la pelle sottile, arida e fessurata. Per questo è importante usare un detergente non aggressivo e anzi emolliente, applicando inoltre, anche più volte al giorno, una crema protettiva per le mani. Nel lavare panni o stoviglie, usare guanti per evitare il contatto diretto con il sapone. E indossare i guanti (ovviamente diversi) anche quando si va all’aperto: scegliere quelli di materiali non irritanti, oppure mettere sotto, a contatto con la pelle, guanti di cotone. 10 L’inverno insidia la pelle noi possiamo difenderla Sbalzi di temperatura, aria secca, vestiti pesanti, bagni e docce troppo caldi portano la cute a perdere il proprio contenuto di acqua, e quindi la propria elasticità e morbidezza. Ma questo si può evitare con alcune avvertenze e l’uso di prodotti adeguati. Fuori freddo e vento. Dentro aria calda e secca, in ambienti che molto spesso sono non solo eccessivamente riscaldati, ma anche non correttamente umidificati. Ce n’è abbastanza, in questa stagione, per mettere a dura prova la pelle, che viene minacciata anche dall’impiego di vestiti pesanti e dall’abitudine di fare bagni o docce più caldi. Risultato, l’epidermide perde il suo normale contenuto di acqua e diviene secca: il grasso prodotto dalle ghiandole sebacee presenti all’interno della cute (figura nella pagina a fianco) non riesce più, anche per la continua asportazione che se ne fa ogni volta che ci si lava, a mantenere la cute con il suo normale grado di umidità, e quindi elastica e morbida. Questo produce diverse modificazioni: • la superficie della pelle diviene arida e tesa; • le rughe e le linee di espressione diventano più profonde ed evidenti; • le cellule dello strato più esterno si aggregano formando • Alphega Farmacia magazine squame ben visibili; • sulla superficie cutanea si producono piccole lesioni che generano irritazione; • si crea bruciore e un’infiammazione che può degenerare in eczema. ALCUNI ACCORGIMENTI Evitare l’uso di saponi aggressivi, che asportino eccessivamente il grasso cutaneo, è la prima avvertenza per limitare la disidratazione della pelle; al sapone tradizionale è bene preferire una lozione detergente che abbia anche proprietà idratanti. Se poi si deve rimanere all’aria aperta, è importante applicare sul viso e sulle mani crema o latte idratante in quantità tale da creare uno strato protettivo contro gli agenti climatici. In queste circostanze è necessario anche assicurare una protezione adeguata - con prodotti specifici particolarmente idratanti e capaci di favorire la rigenerazione della pelle - alla zona intorno agli occhi, in cui la cute è molto delicata e parecchio esposta. E anche le labbra hanno bisogno di una protezione specifica, in questo caso con uno stick emolliente da applicare più volte nella giornata. Per mettersi al riparo dagli effetti negativi degli sbalzi di temperatura, poi, è buona norma vestirsi a strati: togliere qualche indumento quando si arriva in un ambiente caldo consentirà di evitare le irritazioni che si producono quando si suda o ci si accalda. A contatto con la pelle i vestiti devono essere morbidi, possibilmente di cotone. Indumenti e scarpe bagnati, che irritano la cute, devono essere Come prendersi cura del viso Il viso è la parte più esposta alle insidie verso la pelle e quindi richiede particolare attenzione. Ecco alcune avvertenze. • Usare un sapone delicato per lavarlo, evitando l’acqua troppo calda. • Applicare un prodotto idratante, anche soltanto nelle zone in cui si avverte che la pelle è arida e tesa. • Proteggersi dalle radiazioni solari anche d’inverno, con prodotti che abbiano un fattore di protezione almeno 15 (ben più alto sulla neve, che riflette il sole). Sono disponibili diversi preparati che combinano la funzione idratante con quella di filtro solare. • Se si devono eseguire trattamenti sul viso (per esempio contro l’acne), utilizzare preparati, tipo le creme, che abbiano anche un effetto idratante. • Non utilizzare in maniera eccessiva creme esfolianti, che aiutano a rimuovere lo strato più superficiale della pelle ormai secco, lasciando gli strati sottostanti senza protezione. Che cosa c’è dentro alla cute tolti prima possibile. Massima deve essere poi la protezione del viso e delle parti del corpo esposte all’esterno, come le mani, quando ci si trova in montagna, a maggior ragione se c’è la neve: prima di uscire all’aperto, occorre applicare su tutte le parti non coperte da indumenti - comprese le orecchie - un prodotto che abbia proprietà altamente idratanti e offra una protezione solare di indice elevato. IDRATAZIONE ATTENTI ANCHE AL CORPO E’ importante, anche per evitare le infezioni cutanee, mantenere ben idratata la pelle di tutto il corpo, con alcune precauzioni. • Bere regolarmente acqua nel corso della giornata. • In casa, utilizzare un umidificatore dell’aria (si può trovare anche in farmacia). • Fare la doccia o il bagno (che non devono durare più di 10-15 minuti) con acqua tiepida - quella troppo calda rimuove infatti la naturale protezione grassa della pelle - ed eventualmente aggiungere nella vasca del bagno sostanze oleose. • Utilizzare saponi non aggressivi ed evitare i deodoranti antitraspiranti, che seccano ulteriormente la pelle. • Dopo il bagno o la doccia, applicare su tutto il corpo una crema o un latte idratante mentre la pelle è ancora umida, in modo da trattenere l’acqua negli strati più superficiali dell’epidermide. Se la pelle è particolarmente secca, preferire un prodotto in forma di unguento, che forma uno strato protettivo, evitando però le zone del corpo che tendono ad accaldarsi e a sudare. • Per la rasatura utilizzare, anziché la schiuma da barba, balsamo per capelli. Alphega Farmacia magazine • 11 Dossier prevenzione Influenza, raffreddore, sindromi parainfluenzali: sono diverse le affezioni virali favorite da basse temperature e umidità. Le accomunano sintomi, modalità di contagio e rimedi. 12 Fermiamo i malanni venuti dal freddo Le infezioni tipiche dell’ inverno • Alphega Farmacia magazine Magari fosse uno solo. In realtà sono parecchi i virus che, soprattutto in inverno, attaccano le vie aeree, provocando quella serie di sintomi ben noti tra cui febbre più o meno alta, congestione nasale, mal di gola, tosse. Alcuni sono tipici dell’influenza (e quest’anno c’è pure l’H1N1 oltre a quelli stagionali), altri del raffreddore e delle sindromi parainfluenzali: fatto sta che in una stagione invernale è molto difficile non contrarre almeno una volta una di queste affezioni, e alla fine poco importa stabilire quale sia l’agente che la provoca, visto che non solo le modalità di contagio, ma anche i sintomi e i rimedi cambiano poco da una malattia all’altra. E pure la risposta dell’organismo al virus - quale che sia - è praticamente sempre la stessa, incentrata com’è sulla più classica delle reazioni, quella infiammatoria: un meccanismo difensivo che nel giro di pochi giorni risulta risolutivo, e che è alla base di gran parte dei sintomi tipici di queste forme; a partire dalla congestione della mucosa nasale, che determina a sua volta eccessiva secrezione di muco e momentanea ostruzione delle aperture nasali. In molti casi, poi, l’infezione, e quindi la risposta infiammatoria, si estende alla faringe, e talvolta anche alla laringe: nel primo caso si avverte un senso di secchezza e di bruciore in gola, nel secondo anche raucedine e abbassamento di voce. Pure frequente è l’estensione della congestione agli occhi, che divengono arrossati, umidi per un aumento della lacrimazione e intolleranti alla luce eccessiva. Sintomi più generali provocati da queste infezioni sono un senso di spossatezza e un malessere generalizzato, spesso accompagnati da mal di testa. Frequente anche la febbre, che nel raffreddore vero e proprio è piuttosto rara e in ogni caso non alta, mentre nell’influenza può raggiungere e superare i 39°; tipici anche, soprattutto con l’influenza, dolori muscolari e articolari, aumento della frequenza cardiaca, dolenzie agli occhi, tosse dapprima secca e stizzosa e in seguito catarrale, perdita dell’appetito, nausea, vomito, diarrea. I disturbi durano in genere, in forma acuta, da due a cinque giorni, dopo di che si avvia una convalescenza di qualche giorno caratterizzata tra l’altro da “ ” La risposta dell’organismo ai virus delle malattie da raffreddamento è incentrata sulla reazione infiammatoria, alla base di molti disturbi tipici di queste forme. IL DECALOGO Che cosa fare e che cosa evitare 1 Se si è un soggetto a rischio, eseguire la vaccinazione in tempo (meglio entro novembre). 2 Evitare, se possibile, ambienti chiusi e sovraffollati. 3 Non fumare: il fumo oltre a peggiorare l’eventuale sintomatologia respiratoria, facilita la trasmissione di agenti infettivi. 4 In caso di malattia, bere molto, sia per fluidificare il catarro e favorirne quindi l’eliminazione, sia per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione; fare pasti leggeri ma nutrienti, preferendo frutta e verdura. 5 Riposare a letto quando se ne sente la necessità. 6 Mantenere l’ambiente in cui si vive caldo, ben aerato e soprattutto ben umidificato. 7 Evitare di coprirsi troppo, per non ostacolare la riduzione della temperatura corporea. 8 In caso di febbre molto elevata o dolori muscolari o mal di testa fastidioso, ricorrere solo ai farmaci sintomatici, evitando i dosaggi che riducono bruscamente la temperatura. 9 Se la febbre rimane alta per più di una settimana consultare il proprio medico; sarà sua cura prescrivere la terapia idonea e consigliare ulteriori accertamenti. Astenersi dall’assumere senza una prescrizione medica 10 gli antibiotici (non attivi contro i virus, gli agenti che provocano influenza e raffreddore) . LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA Perché la congestione nasale a volte rimane anche dopo che raffreddore o l’influenza sono passati? Può dipendere dall’uso dei decongestionanti nasali locali, i quali producono, al termine dell’azione, non solo un ritorno della congestione, ma anche un suo aumento. Un fenomeno che si accentua con il passare del tempo, fino a poter determinare un gonfiore permanente. Per questo non bisogna mai superare la frequenza delle somministrazioni indicata nel foglietto illustrativo e limitare l’uso del farmaco ai due-tre giorni in cui la congestione risulta particolarmente fastidiosa. Alphega Farmacia magazine • 13 Dossier prevenzione spossatezza e, spesso, da tosse piuttosto persistente. Possibili sono le ricadute, soprattutto a breve termine. Disinfettare le mani per bloccare i virus Le mani sono uno dei principali veicoli di trasmissione dei virus che provocano le malattie invernali. Per questo, soprattutto quando si è in luoghi pubblici, non le si deve portare al viso e occorre disinfettarle spesso. Togliere anelli, orologi e bracciali 14 In genere il ritorno alla normalità è completo, ma in individui particolarmente deboli - dunque anziani, bambini e soggetti con Un buon risultato si può ottenere grazie a un lavaggio accurato per 40 secondi con acqua e sapone, oppure all’applicazione per 20 secondi di un gel igienizzante (figure in basso). In entrambi i casi lo strofinamento deve essere tale da coprire tutta la superficie delle mani. Alla fine del lavaggio con acqua e sapone, per chiudere il rubinetto toccarlo con la stessa salvietta monouso che si usa per asciugare le mani. Applicare un cerotto sulle zone ferite Asportare lo sporco con una salvietta Applicare il disinfettante sulle mani asciutte Strofinare le palme delle mani tra loro... ... poi ognuna con il dorso dell’altra mano... ... poi il dorso delle dita col palmo dell’altra mano Ruotare ogni pollice dentro l’altra mano.. ... e fare lo stesso con ogni polso • Alphega Farmacia magazine altre malattie in corso - possono prodursi strascichi, come infezioni batteriche che colpiscono altre parti dell’apparato respiratorio (bronchi e polmoni, per esempio), oppure - in particolare nei bambini - le orecchie. Più raramente sono gli stessi virus soprattutto quelli dell’influenza - a raggiungere bronchi e polmoni, originando forme assai più difficili da curare rispetto a quelle batteriche. A esporre l’organismo verso l’attacco di questi virus sono tra l’altro condizioni ambientali come il freddo e l’umidità, ma non meno determinanti risultano l’affaticamento fisico, lo stress, la convalescenza, un’alimentazione insufficiente o non adeguata, tutte condizioni in grado di determinare un indebolimento delle difese organiche. DA DOVE VENGONO I VIRUS I virus provengono sempre, più o meno direttamente, da una persona ammalata: possono essere presenti, ad esempio, nelle minuscole goccioline di secrezione che si disperdono nell’aria con uno starnuto o un colpo di tosse, ma sono soprattutto sugli oggetti toccati da chi è ammalato e sulle sue mani, quasi sicuramente infettatesi nel soffiare il naso. Per combattere alla radice queste forme non ci sono molti strumenti, considerato che contro i virus non esistono farmaci efficaci e con pochi effetti collaterali alla stessa maniera degli antibiotici per i batteri. Per l’influenza è possibile la vaccinazione, che però risulta efficace solo se praticata per tempo, e non ha effetto se l’infezione è già stata contratta. Quel che si può fare, una volta che la malattia ha cominciato a manifestarsi, è da un lato creare le condizioni per una valida risposta da parte dell’organismo (tra l’altro con il riposo a letto), dall’altro combattere i sintomi, anche con farmaci che in gran parte non richiedono ricetta medica (tabella a fianco). Eliminare la congestione nasale e l’eccessiva secrezione di muco, in particolare, oltre ad arrecare sollievo consente di evitare la secchezza in gola che, provocata dalla forzata respirazione per bocca, espone al rischio di infezioni batteriche alla faringe, alla laringe e ai bronchi, non più protetti dallo strato di muco che abitualmente li ricopre. Soffiarsi frequentemente il naso ed evitare di ingoiare le secrezioni sono accorgimenti validi, ma non bastano ad alleviare il fastidio, che può essere allontanato con farmaci decongestionanti. I prodotti per uso locale hanno il vantaggio, rispetto ai preparati da assumere per bocca, di produrre un effetto più immediato e di non provocare quasi affatto reazioni collaterali che riguardino l’intero organismo. I farmaci da somministrare per bocca, d’altro canto, hanno una maggiore durata d’azione e riescono a intervenire anche su aree inaccessibili con i prodotti per uso locale. AUTOMEDICAZIONE Farmaci utili per i vari sintomi Febbre, congestione delle vie respiratorie, mal di testa L’acido acetilsalicilico e il paracetamolo sono i farmaci di automedicazione di elezione, meglio ancora se associati alla vitamina C che si ritiene potenzi le difese immunitarie. Hanno proprietà antifebbrili e analgesiche, alle quali nell’acido acetilsalicilico si affiancano quelle antiinfiammatorie, preziose contro la congestione delle vie aeree. Naso che gocciola, starnuti, congiuntivite Antistaminici (desclorfeniramina, clorfenamina, feniramina) per bocca o come preparati da applicare localmente (spray nasali, gocce, eccetera). Naso chiuso Decongestionanti come efedrina, fenilefrina, nafazolina, ossimetazolina, xilometazolina per uso locale in gocce, spray nasali o aerosol, oppure per bocca come sciroppi, bustine, eccetera. Mal di gola Colluttori anticongestionanti o antisettici, oppure pastiglie da sciogliere in bocca a base di sostanze disinfettanti (clorexidina, cetilpiridinio, benzidamina, dequalinio). Tosse secca Sedativi della tosse a base di dropropizina, destrometorfano, cloperastina sotto forma di sciroppi, bustine solubili, gocce, aerosol. Tosse catarrale Espettoranti che facilitano l’espulsione del catarro come guaifenesina, carbocisteina, acetilcisteina, bromexina, ambroxolo. Alcuni preparati contengono più principi attivi (un sedativo della tosse e un espettorante). Dolori articolari Paracetamolo o acido acetilsalicilico, ibuprofene, diclofenac, naprossene, ketoprofene, in compresse/confetti o in pomata/crema. Disturbi intestinali Antidiarroici come le polveri assorbenti (caolino, carbone attivo, gesso e subgallato di bismuto) o inibitori della motilità intestinale quale la loperamide (farmaco controindicato nei bambini). Utili i fermenti lattici che ripristinano la flora intestinale. LA TOSSE UN MECCANISMO A VOLTE PREZIOSO E’ un disturbo fastidioso, ma anche un meccanismo difensivo molto importante: la tosse ha lo scopo di rimuovere ostruzioni dell’albero respiratorio. Può essere secca, cioè non dovuta alla presenza di secreto da far fuoriuscire, oppure produttiva, vale a dire accompagnata da catarro. Per eliminare la prima può essere sufficiente umidificare l’ambiente e bere in maniera abbondante, per fluidificare le secrezioni. Se questo non basta, possono essere utili i sedativi della tosse, che agiscono sul cervello e per questo possono indurre sonnolenza. La tosse produttiva è invece un sintomo prezioso, e come tale non deve essere calmata, ma solo, eventualmente, ‘aiutata’ a espellere il catarro dai bronchi: a questo scopo possono essere assunti farmaci in grado di fluidificare le secrezioni, facilitando la loro eliminazione. Per saperne di più Numero verde del Ministero della salute per informazioni sull’influenza: 1550 (attivo dal lunedì al venerdì tra le 8 e le 18). Alphega Farmacia magazine • 15 Il gioco nell’infanzia Le indicazioni dei pediatri Qual è il regalo giusto da fare a un bambino E’ necessaria una serie di accortezze in una scelta, quella di un giocattolo, che può risultare importante per la crescita del piccolo. E alcune contraddicono luoghi comuni e preconcetti. C’è un gioco per ogni età ETA’ CHE COSA FA IL BAMBINO GIOCHI ADATTI Fino a 3 mesi Comincia a sviluppare le capacità sensoriali. Carillon e giostre da appendere nelle culle e nei box. 3-6 mesi Comincia a usare le mani. Sotto le gengive sono pronti a uscire i dentini. Oggetti con superfici tattili diversificate e forme da esplorare; tappeti per attività e baby-palestre; anelli per la dentizione. 6-9 mesi Riesce a costruire e incastrare oggetti in modo intenzionale. Dimostra una gran voglia di esplorare. Costruzioni a grandi elementi. Giochi corredati di pulsanti, che emettano suoni e luci. 9-12 mesi Riesce a stare ben eretto e comincia a fare i primi passi. Giocattoli con le ruote, oggetti da trainare. Dopo il primo anno Ha tutti i movimenti ormai equilibrati e una manualità quasi perfetta. Centri attività e giochi che, in risposta a qualche azionamento, emettano suoni o eseguano movimenti. Dopo il secondo anno Usa il gioco per conoscere la realtà circostante e darle significato. Cerca la compagnia di coetanei. Per le femmine bambole con cui imitare gli adulti, e in particolare le mamme. Per i maschi personaggi dei cartoni animati e macchinine. 16 • Alphega Farmacia magazine Non è facile come sembra scegliere un regalo adatto a un bambino: un giocattolo è spesso ciò verso cui ci si orienta, ma i criteri in base ai quali si individua il singolo oggetto non sono sempre i più appropriati. I medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma invitano a prestare attenzione, in questo, a diversi aspetti, alcuni dei quali riguardano la pericolosità del giocattolo (riquadro nella pagina successiva), molto spesso inversamente proporzionale al prezzo. Ma i pediatri rivolgono anche altre raccomandazioni. • Considerare l’età del piccolo (tabella a fianco) ma non farne un vincolo: molti giocattoli ‘crescono’ assieme ai bambini, i quali modificano il modo di utilizzarli in base alle loro nuove acquisizioni ed esigenze emotive. • Non farsi condizionare dal sesso: la definizione di giochi ‘da maschio’ oppure ‘da femmina’ spesso corrisponde a preconcetti culturali che i bambini non hanno. Un giocattolo non condizionerà il senso di identità del piccolo, che dipende da fattori ben più profondi e complessi. • Mettere una vasta gamma di possibili giochi a disposizione del bambino, che potrà così fare le sue scelte in base alle esigenze e ai desideri del momento. • Non demonizzare alcuni giocattoli per le loro caratteristiche aggressive e potenzialmente violente: teniamo presente che l’aggressività è una componente del corredo emotivo umano e negarla può rendere più difficile per il bambino imparare ad affrontarla e gestirla. È importante piuttosto ‘supervisionare’ questi giochi osservando l’utilizzo che il piccolo ne fa. • Cercare di orientare la scelta verso giocattoli che permettano un intervento attivo del bambino, che possano cioè prestarsi a diversi utilizzi e trasformazioni in base alla fantasia di chi li riceve. • Non esagerare con i giocattoli ‘intelligenti’, quelli cioè che hanno necessariamente una finalità didattica ed educativa: il bambino impara e cresce soprattutto fingendo, inventando, costruendo, recitando una parte. • Preferire giochi da condividere con altri: man mano che il bambino cresce, infatti, si sviluppa la sua capacità di giocare con i coetanei (il gioco è in una prima fase solitario, per divenire nel tempo socializzato). • Non scegliere necessariamente fra le possibilità che propone la moda del momento, indirizzandosi, qualche volta, verso un giocattolo ‘alternativo’: anche se non è facile riuscire a non farsi influenzare dalla pubblicità, specialmente quella televisiva, è opportuno provare a lasciarsi guidare dal proprio intuito. • Non utilizzare nella valutazione il solo parametro economico. Non sempre infatti un giocattolo importante e costoso susciterà nel bambino curiosità, divertimento e interesse in maniera duratura. • Scegliere il gioco pensando al bambino che lo riceve, e non alla realizzazione dei propri desideri insoddisfatti (quello che non abbiamo potuto avere...) o alla possibilità di rivivere le emozioni della propria infanzia (il giocattolo che amavamo da piccoli...). Si potrà trovare soddisfazione e ritornare alle sensazioni infantili, casomai, dando al bambino la piena disponibilità a giocare con lui per condividere i suoi percorsi fantastici e creativi. IL DECALOGO Ecco come riconoscere il giocattolo sicuro 1 Ogni giocattolo deve essere contrassegnato dal marchio che ne garantisce la conformità alle norme europee. Il marchio CE è obbligatorio in tutta Europa ed indica che l’articolo è in regola con la normativa vigente. Questo marchio viene apposto soltanto direttamente dal fabbricante o da un ente accreditato dal Ministero delle attività produttive. Anche se il marchio CE non garantisce da tutti i rischi, è fortemente sconsigliato l’acquisto di giocattoli che ne sono sprovvisti. 2 I giocattoli elettrici (trenini, ferri da stiro, forni, eccetera) non devono essere alimentati direttamente con presa elettrica, ma devono poter funzionare solo tramite trasformatore esterno con dispositivo salvavita a bassa tensione (massimo 24 Volt). Potendo, scegliere quelli a batteria. Oltre al marchio CE, deve essere apposto su questi articoli quello IMQ dell’Istituto del marchio di qualità. In ogni caso, sorvegliare il bambino quando gioca con meccanismi elettrici. 3 Rispettare la fascia di età indicata sulla confezione. Per le caratteristiche dei materiali e la dimensione dei componenti rimovibili, un giocattolo sicuro in una fascia di età può risultare molto pericoloso in età inferiori. 4 Attenzione ai materiali utilizzati. In caso di giocattoli di stoffa o di peluche, controllare che i materiali siano di alta qualità (peli che non si staccano, occhi e naso fissati in modo anti-strappo, cuciture solide, nastri corti e imbottitura che non si sbriciola) e non infiammabili. Il bambino sottopone il giocattolo a test di resistenza massimali e ha una naturale vocazione a rompere l’involucro per esplorarne il contenuto, spesso portandolo alla bocca. Occhi e naso in plastica dura possono essere inalati e provocare soffocamento. 5 Verificare che le dimensioni di tutti i giocattoli e/o delle parti staccabili siano tali da non poter essere inalati o ingeriti. Se il materiale è la plastica, verificare che sia in ABS, più costosa, ma non infiammabile. Spesso i giocattoli contraffatti sono di materiale plastico scadente, facilmente infiammabile e pericoloso per lesioni alla cute e alle mucose che possono essere provocate da imperfezioni costruttive. 6 Evitare i giocattoli con bordi o punte taglienti. Qualora il materiale costruttivo fosse metallico, verificare che i bordi siano opportunamente ‘orlati’ e che non ci sia ruggine. Controllare periodicamente il buono stato di conservazione per giocattoli già presenti in casa da tempo: l’uso potrebbe averli resi pericolosi. 7 Per i giocattoli meccanici, verificare che gli ingranaggi siano ben protetti e non accessibili al bambino. Le lesioni cutanee e articolari da ‘imprigionamento’ negli ingranaggi sono molto dolorose e talvolta provocano conseguenze permanenti. 8 Le armi-giocattolo, destinate ai bambini di età più elevata, devono utilizzare solo proiettili forniti dalla ditta produttrice. Frecce e dardi devono avere la punta arrotondata, possibilmente di sughero o protetta con una ventosa difficilmente rimovibile. Evitare che questi giocattoli, indirizzati a una fascia di età maggiore, cadano nelle mani di bambini di età inferiore, per il rischio di lesioni oculari da uso improprio. 9 Tende e casette in tela non devono avere chiusure automatiche (per esempio cerniere lampo o pulsanti a pressione). Inoltre i sistemi di sostegno devono essere di plastica, leggeri e facili da montare. La stabilità della casetta o della tenda deve essere affidabile anche per movimenti bruschi e violenti. 10 Verificare che la confezione sia completata da istruzioni in lingua italiana sulle modalità di montaggio e di utilizzo. Alphega Farmacia magazine • 17 Il consiglio del vostro farmacista Certi medicinali alterano la capacità al volante, riducendo la sicurezza Con i farmaci attenti a guidare Se oltre il 30 per cento degli italiani assume farmaci, la maggior parte di loro conduce veicoli senza preoccuparsi delle possibili conseguenze che i medicinali possono produrre sulle capacità di guida. Eppure è noto che diversi farmaci possono alterare anche significativamente funzioni fondamentali per guidare in condizioni di sicurezza, e numerosi studi scientifici hanno accertato la correlazione tra incidenti stradali e impiego di medicinali (riquadro in basso). Tra i prodotti che maggiormente interferiscono con la guida, un posto di primo piano spetta agli psicofarmaci: ansiolitici, sonniferi, tranquillanti maggiori, antidepressivi alterano la prontezza di riflessi e inducono sonnolenza, un effetto questo prodotto anche dagli antiistaminici usati contro asma, allergie, mal di mare eccetera. Ma alterazioni possono essere originate anche da farmaci cardiovascolari, da ormoni, da sostanze che riducono la capacità visiva (come quelle usate dagli oculisti). L’avvertenza è sempre riportata sul foglietto illustrativo, che anche per questo va letto con attenzione. Alcune sostanze pericolose MOLECOLA CATEGORIA EFFETTI Alprazolam ansiolitico A, B, C, F, G, H Ambroxolo mucolitico A, B Betametasone cortisonico B, G Bromazepam ansiolitico A, B, C, F, G, H Ciproeptadina antiistaminico A, B, C, F, G, H Destrometorfano antitosse A, B, H Indicativi i dati sugli incidenti Diazepam ansiolitico A, B, C, F, G, H Diclofenac antiinfiammatorio A, B, C, E Un’indagine su un campione di 400 mila soggetti ha evidenziato che quanti avevano assunto farmaci hanno causato il 9% in più di incidenti rispetto a chi non ne aveva fatto uso. Un altro studio ha rilevato che quanti prendono ansiolitici rimangono coinvolti in incidenti stradali con una frequenza cinque volte superiore rispetto agli altri. E la situazione è ancora più grave se a un sedativo si associa l’alcool: secondo una ricerca americana, in questo caso la frequenza di incidenti sulla strada si innalza del 44 per cento. E anche le dosi sono importanti. In uno studio è stato appurato che chi assume 125 milligrammi di amitriptilina causa incidenti stradali in misura cinque volte superiore rispetto a chi utilizza un dosaggio inferiore di questo antidepressivo. Insulina ipoglicemizzante B Litio antidepressivo B, G Loperamide antidiarroico A, H Lorazepam sedativo-ipnotico A, B, C, F, G, H Metoclopramide antivomito A, B, H Naprossene antiinfiammatorio A, B, C, E Nifedipina antiipertensivo B Nimesulide antiinfiammatorio A, B, C, E Tiocolchicoside antigotta A, B A: sonnolenza; B: disturbi di equilibrio e/o movimento; C: disturbi della vista; D: allucinazioni; E: disturbi dell’udito; F: ebbrezza; G: alterazioni del comportamento; H: interazione con l’alcool. Alphega Farmacia magazine • 19 Occhi rossi? No,grazie. OCCHI Indicato per BAMBINI e ADULTI in caso di arrossamenti, irritazioni e bruciori indotti da polveri, smog, salsedine, polline, allergie, esposizione prolungata al sole o davanti a schermi video, uso di lenti a contatto etc... ISOMAR OCCHI® concorre al riequilibrio del film lacrimale. Si può applicare senza togliere le lenti a contatto. È un prodotto a base di acqua di mare isotonica e sterile tutelato da brevetto internazionale. Non brucia, non contiene coloranti. MULTIDOSE DA 10 ML IN FARMACIA I PRODOTTI ISOMAR® OCCHI CONTENGONO ACIDO IALURONICO E METHOCELL BREVETTO INTERNAZIONALE N. 03007761.4 15 MONODOSE RICHIUDIBILI Non contiene conservanti www.euritaliafarma.it E’ un dispositivo medico CE 0546 - Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso Aut. alla pubblicità su domanda del 18/01/08 · danibel srl Idrata · Rinfresca · Lubrifica · Lenisce Leggere le analisi 1 2 3 4 Glicemia, campanellod’allarme La glicemia è la concentrazione nel sangue di glucosio, vale a dire lo zucchero semplice che, oltre a essere introdotto come tale nella dieta, deriva dalla scissione dei carboidrati nella digestione e costituisce il principale ‘combustibile’ usato da organi e apparati per ricavare l’energia necessaria alle loro funzioni. La quantità di glucosio circolante viene mantenuta il più possibile costante da una serie di ormoni che agiscono con meccanismi diversi, entrando in funzione a seconda delle necessità e delle condizioni che via via si realizzano. Il più importante tra questi è l’insulina, una proteina prodotta dal pancreas che ha l’effetto di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue favorendo la sua utilizzazione da parte dei tessuti e il suo immagazzinamento sotto forma di glicogeno, sostanza che deriva dal concatenamento di molte molecole di glucosio. L’insulina viene secreta appena la glicemia supera i valori normali, e costituisce l’unico ormone la cui funzione sia quella di diminuire la quantità dello zucchero in circolo: tutti gli altri tendono invece ad aumentarla. SE IL SISTEMA SI SFASA Sono diverse le condizioni che possono alterare questo Qual è il significato dei numeri Valori normali 65-110 mg/100 ml (a digiuno) Valori superiori possono essere provocati da... stress, uso di alcuni farmaci (contraccettivi, diuretici, antidepressivi), diabete, ipertiroidismo, intossicazione da ossido di carbonio, insufficienza renale cronica, feocromocitoma, ictus cerebrale, infarto cardiaco, sindrome di Cushing, pancreatite, tumore del pancreas Valori inferiori possono essere provocati da... digiuno, colpo di calore, eccessivo dosaggio di insulina, assunzione di alcuni farmaci (betabloccanti e steroidi anabolizzanti), ipotiroidismo, cirrosi epatica, malattie croniche del fegato, sarcomi, tumori del pancreas o dell’ipofisi meccanismo di regolazione, portando la glicemia sopra o sotto ai valori normali (tabella in basso): si va dallo stress fino ad alcune forme di tumore, ma la causa più frequente di alterazione - in questo caso nel senso di un rialzo - è il diabete, malattia che in Italia colpisce il 4,5 per cento della popolazione e che, se non curata, può portare a gravi conseguenze, tra cui l’insufficienza renale e danni alla retina. Dal diabete non si può guarire; si può però tenere a bada la malattia - evitandone le conseguenze - con la terapia, con una dieta adeguata e con l’esercizio fisico. Come misurare, in proprio, la glicemia: si punge un polpastrello (1) e si preleva una goccia di sangue con una striscia (2) che si inserisce in un misuratore (3). I valori vanno poi annotati su un diario (4). Un parametro da tenere costantemente sotto controllo Insidia silente, il diabete La forma più comune di diabete è quella che insorge per lo più dopo i 40-50 anni, inizialmente con disturbi di lieve entità, tanto da poter rimanere anche a lungo non riconosciuta: in alcuni casi l’unico segno è proprio l’innalzamento della glicemia, che per questo motivo dovrebbe essere controllata regolarmente. Misurazioni della concentrazione di glucosio nel sangue sono necessarie a maggior ragione - e in questo caso in modo continuo - qualora la malattia venga diagnosticata, in modo da tenere costantemente aggiustate dieta e terapia. In farmacia - dove in alcuni casi è possibile la misurazione della glicemia - si possono trovare apparecchi che rilevano la glicemia (glucometri) da usare a casa (figure in alto). Alphega Farmacia magazine • 21 Di sana pianta Un’erba preziosa per vari disturbi ginecologici L’enotera ha fusto eretto, poco ramificato, a foglie alterne. I fiori gialli, a forma di imbuto, sono retti da lunghi steli; si aprono la sera, e per questa particolarità sono noti anche come stelle della sera. Compaiono da giugno a ottobre. La radice rossastra e carnosa, può essere impiegata in cucina: è assai saporita e nutriente. Un aiuto alle donne dai semi di enotera Enagra, onagra, erba vitellina, enotera. E’ sempre la stessa pianta, battezzata con una serie di nomi da quando, nel 1600, importata dall’America settentrionale cominciò a essere coltivata per i suoi fiori gialloverdastri nei giardini italiani, e da qui si diffuse in tutta Europa, dove tuttora è utilizzata soprattutto a scopo ornamentale. La specie Oenothera biennis, erba alta fino a un metro e mezzo e di durata, appunto, biennale, presenta numerose proprietà medicamentose e per questo è stata spesso utilizzata nella medicina popolare. Le azioni dell’olio di enotera derivano dagli acidi grassi poliinsaturi essenziali che vi sono contenuti. Questi, che non La carta d’identità NOME BOTANICO: Oenothera biennis. FAMIGLIA: Onagraceae. DOVE CRESCE: originaria dell’America del Nord, cresce ormai spontanea anche nelle regioni temperate dell’Europa, in particolare su terreni sciolti e in posizioni soleggiate. QUALI PARTI SI USANO: i semi, da cui si estrae, per pressione a freddo, un olio. CHE COSA CONTIENE: nell’olio sono abbondanti gli acidi grassi poliinsaturi e in particolare l’acido gamma linolenico (8-14%), l’acido linoleico (6580%) e l’acido oleico (6-11%). L’acido gamma linolenico si trova, oltre che nell’enotera, solo nel latte materno, nell’olio di borragine e, in quantità minori, nell’olio di ribes nero. 22 • Alphega Farmacia magazine possono essere sintetizzati dall’organismo ma devono essere introdotti con la dieta, sono costituenti importanti delle membrane cellulari, e sono inoltre precursori di numerose sostanze di fondamentale attività biologica: il fabbisogno di uno di questi composti, l’acido linoleico, in un adulto corrisponde al 6-8% delle calorie introdotte, e viene normalmente soddisfatto da un adeguato consumo di oli vegetali. UTILE PRIMA DEL CICLO L’olio di enotera viene considerato utile nella sindrome premestruale (servizio a pagina 6): questa deriva tra l’altro da una eccessiva produzione dell’ormone prolattina nei giorni che precedono il ciclo mestruale, e la prostaglandina E1, che si produce a partire da alcuni acidi grassi poliinsaturi, contribuisce a ridurre la quantità di prolattina nel sangue. I sintomi che più di altri rispondono al trattamento sono la depressione e l’irritabilità, il dolore o la tensione al seno e la ritenzione di liquidi. A originare la sindrome premestruale si ritiene che sia anche un disturbo della circolazione sanguigna, e pure su questo versante l’olio di enotera può risultare utile. Un’altra patologia ginecologica che sembra ottenere un beneficio è la mastopatia, nella quale l’olio di enotera produce una riduzione significativa del dolore e della tensione al seno. In alcuni casi è stata osservata anche una diminuzione della nodulosità nella ghiandola mammaria e della recidiva di cisti dopo asportazione chirurgica. Sempre grazie agli acidi grassi essenziali, l’olio di enotera si è dimostrato attivo contro l’eczema atopico e altre dermatiti. Benefici si osservano anche nell’artrite reumatoide e in quella psoriasica, nelle gastriti da farmaci infiammatori non steroidei (tipo l’acido acetilsalicilico), nell’ipertensione e gestosi gravidiche. Come si utilizza L’olio estratto dai semi titolato in acido gamma linolenico minimo 8% - va assunto in dosi giornaliere che vanno da 10 a 15 mg per chilogrammo di peso corporeo, suddiviso in due somministrazioni preferibilmente lontane dai pasti.