paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina I Raffaele Paier Il Pavimento della Basilica di San Marco paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina II paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina III Raffaele Paier Simboli e misteri nelle geometrie del Pavimento di San Marco a Venezia svelati alla luce della Dottrina e della Tradizione della Chiesa: un contributo alla lettura dei sectili marciani. paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina IV In copertina: Eliografia di N. Moretti del 1882 che si trova nel locale della cattedrale denominato “Fabbriceria”.Tutti i disegni dei pavimenti sono stati tratti da questo lavoro. In alcuni casi si è ricorso al rilievo fotogrammetrico del pavimento della Cattedrale.Tutto questo materiale è stato pubblicato per gentile concessione della Procuratoria della Basilica di San Marco,Venezia. Tutti i disegni al tratto dei mosaici delle cupole, degli arconi e delle pareti della chiesa sono stati eseguiti da Marco Barbini al quale va il mio più vivo ringraziamento per l’impegno e la maestria profusa.Alcuni particolari sono stati curati da Veronica e Gioele Paier. Tutti gli altri disegni esemplificativi invece, sono stati tratti da lavori dei quali ho sempre evidenziato l’autore ed il titolo, tranne che per quelli già presenti nell’elenco dei libri più citati, alla fine del volume, per i quali è stata riportata solo la sigla. Le assonometrie sono state curate dall’arch. Giorgio Candus, che ringrazio vivamente per la chiarezza con la quale ha realizzato quanto io confusamente gli esponevo. paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina V A mia moglie Mariolina ed ai miei figli Enrico, Veronica, Gioele, Sarah, Simone, Michele paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina VI paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina VII Sommario Prefazione IX Introduzione XI Parte prima - PERCORSO DI CRISTO Capitolo 1 Atrio ovest: i due popoli 1 Capitolo 2 Atrio nord: la genealogia di Cristo 39 Capitolo 3 Transetto nord: l’Incarnazione 71 Capitolo 4 Arcone nord della crociera: l’inizio della predicazione di Gesù 105 Capitolo 5 Cupola dell’Ascensione: il Mare ed i quattro fiumi dell’Eden 119 Capitolo 6 Arcone sud della crociera: la Gerusalemme celeste 135 Capitolo 7 Transetto sud: la Gerusalemme terrena luogo di pellegrinaggio 147 Capitolo 8 Il Battistero: gli Angeli del Battesimo 191 Capitolo 9 Cappella Zen: i leoni stilofori 209 Parte seconda - PERCORSO DELL’UOMO Capitolo 10 Atrio ovest: la chiesa madre 219 Capitolo 11 Arcone dell’Apocalisse: la chiesa torre 227 Capitolo 12 Cupola della Pentecoste: la chiesa nave 237 Capitolo 13 Arcone ovest e Cupola dell’Ascensione: la morte e la rinascita 255 Capitolo 14 Cupola dell’Emmanuele: la montagna sacra 269 Capitolo 15 La Facciata ovest: una sintesi singolare 289 Sigle ed abbreviazioni 308 Bibliografia 309 Indice analitico 313 paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina VIII paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina IX IX Prefazione Sono passati degli anni da quando il dott. Paier mi venne a consultare sulla simbologia cristiana. Con lo studio appassionato del volume di Emanuele Testa, Il simbolismo dei giudeo-cristiani, nella ristampa Jerusalem 1981, egli iniziò una serie di letture di monografie e di fonti, che via via si focalizzarono sulla simbologia medievale. Fin dalle prime battute di questo rapporto interdisciplinare, fummo colpiti dall’importanza che poteva avere un’attenzione per la simbologia, opportunamente mirata allo studio della chiesa di San Marco. In modo geniale Paier aveva intuito l’importanza del pavimento, il suo rapporto con la struttura della basilica e con il rivestimento musivo; e voleva portare avanti tale ipotesi. Seppe far tesoro ed arricchire le indicazioni ricevute. In visite successive al monumento, in cui ci guidò con esperti e studiosi, mi accorsi che egli, da anni guida di professione, usava con crescente maestria simboli ed immagini (quali mammelle, latte, mare, pozzo...) che sono familiari a chi s’interessa di Scrittura e di Padri della Chiesa, ma che normalmente non vengono chiamati in causa per la spiegazione del monumento. Attraverso questa via appariva che la decorazione musiva, il pavimento e la stessa struttura architettonica nascondevano valenze e contenuti di tradizione cristiana, di cui si è perduto il ricordo ed il senso. La ricerca, quindi, con la sua attenzione alla simbologia, considerata nell’ambito specifico in cui risulta utilizzata, cioè nella tradizione vivente della Chiesa, viene a colmare lacune che altri lavori, pur corretti se considerati secondo il loro modo di concepire il rigore storico-critico, hanno lasciato aperte. Inoltre, man mano che il discorso procedeva, risultavano chiariti doppioni nella decorazione ormai ritenuti inspiegabili; contraddizioni ed apparenti incongruenze, che nei grandi lavori sulla basilica erano rimasti insoluti. L’arte cristiana s’annodava così o forse diveniva anche storia del cristianesimo: la bellezza maestosa appariva come fatto estetico caratteristico, proprio perché considerata anche come voluta epifania della fede cristiana. Come infatti l’arte non può ignorare la storia, così lo studio di questo monumento non può trascurare la luce della fede di una realtà cristiana in cui la basilica è nata e si è sviluppata. Essere critici e rigorosi vuol dire anche non ignorare quest’inserimento nella tradizione vivente e perenne della Chiesa, che permea la singolare bellezza del monumento con una caratterizzazione particolare. Così la possibilità di fruizione estetica del monumento trova nel presente lavoro l’avvio di un contributo originale che la pur ricca bibliografia sulla basilica ancora non possedeva. E si apre pure la possibilità di un’in- terpretazione del valore del pavimento finora sconosciuta; non c’è dubbio infatti che gli accenni che si cominciano ad incontrare negli studi recenti, anche se non lo riportano, si rifanno alla felice tesi di Paier. Il lavoro si coniuga in due aspetti, con caratura e possibilità di utilizzazione diverse. Il primo è costituito dallo studio della singolare corrispondenza fra pavimento, mosaici ed architettura, che dopo la ricerca che presentiamo si può considerare come una tesi avviata e strutturata. Il secondo aspetto consiste nell’interpretazione del monumento suggerita, attraverso l’indicazione di vari itinerari: dalla cupola della creazione attraverso tutto l’atrio e quindi, all’interno della chiesa per il braccio che va da nord a sud fino al battistero (I° itinerario); e da quest’ultimo attraverso l’ingresso principale, lungo una serie di momenti illustrati sempre con efficacia dai mosaici e dalla corrispondente pavimentazione alla gloria del Paradiso rappresentata dalla pala d’oro (2° itinerario). Questo secondo aspetto, nei due itinerari enucleati dall’autore, offre un insieme di suggerimenti interpretativi, che intendono guidare il visitatore in un articolarsi di percorsi d’istruzione, di catechesi e quindi di iniziazione cristiana. Essi sono frutto di una familiarità veramente notevole col monumento e di una sensibilità per le espressioni della fede cristiana del tipo della basilica. paier_00_prefazione copia:prefazione 10/11/11 12:01 Pagina X X La “Bibbia dei poveri”, come vennnero indicate le raffigurazioni musive surrogate dal complemento importante della pavimentazione, in base a queste indicazioni può essere indicata come “Bibbia dei piccoli”, cioè di quelli che si lasciano guidare e condurre. Non tanto o non solo degli sprovveduti, ma dei cristiani, dei piccoli appunto, che vogliono diventare sempre più adulti nella fede. Proposta interessante dunque anche quella fornita da questo secondo aspetto. Si tratta di un’interpretazione più impegnata, rispetto al momento precedente, ma non meno suggestiva; edificante nel senso paolino, cioè particolarmente idonea ad alimentare la fede, ma aperta e problematica nei suoi dettagli e per quanto riguarda lo spessore critico del discorso considerato nel suo insieme. Essa, tra l’altro, apre l’adito all’enigma non ancora chiarito dell’effettiva utilizzazione, e quindi dell’effettivo significato di questa decorazione, musiva e pavimentale, di tale monumento che, a partire dal tempo in cui la decorazione sorse e venne ammirata, fu nel corso della storia di Venezia cappella ducale, santuario, chiesa di riferimento, basilica. In essa solo al tramonto della repubblica di Venezia (e precisamente dal 1806) vi venne trasferita la sede patriarcale da S. Pietro di Castello. Cioè da quando venne meno il binomio tra potere spirituale e potere secolare, le cui espressioni chiesa di S. Marco e Palazzo ducale erano ambedue straordinariamente ricche e sontuose; e forse in origine armonicamente e fraternamente congiunte. Il senso vero di questo abbinamento, ed il valore in esso della chiesa di S. Marco, può ricevere da questa interpretazione nuovi incentivi e nuove sollecitazioni. Di fronte a questo sviluppo musivo e pavimentale, radicato in una tradizione vivente, simbolicamente rappresentata, e che ha la Scrittura come fonte per eccellenza, anche se non esclusiva; di fronte a questo sviluppo espresso con indubbie e forti valenze per la catechesi e l’iniziazione cristiana resta infatti aperta una domanda: perché tale sviluppo, con le sue caratteristiche singolari ed insieme peculiari, non avvenne nella cattedrale, ma nella chiesa di S.Marco gemella del Palazzo ducale? Rispondere ad una simile domanda vorrebbe dire anche chiarire il posto e la funzione effettiva che ebbe la forza di epifania della fede della ricca decorazione della chiesa, in tutte le sue espressioni, fin dagli anni in cui cominciò ad essere programmata ed attuata. Certo il ruolo centrale che ben presto assunse nello stato veneziano rendono comprensibile l’importanza che venne ad avere. Nondimeno la domanda resta aperta ed interessante. L’attenzione, dunque, per il significato della decorazione del pavimento in rapporto alla decorazione musiva ed alla struttura architettoni- ca richiama o addirittura aggiunge problemi di vasta portata. Comunque quanto s’è detto non deve far dimenticare la funzione primaria del presente lavoro, che va considerato innanzitutto come una guida di tipo particolare; guida preziosa in quanto offre la possibilità di un approccio e di una esplorazione di aspetti tanto suggestivi della chiesa di San Marco. Prof. Gianfranco Ferrarese (Università Ca’ Foscari di Venezia) Venezia 1997