Focuson_Il trattamento precoce migliora la

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Anno diciottesimo dicembre 2013
IL TRATTAMENTO PRECOCE MIGLIORA LA DIAGNOSI
Massimo MENGA, Barbara ROAGNA, Roberta RIGAULT DE LA LONGRAIS
Unità Operativa di Oculistica, Ospedale Cottolengo di Torino
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Una donna di 65 anni in
terapia con warfarin da
5 anni per fibrillazione
atriale cronica è giunta alla
nostra osservazione per un
improvviso calo del visus
provocato dall’occlusione della
vena centrale della retina
(OVCR). Al momento della
diagnosi l’acuità visiva corretta
era di 2/10, il tono oculare
di 16 mmHg. L’INR eseguito
al momento della diagnosi
era di 1.61, valore inferiore
al range terapeutico richiesto
di 2-3. Sono stati quindi
programmati screening per
trombofilia, visita ematologica,
fluorangiografia e OCT.
Alla paziente è stata prescritta
nadroparina 0.6, 1 fiala sotto
cute ogni 12 ore e prednisone
25 mg, 1 compressa al dì.
La fluorangiografia, eseguita
tre giorni dopo la diagnosi
(6 dicembre 2011), ha
evidenziato l’edema della
papilla, la marcata tortuosità
e dilatazione dell’albero
vascolare venoso, numerose
emorragie retiniche superficiali
e profonde su tutto l’ambito
retinico e l’OCT evidenziava
edema retinico con una cisti
foveale e uno spessore della
retina centrale di 318 μm
(Fig. 1, 2, 3).
Sei settimane dopo l’OVCR, la
paziente è stata sottoposta
a impianto intravitreale di
desametasone 0,7 mg a
lento rilascio.
I controlli sono stati eseguiti
a un giorno, una settimana e
ogni mese dopo l’impianto.
Il decorso operatorio è stato
regolare, il tono oculare
si è mantenuto stabile,
l’acuità visiva è migliorata
progressivamente.
Al controllo programmato
ad un mese e mezzo
dall’intervento, l’acuità visiva
risaliva a 8/10 e il tono
oculare era 16 mmHg. L’OCT,
a due mesi dall’iniezione
dell’impianto, già evidenziava
fig. 1 e 2 Nelle immagini infrarossa e fluorangiografica si osservano edema papillare, emorragie intraretiniche superficiali
e profonde e la marcata tortuosità e dilatazione dell’albero vascolare venoso.
®
OtticaFisiopatologica
la completa risoluzione
dell’edema maculare e l’acuità
visiva era tornata ad un valore
di 10/10, il tono oculare era
20 mmHg. (Fig. 4).
Il 6 maggio 2012, cinque mesi
dall’iniezione intravitreale, non
si evidenziano segni di recidiva
dell’edema maculare, l’acuità
visiva era 10/10 e il tono 18
mmHg (Fig 5, 6, 7).
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fig. 3 La la scansione tomografica orizzontale evidenzia l’edema maculare con
componente cistica foveale.
fig. 4 Un mese e mezzo dopo l’impianto intravitreale di desametasone l’edema
maculare è assente, la componente cistica riassorbita.
L’occlusione venosa retinica è
la seconda causa di perdita
visiva nella popolazione
adulta. Colpisce circa il 2%
dei soggetti oltre i 40 anni.
L’edema maculare è la causa
più frequente di perdita visiva
nell’occlusione venosa.
In presenza di edema
maculare numerosi fattori
sono associati a una peggiore
prognosi anatomo-funzionale:
età del paziente, acuità visiva,
tipo di occlusione, durata
dell’edema. Di tutti i fattori
predittivi identificati solo la
durata dell’edema maculare
è un fattore di rischio
modificabile.
L’analisi dei sottogruppi di
diversi studi randomizzati su
differenti tipi di trattamento
(BVOS, SCORE-BRVO, BRAVO)
suggerisce che una maggiore
durata dell’edema maculare
riduce la probabilità di risposta
al trattamento nei pazienti
con occlusione vascolare.
Questi dati sono confermati
dallo studio di W. Yeh e coll.
pubblicato nel giugno 2012
che, analizzando i sottogruppi
della popolazione dei pazienti
dello studio GENEVA,
dimostra che la maggiore
focus
DISCUSSIONE
Anno diciottesimo dicembre 2013
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fig. 5 e 6 A cinque mesi dall’impianto si osserva la netta riduzione della tortuosità e della dilatazione dell’albero vascolare
venoso.
fig. 7 Il confronto fra la scansione tomografica eseguita prima del trattamento
(6-12-2011) e cinque mesi dopo (5-6-2012) evidenzia la risoluzione dell’edema
maculare e la normalizzazione dello spessore retinico centrale.
durata dell’edema maculare
in occhi affetti da occlusione
venosa retinica al momento
del primo trattamento con
impianto di desametasone,
è associata a una probabilità
inferiore di ottenere
miglioramenti clinicamente
significativi di acuità visiva
e spessore retinico. Inoltre
gli occhi che nella prima
fase dello studio sono stati
trattati con il placebo e che
dopo i primi sei mesi sono
stati trattati con l’impianto
di desametasone, non
migliorano quanto gli occhi
trattati più precocemente.
Questi risultati suggeriscono
che il trattamento precoce
dell’edema maculare
aumenta le probabilità di un
favorevole decorso clinico,
influenzando positivamente
gli esiti visivi e anatomici
della malattia.