ASTROfiSICa I l s i s t e ma p e r i od i co de l c o s mo Un semplice diagramma, pubblicato esattamente un secolo fa, è ancora oggi il più importante strumento concettuale dell’astrofisica stellare Rogelio Bernal Andreo/deepskycolors.com di Ken Croswell L’ammasso stellare delle Pleiadi, uno dei più noti e studiati, è così giovane che molte delle sue stelle blu massicce, di vita breve, splendono ancora. Questo ammasso è stato l’oggetto del primo «sistema periodico» pubblicato in astronomia, quello che oggi chiamiamo diagramma di Hertzsprung-Russell. 44 Le Scienze 517 settembre 2011 l’ astronomia moderna ci presenta l’immagine vivida di un universo nato da un’enorme esplosione, popolato da stelle esotiche che vanno dalle colossali supergiganti rosse, grandi come un sistema solare di modeste dimensioni, fino a oggetti iperdensi come le nane bianche e buchi neri più piccoli della Terra. Queste scoperte sono ancora più entusiasmanti se si pensa che gli scienziati riescono a effettuarle a partire dalla rilevazione di sorgenti luminose debolissime: a volte una manciata di fotoni. Una delle chiavi dei loro successi è una rappresentazione grafica pubblicata da due astronomi esattamente un secolo fa. Le Scienze 45 Guida al diagramma H-R COLORE E TIPO STELLARE Il colore di una stella rispecchia la sua temperatura superficiale, da un rosso «tiepido» (estrema destra) a un rovente blu (estrema sinistra). Gli astronomi dividono le stelle in sette tipi spettrali principali, in base a quali elementi chimici degli strati esterni assorbono la luce, il che a sua volta dipende della temperatura: O, B, A, F, G, K e M. 0 0 B B A A F 10.000.000 10.000.000 F G G K K M M T IPO T IPO SPET SPET TRAL TRAL E E –12 –12 –11 –11 1.000.000 1.000.000 –10 –10 ETA CARINAE ETA CARINAE –9 –9 DENEB DENEB –7 –7 ALNILAM ALNILAM 10.000 10.000 10001000 1 1 1⁄101⁄10 HZ 43 HZA43 A SSTT EELL LLEE NANE BRUNE Una frontiera della ricerca astronomica è l’individuazione e caratterizzazione delle nane brune, stelle di massa insufficiente a sostenere la fusione nucleare. Nel diagramma H-R si sovrappongono alle stelle più rosse e deboli nell’angolo inferiore destro e proseguono scomparendo verso destra. Per classificarle, dieci anni fa furono introdotti i tipi spettrali L e T (non mostrati nell’illustrazione). 46 Le Scienze MIRFAK MIRFAK STELLA STELLA POLARE POLARE ENIFENIF EPSILON EPSILON GEMINORUM GEMINORUM ZETAZETA GEMINORUM GEMINORUM II T T AANN G G SSUUPPEERR GGI I ETA AQUILAE ETA AQUILAE BETABETA CAMELOPARDALIS CAMELOPARDALIS ALPHA ALPHA AQUARII AQUARII DELTA DELTA CEPHEI CEPHEI BETABETA AQUARII AQUARII LAMBDA LAMBDA VELORUM VELORUM CAPELLA CAPELLA Ab Ab RS CANUM RS CANUM VENATICORUM VENATICORUM PROCYON PROCYON A A MENKAR MENKAR MIRACH MIRACH BETABETA PEGASI PEGASI ALPHARD ALPHARD KOCHAB KOCHAB ALGEIBA ALGEIBA A A ARCTURUS ARCTURUS CAPELLA CAPELLA Aa Aa ETA DRACONIS ETA DRACONIS GGI IGGAANNTTI I BETABETA CASSIOPEIAE CASSIOPEIAE GAMMA GAMMA DORADUS DORADUS ALGEIBA ALGEIBA B B –3 –3 ALBIREO ALBIREO A A DUBHE DUBHE DELTA DELTA SCUTI SCUTI RR LYRAE RR LYRAE 1⁄100 1⁄100 2 2 ERIDANI ERIDANI B B OMICRON OMICRON SIRIOSIRIO B B 1⁄1000 1⁄1000 ETAMIN ETAMIN ZZ CETI ZZ CETI GD 165 GD 165 G 29-38 G 29-38 –1 –1 GAMMA GAMMA CRUCIS CRUCIS 0 1⁄10.000 1⁄10.000 POLLUCE POLLUCE MIRAMIRA ETA ETA BOÖTIS BOÖTIS BETABETA HYDRI HYDRI XI OPHIUCHI XI OPHIUCHI A A UPSILON UPSILON ANDROMEDAE ANDROMEDAE KAPPA KAPPA FORNACIS FORNACIS PI3 ORIONIS PI3 ORIONISNU PHOENICIS NU PHOENICIS BETABETA COMAE COMAE BERENICES BERENICES IOTAIOTA HOROLOGII HOROLOGII MU ARAE MU ARAE CHI DRACONIS CHI DRACONIS A A 16 CYGNI 16 CYGNI B B DELTA PAVONIS PAVONIS ZETAZETA TUCANAE TUCANAE ETA CASSIOPEIAE ETA CASSIOPEIAE A A DELTA 14 HERCULIS 14 HERCULIS S O S L E O L E61 VIRGINIS 1 1 54 PISCIUM ALPHA MENSAE MENSAE54 PISCIUM ORIONIS ORIONIS A A CHI CHI 61 VIRGINIS ALPHA 70 OPHIUCHI 70 OPHIUCHI A A 2 2 82 ERIDANI 82 ERIDANI ZETAZETA RETICULI RETICULI 12 OPHIUCHI 12 OPHIUCHI XI BOOTIS XI BOOTIS A A ALPHA ALPHA CENTAURI CENTAURI B B 47 URSAE 47 URSAE MAJORIS MAJORIS 1 1 ZETAZETA RETICULI RETICULI 107 PISCIUM 107 PISCIUM2 2 TAU TAU CETICETI 16 CYGNI 16 CYGNI A A OMICRON OMICRON ERIDANI ERIDANI A A SIGMA SIGMA DRACONIS DRACONIS ALPHA ALPHA CENTAURI CENTAURI A A EPSILON EPSILON ERIDANI ERIDANI MU CASSIOPEIAE MU CASSIOPEIAE A A 36 OPHIUCHI 36 OPHIUCHI A A 51 PEGASI 51 PEGASI 36 OPHIUCHI 36 OPHIUCHI B B GROOMBRIDGE GROOMBRIDGE 18301830 18 SCORPII 18 SCORPII CHI DRACONIS CHI DRACONIS B B EPSILON EPSILON INDI INDI 36 OPHIUCHI 36 OPHIUCHI C C BY DRACONIS BY DRACONIS A A 70 OPHIUCHI 70 OPHIUCHI B B 61 CYGNI 61 CYGNI A A XI BOOTIS XI BOOTIS B B STEIN STEIN 20512051 A A WOLF WOLF 629 629 ROSSROSS 154 154 GROOMBRIDGE GROOMBRIDGE 34 B34 B KRÜGER KRÜGER 60 B60 B 10.000 10.000 K K 7500 7500 K K 517 settembre 2011 6000 6000 K K www.lescienze.it +4 +4 +5 +5 +6 +6 +7 +7 +8 +8 +13+13 +14+14 +15+15 +16+16 +17+17 +18+18 STELLA STELLA DI VAN DI VAN BIESBROECK BIESBROECK +19+19 LHS LHS 20652065 DENIS DENIS 1048–3956 1048–3956 LHS LHS 29242924 SCR SCR 1845–6357 1845–6357 A A LP 944–20 LP 944–20 +20+20 T EMTPERATU EM PERATU RA RA SU PERFI SU PERFI C IALE C IALE 31.000 31.000 K K 2 2 OMICRON OMICRON ERIDANI ERIDANI C C ROSSROSS 614 A614 A STELLA STELLA DI BARNARD DI BARNARD EQ PEGASI EQ PEGASI B B ROSSROSS 128 128 GICLAS GICLAS 51-15 51-15 STELLA STELLA DI DI LHS LHS 292 292 TEEGARDEN TEEGARDEN VB 8VB 8 LHS LHS 30033003 ESO ESO 439–26 439–26 1⁄1.000.000 1⁄1.000.000 +3 +3 +9 +9 YZ CETI YZ CETI ROSSROSS 248 248 GICLAS GICLAS 208–44 208–44 A A WOLF WOLF 424 A424 A LUYTEN LUYTEN 726–8 726–8 A A GICLAS 9–389–38 A A GJ 1061 GJ 1061 GICLAS LHS LHS 288 288 LUYTEN LUYTEN 789–6 789–6 A A GICLAS GICLAS 208–45 208–45 PROXIMA PROXIMA CENTAURI CENTAURI LUYTEN LUYTEN 726–8 726–8 B B ROSSROSS 614 B 614 B WOLF WOLF 359 359 LP 658–2 LP 658–2 1⁄100.000 1⁄100.000 +2 +2 LACAILLE LACAILLE 93529352 +10+10 GROOMBRIDGE GROOMBRIDGE 34 A34 A LALANDE LALANDE 21185 21185 WOLF WOLF 630 A630 A STELLA STELLA DI KAPTEYN DI KAPTEYN AD LEONIS AD LEONIS +11+11 STRUVE STRUVE 23982398 A A EQ PEGASI EQ PEGASI A A EV LACERTAE EV LACERTAE GLIESE GLIESE 581 581 KRÜGER KRÜGER 60 A60 A GLIESE GLIESE 876 876 WOLF WOLF 10611061 +12+12 STRUVE STRUVE 23982398 BYZ BCANIS STELLA STELLA DI LUYTEN DI LUYTEN YZ CANIS MINORIS MINORIS STELLA STELLA DI VAN DI VAN MAANEN MAANEN HHE E +1 +1 LALANDE LALANDE 21258 21258 A A STEIN STEIN 20512051 B B GICLAS GICLAS 240–72 240–72 0 HAMAL HAMAL DDEE LLLLAA SSEEQQ UUEENN ZZAA PPRR I INN CCI I PPAA LLEE NNAA NNEE BBI I AANNCC –2 –2 ALPHA ALPHA HERCULIS HERCULIS BETABETA GRUIS GRUIS MU GEMINORUM MU GEMINORUM ALDEBARAN ALDEBARAN PROCIONE B B EG 82 EG 82 PROCIONE 50.000 50.000 KELVIN KELVIN –4 –4 ZETAZETA AURIGAE AURIGAE ALMACH ALMACH BETABETA DRACONIS DRACONIS BETABETA CORVI CORVI DENEB DENEB KAITOS KAITOS –5 –5 PI PUPPIS PI PUPPIS GROOMBRIDGE GROOMBRIDGE 16181618 61 CYGNI 61 CYGNI B B BY DRACONIS BY DRACONIS B B ETA CASSIOPEIAE ETA CASSIOPEIAE B B LACAILLE LACAILLE 87608760 YY GEMINORUM YY GEMINORUM GLIESE GLIESE 890 890 GLIESE GLIESE 229 A229 A LB 1497 LB 1497 SOLE Il Sole fa parte della sequenza principale. Alla nascita era una debole protostella e, quando avrà esaurito l’idrogeno nel nucleo, diventerà una gigante rossa e infine una nana bianca. Contrariamente a un’opinione diffusa, il Sole non è una stella ordinaria; nel diagramma H-R circa il 95 per cento delle stelle si trova sotto di esso. 89 HERCULIS 89 HERCULIS GAMMA GAMMA VIRGINIS VIRGINIS –6 –6 BETELGEUSE ANTARES ANTARESBETELGEUSE VV CEPHEI VV CEPHEI CANOPUS CANOPUS ATLAS ELECTRA ELECTRAATLAS MEROPE MEROPE EL NATH EL NATH THUBAN THUBAN ZUBENESCHAMALI ZUBENESCHAMALI PLEIONE PLEIONE ALKAID ALKAIDREGULUS ALHENA ALHENA REGULUS ALBIREO ALBIREO B B ALIOTH ALIOTH ALGOL ALGOL A COR A COR CAROLI CAROLI MIZAR MIZAR A A PHECDA PHECDA MERAK MERAK GEMMA GEMMA MENKALINAN MENKALINAN VEGAVEGA ZUBENELGENUBI ZUBENELGENUBI RASALHAGUE MEGREZ MEGREZRASALHAGUE SIRIOSIRIO A A ALDERAMIN ALDERAMIN FOMALHAUT FOMALHAUT DENEBOLA DENEBOLA ALCOR ALCOR ALTAIR ALTAIR BETABETA PICTORIS PICTORIS 100 100 10 10 ETA LEONIS ETA LEONIS 5300 5300 K K 3900 3900 K K 2200 2200 K K Le Scienze Pitch Interactive (grafica); Ken Croswell (dati stellari) IOTAIOTA ORIONIS ORIONIS SAIPH SAIPH 1 1 ORIONIS ORIONIS C C THETA THETA BETABETA CANIS CANIS MAJORIS MAJORIS BETABETA CENTAURI CENTAURI ZETAZETA OPHIUCHI OPHIUCHI LYRAE LYRAE A A ADHARA ADHARABETABETA AE AURIGAE AE AURIGAE 1 1 CRUCIS CRUCIS ALPHA ALPHA SPICA SPICA BETABETA CRUCIS CRUCIS 2 2 SHAULA SHAULA A A CRUCIS CRUCIS ALPHA ALPHA MU COLUMBAE MU COLUMBAE BELLATRIX ALCYONE ALCYONE BELLATRIX ACHERNAR ACHERNAR SHAULA SHAULA B B ZETAZETA PUPPIS PUPPIS LUMINOSITÀ NEL VISIBILE (MAGNITUDO ASSOLUTA) NANE BIANCHE Sono i resti di stelle defunte. Ormai incapaci di generare energia, si compattano in «palle» grandi circa come la Terra. Con il passare del tempo una nana bianca migra verso l’estremità destra del diagramma, fino a diventare quasi invisibile. ALPHA ALPHA CAMELOPARDALIS CAMELOPARDALIS LUMINOSITÀ NEL VISIBILE (MAGNITUDO ASSOLUTA) IPERGIGANTI Le stelle più massicce sono in cima al diagramma. L’attuale primato è di R136a1, che, alla nascita, era 320 volte più massiccia del Sole; da allora ha perso massa espellendo gas. Un’altra stella estremamente massiccia e instabile è Eta Carinae, avviluppata in una nebulosa di gas. R136A1 R136A1 MU CEPHEI MU CEPHEI RIGEL RIGEL LUMINOSITÀ NEL VISIBILE (MULTIPLI DI LUMINOSITÀ SOLARE) GIGANTI E SUPERGIGANTI Sono stelle che si trovavano nella sequenza principale e che, avendo esaurito l’idrogeno nel nucleo, usano come combustibile altri elementi, come l’elio. Se una supergigante rossa sostituisse il Sole, il suo raggio si estenderebbe fino all’orbita di Giove. Queste stelle non restano in una posizione fissa nel diagramma H-R, ma migrano via via che invecchiano. –8 –8 100.000 100.000 LUMINOSITÀ NEL VISIBILE (MULTIPLI DI LUMINOSITÀ SOLARE) SEQUENZA PRINCIPALE Gran parte delle stelle si colloca lungo una diagonale, indicando che la loro luminosità e temperatura sono determinate da una terza proprietà ancora più fondamentale: la massa. Le stelle calde e luminose a sinistra sono le più massicce. Quando una stella inizia a produrre energia mediante la fusione dei nuclei di idrogeno, raggiunge un equilibrio interno stabile e mantiene più o meno la stessa posizione nel diagramma per buona parte della vita. 47 Il diagramma di Hertzsprung-Russell (H-R) è semplice. Mette in relazione due proprietà fondamentali delle stelle: la luminosità intrinseca e la temperatura superficiale (indicata dal colore). In questo modo è diventato per l’astronomia stellare uno strumento analogo al sistema periodico per la chimica. Mentre quest’ultimo raggruppa elementi dalle proprietà chimiche simili – per esempio tutti i gas nobili, come elio, neon e argo, sono nella stessa colonna – il diagramma H-R raggruppa le stelle che si trovano nella medesima fase di vita. Quando fu ideato, nessuno sapeva perché brillano il Sole e le altre stelle. Nessuno sapeva come nascono e muoiono le stelle. Nessuno poteva garantire che il Sole non sarebbe mai esploso. E nessuno sapeva che le stelle hanno forgiato la maggior parte degli elementi che costituiscono la Terra e noi stessi. Dopo aver svolto un ruolo fondamentale nella soluzione di questi problemi, il diagramma H-R continua a guidare gli astronomi nella ricerca di altre risposte. Esiste un limite alla massa di una stella? Com’erano le prime stelle nate dopo il big bang? Quando apparirà la prossima supernova nella nostra galassia? Uno sguardo al bestiario stellare «Nessuno immaginava che sarei diventato un astronomo», dichiarò lo scienziato danese Ejnar Hertzsprung. In effetti, quando aveva vent’anni, la famiglia vendette i libri di astronomia del padre defunto. Ma Hertzsprung non si perse d’animo. Il suo primo diagramma che metteva in relazione luminosità e colore degli ammassi stellari risale al 1908. L’astronomo tedesco Hans Rosenberg, che verosimilmente conosceva il lavoro di Hertzsprung, pubblicò un diagramma analogo nel 1910 e lo stesso Hertzsprung ne pubblicò diversi nel 1911. All’epoca, Hertzsprung era un perfetto sconosciuto, mentre Henry Norris Russell, che realizzò il suo diagramma nel 1913, senza conoscere il lavoro di Hertzsprung, era uno dei più insigni astronomi statunitensi. Dato il suo prestigio, gli astronomi iniziarono a usare il nome «diagramma di Russell», che poi divenne «diagramma di Russell-Hertzsprung» e infine – ripristinando la priorità storica – «diagramma di Hertzsprung-Russell». Collocando le stelle nel diagramma H-R, gli astronomi notarono evidenti raggruppamenti. La grande maggioranza, compreso il Sole, giace su una diagonale che va dall’angolo superiore sinistro (stelle calde e luminose) all’angolo inferiore destro (stelle fredde e deboli) (si veda l’illustrazione nelle pagine precedenti). Questa diagonale, la sequenza principale, è sorprendente, poiché correla stelle che appaiono molto diverse tra loro. Tutte le stelle della sequenza principale generano luce con lo stesso meccanismo: reazioni di fusione nucleare che convertono idrogeno in elio al centro della stella. Maggiore è la massa di una stella della sequenza principale, più elevata è la temperatura nel centro e più velocemente procedono le reazioni di fusione, rendendo la stella è più calda e luminosa. Perciò la sequenza principale è in realtà una sequenza ordinata in funzione della massa. Un altro gruppo di stelle si trova sopra e a destra della sequenza principale. Consiste di stelle più luminose di quelle della sequen- Ken Croswell, specializzatosi in astronomia alla Harvard University, è astronomo e scrittore. Il suo libro The Alchemy of the Heavens (Anchor, 1995) è stato finalista al Los Angeles Times Book Prize. 1 miliardo di chilometri za principale che hanno la stessa temperatura e colore. La maggior parte di esse è più fredda del Sole, e tutte sono più brillanti. A prima vista può sembrare contraddittorio: più una stella è fredda, minore è la radiazione che emette per unità di superficie, per cui come fa una stella rossa fredda essere da 100 a 10.000 volte più brillante del Sole? La risposta è nelle dimensioni colossali di queste stelle, che gli astronomi chiamano giganti e supergiganti. Sono stelle della sequenza principale che hanno esaurito l’idrogeno che le alimentava al centro. Le supergiganti muoiono con un’esplosione di supernova, mentre le giganti escono di scena in modo meno impressionante. Il diagramma H-R rivela anche il destino delle giganti. Esso contiene un gruppo di stelle che formano una diagonale al di sotto della sequenza principale: ciò significa che, a parità di temperatura e colore, sono meno luminose rispetto alle stelle della sequenza principale. Per lo stesso ragionamento esposto in precedenza, queste stelle devono essere di piccole dimensioni, e infatti vengono chiamate nane bianche. A dispetto del nome, però, ricadono in un ampio intervallo di colori. Questi oggetti sono i nuclei densi ed estremamente caldi di stelle giganti che hanno espulso i propri strati più esterni. Non essendo più in grado di sostenere rea­zioni nucleari, con il passare del tempo di solito si raffreddano e svaniscono. Se fanno parte di un sistema binario, tuttavia, possono risucchiare materia dalla stella compagna e, raggiunta la massa critica, esplodere come supernove. I caratteristici e onnipresenti raggruppamenti del diagramma H-R permettono di ricavare anche proprietà stellari che non sono mostrate direttamente. Per esempio, gli astronomi determinano l’età di un ammasso stellare costruendo un diagramma H-R limitato alle stelle che fanno parte dell’ammasso. Si nota così che nell’ammasso delle Pleiadi la sequenza principale include stelle blu molto luminose, mentre nell’ammasso delle Iadi queste stelle sono assenti. Di conseguenza, le Iadi devono essere più antiche; le brillanti stelle blu un tempo presenti nell’ammasso si sono estinte. La supergigante rossa Betelgeuse è una delle pochissime stelle che al telescopio appaiono come un disco anziché un semplice punto luminoso. Questa immagine nell’infrarosso vicino è stata realizzata dal Very Large Telescope dello European Southern Observatory. Più grosse e più cattive Il diagramma H-R è tuttora uno strumento vitale. Buona parte delle attuali ricerche di astronomia stellare può essere interpretata come un modo per esplorare gli estremi del diagramma. In basso a destra ci sono le stelle più deboli, più rosse e meno massicce. La sequenza principale termina con fioche stelle rosse la cui massa è pari all’8 per cento circa di quella solare. Oltre questo limite inizia il dominio delle nane brune, stelle di massa insufficiente per Una caratteristica notevole dell’astronomia è la capacità di ricavare un gran numero di informazioni da sorgenti luminose debolissime. Parte del segreto di questa capacità è in una 48 Le Scienze rappresentazione grafica detta diagramma di Hertzsprung-Russell (H-R), che nel 2011 compie un secolo di vita. Il diagramma H-R mette in relazione luminosità e temperatura delle stelle, evidenziando chiari raggruppamenti che permettono di classificare le stelle in funzione della loro fase di vita e che rivelano come la maggior parte delle loro proprietà sia, in ultima analisi, determinata dalla massa. Il diagramma H-R ha aiutato a dedurre che gran parte delle stelle brilla grazie a reazioni di fusione nucleare, ed è tuttora uno strumento fondamentale per l’astronomia. 517 settembre 2011 P. Kervella/ESO In breve sostenere la fusione nucleare, le cui proprietà e origini sono ancora un enigma per gli astronomi (si veda l’articolo La misteriosa origine delle nane brune, di Subhanjoy Mohanty e Ray Jayawardhana, in «Le Scienze» n. 451, marzo 2006). All’estremo opposto, la zona in alto a sinistra del diagramma H-R ospita le stelle più luminose, calde e massicce della sequenza principale. Ma c’è un limite superiore alla massa di una stella? Le stelle luminose sono facili da osservare, ma studiarle è difficile perché sono rare. Le poche che nascono esauriscono il loro combustibile così rapidamente da esplodere dopo qualche milione di anni. Gli studi su ammassi stellari molto giovani indicano che il limite superiore si colloca a circa 150 masse solari. Nel 2010, però, Paul Crowther, dell’Università di Sheffield, e collaboratori hanno alzato la posta affermando che una stella della Grande Nube di Magellano – una piccola galassia vicina – è così luminosa e blu che la sua massa alla nascita doveva essere pari a 320 masse solari. Alcuni astronomi, però, sono scettici su questa stima della massa, poiché presuppone che la stella si conformi agli stessi andamenti di massa, luminosità e temperatura osservati nelle stelle ordinarie della sequenza principale. Comunque stiano le cose, le primissime stelle dell’universo dovevano essere ancora più grandi. Nel big bang furono sintetizzati i tre elementi più leggeri: idrogeno, elio e un po’ di litio. Il brodo primordiale era privo di carbonio e ossigeno, i quali emettono radiazione infrarossa che sfugge dalle attuali nubi interstellari consentendo loro di raffreddarsi e suddividersi. Pertanto le più antiche nubi gassose dove avveniva la formazione stellare dovevano essere calde e di grandi dimensioni, tali da dare origine a stelle con masse centinaia di volte superiori a quella del Sole (si veda l’articolo Le stelle più antiche dell’universo, di Richard B. Larson e Volker Bromm, in «Le Scienze» n. 401, gennaio 2002). In tal caso, si trattava di oggetti ancora più luminosi e caldi delle più estreme tra le stelle attuali; la loro posizione si troverebbe al di sopra e a sinistra dell’angolo superiore sinistro del diagramma H-R. Una stella di massa otto volte superiore a quella del Sole è destinata a esplodere (si veda l’articolo Catastrofisica: quando esplode una stella, di Wolfgang Hillebrandt, Hans-Thomas Janka ed Ewald Müller, in «Le Scienze» n. 460, dicembre 2006). Ogni anno si osser- www.lescienze.it vano centinaia di esplosioni di supernova in altre galassie. Ma è dal 1604 – quando ancora non era stato introdotto il telescopio – che non si ammira una di queste esplosioni nella Via Lattea. Quale sarà la prossima stella ad autodistruggersi e quando la vedremo? Nella Via Lattea si verificano circa due esplosioni di supernova per secolo, ma non siamo certi di riuscire a osservarle. La nostra galassia è enorme – assai più grande della maggior parte delle altre – e il disco è intasato da polvere interstellare, che è in grado di bloccare anche la luce di una supernova. In effetti, oltre cinquant’anni fa fu individuata una gigantesca nube di detriti che prese il nome di Cassiopea A; la luce dell’esplosione che la generò raggiunse la Terra alla fine del Seicento, ma passò inosservata. Perciò, per farsi notare nel cielo, una stella massiccia che esplode deve essere vicina, probabilmente entro 20.000 anni luce di distanza dalla Terra. Per individuare stelle che sembrano prossime all’esplosione gli astronomi cercano nella zona in alto a destra del diagramma H-R, dove risiedono le supergiganti rosse. Le più prossime e luminose sono Betelgeuse e Antares, che distano dalla Terra rispettivamente 640 e 550 anni luce: sono quindi abbastanza vicine perché la loro esplosione raggiunga una luminosità confrontabile con quella della Luna, ma abbastanza lontane da non costitui­ re un pericolo. Ma il cosmo riserva sempre qualche sorpresa. La famosa supernova del 1987 nella Grande Nube di Magellano non è stata prodotta da una supergigante rossa ma da una massiccia stella blu. Oggetti simili si trovano anche nella nostra galassia, e includono due delle stelle più vistose del cielo notturno, Deneb e Rigel. In alternativa, potremmo osservare un tipo diverso di supernova, che si verifica quando una nana bianca supera una certa massa critica. Sebbene queste supernove siano più rare, sono anche più luminose e, poiché di solito si trovano sopra o sotto il piano ricco di polvere del disco galattico, sono più facili da individuare. Delle cinque supernove nella nostra galassia che sono state osservate a partire dal 1000 d.C., tre – e forse quattro – erano esplosioni di nane bianche. Purtroppo le stelle di questa classe sono così deboli che non è facile identificare le candidate a una imminente esplosione di supernova. Nondimeno, la radiazione emessa dalla prossima supernova galattica sta propagandosi verso di noi in questo stesso istante. Quando infine ci raggiungerà, gli astronomi rintracceranno la posizione della stella progenitrice nel diagramma H-R per ricostruirne la vita e la morte. Hertzsprung e Russell sarebbero compiaciuti nel sapere che il loro semplice strumento è ancora oggi così prezioso. Oltre a ciò, il suo successo ha ispirato la creazione di diagrammi analoghi relativi ad altre classi di oggetti celesti, in particolare i molti pianeti extrasolari individuati finora. Un simile diagramma potrebbe svelare una messe di informazioni sulla parentela galattica della Terra non meno copiosa delle conoscenze che il diagramma H-R ha fornito sulla stirpe del Sole. n p e r a pp r o f o n d i r e The Cambridge Encyclopedia of Stars. Kaler J.B., Cambridge University Press, 2006. Toward Understanding Massive Star Formation. Zinnecker H. e Yorke H.W., in «Annual Review of Astronomy and Astrophysics», Vol. 45, pp. 481-563, 2007. Progenitors of Core-Collapse Supernovae. Smartt S.J., in «Annual Review of Astronomy and Astrophysics», Vol. 47, pp. 63-106, 2009. The Lives of Stars. Croswell K., Boyds Mills Press, 2009. How Did the First Stars and Galaxies Form? Loeb A., Princeton University Press, 2010. Le Scienze 49