Modulo elettronica Lezione 1 11 giugno 2009 [email protected] Parte 1 Cos’è l’elettronica Brevissima storia L’informazione La misura dell’informazione Brevissima storia (1) • L’elettronica nasce e “cresce” nel corso del 1900 – Capacità di “manipolare” grandezze elettriche • Amplificare, elaborare, trasmettere sotto forma di onde elettromagnetiche, memorizzare – Evoluzione continua di tecnologie e componenti – Sistemi elettronici entrano nella storia • Radio, televisione, radar, convertitori di potenza, microprocessori, controllori di processo, fotografia, cinematografia… • Tomografia, risonanza magnetica nucleare, ecografia… Brevissima storia (2) • Da disciplina delle “correnti deboli” a motore della società dell’informazione – La rivoluzione digitale • Possibilità di tradurre modelli matematici e algoritmi complessi in macchine elettroniche reali – L’elettronica evolve nel “settore dell’informazione” • Automatica, bioingegneria, elettronica, informatica, telecomunicazioni • La parola elettronica diventa meno generica e viene a specificare la disciplina che si occupa della parte fisica (“hardware”) dei sistemi che gestiscono e trasmettono informazione o che controllano potenza Brevissima storia (3) • Il rapporto con biologia e medicina – La grande strumentazione diagnostica • ECG, EEG, strumentazione per ematologia ed emodinamica, … • CT, NMR, ecografia, medicina nucleare, termografia, … – Le applicazioni a farmacologia e genetica • Analisi e classificazione di sostanze biochimiche e nucleotidi – Elettronica impiantabile • Pacemaker, organi artificiali, … – Le interfacce bioniche • Impianti cocleari, impianti corticali, … Obiettivo del corso • Significato delle grandezze elettriche fondamentali; • Analisi di circuiti elettrici; • Strumentazione per misura di correnti elettriche; • Concetto di segnale analogico; • Correnti elettriche nel corpo umano; • Strumentazione per misura di grandezze elettriche nel corpo umano; • Norme di sicurezza e reti elettriche. Lezione 1 • • • • • • • • Elettricità e cariche elettriche Potenziale elettrico Capacità e dielettrici La corrente elettrica e la resistenza Forza elettromotrice Analisi di circuiti elementari Il circuito RC Strumentazione per la misura di grandezze elettriche Elettricità e cariche elettriche La carica elettrica (I) La carica è una proprietà dei corpi, come la massa. Oggi sappiamo che sia la massa, sia la carica dipendono dalla costituzione atomica della materia. I costituenti dell'atomo sono infatti particelle dotate di una propria massa e di una propria carica elettrica. Nel Sistema Internazionale di misura la massa è una grandezza fondamentale, ma la carica elettrica non lo è. L'unità di misura di carica (coulomb, C) è derivata da quella, fondamentale, di corrente (ampere , A). La corrente è costituita da cariche elettriche in movimento all'interno di conduttori solidi, di soluzioni o, come in questo caso, di un gas come l'aria. Nel caso del fulmine si trasferisce, dalle nuvole alla terra e dalla terra alle nuvole, una grande quantità di carica elettrica sotto forma di atomi ionizzati positivamente e negativamente. La carica elettrica (II) • La materia è costituita da atomi o molecole aventi una propria carica elettrica, che può essere positiva o negativa. In particolare la carica elettrica: – Si conserva; – È quantizzata. Legge di Coulomb Il campo elettrico Nella regione di spazio che circonda un oggetto carico, esiste un campo elettrico. Quando un altro oggetto carico entra in questa regione subisce una forza elettrica. Si definisce q0 una carica di prova positiva. Il vettore campo elettrico E (generato da cariche diverse dalla carica di prova) è definito come la forza elettrica che agisce sulla carica di prova: E = F/q0 Il campo elettrico E si misura in N/C, ed ha direzione pari a quella della forza subita dalla carica di prova. In particolare si può affermare che in un dato punto dello spazio esiste un campo elettrico se una carica di prova in quiete, posta in quella regione di spazio, è sottoposta all’azione di una forza elettrica. Proprietà del campo elettrico (I) • Densità di carica di volume, ρ • Densità di carica superficiale, σ • Densità di carica lineare, λ Proprietà del campo elettrico (II) Campo elettrico UNIFORME (uniforme se costante nello spazio, stazionario se costante nel tempo). Le linee di campo sono parallele e di densità costante. Il verso delle linee di campo parte dalla carica positiva, ed è direzionato verso la carica negativa. Una carica elettrica q in un campo uniforme sarà sottoposta ad una forza F uguale in ogni punto dello spazio. La forza avrà lo stesso verso del campo se la carica q è positiva, verso opposto se q è negativa. Proprietà del campo elettrico (III) Campo elettrico RADIALE (linee di forza sono diposte a raggiera intorno alla carica sorgente ed hanno direzione centrifuga se la sorgente Q è positiva, centripeta se Q è negativa.). La densità delle linee di forza è maggiore vicino alla carica sorgente: questo significa che il campo elettrico è più intenso vicino alla carica. Con la legge di Gauss è possibile calcolare quanto vale il campo elettrico generato da una carica puntiforme in funzione della distanza dalla stessa. E = k Q / d2 con k = 1 / 4 π ε0 = 9 109 Nm2/C2 Proprietà del campo elettrico (IV) Un dipolo è formato da due cariche elettriche uguali e opposte poste ad una certa distanza. Il campo creato da un dipolo è la combinazione di due campi radiali in cui le linee di campo si incurvano per incontrarsi. Il campo è particolarmente intenso nello spazio tra le due cariche. Isolanti e conduttori • Materiali in cui le cariche elettriche non possono muoversi liberamente: – Plastiche – Vetro – Legno • Materiali in cui le cariche elettriche si muovono liberamente: SEMI-CONDUTTORI: Materiali le cui proprietà elettriche sono a metà strada tra gli isolanti ed i conduttori. Il silicio ed il germanio sono tra i più noti semiconduttori. Questi materiali vengono utilizzati per la fabbricazione di molte apparecchiature elettroniche, variando le loro caratteristiche elettriche con l’aggiunta di quantità note ti alcuni tipi di atomi – Metalli Acqua??? Potenziale elettrico Il potenziale elettrico È una funzione scalare utilizzata per descrivere fenomeni elettrostatici Per spostare una particella carica all’interno di un campo elettrico è necessario applicare a tale particella una forza F. Si definisce la variazione di energia potenziale del sistema come: ΔU = F·ds Il potenziale elettrico si misura in volt (V), dove 1 V = 1 J/C. Da cui si deduce che il campo elettrico può anche essere espresso come V/m. Il potenziale elettrico è definito come energia potenziale per unità di carica, e vale in ogni punto di un campo elettrico V = U/q0 = -integrale(E*ds) N.B. Le linee di campo elettrico sono dirette nel verso del potenziale elettrico decrescente Differenza di potenziale La differenza di potenziale elettrico ΔV tra una coppia di punti A e B compresi nello spazio in cui agisce un campo elettrico E, è definita come la variazione di energia potenziale per la carica di prova q0 che attraversa tale spazio. Per determinare la variazione di energia potenziale ΔU di una carica q che si sposta tra due punti del campo, bisognerebbe calcolare il lavoro del campo eseguito durante lo spostamento della carica da un punto iniziale A a quello finale B. La relazione è quella conosciuta: LAB = - ΔU = U(A) - U(B). U(A) = k Q q / dA U(B) = k Q q / dB dove k = 1 / 4 π ε0, Q è la carica sorgente, dA e dB sono le distanze dei punti A e B dalla sorgente L'energia elettrica U associata a due cariche Q e q poste a distanza d è Differenza di potenziale in un campo elettrico uniforme. Definita d la distanza tra i punti A e B (misurata parallelamente alle linee di campo), e con VB < VA: ΔV = -Ed Presa una carica di prova q0 che si muove dal punto A al punto B, la variazione di energia potenziale è: ΔU = q0ΔV = -q0Ed Se q0 è una carica positiva, allora essa perde energia potenziale elettrica quando si muove nella direzione del campo elettrico (che significa che il campo elettrico compie lavoro su una carica positiva quando la carica si muove in direzione del campo). Mentre se q0 è negativa, allora la variazione di energia potenziale è positiva, e la particella guadagna energia potenziale elettrica quando si muove nella direzione del campo. Particella in moto in un campo elettrico uniforme. Poichè il campo è uniforme si ottiene: Con s vettore spostamento tra A e B: Dalla quale è possibile dedurre che tutti i punti posti su un piano perpendicolare ad un campo elettrico uniforme sono allo stesso potenziale elettrico. In particolare tali piani sono indicati con il nome di superfici equipotenziali. Una superficie equipotenziale è costituita da una distribuzione continua di punti che hanno lo stesso potenziale elettrico. Differenza di potenziale in un campo elettrico radiale. Data una carica positiva puntiforme q isolata. Essa genera nello spazio un campo elettrico E: In tale campo la variazione di potenziale tra i punti A e B: Di conseguenza il valore del potenziale V in un punto P dello spazio circostante ad una carica positiva puntiforme vale: Capacità e dielettrici Condensatori e capacità Un condensatore è un sistema formato da due conduttori (che possiedono cariche di uguale valore e segno opposto); tali conduttori sono anche chiamati armature. La presenza delle due cariche genera una differenza di potenziale ΔV tra i due conduttori. Tradizionalmente qusta differenza di potenziale è nota come tensione. Che cosa è allora la capacità? La capacità è una grandezza che indica quale è appunto la capacità di questo sistema di immagazzinare carica per un certo valore di ΔV. La capacità. La capacità di un condensatore è il rapporto tra il valore assoluto della carica presente su uno dei due conduttori ed il valore assoluto della differenza di potenziale tra gli stessi. In particolare la capacità è una costante di proporzionalità tra la carica e la differenza di potenziale, e dipende dalla forma e dalla distanza a cui sono psti i due conduttori. L’unità di misura della capacità nel SI è il farad: Calcolo della capacità (I) Esempio. Calcolo della capacità di una sfera Preso un conduttore sferico di raggio R e carica Q, e supposto il secondo conduttore un’altra sfera di raggio infinito. Che dimostra che la capacità di una sfera carica isolata è proporzionale al raggio della sfera, ed indipendente sia dalla carica che dalla differenza di potenziale. Calcolo della capacità (II) Esempio. Calcolo della capacità di un condensatore piano Supposte due lastre metalliche (una con carica +Q e l’altra con carica –Q) aventi superficie A e poste a distanza d: La geometria di questi conduttori influenza la capacità di immagazzinamento della carica: quando un condensatore è caricato, gli elettroni si spostano dall’armatura con carica positiva su quella a carica negativa. Se le armature hanno superficie molto grande, le cariche possono distribuirsi su superficie grande: Fissata una certa differenza di potenziale, la quantità di carica che può essere immagazzinata su un’armatura cresce al crescere della superficie dell’armatura stessa. Pertanto la capacità risulta proporzionale alla superficie A. Calcolo della capacità (II) Esempio. Calcolo della capacità di un condensatore piano Supposte due lastre metalliche (una con carica +Q e l’altra con carica –Q) aventi superficie A e poste a distanza d: Inoltre, definita la differenza di potenziale in un campo elettrico uniforme ΔV=Ed. Se tale differenza di potenziale è mantenuta constante è ovvio pensare che riducendo la distanza d, il campo elettrico E deve conseguentemente aumentare. Fissata una certa differenza di potenziale, la quantità di carica che può essere immagazzinata su un’armatura cresce al diminuire della distanza tra le due armature. Pertanto la capacità risulta inversamente proporzionale alla distanza d. Calcolo della capacità (II) Esempio. Calcolo della capacità di un condensatore piano Supposte due lastre metalliche (una con carica +Q e l’altra con carica –Q) aventi superficie A e poste a distanza d: Detta σ la densità di carica superficiale (σ = Q/A), con le armature tra loro molto vicine, il campo elettrico risulta: Poichè il campo elettrico è uniforme, ΔV = Ed, quindi: Calcolo della capacità (II) Esempio. Calcolo della capacità di un condensatore piano Supposte due lastre metalliche (una con carica +Q e l’altra con carica –Q) aventi superficie A e poste a distanza d: Si ricava infine: Capacità di un condensatore piano è proporzionale all’area delle armature e inversamente proporzionale alla loro distanza Condensatori con dielettrici. Per aumentare la capacità di un condensatore, lo spazio tra le due armature è riempito con materiale dielettrico (materiale non conduttore). La capacità del condensatore aumenta di un fattore k, che viene anche chiamata costante dielettrica. La costante dielettrica è una proprietà intrinseca del materiale. La corrente elettrica e la resistenza La corrente elettrica La corrente elettrica è definita come la quantità di carica che attraversa una superficie nell’unità di tempo: Nel SI è misurata in Ampere: Per convenzione il verso positivo della corrente è quello percorso dalle cariche positive in moto Resistenza elettrica (I) Si considera un conduttore di sezione A che trasporta una corrente I. n, numero di portatori di carica q, carica di ciascun portatore vd, velocità media di deriva dei portatori di carica A, sezione trasversale attraversata dai portatori di carica La densità di corrente J è definita come: Quando in un conduttore è mantenuta una differenza di potenziale costante ΔV, si stabiliscono una densità di corrente J ed un campo elettrico E: Resistenza elettrica (II) σ è chiamata conduttività del conduttore, ed è una caratteristica propria di tutti i materiali che seguono la legge di Ohm. Ovvero: per molti materiali (inclusa la maggior parte dei metalli) il rapporto tra la densità di corrente ed il campo elettrico è una costante, che è indipendente dal campo elettrico che genera la corrente. Preso un filo lungo l e di sezione A: Resistenza elettrica (III) Nel SI è misurata in Ohm: La resistività è una caratteristica propria dei materiali, ed è definita come l’inverso della conducibilità. Forza elettromotrice (fem) R c I b d L’inserimento di una batteria nel circuito fa circolare corrente in un conduttore: l’energia chimica nella batteria è convertita in energia cinetica dei portatori di carica. ΔV + - a La ΔV di un dispositivo fornisce energia elettrica, e viene anche chiamata generatore di forza elettromotrice (si trascura la resistenza interna) Analisi di circuiti elementari Resistori in serie R1 a b R2 c R1 R2 ΔV = IR1 + IR2 = I(R1 + R2) I ΔV + Req = R1 + R2 - Resistori in parallelo R1 I1 a I = (I1 + I2) R1 b R2 I2 R2 I ΔV + - I = ΔV/R1 + ΔV/R2 = ΔV(1/R1 + 1/R2) = ΔV/Req 1/Req = 1/R1 + 1/R2 Circuiti equivalenti (esercizio) a b R1 R3 R2 R4 c Leggi di Kirchhoof • In un circuito la somma delle correnti che entrano in un nodo deve essere uguale alla somma delle correnti che escono dal nodo [conservazione della carica] • La somma lungo una maglia delle differenze di potenziale ai capi degli elementi che costituiscono la maglia è zero [conservazione dell’energia] Condensatori in serie C1 a b C2 c ΔV = ΔV1 + ΔV2 C1 ΔVi = Q/Ci C2 ΔV = ΔV1 + ΔV2 = Q/C1 + Q/C2 I ΔV + 1/Ceq = 1/C1 + 1/C2 - Condensatori in parallelo C1 a C1 b C2 C2 I ΔV + ΔV = ΔV1 = ΔV2 Q = Q1 + Q2 Q = Q1 + Q2 = ΔVC1 + ΔVC2 Ceq = C1 + C2 Q = ΔVi Ci Circuiti RC Il circuito RC - scarica - a b C c a b R C I c R Il circuito RC - carica - a b c C a b C R + R I ΔV - c ΔV + - L’elettromagnetismo Concetto base L'elettromagnetismo è la branca della fisica che studia i fenomeni di natura elettrica e magnetica e le loro correlazioni (come ad esempio i campi magnetici prodotti dalle correnti elettriche e le correnti elettriche prodotte dai campi magnetici variabili). Tra la forza elettrica e magnetica esiste una forte analogia, tuttavia, una grande differenza è che mentre esistono cariche elettriche positive o negative isolate, sia a livello microscopico che a livello macroscopico, non esistono monopoli magnetici separati (N o S) ma dipoli N S. Come conseguenza si ha che mentre si può avere un corpo elettrizzato con eccesso di carica + o -, non esiste un corpo che abbia un eccesso di magnetismo "nord" o "sud". Un campo elettrico può avere linee di forze aperte (ad esempio quando si ha una carica elettrica isolata) o chiuse (ad esempio quando si hanno 2 cariche opposte), invece le linee di forza del campo magnetico sono sempre chiuse (si dice che un campo con questa caratteristica è solenoidale). Campi elettrici e magnetici Il concetto alla base della teoria elettromagnetica è la simmetria dell'interazione Nel caso dell'interazione tra un magnete ed un filo percorso da corrente, il magnete agisce sulla corrente, e viceversa la corrente agisce sul magnete. In particolare se un filo avvolto a spirale, percorso da corrente, è immerso in un campo magnetico, comincia e continua a ruotare finché c'è un campo magnetico. Per la situazione simmetrica, se un filo a spirale, non percorso da alcuna corrente elettrica, viene immerso in un campo magnetico e lo si fa ruotare si genera una corrente elettrica. Questo fenomeno è importantissimo perché ci consente di trasformare l'energia meccanica in energia elettrica come per esempio negli alternatori o viceversa energia elettrica in energia meccanica nei motori elettrici. Flusso magnetico Il flusso magnetico è una grandezza scalare che misura la quantità di magnetismo attraverso una superficie tenendo conto dell'angolo d'incidenza delle linee di campo oltre che dell'induzione magnetica e dell'area della superficie stessa. Il flusso magnetico corrisponde generalmente all'integrale dell'induzione magnetica lungo una superficie Induzione magnetica Normale alla superficie Legge di Faraday quantifica il fenomeno dell'induzione elettromagnetica, ovvero l'effetto di produzione di corrente elettrica in un circuito posto in un campo magnetico variabile oppure un circuito in movimento in un campo magnetico costante La legge di Faraday afferma che la forza elettromotrice indotta in un circuito chiuso da un campo magnetico è proporzionale alla variazione del flusso magnetico di tale campo che attraversa l'area abbracciata dal circuito nell'unità di tempo. Dato che la corrente è proporzionale al campo elettrico E attraverso la conduttività elettrica: Strumentazione elettrica Principi di funzionamento • • • • • • • • Magnetoelettrico (correnti continue) Elettromagnetico (correnti continue ed alternate) Elettrodinamico (correnti continue ed alternate) Termico (correnti continue ed alternate) Elettrostatico (correnti continue ed alternate) Ad induzione (correnti alternate) Digitale (correnti continue ed alternate) Pinza amperometrica Magnetoelettrico Bobina di filo conduttore immersa in un campo magnetico prodotto da un magnete permanente. Quando una corrente scorre nella bobina, si genera su di essa, una coppia motrice direttamente proporzionale alla corrente elettrica medesima. Solidale all'equipaggio mobile (bobina) c'è una lancetta indicatrice con sotto una scala graduata. La corrente da misurare scorre nella bobina! Elettromagnetico Gli strumenti elettromagnetici sono basati sulle forze che si esercitano tra una bobina, attraversata da una corrente elettrica, ed un piccolo pezzo di ferro dolce sagomato. All'interno dello strumento esiste una bobina fissa, mentre l'equipaggio mobile è costituito da un piccolo pezzo di ferro magnetico rigidamente fissato all'asse di misura dello strumento. La coppia motrice dello strumento dipende dal prodotto tra la corrente elettrica che circola nella bobina, ed il campo magnetico generato dal ferromagnete. La coppia motrice risulta proporzionale al quadrato della corrente che circola nello strumento, motivo per cui la scala dello strumento è di tipo quadratico . La corrente da misurare scorre nella bobina! Voltmetro elettromagnetico Se lo strumento viene attraversato da una corrente alternata la coppia motrice varia con i quadrati dei valori istantanei, ma alle frequenze industriali (da 42 Hz a 60 Hz) il sistema mobile non è in grado di seguire le rapidissime variazioni della coppia Elettrodinamico Gli strumenti elettrodinamici si basano sul principio delle interazioni esistenti tra due circuiti percorsi da correnti elettriche. Questo tipo di strumento è costituito da due bobine: una fissa ed una mobile. La bobina fissa è un po' più grande rispetto alla bobina mobile in modo che la bobina mobile si possa muovere all'interno di quella fissa. Al centro, nello spazio tra le due bobine, è presente l'asse dell'equipaggio mobile sul quale si trova l'ago dello strumento. Al passaggio della corrente nelle due bobine fisse si genera una coppia motrice sulla bobina mobile (altrettanta coppia è generata sulla bobina fissa) che è pressoché proporzionale al prodotto delle due correnti elettriche. La corrente da misurare scorre nella bobina fissa! Wattmetro elettrodinamico Il principio di funzionamento rimane identico anche se le correnti circolanti sono correnti alternate (variabili nel tempo). Termico – dilatazione termica Negli strumenti a dilatazione termica un filo conduttore (resistore) si riscalda per effetto Joule per la corrente che lo percorre. Il calore generato nel resistore, proporzionale al quadrato della corrente che lo attraversa, va a riscaldare una spirale bimetallica. La spirale, essendo formata da due metalli aventi coefficiente di dilatazione termica diversi l'uno dall'altro, con l'aumentare della temperatura, per effetto del calore generato dal resistore, si deforma determinando la deviazione dell'indice dello strumento Amperometro termico Digitale Uno strumento di misura digitale è uno strumento di misura nel quale il valore misurato si presenta direttamente sottoforma di numero È importante specificare che ciò che caratterizza lo strumento in “digitale” è il formato del valore visualizzato o del segnale d'uscita, non la tecnologia usata per realizzare lo strumento! STRUMENTO DI MISURA convertitore A/D Visualizzazione digitale Convertitore analogico-digitale, è un circuito elettronico in grado di convertire un segnale Analogico (ad es. una tensione o una corrente) con andamento continuo in una serie di valori discreti. Il convertitore digitale-analogico compie l'operazione inversa. [prossima lezione] Parametri caratteristici (I) La portata è la massima grandezza che un determinato strumento può misurare correttamente. In caso di superamento di tale limite lo strumento si può guastare oppure restituire una misura errata. Per evitare una tale eventualità la scala dello strumento è di solito costruita in modo che il valore massimo misurabile sia leggermente minore rispetto al punto di massima elongazione dell'indice dello strumento. La classe è un valore numerico che indica il grado di precisione di uno strumento. A causa di caratteristiche costruttive (montaggio non perfettamente eseguito, taratura imperfetta, ecc.) o fisiche (conduttori non perfettamente cilindrici, materiali metallici impuri ecc.) uno strumento non fornisce mai il valore esatto di una grandezza, ma ne approssima il valore con una certa precisione. La differenza tra il valore esatto e il valore misurato dallo strumento si chiama errore strumentale. Il rapporto tra l'errore strumentale e il valore esatto, in percentuale, è detto classe di precisione dello strumento di misura. Parametri caratteristici (II) La risoluzione è la più piccola unità di grandezza che uno strumento può rilevare. Nel caso di strumenti per misure elettriche, il potere di risoluzione si ricava: Strumenti Analogici Strumenti Digitali La più piccola quantità misurabile è data dalla differenza di due tacche contigue. Per poter aumentare la risoluzione, alcuni strumenti (classe molto piccola - 0,1 o 0,2), hanno al posto della comune scala una scala di tipo speciale chiamata "scala ticonica". Questa scala permette, grazie a righe aggiuntive, di aumentare la risoluzione senza causare un eccessivo affollamento di tacche. Ovviamente il valore della risoluzione è legato al valore della classe, in quanto è impossibile ottenere un potere di risoluzione minore dell'errore percentuale commesso sulla misura La più piccola quantità misurabile è data dal valore fisico associato ad 1 bit. La risoluzione è quindi data dal bit meno significativo dello strumento. Ad esempio se un determinato strumento digitale sta segnando un valore di 225, la risoluzione risulta essere 1. Allo stesso modo, se lo strumento sta segnando un valore 225,0 la risoluzione è 0,1. Il valore della risoluzione è legato alla scala di calibrazione. L’amperometro strumento per la misura dell'intensità di corrente elettrica, che percorre una sezione di un conduttore L'amperometro ideale è un bipolo la cui resistenza è nulla e che misura la corrente che passa in un ramo di un circuito. Essendo a resistenza nulla la sua inserzione in serie a qualsiasi ramo del circuito non altera in alcun modo il funzionamento del circuito medesimo. L'introduzione dello strumento di misura ha inevitabilmente modificato, "disturbato", "perturbato", la corrente circolante nel circuito originario. Per questo motivo la resistenza interna dovrà essere molto minore di quella equivalente del circuito. Il voltmetro strumento per la misura della differenza di potenziale elettrico tra due punti di un circuito Il voltmetro ideale è un bipolo la cui resistenza è infinita, equivale quindi ad un circuito aperto. Essendo a resistenza infinita la sua inserzione tra due punti di un circuito non altera in alcun modo il funzionamento del circuito medesimo. L'introduzione dello strumento di misura ha inevitabilmente modificato, "disturbato", "perturbato", la tensione ai capi del circuito originario. Per questo motivo la resistenza interna dovrà essere molto maggiore di quella equivalente del circuito. Connessioni degli strumenti di misura Può la connessione degli strumenti di misura alterare le grandezze da misurare? ! rumore sulla quantità da misurare Partitore di tensione tipologia di circuito costituito da due o più componenti passive collegate in serie ai capi delle quali, se viene applicata una tensione, essa si ripartirà sulle stesse componenti in base al loro valore Partitore di corrente tipologia di circuito costituito da due o più componenti passive collegate in parallelo, nei rami si ripartirà la corrente in base al valore delle componenti sullo stesso ramo Il potensiometro Il potenziometro è un dispositivo elettrico equivalente ad un partitore di tensione resistivo variabile, utilizzati per misurare con precisione la tensione elettrica per confronto con una sorgente di riferimento Potenziometro rotativo