Da LAROTALIANA.IT
Lunedì, 30 gennaio 2012
Venerdì, 27 Gennaio 2012 22:38
Lavis celebra la giornata della memoria
Scritto da Daniele Erler
lo spettacolo «L'amico ritrovato» all'Auditorium di Lavis
LAVIS – Il 27 gennaio di ogni anno, per volere di una legge del 20 luglio 2000, è stato scelto
come “Giorno della Memoria”, «in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo
ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti». Una giornata in cui
riflettere sui drammi del passato, «in modo da conservare nel futuro dell'Italia», prescrive la
stessa legge, «la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».
LE INIZIATIVE – Così anche a Lavis, come in tutto il Trentino, la giornata di venerdì 27
gennaio è stata caratterizzata da una serie di eventi, nel segno della memoria. Ma già nei
giorni precedenti alla ricorrenza (la data del 27 gennaio è stata scelta in ricordo
«dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz», nel 1945), nella borgata non erano mancate le
prime iniziative. È il caso del Treno della Memoria, organizzato grazie alla collaborazione
dell'associazione Terra del Fuoco e del Comune di Lavis, che ha portato proprio in questi
giorni una decina di ragazzi di Lavis e Zambana in Polonia, per visitare i luoghi dello
sterminio. Gli stessi ragazzi, come vi avevamo già raccontato sulle nostre pagine, avevano
ricercato anche i “luoghi della memoria” in paese, sul filo dei ricordi legati a Lavis durante la
Seconda Guerra Mondiale.
Buon successo ha avuto anche l'esposizione di libri «Pagine per non dimenticare», presso la
Biblioteca Comunale “Albino Casetti” di Lavis. Allestita dal 19 gennaio, comprende una
selezione di libri riguardanti la Shoah; circa 120 titoli, con autori come Hélène Berr, Anne
Frank, Primo Levi, Gorge Mosse, Helga Schneider ed Elie Wiesel. Una sezione apposita è stata
dedicata alle «letture per giovani e ragazzi», con testi ad esempio di Lia Levi, Uri Orlev ed
Annika Thor.
LA FIACCOLATA – Ormai un appuntamento tradizionale è anche quello della fiaccolata,
organizzata dal circolo culturale Lavistaperta. Partita da piazza Loreto, la processione ha poi
percorso le vie del centro, sino a piazza Grazioli. Una cinquantina di persone circa, e due
striscioni, uno con la scritta «Giornata della memoria», l'altro con la drammatica scritta
«Arbeit Macht Frei». Il messaggio, che accoglieva i prigionieri in molti campi di
concentramento nazisti, compreso quello di Auschwitz, è diventato, nella sua macabra
menzogna, uno dei simboli della crudeltà del disegno dell'Olocausto.
La marcia silenziosa, per le vie di Lavis, si è conclusa idealmente presso l'Auditorium, dove
era prevista la rappresentazione teatrale, organizzata dalla Biblioteca Comunale, de “L'amico
ritrovato”, dall'omonimo libro di Fred Uhlman.
L'AMICO RITROVATO – “L'amico ritrovato” è un piccolo libro; una «novella», secondo la
felice definizione di Arthur Koestler, pubblicata da Fred Uhlman nel 1971, negli Stati Uniti, e
tradotta in italiano per Feltrinelli. Traendo ispirazione dai ricordi della sua adolescenza,
Uhlman intreccia la Storia, quella cupa del Novecento, ai sentimenti naturali dell'amicizia, alla
vita di due “ragazzi qualunque”. È il racconto dell'ebreo tedesco Hans Schwarz, che negli anni
Trenta vive a Stoccarda, e del rapporto che lo lega a Könradin Von Hohenfels, proveniente
invece da una nobile famiglia tedesca. Ma non è solo questo, è la storia di un sentimento
intenso, vissuto fra le contraddizioni e le tinte fosche del dramma. «Entrò nella mia vita nel
febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di
novemila giorni tediosi e senza scopo, che l'assenza della speranza ha reso tutti ugualmente
vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito»: è con
queste parole che si apre il libro.
IL TEATRO – Tratta appunto dal libro di Uhlman, la rappresentazione che si è tenuta, a
partire dalla ore 20.30, presso l'Auditorium della Biblioteca Comunale, ha visto nel ruolo di
regista ed attore Massimo Lazzeri, con il contributo di Andrea Coppi alle luci. Attraverso la
voce e la gestualità del protagonista, lo spettatore è stato trasportato sul bilico fra il ricordo
personale dei personaggi, ed il dramma della realtà storica. Il merito di Lazzeri è stato quello
di riuscire a mantenere intatto quel fascino, proprio già del libro; grazie all'aiuto della colonna
sonora e di alcuni video, proiettati sul telone che separava il pubblico e l'attore, gli spettatori si
sono sentiti davvero coinvolti dalle vicende narrate, sino al drammatico finale. «Tutto quello
che so fare è tenere viva la memoria, basterà?»; questa la domanda che ha chiuso lo
spettacolo.
Tutti meritati gli applausi, che il pubblico – purtroppo non troppo folto – ha riservato al
bravissimo Lazzeri. Quest'ultimo si è quindi trattenuto con gli spettatori, per discutere del
senso dello spettacolo, concludendo così la serata.
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Daniele Erler
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