Nikon D90: la reflex guarda al video Test La D90 è la nuova reflex che Nikon presenta in tempi molto ravvicinati: dopo la entry level D60 e le evolute D3, D300, D700 è la volta della D90, che introduce soluzioni avanzate e la ripresa video. 18 PC PHOTO Gli ultimi dodici mesi sono stati veramente speciali per il marchio giallo e nero. Le novità che si sono avvicendate all’interno del già ampio listino hanno avuto inizio con l’introduzione della promettente D60, di fascia amatoriale, per poi sconvolgere la gamma professionale e amatoriale evoluta con modelli via via perfezionati. Abbiamo visto sfilare sotto i riflettori, nell’arco di poco tempo, reflex come la D3, la D300, la D700 fino ad arrivare alla nuova D90. Quest’ultima si fa carico di una scottante eredità: deve sostituirsi, nelle abitudini dei fotografi non professionisti ma esigenti alla osannata D80, che di certo faticherà a uscire dal cuore degli appassionati. Le attese Che a breve dovesse arrivare una D90 era cosa certa, anche se non si può considerare obsoleta la D80; è una semplice questione di calcolo dei tempi di uscita. Al contrario prevedere le specifiche tecniche della nuova reflex non era decisamente cosa facile e l’unica chiave di interpretazione era l’esame delle ultime macchine presentate. Che la nuova reflex potesse contare sul LiveView era praticamente scontato, a giudicare da come tale funzionalità si sia ‘spalmata’ su tutto il panorama delle nuove reflex prodotte negli ultimi mesi. Meno prevedibile era poter contare sulla funzione D-Movie che porta il video su un corpo macchina reflex, il quale può sfruttare caratteristiche avanzate Il corpo macchina della D90 eredita la solidità e la completezza dei controlli della D80. come ottiche, gestione dell’immagine, Iso elevati. Anche il trapianto di un nuovo sensore, in luogo del precedente da 10 Megapixel, era intuibile e si tratta del 12 Megapixel utilizzato sulla D300 che offre miglioramenti della gestione del rumore e consente di salire a Iso 6400 (espansi). Non inaspettato anche il monitor Lcd, già visto su D3 e D300; il display è quello da 920.000 pixel che ha permesso, con la sua elevatissima definizione, di migliorare notevolmente l’interfaccia grafica dei menu. Se ne avvantaggiano la revisione delle immagini, la ripresa video e la gestione a monitor della macchina, la quale, come la D700, può contare sulla regolazione on-screen dei principali parametri di scatto. Migliora anche la gestione ‘ottica’ della ripresa, con un pentaprisma che permette la copertura del 96% della scena inquadrata e con un mirino più luminoso, all’interno del quale fanno bella mostra di sè gli 11 punti AF capaci di inseguire il soggetto anche in modalità 19 PC PHOTO 3D Tracking. Dal pianeta D3/D300 la D90 prende anche l’uscita video in alta definizione Hdmi, l’impostazione dell’immagine mediante i Picture Control, il processore Expeed e il D-Lighting Attivo, molto superiore a quello passivo che equivale a un editing in post-produzione; e, parlando di editing, non va scordato come Nikon sia stata tra i primi a proporre un corposo set di funzioni di elaborazione dello scatto direttamente all’interno della fotocamera. Ora si aggiungono la correzione della distorsione laterale, dell’inclinazione dello scatto e la simulazione dell’effetto fish-eye. I dati tecnici Un esame più approfondito di quanto ci sia all’interno della D90 consente di apprezzare soprattutto lo sforzo progettuale operato da Nikon nella realizzazione di un nuovo modello così completo e, soprattutto, così differente rispetto al precedente. Il sensore CMOS conta ora ben 12 Megapixel che, ad oggi, ci sembrano la risoluzione ideale per un sensore Aps, capace di unire un buon livello qualitativo ad un rumore contenuto in file che hanno ormai raggiunto un ‘peso’ da richiedere quasi potenti workstation. Insomma i 12 Megapixel sono già fin troppi quasi, soprattutto se si decide di scattare in Nef, che di informazioni ne porta con sè un bel po’! A 12 bit, visto che il processore Expeed riceve i dati in tale modalità dal convertitore A/D, provvedendo poi a scalarli a 16 bit per l’elaborazione. Il sensore poi offre una serie di ‘benefit’ non trascurabili, come la possibilità di amplificare il segnale fino a 6400 Iso, a partire da 100 Iso (in modalità ‘espansa’). La sensibilità nominale è infatti di 200 Iso, mentre il range normalmente consentito va da Iso 200 a Iso 3200, con il supporto di una riduzione del rumore controllata con menu a 4 valori. Altra possibilità offerta dal sensore è la ripresa di video in standard HD 720p (1280x720 pixel progressivo), che la D90 mette a profitto potendo disporre, I dettagli costruttivi della famiglia DX0 di Nikon non hanno nulla da invidiare ai modelli di classe superiore. Tra le connessioni si nota l’interfaccia Hdmi per l’uscita video in alta definizione. rispetto alle videocamere, di ottiche intercambiabili di qualità, di diaframmi aperti e del controllo della profondità di campo. Lo vedremo. Il sensore poi consente il Live View, e per altro è il Live View che consente la cattura di filmati. In questa modalità di ripresa l’AF è solo quello a rilevamento del contrasto; niente più abbassamento ed innalzamento dello specchio dunque; è sensibilmente migliorato nelle prestazioni nei confronti di quanto visto fino ad oggi e mostra una buona velocità operativa. L’ingrandimento dell’immagine a schermo è degno della fotografia scientifica, con la possibilità di scegliere la zona di rilevamento grazie al pad direzionale sul dorso; anche nel caso del pad Nikon ha lavorato per migliorarne l’uso, nonostante l’ingombro dello schermo da 3 pollici, con risoluzione Vga e 170 gradi di visione laterale. Sempre in tema di Live View, la D90 è la prima reflex di Nikon ad avere un pulsante dedicato per la sua attivazione. Avevamo già trovato sulla D3 una ghiera che comprendeva tale posizione, ma un pulsante dedicato mai; segno che il Live View, soprattutto in vista di reflex prive di specchio, è divenuto un compagno insostituibile del fotografo. Il mirino è di buona visibilità, l’innesto dell’ottica è in metallo e il monitor è ampio, 3 pollici e in alta risoluzione. PC PHOTO 20 Alcuni menu ed impostazioni interessanti tra quelle disponibili nei settaggi della fotocamera. Specifiche Tecniche Sensore di immagine: CMOS da 23,6 × 15,8mm Conversione A/D 12bit Pixel effettivi: 12,3 milioni Dimensione immagine: 4.288 x 2.848 pixel Sensibilità ISO 200-3200 in step di 1/3 EV. Formato file: Nef Raw con compressione Jpeg: compressione Fine circa 1:4, Normal circa 1:8, Basic circa 1:16 Scheda memoria: Secure Digital (SD, SDHC). Mirino: * Pentaprisma * Copertura fotogramma 96% * Ingrandimento 0,94x * Regolazione diottrica: -2 / +1 diottrie * Schermo di messa a fuoco BriteView II tipo B con possibilità di visualizzazione del reticolo Monitor: * 3 pollici, 920.000 punti (VGA) * Angolo di visione di 170° * Copertura 100% * Regolazione della luminosità Live View: AF con rilevazione del contrasto Otturatore: Da 1/4.000s a 30 secondi in step di 1/3 21 PC PHOTO o 1/2 EV; posa B. Sincro flash: 1/200s Velocità raffica: 4,5 fps Misurazione esposimetrica: * TTL con sensore RGB da 420 pixel * Misurazione Color Matrix 3D II (obiettivi tipo G e D) * Misurazione Color Matrix II (altri obiettivi CPU) * Misurazione ponderata centrale: 75% della sensibilità concentrato su un cerchio di 6, 8 o 10 mm al centro del fotogramma * Misurazione Spot cerchio di 3,5 mm Lunghezza focale dell’obiettivo: circa 1,5× (formato DX Nikon) Autofocus: * Nikon Multi-CAM 1000 con rilevazione di fase TTL, 11 punti AF * Punto AF singolo * Area AF dinamica * Area AF Auto * Tracking 3D (11 punti) Obiettivi compatibili: * DX AF Nikkor: supporta tutte le funzioni * AF Nikkor di tipo G o D: supporta tutte le funzioni * Altri obiettivi AF Nikkor: supportano tutte le funzioni eccetto la misurazione Color Matrix 3D II. * AI-P Nikkor: supporta tutte le funzioni eccetto la misurazione Color Matrix 3D II. * Senza CPU: autofocus non supportato. Possono essere utilizzati in modo M, ma l’esposimetro non funziona. È possibile utilizzare il telemetro se l’apertura massima dell’obiettivo è f/5,6 o superiore. Flash: * Numero Guida 17 * i-TTL * Auto aperture: disponibile con SB900, SB-800 e obiettivo CPU * Auto non TTL: unità flash supportate, tra cui SB-900, SB-800, SB-28, SB-27 e SB-22s * Manuale con priorità di campo: disponibile con SB-900 e SB-800 Video: * Avi (Motion-Jpeg) * 640 x 424; 24 fps * Audio mono Uscita HDMI: Versione 1.3a con connettore HDMI tipo C Dimensioni: 132 x 103 x 77 mm (L × A × P) Peso: 620 grammi senza batteria Corpo in lega di alluminio e plastica. La revisione degli scatti è resa più semplice dalle funzioni disponibili: si va dall’ingrandimento quasi ‘al pixel’, alla ricerca delle immagini con il calendario. In LiveView la D90 consente di eseguire la messa a fuoco a rilevazione del contrasto; la velocità è migliorata rispetto ai primi esperimenti e oggi si può considerare ‘usabile’. Buona la precisione. Tornando ai dati tecnici, va evidenziato l’impiego del medesimo sistema AF a 11 punti presente sulla D80 (MultiCAM1000) e del modulo esposimetrico a 420 pixel Rgb che supporta non solo il calcolo dell’esposizione, ma anche la messa a fuoco e il bilanciamento del bianco. Ovviamente il sistema è sempre l’efficace Color Matrix II 3D. L’otturatore è testato per 100.000 cicli di scatto e raggiunge una raffica da 4,5 fotogrammi al secondo per un totale di 7 Nef o 25 Jpeg ad elevata qualità. La D90 può poi contare su un sistema di riduzione dello sporco basato sulla vibrazione del sensore che fa ‘cadere’ i granelli di polvere, mentre le eventuali tracce di sporco rimaste possono essere ‘mappate’ dal sistema DustOff per poi correggerle in sede di sviluppo del Raw. Per quello che riguarda l’aspetto delle immagini la D90 conta sulle regolazioni dei Picture Control grazie alle impostazioni di Luminosità, Contrasto, Saturazione, Nitidezza, Tinta e, volendo includerla, di Riduzione del Rumore. Pregevole anche l’implementazione del D-Lighting Attivo che fornisce ottimi risultati, tranquillamente utilizzabile in PC PHOTO 22 L’azione degli algoritmi di riduzione rumore si fa via via più marcata con l’aumento delle sensibilità. Si nota che fino a Iso 400 non vengono applicati. 23 PC PHOTO In situazioni soleggiate e luminose, anche i 3200 Iso appaiono miracolosamente ‘puliti’, il che consente di usare tempi di scatto molto rapidi che permettono di bloccare pressoché qualunque azione. ogni situazione di ripresa. Tra le connessioni disponibili spicca l’uscita video Hdmi attraverso la quale è possibile apprezzare il video in alta definizione su uno schermo televisivo compatibile. La reflex salva ovviamente nei formati Raw/Nef e Jpeg, singoli o in combinazione, su schede SD (o SDHC). La D90 si integra perfettamente nel sistema di illuminazione creativa di Nikon SB, con i suoi flash comandabili in remoto. Disponibili poi accessori quali il ricevitore Gps della casa, l’ampio parco ottico, una impugnatura verticale utilizzabile anche come battery-pack supplementare e comando a distanza per gli scatti su treppiede. La prova Un conto è parlarne, un conto è usarla. La D90 assomiglia alla D80, ma al contempo se ne distacca notevolmente. In primo luogo per il monitor, che è da 3 pollici e dispone di una grande risoluzione, che consente un’ottima gestione dei menu e della riproduzione delle immagini, un eccellente Live View con rilevazione del fuoco a contrasto e la modalità D-Movie; questa, sebbene limitata come lunghezza di ripresa per l’ingombro dei file e il surriscaldamento del sensore, è certamente un plus. I pulsanti sul dorso sono stati risagomati e respinti dall’ampio display ai bordi del corpo; tra questi troviamo i comodi zoom +/- per la gestione dell’ingrandi- Questo scatto a Iso 3200 ci permette di valutare la buona esposizione ottenuta in Program P, senza che il fotografo dovesse apportare alcuna correzione. PC PHOTO 24 mento in riproduzione e del Live View (utile nella focheggiatura manuale), e poi i pulsanti per Iso, WB e Qualità, oltre al ‘?’ di aiuto. Sulla destra vi è solo il richiamo delle Info a monitor, il pad direzionale con il blocco ‘L’, e il pulsante ‘Lv’ per il richiamo della funzione di ripresa diretta a monitor. Molto pulito insomma. Appare quasi più affollata la calotta, dove troviamo, sulla destra a portata di indice, la scelta del metodo di misurazione esposimetrica, la staratura dell’esposizione Av +/-, la scelta della cadenza di scatto e la selezione del metodo AF preferito (Singolo, Continuo o Auto). Non manca la ghiera di selezione dei programmi di scatto. E per finire l’esame del corpo macchina guardiamo il frontale, dove troviamo un pulsante funzione personalizzabile e il controllo della profondità di campo; sulla sinistra vi è l’attivazione del flash incorporato, il bracketing, lo sblocco dell’ottica e il selettore AF/MF. Le connessioni sono collocate sul lato sinistro della macchina, protette da sportellini. Tutto questo si può sintetizzare in un termine solo: sobria. Ma nell’uso la D90 si rivela molto pratica. E’ ben bilanciata ed il corpo è più solido di quello che l’alluminio e la plastica potrebbero far sospettare; la revisione degli scatti è fluida e accurata grazie al pad direzionale e ai pulsanti di zoom, mentre certamente utile è la modalità Calendario che permette di esaminare gli scatti effettuati nel giorno selezionato, oltre alle funzioni di editing. Volendo, e soprattutto sfruttando l’uscita in alta definizione, è possibile attivare uno Slideshow convenzionale o il Pictmotion di Nikon, una presentazione di immagini con sottofondo musicale e effetti di transizione. I menu sono quelli già utilizzati sulle precedenti reflex professionali ed anche l’interfaccia a monitor durante lo scatto può ora essere utilizzata per impostare, come sulla D700, diversi parametri di scatto. In termini di informazioni al fotografo la D90 mostra una estrema completezza, con l’unico neo della mancanza dell’istogramma in Live View. Non mancano invece quelli L e RGB durante la revisione dei fotogrammi. Gli stop di latitudine di posa della D90 sono quasi 9. In genere i 9 stop costituiscono una gamma adeguata per scattare immagini che non richiedono necessariamente l’aumento del contrasto in fotoritocco, come avverrebbe avendo a disposizione molti più stop. 25 PC PHOTO In questa situazione, con ben quattroilluminazionidifferenti da gestire, la D90 ha davvero fatto miracoli! Tra parentesi è evidenziato lo strumento che ha reso possibile la cattura del particolare indicato dalle frecce: l’ottica Nikkor, Capture NX2, il 3D Color Matrix II e il flash integrato hanno portato a un’assenza quasi totale di flare, alla conservazione del dettaglio in controluce, all’esposizione bilanciata della luce ambiente e di quella flash. La stabilizzazione VR offre ampi margini di intervento al fotografo; in questo caso la ripresa è stata effettuata ad una focale equivalente di 150mm con un tempo di 1/60s. In realtà il vero problema di questo scatto era il movimento del soggetto. PC PHOTO 26 Il WB Auto si comporta bene in tutte le situazioni in genere, anche in luce tungsteno sebbene non sempre: dipende dai soggetti, dai riflessi e dalle altre luci presenti nell’ambiente. In ombra occorre valutare se inserire o meno il D-Lighting, per il rischio di perdere ulteriormente in contrasto. L’ergonomia dei comandi è buona, ma occorre far pratica con la posizione dei pulsanti di WB, Iso e Qualità (i tre in basso a sinistra), nonché di quello, importantissimo, per la staratura esposimetrica che ‘litiga’ con la regolazione della cadenza di scatto quando, all’inizio, lo si cerca ‘alla cieca’. Il livello di personalizzazione delle reflex è elevatissimo, come Nikon ci ha abituati da tempo. Numerose le funzioni Custom e anche le scelte da menu standard; a un classico menu ‘personale’ (My Menu) si può sostituire, anche sulla D90, quello delle impostazioni recenti, di certo pregevole ma che può essere fonte di incertezza quando si cercano in fretta talune regolazioni, per esempio l’alzo intenzionale dello specchio o la riduzione del rumore. In ogni caso le molte posizioni di memoria libere consentono di registrare le voci più usate. Sempre in termini di ergonomia la D90 si distingue per l’attenzione data da Nikon a tutto quello che rende la reflex un alleato nella ripresa, più che un semplice magazzino di immagini. Equipaggiata con il 18-105mm f/3.55.6 diventa poi uno strumento molto flessibile. A questo punto un confronto ergonomico con la precedente D80 non ha molto senso: la D90 costituisce una sua evoluzione naturale, con il monitor di dimensioni maggiori che obbliga a rivedere la disposizione dei vari comandi. Inoltre l’introduzione del Live View e l’impiego del monitor anche come strumento di controllo rendono necessari nuovi pulsanti. Sicuramente il pad ci guadagna in ‘feeling’, come il resto dei comandi (più arrotondati), ma occorre spostare un poco il pollice rispetto alla sua posizione naturale. Nulla di male comunque, le dimensioni del corpo sono sostanzialmente immutate. 27 PC PHOTO Forse in stampa queste immagini non diranno un granché, ma a monitor la resa dei rossi, molto saturi, tende un po’ troppo all’arancione. Non sempre, ma a volte. E’ però sufficiente qualche clic in fotoritocco per rimettere a posto le cose. A parte la elevata definizione della D90 con l’ottica (18-105mm VR), il Jpeg da fotocamera appare addirittura superiore rispetto al corrispondente Raw/Nef! Il motivo è che gli algoritmi di ‘spianamento’ (che riducono il peso del file e quindi aumentano la velocità di scatto) lavorano così bene da mantenere il dettaglio del soggetto appiattendo il rumore solo sullo sfondo! E’ uno dei motivi per cui i fotografi sportivi scattano prevalentemente in Jpeg. La qualità delle immagini La latitudine di posa, a 200 Iso e senza alcuna forma di riduzione del rumore, è di 9 stop. Io li darei tutti per buoni, ma se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo possiamo togliere qualcosa per via di una lieve perdita cromatica nelle ombre più ‘rumorose’ e di dettaglio nelle luci più bruciate. A mio parere comunque i 9 stop di latitudine di posa ci sono quasi tutti, con circa con 3.5 / 4 EV in sovra-esposizione e 5.5 / 5 EV verso le ombre. Un recupero in post-produzione dei fotogrammi sovra-esposti e di quelli sotto-esposti rivela una dominante rossa nelle ombre che non dovrebbero esserlo, e gialla nelle alte luci. E’ quanto emerge da una serie di prove. Ipotizzando di lavorare in Nef si può recuperare almeno un altro stop nelle luci bruciate e quindi i 9 stop sono pienamente sfruttabili, anche a livello cromatico. Esaminiamo ora il rumore alle varie sensibilità, al netto di ogni tipo di intervento da parte degli algoritmi di noise reduction. Il sensore, a mio parere Il Jpeg risente, in termini di peso, del dettaglio presente nello scatto; per scatti identici ad Iso differenti è il rumore ad influire sul peso del Jpeg. Queste curve permettono di capire come agisce il filtro di riduzione rumore; a partire da 3200 Iso il filtro interviene anche se è stato disattivato. PC PHOTO 28 Video ‘P’ o ‘I’? 720p è lo standard di cattura video in alta definizione HD della Nikon D90 in Live View. Il significato di 720p è presto detto: indica la risoluzione e il formato dell’immagine video, ovvero un fotogramma di 1280x720 pixel. Inoltre i fotogrammi si susseguono completi, nel flusso del video, (metodo progressivo), a differenza del metodo interlacciato in cui si alternano fotogrammi a righe pari e a righe dispari, che però l’occhio non coglie in quanto l’alternanza è più rapida della nostra percezione. Il formato progressivo richiede circa il doppio della banda necessaria a trasferire un file video interlacciato. I video della D90 possono essere proiettati anche su uno schermo compatibile con lo standard 1080i; questo supporta immagini da 1920x1080 pixel interlacciate. Questi passi intermedi sono necessari al fine di consentire un allineamento delle varie tecnologie (e delle connessioni) al pesante formato HD 1080p. La D90 consente la ripresa di filmati di durata fino a 5 minuti in 720p, e fino a 20 minuti nei formati meno performanti. Il primo limite è dettato da questioni di ingombro del file, il secondo da questioni di surriscaldamento del sensore. In ogni caso si può considerare che un clip di lunghez- za superiore ai 60 secondi, sul Web è già noioso da seguire; difficilmente poi un clip più lungo è realizzato con un unico ‘piano sequenza’, occorre montare spezzoni di durata inferiore. La compressione adottata dalla D90 è una più che classica M-Jpeg, o Motion Jpeg se preferite, da 24 fotogrammi al secondo. In questo la D90 si allontana dagli standard delle videocamere che in genere consentono frequenze di otturazione video superiori, da scalare eventualmente in post-produzione per recuperare il ‘sapore’ cinematografico dei 25 fps, che si perde con le superiori frequenze del digitale. I file di uscita hanno l’estensione Avi e possono essere visionati con qualunque riproduttore standard, oltre che con il software in dotazione. La resa dell’M-Jpeg è differente dall’Mpeg poichè ogni singolo fotogramma viene compresso in Jpeg e non viene sfruttata la compressione che sarebbe consentita dalle parti comuni dei fotogrammi contigui; in questo modo la qualità risulta costante ed elevata, ma i file sono di peso decisamente sostenuto. La dote principale dell’M-Jpeg consiste nel fatto che la manipolazione del video è assai semplice poichè ogni fotogramma contiene tutte le informazioni necessarie per essere utilizzato. La modalità video in HD 720p costituisce un’interessante opzione creativa a disposizione del fotografo; è semmai l’ergonomia della fotocamera a costituire il maggiore limite alla ripresa, più dei vincoli tecnici imposti da Nikon alla lunghezza dei clip. 29 PC PHOTO A tutte le focali è sufficiente chiudere di uno o due stop il diaframma per ottenere il meglio dall’obiettivo 18-105mm VR usato per la prova. Il diaframma f/22 è da evitare a causa della diffrazione. In generale la resa centro-bordi è buona, tranne che per il diaframma più aperto a 18mm; in questo caso occorre chiuderediunostopperottenere un risultato migliore. derivato da quello della D300, fornisce eccellenti prestazioni, oltre ad una conservazione del dettaglio che per le sensibilità più elevate ha del miracoloso. Prima di tutto un consiglio pratico: i 100 Iso ‘espansi’ sono effettivamente una sensibilità da utilizzare con estrema cautela. La reflex ha, come sensibilità di base, i 200 Iso e come tale lavora anche quando si impostano i 100 Iso; l’immagine viene poi semplicemente rielaborata al fine di consentire una corretta esposizione media. Come conseguenza si hanno neri poco pieni e aree chiare a rischio di bruciatura, senza particolari guadagni sul fronte del rumore. Valutiamo dunque la reflex sulla base della sua sensibilità naturale, i 200 Iso. Qui il rumore è assolutamente contenuto, con una definizione del dettaglio eccellente. Lo stesso vale per i 400 Iso che si increspano di un nulla nelle zone scure, ma che, curiosamente, appaiono quasi più ‘fotografici’ delle luci. Fino a questa sensibilità qualunque inserimento delle funzioni di NR (da macchina, e dunque sul Jpeg) non produce alcun effetto sull’immagine. A 800 Iso i primi due livelli di NR a disposizione (Moderato, Normale) garantiscono la stessa resa in termini di rimozione del fastidioso rumore cromatico (ossia sul canale della crominanza e non della luminanza); il risultato è percettibile e direi che vale senza dubbio la pena farne uso. In generale a 800 Iso l’immagine tende a raffreddarsi un pochino nelle zone più scure, ma è questione di inezie, e si notano solo ad oltre il 250% di ingrandimento a schermo. Lo stesso vale per i 1600 Iso, l’unica sensibilità a cui si notano differenze visibili e progressive per i diversi gradi di impostazione dell’algoritmo di riduzione rumore. Questa è l’ultima sensibilità non espansa della D90 ed è estremamente utilizzabile dato che l’elevata risoluzione consente di arrivare alla stampa in A3+. Inoltre la D90 mostra una coerenza cromatica notevole da Iso 200 fino anche a Iso 3200 (essendo bravi), che a bassi livelli di ingrandimento fa quasi confondere i vari scatti. I 1600 Iso sono cromaticamente identici ai 200. Salendo a 6400 Iso il rumore aumenta e si perde del colore e qualche dettaglio si appiattisce, ma in situazioni limite la sensibilità è comunque ancora utilizzabile. Ragioniamo sulla funzione di riduzione rumore; mi pare sensato lavorare con una regolazione Normale o Moderata, visti gli ottimi risultati che offre alle alte sensibilità anche in termini di conservazione del dettaglio. Oltre, l’algoritmo ‘spiana’ maggiormente l’immagine e occorre valutare se avere uno scatto ‘rumoroso’ ma naturale (senza NR), oppure uno più ‘liscio’ ma con qualche cosa di artificioso. Una ulteriore scelta a disposizione del fotografo è scattare in Nef e demandare il tutto allo sviluppo tramite Capture NX2. Da segnalare che anche disattivando la funzione di noise reduction, la D90 applica da 3200 Iso a salire una propria riduzione rumore che appare più consistente (ma differente) di quanto avviene con le regolazioni Moderato e Normale. Il controllo cromatico è pressoché totale, grazie alle impostazioni di menu e all’utility di personalizzazione installaPC PHOTO 30 View NX Nikon View viene sostituito da View NX, software di navigazione e gestione/scaricamento dei file realizzati con le fotocamere Nikon. Il primo impatto con View NX lascia sorpresi quanti abbiano già avuto modo di provare Capture NX2 per l’impostazione familiare dell’interfaccia, che richiama molto il più evoluto programma di gestione delle immagini di Nikon. Come in NX2, troviamo in alto le Etichette e le Classifiche che possiamo abbinare ai singoli file elencati, secondo varie modalità, nella finestra sottostante. Sulla sinistra troviamo invece tre tendine a scomparsa, ridimensionabili, per la navigazione del file-system (Cartelle), per la gestione dei metadati Exif e Iptc e per la correzione dei file. Questo ambito è ovviamente meno sviluppato che non in Capture NX2 e gli interventi concessi sui file Nef scaricati da fotocamera si riducono alla gestione di WB e Compensazione dell’esposizione, all’applicazione di un Picture Control tra quelli salvati, alla creazione di un nuovo controllo immagine tramite l’apposita utility, all’applicazione del D-Lighting Passivo e del Booster colore. In fin dei conti è questo tutto quello che occorre al fine di provvedere ad una conversione base del file Raw. La maggiore dote di View NX è la sua gradevole e performante interfaccia di navigazione. L’apertura dei file Nef per la visualizzazione è un po’ lenta, ma l’anteprima di buona qualità consente di avere in fretta a monitor il fotogramma zoomabile fino al 400% e dotato di istogramma e dati (minimi) di scatto in sovrimpressione. Buona la possibilità di selezionare quali file vedere, di scegliere se osservare sia i Nef sia i Jpeg in caso di doppio salvataggio, di ordinare e filtrare le miniature, nonché di personalizzare la gestione colore del programma. bile, ma ancor più tramite Capture NX2. Con View NX, presente nel CD allegato alla macchina, i margini di intervento sono un po’ più ristretti e richiedono la creazione di profili personali; non è il massimo in termini di rapidità operativa, ma si può fare. Chi vuole velocità dovrà acquistare NX2. La resa dei toni di base è in genere abbastanza neutra, solamente i rossi tendono un poco ad ingiallire, se sovresposti. Attenzione alle Ferrari dunque! Il bilanciamento del bianco fa il suo dovere restituendo immagini calde in luce solare (con relativo pre-set), ma gradevoli. In automatismo la ripresa in luce tungsteno è calda, senza dubbio, ma non è malvagia; in ombra l’automatismo riequilibra l’immagine senza snaturarla con dominanti eccessivamente calde. Riguardo all’esposizione la misurazione 3D Color Matrix II si conferma efficace: gli errori si riducono alle situazioni ingestibili in automatismo, ovvero i forti controluce ed i soggetti molto chiari o scuri. In questi casi il fotografo non deve fare altro che compensare secondo la propria esperienza. Ho rilevato solamente alcuni comportamenti anomali quando mi sono trovato nella situazione di dover cam- 31 PC PHOTO In definitiva mi pare che View NX possa degnamente sostituire Capture NX2 in quelle situazioni in cui occorra una rapido sviluppo del Nef, o l’esplorazione del proprio archivio. Se è necessaria una qualità di elaborazione superiore è quasi obbligata la scelta di Capture NX2. biare velocemente la qualità di salvataggio (o anche altre impostazioni) per poi rifare subito lo scatto: in questo casi ho notato talvolta alcuni fenomeni di sovra-esposizione. Probabilmente si tratta di un firmware non proprio definitivo. La raffica non dovrebbe lasciare scontento nessuno, dato che è di ben 4,5 fotogrammi al secondo, una rapidità che si avvicina alle prestazioni messe a disposizione dalla macchine professionali solo poco tempo fa. Se poi consideriamo la buona durata della raffica in Jpeg e l’elevata risoluzione a disposizione, direi che la D90 ne esce bene anche in contesti di azione. Il sistema di messa a fuoco ad inseguimento 3D tracking con tutti gli 11 punti AF funziona bene, anche se è inferiore ai 51 punti AF della D3 e della D300, che non si scollano dal soggetto se non quando questo è a pochi passi dal fotografo alla (quasi) massima velocità di raffica. Il giudizio La D90 è una degna erede della D80, che per altro continua ad avere una sua validità nell’attuale panorama delle reflex. Ho particolarmente apprezzato la Quanto Costa Nikon D90: € 990 con scheda Lexar SD da 4 GB. * Kit con Nikkor 18-105 VR e scheda Lexar SD da 4 GB € 1.190. * Kit con Nikkor 16-85 VR e scheda Lexar SD da 4 GB € 1.490. * Kit con Nikkor 18-200 VR e scheda Lexar SD da 4 GB € 1.640 Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino. infoline 199.124.172 - www.nital.it grande flessibilità operativa, dato che non esiste praticamente ambito in cui non la si possa adoperare: merito anche dell’ampio parco ottiche, delle possibilità di intervento in post-produzione tramite Capture NX2 e del sistema di illuminazione creativa CLS di Nikon. Prendete la D90, metteteci un’ottica DX di escursione anche ampia (come il 18-105mm), un flash di classe, scattate in Raw/Nef e affidatevi tranquillamente agli automatismi della macchina (DLighting, Picture Control, NR, WB, Iso e Program). Non farete miracoli, ma ottime foto sì. Eugenio Tursi