SCALE DI
DIFFICOLTA’
X: Com’è quella salita???
Y: Bah.. facile!
Tra l’ottocento e il novecento, l’aumentare delle
difficoltà affrontate nelle scalate fa sentire la
necessità di dare un valore alle salite affrontate.
Perché è importante quantificare una
difficoltà?
•Per avere in punto di confronto con noi stessi e
con gli altri
•Per avere percezione della difficoltà e
dell’impegno di un ascensione che si è scelto di
fare
TANTE SCALE PER TANTI AMBITI
Arrampicata libera
Arrampicata artificiale
Ghiaccio
Misto
Proteggibilità
Scale per l’Arrampicata libera
Scala UIAA
•Si basa sulla vecchia scala Welzenbach
•Specifica la difficoltà di un singolo passaggio
•Il grado è composto da un numero romano e può
essere più specifico con l’aggiunta di + o –
Es. IV+, VI-, VII
Unione Internazionale
Associazioni Alpinistiche
Scale per l’Arrampicata libera
Scala UIAA
•Viene proposta da Welzenbach nel 1926 come una
scala chiusa su 6 livelli da I al VI
•Negli anni ‘30 si aggiunge ad ogni grado i segni + e –
•Nel 1967 L’UIAA adotta ufficialmente la scala
Welzenbach
•Solo nel 1978 viene aggiunto il VII grado
•Nel 1985 viene ufficialmente aperta la scala
e ora si parla di XI grado
Unione Internazionale
Associazioni Alpinistiche
Scale per l’Arrampicata libera
Scala Francese
•Valuta la difficoltà dell’intero tiro di corda
•È una scala aperta verso l’alto (ora fino al 9b+)
•Il grado è composto da un numero arabo una
lettera (a,b,c) e il segno + dal grado 6 in poi
Es. 5b, 6c+, 8b
•Si usa mettere il grado obbligato nelle vie di più tiri
Si sviluppa in Francia soprattutto dagli anno ’70 per
far fronte al continuo aumento del livello
Scale per l’Arrampicata libera
Scala YDS (decimale di Yosemite)
• divisa in 5 classi di cui solo l’ultima la 5 riguarda la
“vera” arrampicata
•al livello 5 viene aggiunto un altro numero e una
lettera da “a” a “d”
Es 5.10b, 5.14c, …
Tabella
comparativa dei
gradi di
arrampicata libera
Scale per l’Arrampicata Artificiale
Difficoltà in Artificiale
•Riguardano le difficoltà delle
salite dove i chiodi vengono
usati per la progressione.
•Il grado è indicato dalla
lettera A e un numero
A0: usare un chiodo come
appiglio o appoggio
A1:uso di staffe su protezioni
buone
A2:A5 sempre protezioni più
precarie e lontane.
Scala di Proteggibilità
Danno l’idea della chiodatura e della proteggibilità di
una via.
È composto dalle lettere R e/o S e da un numero che
è direttamente proporzionale alla distanza delle
protezione e al pericolo
R: protezioni a chiodi a fessura e/o protezioni veloci
S: protezione a spit
Es. R1, R3, S2 o anche RS2
Scale per il ghiaccio
Difficoltà su ghiaccio (classico)
Le difficoltà su ghiaccio vengono da sempre
indicate con la pendenza in gradi.
Es. 55°
Gran Paradiso,
parete nord
Essendo il ghiaccio una materia effimera la
difficoltà cambia a seconda delle condizioni
Difficoltà di insieme
Negli anni ’30 L. Devies comincia a parlare di difficoltà
complessiva di una salita.
Questa scala quantifica IMPEGNO GLOBALE di
un’ascensione.
F = Facile
PD = Poco Difficile
AD = Abbastanza Difficile
D = Difficile
TD = Molto Difficile
ED = Estremamente Difficile
EX = Eccezionalmente Difficile
ABO = Abominevole
Viene aggiunti un + o – per definire meglio le difficoltà
Scale per il ghiaccio
Difficoltà su cascate di ghiaccio
Scala Canadese
È una scala a doppia entrata, cioè
valuta:
•La difficoltà d’insieme che tiene
presente di lunghezza, accessoe
pericoli oggettivi.
Si esprime in numeri romani. dal I al VII
•La difficoltà tecnica che tiene
presente della maggiore difficoltà
tecnica affrontata e della
proteggibilità.
Si esprime un numeri arabi e segni +e-.
dal 1 al 7+
Scale per il ghiaccio
Difficoltà su cascate di ghiaccio
Scala Canadese
Per indicare il tipo di terreno su cui ci si
dovrà confrontare.
Quali ad esempio:
X Per le strutture molto fragili.
R Se ci si trova in presenza di ghiaccio
estremamente sottile.
M Se nella salita vi sono tratti di Misto.
Scale per il ghiaccio
Difficoltà su cascate di ghiaccio
Scala Americana
Gli statunitensi hanno rivisto la
scala Canadese aggiunto una
sigla prima della difficoltà tecnica
AI (Alpin ice) Se si tratta di
ghiaccio alpino (Medie ed alte
quote)
WI (Water ice) Per il ghiaccio di
fusione, quali cascate e coloir.
A cosa serve e dove troviamo tutto ciò???
Sulle
RELAZIONI
Possono essere:
•Descrittive
•Schizzi
Le troviamo su :
•Libri
•Internet
•riviste
Cima dei Mugoni
(Catinaccio)
Diedro Vinatzer
Schizzo della Via
CIMA SUD DEI MUGONI - DIEDRO VINATZER (Parete Sud-Est)
DESCRIZIONE
La scalata, impegnativa ed esposta, non è dura, ma tecnica e si svolge su
roccia generalmente buona in un diedro la cui faccia sinistra è
liscia e quella di destra fessurata e a brevi tratti friabili.
Via molto tecnica superabile in arrampicata libera, frequentemente ripetuta,
soste discrete e attrezzate.
Primi salitori: G.B. Vinatzer, V. Peristi, il 9-9-1935
Difficoltà: TD, V e V+
Dislivello: 250 m.
Sviluppo: 300m.
Tempi: all'attacco 1 ora; salita ore 4; ritorno al rifugio ore 1,30
Materiale: portare dei friends e nuts perché di chiodi intermedi ce ne sono pochi
possono tornare utili chiodi e martello.
ACCESSO
Dal Rif. Roda di Vaél, 2283 m, si sale per il sentiero del Passo delle Cigolade fin
sotto alla parete.
Risalire le ghiaie fino all'attacco a destra della verticale della cima (ore 1).
SALITA
Rimontare lo zoccolo.
1) Salire le rocce di un pilastro in arrampicata da destra a sinistra, poi per una stretta
rampa leggermente obliqua ad alcune sporgenze.
Sosta con ch. (50m; III, IV-).
2) Continuare verso sinistra e raggiungere la base del diedro vero e proprio su un comodo
terrazzo (40m; III).
3) Tiro più impegnativo, attaccare il diedro per una placca che presenta la maggior
difficoltà all'uscita.
Superare il diedro in una larga fessura che poi si chiude, segue un tratto liscio e
strapiombante (2 ch.), uscire sotto una nicchia a un
terrazzino ghiaioso dove si sosta con 2 ch. (40m, V con uscita di V+, 2 ch.).
4) Scalare un camino aperto formato dalla parete del diedro e da una costola, arrivare a
una nicchia (2 ch.); uscirne in spaccata (ch. a
sinistra), lo strapiombo superarlo sulla destra giungendo a rocce più facili.
Sosta con ch. (40m; V).
5) Salire diritto per il diedro, all'inizio un pò friabile, poi una parete liscia (2 ch. e 1 cuneo),
raggiungere una piccola nicchia.
Sosta con ch. (40m; V).
6) Uscire dalla nicchia con grande spaccata.
Risalire il tratto centrale del diedro (3 ch.) fino a una costola e per rocce più appigliate
raggiungere un terrazzino.
Sosta con 2 ch. (40 m; V e V+).
7) Seguire sempre la direttrice del diedro.
8) Superare una parete a sinistra e per un caminetto arrivare ad un comodo ballatoio.
Sosta. (40m; IV, IV+).
9) Scalare il soprastante strapiombo nero, raggiungere il pendio della vetta (20m; IV,V) .
DISCESA
Dalla Cima, poco evidenti tracce tagliano verso destra (Nord) il pendio di ghiaie
e rocciette, poi scendere fino ad incontrare numerosi
ometti (sotto dei da salti rocciosi); seguire gli ometti fino alla base (lI°) e
raccordarsi al sentiero che sale al passo del Vaiolon.
(ore 1,15 al rifugio)
Si può scendere anche verso ovest, prima traversando 150 m. , poi scendendo
su dei salti friabili.
Alla fine verso destra (II°+) riprendere il sentiero per il rifugio.
Relazione di FALESIA
Gran Paradiso – Parete Nord-Ovest
Zona: Valle d'Aosta - Gran Paradiso
Partenza: Valsavarenche - parcheggio loc.Pravieux (1834 m)
Quota attacco: 3500 m
Quota arrivo: 4061 m
Dislivello: 2250 m, 600m la parete nord
Difficoltà: D ( pendenza 55° / II in roccia )
Esposizione in salita: Nord-Ovest
Rifugio di appoggio: rifugio Chabod 2750m
Attrezzatura consigliata: Due piccozze e viti da ghiaccio
Orario indicativo: da 2 a 4 ore solo la parete
Periodo consigliato: tarda primavera inizio estate
DESCRIZIONE
Dal parcheggio in località Pruaviex a 1874m di quota,si attraversa il ponte di legno sul
fiume(grosso cartello con indicazioni rifugio Chabod)e si oltrepassa subito un gruppetto di
baite. Si prosegue nel bosco lungo vari tornati fino all'alpeggio Lavassey 2194m dove c'è
un bivio. Tenendo la destra(indicazioni) si continua a seguire il bel sentiero che mai ripido
porta al rifugio. h2-2,30
Dal rifugio si sale al vicino locale invernale,salire
ancora per un centinaio di metri e poi
DESCRIZIONE
seguire l'evidente traccia che si stacca verso destra che è quella della via normale al
Gran Paradiso. Dopo aver raggiunto il ghiacciaio si segue ancora per poco la via normale
e poi la si abbandona risalendo il ghiacciaio verso sinistra(attenzione crepacci) fin sotto
l'evidente parete nord. h2-2,30
Si supera la crepaccia terminale(generalmente direttamente sotto la linea di salita o
leggermente e sinistra)e si risale la bella parete compresa fra le rocce di sinistra e il bel
seracco pensile in alto a destra.
Il pendio si presenta sempre uniforme con i primi metri a 45° per poi raddrizzarsi a 55° con
qualche breve tratto a 60° nella vicinanza del seracco.
Sbucati sulla cresta la si percorre con un primo tratto su neve e poi con facili rocciette fino
ad una salto di 5-6m che può essere sceso arrampicando o con una breve corda doppia
su cordoni in posto,.Ci si trova sotto il torrione della vetta con la grossa statua della
Madonna,lo si aggira a sinistra e ci si ricollega alla via normale e per essa si raggiunge in
breve la vetta.
Discesa:lungo la facile e bella via normale(attenzione sempre ai crepacci) si ritorna al rif.
Chabod.
L’ importante è divertirsi!!!