la voce in senso psicobiologico

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la voce in senso psicobiologico
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Silvia Magnani
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pensate a un crocevia
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 la via alimentare digestiva
 le vie aeree
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occorre fare una scelta
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devo decidere se respirare o ingoiare
Nello stesso tratto anatomico coesistono non due ma 4
funzioni
 mangiare
 vocalizzare
 parlare
 stabilizzare n senso posturale
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evidente che la situazione è complessa
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 ogni funzione interferisce profondamente sull’altra
 ciascuna deve essere perfetta perché la voce sia
perfetta
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entriamo a fondo…..
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 se si tratta di un sistema complesso occorre che in
esso vi siano dei «regolatori»
 un regolatore di flusso è uno sfintere
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sfintere…..
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 esistono sfinteri che fanno solo gli sfinteri e sfinteri
che fanno il doppio lavoro
 esistono sfinteri anatomici e sfinteri funzionali
 tieni in memoria
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ora pensiamo all’aria
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 hai mai sentito parlare di Prana?
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mettiamo che l’atto respiratorio sia un modo semplice
per immettere energia
e che la espirazione sia un modo
altrettanto semplice per far uscire
da noi aria
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 riflettiamo su quel da noi………
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 l’apparato respiratorio è qualcosa che si mette in
mezzo tra l’energia universale e l’individuo
 ma non solo, l’apparato vocale è qualcosa che sulla
via del ritorno di ciò che, immesso, ora deve uscire, è
in grado di rendere vibrante ciò che prima era
muto
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ma cosa accade allora
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 che l’aria in uscita porta con sé ciò che noi siamo
 o meglio… una vibrazione che
allude/significa/racconta ciò che noi siamo
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meraviglioso!
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 la voce è la trasformazione in energia vibrante
dell’aria che ci fa vivi e, nel mondo, porta la
testimonianza della nostra esistenza.
 Conoscete l’etimologia della parola martire ?
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vi ricordate gli sfinteri?
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 bene, allora immaginiamo che gli sfinteri siano i
diaframmi che separano la nostra anima dal mondo,
cioè quelle strutture che regolano la fuoriuscita
dell’aria che, vibrante, dice di noi.
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ma quanti ce ne sono?
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 innanzitutto le labbra…….
è lo sfintere più esterno, visibile, mimicamente attivo
esso partecipa



alla fonazione
alla fonoarticolazione
alla alimentazione
attento!
non alla stabilizzazione
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 poi il velo palatino
non è proprio un vero sfintere interno/esterno, più che
altro veicola e indirizza
esso partecipa alla



fonazione
fonoarticolazione
deglutizione
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poi c’è lei, la regina, la laringe
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 ecco uno sfintere davvero attivo
 alla laringe competono tutti e 4 i compiti.
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la doppia vita della laringe
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le 4 personalità della laringe
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in ordine di utilità
in ordine inverso di forza
spesa
 canalizzatore
 canalizzatore
 separatore
 organo vibrante
 stabilizzatore
 separatore
 organo vibrante
 stabilizzatore
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1. riflessioni sulle emozioni
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perché le emozioni...
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 La funzione delle emozioni è semplificabile
nell’induzione di un’attivazione che ha come
obiettivo la preparazione dell’organismo a far fronte
a una situazione emotigena
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prepararsi all'emergenza
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 Le reazioni di “emergenza”, quali la paura, la collera,
e in generale tutte quelle caratterizzate da
eccitamento, si accompagnano a un arousal (livello
di attivazione) alto che garantisce una risposta
pronta e dotata di alta carica energetica
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obiettivo: sopravvivere
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 La reazione di emergenza è caratterizzata
principalmente da aumento della gittata e della
frequenza cardiaca, vasocostrizione cutanea e
viscerale associata a vasodilatazione nel distretto
muscolare, incremento dell’attività delle ghiandole
sudoripare, diminuzione della secrezione
salivare.
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 le emozioni come la tristezza sono caratterizzate da
un basso livello di attivazione e inducono alla
riduzione del movimento, del tono posturale,
dell’attenzione
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una necessità: comunicare lo stato d'animo
prima e oltre il linguaggio
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 canali privilegiati di comunicazione delle emozioni
o
o
o
mimico facciale
posturale
vocale
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 Le emozioni primarie sono caratterizzate da un
“programma facciale” quasi completamente
innato, che configura espressioni mimiche tipiche
di ciascuno stato emotivo discreto.
 Tale espressione avrebbe quindi il carattere della
universalità e si configurerebbe come evento
transculturale.
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 Paul Ekman
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 anche il riconoscimento vocale dello stato
emozionale non presenta difficoltà e viene
perfezionato nel corso della vita
(è più facile riconoscere che "riprodurre" un'emozione)
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2. antropologia vocale
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ENERGIA
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il mantice
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 la cultura orientale e l’ebraica utilizzano una sola
parola (rispettivamente prâna e rùah) per
significare aria, vento, fiato, respiro, anima e spirito,
ben evidenziando l’appartenenza dell’uomo alla
natura e il suo essere pervaso dal medesimo soffio
vitale.
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Il profeta Elia
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La sura 96
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 Maometto e Gabriele
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 Dal punto di vista antropologico vocale il mantice è il
garante dell’energia, la fonte dell’aria necessaria
alla nascita del segnale glottico se fatta fluire o il
fulcro della stabilizzazione posturale se trattenuta
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in relazione all'emozione variano
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
Qualità della presa aerea, cioè settore del torace
interessato all’espansione, partecipazione o meno del
diaframma.

Profondità della stessa, strettamente correlata al primo
parametro, poiché diverse modalità di espansione
toracica determinano differenti volumi di aria inalata.

Ritmo di rifornimento, la durata della pausa tra un atto e
l’eltro.
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Attento ….!
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 L’allerta attenzionale prolungata determina, quasi
obbligatoriamente, inspirazioni rapide, profonde, di
tipo toracico medio e alto, spesso associate a cambi
posturali in estensione del tronco e del capo, con una
tendenza a «trattenere» al fine di stabilizzare
posturalmente per resistere all’attacco
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 L’appoggio dell’attenzione su un oggetto, dopo che
essa è rimasta per qualche secondo sospesa, produce
espirazione prolungata e profonda, così che la
detensione della muscolatura corporea può trovare
nel lento ritorno alla situazione di equilibrio del
torace un correlato autopercettivo consonante.
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 Le emozioni positive a dominanza trofotropica sono
caratterizziate da detensione muscolare (non occorre
stabilizzare). La presa aerea in questo caso è spesso a
prevalenza diaframmatica, profonda ma non rapida. Tale
modalità di rifornimento incrementa il livello di
autopercezione del soggetto, che può quindi rivolgere su
se stesso l’attenzione, cogliendo nella loro pienezza le
sensazioni di competenza e benessere che accompagnano lo
stato emozionale
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 Le emozioni violente sono caratterizziate da tensione
muscolare e da impossibilità alla discesa del diaframma. La
presa aerea in questo caso è poco profonda e rapida. Tale
modalità di rifornimento incrementa la stabilizzazione del
tronco e immobilizza o prepara allo scatto, l’attenzione è
rivolta all’esterno, l’autopercezione diminuisce
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 le situazioni di concentrazione composta e silenziosa
si accompagnano a riduzione dei movimenti
corporei, a inspirazioni profonde ed energizzanti
seguite da sospensioni a mantice espanso in eutonia
muscolare
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Lasciami pensare
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 Momenti di concentrazione intensa possono
accompagnarsi a situazioni di sospensione piena a
laringe aperta
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attenzione
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 modificare la respirazione ha effetti diretti sullo stato
emozionale e sul livello di attenzione così come aprire o
chiudere la glottide
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respirare
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 profondamente, lentamente, ritmicamente
•
•
•
concentra l'attenzione
riduce l'arousal
inibisce l'attivazione
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3. antropologia vocale
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SEPARARE E RIU NIRE
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sfinteri funzionale e sfinteri anatomici
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 labbra
 velo palatino
 laringe
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la funzione primaria delle labbra
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 esse sono il principale artefice del contenimento
endorale del cibo, collaborando con la lingua
(impastamento) e con i denti (triturazione) alla
preparazione del bolo.
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 La sollecitazione alimentare, che le labbra subiscono
sin dall’alba della vita, rende ragione dell’importante
funzione che esse svolgono nella vita relazionale.
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 esse inoltre rappresentano all'esterno il soggetto e
disegnano sull'interfaccia verso il mondo le emozioni
e i pensieri
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 manifestano le emozioni del soggetto facendole, per
così dire, affiorare alla superficie del viso e
collaborano alla costruzione di schemi gestuali
condivisi e formalizzati, che vengono così “esposti”.
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 Vale la pena ricordare che nel bambino che non
presenta un’adeguata evoluzione della deglutizione e
le cui labbra sono, per così dire, interamente
“dedicate” alla funzione alimentare, la funzione
mimica del viso appare immatura. Le labbra
permangono dischiuse, estroflesso l’inferiore,
retratto il superiore, le pieghe naso-labiali spianate
così che il piccolo si presenta ipomimico.
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 permettono poi di dare suono ai fonemi del
linguaggio e di esprimere compiutamente,
digitalmente, irrevocabilmente il pensiero
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
trasformano la voce in linguaggio, esse cioè
partecipano alla modalità di trasmissione
socialmente più efficace dei contenuti di pensiero,
disambiguandoli e determinandoli
semanticamente
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 emozioni ad "alta definizione" sono veicolate dalle
labbra e dalla mimica associata degli occhi e del
sopraciglio
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La molteplice vita della laringe
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 1. Funzione di canalizzazione
 2. Funzione sfinterica separatrice È la seconda funzione
propriamente ad vitam, mediante la quale la laringe provvede a
separare l’ambiente interno da quello esterno, isolando il mantice. La
laringe in questa modalità di funzionamento si chiude “per rimanere”
chiusa, creando un ostacolo a qualsiasi passaggio e innalzando la
pressione sottoglottica.
 3. Funzione sfinterica stabilizzatrice E’ la funzione che rende
possibile il parto, la eiaculazione, la defecazione e l’attivazione di una
fora a fulcro tronco.
 4 . Funzione vibrante. Più raffinata, è la funzione più complessa. In
questa seconda modalità di utilizzo la laringe si chiude ma…per farsi
subito riaprire. La sua chiusura è quindi volutamente temporanea ed è
finalizzata non alla separazione degli ambienti che sono posti sotto e
sopra il suo piano, quanto piuttosto alla messa in vibrazione dell’aria in
uscita
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 Le funzioni sfinteriche separano l’interno dall’esterno, la
funzione vibrante fa sì che l’interno (i pensieri, le emozioni,
ecc.) possa trovare un’uscita verso l’esterno ed essere
“messo in comune”. Le funzioni sfinteriche provvedono a
una chiusura salda, sicura, prolungata. La funzione
vibrante attua invece un’adduzione dolce, facilmente
superabile, “elastica”, così come è necessario per
l’instaurarsi di un ciclo vibratorio (fatto di adduzioni
seguite da immediate riaperture).
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 addurre con forza le corde vocali e mantenere chiusa
la glottide enfatizza la separazione tra ambiente
interno ed esterno, rinforza il trattenimento dell'aria
inspirata nei polmoni e.... disattende la vita
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4. antropologia
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IL PIACERE D ELL' AU T OP ER CE Z I ON E
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 senza il piacere alimentare il bambino non si
cimenterebbe nel vocalizzo
 senza il piacere circolare generato dalla successione
di sensazioni acustiche e propriocettive la
comunicazione vocale non si affermerebbe
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 la comunicazione vocale e linguistica nasce da un
atto propriamente “estetico”, cioè datore di
sensazioni piacevoli, e allo stesso tempo vitale.
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5. antropologia vocale
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AGIRE VOCALIZ Z AN D O
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 Ogni suono prodotto, ogni parola detta si qualifica
sotto tutti gli aspetti come atto. Parlare e vocalizzare
quindi è agire in senso proprio, cioè produrre delle
azioni che incidono sul mondo, sull’ascoltatore e sul
parlante stesso.
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 senza questa precomprensione non esisterebbe l'uso
magico della parola e della voce
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antropologia
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RECU P ERO D I N OZION I FIS IOLO G IC H E
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postura
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 l'equilibrio tra muscoli antagonisti permette la
modificazione posturale a basso costo
 lo stato di allerta induce ipertono estensorio
 riduzione del tono dell'umore induce atteggiamento
flessorio
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glottide
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 il tono adduttorio risente dell'attivazione emozionale
e del grado di attenzione
 la postura nel collo della laringe risente
dell'adattamento della postura generale allo stato
emozionale e attenzionale del soggetto
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 adduzioni cordali salde ma non forzate con ampio
superficie di contatto bordo a bordo generano
sensazioni di consonanza estese al torace e alla
muscolatura somatica del tronco, incrementando il
livello di propriocezione
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 ogni sistema biologico è dotato di incostanza
funzionale
 la frequenza fondamentale è caratterizzata da
variabilità
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vocal tract
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 un allungamento del vocal tract genera un ampliamento di
tessuto armonico, con potenziamento delle componenti
più gravi dello spettro, all’opposto una riduzione di
lunghezza porta con sé un impoverimento timbrico
 una riduzione del tono di parete produce un effetto
genericamente scurente e in parte ottundente
 un incremento di rigidità provoca invece un potenziamento
delle formanti acute, con incremento della penetranza
vocale, all’aumento di rigidità si associa anche una
dispersione frequenziale con perdita di regolarità dello
spettro e insofferenza percettiva.
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 Emozioni ad alta attivazione, tra tutte la collera, si
accompagnano abitualmente a incremento della
rigidità di parete del vocal tract e, spesso, ad
ampliamento dell’apertura orale
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 La paura è anch’essa caratterizzata da un
incremento di rigidità di parete, con conseguente
dispersione frequenziale nella zona acuta dello
spettro. Ad essa si accompagna però spesso un
sollevamento improvviso del piano glottico
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Che paura!
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 Uno spavento genera una inspirazione rapida,
rumorosa, immediata, quasi sempre realizzata dal
torace medio e superiore
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 Seguita da un grido, ad alta intensità e a elevata
frequenza
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 Le emozioni a bassa attivazione si caratterizzano per tono
di parete regolare o ridotto, eventuale modesto
abbassamento del piano glottico e rilassatezza del vocal
tract anteriore, che ben si esprime nella dolcezza
(tenerezza) e nella riduzione di forza (tristezza) della
articolazione fonemica.
 La voce prodotta con tale accoppiamento risonanziale è
piacevole all’ascolto dal punto di vista dell’apprezzamento
della qualità dello spettro e non necessita una spesa
cognitiva elevata
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 Le emozioni ad alta attivazione sono spesso
accompagnate da ritmo interno dell’eloquio rapido.
La rabbia, in modo particolare, rispecchia l’elevata
attivazione trofotropica anche nella velocità globale
del parlato e nella riduzione delle pause, spesso
associati a contenimento anche della durata della
frase
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 Il disprezzo, emozione correlata strettamente alla
collera, si accompagna invece a un rallentamento del
flusso verbale, probabilmente attuato al fine
primario di evidenziare i singoli elementi lessicali e
sintattici, nella enfatizzazione della loro articolazione
fonemica, della quale viene incrementata la forza e la
precisione
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