La creativa questione

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Corriere del Mezzogiorno Martedì 1 Aprile 2008
NA
Cultura
Belle arti nuova mediateca
Una biblioteca-mediateca interamente dedicata al cinema e agli audiovisivi. Sarà inaugurata a novembre all’Accademia di Belle Arti diretta
da Giovanna Cassese, conterrà oltre 3.000 tra libri, riviste, dvd e vhs di
argomento cinematografico, con molti pezzi rari e antichi. Il fondo è una
donazione dell’associazione italiana per le ricerche di storia del cinema.
L’annuncio ieri alla decima edizione di «Cinema e storia» a cura di Vincenzo Esposito, Mario Franco e Pasquale Iaccio, che si è conclusa al
Goethe con il film «Fata Morgana» di Werner Herzog (nella foto).
Spettacoli&Tempo libero
Revisioni Uno storico americano ribalta il tradizionale punto di vista negativo legato all’opposizione Nord-Sud
La creativa Questione
sellini ha un’incidenza appena
inferiore, da Paisà a Stromboli
a Viaggio in Italia. In questi ultimi due film vediamo ancora il
Sud come spazio geografico potente ed evocativo, mentre in
Paisà non osserviamo solo le indimenticabili immagini della Sicilia e poi di Napoli nei primi due episodi. Paisà infatti, pellicola nella quale l’esercito americano si muove dalla Sicilia alla valle del Po, evidenzia anche un’altra modalità in cui la Questione meridionale è presente nella cultura italiana, ovvero quella che potremmo chiamare «penisola immaginaria», uno
spazio che in numerosi film e testi letterari viene
attraversato da Sud a Nord (Paisà, appunto) o da
Nord a Sud (Il ladro di bambini di Gianni Amelio,
Conversazione in Sicilia di Vittorini etc).
Considerare sia Visconti che Rossellini sotto
questa luce ci aiuta non solo a sottolineare quel
cruciale ruolo produttivo della Questione meridionale nel cinema italiano in generale ma, nello specifico, il suo ruolo chiave nella storia del neorealismo, ovvero il più grande contributo dell’Italia al
cinema mondiale. Oltre il neorealismo c’è poi un
regista, Pietro Germi, la cui opera ha avuto una forte risonanza internazionale e nei cui film il luogo
Sicilia assume un ruolo cruciale. E per concludere
questa breve e incompleta rivisitazione del campo
cinematografico, è importante citare anche il ruolo che ha avuto il Sud in film importanti realizzati
da registi settentrionali la cui opera non era, a differenza di Visconti, Rossellini e Germi, solitamente ambientata al Sud. Penso al capolavoro di Michelangelo Antonioni, L’avventura.
Le mie brevi riflessioni si sono qui focalizzate
sulla cultura «italiana» ma, come nel caso del neorealismo, basta estendere il nostro sguardo interpretativo e geografico per osservare l’importante
ruolo di arricchimento che la Questione meridionale ha svolto nella letteratura e nel cinema monrapporto Nord-Sud nel cinema sia di prendere in Nella foto
diale nonché in altri campi come la musica e la
considerazione una diversa forma di incontro cul- piccola,
filosofia (penso alla risonanza internazionale del
turale fra Nord e Sud. Se nel campo letterario pos- Giovanni
pensiero di Benedetto Croce o all’influenza enorsiamo facilmente riconoscere l’importanza degli Verga;
me dell’opera di Antonio Gramsci sia nei paesi anautori meridionali, nella storia del cinema vedia- nella foto
glosassoni sia in Asia durante gli ultimi tre decenmo, contemporaneamente all’importante contri- grande,
ni).
buto dei registi meridionali (De Sica e Amelio, per una scena
Tale funzione creativa e dunque positiva, sia da
esempio), il ruolo eccezionale che il Sud ha svolto del
una prospettiva nazionale che internazionale, menella produzione di registi non meridionali. La «Gattopar- rita, credo, di essere riconosciuta, valorizzata e fatQuestione meridionale era uno dei temi preferiti do»,
ta oggetto di indagini e discussioni ulteriori. Alla
di Luchino Visconti, milanese, già dalle sue prime capolavoro luce degli ultimi due decenni di separatismi e
idee cinematografiche basate sui testi di Verga nei di Luchino spinte leghiste e dell’attuale emergenza rifiuti,
primi anni Quaranta fino ad arrivare a La terra tre- Visconti
che ha provocato emozioni e ancor più forti attegma, Rocco e i suoi fratelli e Il gattopardo. Questa con
giamenti di rigetto, denigrazione e auto-denigra«trilogia meridionale», infatti, rappresenta molto Claudia
zione del Sud nella comunità nazionale, il riconoprobabilmente la vetta della sua produzione arti- Cardinale
scimento e l’indagine del ruolo produttivo e creatistica, e ci aiuta a vedere, sebbene in maniera preli- e Alain
vo del Sud nella cultura italiana moderna sarà forminare, come la Questione meridionale, nei suoi Delon
se un atto, o meglio un progetto, di revisione culfilm, figuri non solo come spazio fisico (La terra
turale e scientifica che porta con sé le ragioni di
trema, Il gattopardo) ma anche come migrazione,
un impegno civile.
incontro e conflitto quando l’ambientazione si
* del Barnard College
sposta nel Nord (Rocco e i suoi fratelli).
Columbia University, New York
La presenza del Sud nel cinema di Roberto Ros(Traduzione di Marco Ottaiano)
Dalla letteratura al cinema, il problema del Mezzogiorno
permea la cultura italiana e l’ha resa originale nel mondo
di NELSON MOE *
Da quando ho pubblicato Un paradiso abitato
da diavoli (2002) ho cercato di approfondire, nei
miei scritti e nei miei corsi alla Columbia University, un aspetto della Questione meridionale che era
solo parzialmente sviluppato nel libro ma che credo meriti maggiore attenzione. Si tratta del ruolo
produttivo e creativo che la Questione meridionale assume nella cultura italiana moderna. Fin dalla
sua nascita intorno al 1870, nelle Lettere meridionali di Pasquale Villari, la Questione meridionale
ha avuto una connotazione negativa. Sia nei testi
che se ne sono occupati (quanti? centinaia di migliaia se non milioni contando anche gli articoli
dei giornali), sia nella ricezione del pubblico all’estero, la Questione ha costituito una sorta di etichetta che è servita a indicare e rappresentare i
problemi e i mali del Sud — così come il delicato
tema del rapporto fra Nord e Sud — dalla nascita
dello Stato nel 1860 fino ai giorni nostri.
L’espressione «Questione meridionale» ha invece un doppio significato, in quanto serve a indicare non solo il Sud come problema, ma più generalmente il rapporto Nord-Sud nel contesto dell’Italia unita (quasi sempre, ovviamente, sotto la dicitura di «problema»). Considerare la Questione
con questo secondo e più neutro significato può
aiutarci a spostare la nostra attenzione dall’immagine, familiare e largamente diffusa, del Sud come
problema, o meglio come il Problema dell’Italia
unita, all’aspetto creativo del rapporto Nord-Sud
nella cultura italiana moderna.
Qui vorrei proporre un diverso punto di vista
sulla Questione meridionale, e suggerire come,
dal periodo successivo all’unificazione, parte integrante di essa sia stato l'insieme di interazioni, incontri, viaggi, migrazioni, conflitti, trasferimenti,
differenze, scambi, movimenti (sia di persone sia
di idee) che ha caratterizzato il rapporto fra Nord
e Sud e fra settentrionali e meridionali. Visto da
questa prospettiva, credo sia possibile, anzi necessario affermare che la cultura italiana moderna
debba molta della sua forza e ricchezza alla Questione meridionale. Sostengo infatti che il ruolo
produttivo e creativo della Questione meridionale
nella cultura italiana moderna sia uno degli elementi che più la contraddistinguono nel panorama europeo e mondiale. Qui vorrei concentrarmi
su alcuni esempi significativi presi a prestito soprattutto dall’ambito letterario e cinematografico
e che tratteggiano, in maniera preliminare e parziale, una sorta di tipologia per questo rapporto
creativo Nord-Sud.
L’opera di Giovanni Verga è il primo e più lam-
L’incontro
Il Collegio Nuovo
di Pavia propone
oggi un incontro
su «L’immagine
del Mezzogiorno
tra stereotipi,
letteratura e
storia» con
Vincenzo
Consolo, Carla
Riccardi e
Nelson Moe.
pante esempio della maniera in cui una certa spola fra Nord e Sud, fra la Sicilia e Milano, abbia portato alla produzione di una forma narrativa completamente nuova, importante non solo in se stessa, ma anche per il ruolo stimolante che ha svolto
nella cultura e nella letteratura italiana, da Mascagni a Visconti a Vincenzo Consolo (autore, quest’ultimo, che rappresenta un fondamentale esempio contemporaneo per comprendere cosa si intenda per spola fra Milano e la Sicilia). Questa spola però è di certo solo un aspetto del ruolo produttivo del rapporto Nord-Sud nella letteratura italiana e, giusto per citare alcuni fra i nomi più importanti, possiamo ricordare Pirandello, Tomasi di
Lampedusa, Sciascia, così come diversi autori contemporanei (siciliani, napoletani e di altre regioni) per apprezzare l’enorme importanza che gli
scrittori meridionali (in certi casi scrivendo nel loro Sud natale, ma spesso trovandosi a scrivere lontano dal Sud e pubblicando i loro lavori al Nord)
hanno avuto nella moderna letteratura italiana.
Il nome di Luchino Visconti ci permette di spostare la nostra attenzione sia al ruolo creativo del
Di Maio: «Ha aspirazioni cittadine, neanche più regionali». Colonnese: «Buone le vendite, manca però la condivisione»
Una «piccola» Galassia chiude progettando il ventennale
I dati ufficiali forniti dagli organizzatori
sono ritualmente incoraggianti — un incremento del 20% delle sigle editoriali —,
forse un po’ troppo incoraggianti per la diciannovesima Galassia Gutenberg che si è
conclusa ieri con circa 30 mila visitatori in
quattro giorni. Dato uguale a quello registrato lo scorso anno. Certo, nessun passo
indietro, dunque, ma nemmeno uno in
avanti.
«Non era facile pensare un evento culturale nel mezzo di una crisi così drammatica per la città come quella dei rifiuti
— spiega Maria Liguori, organizzatrice della manifestazione fin dalla prima edizione
—. Abbiamo lavorato con risorse limitate
e soprattutto in un clima di sconforto e invece la città ha risposto in maniera straordinaria con un pubblico interessato, segno che la scelta dei temi non solo era indovinata ma si è prestata anche ad una riflessione più ampia di ciò che sta avvenendo». Secondo alcuni, però, tutto ciò po-
trebbe non bastare per quello che un tempo aspirava ad essere il Salone del libro
del Mezzogiorno.
«Non solo il pubblico non è cresciuto
— dice Raimondo Di Maio di Dante & Descartes — ma si è anche definitivamente
Visitatori a Galassia Gutenberg (foto Rispoli)
connotato come pubblico cittadino. Un
tempo la kermesse mirava ad attrarre addirittura i visitatori del Nord, oggi non riesce a convogliare quelli della regione. E
questo è un danno anche per quell’auspicabile rapporto tra addetti ai lavori che oggi langue anche tra operatori delle diverse
province campane». Suggerimenti per il
ventennale? «Programmazione immediata, rete con altri luoghi strategici della città (Madre e Pan) e un efficace sistema di
comunicazione con l’esterno».
Eddy Colonnese, invece, registra vendite in aumento (tranne in una ficchissima
domenica) e propone «una Galassia che
duri tutto l’anno e inizi già da domani a
lavorare al ventennale. Con un obiettivo:
diventare il salone euromediterraneo,
identità naturale per la fiera, a partire dalla meravigliosa sede alla Stazione Marittima. Perché ciò avvenga, però, è necessaria
una maggiore condivisione dei progetti.
Le idee vengono in gruppo e solo così che
si può progredire. Penso alle navi che potrebbero essere coinvolte maggiormente:
scrittori che viaggiano con i lettori e poi
approdano a Galassia».
E alle navi è stata dedicata la seconda
edizione del bookcruising (realizzato con
la Msc Crociere) che ha portato in dono altri 500 volumi alla biblioteca del viaggiatore. I libri, etichettati e monitorati via internet, sono stati «liberati» a bordo della nave Sinfonia, diretti nelle capitali del Mediterraneo. Intanto la Stazione marittima
dal prossimo anno avrà anche un suo centro commerciale. «Galassia ha trovato la
sua casa al Terminal-Napoli. Un luogo funzionale e suggestivo per l’atmosfera del
porto e i suoi rimandi ai viaggi e al mare»
dicono gli organizzatori già al lavoro per il
2009: «Sarà una edizione importante, che
coinvolgerà tutti quelli che negli anni sono stati protagonisti, per dare vita ad una
grande festa del libro del Sud».
Natascia Festa
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