La cultura come creazione sociale Lezione 5_6, Sociologia dei Processi culturali, Roma_Lumsa Mario Salisci Durkheim Secondo Durkheim la crescita della società ha prodotto la differenziazione e la specializzazione. La famiglia viene spodestata di numerose funzioni, che vengono delegate alla società. La differenziazione pome il problema dell’unità sociale. Per Durkheim l’unità resiste per via delle rappresentazioni collettive (vedi lezioni prec.) La divinizzazione della società La società come forma di potere morale superiore. La forza religiosa non è falsa, ma è data dalla società non da esseri soprannaturali. Le fasi del profano e del sacro spiegano molto bene la dinamica. Afferma Durkheim: Il credente non s’inganna quando crede nell’esistenza di un potere morale superiore e da cui riceve tutto il meglio che è in lui: questo potere esiste, ma è la società [1963, 233-4]. Le sub-culture Le culture producono ambienti sociali differenziati. Entro il dominio di una subcultura funziona un potente insieme di simboli, valori e norme vincolanti per i membri. Secondo Hebdige [1979] gli adolescenti sarebbero portati alle subculture (cfr. Gruppi pari). Le subculture possono essere temporanee (splendido lo studio di Fine [1987] sulla Little League). Oppure Le persistenti (cfr. Newcomb 1987). subculture creano significati, producendo oggetti culturali che sono significativi per i membri del gruppo ma incomprensibili agli altri. Le innovazioni culturali Le innovazioni culturali sembrano rispettare tre assunti: A. Alcuni periodi sembrano migliori per l’affermazione di nuovi modelli culturali; B. Anche le innovazioni seguono delle convenzioni C. Alcune innovazioni hanno più probabilità di istituzionalizzarsi. Analisi dei tempi Che Per cosa favorisce l’innovazione? la Swilder [1986] periodi d’instabilità. Per Wuthnow [1987] la perturbazione dell’ordine morale. Per Williams dominante. [1973] lo sfaldamento dell’ideologia In periodi di grande anomia le persone cercano orientamento. Figure straordinarie o eventi epocali possono tracciare nuove linee, nuove soluzioni di orientamento. Come vedremo, al profeta seguono i discepoli che hanno bisogno di fissare gl’insegnamento nuovo del maestro. Questo processo si chiama istituzionalizzazione, è un processo lungo e articolato. Chi sono i creatori culturali? Secondo il modello del riflesso i creatori culturali sono persone in grado di tradurre un vissuto collettivo. Questi individui cambiano il mondo culturale dove vivono interpretando un sentimento collettivo. Ma i modelli del riflesso, così come l’interazionismo, bastano per spiegare il processo del cambiamento? L’interazionismo simbolico Secondo l’interazionismo simbolico il Sé è il prodotto delle interazioni individuali (Mead, Cooley, ecc.). La Gli Il cultura è il prodotto delle interazioni individuali. individui sono influenzati dalla cultura. processo è dinamico, interattivo e bidirezionale. George Herbert Mead (1863-1931). È il fondatore della psicologia sociale. Non scrisse mai nulla. Furono pubblicate postume le sue lezioni. La raccolta più famose è Mind, Self, and Society (1934). George Simmel 1858-1918 Nasce a Berlino. Analizza la società come frutto d’interazioni. In questo senso, la stessa religione è il frutto di una interazione. Partendo dall’analisi dei gruppi e dalle dinamiche proprie della modernità, Simmel arriva ad indagare la religione e distingue tra: a. b. «religiosità» come forma interiore dell’esperienza umana che precede la «religione» la religione stessa, ovvero la forma storicizzata e pubblica di quella intima esperienza, innata e universale: Afferma: «Così come non è la conoscenza a creare la causalità, bensì la causalità a creare la conoscenza, così non è la religione a creare la religiosità, ma la religiosità a creare la religione» [1992, 173]. Befindlinchkeit, una sorta di orientamento religioso che predispone l’essere umano all’incontro con la divinità. Per Simmel la religione è un prodotto culturale. Trova sbocco sociale in quelle che noi individuiamo come chiese, sette o denominazioni. Alla base di tali istituzioni-chiese resta però il sentire religioso, la religiosità appunto. Un procedimento simile è rinvenibile nel concetto simmeliano di «sociabilità» da cui deriva il prodotto culturale per eccellenza: la società. William James (1842-1910), fu medico, filosofo e psicologo. Insegnò ad Harvard. Conobbe Freud nel 1909. È considerato il padre del Pragmatismo e uno dei pionieri dell’interazionismo. James distingue tra pensiero dinamico e pensiero statico. Il pensiero dinamico è il fluire della mente, che può essere di volta in volta placido, inquieto, tumultuoso; questo fluire rallenta nel momento in cui inizia a formarsi una credenza su di un oggetto; Quando si forma la credenza l’individuo inizia l’azione [James 1945, 303]. The Varieties of Religious Experience [1902] Distingue la religione in quanto dimensione individuale dalla religione in quanto prodotto istituzionale. Per James tutti grandi fondatori di religioni riferivano il loro potere alla comunione diretta con il divino. Definisce la religione come: «the feelings, acts, and experiences of individual men in their solitude, so far as they apprehend themselves to stand in relation to whatever they may consider the divine». Rispetto all’analisi freudiana (religione derivante da traumi) e antropologica (religione frutto del pensiero prescientifico) James vede la religione come esito di una relazione con il divino. Gli stati mistici sono infatti: «Are these states “windows” through which the mind looks out upon a more extensive and inclusive world» (1902, 428). Questa relazione crea una nuova possibilità conoscitiva per l’individuo. Dall’intuizione nascono poi le strutture che vanno a formare prima un’organizzazione religiosa e poi l’istituzione (come spiegherà Bergson). Henri Louis Bergson (1859 – 1941). Scrisse L'Évolution créatrice [1909] e Les deux sources de la morale et de la religion [1932]. Premio Nobel nel 1927. Ucciso dai nazisti nei campi di concentramento. Bergson e l’elan vitale Nella sua opera più famosa e diffusa, Les deux sources de la morale et de la religion [1932] Bergson individua due matrici del comportamento umano, una statica e l’altra dinamica: a. b. la prima conduce alla scienza, ma sviluppa un carattere dogmatico; la seconda dà luogo all’etica delle origini e alla creatività dell’esperienza mistica (tipica dei grandi fondatori di religione). Nel caso dell’indagine applicata alla religione risulta oltre modo necessario andare oltre l’esperienza esteriore. Insomma, la realtà va interpretata con la forza dell’intuizione prima che con la ragione analitica, Bergson individua un concetto straordinariamente ricco di suggestioni: l’élan vitale, ovvero la forza creatrice dell’energia cosmica. Sarebbe proprio l’élan l’elemento propulsore delle forme innovative sia per lo spirito che per la materia. La fenomenologia L’elemento dinamico della cultura è difficilmente rinvenibile. Sul solco di James e Simmel alcuni autori fanno un salto analitico. Si tende ad esempio considerare la religione come causa di se stessa ed elemento dinamico (Otto;Van der Leew). Marcel Mauss e il mana una energia sempre presente e pervadente. Il rapporto tra l’infinito di Dio e il finito dell’uomo determina la struttura dinamica della religione e la sua potenza creativa. La religione, per Otto, comincia con se stessa e non può essere compresa a partire da qualcos'altro. Ne Il sacro [1917] Otto individua nel numinoso l’origine del fenomeno religioso. Il sentimento religioso nasce nella coscienza individuale che intuisce la Majestas, la sovra-potenza del totalmente Altro. Da quell’intuizione l’uomo illuminato inizia la sua opera. Bibliografia Salisci M., Il profeta, Francoangeli, 2014. Per apprfondire: Zadra, Elementi di Sociologia della religione Mauss M., La priére, 1909. James W., L’esperienza religiosa, 1902. Otto R., Il sacro, 1918.