Riportiamo alla luce un DG7-32
Introduzione
Molti lustri fa, ancora studente, scovai un tubo a raggi catodici DG7/32-01 da 3 pollici della
Philips ad un prezzo abbordabile per le mie scarsissime finanze: con due ECC83 divenne il mio
primo oscilloscopio, monotraccia e con un solo MHz di banda passante. Anni dopo, quando potei
permettermi un oscilloscopio vero, smontai il tutto e imballai tubo e valvole per usi futuri.
Passarono molti anni. Recentemente ho ritrovato il tubo in cantina e mi è venuta voglia di vedere
se ancora fosse efficiente: con mia grande soddisfazione ci sono riuscito. Questo tutorial
descrive come ho fatto.
Premessa importante
Il circuito usa tensioni elevate (500 e 350 Volt) e quindi potenzialmente letali. Per la realizzazione
occorrono particolari cautele e soprattutto molta prudenza. In particolare la presenza di
condensatori elettrolitici fa sì che siano presenti tensioni elevate anche ad alimentazione spenta.
Ogni operazione sul circuito attivo va fatta “con una mano sola tenendo l’altra rigorosamente in
tasca”; se servono due mani occorre prima verificare che l'alimentazione sia disconnessa, poi
scaricare i condensatori, infine verificare col tester che tutti i condensatori siano effettivamente
scarichi e solo allora intervenire. Infine occorre ricordare che, essendo presente un trasformatore
di alimentazione, se tocchiamo un punto sotto tensione il salvavita dell’impianto di casa non
interviene. Il progetto è ad uso esclusivamente dimostrativo: se si desidera utilizzarlo in modo
stabile occorre chiuderlo in un adeguato contenitore che garantisca la sicurezza di chi lo usa. Lo
ripeto: occorre una buona esperienza di realizzazioni con circuiti ad alta tensione: la realizzazione
è a vostro rischio e pericolo, io declino qualunque responsabilità.
Una brevissima descrizione del tubo a raggi catodici
Un tubo a raggi catodici (CRT) è un dispositivo che “spara” un fascio di elettroni focalizzandolo su
uno schermo: il punto colpito dal fascio si illumina per fluorescenza. Deflettendo il fascio di
elettroni con un campo elettrico, o magnetico, è possibile spostare il punto illuminato in una
qualunque posizione dello schermo. E’ a pieno titolo una valvola termoionica con un filamento, un
catodo, varie griglie ed un anodo; in aggiunta sono presenti due coppie di placche che deflettono il
fascio di elettroni con un campo elettrostatico. Per visualizzare e muovere il nostro puntino
luminoso è necessario un circuito di polarizzazione per le griglie e un circuito di deflessione per le
placche. Fino a pochi anni fa è stato l'unico schermo degli oscilloscopi e dei televisori ma oggi
la tecnologia avanza sempre più.
La polarizzazione del tubo
Il tubo DG7/32-01 è un tubo CRT con schermo di 3 pollici, con fosfori verdi a media persistenza e
alimentazione a bassa tensione, sono sufficienti "solo" 500 Volt per farlo funzionare. Tale valore,
basso se paragonato ad altri tubi simili che richiedono oltre 1000 Volt per accelerare il fascio, ne
facilita molto l'impiego in applicazioni amatoriali. I dati tecnici sono nel link alla fine dell'articolo.
Esiste anche il DG7/32 con una minore sensibilità verticale e il DG7/31 e il DG7/31-01, che
differiscono dall'altro per avere la deviazione orizzontale asimmetrica: la placca D2' (pin 10) va
connessa all'anodo.
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le connessioni del DG7/32-01
Per generare, accelerare e focalizzare il fascio occorre:
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che il filamento sia riscaldato affinchè il catodo possa emettere elettroni
che la griglia 1 sia a potenziale negativo rispetto al catodo per modulare l’intensità del
fascio
che la griglia 3 sia a potenziale positivo rispetto al catodo per focalizzare il fascio sullo
schermo
che la griglia 2-4 sia a potenziale fortemente positivo rispetto al catodo per accelerare il
fascio (per semplicità tralasciamo l’astigmatismo del fascio che non rende il punto luminoso
il piu' piccolo possibile e perfettamente circolare)
che le placche siano allo stesso potenziale della griglia 2-4
utilizziamo le seguenti tensioni ricavate dal data sheet
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filamento
catodo
griglia 1
griglia 3
griglia 2-4
placche
luminoso)
6,3 Vac – 300 mA
a massa
da – 80 Volt a 0
controlla la luminosità del punto luminoso
da + 100 Volt a 0 controlla la messa a fuoco del punto luminoso
+ 500 Volt
(la griglia 4 è l’anodo)
+ 500 Volt
(la tensione puo' variare di poco per centrare il punto
La polarizzazione dei tubi CRT degli oscilloscopi prevede l’anodo a massa (o al potenziale della
tensione anodica dell'amplificatore che pilota le placche di deflessione) ed il catodo e la griglia 1 ad
un potenziale fortemente negativo: anche qualche kiloVolt. Tale configurazione consente circuiti
piu’ semplici per l’accoppiamento ai circuiti di deflessione, ma è indispensabile connettere catodo
e filamento del tubo (di solito la massima tensione fra catodo e filamento è di circa 100 V) ed
usare un trasformatore con l'isolamento del secondario dei filamenti ben diverso da quello
standard. Con una tensione di funzionamento di circa 500 Volt possiamo usare la nostra
configurazione senza problemi.
Considerando le inevitabili tolleranze ed asimmetrie è anche necessario “centrare” il punto
luminoso sullo schermo: a questo provvedono i due trimmer della rete di polarizzazione delle
placche.
La deflessione del fascio e l'amplificatore con uscite in
opposizione di fase
Dal data sheet ricaviamo la sensibilità delle placche di deflessione, cioè quanti Volt sono necessari a
deflettere il fascio di 1 mm.
N1 = 0,43 - 0,53 mm/V (sensibilità verticale)
N2 = 0,24 - 0,30 mm/V (sensibilità orizzontale)
@ g2-g4=500V
(valori per 500 Volt di tensione anodica rispetto al catodo)
Tali dati sono molto indicativi, già il data sheet fornisce tolleranze del 25%: come sempre nulla è
meglio dell'esperienza diretta per trovare i valori reali. In ogni caso sono necessarie svariate decine
di Volt pp per deflettere il fascio quindi useremo un doppio triodo ad alto guadagno ECC83 per
ogni coppia di pacche di deflessione; si sarebbe potuto usare dei transistor ad alta tensione, ma io
sono diffidente: in caso di rottura mi ritrovo 300 Volt dovunque e poi le valvole mi piacciono di
piu'.
Il circuito deflettore che ho usato si chiama “Long Tail Pair”. Era usato come driver dei finali
audio in push-pull nei mitici Fender e Marshall (i meno giovani sanno cosa sono) e si adatta
egregiamente ai nostri scopi. Quando arrivarono i transistor tale configurazione divenne la "madre"
di tutti gli amplificatori differenziali integrati. E' un amplificatore differenziale con uno dei due
ingressi collegato a massa e due uscite in opposizione di fase. Occorrono due amplificatori uguali,
uno per ciascuna coppia di placche di deflessione, alimentati a circa 340 volt.
Il circuito non è affatto simmetrico come sembra. Il primo triodo lavora con catodo comune,
ingresso in griglia ed uscita principale in anodo e secondaria in catodo, il secondo triodo lavora con
griglia comune, ingresso in catodo e uscita in anodo. I catodi dovrebbero essere alimentati da un
generatore di corrente costante, che nel nostro caso viene sostituito da una banale resistenza, quindi
tutto è tranne che costante. Di qui la necessità del bilanciamento dei guadagni diversificando le
resistenze di anodo.
In rete c'è tutta la letteratura che si desidera sull'argomento. Chi fosse interessato ad una
descrizione breve ma completa segua i link in fondo all'articolo. La caratteristica importante è che
le due uscite sono in opposizione di fase, così la deviazione è simmetrica fra le placche e
l'immagine luminosa sullo schermo rispecchia fedelmente il segnale di ingresso; inoltre
il potenziale a riposo sugli anodi delle ECC83 è di circa 250 Volt, così è agevole accoppiarle alle
placche di deflessione che sono ad un potenziale di circa 500 Volt. L'accoppiamento è realizzato
tramite condensatori con 1500 Volt di tensione di esercizio.
La configurazione "Long Tail Pair" è composta dall’amplificatore a doppia uscita e dallo
pseudo generatore di corrente di catodo (che come detto dovrebbe essere a corrente costante, ma fa
lo stesso).
Abbiamo 340 Volt disponibili e ne dedichiamo un quarto al generatore di corrente, diciamo 80
Volt, restano quindi 260 Volt per l’amplificatore. Guardando fra i punti di lavoro consigliati nel
data sheet ECC83 MAZDA per V= 250 di anodica, scegliamo Ra= 220 K e Rk = 4K7 che danno,
secondo il data sheet, 0.38 mA di corrente anodica e un guadagno in tensione di 62.
Tracciamo la retta di carico per Vb= 260 Volt e NON per Vb=340 Volt, dobbiamo togliere la
tensione di 80 Volt all'uscita dello pseudo generatore di corrente.
Io ho sempre molti dubbi quando vedo più di un decimale dopo la virgola: è assolutamente inutile
fare i conti con una precisione dell’ 1% quando le tolleranze dei componenti sono del 10-20%,
quindi considero tutti i valori con una approssimazione di +/- 5%.
La corrente anodica di 0,4 mA con una Rk di 4.7K fornisce una tensione di griglia Vg = -1,8 Volt:
l'incrocio fra la retta di carico e la curva "stimata" della tensione di griglia Vg=-1,75 V è coerente
con questi dati. La Va del punto di lavoro è di 165 Volt.
Noi però abbiamo DUE triodi che condividono la stessa Rk, quindi su essa scorrono le
due correnti anodiche di circa 0.4 mA ciascuna, pertanto la Rk dovrà essere 4700 / 2 = 2350 ohm,
utilizzeremo quindi una resistenza da 2200 ohm (ecco perchè non serve usare troppi decimali dopo
la virgola).
Calcoliamo ora la resistenza per creare il generatore di corrente: anche su essa scorre la corrente di
entrambi i triodi.
Rt= Vt / (Ia1 + Ia2) = 80 V / (0.4 +0.4) mA = 100 K
Dobbiamo infine bilanciare gli stadi come detto sopra ( la formula l’ho trovata in rete)
Ra2 /Ra1 = 1 + ( (Ra1+ra1) / (Rkt * (mu+1)) ) =
= 1+( 220*10 ^3+62*10 ^3) / (2.2 *10 ^3 + 100*10^3) * (100 +1) ) ~ 1.027
Con Ra = resistenza anodica, ra = resistenza interna del tubo ~ 62K@250V, Rkt somma delle due
resistenze di catodo (Rk + Rtail) e mu ~100
La formula da uno sbilanciamento del 3%, sostanzialmente trascurabile, ma i testi consigliano di
prendere Ra2 = Ra1 + 10% quindi Ra1 =220 K e Ra2= 250 K (possiamo usare una resistenza da
240 K al 5% o due resistenze da 220 K e 27 K). Non ho usato il valore standard di 270 K perchè è
quasi il 25% in più e la correzione sarebbe eccessiva.
Vediamo cosa offre il nostro amplificatore sulla carta. La griglia passando da -0.5 Volt a -3
Volt dovrebbe causare una escursione sulla placca da 80 a 230 V con un guadagno di circa
50. Pero' la resistenza di catodo non è bypassata e quindi uso una formula trovata in rete:
A= (mu * Ra) / ( (Ra + Rp + ((mu+1) * Rk) ) =
= (100 * 220*10^3) / ( ( 220*10^3 + 180*10^3 + ((100+1) * 4700) ) ~ 25
mu = 100
Ra resistenza di anodo = 220K
Rk resistenza di catodo = 4K7
Rp parallelo fra Ra e il carico di uscita ~ 1 M = 180K
Essendo le uscite dei due triodi in controfase dovremmo avere una differenza di
potenziale di circa 65 Volt sulle placche di deflessione con 2,5 volt pp all'ingresso, circa 0.9 Volt
efficaci. Dovrebbero bastare a spostare il punto luminoso.
Andando a misurare i valori sul prototipo ho verificato una tensione di griglia di -1,7 Volt, una
Vak di 170 Volt ed una corrente per ciascun triodo di circa 0,4 mA; per 2,8 Vpp di ingresso alle
placche arrivano 80 Vpp, quindi un guadagno di 28; la lunghezza della linea sullo schermo è di
52mm. Ci siamo con la teoria a meno del solito 10%.
Infine con i valori dei condensatori usati, e visto il cablaggio volante, la banda passante a +/- 3 dB
dovrebbe andare da 100 Hz a circa 100 KHz, forse anche meno, ma non stiamo mica costruendo un
Tektronix!
L’alimentatore
Il primario deve essere protetto da un fusibile da 250 mA, non si sa mai.
Avevo in casa un trasformatore con un secondario da 130 V 0,1 mA + 6,3 V 1 A: usando anche un
duplicatore ed un triplicatore di tensione ricaviamo
- 180 Volt
+ 180 Volt
+ 340 Volt
+ 500 Volt
I < 1 mA da cui ottenere - 80 Volt
I < 1 mA da cui ottenere + 100 Volt
I ~ 1 mA anodica 2 x ECC83 con duplicatore
I ~ 1 mA anodica DG/732-01 con triplicatore
Viste le basse correnti possiamo usare condensatori da 10 uF 350 Volt, opportunamente connessi in
serie per i rami a tensioni superiore ai 180 Volt. Per l'anodica delle ECC83 ho usato un
condensatore da 47 uF 450 visto che lo avevo.
Ho preferito questa soluzione, piu' complessa, a quella piu' comune che prevede una catena di
resistenze e di potenziometri da cui prelevare le varie tensioni di polarizzazione: in tal caso
ci sarebbero state tensioni di 500 Volt in giro per i potenziometri e non mi sarei sentito troppo
tranquillo anche se hanno gli alberini di plastica.
Il secondario a 6,3 Volt alimenta in parallelo tutti i filamenti (0,3A+0,3A+0,3A). Non ho ritenuto
necessario connettere alla massa del circuito il secondario dei filamenti, è possibile farlo, ma solo
con questa configurazione di polarizzazione delle griglie del DG7/32-01.
Assemblaggio e test
Per scaricare i condensatori è bene predisporre un piccolo attrezzo. Collegare un capo di una
resistenza da 33 K 2 Watt a massa e l’altro capo ad un cavetto isolato a 1000 Volt, spellato e
stagnato ad una estremità; fissare con del nastro adesivo l'estremità libera del cavetto ad un
cacciavite di plastica. Toccare con l'estremità libera del cavetto i terminali di tutti i condensatori ed
attendere circa 5 secondi per ciascuno. Con un tester verificare infine che tutti i condensatori siano
scarichi.
Passo uno: assemblare l’alimentatore.
La prima regola è: prudenza. Tutte le misure vanno fatte collegando saldamente il puntale negativo
del tester a massa, tenendo il puntale positivo del tester con una mano e tenendo l'altra mano in
tasca.
ho usato alcune strisce di contatti capicorda per collegare diodi, condensatori e i due potenziometri
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assemblare la sezione di alimentazione a -180 Volt
collegare l'alimentazione
verificare che ruotando il potenziometro la tensione Vg1 vari da 0 a circa – 80 Volt
togliere l'alimentazione
scaricare il condensatore e verificare che sia davvero scarico
assemblare la sezione di alimentazione a +180 Volt
collegare l'alimentazione
verificare che ruotando il potenziometro la tensione Vg3 vari da 0 a circa + 100 Volt
togliere l'alimentazione
scaricare i condensatori e verificare che siano davvero scarichi
assemblare la sezione di alimentazione anodica delle ECC83 (il duplicatore)
adesso prudenza
collegare l'alimentazione
verificare che la tensione sia di circa 340 Volt
togliere l'alimentazione
scaricare i condensatori e verificare che siano davvero scarichi
assemblare la sezione di alimentazione anodica del DG7/32-01 (il triplicatore)
adesso ancora piu’ prudenza
collegare l'alimentazione
verificare che la tensione sia di circa 500 Volt
togliere l'alimentazione
scaricare i condensatori e verificare che siano davvero scarichi
Passo due: assemblare le polarizzazioni del tubo DG7/32-01
Per sostenere il tubo ho usato un tubo PVC da 40 mm per scarichi dell'acqua: ha una guarnizione di
gomma e si adatta perfettamente al tubo. Con un supporto a C ho fissato il tutto ad una base di
legno. Sarebbe stato meglio usare uno schermo in mumetal ma non lo avevo in casa. Ho saldato le
resistenze, i trimmer ed i condensatori di accoppiamento direttamente sullo zoccolo del tubo.
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Per allineare correttamente il tubo affinchè le deflessioni siano verticali ed orizzontali occorre
posizionare il PIN 9 in alto (ad ore 12 per capirci e con una tolleranza di +/- 10°)
Passo tre: assemblare l'amplificatore
.
ho usato un montaggio on air su una base di vetronite ramata con punti di appoggio fatti con
quadratini della stessa vetronite ramata e incollati, piu' che un "Manhattan style" sembra un "day
after style".
Passo quattro connettere alimentatore, amplificatore e tubo
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collegare l’alimentatore al tubo con quattro cavetti con isolamento a 1000 Volt e due cavetti
per il filamento
collegare l'alimentazione
regolare il potenziometro della luminosità fino a vedere una macchia verde sulle schermo
regolare il potenziometro del fuoco fino a ridurre la macchia ad un punto
regolare il potenziometro della luminosità per ridurre la luminosità al minimo
adesso molta prudenza
con un cacciavite rigorosamente tutto di plastica e tenendo l’altra mano in tasca regolare il
trimmer T1 per centrare il punto verticalmente
con un cacciavite rigorosamente di plastica e tenendo l’altra mano in tasca regolare il
trimmer T2 per centrare il punto orizzontalmente
togliere l'alimentazione
scaricare i condensatori e verificare che siano davvero scarichi
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connettere la massa dell'amplificatore alla massa dell'alimentatore con un cavetto isolato a
1000 Volt
connettere l'anodica dell'amplificatore all' alimentatore (+ 340 Volt) con un cavetto isolato a
1000 Volt
connettere i filamenti dell'amplificatore all'alimentatore ( Vac 6,3 Volt) con due cavetti
connettere l'amplificatore alle placche di deflessione con quattro cavetti isolati a 1000 Volt
collegare l'alimentazione
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Passo cinque: equalizzare gli ingressi orizzontale e verticale
La sensibilità delle placche orizzontali è circa la metà di quelle verticali, occorre ridurre il segnale
all'ingresso dell'amplificatore verticale affinchè a parità di segnale applicato ci sia una identica
deviazione verticale ed orizzontale del punto luminoso
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Collegare l'alimentazione
Collegare un segnale sinusoidale a circa 1000 Hz di circa 3 Vpp (~1 volt eff) all’ingresso
"orizzontale"
Verificare che appaia una linea orizzontale
Regolare il trimmer di ingresso "orizzontale" fino a che la linea sia lunga 45-50 mm
scollegare il segnale
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Collegare lo stesso segnale all’ingresso “verticale”
Verificare che appaia una linea verticale
Regolare il trimmer di ingresso "verticale" fino a che la linea sia lunga come quella
orizzontale
scollegare il segnale e diminuire la luminosità per non "bruciare" lo schermo con punto
luminoso fisso
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Non avendo due generatori di segnali sincronizzabili per l'ultimo test ho usato un PC con il
programma Visual Analizer 10.0: Tale programma freeware contiene un oscilloscopio a due tracce,
un analizzatore di spettro e un generatore a due frequenze indipendenti, sincronizzabili e sfasabili
fra loro; il tutto lavora nella banda della scheda audio del PC, da 10Hz a 20 Khz. La scheda audio
del fornisce circa un volt in uscita, sufficienti al nostro scopo.
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ingresso verticale: applicare una sinusoide a 1000 Hz di circa 1 Volt
ingresso orizzontale: applicare una sinusoide a 1000 Hz della stessa ampiezza e sfasata di
90 gradi
Immagine sullo schermo: un cerchio o una ellisse se i segnali non sono ancora equalizzati
regolare ancora i trimmer di ingresso fino a che appaia un cerchio e non una ellisse
(asimmetrie e gobbe a parte ...)
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Ora che le due sezioni, verticale ed orizzontale, sono equalizzate è possibile visualizzare varie
figure in funzione dei segnali applicati in ingresso: vi lascio il divertimento di provarli.
segnale X
sinusoide
onda triangolare
dente di sega
sinusoide freq = t
onda quadra
segnale Y
sinusoide + 90°
onda triangolare + 90°
sinusoide
sinusoide freq = 2*t
onda quadra + 90°
figura sullo schermo
un cerchio
un rombo
una sinusoide
un otto orizzontale
un quadrato
Funziona: che ci facciamo?
Abbiamo uno "scope" che visualizza due segnali X= f1(t) ed Y=f2(t) sullo schermo; possiamo
realizzare:
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un minioscilloscopio mandando all’asse X un segnale a dente di sega e all’asse Y un segnale
da visualizzare, occorre sincronizzare i due segnali con un circuito di trigger e "spegnere il
punto" durante il ritorno a capo
un monitor per visualizzare forme d’onda generate da un PIC micro: un orologio digitale ad
esempio. Occorre modulare on/off la luminosità del punto luminoso con un amplificatore
operazionale collegato al catodo del tubo. Il collegamento è semplice essendo il catodo a
potenziale zero: basta che l'operazionale fornisca +12 Volt per accendere il punto
luminoso e – 12 Volt per spegnerlo.Vedi il link avanti.
un monitor di sintonia per demodulatori di segnali radio digitali a due toni (RTTY,
AMTOR, ecc): asse X=mark, asse Y=space. Si sintonizza il ricevitore e quando le due
ellissi diventano perpendicolari il segnale radio è sintonizzato. Adesso che tutto è fatto via
PC è un po' obsoleto come metodo, ma volete mettere il gusto?
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un mini traccia curve, che mostri sullo schermo la caratteristica V/I di un componente a due
terminali (diodo, condensatore, induttanza, ecc), vedi il link avanti
un soprammobile che nel buio della camera da letto mostri figure geometriche che mutano
lentamente
ecc, ecc
La lista dei componenti
IL TUBO
L' ALIMENTATORE
resistori
4 x 1 M 1/2 W
diodi
resistori
4 x 4.7 M 1/2 W
condensatori
resistori
1 x 120 K 1/2 W
condensatore
resistori
1 x 180 K 1/2 W
trasformatore
trimmer
2 x 250 K
fusibile
potenziometri
2 x 250 K albero plastica VARIE
condensatori
4 x 4700 nF 1500 V
cavetto 0.25 mm2
tubo CRT
DG7/32-01
basetta 100 x 80 mm
zoccolo
duodecal
L' AMPLIFICATORE
resistori
4 x 220 K 1/2 W
resistori
2 x 27 K 1/2 W
resistori
2 x 2.2 K 1/2 W
resistori
2 x 100 K 1/2 W
resistori
4 x 470 K 1/2 W
condensatori
4 x 0.1 uF 100V
trimmer
2 x 100 K
valvole
2 x ECC83
zoccoli
2 x noval
7 x 1N4007
7 x 10 uF 350 V
1 x 47 uF 450 V
220V / 130 V 0.1 A - 6.3 V 1 A
250 mA
isolamento 1000 V
vetronite ramata
La reperibilità dei componenti
Tutti i componenti, tranne il tubo CRT, sono facilmente reperibili dai rivenditori o alle fiere
dell'elettronica.
Diodi, condensatori, resistenze, trimmer e valvole li avevo nel magic box di casa.
Il trasformatore era del kit Nuova Elettronica LX1219, ora esaurito, ma il trasformatore
T012.02 sembra ancora disponibile.
Per il tubo DG7/32-01 ed il suo zoccolo cercate su ebay.
Il costo dei componenti
il tubo DG7/32-01 visto su ebay
il suo zoccolo duodecal visto su ebay
le due ECC83 con zoccoli
il trasformatore
i condensatori elettrolitici da 350 V
20 euro (un affare)
10 euro (un furto)
20 euro
10 euro
10 euro
i diodi, le resistenze, i condensatori
i cavetti colorati da 0,25 mm2 1000V
Totale
5 euro
5 euro (0.25 al metro)
80 euro
La documentazione
data sheet DG7/32-01 http://www.mif.pg.gda.pl/homepages/frank/sheets/030/d/DG7-32.pdf
data sheet DG7/32-01 http://www.mif.pg.gda.pl/homepages/frank/sheets/030/d/DG7-32-01.pdf
long tail pair
http://www.aikenamps.com/LongTailPair.htm
http://www.aikenamps.com/LongTailPairDesign.htm
http://www.freewebs.co.uk/valvewizard/index.html
http://www.freewebs.co.uk/valvewizard/acltp.html
tracciacurve
http://www.techlib.com/electronics/curvetrace.html
RCT clock
http://www.techfresh.net/old-fashioned-cathode-ray-tube-clock/
http://www.webx.dk/oz2cpu/clock-scope/scope.htm
Visual Analizer
http://www.sillanumsoft.org/Italiano/index.htm
Conclusione
Abbiamo finito, il mio tubo CRT è ancora efficiente. Valeva la pena di provarci? Certo
che si!
Se trovate refusi siate comprensivi, Il mio correttore di bozze è in vacanza.