DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DENOMINAZIONE D' ORIGINE PROTETTA "Ficodindia dell' Etna" Art. 1 (Nome del prodotto) La DENOMINAZIONE D' ORIGINE PROTETTA "Ficodindia dell' Etna" è riservata ai fratti del Ficodindia che devono rispondere alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal Reg. (CEE) 2081/92 ed indicati nel presente disciplinare di produzione. Art. 2 (Piattaforma varietale) Le cultivar della "'Opuntia ficus-indica''dell' area considerata sono: Gialla detta anche "Sulfarina" o "Nostrale", Rossa detta anche "Sanguigna", Bianca detta anche "Muscaredda" o Sciannarina". E' ammessa una percentuale non superiore al 5% di altri ecotipi. Sono considerati varianti di pregio le selezioni "Trunzara" o "Pannittera", delle cultivar Bianca, Rossa e Gialla. Art. 3 (Zona di produzione) La zona di produzione del '''•Ficodindia dell' Etna", che va dai 150 ai 750 m. s.l.m., ricade nel territorio dei Comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragaina, Camporotondo, Belpasso e Paterno.In particolare i confini sono così individuati: BRONTE: ad Ovest lungo il fiume Simeto, a Nord con la strada Bronte-Cesarò, ad Est con la quota 750 m. s.l.m., a Sud con il territorio del Comune di Adrano; ADRANO: ad Ovest lungo il fiume Simeto, a Nord con il territorio del Comune di Bronte, ad Est con la quota 750 m. s.l.m. ed il territorio del Comune di Biancavilla, a Sud con il territorio del Comune di Biancavilla; BIANCAVILLA: ad Ovest lungo il fiume Simeto ed il territorio del Comune di Adrano, a Nord con il territorio del Comune di Adrano e la quota 750 m. s.l.m., ad Est con il Comune di S. Maria di Licodia, a Sud lungo il fiume Simeto; SANTA MARIA DI LICODIA: ad Ovest con il Comune di Biancavilla, a Nord con la quota 750 m. s.l.m. e il territorio del Comune di Ragaina, a Est con il Comune di Ragaina, a Sud con la strada SS 575 (Schettino) ed il territorio del Comune di Paterno; vţţ RAG ALNA: ad Ovest con il territorio di S. Maria di Licodia, a Nord con la strada NÌCOIOSÌNRagaina, ad Est con il territorio del Comune di Belpasso, a Sud con il territorio del Comune di Paterno; PATERNO': ad Ovest lungo la SP 137 fino al Simeto e lungo la strada Rocca di Pietralunga e di Contrada Buffa sino alla SS 575, a Nord con il territorio dei Comuni di S.Maria di Licodia e Ragaina, ad Est con il territorio del Comune di Belpasso, a Sud con la strada ferrata Circumetnea; BELPASSO: ad Ovest con i Comuni di Ragaina e Paterno, a Nord con la strada Nicolosi-Ragalna, ad Est con la strada Belpasso-Etna e Belpasso-Camporotondo sino al confine del territorio comunale, a Sud con il confine del territorio comunale lungo la strada Camporotondo-ValcorrenteSS. 121; CAMPOROTONDO ETNEO: ad Ovest con il territorio del Comune di Belpasso e la lava del 1669, a Nord con il centro abitato, ad Est con la strada Camporotondo-Misterbianco fino al bivio per Piano Tavola e alla SS 121. Ari. 4 (Origine del prodotto, cenni storici, importanza e diffusione) Lo storico Denis Mark Smith in History of Sicily - Medieval Sicily 800 - 1713: "alla fine del sedicesimo secolo in Sicilia, gli Spagnoli introdussero alcune nuove e importanti piante come il pomodoro dal Perù, mais e tabacco dal Messico. Quello più comunemente usato era il ficodindia proveniente dall ' America Tropicale (Indie occidentali, secondo C. Colombo). Ifichidindia (Indian fig. - prickly pear cactus) trasformeranno le campagne della Sicilia, capaci di sopportare lunghe siccità e di propagarsi facilmente nelle spaccature delle rocce, infatti venivano di proposito piantati per frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna. Questa ammirevole pianta a siepi con i suoi frutti ha contribuito alla dieta di ricchi e di poveri nella vita quotidiana dei siciliani". W.H. Barlett nelle Pictures from Sicily(1853): "ma dì tutte le produzioni di vegetali della parte bassa dell' Etna il ficodindia, è forse quella che meglio si sviluppa e si riproduce con sorprendente rapidità ". Riferimenti sul ficodindia (fichi opunzia) nella "zona coltivata dell ' Etna ", così definita ai tempi di Spallanzani (1792), si trovano anche nelle opere di P. Bembo, Borelli, Stoppani, Brydone etc. Coppoler S., "Del ficodindia, sua coltivazione in Sicilia e modo di ottenere i frutti tardivi ("scuzzulari") ". Saggio storico - agrario (1827). Il Mortillaro riporta su "Notizie economico - statistiche", ricavate dai catasti di Sicilia (1853), le superfici destinate a "FICHETID'INDIA". "Atti della Giunta per l' inchiesta Agraria" ~ Jacini (1884): vengono riportate le superfici destinate a "FICHETID'INDIA " in Sicilia. (Legame con ľ ambiente geografico) Nel versante Sud - Occidentale, delle pendici dell' Etna, il Ficodindia ha trovato le condizioni ideali per divenire un elemento caratterizzante del paesaggio. Le condizioni ambientali per la coltura devono essere quelle tradizionali e caratteristiche della zona etnea. f 4<fJ Iff M %'. -. - Jr ι /•} 1 =^ \ CX \ ff ' <-; ö,v., <ÏS . χ La zona di produzione, risulta caratterizzata da un clima mediterraneo subtropicale, s e m i à s i ì i ^ ^ ^ con estati lunghe e siccitose, piovosità concentrata nel periodo autunnale ed invernale e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. I terreni di origine vulcanica, i venti dominanti, 1' umidità ed in particolare la lunga esposizione ai raggi solari, conferiscono al frutto caratteristiche di qualità (colore, serbevolezza e consistenza)difficilmente riscontrabili in altre aree di produzione e nello stesso massiccio Etneo. Art. 5 (Terreni - Impianti - Tecniche colturali - Raccolta - Lavorazione) (Terreni) I terreni, di origine vulcanica o no, destinati alla coltura, dovranno essere ubicati nella zona di produzione di cui al precedente Art. 3 e possedere i seguenti requisiti: -tessitura media o grossolana per evitare ristagni ď acqua (è ammessa la presenza di roccia affiorante). (Preparazione dei terreni) Nei nuovi impianti, nella preparazione dei terreni, devono essere previsti il livellamento delle superfici, per facilitare il drenaggio delle acque, le operazioni colturali e le concimazioni. (Impianti) Gli impianti possono essere sia specializzati che consociati e la densità di piantagione massima ammessa, in dipendenza della tipologia di impianto, è di 400 piante per ettaro. In abbinamento alle forme libere di allevamento delle piante ("vaso lìbero " o "a cespuglio "), è ammesso altro tipo di allevamento, per agevolare la raccolta e le operazioni colturali. I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli tradizionali. Sono consentite negli impianti, a sostegno del nuovo flusso vegeto - produttivo, le operazioni di concimazione, di irrigazione dopo la "scozzolatura" (che consiste nell' asportare fiori, frutticini appena allegati e giovani cladodi). (Tecniche colturali) Le tecniche colturali del terreno non devono danneggiare 1' apparato radicale delle piante che si espande in superficie. La scozzolatura viene eseguita tra la fine del mese di maggio e la prima metà del mese di giugno, in relazione alle zone di produzione e alle condizioni climatiche. (Raccolta) Le operazioni di raccolta, in relazione alle zone di produzione e all' andamento climatico, si svolgono dalla seconda decade di agosto per i frutti di prima fioritura ("Agostani"), da settembre a dicembre per i fratti di seconda fioritura ("Scozzolatť'o "Bastardom"). I frutti dopo la raccolta devono essere immagazzinati in locali idonei ventilati e asciutti. Successivamente il prodotto può essere frigoconservato. Le operazioni di raccolta vanno iniziate all' invaiatura eseguendo il prelievo in modo tale che una sottile porzione di cladodio rimanga alla base del fratto. Successivamente alla raccolta i frutti debbono essere sottoposti al processo di despinatura, per essere commercializzati con la qualifica di despinati. / "Λ. Γ', '^ ' (Immagazzinamento e lavorazione) Le operazioni di immagazzinamento e prima lavorazione, per ľ acquisizione delle caratteristiche organolettiche previste per 1 'immissione al consumo di cui al successivo art. 5, devono essere effettuate esclusivamente nel territorio ricadente nell' area delimitata con il presente disciplinare. Le tecnologie di gestione post - raccolta prevedono 1' omogeneità del prodotto e la despinatura. Art. 6 (Caratteristiche del prodotto) I frutti vengono distinti in ordine al periodo di maturazione: "Agostani" o "Latini" (primo fiore) "Scozzolati " (seconda fioritura) Cultivar: Gialla, Rossa, Bianca I "Fichidindia dell' Etna" all' atto dell' immissione al consumo devono rispondere alle comuni norme di qualità e alle seguenti caratteristiche: Peso fratto: non inferiore a 95 g; Percentuale di polpa non inferiore al 60% del peso fresco dell' intero frutto; Frutti esenti da malformazioni; Colore e forma, caratteristici della cultivar (sono ammessi frutti raccolti nella fase di invaiatura); Grado rifřattometrico non inferiore al 13%; Rintracciabilità: per consentire 1' attività di controllo e vigilanza agli Organismi certificatori, il prodotto D.O.P. sarà quello dei produttori operanti nel territorio di cui all' Art. 3 e che dovranno risultare iscritti in un apposito elenco. Art. 7 (Controlli e vigilanza) I controlli e la vigilanza saranno garantiti da Organismi rispondenti all' art. 10 Reg. (CEE) 2081/92. Art. 8 (Confezionamento ed etichettatura) Il prodotto, lavorato e despinato, va immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa tipologia, conformi alla normativa vigente, in legno, cartone e plastica. E' ammesso, secondo le tradizioni la presenza, nello stesso contenitore, delle tre diverse cultivar. Il "Ficodindia dell' Etna" può essere immesso al consumo solo con il logo della DENOMINAZIONE D' ORIGINE PROTETTA figurante su ogni confezione commerciale, nei rispetto delle normi generali e metrologiche del commercio stesso. Sulle confezioni deve figurare, in caratteri chiari, indelebili e nettamente distinguibili da ogni altra scritta, la denominazione "Ficodindia dell' Etna". E' consentita ľ utilizzo della dicitura "Cactus Pear ". Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione sociale, indirizzo del confezionatore, peso lordo all' origine, nonché 1' eventuale nome delle aziende da cui provengono i frutti. E' facoltativa 1' indicazione della settimana di raccolta del prodotto ed i termini "Agostani" o "Latini " e "Scozzolati " o "Bastardom " riferiti all' epoca di maturazione. Il marchio d' identificazione è rappresentato dalla scritta D.O.P. DENOMINAZIONE D' ORIGINE PROTETTA, dalla sottostante raffigurazione del vulcano Etna, da due cladodi con quattro frutti e sottostante scritta "Ficodindia dell' Etna", con a destra il logo D.O.P. CEE. .'•v. S i ^ V - W - fV¡ - * :% \\ь-. ••.;· -ť ?">»»?"" ľ~ ** O;- . •• sl /í' .... yi ''"'•?'••/ '^.:'':-'..;5fUV Г4 У Il Ficodindia dell'Etna (i)-'''OpuntiaFicus Indicď : : ^ -: /^sirJo-i TECNICHE DI PRODUZIONI NEL TERRITORIO DEL SUDOVEST DELL'ETNA INFORMAZIONI GENERALI Il ficodindia appartiene al genere "Opuntia" della famiglia delle "Cactacee". Originario dell'altipiano Messicano, venne introdotto in Europa dagli Spagnoli verso la metà del 1500 a seguito della conquista del nuovo mondo (America - India Nova - G. Mercator). Il ficodindia inizialmente venne coltivato nelle regioni del Nord, però non trovò le condizioni climatiche adatte per crescere e fruttificare. Nelle più miti regioni mediterranee, ha trovato invece condizioni ambientali ottimali. In queste si è rapidamente naturalizzato e diffuso. Sull'Etna assieme ai muretti di pietra lavica (le "chiuse" elementi tipici del paesaggio agrario), è divenuto una delle piante simbolo. (Terreni) L'adattabilità del ficodindia alle condizioni pedologiche è da ritenersi ampia se si considera la sua presenza su terreni dalle caratteristiche fisico - chimiche anche molto differenti. Pur privilegiando i terreni tendenzialmente sciolti, si adatta perfettamente a quelli di medio impasto, purché non si verifichino condizioni asfittiche per carenza di drenaggio. La pianta predilige terreni con bassi valori di pH e comunque compresi tra i valori da 4,5 a 8,5, ed ha scarsa tolleranza alla salinità. (La Pianta) Il ficodindia è una pianta arborescente che può raggiungere i 3 - 5 m di altezza, anche se nei nuovi impianti si tende a limitare lo sviluppo a non più di 2 - 2,5 m per agevolare la lavorazione e la raccolta. E' caratteristica peculiare l'articolazione delia parte aerea in cladodi (comunemente dette "pale"), segmenti lunghi 30 - 40 cm, larghi 1 5 - 2 5 cm e spessi 1,5-3 cm, uniti alla base fino a formare lunghe branche. La parte intema dei cladodi, a cui è demandata la funzione fotosintetizzante, particolare nelle cactacee, è costituita da un tessuto parenchimatico opaco che assolve la funzione di immagazzinamento dell'acqua e che determina l'adattabilità del ficodindia a condizioni di estrema siccità. L'apparato radicale, è piuttosto superficiale, concentrandosi nei primi 30 cm. di profondità. Il ficodindia viene propagato esclusivamente per talea. Le talee vengono spesso prelevate dai residui di potatura. E' tuttavia buona norma prelevarle da apposite piante madri. (1) - Cactus Pear. Prickly Pear Indian Fig . Higos de India •Wj/~ ши^^^^шя^^шши^^шш^ Si utilizzano semplici cladodi ( 1 - 3 anni) o più cladodi articolati ttąloro. \ ¿f La messa a dimora delle talee, preceduta da un'operazione di livellamento del terreno nel perìodo estivo, viene generalmente eseguita intomo alla metà del mese di maggio. Le talee, prelevate tra aprile e maggio, vengono disposte lungo il filare o accanto alle buche e lasciate al sole, per un periodo di 1 0 - 2 0 giorni, per facilitare la cicatrizzazione delle ferite. Successivamente possono essere interrate per i due terzi. Il sesto di impianto varia a seconda della forma di allevamento che si vuole ottenere. Nell'allevamento della pianta a vaso il sesto è di 6 - 7 m tra le file e di 4 - 5 m sulla fila. (1 fiori) I fiori del ficodindia sono ermafiroditi, hanno il calice formato da sepali poco evidenti e petali appariscenti di colore giallo - aranciato, numerosi stami che circondano il gineceo. La fioritura avviene in modo scalare nel periodo compreso tra l'ultima decade di maggio e la prima quindicina di giugno. I frutti derivati dalla fioritura ordinaria (noti come "agostani" o "latini") maturano scalarmente a partire dall'ultima decade di agosto fino alla fine di settembre. La coltura intensiva del ficodindia in Italia è tuttavia finalizzata alla produzione di frutti tardivi, noti come "bastardom" o "scozzolati", derivati da una seconda fioritura ottenuta grazie all'asportazione dei fiori e dei cladodi emessi in primavera. Tale tecnica detta "scozzolatura" è utilizzata per ottenere una fioritura ritardata e la conseguente produzione di frutti qualitativamente più pregiati a maturazione autunnale. (Il frutto) E' una bacca uniloculare, carnosa e polispermica. La polpa si origina dalle cellule papillari dell' epidermite dorsale dell'involucro funicolare e dal funicolo, mentre l'epicarpo deriva dal ricettacolo, tessuto vegetativo che circonda l'ovario. Un'elevata variabilità nella forma, dimensioni, colore dei frutti e caratteristiche qualitative è riscontrabile non solo tra le diverse specie e biotipi, ma anche nel loro interno. II valore nutritivo è legato, essenzialmente, al contenuto di glucosio (6 - 8%) e fruttosio (5 - 6%). Contenuto di acido ascorbico (23 mg/100 g). A maturazione del frutto, l'epicarpo assume il colore caratteristico della cultivar (gialla, rossa e bianca) e diviene facilmente separabile dalla porzione commestibile, che rappresenta il 60 - 75% del frutto. I semi rappresentano il 2 - 5% del peso del frutto. Il ficodindia in coltura specializzata interessa quasi esclusivamente la Sicilia, dove è localizzata il 90% della superficie nazionale coltivata. Nelle altre regioni del Meridione, il ficodindia è presente in orti familiari o in giardini con funzione di bordatura, ma non in impianti intensivi. //Qi$c . In Messico vengono utilizzate per la produzione di frutti numerose specie di Opuntia, mentre in Italia e in particolare nelle aree mediterranee viene coltivata l'Opuntia ficus-indica. La mancanza di uno standard varietale ben definito ha determinato lo sviluppo, nei paesi produttori, di varietà distinte in base ai caratteri morfologici del frutto o dei cladodi. In Italia si sono affermate tre principali varietà la cui denominazione deriva dal colore del frutto, gialla, rossa e bianca. Altri caratteri distintivi (vigore vegetativo, tenore in zuccheri, proteine e fibre dei cladodi, ecc.) definiscono le varietà destinate ad altri usi. La cultivar "Gialla" viene ampiamente utilizzata per l'elevata produttività, la bianca per il sapore delicato, la rossa per il caratteristico effetto cromatico. Le confezioni con le tre cultivar, differenti per colore e sapore, sono particolarmente attraenti e maggiormente richieste dal mercato. (Usi) Nell'agro - alimentare, oltre al consumo fresco dei frutti, si producono marmellate, bevande alcooliche (liquore di ficodindia - Acquavite di ficodindia), sciroppi, canditi, farine, oli estratti dai semi. Per l'alimentazione del bestiame il prodotto viene prevalentemente consumato fresco, ma può anche essere insilato, consentendo così l'utilizzo del materiale ottenuto con la potatura. Le diverse parti della pianta sono utilizzate anche dall'industria (coloranti, mucillagini, pectine, concimi organici, biogas), dal settore farmaceutico (cura del diabete, dell'obesità, delle affezioni infiammatorie ecc.) e della cosmesi. (Lavorazione del terreno) In relazione allo sviluppo dell'apparato radicale, è consigliabile ridurre al minimo le lavorazioni utilizzando tecniche alternative di gestione del suolo. La pratica delle non - lavorazioni, nel versante sud-ovest etneo viene largamente applicata. L'eliminazione delle infestanti che entrano in competizione soprattutto in presenza di acqua nel terreno, può essere effettuata mediante lo sfalcio meccanico e, in casi particolari, con erbicidi a basso impatto ambientale, quali glifosate, glifosate trimeiso e glifosate ammonio, il cui uso prolungato, tuttavia, può nel tempo dar luogo a danneggiamenti della pianta. (La concimazione) La concimazione invernale viene eseguita tra novembre e gennaio. Risultati soddisfacenti si ottengono con l'uso di concimi quali solfato ammonico, perfosfato minerale e solfato potassico, nelle combinazioni e quantità richieste dal tipo di terreno. Mentre nel -:%--,Tyį£1:s^t^$įį0įįg0: periodo? estivo i (agosto) ê possibile, in relazione alle condizioni dell'impianto, wüL concimazióne iti concomitanza alla irrigazione di sostegno. I migliori risultati si ottengono utilizzando concimazioni con letame o altri prodotti organici. (Irrigazione) La coltura del ficodindia può essere praticata in asciutto. L'intervento irriguo di soccorso rappresenta un valido fattore d'incremento, sia quantitativo che qualitativo, della produzione. Gli interventi irrigui vengono effettuati, a seconda dell'andamento climatico, tre volte l'anno, una settimana prima e sei settimane dopo la fioritura. (Potatura) La potatura deve garantire soprattutto un adeguato irraggiamento agli organi fruttiferi. Con la potatura si tende a raggiungere la forma regolare della pianta e l'equilibrio vegetativo e produttivo. La potatura di formazione viene effettuata nei primi 3 anni dell'impianto, per dare una forma razionale alla pianta, attraverso la costituzione delle branche principali e dell'impalcatura. La potatura di produzione si effettua per ottenere una produzione ottimale; si esegue in aprile - maggio, prima della ripresa vegetativa e delle operazioni di scozzolatura. (Scozzolatura) Consiste nell'asportazione di tutti i frutti e di pale giovani emessi nel normale flusso vegetativo primaverile. Generalmente viene effettuata durante il periodo della fioritura, dalla prima quindicina di Maggio a tutto il mese di Giugno. Lo scopo è quello di ottenere una seconda fruttificazione di maggiore pregio a maturazione autunnale. Nella scozzolatura, eseguita a mano, bisogna porre attenzione a non danneggiare le pale, al fine di salvaguardare la successiva produzione. (Diradamento) Dopo la ricomparsa dei nuovi frutti è necessario, nella maggior parte dei casi, procedere al loro diradamento. Quest'ultimo consiste nel togliere parte dei frutti non appena hanno raggiunto 2 - 3 cm di altezza, allo scopo di far conseguire a quelli rimasti, migliore qualità, buona pezzatura, migliore resa in polpa, avendo cura di lasciarli opportunamente distanziati. Dopo la scozzolatura e/o dopo il successivo diradamento dei frutti è consigliabile un trattamento con poltiglia bordolese ( o prodotti similari a base di rame), per ridurre il rischio di infezioni attraverso le ferite provocate dall'eliminazione forzata dei fratticini e dei giovani cladodi. Per quanto concerne la difesa fitosanitaria, essa si limita ad eventuali trattamenti preventivi a base di sali di rame per le crittogame. Mentre possono essere eseguiti, prima della : raccolta, trattamenti contro la mosca della fratta (Ceratitis capitata), che può condÌ2Ìonaf&$||: risultati udella produzione. I fratti, a seguito delle punture di ovideposizione, marciscono e cadono al suolo. Gli attacchi di mosca possono essere controllati ricorrendo a criteri di lotta guidata. Il primo accertamento va effettuato mediante l'uso di trappole e ferormoni, disposte nel ficodindieto a partire dal mese di luglio. Il trattamento "adulticida", con esche proteiche, va effettuato al superamento della soglia d'intervento fissato ad 1 o 2 frutti infestati su cento fratti esaminati. (Raccolta) La maturazione dei frutti è scalare e la raccolta viene eseguita a più riprese. La raccolta va eseguita a mano, in assenza di vento e con le dovute protezioni. Sia durante la raccolta che nelle operazioni successive, i fratti vanno manipolati con cura risultando molto sensibili a tagli o danneggiamenti. I frutti vanno tagliati dalla pianta con una sottilissima porzione di pala. A raccolta ultimata è opportuno un trattamento per favorire la cicatrizzazione dei tagli e dei danneggiamenti procurati durante le fasi di raccolta e trasferimento ed eliminare il rischio di infezione da marciume o da altre malattie crittogramiche. „№ Il IMPIANTI 011ЩЩшрМЕС(ЖРЕг10МАМЕМТО ж i^:^':v^U impianti di ultima generazione per la lavorazione ed il confezionamento sonťf-Äŕ ffiodiiláti in modo da assicurare una completa versatilità e flessibilitàd'uso, ed essere quanto ^nSSpiőissibile al passo con le continue variazioni delle esigenze di mercato, oggi sempre più į rapidamente mutevoli in termine di maggiori qualità estetiche ed intrinseche. s 1 Linea elettronica di calibratura Fichidindia: L'impianto specifico per fratti delicati tipo fichidindia dev'essere in grado di non fare subire il minimo trauma ai frutti. L'impianto si compone di: • Un rovesciatore speciale di cassette che deposita i frutti su di un nastro di allontanamento senza caduta. » Una spazzolatrice a setole morbide che provvede alla despinazione con relativa caduta delle spine su un trasportatore inferiore di evacuazione, β Un trattamento con acqua calda a temperatura controllata che provvede alla cicatrizzazione delle micro lesioni da manipolazione, in modo naturale, senza l'uso di prodotti chimici. Lo sgocciolamento su spazzole prepara i fratti al successivo settore di asciugamento ad aria a temperatura controllata, β Una calibratrice elettronica che provvede a trasportare i fratti al settore peso elettronico dove ogni frutto viene pesato e diviso nelle varie categorie a seconda del peso e successivamente quelli di uguale peso subiscono una ulteriore divisione per categorie di colore. Le diverse categorie ottenute vengono inviate ai diversi tavoli rotanti di confezionamento. Il trasportatore della calibratrice è formato da settori di trasporto in materiale plastico simili ad una mano (chiamati "Mains"). ® Un tavolo rotante dove i fratti non entrano in contatto con gli altri. Un nastro trasportatore provvede ad inviare i vassoi alla macchina filmatrice/prezzatrice. Successivamente le confezione viene completata con l'applicazione di un'etichetta con Codice a Barre per come previsto dalla normativa europea sugli imballaggi. Una scrivente completa l'operazione con inserimento di data, varietà, lotto e produttore. FRIGO - CONSERVAZIONE DEL FICODINDIA ; Γ ¡ L'impianto difrigoconservazionedeve allungare la vita del prodotto e garantire: Indice di qualità: Intensità del colore in base alla cultivar Mancanza di difetti e decadimenti • Temperature ottimali Alla temperatura di 6 - 8° C i frutti si possono conservare da 2 - 5 settimane, in relazione alle cultivar, al grado di maturità ed al periodo di raccolta. In atmosfera controllata (2% di O2 e da 2 - 5% di CO2) e alla temperatura di 50C si possono conservare da 4 - 8 settimane. Umidità relativa (da 90 a 95%) Protezione del prodotto: Una ulteriore protezione del prodotto si può ottenere utilizzando un film plastico perforato che riduce sensibilmente la perdita di acqua (calo peso) sempre a parità di U.R. e di temperatura. Ìff ; 0Α<1Χ& • • \ :;-Л ri" ì