IL RICOVERO IN TERAPIA RADIOMETABOLICA di I.P. Veroni Cristina TERAPIA CON 131I IN REGIME DI RICOVERO per il trattamento del CARCINOMA TIROIDEO Viene somministrata un’attività di 30-200 mCi Scopi della terapia: z z z z z Ablativo cioè distruzione di eventuale tessuto tiroideo residuo dopo tiroidectomia totale. Distruggere eventuali cellule neoplastiche presenti nel tessuto tiroideo, riducendo la possibilità di recidive Distruggere le metastasi da carcinoma tiroideo Facilitare l’identificazione scintigrafica di eventuali recidive di neoplasia o di metastasi Permettere l’impiego della tireoglobulina come marker tumorale Il ricovero nella Sezione di Terapia Radiometabolica è reso necessario dal fatto che il paziente viene sottoposto a somministrazione di isotopi radioattivi in dosi superiori a quelle indicate per l’attività ambulatoriale dal Decr. Leg. N.187 26/5/2000 (all. I parte II punto 6) La degenza in zona “protetta” ha lo scopo di contenere e controllare i rischi di contaminazione ambientale e di irradiazione del personale, e, in genere, di altri individui. LUNEDI’ ORE 8 MERCOLEDI’ ORE 10,30 E’ possibile per il paziente portare con sé un telefono cellulare, libri, riviste, radio e registratori (meglio se muniti di cuffia per l’ascolto), computer, passatempi vari. L’I.P. - EFFETTUA IL RICOVERO RILEVA I PARAMETRI VITALI COMPILA LA SCHEDA INFERMIERISTICA ESEGUE PRELIEVO EMATICO PER DETERMINAZIONE DEL TSH E TG - RACCOGLIE CAMP. URINE PER EVENTUALE TEST GRAVIDANZA - COLLABORA CON L’OTA PER ASSICURARE AL PAZIENTE IL MIGLIOR CONFORT ALBERGHIERO L’ACCOGLIENZA DEL PAZIENTE: QUALI VALUTAZIONI ? • IL GRADO DI AUTONOMIA/COLLABORAZIONE • LA CAPACITA’ DI COMUNICAZIONE DEL PAZIENTE (es. IPOACUSIA, LINGUA STRANIERA) • LA PRESENZA DI PATOLOGIE CONCOMITANTI • LA PRESENZA DI TERAPIE FARMACOLOGICHE DOMICILIARI • L’ESISTENZA DI EVENTUALI ALLERGIE A FARMACI O AD ALIMENTI • LO STATO PSICOLOGICO/EMOTIVO Le due stanze di degenza dispongono ciascuna di due letti e di servizio igienico proprio, sono fornite di telefono a scheda, TV color, citofono e pulsante di chiamata del personale. Il radiofarmaco è somministrato sotto forma di capsula dal Medico Nucleare in collaborazione con TSRM e FS Il paziente dopo l’assunzione del radiofarmaco rimarrà digiuno per 2 ore per consentirne l’assorbimento completo. TRASCORSE LE 2 ORE SARA’ SERVITA AL PAZIENTE UNA MERENDA z DOPO 4 ORE, IL PAZIENTE INIZIERA’ UNA IPERIDRATAZIONE PER OS. DA QUESTO MOMENTO IN POI IL PAZIENTE PUO’ TORNARE AD UNA DIETA LIBERA • URINE • FECI • SUDORE • SALIVA DURANTE LA DEGENZA INDIVIDUARE LA PRESENZA O L’INSORGENZA DI BISOGNI ASSISTENZIALI CONNESSI A : - RESPIRAZIONE - FUNZIONI CARDIOCIRCOLATORIE - ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE - ELIMINAZIONE - MOVIMENTO - RIPOSO - IGIENE - PROCEDURE TERAPEUTICHE VALUTARE CON PARTICOLARE ATTENZIONE PER MEZZO DEI DISPOSITIVI IN USO NELLA U.O. (VIDEO-CITOFONO, E TELECAMERE) L’INSORGENZA DI SEGNALI E SINTOMI DI POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI PRECOCI AL TRATTAMENTO QUALI : - DOLORE E GONFIORE AL COLLO - DIFFICOLTA’ ALLA DEGLUTIZIONE - NAUSEA E VOMITO - TACHICARDIA - AGITAZIONE - DISPNEA L’I.P. E IL PERSONALE DI SUPPORTO CONTROLLANO E VALUTANO L’EVENTUALE PRESENZA DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE NELLA STANZA DI DEGENZA (BAGNO, LETTO, ECC.) E DEL PAZIENTE STESSO QUALORA DI VERIFICHINO SITUAZIONI CRITICHE RIFERITE AD INCONTINENZA E VOMITO, AVVALENDOSI DEL PERSONALE DELLA FISICA SANITARIA. E’ NECESSARIO CHE IL PERSONALE IN SERVIZIO PRESSO LA TERAPIA RADIOMETABOLICA ABBIA SVOLTO UNA FORMAZIONE SPECIFICA IN MATERIA DI RADIOPROTEZIONE DOSIMETRO AL PETTO DOSIMETRO AL BRACCIO DOSIMETRO A LETTURA DIRETTA CAMICE DI TELA GUANTI IN LATTICE ZOCCOLI IN GOMMA SOVRACALZARI MASCHERA DOTATA DI FILTRO A CARBONI ATTIVI (in presenza di vomito o incontinenza nei pazienti trattati) SMALTIMENTO RIFIUTI RADIOATTIVI OGNI QUALVOLTA SI ENTRI NEL SETTORE “CALDO”, prima di uscire E’ NECESSARIO SOTTOPORSI AL CONTROLLO con L’APPOSITA STRUMENTAZIONE (APP. MANI-PIEDI-VESTI) Due volte al giorno (ore 8 - ore 16) sono effettuati i rilievi di radioattività utilizzando le sonde a tale scopo installate nelle due stanze. L’esecuzione di tali rilevi è effettuata dal personale della Fisica Sanitaria. La dimissibilità dei pazienti dal punto di vista della radioprotezione è dichiarata dall’esperto qualificato (Fisica Sanitaria) utilizzando i risultati dei rilievi effettuati ad 1 metro di distanza ad ogni singolo paziente. Secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 187 del 26 maggio 2000 allegato I parte II punto 6 “Non è necessario un ricovero protetto: Terapia per ipertiroidismo con 131I per attività fino a 600 MBq Tale attività è corrispondente ad un rateo di esposizione massimo stimato a 1 metro di distanza pari a circa 35 μSv/h • Ripresa della terapia con levotiroxina sodica - Eutirox - (50 mcg) • Norme comportamentali • Scintigrafia whole body z Per un periodo di 15 giorni il paziente dovrà osservare alcune norme di radioprotezione: z Bere e urinare frequentemente Lavarsi spesso le mani Tenere sgombro l’intestino Far uso di stoviglie, tovaglioli e fazzoletti monouso Lavare gli effetti personali utilizzati durante la degenza separatamente e conservarli a parte Evitare la permanenza prolungata in luoghi affollati e soprattutto il contatto con persone in età fertile (in particolare bambini e donne gravide), pur se il livello di radioattività dei pazienti al momento della dimissione è accettato dalla normativa comunitaria europea e non comporta rischi significativi di irradiazione Non dormire con il coniuge e non avere rapporti sessuali z z z z z z IL RICOVERO IN TERAPIA RADIOMETABOLICA ASPETTI RELAZIONALI IL VISSUTO DEL PAZIENTE Di I.P. Veroni Cristina ASSISTENZA INFERMIERISTICA TECNICA RELAZIONALE ART. 1 PUNTO 2 DECR. 14/09/94 N. 739 MIN.SANITÀ EDUCATIVA - COD. DEONTOL. P. 1.2 LA RELAZIONE INFERMIERE-PAZIENTE Il processo interpersonale che connota questo tipo di rapporto si fonda sul concetto di aiuto e ne costituisce la caratteristica principale. Peplau considera l’assistenza infermieristica come un “processo interpersonale significativo” definendo l’assistenza infermieristica come una “relazione umana fra individuo malato, o bisognoso di servizi sanitari e un infermiere preparato a riconoscere e a rispondere al suo bisogno di aiuto. (Peplau 1994) la relazione di aiuto è uno strumento importante a disposizione dell’infermiere attraverso il quale si restituisce alla persona assistita autonomia, responsabilità, stima di sé. (Wills 1991) L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA E’ TERAPEUTICA z z z E’ cioè in grado di produrre un cambiamento positivo nel paziente (Corner 1997; Bowles 2001; Gallant 2002) e il rapporto infermiere e paziente ha un grande influsso sugli esiti di salute attesi. Condizioni necessarie sono che l’infermiere e il paziente lavorino insieme per trovare risposta ai bisogni di assistenza espressi dal paziente, che il paziente si senta sostenuto, accettato, compreso e valorizzato, che la famiglia sia inclusa in quest’alleanza (Craven e Hirnle 1998). Avere un sostegno emotivo, poter condividere sensazioni e problemi, riuscire a parlarne, attenua l’impatto negativo e stressante che il problema o la malattia produce sul paziente e aiuta a superare la crisi. Nella relazione professionale di aiuto, porre attenzione alla persona significa identificare un preciso ambito tecnico che non va disgiunto da specifiche qualità umane che devono essere possedute, in forma piena e matura, da colui che aiuta (Mucchielli 1993) (Periman; Kanizsa 1994) AUTENTICITA’ INTERESSE RISPETTO EMPATIA ACCOGLIENZA EMPATIA secondo la definizione di Edith Stein, designa un genere di atti, nei quali si coglie l’esperienza vissuta altrui. L’Einfühlung è il tipo di percezione affettiva che un io ha di un altro io: “colgo l’altro non solo come corpo, ma come corpo vivente, come essere vivente: oltre al corpo, colgo il soggetto che vi abita, colgo l’altro come persona spirituale e scopro che i suoi gesti, le sue parole sono motivati dalla sua struttura personale”. L’ACCESSO DELLA PERSONA A SERVIZI DI SALUTE E’ FREQUENTEMENTE ACCOMPAGNATO DA SENTIMENTI DI ANSIA, STRESS, PREOCCUPAZIONE. E’ PERCIO’ IMPORTANTE CHE IL PAZIENTE POSSA DA SUBITO PERCEPIRE FIDUCIA E SICUREZZA, NECESSARIE PER UNA SUA INTEGRAZIONE AL PIANO DI CURA. CIO’ AVVIENE NELLA MISURA IN CUI LO STAFF E’ IN GRADO DI ADATTARE L’ACCOGLIENZA OFFERTA E, SUPERANDO LA ROUTINE, COGLIERE I BISOGNI E I VALORI CHE LA PERSONA PORTA NELLA RELAZIONE (Vandenbulcke 2001) Il paziente che accede al Servizio di Medicina Nucleare e successivamente in Terapia Radiometabolica per il ricovero è frequentemente portatore di PREOCCUPAZIONE ANSIA TIMORE PAURA TERRORE z z z La patologia oncologica colpisce non solo il corpo ma anche la psiche e l’universo esperenziale delle persone, non lasciando indenne tutto il sistema di relazioni sociali e famigliari dell’individuo. Da subito il soggetto è chiamato a porsi domande sulla propria vita, sul significato della stessa, sui progetti a medio e lungo termine e sulle relazioni che intrattiene con gli altri e con il mondo. Il cancro tocca profondamente la personalità dell’individuo, per cui non si può scindere il discorso della cura dai vissuti legati alla malattia e al suo decorso. IL TIPO DI TERAPIA LE METAFORE USATE DAI PAZIENTI BOMBA APPESTATO CLAUSURA PRIGIONE CARCERE GRANDE FRATELLO L’INTERAZIONE PAZIENTE - INFERMIERE IN MEDICINA NUCLEARE E IN TERAPIA RADIOMETABOLICA COINVOLGE MAGGIORMENTE IL PIANO RELAZIONALE PIUTTOSTO CHE QUELLO TECNICO – STRUMENTALE (il fare concretamente cose per e con il paziente). IL CLIMA NEL QUALE AVVIENE IL PRIMO INCONTRO, LO STILE DELLA COMUNICAZIONE ADOTTATO DALL’INFERMIERE CONSENTE AL PAZIENTE DI SENTIRSI RICONOSCIUTO COME TALE OPPURE SVALUTATO DA UNA COMUNICAZIONE DEPERSONALIZZATA. LO STILE DI COMUNICAZIONE VERBALE RISULTA DETERMINANTE NEL FORNIRE LE INFORMAZIONI ASSISTENZIALI NECESSARIE SENZA CHE LA RELAZIONE SIA TRASFORMATA IN UNA PRODUZIONE-CONSUMO DI INFORMAZIONI. La condizione di ipotiroidisismo e l’ansia amplificano alcune difficoltà di tipo comunicativo che coinvolgono in particolare RICEZIONE DEL MESSAGGIO DECODIFICA DEL MESSAGGIO poiché aumentano le naturali BARRIERE comunicative, in questo caso le cosiddette BARRIERE DI SPECIALIZZAZIONE (uso dei termini specialistici crea inevitabilmente una barriera d’intesa), gli EFFETTI DI DISTORSIONE: dovuti soprattutto alle diversità di esperienza fra gli interlocutori che facilitano interpretazioni divergenti e le BARRIERE DI SATURAZIONE INFORMATIVA: troppi input di quanti ne possa elaborare momentaneamente (si dà allora il foglio informativo per ripercorrere ciò che è stato detto). LO STILE DI COMUNICAZIONE NON VERBALE E’ FONDAMENTALE PER ESPRIMERE ATTENZIONE ALLA PERSONA, PER FAVORIRE UNA SUA ESPRESSIONE LIBERA E AUTENTICA E PER OFFRIRE UN’ ACCOGLIENZA DI QUALITA’. L’ASCOLTO ATTIVO E LA POSSIBILITA’ DI FAVORIRE L’ESPRESSIONE DEI SENTIMENTI E DEL VISSUTO SONO ELEMENTI CRUCIALI DEL MOMENTO DELL’ACCOGLIENZA, ED ESSENZIALI DELLA RELAZIONE D’AIUTO. Sebastiano Per quanto riguarda l’ambiente, la luminosità è una cosa che mi ha colpito molto e mi ha reso vivibili i momenti di isolamento, considerato che gli ambienti chiusi, affollati o la sensazione di vuoto mi spaventano e mi opprimono. Il non perdere il contatto con la realtà è importante, la TV aiuta, ti permette di seguire alcuni riti consolidati (come seguire un Tg) LE NARRAZIONI DEI PAZIENTI CON DIAGNOSI DI CARCINOMA ALLA TIROIDE SI INSERISCONO IN UNA RICERCA ED UN PROGETTO FINALIZZATO ALLA VALORIZZAZIONE DELLA RELAZIONE E DEI SENTIMENTI NEL PERCORSO DI CURA (Master “Relazioni e sentimenti nelle professioni educative e di cura” Univ. Cattolica Sacro cuore – PC – anno accademico 2004/2005) E’ POSSIBILE OGGI UTILIZZARE QUESTE NARRAZIONI COME INDICATORE DI QUALITA’ PERCEPITA DURANTE IL PERCORSO DI CURA. LA RICERCA z z z z z Ha coinvolto 45 pazienti di cui 37 donne e 8 uomini Ai pazienti è stata richiesta una narrazione “aperta”, non vincolata ad una griglia di domande. E’ stato chiesto di attenersi ad alcune indicazioni: Il vissuto della comunicazione della diagnosi di carcinoma della tiroide I cambiamenti intervenuti nella vita di ognuno di loro dopo la diagnosi Il vissuto legato al ricovero in Terapia Radiometabolica o relativo ad altri ricoveri/esperienze con i servizi di cura PatriziaPurtroppo l’esito dell’istologico era: carcinoma ecc… e quindi ora sono qui per il trattamento e ancora una volta la mia preoccupazione è: l’ospedale , l’isolamento della degenza, e l’isolamento dopo: una disperazione per me la lontananza dalla mia famiglia, dal mio lavoro. L’essere e il dover stare sola è terribile. Lavoro10/12 ore al giorno in mezzo alla gente, non sono mai stanca, adoro la mia famiglia e il mio lavoro. Probabilmente sono molto più fortunata di altri, ma per me è un pensiero grosso e spero di risolverlo. Non è una fortuna da poco vivere in Emilia Romagna, a Reggio Emilia, con delle strutture e del personale medico e infermieristico come Voi che oltre alla professionalità avete il garbo, la sensibilità, la disponibilità di spiegare ed aiutare l’ammalato. Barbara Sicuramente è abbastanza insolito trovarsi chiuse per 2 giorni in una stanza, con l’obbligo di rimanerci e a queste condizioni; sembra quasi irreale, però devo dire che il tutto è organizzato bene. Posso dire che sono stata molto contenta di trovare il Personale addetto così gentile, disponibile, aperto al dialogo anche se tramite citofono. Fa sempre piacere soprattutto nei momenti di sconforto e di sofferenza trovare delle voci amiche. Un’altra cosa molto bella è sicuramente la solidarietà e l’unione che si instaura con le persone con cui condividiamo questa esperienza . Sebastiano, 32 Essere osservato da una telecamera e parlare ad un citofono non è certamente il massimo come tipo di relazione interpersonale, ma è comprensibile nel contesto ed è comunque tranquillizzante quando si percepisce la persona dietro la voce. Alda La prima volta che dovevo venire qui la paura era tanta e vedevo tutto buio. Invece ho trovato tutto diverso. Devo ringraziare tutto il personale per la tranquillità, la bravura e la disponibilità che ho trovato. Antonella, 57 Le stanze sono pulitissime e ordinate con tutti i confort possibili e nonostante la clausura siamo continuamente assistite: meglio di così non poteva essere; nella sfortuna anche una grande fortuna di essere capitate in un ospedale veramente al top. Diego, 45 Mi sono trovato molto a mio agio nella struttura ospedaliera di Reggio Emilia nel corso della Terapia Radiometabolica. Il personale è molto disponibile, l’ambiente confortevole e le informazioni fornite molto esaurienti. Monia, 34 “L’accoglienza in questo centro si è dimostrata a misura di essere umano, la socievolezza e la cordialità del personale ha reso più semplice la permanenza. Anche l’aspetto delle camere piuttosto confortevoli hanno reso il breve soggiorno obbligato tutt’altro che difficile. Sicuramente condividere con altre persone questo periodo e questo momento aiuta a sostenere meglio le ansie e le paure che si possono scatenare”. Silvia, 27 “Due giorni fa, prima di entrare in questa stanza, non nego di avere avuto paure e preoccupazioni. Avevo paura soprattutto delle conseguenze che la particella poteva dare. La mattina del ricovero mentre aspettavo gli esiti degli esami del sangue, riflettevo su quanto influisca sullo stato d’animo l’ambiente e i colori che ci circondano e il modo in cui si viene accolti. ….Sono stata accolta da persone estremamente gentili, che si preoccupavano di come mi sentivo in quell’istante, delle mie preoccupazioni, dei miei dubbi e perplessità…. Mi sembrava surreale!…se penso che 5 mesi prima….. Anonima Prima del ricovero ero in ansia, avevo paura, non riuscii a dormire la notte precedente il ricovero. Poi, tutto è stato diverso, le paure sono svanite, le sensazioni sono state positive. Maria Ciò che più mi pesava era questa terapia radioattiva, che non volevo fare: Ho parlato con diversi medici, compreso quello di famiglia che mi hanno convinta a farla. Adesso sono contenta, in questo reparto particolare mi sono trovata bene e non ho avuto nessun disturbo, tutto il personale è speciale, l’ambiente accogliente e il tempo è passato in fretta. Giuliana “Quando ero a casa aspettavo questo ricovero con un po’ di tremore, pensavo chissà che cosa succederà….. Intanto mi martellava in testa il risultato dell’intervento che non era tanto da stare allegri…. Oggi che è il 2° giorno di ricovero mi sento molto tranquilla e rilassata e sento di andare a casa molto più sollevata perché ho capito che grazie a questa terapia posso abbandonare il pensiero fisso che cominciavo ad avere”. Manuela, 45 “Oggi sono qui per questa terapia che dovrebbe risolvere definitivamente il mio problema. L’importanza di un medico che ti spieghi le cose con semplicità, di infermieri disponibili, la gentilezza che ho trovato qui da parte di tutti è fondamentale per me. Se il percorso viene fatto in un’atmosfera normale aiuta tanto chi deve affrontare questo genere di cose, come in qualsiasi reparto si dovrebbero trovare persone che ti mettono a tuo agio, ti rassicurano. Nonostante gli accanimenti della vita, si può guarire anche grazie al vostro lavoro fatto con tanta attenzione”. Giuseppina “Esprimo la mia gratitudine ai medici, tecnici e infermiere per la sensibilità e la capacità verso i pazienti. La loro vicinanza mi ha dato tanta sicurezza di cui in questi momenti si ha tanto bisogno. La professionalità è importante ma se manca il contatto umano tutto svanisce intorno al paziente”. Gianni Ottima l’esperienza di ricovero a Reggio Emilia: efficienza tecnica e calore umano. Claudia 44 “Sono stata fortunata ad approdare in questa realtà che sta facendo uno sforzo molto valido orientandosi molto sulla cosa principale “l’umanità” della cosa e il dialogo, la gentilezza. Tutto questo aiuta a guarire ed arricchisce le persone, sia chi soffre che chi lavora nell’ambito della medicina…….. Io posso solo ringraziare e incoraggiare chi lavora così bene e si preoccupa non solo del corpo, ma anche dell’anima e dei sentimenti. C’è ancora tanto da fare fuori di qui”. Antonella 39 Io con questa esperienza ho ritrovato molte cose che avevo perso, ho saputo comprendere l’amicizia delle persone care, l’amore di mio marito e di tante persone come Voi in questo Centro che non ho mai visto prima ma che hanno sempre avuto una parola di conforto e soprattutto tanta pazienza. Voi rimanete sempre come siete. Ascoltate questo consiglio da una persona che da molti anni come voi si è trovata dall’altra parte della barriera e che adesso purtroppo si è trovata ad attraversarla e a viverla personalmente. Cercate di non perdere mai la pazienza e di confortare queste persone, di aiutarle soprattutto psicologicamente come state già facendo. Gianpaolo 35 L’efficienza di una struttura ospedaliera è in funzione del Personale che vi lavora che se è bravo e serio può da solo rendere accogliente perfino una tenda da campo. ….Ci siamo riusciti, anche in Italia, abbiamo finalmente ospedali “a portata di paziente”, profondamente umani. LA NARRAZIONE DEI PAZIENTI COME INDICE DELLA QUALITA’ DELL’ASSISTENZA Quand’è che l’assistenza fornita all’utente da parte di un servizio sanitario può definirsi di qualità? z z z quando la cura è competente dal punto di vista medicoscientifico parametro misurabile con i criteri dell’EBM (Evidence Based Medicine) e EBN (Evidence Based Nursing) quando è aggiornata rispetto ai progressi delle tecnologie parametro misurabile con i criteri dell’EBM - EBN quando il processo di cura rispetta il vissuto emotivo e affettivo del paziente e dei suoi famigliari parametro non misurabile con i criteri della EBM-EBN ma con quelli della NBM (Narrative Based Medicine) LE NARRAZIONI DI MALATTIA SI CONFIGURANO • COME STRUMENTO PRIVILEGIATO DI COMPRENSIONE DELLA COMPLESSA RELAZIONE DEL PAZIENTE CON LA MALATTIA E DEGLI EFFETTI SISTEMICI DELLA MALATTIA SUL CONTESTO DI VITA DEL PAZIENTE. • L’ANALISI SEMANTICA DEL TESTO NARRATIVO RACCOLTO, CONFRONTATO CON IL PROCESSO DI EVOLUZIONE ORGANICA DELLA MALATTIA, DIVENTA POI LA TECNOLOGIA FORTE PER LA COSTRUZIONE DI UN PROFILO ASSISTENZIALE CHE FACCIA DI TALI NARRAZIONI LA BASE SU CUI COSTRUIRE PERCORSI DI AUDIT CLINICO PARTECIPATO. • COME PRATICA UTILE PER LA MATURAZIONE ED EVOLUZIONE DELLA COMPETENZA RELAZIONALE ED EDUCATIVA DEGLI INFERMIERI. NBM (Narrative Based Medicine) come mezzo complementare alla EBM - EBN z Accorciare la distanza e instaurare un legame umano tra paziente e professionista z Recuperare emozioni e affettività del paziente che forniscono, al pari del dato clinico, importanti informazioni per lo svolgimento di un buon processo di cura. NBM: la dimensione della ricerca Nel nostro ambito è emersa in particolare la dimensione della ricerca, cioè la Narrazione come strumento per z z z Orientare la visione sul paziente Essere utilizzata come indicatore qualitativo per la valutazione del processo di cura Costruire percorsi di audit clinico partecipato z z z Identificare le necessità di aiuto fisiche, psicologiche e sociali delle persone nelle varie età della vita, nei vari ambiti sociali e rispondere ad esse nel contesto di un’azione multiprofessionale; Fornire prestazioni tecniche corrette ed efficaci in applicazione e nel rispetto dei principi scientifici fondamentali della professione ed adattare tali prestazioni alla persona assistita, in relazione alle diverse patologie e ai differenti settori operativi e nelle diverse età; Stabilire e mantenere relazioni efficaci con la persona assistita, con la sua famiglia e/o con le persone che si interessano di quella persona; z z z z Essere in grado di organizzare l’assistenza infermieristica globale attraverso un utilizzo appropriato delle risorse a disposizione, assicurando un progressivo miglioramento della qualità assistenziale; Promuovere efficaci rapporti educativi finalizzati alla prevenzione della malattia, al mantenimento ed al recupero di un soddisfacente stato di salute; Agire in modo coerente con la concettualità infermieristica e con i principi della professione; Effettuare ricerche, analizzarne i risultati individuando le possibilità applicative, ricercare e sistematizzare dati nelle realtà operative; 1.2 L’assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di natura tecnica, relazionale ed educativa. 3.1 L’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza. 4.2 l’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali , anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e consentire all’assistito di esprimere le proprie scelte. 4.5 L’infermiere, nell’aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche, garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere. Si adopera affinché la persona disponga di informazioni globali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto alla scelta di non essere informato. 4.15 L’infermiere assiste la persona, qualunque sia la la condizione clinica e fino al termine della vita, riconoscendo l’importanza del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. IN CONFRONTO AD ALTRE DISCIPLINE SCIENTIFICHE LA SCIENZA INFERMIERISTICA E’ NEI PRIMI STADI DI SVILUPPO. LO SVILUPPO DELLA BASE DELLE CONOSCENZE PER LA PRATICA INFERMIERISTICA E’ OGGI, DA QUALCHE TEMPO, UNA PRIORITA’. NEL 1985 MELEIS SCRIVEVA: “LA TEORIA NON E’ PIU’ UN LUSSO PER IL NURSING. IN PASSATO LA SI VEDEVA COME UN INSIEME DI QUADRI CONCETTUALI DA ADOTTARE SOLO NELL’INSEGNAMENTO. OGGI INVECE LA TEORIA E’ PARTE INTEGRANTE DEL LESSICO INFERMIERISTICO NELLE AREE DI INSEGNAMENTO, AMMINISTRAZIONE E PRATICA” MARTHA E. ROGERS ESSERE UMANO COME UNITA’ IL NURSING DEVE CONSIDERARE LA PERSONA COME UN INSIEME NON RIDUCIBILE, INDIVISIBILE E PANDIMENSIONALE. L’EREDITA’ BIOLOGICA, FISICA, SOCIALE, PSICOLOGICA E SPIRITUALE DELL’UOMO DIVENTA UNA INSIEME INDIVISIBILE, IN CUI I FATTI SCIENTIFICI SI FONDONO CON IL CALORE UMANO”. 1970 MARGARET JEAN HARMAN WATSON (West Virginia) z z z z SOSTIENE CHE L’ASSISTENZA INF. PROFESSIONALE VIENE RAGGIUNTA ATTRAVERSO LO STUDIO CONGIUNTO DI MATERIE SCIENTIFICHE E UMANISTICHE, E CULMINA IN UN PROCESSO DI ASSISTENZA UMANA TRA INFERMIERE E PAZIENTE CHE TRASCENDE TEMPO E SPAZIO E CHE HA UNA DIMENSIONE SPIRITUALE. IL SUO ORIENTAMENTO È FENOMENOLOGICO, ESISTENZIALE E SPIRITUALE ELLA RICONOSCE L’INFLUENZA DI CARL ROGERS E di STUDIOSI DI PSICOLOGIA TRANSPERSONALE. LA TEORIA DELLA WATSON CONTINUA A FORNIRE UN ORIENTAMENTO METAFISICO UTILE E IMPORTANTE PER LA PRESTAZIONE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA. MARGARET JEAN HARMAN WATSON POSSIAMO REPERIRE TRA I 10 FATTORI DI ASSISTENZA CHE COSTITUISCONO LA BASE DELLA PROPRIA FILOSOFIA TRATTA DA Nursing: the philosophy and science of caring. 1979 Boston 1. 2. 3. 4. FORMAZIONE DI UN SISTEMA DI VALORI DI TIPO UMANISTICO-ALTRUISTICO INFONDERE FEDE E SPERANZA SVILUPPO DI SENSIBILITA’ VERSO SE STESSI E GLI ALTRI: il riconoscimento dei sentimenti conduce alla autorealizzazione attraverso l’accettazione di se stessi, sia nell’infermiere, sia nel paziente. SVILUPPO DI UN RAPPORTO DI AIUTO E FIDUCIA, CHE E’ FONDAMENTALE PER L’ASSISTENZA TRASNSPERSONALE: una relazione di fiducia incoraggia e accetta l’espressione di sentimenti sia positivi sia negativi. E’ costituita da congruenza, empatia, cordialità e comunicazione effettiva. MARGARET JEAN HARMAN WATSON 5. 6. 7. PROMOZIONE DI INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO INTERPERSONALI. CREAZIONE DI UN AMBIENTE MENTALE, FISICO, SOCIOCULTURALE E SPIRITUALE CHE ABBIA CARATTERISTICHE DI SOSTEGNO, PROTEZIONE O CORREZIONE. ASSISTENZA CON GRATIFICAZIONE DEI BISOGNI UMANI. L’INFERMIERE RISCONOSCE I BISOGNI BIOFISICI, PSICOFISICI, PSICOSOCIALI E INTRAPERSONALI DI SE STESSO E DEL PAZIENTE. (L’AUTOREALIZZAZIONE E’ UN BISOGNO DI TIPO INTRAPERSONALE E INTERPERSONALE DI ALTO LIVELLO). LA WATSON PROPOSE LE SEGUENTI 11 AFFERMAZIONI RELATIVE AI VALORI DI ASSISTENZA, AL FINE DI DEFINIRE MAGGIORMENTE LE RESPONSABILITA’ SOCIALI ED ETICHE DEL “NURSING” 1. L’ASSISTENZA E L’AMORE COSTITUISCONO L’ENERGIA PSICHICA UNIVERSALE PRIMARIA 2. L’ASSISTENZA E L’AMORE, SPESSO SOTTOVALUTATI, COSTITUISCONO LE PIETRE MILIARI DELLA NOSTRA UMANITA’; IL SODDISFACIMENTO DI QUESTI BISOGNI REALIZZA LA NOSTRA UMANITA’ 3. LA CAPACITA’ DI TRADURRE IN PRATICA L’IDEALE ASSISTENZIALE INFLUIRA’ SULLO SVILUPPO DELLA CIVILTA’ E COSTITUIRA’ IL CONTRIBUTO DEL NURSING ALLA SOCIETA’ 4. L’ASSISTENZA A NOI STESSI E’ UN REQUISITO PER POTER ASSISTERE GLI ALTRI 5. NELLA STORIA, IL NURSING HA SEMPRE AVUTO UN RUOLO NELL’ASSISTENZA UMANA NEI RIGUARDI DELLE PERSONE CON PROBLEMI DI SALUTE-MALATTIA 6. L’ASSISTENZA E’ IL NUCLEO CENTRALE E UNIFICANTE DELLA PRATICA INFERMIERISTICA, IN ALTRE PAROLE E’ L’ESSENZA DEL NURSING 7. L’ASSISTENZA CON VALENZE UMANE E’ STATA PROGRESSIVAMENTE TRASCURATA ALL’INTERNO DEL SISTEMA SANITARIO. 8. IL FONDAMENTO ASSISTENZIALE DEL NURSING E’ STATO SUBLIMATO NEL PROGRESSO TECNOLOGICO E NEI LIMITI ISTITUZIONALI 9. UNA QUESTIONE IMPORTANTE PER IL NURSING ATTUALE E FUTURO E’ LA SALVAGUARDIA E IL PROGRESSO DELL’ASSISTENZA UMANA 10. SOLO ATTRAVERSO RELAZIONI DI TIPO INTERPERSONALE SI PUO’ DIMOSTRARE E PRATICARE EFFICACEMENTE L’ASSISTENZA UMANA. 11. IL CONTRIBUTO SOCIALE, MORALE E SCIENTIFICO DEL NURSING ALL’UMANITA’ E ALLA SOCIETA’ RISIEDE NEL SUO IMPEGNO PER GLI IDEALI DI ASSISTENZA UMANA NELLA TEORIA, NELLA PRATICA E NELLA RICERCA. YOICE TRAVELBEE Travelbee definì il nursing come “un processo interpersonale attraverso il quale l’infermiere professionale aiuta un individuo, una famiglia o una comunità a prevenire o ad affrontare l’esperienza della malattia e della sofferenza e, dove necessario, a trovarvi un significato”. in Interpersonal aspects of nursing. 1971 YOICE TRAVELBEE ALCUNE AFFERMAZIONI TEORICHE INTERESSANTI: 1. LO SCOPO DEL NURSING VIENE RAGGIUNTO INSTAURANDO UNA RELAZIONE UOMO/UOMO. 2. LA QUALITA’ E LA QUANTITA’ DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA FORNITA A UN ESSERE UMANO MALATO E’ FORTEMENTE INFLUENZATA DALLA PERCEZIONE CHE L’INFERMIERE HA DEL PAZIENTE 3. I RUOLI DELL’INFERMIERE E DEL PAZIENTE DEVONO ESSERE SUPERATI PER STABiLIRE UNA RELAZIONE UOMO/UOMO 4. MALATTIA E SOFFERENZA SONO ESPERIENZE FISICOEMOTIVE E SPIRITUALI 5. IL PROCESSO COMUNICATIVO CONSENTE ALL’INFERMIERE DI STABILIRE UN RAPPORTO UOMO/UOMO E QUINDI DI ADEMPIERE ALLO SCOPO DEL NURSING 6. I VALORI SPIRITUALI ED ETICI DELL’INFERMIERE, O LE SUE CONVINZIONI FILOSOFICHE SULLA MALATTIA E SULLA SOFFERENZA, DETERMINERANNO LA SUA CAPACITA’ DI AIUTARE IL PAZIENTE A TROVARE UN SIGNIFICATO (O NESSUN SIGNIFICATO) IN QUESTE ESPERIENZE DIFFICILI. 7. E’ RESPONSABILITA’ DELL’INF. PROF. AIUTARE GLI INDIVIDUI E LE FAMIGLIE A TROVARE UN SIGNIFICATO NELLA MALATTIA. HILDEGARD E. PEPLAU Il nursing psicosociale. Il modello psicologico consente all’infermiere di iniziare a discostarsi dall’orientamento rivolto alla malattia per indirizzarsi verso un panorama in cui il significato psicologico di eventi, sentimenti e comportamenti può essere esplorato e incluso all’interno degli interventi infermieristici. Ciò ha dato e dà agli infermieri l’opportunità di insegnare ai pazienti come vivere i propri sentimenti e di analizzare assieme ad essi il modo in cui poterli sopportare. E’ necessario comprendere il significato che l’esperienza ha per il paziente, affinché possa operare come forza educativa, terapeutica e di crescita. Rosemarie Rizzo Parse IL MODELLO UOMO-VITA-SALUTE (1981) z z z z z Uomo-vita-salute significa scegliere liberamente i significati delle situazioni nel processo intersoggettivo attraverso cui l’uomo pone in relazione le priorità dei valori Uomo-vita-salute consiste nel creare congiuntamente dei modelli relazionali in aperto interscambio con l’ambiente L’uomo-vita-salute significa co-superare in modo pluridimensionale con i possibili che si presentano L’esperienza partecipativa dell’uomo alle situazioni sanitarie è stata virtualmente ignorata Il nursing, radicato nelle scienze umanistiche, è incentrato sull’Uomo come unità vivente e sulla sua partecipazione qualitativa alle esperienze sanitarie Rosemarie Rizzo Parse IL MODELLO UOMO-VITA-SALUTE (1981) z L’uomo e l’ambiente interscambiano energia per creare ciò che è nel mondo, e l’uomo sceglie il significato delle situazioni da lui create. Ricerca: L’approccio qualitativo offre al ricercatore l’opportunità di studiare l’emergere di modelli nell’intera configurazione delle esperienze vissute dall’Uomo. Si tratta di un approccio in cui il ricercatore partecipa esplicitamente alla rivelazione del significato di tali esperienze vissute dal punto di vista umano. da “Notizie” ASMN, n. 2/3, 2005 “La vecchia teoria dell’organizzazione scientifica del lavoro consisteva nel concepire il pensiero organizzativo solo attraverso strutture e procedure; si scopre ora che lo spirito umano è il migliore strumento di integrazione che permette di affrontare la complessità”. Michel Croizer LETTERA DI ISABEL M. STEWARD a LILLIAN A. HUDSON c.1940-1947 “Ho la netta sensazione che ai giorni nostri non coltiviamo più gli aspetti sociali e umanitari della nursing – come diciamo di solito, lo spirito dell’assistenza – e tutto ciò va a bilanciare gli aspetti tecnico-scientifici – questo significherebbe che, per sviluppare questa nuova fase della nursing, occorrerebbe un ulteriore studio in tutto quel campo che si occupa della filosofia, della storia dell’assistenza e delle scienze sociali, e il consolidamento delle nostre radici culturali, sia nelle scuole per infermiere che nella formazione per infermiere diplomate…..Fa parte della malattia della nostra civiltà, abbiamo troppo insistito sui lati scientifici e tecnici ed abbiamo trascurato gli altri aspetti della nostra professione e dell’educazione”. e ancora, “L’essenza reale della nursing, come per ogni altra delle belle arti, non sta nella esecuzione meccanica dei dettagli e neanche nell’abilità dell’esecutore, ma nella immaginazione creativa, nello spirito sensibile e nella intelligenza che stanno dietro queste tecniche e queste abilità: senza di esse, l’assistenza può diventare un mestiere altamente specializzato, ma non può essere una professione, né una bella arte. Tutti i riti e le cerimonie che il culto moderno dell’efficienza può escogitare e tutte le nostre elaborate apparecchiature scientifiche non ci possono salvare, se gli elementi intellettuali e spirituali della nostra arte sono subordinati a quelli meccanici, e se i mezzi sono considerati più importanti dei fini. I. M. Steward 1929