FORESTE E CAMBIAMENTI CLIMATICI SFA (GAB) – II anno – II semestre A.A. 2013-2014 CICLO DELL’ACQUA CICLO DELL’ACQUA 1 Pg = 1 Gt = 1015 g Atmosfera = 13 000 Pg Il serbatoio dell’atmosfera è ≈ 1% dei flussi di acqua tra superficie (terre+oceani) e atmosfera NON IMMAGAZZINA ACQUA Acqua nel suolo = 120 000 Pg Traspirazione = 10 000 Pg Evap. superficie = 61 000 Pg ETTOT = 496 000 Pg Evap. oceani = 425 000 Pg FLUSSI Precip. sulla superficie = 110 000 Pg Precip. Sugli oceani = 385 000 Pg PrecipitazioniTOT = 495 000 Pg CICLO DEL CARBONIO Emisfero Nord Emisfero Sud CICLO DEL CARBONIO ~ 800 CICLO DEL CARBONIO Atmosfera = 800 Pg Acque superficiali = 1000 Pg Acque profonde = 38 000 Pg Vegetazione = 650 Pg Decomposizione = 60 Pg Suolo = 1500 Pg (+ ≈1700 Pg permafrost) Produzione primaria netta (NPP) = 60 Pg Emissioni antropogeniche ≈ 8 Pg C Incendi ≈ 4 Pg C - Respirazione eterotrofi = 55 Pg + 5 Pg BILANCIO FLUSSI C Su scala globale la vegetazione ha un effetto sink (sottrazione di CO2) pari a 5 Pg C Le emissioni di C antropogeniche e naturali superano le capacità di assorbimento di ≈ 5 Pg (assorbimento annuale netto dell’atmosfera) Gli oceani hanno un effetto sink pari a 2 Pg C CICLO DEL CARBONIO FORESTE E CICLO DEL CARBONIO Effetto sink globale degli ecosistemi forestali: 1.21 Pg yr-1 ALTERAZIONE CICLO DEL CARBONIO È in gran parte dovuta alle attività antropiche • Ecosistemi forestali non compensano completamente per le emissioni antropiche Elemento sensibile del ciclo del carbonio: Foreste boreali (sink: > accrescimento; incendi boschivi?) Foreste temperate (sink: > accrescimento; ricolonizzazione forestale) Foreste tropicali (in equilibrio: zone sink compensano deforestazione; aridità? feedback deforestazione?) In che direzione stiamo andando? • Quali sono i tempi di risposta degli ecosistemi forestali ai cambiamenti climatici? Tempi di adattamento / acclimatazione? Suscettibilità ai disturbi? • Interazioni e meccanismi di retroazione (feedback) • … • … CICLO DELL’AZOTO La disponibilità di azoto (N) rappresenta un importante fattore limitante per la produttività di un ecosistema CICLO DELL’AZOTO La maggior parte di N è immagazzinata in atmosfera N2 è indisponibile alla maggior parte degli organismi Organismi azoto fissatori trasformano N2 in ammonio (NH4+) innescando il ciclo complessivo Ciclo di N è fortemente legato al turnover della sostanza organica negli ecosistemi forestali e marini Processi di nitrificazione e denitrificazione avvengono per la maggior parte negli oceani e negli ecosistemi tropicali-equatoriali Attività antropiche: • Utilizzo di specie in simbiosi con azotofissatori • Produzione e utilizzo di fertilizzanti • Emissione di composti azotati in atmosfera (N2O, NOx, NH3) CICLO DELL’AZOTO La fissazione di N di origine antropogenica negli ecosistemi terrestri è pari a quella di origine naturale ad opera dei microorganismi azoto-fissatori Può avere un forte impatto sulla biodiversità, in quanto può favorire specie “consumatrici di azoto” Utilizzo massiccio di fertilizzanti determina un accumulo di nitriti (NO2) e nitrati (NO3) (nocivi alla salute) nel terreno e nei bacini idrici CICLO DEL FOSFORO (P) CICLO DEL FOSFORO (P) Atmosfera è povera di P Ciclo di P non ha flussi mediati da organismi viventi P entra nel ciclo nella sua forma minerale P negli ecosistemi è reso disponibile dal turnover della sostanza organica Apporti naturali di P negli ecosistemi avvengono in tempi lunghi e determinati da processi di erosione P utilizzato nei fertilizzanti è ≈ 20% dei flussi naturali di P CICLO DEL FOSFORO (P) Nonostante il continuo aumento di fertilizzanti fosfati, la riduzione del contenuto di fosforo negli ecosistemi forestali è pari al doppio dell’apporto di P di origine antropica Le attività antropiche (uso del suolo + pascolo) favoriscono l’erosione dei suoli CICLO DELLO ZOLFO (S) Bassa concentrazione Grande importanza per la fisica dell’atmosfera Solfati (aerosols) Albedo (diretto +indiretto (nuvole)) Attività antropiche (emissioni + miniere: 100 Tg yr-1) aggiungono il 50% di S al naturale ciclo globale Come agenti condensanti riducono la capacità di ritenzione del vapore dell’atmosfera FORCING RADIATIVO: variazione sul bilancio radiativo terrestre (W·m-2) a livello della bassa troposfera causata da una perturbazione RISPOSTA AL FORCING Componente del sistema climatico (Temp. H2O) intermezzo (calore) Forzante climatico Il tempo di risposta è esponenziale: l’intensità di risposta si attenua in maniera costante fino al raggiungimento dell’equilibrio (es. ΔT si dimezza per ogni minuto trascorso) VELOCITÀ DI RISPOSTA AL FORCING RADIATIVO La velocità di risposta è tanto maggiore quanto più lo stato del sistema è distante dall’equilibrio - - intensità forcing velocità risposta + + Quando il forcing segue un andamento ciclico, anche la risposta è ciclica FORCING CICLICI L’intensità della risposta dipende dalla frequenza del forcing L’intensità della risposta è alta per cicli lenti (il sistema ha più tempo per reagire) + frequenza forcing intensità risposta + VELOCITÀ DI RISPOSTA E FORCING CICLICI Se il tempo di risposta è lento, il segnale di risposta al forcing è più debole e difficile da decifrare CRIOSFERA RIDUZIONE DEI GHIACCI POLARI Arctic sea I ghiacci dell’Artico sono più sensibili allo scioglimento: • > ghiaccio marino • Corrente del Golfo • Prossimità aree industrializzate < albedo Antarctic sea I ghiacci dell’Antartide: • > ghiaccio continentale • No correnti calde • Distanza da altri continenti PERMANENZA DI NEVE E GHIACCIO L’estensione della copertura nevosa è minore nella tarda stagione invernale (si scioglie prima) Laghi e fiumi ghiacciano più tardi, mentre il periodo di disgelo avviene prima GHIACCIAI ALPINI 1 km LAGO TSHO-ROLPA (NEPAL) Le acque di scioglimento dei ghiacciai a monte stanno alimentando il lago, contenuto da una diga naturale di origine morenica Forte rischio per i 18 villaggi a valle GEOSFERA GEOSFERA LITOSFERA Variazioni su scale temporali molto lunghe: Movimenti tettonici Movimenti del mantello Litogenesi PEDOSFERA (SUOLO) Sistema dinamico e complesso all’interfaccia tra: • Atmosfera • Idrosfera • Biosfera Variazioni su scale temporali mediobrevi: Temperatura Acqua Tipo di soprassuolo PEDOGENESI Insieme di processi fisici, chimici e biologici che portano alla formazione di un suolo a partire dal substrato pedogenetico (alterazione della roccia madre) • Disgregazione della roccia madre • Processi di erosione • Primi depositi di sostanza organica • Sviluppo del soprassuolo • Formazione humus • Evoluzione soprassuolo TEMPI LUNGHI TEMPI MEDIO-BREVI • Maturazione suolo anni-decenni-secoli? Dinamica dipendente da GPP e DECOMPOSIZIONE DECOMPOSIZIONE Insieme di processi fisici, chimici e biologici che ri-processano (riducono) la sostanza organica morta (piante, animali, materiale microbico,…) per via metabolica, rilasciando carbonio in atmosfera ed elementi inorganici (mineralizzazione; rilascio di nutrienti nel suolo) 3 PROCESSI • • LISCIVIAZIONE FRAMMENTAZIONE DELLA LETTIERA • ALTERAZIONE CHIMICA LISCIVIAZIONE • Discioglimento di SO solubile (nella lettiera fresca: zuccheri, amminoacidi) in acqua e percolazione verso gli strati più profondi del suolo • È maggiore in ambienti caldi e umidi (molte precipitazioni) • È scarsa in ambienti aridi FRAMMENTAZIONE DELLA LETTIERA • Attività di animali che sminuzzano la lettiera per cibarsi • Cicli di gelo/disgelo (importante per ecosistemi sub-polari, es. tundra) Aumenta l’esposizione di superfici labili all’attacco di batteri e funghi ALTERAZIONE CHIMICA FUNGHI • • • • Presenti soprattutto nella lettiera Ife esplorano il terreno Solo metabolismo aerobio Vantaggio competitivo a pH acidi (bassi) BATTERI • • • • • Presenti soprattutto nei macropori della rizosfera Solo immobili e si muovono passivamente (acqua o animali) Possono impoverire il suolo se la disponibilità idrica è scarsa Vantaggio competitivo a pH basici (alti) Lunghi periodi di quiescenza Batteri e funghi rappresentano il 70-80 % di C e N labili (facilmente degradabili) ANIMALI NEL TERRENO Animali acquatici: • Predazione batteri 80 g m-2 anno-1 di batteri 2-13 g m-2 anno-1 mineralizzazione azoto Digestione di lettiera fine+batteri: • facilita l’azione dei batteri Modificano le proprietà fisiche di suolo e lettiera: • creano canalizzazioni che migliorano l’aerazione migliorano il movimento dell’acqua • alterano gli orizzonti del suolo Turnover di C e N nel suolo (disponibile per l’assorbimento radicale delle piante) è direttamente proporzionale al tasso di predazione di batteri da parte degli animali. DECOMPOSIZIONE La massa di sostanza organica decomposta diminuisce con il tempo secondo una funzione esponenziale Lt ln kt L0 Lt L0 e kt Tasso di decomposizione k varia con le caratteristiche del substrato: • Decomposizione più rapida (k grande) dove la SO è facilmente degradabile (meno lignine, fenoli, ecc.) 1 t k Laccumulat a Ldepositat a k Il tempo di residenza della lettiera (t) La decomposizione dipende dall’attività dei microorganismi del suolo TEMPERATURA Il tasso metabolico dei MO è fortemente influenzato dalla temperatura Effetti: • Comunità di MO variano con T (acclimatazione) • Aumento T produce: aumento decomposizione in ambienti umidi (migliora aerazione suolo) riduzione decomposizione in ambienti aridi (immobilità batteri) UMIDITÀ DEL SUOLO ALTA: limitante quando non permette una sufficiente aerazione del suolo (torbiere) Feedback positivo con il riscaldamento globale e l’aumento di prolungati periodi di siccità BASSA: è meno limitante rispetto alle piante PRODUZIONE E ACCUMULO DI LETTIERA Gradiente latitudinale di tasso di decomposizione della lettiera (k) • Dipende da temperatura e precipitazioni • Dal tipo di soprassuolo (o viceversa?): Alti valori di k sono strettamente legati alla buona qualità della lettiera (comosti organici labili: basso rapporto lignina:N) Alcune considerazioni… Su scala globale, il bilancio di C nelle foreste è al limite delle capacità di assorbimento netto (sink) Tempo di risposta e acclimatazione delle comunità di MO nel suolo è più veloce delle comunità vegetali Importante stimare e monitorare i serbatoi di C nel suolo Effetti dei cambiamenti climatici sul ciclo del C? • Degradatzione suoli? • Successioni? • Capacità e velocità di acclimatazione/adattamento delle diverse specie? • Biodiversità? PERMAFROST Suolo perennemente congelato • Prevalente nelle regioni artiche • Presente ad alte altitudini (nelle Alpi oltre 2600 m s.l.m. esposizioni N) Ricco di sostanza organica: • 500-1700 Pg (1015 g) di C [C in atmosfera è 760 Pg] • ≈ riserve di C stoccate nel suolo su scala globale [1500 Pg] SISTEMA VULNERABILE: • Perdita 1% permafrost ≈ 0.5-2*emissioni antropiche annue (≈8Pg/anno) • Decomposizione suolo ha tempi di risposta rapidi • Alto rischio innesco feedback positivo sul riscaldamento globale • Sotto al permafrost: estesi giacimenti di CH4 BIOSFERA BIOSFERA Insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita. Comprende: • Parte superiore geosfera (suolo) • Idrosfera • Primi strati atmosfera (bassa troposfera) Presenza di organismi viventi Autotrofi Piante Alghe Batteri Eterotrofi: Animali Batteri Funghi Produttori di SO negli ecosistemi Fotosintesi Consumatori di SO Respirazione aerobia Altro: chemioautotrofia Altro: fermentazioni Ecosistemi forestali: 30% terre emerse; 80% C epigeo a scala globale (≈ 0.8*650 ≈ 520 Pg) !!!TANTO CARBONIO!!! “COMPRENDERE” L’EFFETTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SULLE DINAMICHE FORESTALI FOTOSINTESI Processo fotochimico che porta alla trasformazione di acqua e anidride carbonica in zuccheri (glucosio), più ossigeno (scarto) + 6 H2O + 6 CO2 = C6H12O6 + 6 O2 Assorbimento radicale e trasporto fino alle foglie • Tensione coesione VPD atmosfera Stato idrico del suolo Efficienza sistema di trasporto xilematico = Stato idrico della pianta Diffusione all’interno del mesofillo e fissazione enzimatica • Dimensione e densità stomi • Apertura stomatica • Attività Rubisco Limitazioni: • ridotto gradiente di potenziale idrico (ΔΨ) tra foglie e radici Limitazioni: • bassa concentrazione di CO2 • alta e bassa tempertura IMPORTANZA DELL’ACQUA Il trasporto dell’acqua è un processo molto costoso 1% FOTOSINTESI • Precursore fondamentale (donatore di elettroni) 99 % EVAPOTRASPIRAZIONE • Fondamentale per la termoregolazione (calore latente di evaporazione) Limitazioni al processo di trasporto idrico sono molto dannose per le piante perché impediscono: • L’attività fotosintetica IL TRASPORTO IDRICO DEVE Blocco produzione nuova SO • La termoregolazione dei tessuti Degenerazione dei tessuti ESSERE MANTENUTO EFFICIENTE A TUTTI I COSTI TRASPORTO IDRICO Flusso idrico può essere analizzato come un circuito elettrico Legge di Darcy CONDUCIBILITÀ IDRAULICA (CONDUTTANZA) F = K·(ΨATM - ΨSUOLO) R = 1/K RESISTENZA IDRAULICA Atmosfera: ΨATM ≈ -100 MPa RFOGLIE F= + RFUSTO F RRADICI Suolo: ΨSUOLO ≈ -0.1 MPa ΨATM - ΨSUOLO R RADICI + RFUSTO + RFOGLIE ΨFOGLIARE si misura con la camera a pressione (≈ -1 MPa) ET F ΨATM - ΨFOGLIARE RFOGLIA >90 % RTOT della pianta VAPORE ΨFOGLIARE = -2 MPa ACQUA LIQUIDA Xilema (fusto e radici): • 99.9% lunghezza del percorso idrico • ΔΨ molto piccolo • Trasporto apoplastico: • Tensione-coesione ΨFOGLIARE ΨSUOLO F R XILEMA RROOTLETS Peli radicali: • Bande di Caspary (F per via simplastica) Trasporto H2O mediato dalla membrana cellulare Alta resistenza idraulica ΨSUOLO = -0.1 MPa F K ΔΨ L ΔΨ d F 1 256 R ΔΨ R 128 η L π d4 DARCY HAGENPOISEUILLE F = F • In prossimità delle foglie la tensione è elevata (Ψ molto negativo): Vasi/tracheidi piccoli per evitare cavitazione • La pianta sfrutta/gestisce il gradiente di Ψ lungo fusto e radici per ingrandire gli elementi verso la base → WIDENING • La capacità di formare cellule grandi dipende da: Genetica Disponibilità idrica Temperatura WIDENING Aumento grado di widening Per effetto del widening la resistenza idraulica (RTOT) rimane costante anche se H aumenta F ≈ cost durante l’ontogenesi CRESCITA IN ALTEZZA TAPERING GENETICA ACQUA CELLULE GRANDI ALLA BASE CELLULE PIÙ PICCOLE TEMPERATURA L’accrescimento longitudinale è un parametro diagnostico per lo stato di salute della piante e della risposta alla variazione dei fattori ambientali