Imbattuto il team Marchesini alla soglia dei playoff… Un signore vissuto qualche anno fa, che di cognome faceva Manzoni e di nome Alessandro, professione scrittore, si è divertito a riempire parecchie pagine con pensieri come questo: “Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualcosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.” Più recentemente un signore che di cognome fa Rossi e di nome fa Vasco, professione cantante, ha fatto sapere a mezzo mondo come “ho guardato dentro un’emozione e ci ho visto dentro tanto amore, e ho capito perché non si comanda al cuore”. Il concetto è lo stesso, magari espresso in modo diverso e con diverso target di pubblico, ma il succo della questione è sempre lo stesso: quando la passione ti prende non ce n’è per nessuno… E la stessa passione dell’anno scorso, quella che ha portato i nostri ragazzi a vincere il titolo di campioni del torneo interaziendale di basket, ha riacceso lo stesso “furor” agonistico anche quest’anno: quindi nuovamente tutti in campo per la palla a due, dopo una giornata di lavoro tosto, a far circolare un po’ di adrenalina, a menare due sane botte in amicizia e a versare qualche litro di sudore aggiunto. Al cuore non si comanda quindi, ma con la palla a spicchi qualcosa si può fare. Così si alza la palla a due e con Ducati è già battaglia. Si vince di un soffio ai tiri liberi e, tanto per iniziare bene, Carletti, il nuovo centro della Marchesini, si fa espellere per aver battibeccato con un avversario. La palestra dove giochiamo in casa si chiama “Tempesta” ed è tutto un programma. Fanno il loro esordio altri due nuovi giocatori, Gianluca Cavalli e Davide Piazzi, mentre abbandonano Davide Alberghini e Alessandro Zani. Per il resto ci sono tutti, ancora più affiatati dell’anno scorso, infisicatissimi (va beh, si fa quel che si può!) e reduci da mesi di allenamenti. Si gioca con Unipol, con Hera, ma come sempre il clou si raggiunge al derby con MG2. Infuocato come non mai, il match quest’anno si gioca nella palestra di Pianoro, la nostra ex “casa”, dove succede di tutto e di più. Si infortuna il nostra play guardia Cibin, che finisce in panca con una gamba acciaccata, si alternano parziali da una parte e dall’altra, per la foga dopo un time out si gioca in 5 contro 6 (e la Marchesini si prende un fallo tecnico quando l’arbitro se ne accorge…si vede che la matematica non un’opinione), si finisce ai supplementari, il pubblico rimane in fibrillazione fino all’ultimo tiro libero, che gira e gira sul ferro del canestro. Alla fine riusciamo a scamparla e a proseguire la “regular season” imbattuti. Si incontrano i ragazzi dell’aeroporto giocando in 6, con grande prova del capitano Pedrini, costretto a scendere in campo al volo. Si recupera la partita con Tim, annullata per il forfait all’ultimo dell’arbitro. Arriviamo dunque a questi play off 2006, imbattuti e felici. Peccato solo per la mancanza di pubblico, dovuta anche allo spostamento della palestra da quel di Pianoro alla palestra della Croce del Biacco, ma soprattutto all’orario infame (le sette di sera) delle partite casalinghe. Nonostante tutto questi ragazzi il cuore lo scaldano davvero e, se possibile, sono ancora più bravi dell’anno scorso, anche grazie all’inserimento di Carletti, e all’ottimo campionato di Predieri, Arvieri e Cervellati. Adesso si attende la semifinale con Tim, mentre Ducati e MG2 si giocheranno a loro volta l’accesso alla finale. Pe concludere, alcune istantanee, quelle che ti rimangono impresse. La prima: una giocata da urlo di Fabrizio Grandi con un assit che tra te e te pensi “se questo avesse un pennello in mano dipingerebbe come Leonardo”. La seconda (prima parte): Cibbo che sfrombola per terra urlando per il male. La seconda (seconda parte): Cibbo mezz’ora dopo l’infortunio che zompetta come un matto a bordo campo, quando avrebbe dovuto stare represso e col ghiaccio sulla coscia. La terza: Andrea Cervellati che brontola (già vista?!). La quarta: la difesa dura, quando i nostri si impegnano. La quinta: Tatiana che raccoglie in un borsone tutte le divise, da portare a casa e da lavare (ma glielo facciamo un monumento a ‘sta santa?!). La sesta (l’ultima): ma che belli che siete quando fate “il grido di battaglia 1-2-3 Massimo”…. Ma per i playoff la imparate anche una danza maori?! (Barbara Bertolini)