Dopo la
“tempesta perfetta”:
da Wall Street a Main Street
Crisi finanziaria, economia reale e Pmi
Giuseppe Garofalo
Università della Tuscia
Æ Partiamo dai “fondamentali”:
Ruolo del sistema finanziario: suo nesso
imprescindibile con il sistema reale
Æ Dopo accenneremo alle degenerazioni
che si sono prodotte nel periodo più
recente: scostamento dalla funzione sua
propria e ipertrofia
2
Economia finanziaria
vs economia reale
Risparmio Æ Finanziamento esterno
Famiglie
- Obbligaz
- Azioni
Imprese
Investimenti
produttivi
Sistema economico
3
Schema con intermediazione
Famiglie
Istituzioni
finanziarie
(bancarie e non)
to
en
iam o
nz eg
na pi
Fi Im
Æ
io
m
r olta
a
sp acc
i
R R
Æ
Imprese
Investimenti
produttivi
Sistema economico
4
Ottica delle decisioni
•
Nelle decisioni di tutti gli operatori l’orizzonte di riferimento non è
l’oggi, ma il futuro, +/- immediato
- il risparmiatore si chiede: riesco a garantire la conservazione e la
valorizzazione delle somme da me risparmiate?
- l’imprenditore si chiede: riesco ad ottenere un ritorno (profitti
netti) dalle somme che sto investendo?
- l’intermediario finanziario si chiede: è sicura la restituzione del
prestito che sto concedendo?
•
•
Il futuro implica:
# incertezza,
# assunzione di rischio,
# necessità di fare previsioni (condizionate dallo
stato delle aspettative)
Per contenere l’incertezza si può operare in vario modo:
→ diversificazione
→ polizze assicurative tramite il sistema
→ mercati a termine
finanziario
5
Il nostro punto di riferimento
L’Imprenditore (al pari dell’Intermediario finanziario, ma
anche del Risparmiatore), anche se piccolo, opera in un
contesto sempre più complesso con influenze a livello:
- Micro (Aziendale-Settoriale)/Macro (Sistema economico)
- Reale (Produttivo)/Finanziario
- Comportamenti privati/Comportamenti dei poteri pubblici
- Locale/Nazionale/Internazionale/Globale
Necessità di una cassetta di attrezzi adeguata: Æ
•Importanza del Capitale umano [proprio e dei
collaboratori];
• Reinterpretazione del proprio ruolo [al posto della
comoda, ma noiosa, routine, la ricerca di nuove strade in
un contesto dinamico, non subito passivamente]
6
Economia reale ed
economia finanziaria:
quattro opzioni
1. Non esistono relazioni tra le due [Tesi finora prevalente, data anche la
complessità delle questioni finanziarie]
2. Variazioni dell’attività economica influenzano le variazioni nel mercato
finanziario, intervenendo nella formazione delle aspettative sui rendimenti
futuri;
3. Variazioni del mercato finanziario anticipano le variazioni dell’attività
economica, in quanto:
a) i rendimenti (positivi o negativi) delle attività finanziarie influenzano
la ricchezza complessiva e, quindi, il consumo e la produzione,
b) l’andamento positivo o negativo del mercato finanziario è provocato
dalla mutazione delle aspettative sul futuro, le quali, se ipotizzate razionali e
corrette, dovrebbero anticipare crescite e recessioni;
4. L’economia reale e finanziaria si influenzano a vicenda [Tesi più corretta]
7
Ruolo del sistema finanziario
Compito del sistema finanziario (mercati + intermediari) è quello di valutare il
grado di rischiosità degli investimenti e definire prezzi dei titoli che
compensino gli investitori dalla volatilità dei ritorni attesi (Æ premi al
rischio).
Valutazione e prezzamento Æ funzioni molto delicate che richiedono
competenza ed indipendenza di giudizio da parte del valutatore.
Due esiti possibili:
- la valutazione e il prezzamento riescono: l’economia
reale funziona regolarmente
- valutazione e prezzamento sono ostacolati: l’economia
reale entra in crisi
8
Tendenze recenti nei sistemi finanziari
•
•
•
•
•
•
Forte interdipendenza tra intermediari e mercati
Commistioni tra banche commerciali (credito a breve) e banche
d’investimento (credito a lungo termine)
Liberalizzazione movimenti di capitali, senza un’autorità di vigilanza
internazionale
Innovazione finanziaria:
- modello di intermediazione: Buy-and-hold
vs Originate-to-distribute
- processo di “cartolarizzazione” (trasferimento del rischio)
- sviluppo dei “derivati” (options, futures, …)
Accanto agli operatori tradizionali nuovi operatori globali: hedge
fund, private equity (venture capital), fondi sovrani
Ricorso al leverage Æ Acquisti di attività con un investimento
minimo
9
La leva finanziaria
•
Il leverage, ossia il rapporto di indebitamento di un'impresa, è dato da:
•
Il concetto può essere esteso al risparmiatore-investitore. Quest’ultimo, se è prudente, effettua
investimenti pari al capitale a disposizione; volendo, però, può prendere posizioni sul mercato per
un valore molto superiore al capitale a sua disposizione, amplificando così i profitti o le perdite
(che possono anche superare il capitale).
Una leva pari a 1 esprime la situazione di coincidenza tra ammontare investito (ad es. 100) ed
ammontare del capitale proprio (100), mentre una leva pari a 4 significa investire una cifra (400) 4
volte superiore al capitale disponibile (100).
Pro e contro: la leva finanziaria consente di moltiplicare i profitti, ma anche le perdite rispetto
all’utilizzo del solo capitale proprio. In alcuni casi le perdite possono superare anche le garanzie.
•
10
"Datemi una leva abbastanza lunga e un punto d'appoggio,
e vi solleverò il mondo."
(Archimede)
•
•
•
Sfruttare la leva finanziaria, in sostanza, vuol dire prendere in prestito dei
capitali, utilizzando un investimento di capitale minimo e confidando nella
propria capacità di investirli ottenendo un rendimento maggiore del tasso di
interesse richiesto dal prestatore.
Le tecniche più diffuse sono:
– il prestito di denaro da investire (ad es. 80% finanziato e 20% capitale
proprio)
– gli strumenti derivati (futures e opzioni, cioè impegni di acquisto o
vendita a scadenze predeterminate, di un bene o un titolo ad un prezzo
predeterminato, con un versamento iniziale di c.a il 10% e, pertanto,
con una leva di 1 a 10)
– i Leverage BuyOut.
Un caso eclatante di sfruttamento della leva finanziaria è dato dagli hedge
fund. Questi operatori spesso utilizzano valori della leva assai elevati
(l'indebitamento finanziario netto di un hedge fund è spesso 1.000 volte
superiore al suo patrimonio netto!).
11
Due motori della crescita
entrati in affanno
•
Alan Greenspan,
Governatore Fed 1987-2006
Economia americana:
grazie al suo indebitamento (debito privato + debito pubblico + debito
estero) e alla stampa di $ Æ 1/5 del Pil mondiale dipende da quanto
spendono i cittadini americani
Un motore, però, dipendente dalle “bolle speculative” (titoli delle dot-com,
dei mercati emergenti, delle proprietà immobiliari, delle materie prime)
Secondo Daniel Gross, editorialista del 'New York Times‘, le bolle
speculative si spiegano con le caratteristiche degli Americani, ottimisti, facili
agli entusiasmi, orientati al rischio, con il mito del self made man. Hanno la
funzione di motore dell'economia nel processo di “distruzione creatrice”.
•
Economia cinese:
nel 2007 ha contribuito per il 27% alla crescita dell’economia mondiale
(fonte: Fmi)
12
Il trait d’union tra finanza e crescita:
gli effetti ricchezza
• Ricchezza [Patrimonio] = Ricchezza reale + Ricchezza
finanziaria Æ Valore abitazioni + Valore dei titoli in
portafoglio
- Fase espansiva [Prezzo abitazioni ↑ - Prezzo dei
titoli ↑] Æ Ricchezza ↑ Æ Domanda ↑ Æ
Migliorano le prospettive di profitto Æ
Indebitamento ↑
- Fase recessiva [Prezzo abitazioni ↓ - Prezzo dei
titoli ↓] Æ Ricchezza ↓ Æ Domanda ↓ Æ
Peggiorano le prospettive di profitto Æ
Difficoltà di finanziamento
13
• Crisi e Pmi
• Oltre la crisi
14
Quattro modi di dire crisi
•
Recessione: è una situazione macroeconomica caratterizzata da livelli di
attività produttiva più bassi di quelli che si otterrebbero usando
completamente tutti i fattori produttivi a disposizione.
Nella recessione la variazione del PIL reale rispetto all'anno precedente è
negativa (tecnicamente il PIL reale deve diminuire per almeno due trimestri
consecutivi).
Sintomi delle fasi di recessione sono la diminuzione del tasso di crescita
della produzione, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione del tasso
di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle
imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione
della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori.
Riferimento: Italia 1975, 1993, 2008 [in generale Eurozona, e non solo]
•
Depressione: è una crisi economica più grave della recessione. Di solito si
accompagna a una deflazione dei prezzi e ad un ristagno di liquidità
[trappola della liquidità].
Riferimento: la Grande crisi del ’29
15
•
Credit crunch (stretta del credito): un calo significativo (o inasprimento
improvviso delle condizioni) dell'offerta di credito.
Solitamente avviene al termine della fase di espansione, quando le banche
centrali alzano i tassi di interesse per raffreddare l'espansione ed evitare il
rischio inflazione, spingendo gli istituti di credito ad alzare i propri tassi di
interesse e chiudendo l'accesso al credito per chi non può permettersi la
spesa. In altri casi, può avvenire che, sull'onda di fallimenti bancari e ritiro
della liquidità, le banche applichino una chiusura del credito per evitare
esse stesse il fallimento.
A seguito della stretta del credito, possono verificarsi fallimenti sia di
banche che di imprese e famiglie debitrici. I mancati pagamenti che
vengono a crearsi, e gli eventuali fallimenti, si traducono in pignoramenti dei
beni ipotecati a garanzia dei crediti, e un aumento delle proprietà in capo
alla banche.
I crediti in sofferenza espongono gli istituti di credito ad un rischio simile di
pignoramenti o fallimento.
16
•
Deflazione da debiti: in una situazione di eccesso di indebitamento,
qualsiasi shock nello “stato di fiducia” dei creditori, dei debitori o di
entrambi conduce, in sequenza, a:
(1) la liquidazione dei debiti attraverso la svendita di beni;
(2) la contrazione dei depositi, dato che i prestiti vengono ripagati;
(3) una deflazione (caduta) dei prezzi e quindi un aumento
nell’onere del debito espresso in termini reali;
(4) la diminuzione del reddito netto delle imprese e i primi fallimenti;
(5) la caduta dei profitti;
(6) il crollo degli investimenti, del reddito e dell’occupazione;
(7) ulteriore peggioramento dello stato di fiducia;
(8) tesoreggiamento, ovvero ristagno di liquidità;
(9) alterazioni nei tassi di interesse, in particolare una diminuzione
del tasso nominale ed un aumento di quello reale.
17
Previsioni macroeconomiche 2008-2011
(Cer)
•
CONSUMI delle famiglie (variazioni %):
2008 -0,1 [2007 1,4]
2009 -1,0
2010 1,0
2011 1,3
Nuovi modelli di consumo Æ “una nuova frugalità fatta di consumi funzionali conditi con qualche
sfizio” (Censis)
•
RISPARMI delle famiglie (variazioni %):
2008 3,4 [2007 0,2]
2009 10,1
2010 5,8
2011 4,2
•
MARGINE OPERATIVO LORDO delle imprese (in % del valore aggiunto):
2008 24,2 [2007 25,3]
2009 23,9
2010 23,8
2011 23,9
•
“Sfuggire alla prigionia dei caratteri storici e/o originari della società“, lasciando spazio ai seguenti
"agenti" della metamorfosi: "immigrati", " minoranze vitali", "crescita ulteriore della componente
competitiva del territorio", "affermazione di una propensione ad una temperata e misurata
gestione dei consumi e dei comportamenti“ (Censis)
18
Crisi finanziaria + Basilea 2
Effetti su Sistema bancario Æ Crisi di liquidità ed esigenze di
ripatrimonializzazione
Un approfondimento
Basilea 1, l’ accordo, voluto dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ed entrato in vigore nel 1988,
presentava un meccanismo di funzionamento molto semplice: per ogni 100 di credito concesso, le banche
dovevano appostare in bilancio 8 di capitale proprio.
Per passare ad una valutazione più oggettiva del merito di credito, si è adottato un nuovo approccio, appunto
Basilea 2, cui si sta dando esecuzione solo ora. Le necessità di capitale delle banche vengono graduate in
funzione dei livelli specifici di rischio. Si creano così delle classi differenziate di valutazione della clientela, a
cui corrispondono diverse probabilità di insolvenza. Il sistema di rating non è più centrato solo sui requisiti
patrimoniali, ma valuta la qualità della gestione e delle strategie di lungo periodo.
In effetti, questi modelli continuano a sottostimare anche gravemente l’esposizione al rischio, come prova il
fatto che i sistemi di valutazione e gestione del rischio di molte banche statunitensi ed europee oggi in
difficoltà erano sostanzialmente gli stessi di quelli raccomandati da Basilea 2, anche perché le banche hanno
fatto transitare molte delle operazioni più rischiose su entità off-balance sheet, come, ad es., i famigerati “SIV”
(“Structured Investment Vehicles”), strutture per le quali è richiesto dalle regole di Basilea un ridotto impegno
di mezzi propri.
In secondo luogo Basilea 2 fa molto affidamento per valutare il livello di rischio delle attività sul sistema di
rating creditizio delle principali agenzie specializzate in materia (Fitch, Standards & Poor’s, Moody’s) che non
sempre si sono mostrate all’altezza.
Un altro punto debole, emerso con la crisi finanziaria, è relativo al fatto che l’attenzione è concentrata sul
problema della “solvibilità” come indicatore della adeguatezza finanziaria delle banche, mentre, in realtà, le
banche possono presentare anche una questione rilevantissima di “liquidità”.
Il sistema non è stato in grado di discriminare tra un istituto che svolge le attività tradizionali del business
bancario e chi ha un comportamento fortemente speculativo, quasi come un hedge fund.
19
segue
•
Effetti su Tessuto produttivo Æ Crisi di liquidità e razionamento del
credito. Problemi seri per le Pmi
Un approfondimento
Tratti distintivi delle Pmi:
mancata separazione tra proprietà e controllo;
forme di organizzazione “familiare”;
sottocapitalizzazione;
avversione al rischio e alla diluizione del controllo;
prevalente ricorso all’autofinanziamento e sbilanciamento sul credito bancario a breve;
multiaffidamento;
debolezza strutturale sotto il profilo finanziario e dei rapporti con il sistema bancario;
inadeguatezza dell’informativa economico-finanziaria ed assenza di una funzione di finanza aziendale
I rating e le metodologie previsti hanno costi elevati. Alcuni imprenditori, inoltre, lamentano la prospettiva dell'ingerenza
degli istituti nelle decisione strategiche delle aziende come una mancanza di autonomia.
•
Le aziende devono partire dalla costruzione di un database dei propri bilanci riclassificati, in modo da evidenziare
la qualità e l'attendibilità del loro bilancio d'esercizio e da riassumere le rispettive situazioni di redditività, solidità e
liquidità. Evidenziando i punti di forza ma anche i punti di debolezza possono correre immediatamente ai ripari.
•
L’analisi finanziaria previsionale richiede investimenti di non poco conto in strumenti e tecnologie. Sarebbe
auspicabile, in questo senso, che le microimprese instaurassero un rapporto di consulenza con le banche “locali”.
Tale processo, però, incontra barriere di non poco conto, soprattutto psicologiche: è difficile, infatti, che
l'imprenditore si risolva a trasmettere all'esterno dati prima gelosamente custoditi e a sottoporsi al giudizio di terzi.
Ma questo è un passaggio imprescindibile.
20
Che fare?
•
•
•
La dimensione globale dei fenomeni e le interdipendenze tra
comportamenti di attori diversi impone risposte coordinate su scala:
- mondiale [G20]
- europea [Ue]
- nazionale
superando visioni particolaristiche
Il carattere strutturale dei processi richiede risposte di ampio
respiro, smarcandosi da decisioni prese con un’ottica miope di
breve periodo e rimettendo in discussione comportamenti
individualistici o dettati da atteggiamenti ideologici Æ puntare sul
recupero o creazione di una “competitività di sistema”
Non ripiegamento in sé, ma capacità di reazione.
Non attesa di rimedi miracolistici dall’esterno, ma azioni concrete e
capacità di interloquire con chi decide
21
Banche locali:
una risorsa per i territori
•
•
•
•
•
Le banche locali (Banche di Credito Cooperativo, Banche Popolari e Casse di Risparmio) si differenziano per il
modus operandi: rapporto personale con il cliente; stretta correlazione con il tessuto socio-economico di
insediamento e, dunque, forte radicamento territoriale, stabile relazione con il territorio di vocazione, relazioni di
lungo periodo con le PMI.
La vicinanza tra banca locale e PMI fa si che la banca possa valutare con maggior precisione i rischi degli
affidamenti (sia in fase di screening che di monitoring); le PMI possano risolvere le difficoltà legate
all’approvvigionamento delle risorse finanziarie.
Il rafforzamento del rapporto tra l’impresa e la propria banca di fiducia è il perno sul quale puntare. Rischi del
modello del “multiaffidamento”: è importante che l’impresa faccia riferimento agli istituti bancari che ne conoscono
meglio le problematiche e le capacità produttive ed economiche.
Viste le criticità di tipo finanziario, soprattutto per le piccole imprese, il soggetto CONFIDI, di intermediazione e
garanzia nel rapporto tra banca e impresa, è oggi cruciale. Effetto moltiplicatore delle strutture di garanzia e loro
capacità di mettere in movimento una grande mole di finanziamenti. Questione cruciale, questa, se si intende
mantenere aperta la strada non solo alla operatività finanziaria ed economica di moltissime imprese, ma anche e
soprattutto sostenerne la capacità di investimento indispensabile a cogliere le opportunità di ripresa, quando si
presenteranno.
Tutoraggio e sostegno ai progetti di investimento da parte di ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA e BANCHE
LOCALI, per sostenere il credito alle piccole imprese Æ Assistere l’impresa in tutte le fasi di gestione del progetto
aziendale, dalla sua ideazione alla costruzione del business plan, dalla definizione del piano finanziario al
monitoraggio costante della evoluzione della iniziativa imprenditoriale.
La banca locale dovrà dimostrare di saper rispondere agli stimoli esterni, rivisitando i modelli strategici originari,
senza perdere mai di vista i vantaggi legati alle proprie caratteristiche. I repentini mutamenti nelle esigenze dei
clienti, l’impatto della regolamentazione prudenziale, l’aumentata concorrenza nel mercato di tradizionale
operatività, il modello di banca multicanale, impongono alla banca locale un adeguamento per non rischiare la
stessa sopravvivenza.
22
Azioni di ampio respiro
dal lato dell’offerta
Puntare su:
- incrementi di produttività, anche attraverso valorizzazione del
“capitale umano”
- riorganizzazione sistema delle Pmi, puntando su forme di
cooperazione Æ relazioni di filiera, reti [superamento delle
limitazioni dimensionali, risparmi nei costi, migliore
adattamento dei prodotti alle esigenze del mercato]
- attenzione per rapporti (non meramente mercatistici) “a monte” e
“a valle” tra la singola impresa e i soggetti esterni, ivi compresi i
consumatori (non semplice sbocco dei propri prodotti)
- valorizzazione dei territori Æ territori aperti, ma gelosi delle
proprie specificità Æ importanza del “capitale sociale”
- attivazione degli “animal spirits” Æ voglia di intrapresa
23
Le relazioni di filiera
• Scomposizione dei processi produttivi in fasi
differenti (ivi compreso il settore dei servizi di
supporto) caratterizzate da dimensioni ottimali
ridotte: ogni azienda, in corrispondenza delle
proprie competenze distintive, si fa carico della
realizzazione di un segmento specifico della
catena del valore
• Le strette relazioni tra gli operatori, “a monte” e
“a valle”, consentono la ricerca di soluzioni
collaborative Æ filiera integrata
24
Le “reti di imprese ” strumento per superare il gap
legato alla piccola dimensione e alla ridotta forza
contrattuale delle Pmi
•
Aziende che non intendano necessariamente fondersi o ricadere sotto il controllo di un unico soggetto, possono,
grazie alle reti:
- raggiungere una adeguata massa critica e potere negoziale
- allargare la base di offerta di prodotti e servizi, non puntando più sulla concorrenza del
prezzo basso
- condividere investimenti che altrimenti non sarebbero possibili alla singola impresa
(accesso ai mercati esteri, innovazione di prodotto)
- risalire la catena della sub-fornitura aumentando così i margini
- attivare uno scambio di conoscenze e di capacità di saper fare, a tutto vantaggio delle
possibilità di innovazione continua, sia di prodotto sia di processo
- effettuare risparmi di costo condividendo attività e investimenti comuni
- rispondere in modo flessibile alle mutevoli richieste del cliente
•
•
Possibilità di presenza di imprese straniere, sia europee che extra-UE;
Possibilità di presenza di imprese sociali ed enti senza scopo di lucro.
25
Importanza delle reti
•
•
•
•
Possibilità di conseguire vantaggi competitivi tramite la realizzazione
di economie “di scala” e “di scopo”
La Rete forma intermedia tra Impresa [Make] e Mercato [Buy] per
sfruttare interdipendenze e sinergie
Coordinamento informale basato sulla reciproca collaborazione e
fiducia:
- contrattuale (convinzione del rispetto delle norme stabilite)
- nelle competenze (sicurezza che gli altri possiedano le
competenze e le abilità richieste)
- nelle motivazioni
Favorite relazioni di lungo termine
26
Tipi di reti
•
•
•
•
•
Orizzontale: una rete coordinata e organizzata in modo che tutti i
componenti abbiano pari dignità. Un po’ come si realizza nei consorzi, che
possono essere considerati vere e proprie reti d’impresa primordiali;
Verticale: un’azienda leader, chiamata ‘nodo’, guida le altre dettando le
regole;
Ibrida con ‘centri gravitazionali multipli’: di volta in volta, a seconda delle
condizioni di mercato, si creano ‘nodi’ che hanno un ruolo di centro motore
per tutto il sistema
Naturale Æ distretti industriali (sistema d'imprese centrato su un singolo
settore merceologico, a carattere territoriale).
Coordinata (governata): risponde a precisi bisogni dettati dalla
competitività crescente, da fenomeni di outsourcing o dalla necessità di
integrazione di modelli nei processi produttivi.
27
Caratteri da tener presente
nella progettazione della rete
•
•
•
•
Orientamento al consumatore
Risposte in tempo reale
Flessibilità della struttura produttiva
Ricerca del valore nei diversi processi
(siano essi primari o di supporto)
• Importanza del fattore conoscenza
28
Modelli operativi e gestionali
“non convenzionali”
All'inizio degli anni '70 la recessione economica negli Usa aveva
lasciato molte aziende con eccedenze di magazzino, capacità
produttive inespresse, ma soprattutto problemi di liquidità.
Nacquero allora le prime forme di “Corporate Barter” (baratto
aziendale), o scambio merci in compensazione, consistenti
nell'acquistare merci o servizi senza sostenere alcun esborso
monetario. L’acquisto effettuato viene ripagato con la fornitura di
prodotti o servizi che compensano il valore economico di quanto
acquistato e sostituiscono il pagamento in denaro.
Un catalogo, on line, informa sui prodotti o settori merceologici
presenti all’interno del circuito.
Negli Usa movimenta ogni anno oltre 7 miliardi di dollari: lo utilizzano
480.000 aziende ed il 65% delle società quotate al NYSE.
In Italia la piattaforma più importante è BexB S.p.A.
LEVA FINANZIARIA:
LEVA MARKETING:
- dispongo di un affidamento commerciale a tasso
zero
- acquisto beni e servizi nel circuito utilizzando
l’affidamento ottenuto
- non impiego liquidità aziendale
- un canale di vendita complementare rispetto
a quello tradizionale
- strategie di marketing distintive rispetto alla
concorrenza
- grande visibilità nazionale ed internazionale
LEVA COMMERCIALE:
LEVA ECONOMICA:
- ripago gli acquisti effettuati con i miei prodotti
e/o servizi
- acquisisco nuovi clienti
- incremento il fatturato
- il reale “costo di acquisto” dei prodotti e
servizi è pari al solo “costo marginale” del
prodotto venduto
29
“Animal spirits, dove siete finiti?”
(R.Shiller, “Il Sole 24 ore” 16-11-2008)
• Le tendenze spontanee che Keynes aveva individuato
sono attuali.
• Il circolo vizioso volatilità dei mercati-aspettativesfiducia-riduzione dell’attività economica [le profezie che
si autoavverano]
• La fiducia può fare balzi apparentemente capricciosi, sia
in un senso che nell’altro [circoli viziosi, ma anche circoli
virtuosi]
• Se si percepisce un’assenza di governance dei processi,
il clima di aspettative peggiora.
30
Il “capitale sociale” e la “fiducia”
risorse contro la crisi
•
•
Fiducia alternativa a: assicurazione, monitoraggio, sanzioni, ricompense, etc. per ridurre
l’incertezza
Æ Fiducia come “benevolenza”: ci si aspetta che un individuo si comporti con lealtà e non ci
danneggi Æ cooperazione
Æ Fiducia nelle capacità di un individuo di effettuare una data attività, nelle sue competenze
Æ Fiducia nelle istituzioni: si ripone fiducia nei sistemi giudiziari, in quelli scolastici, nei sistemi di
regole esistenti, nei sistemi di certificazione, etc.
La fiducia è un elemento diffuso nei sistemi economici moderni e sta alla base di tutte le
transazioni economiche e sociali che quotidianamente vengono effettuate. Nell’utilizzare il denaro
come sistema di pagamento si ripone fiducia nella moneta come riserva di valore; in realtà, il
denaro è solo una promessa di pagamento, un mezzo la cui accettabilità, data la natura simbolica
del valore, si basa sulla fiducia in chi lo ha emesso.
Fiducia accumulata: reputazione
Capitale sociale: l'insieme delle relazioni interpersonali, formali ed informali (norme, istituzioni,
cooperazione civica, associazionismo, fiducia), essenziali per il funzionamento di società
complesse ed altamente organizzate. Æ Bene pubblico, esternalità
Æ Le reti di relazioni possono assumere un significato positivo o negativo. Relazioni con: capitale
umano, crescita e sviluppo economico [KS come fattore di produzione: Y = F(L, KR, KU, KS)]
31
Tuscia
… segnali contraddittori
•
Questionario:
“Ci si può fidare degli altri (a) oppure
non si è mai troppo prudenti (b)?”
Tuscia: (a) 32,9% - (b) 67,1%
Italia: (a) 35,3% - (b) 64,7%
Meglio: paesi scandinavi, UK
Peggio: Europa dell’Est
•
“Gioco di fiducia” [con offerte vincolanti fatte, preventivamente, via pc,
senza conoscere il proprio ruolo né l’identità della controparte]:
I soggetti A ai quali è stata consegnata una somma (10 €) e proposto di
darne una parte ad un altro, in tal modo triplicandola, hanno rischiato,
mostrando di avere fiducia [offerta media 46%].
D’altra parte, i soggetti B che hanno ricevuto la somma (triplicata), posti di
fronte alla scelta di restituirne una parte al primo, hanno saputo ripagare la
fiducia [offerta media 41%].
32
Tipi di capitale sociale
Bonding : solidarietà all’interno-chiusura all’esterno [ostacolo alla
diffusione della conoscenza e alla socializzazione della fiducia]
Bridging : stabilire ponti con persone che appartengono ad ambienti
socio-economici e culturali diversi [circolazione delle info]
Linking : relazioni tra individui o reti, da un lato, organizzazioni o
istituzioni, dall’altro
Corporate : relazioni in ambito professionale
Tipi di fiducia
Orizzontale : i conoscenti
Intermedia : associazioni di categoria, istituzioni locali
Verticale : istituzioni statali
33
Dimensioni del capitale sociale
nella Tuscia
• Forte peso delle reti di relazioni familiari e dei
legami tra amici e conoscenti
• Scarsa fiducia nell’associazionismo, inteso
come scuola di democrazia e incentivo alla
cooperazione e all’apertura verso l’esterno
• Scarso coinvolgimento nelle associazioni di
categoria
• Scarsa fiducia “verticale” (verso sconosciuti,
diversi, istituzioni)
34
Un riferimento cinematografico
•
“La vita è una cosa meravigliosa” (1946) di F.Capra
La trama: Alla morte del padre, George Bailey [James Steward] rinuncia ad altri
progetti per mandare avanti la società di costruzioni che offre case a buon
mercato a piccoli borghesi e artigiani. Per superare una situazione complicata,
George chiede un finanziamento al vecchio milionario Potter, esoso e senza
cuore, che glielo nega. George, disperato, decide di suicidarsi. Fermato dal suo
angelo custode, viene soccorso finanziariamente dalle persone del suo
quartiere, da lui beneficiate in passato.
Morale: il capitale economico di una società può essere salvato dal capitale
sociale.
35
Per ulteriori approfondimenti:
http://www.unitus.it/dipartimenti/distateq/gar
ofalo/Finance.pdf
Contatto:
[email protected]
36