D`Alfonso_lezioni 1- 12 senza allegati

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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
1
Durata: I semestre
Orario e sede di lezione:
LUNEDÌ
MARTEDÌ
ORE 15-17
ORE 12-14
Dipartimento di Filologia classica e medievale
AULA PASOLI
Orario e sede del ricevimento degli studenti:
LUNEDÌ
ORE 17-18
Dipartimento di Filologia classica e medievale
AULA PASOLI
Argomenti: elementi di base di morfologia, sintassi e lessico
Testi di riferimento:
I. I. Dionigi – L. Morisi – E. Riganti, Verba et res, Bari, Laterza, voll. I-II: abbr. DMR (è
possibile utilizzare un altro testo se già posseduto, concordandolo con la Docente);
II. A. Diotti, Lexis, Milano, Bruno Mondadori, 1998 e ss.;
III. Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981 (consultabile in biblioteca);
IV. G. Cauquil- J.-Y. Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésanon 1982, trad. ital. a c. di
F. Piazzi, Lessico essenziale di latino, Bologna, G.E.M. / Cappelli editore, 1998.
V. grammatica italiana consigliata: un manuale per il liceo di L.Serianni oppure di M. Sensini
(per un altro testo, concordare con la Docente).
VI. dizionari di latino consigliati: Conte – Pianezzola- Ranucci, Dizionario della lingua latina, Le
Monnier oppure Campanini – Carboni, Dizionario della lingua latina, Paravia, edizione
nuova (blu), entrambi con CD-ROM. Per chi è straniero: Latin Classical Dictionary, Oxford
University Press, oppure consultare la Docente.
MATERIALI:
http://www.classics.unibo.it/CLASSICS/Attivita+didattica/download_materiale.htm)
oppure
http://www2.classics.unibo.it/Didattica/download/latino_principianti/
2
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
I
1. illustrazione
delle
caratteristiche del corso;
2. questionario d’ingresso (sugli
studi fatti);
3. le parti del discorso in latino e
in italiano
4. ripasso di elementi di base di
sintassi della frase (= analisi
logica) partendo dall’italiano:
differenza
fra
verbo
e
predicato, predicato verbale e
predicato nominale (formato da
“essere”
o da altro verbo
copulativo + predicativo del
soggetto), soggetto, differenza
fra attributo e apposizione;
5. individuazione
della
proposizione
(enunciato)
principale in un periodo
formato da più proposizioni
(enunciato complesso).
-
lavoro
ulteriore
consigliato
prima della
lezione
successiva
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
LEZIONE N.
Sui punti 3-4-5
-
DMR I pp. 26-29
-
Revisione / studio
degli
argomenti
citati su una buona
grammatica
dell’italiano
ESERCIZI:
-
DMR, I vol., es. 1
p.29
-
Revisione DMR, I
vol., es. 1 p. 29;
-
DMR, I vol., es. 2
p. 30
3
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
1. Cognome e nome (non obbligatorio)
(stampatello, per favore)
2. Corso di laurea
3. Anno di corso frequentato
4. Quale scuola media superiore ha
frequentato? (barri la risposta che interessa)
5.
6.
7.
8.
- (liceo classico)*
- (liceo scientifico)*
- (liceo sociopsicopedagogico)*
- (liceo linguistico)*
- istituto tecnico
- istituto professionale
- altro:
Ha mai studiato latino alle superiori?
- sì / no (cancelli la risposta che non interessa)
Ha mai studiato latino in altre sedi?
- sì / no (cancelli la risposta che non interessa)
Se ha risposto “sì” alla domanda 5 e/o 6, per - per un anno
quanto tempo ha studiato latino (barri la - per due anni
risposta che interessa)?
- per cinque anni
- altro …
Stabilito che il corso è per principianti, intende frequentare questo corso (per la
preparazione del materiale)?
* Si ritiene che, data la natura del corso, gli Studenti provenienti dai Licei posseggano già le competenze che
rappresentano l’obiettivo di questo corso.
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
4
DMR, es. 1 p. 29: Fare l'analisi logica de!le seguenti frasi:
1. Il gallo suole invocare con voce squillante l'aurora. 2. Chiunque diventa potente con la menzogna
e la frode perde ogni credito agli occhi dei cittadini. 3. I Galli proposero a Cesare le condizioni della
resa mediante un'ambasceria di anziani. 4. Antonio, giudicato nemico dello Stato, fuggi dall'Italia. 5.
Non siamo stati generati per cose futili e vane, ma per la comune utilità di tutti gli uomini. 6.
L'imputato non è sembrato sincero ai giudici ed è stato condannato. 7. La liberazione degli Ateniesi
dai Trenta tiranni è attribuita ai meriti di Trasibulo. 8. Ti riferirò per mezzo di uno schiavo tutte le
notizie che mi arrivano dalla città. 9. Scipione inviò, insieme ai legati che aveva incaricato di
perorare la pace, uomini nobili e probi con vesti servili. 10. Cornelia, madre dei Gracchi. a una
matrona fiera dei suoi monili mostrò i propri figli e disse: «Questi sono i miei gioielli».
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DMR, es. 2 p. 30: Fare l'analisi logica delle seguenti frasi:
1. È dolce quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare guardare da terra il grande travaglio
di altri [Lucrezio]. 2. Nessuna testimonianza del suo ingegno ci ha lasciato Scipione l'Africano, né
resta alcuna opera, frutto del suo ozio e della sua solitudine [Cicerone]. 3. La rivoluzione del sole,
della luna e delle altre stelle offre uno straordinario spettacolo agli occhi dell'uomo: per la sua
razionalità e precisione, non c'è vista più inesauribile né più notevole [Cicerone;. 4. È un' attività, la
caccia, degna di un popolo prode, giovevole ai muscoli, all'igiene e al buon nome [Orazio]. 5. Questa
libertà nient'altro può darvela eccetto la noncuranza dei casi della fortuna [Seneca]. 6. È
piacevolissima e sentimentalissima la stessa luce veduta nelle città, dov' ella è frastagliata dalle
ombre, dove lo scuro contrasta in molti luoghi con il chiaro [Leopardi]. 7. Qualcosa lo
immobilizzava: era l'atmosfera ipnotica creata dalle grandi lampade che ardevano languide [Musil).
8. La signorina Marianne lo guardò impietrita, meravigliandosi del tono freddo delle sue domande
[Schitzler]. 9. Se un’ombra scorgete, non è /un’ombra ma quella sono io [Montale]. 10. Il cristallo,
con la sua esatta sfaccettatura e la sua capacità di rifrangere la luce, è il modello di perfezione che ho
sempre tenuto come un emblema [Calvino].
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5
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LEZIONE N.
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
1. Revisione degli esercizi
-
II
2. Lettura di un brano con traduzione a fronte (Cesare,
De bello gallico, I.1):
riconoscimento degli elementi di continuità e di discontinuità
fra latino e italiano nel brano,
con riferimento ad altre lingue
straniere moderne: lessico
simile,
dissimile,
‘falsi
amici’; posizione delle parole.
3. a partire dal brano: principali regole
di
pronuncia
relativamente alle parole del
testo: pronuncia classica e
pronuncia ecclesiastica (o
scolastica).
4. Introduzione alla flessione: a)
l’unità di comunicazione è
l’enunciato: centralità del
predicato nella frase latina; b)
la flessione: funzioni nella
frase e finale di parola:
concetto di ‘caso’ e di
‘desinenza’ nei nomi
lavoro
ulteriore
consigliato
prima della
lezione
successiva
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
Esercizio 1 DMR p. Sul brano di Cesare:
29 corretto
- lettura
(pronuncia
Esercizio 2 DMR p.
classica;
pronuncia
ecclesiastica
o
39 corretto
scolastica)
scheda 1 a (Cesare, - riconoscimento
dei
Bell. Gall. I.1.)
verbi e di altre parti del
discorso
- individuazione
delle
scheda 1b
parole riconducibili, nel
senso o nella radice
lessicale,
a
parole
italiane
note:
v.
SCHEDA 1b
- osservazione
dell’assenza
DMR I pp. 2-16
dell’articolo in latino
- individuazione
di
elementi
alcuni
flessionali (desinenze
verbali e nominali)
Scheda 2
5. L’alfabeto
latino
e
le - DMR I pp. 2-16
principali regole di pronuncia,
concetto
di
quantità,
mutamenti fonetici, cenni al
ruolo
dell’analogia
nei
mutamenti fonetici
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-
Rilettura del brano di
Cesare
Completare l’esercizio
contenuto nella scheda
1b
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6
CORREZIONE ES. 1 p. 29
N. B.: se la frase è composta da più di una proposizione, all’analisi logica va premessa l’analisi del
periodo:
1) Il gallo (s.) suole invocare (p.v.) con voce squillante (c. mezzo + attr.) l’aurora (o.).
2) Chiunque (s.) diventa (p. cop.) potente (c. pred. s.) con la menzogna e la frode (2 c. mezzo)
perde (p.v.) ogni credito (o. + attr.) agli occhi (c. di relazione) dei cittadini (spec.).
[NOTA: ‘diventa potente’ funziona come ‘è potente’, cioè come un predicato nominale]
3) I Galli (s.) proposero (p.v.) a Cesare (term.) le condizioni (o.) della resa (spec.) mediante
un’ambasceria (c. mezzo) di anziani (spec.).
4) Antonio (s.), giudicato (attr.: qui è formato da un participio passato, un verbo dunque, ma in
funzione di attributo) nemico (pred. s.) dello stato (spec.), fuggì (p.v.) dall’Italia (moto da l.).
5) [Noi = s. sottinteso] Non siamo stati generati (p.v. ) per cose futili e vane (scopo + 2 attr.), ma
per la comune utilità (scopo + attr.) di tutti gli uomini (spec. + attr.).
6) “L’imputato non è sembrato sincero ai giudici” = princ.; “ed è stato condannato” = coord. alla
princ. (“ed” = cong. coord.).
L’imputato (s.) non è sembrato (p. cop.) sincero (pred. s.) ai giudici (term.) ed è stato condannato
(p.v.).
7) La liberazione (s. ) degli Ateniesi (spec.) dai Trenta Tiranni (allontanam.) è attribuita (p.v.) ai
meriti (term.) di Trasibulo (spec.).
8) “Ti riferirò per mezzo di uno schiavo tutte le notizie” = princ.; “che mi arrivano dalla città” =
sub. I grado rel.
[Io = s. sottinteso] Ti (term.) riferirò (p. v. ) per mezzo di uno schiavo (mezzo) tutte le notizie (o.
+ attr.) // che (s. ) mi (term.) arrivano (p.v.) dalla città (moto da l.).
9) “Scipione inviò, insieme ai legati, uomini nobili e probi con vesti servili” = princ.
“che aveva incaricato” = sub. I grado rel.
“di perorare la pace” = sub. II grado completiva volitiva
(“di” = cong. subord.; la frase è implicita e vale “che perorassero”)
Scipione (s.) inviò (p.v.), insieme ai legati (comp.) // che (o.) [egli = s. sottinteso] aveva incaricato
(p. v. ) // di perorare (p.v., il cui soggetto è un sottinteso “essi”) la pace (o.), // uomini nobili e
probi (app. di “legati” + 2 attr.) con vesti servili (qualità + attr.).
10) “Cornelia, madre dei Gracchi, a una matrona fiera dei suoi monili mostrò i propri figli” = princ.;
“e disse:” = coord. alla princ.; “Questi sono i miei gioielli” = princ.
Cornelia (s.), madre (app.) dei Gracchi (spec.), a una matrona fiera (term. + attr.) dei suoi monili
(causa + attr.) mostrò (p.v. ) i propri figli (o. + attr.) e disse (p.v.) “Questi (s. ) sono i miei gioielli
(p.n. + attr. del nome del predicato)”.
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
7
legenda:
Analisi del periodo: prop. = proposizione (in genere si sottintende); princ. = principale;
coord. = (proposizione ) coordinata (a …); sub. = (proposizione) subordinata (o dipendente
o secondaria), cui segue la designazione del tipo di subordinata, il grado di subordinazione
ed eventualmente la sua funzione; rel.= subordinata relativa; temp. = sub temporale; cong.
sub. = congiunzione subord.; cong. coord. = cong. coordinante.
Analisi logica: s. = soggetto; p.v. = predicato verbale; p.n. = predicato nominale; cop.=
copula; p. cop. = predicato copulativo (che si completa con un complemento predicativo);
o.= c. oggetto; c.= complemento; attr.= attributo; app.= apposizione; pred. s. =
complemento predicativo del soggetto / nome del predicato con la copula “essere”; c. pred.
o. = complemento predicativo dell’oggetto; spec. = c. di specificazione (la definizione
tradizionale è molto generica e andrebbe rivista); term. = c. di termine; l.= luogo; comp. =
compagnia.
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CORREZIONE ES. 2 p. 30
1) “E’ dolce … guardare da terra il grande travaglio di altri” = princ. “quando i venti sconvolgono
le distese del vasto mare” = sub. I grado temp. (“quando” = cong. subord.)
E’ dolce (p.n.) guardare (s.) da terra (separaz.) il grande travaglio (o. + attr.) di altri (spec.),
quando i venti (s.) sconvolgono (p.v.) le distese (o.) del vasto mare (spec. + attr.).
2) “Nessuna testimonianza del suo ingegno ci ha lasciato Scipione l’Africano” = princ.; “né resta
alcuna opera, frutto del suo ozio e della sua solitudine” = coord. alla princ.
Nessuna testimonianza (o.+ attr.) del suo ingegno (spec. + attr.) ci (term.) ha lasciato (p.v.)
Scipione l’Africano (s.), né resta (p.v.) alcuna opera (s. + attr.), frutto (app.) del suo ozio e della
sua solitudine (2 spec. + attr.).
3) “La rivoluzione del sole, della luna e delle altre stelle offre uno straordinario spettacolo agli
occhi dell’uomo” = princ.; “per la sua razionalità e precisione, non c’è vista più inesauribile e
più notevole” = princ.
La rivoluzione (s.) del sole spec.), della luna (spec.) e delle altre stelle (spec. + attr.) offre (p.v.)
uno straordinario spettacolo (o. + attr.) agli occhi (term.) dell’uomo (spec.): per la sua razionalità
e precisione (causa), non c’è (p. v.) vista più inesauribile e più notevole (s. + 2 attr.).
4) E’ un’attività (p.n.), la caccia (s.), degna (attr. del nome del pred.) di un popolo prode (spec. +
attr.), giovevole (attr. del nome del pred.) ai muscoli (scopo) , all’igiene (scopo) e al buon nome
(scopo + attr.).
5) [Premessa: “darvela” va sciolto in “dare / a voi / la (che riprende l’oggetto, quindi si può
omettere di analizzare)]. Questa libertà (o. + attr.) nient’altro (s.) può dare (p.v.) a voi (term.)
eccetto la noncuranza (esclus.) dei casi (spec.) della fortuna (spec.).
6) “E’ piacevolissima e sentimentalissima la stessa luce veduta nelle città,” = princ.; “dov’ella è
frastagliata dalle ombre,” = sub. I grado rel.; “dove lo scuro contrasta in molti luoghi con il
chiaro.” = sub. I grado rel. coord. alla precedente (dove è congiunzione subordinante relativa).
E’ piacevolissima e sentimentalissima (p. n. con 2 nomi del pred.) la stessa luce veduta (s. + 2
attr.) nelle città (stato in l.) , dov’ella (s.) è frastagliata (p.v.) dalle ombre (agente), dove lo scuro
(s.) contrasta (p.v.) in molti luoghi (stato in l. + attr.) con il chiaro (unione).
7) “Qualcosa lo immobilizzava:” = princ.; “era l’atmosfera ipnotica creata dalle grandi lampade” =
princ.; “che ardevano languide” = sub. I grado rel.
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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8
Qualcosa (s.) lo (o.) immobilizzava (p.v.): era l’atmosfera ipnotica creata (p.n. + 2 attr.) dalle
grandi lampade (agente + attr.) che (s.) ardevano (p. cop.) languide (pred. s.).
8) “La signorina Marianne lo guardò impietrita,” = princ.; “meravigliandosi del tono freddo delle
sue domande” = sub. I grado narrativa.
La signorina Marianne (s. + app.) lo (o.) guardò (p.v.) impietrita (pred. s.), meravigliandosi
(p.v.) del tono freddo (causa + attr.) delle sue domande (spec. + attr.).
9) “Se un’ombra scorgete” = sub. I grado ipotetica; “non è un’ombra” = princ.; “ma quella sono
io” = coord. alla princ. (“Se” = cong. subord. ipot.; ma: cong. coord. avversativa)
Se [voi = s. sottinteso]un’ombra (o.) scorgete (p.v. ), [essa = s. sottinteso] non è un’ombra (p.n.)
ma quella sono (p.n.) io (s.) oppure quella (s.) io sono (p.n.).
10)
“Il cristallo, con la sua esatta sfaccettatura e la sua capacità…, è
il modello di perfezione” = princ.;
“di rifrangere la luce” = sub. I
“che ho sempre tenuto come un emblema”
= sub. I grado rel.
grado dichiarativa implicita
Il cristallo (s.), con la sua esatta sfaccettatura (unione + attr.) e la sua capacità (unione) di
rifrangere (p.v.) la luce (o.), è il modello (p.n.) di perfezione (spec.) che (o.) sempre (c.
avverbiale di tempo) ho tenuto ( p.v.) come un emblema (pred. o.).
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
SCHEDA 1 (a)
Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum
unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam
qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli
appellantur.
Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se
differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen,
a Belgis Matrona et Sequana dividit.
Horum omnium fortissimi sunt Belgae,
propterea quod a cultu atque humanitate
provinciae1 longissime absunt, […]
proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum
incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt.
La Gallia tutta è divisa in tre parti, delle quali
una abitano i Belgi, l’altra gli Aquitani, la terza
quelli che nella loro lingua vengono chiamati
Celti, nella nostra Galli.
Questi tutti differiscono fra loro per lingua,
istituzioni, leggi. I Galli [li] divide dagli
Aquitani il fiume Garonna, dai Belgi [li
dividono]la Marna e la Senna.
Fra questi i più forti sono i Belgi, per il fatto che
sono i più lontani dal tenore di vita e dalla
civiltà della provincia romana […] e sono i più
vicini ai Germani che abitano al di là del Reno,
con i quali fanno guerra continuamente.
Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos
virtute praecedunt, quod fere cotidianis proeliis
cum Germanis contendunt[…]
Per questa ragione anche gli Elvezi precedono
in valore i restanti Galli, perché in quasi
quotidiani combattimenti contendono con i
Germani.
Eorum una pars […] initium capit a flumine
Rhodano, continetur Garumna flumine, Oceano,
finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et
Helvetiis flumen Rhenum, […]
(G.Iulius Caesar, De bello Gallico I.1.)
Di essi una parte prende inizio dal fiume
Rodano, è contenuta2 dal fiume Garonna,
dall’Oceano, dal territorio dei Belgi e tocca
anche dalla parte dei Sequani e degli Elvezi il
fiume Reno.
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1
La “provincia cui allude Cesare è la provincia romana, all’incirca l’odierna Provenza (che conserva nel proprio nome
l’origine latina.
2
Delimitata.
9
10
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Prof.ssa Rossella D’Alfonso
SCHEDA 1 (b)
Parole uguali o simili
all'italiano
Gallia = Gallia
est divisa = è divisa
in partes tres = in tre parti = una
Belgae = Belgi
Aquitani = Aquitani
lingua = lingua
Celtae = Celti
nostra = nostra
Galli = Galli
institutis = istituti, istituzioni
legibus = leggi
se = sé
differunt = differiscono Garumna =
Garonna
flumen= fiume
fortissimi = fortissimi, più forti
cultu = cultura, tenore di vita
humanitate = umanità, civiltà
provinciae = provincia
proximi = prossimi, vicinissimi
Gernanis = Germani
Rhenun = Reno
Helvetii =.Elvezi
virtute = virtù, valore
praecedunt = precedono
cotidianis. = quotidiani
contendunt = 'contendono' (ma la
parola ha cambiato significato: “si
recano”)
initium = inizio
Rhodano = Rodano
Oceano = Oceano
attingit = attinge, tocca.
Parole che sono in italiano
alquanto diverse ma nelle
quali la derivazione latina è
ancora trasparente
omnis = ogni, tutto
qui, quarum = che, delle quali
incolunt = abitano. cfr. inquilino'
aliam = altra
ipsorum = stessi
appellantur = sono chiamati; cfr.
appellarsi, appello; e poet. appellare
inter = tra (cfr. ‘internazionale’,
’interregno’)
ab,- a= da. (cfr. abiura) longissime =
lontanissimo2 (cfr. lungo)
absunt = sono lontani (cfr. assente)
trans = di là da (cfr. ‘transalpino’)
contilnenter = continuamente
gerunt = fanno (cfr. ‘gerente’)
reliquos = i rimanenti (cfr. ‘reliquie’)
cum = con
capit3 = prende (cfr. capiente)
finibus = confini, territorio
et iam = anche (cfr. it. arcaico
‘eziandio’)
Parole del tutto diverse
Hi; horum = questi, di questi
propterea quod = per il fatto che
atque = e
-que = e
quoque = pure
fere = quasi
proeliis:- combattimenti
eorum = di essi
Note:
1 Antico inquilinus, parola che appartiene alla famiglia del verbo colere = coltivare. poi abitare.
2 Lontano viene da longe attraverso un volgare longitanus.
3 Radice KEP = prendere. afferrare. La nozione di avere conseguente al prendere è riscontrabile. per es. nel tedesco
haben = avere. Dal significato di ‘prendere’ si sviluppa quello di ‘comprendere, capire’
(da G. Ghiselli - G. Concialini, Il libro di latino, ed. Laterza)
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11
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
SCHEDA 2 : Introduzione alla flessione
•
Premessa: l’unità di comunicazione è l’enunciato
A)
- Analizzando qualunque testo, orale o scritto, riconosciamo innanzi tutto delle unità di
comunicazione, vale a dire insiemi di segni 3che, incentrati sul predicato, offrono un senso
compiuto e sintatticamente autonomo: li denominiamo enunciati.
-
Esempi: “La Gallia è tutta divisa in tre parti” è un enunciato; anche “La Gallia , come scrisse
Cesare all’inizio del De bello Gallico, è divisa in tre parti, di cui una è abitata dai Belgi, un’altra
dagli Aquitani, l’ultima dai Celti, che dalle nostre parti chiamano Galli” è un enunciato; mentre
“La Gallia in tre parti” non è un enunciato secondo la definizione data (manca di compiutezza).
B)
- “La Gallia è tutta divisa in tre parti” è un enunciato minore, o semplice, avendo un solo
predicato (sottolineato); il predicato, come abbiamo detto, ne è il perno:
è divisa
p.v.
la Gallia
sogg.
-
tutta
in tre parti
pred. sogg. c. distributivo
“LA GALLIA, come scrisse Cesare all’inizio del De bello Gallico, È DIVISA IN TRE PARTI, di cui
una è abitata dai Belgi, un’altra dagli Aquitani, l’ultima dai Celti, che dalle nostre parti chiamano
Galli” è un enunciato maggiore, perché i predicati sono più d’uno (sottolineati): esso è dunque
è formato da più enunciati minori: degli enunciati minori che la formano, si è messo in evidenza
(in maiuscoletto) l’enunciato così detto PRINCIPALE, quello che regge tutti gli altri. Possiamo
schematizzare le relazioni fra gli enunciati che compongono l’enunciato maggiore (il periodo,
come di diceva un tempo) analogamente allo schema delle relazioni fra i sintagmi nell’enunciato
minore:
La Gallia è divisa in tre parti
(principale)
come scrisse Cesare
all’inizio del De bello Gallico
(sec.I grado modale)
di cui una di cui una è abitata dai Belgi,
un’altra dagli Aquitani, l’ultima
dai Celti,
(sec. I grado relativa)
che dalle nostre parti chiamano Galli
(sec. II grado relativa)
3
Termine preferibile al generico ‘parole’.
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-
Possiamo chiamare frase, genericamente, ogni tipo di enunciato, maggiore o minore.
•
La flessione: funzioni nella frase e finale di parola
12
A)
- Gli elementi di ogni enunciato minore si collegano, in italiano, con gli articoli e/o con le
preposizioni, e/o con la posizione delle parole, per segnalare la funzione che ciascuno di essi ha
nella frase:
- esempio 1: nella frase “I Galli vincono i Germani” noi capiamo che il soggetto sono i Galli e
l’oggetto i Germani dalla posizione delle parole, che rispetta l’ordine soggetto / predicato /
oggetto;
- esempio 2: nella frase “I migliori dei Galli vinsero”, capiamo che “dei Galli“ è il complemento
partitivo (vale “fra i Galli”) dalla preposizione “di” articolata.
B)
- Anche IN LATINO gli elementi dell’enunciato si collegano anche, come in italiano, con le
preposizioni (gli articoli non ci sono), ma la modalità di base è la modificazione della parte
finale della parola, che la preposizione sia poi usata o no (a seconda dei complementi, o
espansioni): essa ci fa capire la funzione di ogni elemento nella frase:
- esempio 3 (vediamo tradotta in latino la frase dell’esempio 1): Galli Germanos vincunt oppure
Germanos Galli vincunt oppure Galli vincunt Germanos oppure Germanos vincunt Galli oppure
vincunt Galli Germanos oppure vincunt Germanos Galli sono tutte frasi equivalenti in latino,
perché sono le parti terminali delle parole (-i per il soggetto, in questo caso, -os per l’oggetto) a
designare la funzione. Questo implica anche che l’ordine delle parole sia molto più libero, anche
se naturalmente esistono anche il latino delle consuetudini in proposito (i primi due esempi
sarebbero forse preferiti dal latino classico, col predicato in fondo).
C)
- Per rendere più semplice l’approccio a questo argomento, pensiamo che in italiano siamo già
abituati alla flessione:
- nei verbi, per designare le persone e altro: (scriv-o, scriv-i,…)
- nei sostantivi, pronomi e aggettivi per distinguere singolare / plurale, maschile / femminile
(es. gatt-o, gatt-a, gatt-i, gatt-e; ess-o, ess-a…; facil-e, facil-i,….)
- una sopravvivenza della flessione per indicare la funzione l’abbiamo poi in alcuni pronomi;
vediamo qualche esempio:
pronomi personali
io, tu, egli, ella, noi, voi, essi, loro …
(funzione di soggetto)
mi, ti, si, ci, vi (funzione di complemento di
termine)
me / mi , te / ti, sé / si, ci , vi, … (funzione di
oggetto)
ne (funzione di specificazione, di partitivo, ..
pronomi relativi
che, il / la quale, i/le quali (funzione di
soggetto)
cui (funzione di complemento di termine)
che (funzione di soggetto)
Esempi: 1) ”Me ne dai una fetta?” = “Dai a me una fetta di ciò?”
2) “L’albero cui tendevi…” = “L’albero al quale/ a cui….”, diverso da “L’albero che
vedi…”, dove che funge da complemento oggetto. E così via.
In questi casi la funzione non è affidata alla preposizione, ma alla modificazione della
terminazione, quindi alla modificazione morfologica.
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D) La flessione nominale in latino
-
Entriamo ora direttamente nella flessione latina, partendo da quella nominale:
Le funzioni di un sintagma in una frase possono essere moltissimi (i complementi sono decine),
ma in latino convergono verso 6 funzioni fondamentali, contrassegnati da altrettante
modificazioni di terminazione di parola, che chiamiamo CASI; li esemplifichiamo inserendo in
frasi italiane (corsivo) una sola parola latina, declinata in ognuno del 6 casi:
esempio
sintagma
1. Finché c’è vită, c’è speranza.
=
(la) vita
2. Tu sei l’aspro veleno vitae meae.
=
della mia vita
3. Per questi meriti tu sarai sempre
cara vitae meae.
=
alla mia vita
4. Vitam trascorro nei boschi.
=
la vita
5. Tu mi prometti un amore
sereno, meă vită.
=
(o vita mia, amor mio)
6. Diamo l’esempio vitā nostrā.
=
con la nostra vita..
vit-ă
termina- caso
zione
NOMINATIVO
-ă
funzione
vit-ae me-ae
-ae
GENITIVO
Specificazione,
…
vit-ae me-ae
-ae
DATIVO
termine, …
vit-am
-am
ACCUSATIVO
oggetto, …
meă vită,
-ă
VOCATIVO
vocazione
vitā nostrā
-ā
ABLATIVO
mezzo, …
soggetto, …
Questa è la flessione (singolare) dei sostantivi e degli aggettivi (femminili della I classe) che
afferiscono alla I declinazione, singolare.
Le declinazioni dei sostantivi in latino sono cinque, mentre due sono le classi degli aggettivi;
c’è poi una declinazione pronominale. Esse saranno affrontate nelle prossime lezioni.
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TESTO/I DI
RIFERIMENTO
LEZIONE N.
ARGOMENTI:
III
1. esercizi di lettura
2. teoria della flessione in latino nelle
parti variabili del discorso:
2.1. il nome: sostantivo, aggettivo,
pronome:
a) i casi (declinazione dei nomi);
funzioni di base dei 6 casi latini;
b) morfosintassi: ripasso delle
nozioni di predicato verbale e
nominale, soggetto, attributo,
apposizione,
complemento
predicativo del soggetto
c) concordanza del predicato col
soggetto
d) concordanza dell’aggettivo col
sostantivo
e) numero delle declinazioni del
sostantivo
in
latino
e
indicazione del genitivo come
contrassegno (introduzione al
concetto di paradigma)
f) numero
delle
classi
dell’aggettivo: il paradigma
della prima classe in –us, -a,
um
2.2. il verbo
3.
4.
lavoro
individuale
consigliato
ESERCIZI:
-
DMR I pp. 2-16
-
scheda 1 [v. lezione
II]
DMR 2 pp. 20-3
Scheda 3 a
Scheda 3 b
DMR pp. 23-24
DMR pp. 24-26
DMR 3 p. 31
-
-
fonetica
L’origine del latino e le fasi della
sua evoluzione: introduzione alla
lingua latina con particolare riguardo al lessico (quale
approccio, cenni agli aspetti
storici del lessico, caratteristiche
fondamentali del sistema lessicale
latino, vocaboli primitivi, derivati
e composti).
-
-
-
scheda 4
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Esercizi di pronuncia,
sillabazione,
individuazione
della
quantità: DMR I pp.
18-9 n. 3/6
es. 1 funzione sintattica
dei casi
es. 2 funzione sintattica
dei casi
rifare es. dati (fino a
non fare più errori) +
DMR I pp. 18-9 es. n.
5/6
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SCHEDA 3a: Le parti del discorso
Cervus ad fontem
Il cervo alla fonte
Ad fontem cervus cum bibisset restitit,
et in liquore vidit effigiem suam.
Ibi dum ramosa mirans laudat cornua
crurumque nimiam tenuitiitem vituperat,
venantum subito vocibus conterritus,
per campum fugere coepit et cursu levi canes
elusit. Silva tum excepit ferum;
in qua retentis impeditus cornibus
lacerari coepit morsibus saevis canum.
Tum moriens edidisse vocem hanc dicitur:
"O me infelicem, qui nunc demum intellego,
utilia mihi quam fuerint quae despexeram,
et quae laudaram, quantum.luctus habuerint".
Un cervo, dopo avere bevuto, si fermò presso la sorgente
e vide la sua immagine nell'acqua.
Lì, mentre lodava le corna ramificate; ammirandole,
e criticava l'eccessiva magrezza delle gambe,
atterrito improvvisamente dalle voci dei cacciatori,
cominciò a fuggire per la campagna e, con una corsa veloce,
sfuggì. ai cani. Il bosco allora accolse l'animale selvatico;
e, trattenuto dalle corna impigliate in questo,
cominciò ad essere straziato dai crudeli morsi dei cani.
Si dice che allora, morendo, abbia pronunciato queste parole:
“O me infelice, che solamente adesso comprendo
quanto mi siano state utili le (gambe) che avevo disprezzato e
quanto lutto abbiano causato le (corna) che avevo lodato".
FEDRO
Prendiamo in esame le parole evidenziate nel testo
cervus
et
vidit
per
tum
o
me
infelicem
"cervo"
"e"
"vide"
. "per"
"allora”
"o"
"me"
"infelice"
nome
congiunzione
verbo
preposizione
avverbio
interiezione
pronome
aggettivo
Sono esempi di parti del discorso, che in latino sono otto: sostantivo, aggettivo, pronome, verbo,
congiunzione, preposizione, avverbio e interiezione.
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SCHEDA 3 b: La
funzione sintattica nella frase: i ‘casi’
(esempi della II declinazione dei sostantivi)
Is est amicus qui in re dubia iuvat.
(Plaut.)
L'amico è colui che aiuta in una situazione
critica.
Amici vitia si feras, facis tua. (P. Sir.)
Se sopporti i difetti dell'amico, li rendi tuoi.
Amico operam dedi. (Plaut.)
Ho dato aiuto all'amico.
Non relinques amicum. (Cic.)
Non abbandonerai l'amico.
Non semper imbres nubibus manant in
agros, amice Valgi. (Or.)
Non sempre le piogge cadono dalle nubi sui
campi, amico Valgio!
Cum amico libenter loquor.
Con un amico parlo volentieri.
Pro caris amicis perire. (Or.)
Morire per i cari amici.
In angustiis amici apparent. (Petr.)
Gli amici si riconoscono nelle difficoltà.
Fides amicorum. (Cic.)
La fiducia degli amici.
Reddita est amicis fides. (Plin. Iuv.)
E stata ridata fiducia agli amici.
Amicos consulam. (Plaut.)
Consulterò gli amici.
Dum fortuna manet, vultum servatis, amici.
(Petr.)
Finché dura la buona sorte, tenete un atteggiamento favorevole, o amici.
Fuerunt multi reges ex amicis Alexandri
Magni. (Nep.)
Ci furono molti re tra gli amici di Alessandro
Magno.
Negli esempi sopra riportati, il sostantivo amicus "amico" presenta terminazioni che variano a
seconda della diversa funzione sintattica del sostantivo nella frase.
Questo tipo di flessione interessa gli elementi nominali (nome, aggettivo e pronome) e viene
definito declinazione.
Nella declinazione latina sono distinte sei funzioni sintattiche fondamentali, che vengono definite
casi e presentano ciascuna una propria terminazione per il singolare e una per il plurale.
I casi sono i seguenti:
1. Nominativo: è il caso del soggetto e di tutto quanto gli si riferisce (attributo, apposizione,
predicativo del soggetto, cosiddetto nome del predicato nel predicato nominale, che ha la stessa
funzione del predicativo del soggetto).
2. Genitivo:è il caso della specificazione (appartenenza ecc.) e di funzioni affini (qualità, stima
ecc.).
3. Dativo: è il caso delle funzioni di termine, interesse, fine ecc.
4. Accusativo*: è il caso dell'oggetto e del predicativo dell'oggetto; esprime anche l'idea di
estensione nello spazio e nel tempo (funzioni di estensione, distanza, tempo continuato, ecc.);
unito a preposizioni svolge varie funzioni circostanziali (moto a luogo, per luogo, ecc.).
5. Vocativo: è usato solo per indicare la funzione di vocazione o chiamata.
6. Ablativo*: da solo o unito a preposizioni è il caso della maggior parte delle funzioni
circostanziali: funzione separativa (allontanamento, origine, moto da luogo, agente, paragone,
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17
ecc.); funzione strumentale (mezzo, causa, modo, compagnia, limitazione ecc.); funzione
locativa (stato in luogo, tempo determinato).
* L'ablativo e l'accusativo possono essere uniti a preposizioni; sono gli unici due casi cche
ammettono di norma questo uso.
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Analisi degli esempi:
il sintagma è in grassetto
terminazione
caso
funzione
Is est amicus qui in re dubia iuvat.
-us
NOM. Sing.
soggetto
Amici vitia si feras, facis tua
-i
GEN. Sing.
specificazione
Amico operam dedi. (Plaut.)
-o
DAT. Sing.
termine
Non relinques amicum. (Cic.)
-um
ACC. Sing.
oggetto diretto
VOC. Sing.
vocazione
ABL. Sing.
compagnia
NOM. Plur.
GEN. Plur.
DAT. Plur.
ACC. Plur.
VOC. Plur.
soggetto
specificazione
termine
oggetto diretto
vocazione
Non semper imbres nubibus manant -e
in agros, amice Valgi. (Or.)
Cum amico libenter loquor cum + -o
abl.
In angustiis amici apparent. (Petr.)
Fides amicorum. (Cic.)
Reddita est amicis fides. (Plin. Iuv.)
Amicos consulam. (Plaut.)
Dum fortuna manet, vultum servatis,
amici. (Petr.)
Pro caris amicis perire. (Or.) pro
+ abl.
-i
-orum
-is
-os
-i
vantaggio
-is
ABL. Plur.
Fuerunt multi reges ex amicis
Alexandri Magni. (Nep.) ex + abl.
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(si esprime anche
in dativo)
partitivo
(si esprime anche
in gen. plurale o
con inter + acc.)
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Esercizi:
Es. 1: Con l'aiuto della traduzione, individua la funzione sintattica di ciascun termine latino
in neretto; indica poi quale caso corrisponde a tale funzione:
Regina nuntios mittit
La regina invia messaggeri.
Reginam colimus.
Onoriamo la regina.
Benevola es, regina.
Tu sei benevola, o regina!
Donum gratum reginae.
Dono gradito alla regina.
Ager fertilis est.
Il campo è fertile.
Cultura agrorum.
La coltivazione dei campi.
In agris servi manent.
Gli schiavi restano nei campi.
Hostes agros vastant.
I nemici devastano i campi..
Pueros obiurgamus.
Rimproveriamo i ragazzi.
Pueri ludunt.
I ragazzi giocano.
Epistulae missae patri.
Lettere mandate al padre.
Officia patrum.
l doveri dei padri.
Puerorum ingenium. Audite, pueri,
Il carattere dei ragazzi
patres.
Ragazzi, ascoltate i padri.
Livius cum patre vivit.
Livio vive con il padre.
Filii patres laudant.
I figli lodano i padri
Es. 2: Con l'aiuto della traduzione individua la funzione sintattica di ciascun termine latino
in neretto; indica poi quale caso corrisponde a tale funzione:
Insulam in mare cernimus.
Incolae insulae procellas timebant.
In insula est densa silva.
Insulae obnoxiae ventis sunt.
Rex socius fidus est.
Timemus perfidiam socii.
Socii, nobiscum pugnate.
Cum sociis praedam divido.
Rivus de monte fluit.
Montes Italiam cingunt.
Vertices montium.
Urbs proxima montibus.
Duces exercituum.
Caesar ducit exercitum.
Exercitus in castris est.
Hostes exercitus parant.
Scorgiamo un'isola nel mare.
Gli abitanti dell'isola temevano le tempeste
Nell'isola c'è un fitto bosco.
Le isole sono esposte ai venti.
Il re è un alleato fedele.
Temiamo il tradimento dell'alleato.
O alleati, combattete con noi.
Divido il bottino con gli alleati.
Il ruscello scorre dal monte
I monti circondano l'Italia.
Le cime dei monti.
Città vicina ai monti.
I comandanti degli eserciti.
Cesare comanda l'esercito.
L'esercito è nell'accampamento.
I nemici preparano gli eserciti.
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SCHEDA 4 a: Nozioni di base di lessicologia (scaletta):
A)
- dal gr. lexis (= ‘parola’), la lessicologia prende in esame la formazione delle parole, il loro
raggruppamento in famiglie, il loro valore (nei vari ambiti della vita, affettivo, tecnico, letterario, …);
- ausiliaria della l. è l’etimologia (dal gr. étymon = ‘vero significato’), che studia l’origine dei vocaboli;
- la l. in senso stretto prescinde dai significati di un termine in contesti particolari (significato
connotativo), per concentrarsi sul suo significato-base, denotativo; mentre la disciplina che più
specificamente si occupa dell’interazione reciproca dei significati tra loro e nei diversi contesti nonché
della loro evoluzione nel tempo è la semantica (dal gr. semaíno = ‘segnalo, significo’), la l. valuta
tuttavia anche le variazioni o mutamenti che il lessico ha subito nel corso della sua storia (dimensione
diacronica della lingua) soprattutto dal punto di vista formale.
B)
- Il latino appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea (o indogermanica), insieme di lingue parlate da
popolazioni che dalle sedi originarie a nord del Mar Nero e del Mar Caspio si spostarono già dal III
millennio a. C. da una parte verso l’Europa (a es. le stirpi elleniche nel II millennio), dall’altra in Asia
verso l’Anatolia (a es. gli Ittiti alla metà del III millennio), il Caucaso, l’Iran, la valle dell’Indo (nel II
millennio). Non sussistono infatti tracce di una ‘lingua’ indoeuropea e si ipotizza la coesistenza di
moltissimi dialetti da cui si originarono antico indiano, ittita, armeno, tocarico (Turkestan orientale),
iranico, greco, albanese, lingue germaniche, latino, lingue slave, lingue baltiche, lingue celtiche (oggi
scozzese, irlandese, gallese, brétone).
- Le prime testimonianze del latino risalgono non oltre il VII-VI sec. a.C., nell’area del Latium vetus
(‘antico Lazio’, nella zona pianeggiante intorno ai colli Albani e a sud-ovest del Tevere in cui si
insediarono i fondatori di Roma). I popoli italici limitrofi parlavano lingue affini (la più diffusa è l’oscoumbro).
- Il latino dei Romani delle origini risultava dall’incontro fra dialetti dei colli Albani e dei Sabini; in un
secondo momento subì l’influsso dell’etrusco, di altre lingue settentrionali, del greco, ma finì con il
configurarsi come lingua dominante, di superstrato, che arrestò il diffondersi delle altre, divenendo
lingua ufficiale dei territori dominati da Roma nei secoli tranne che in Oriente, dove più diffuso anche
durante l’impero rimase il greco.
- La lingua latina evolutasi sino a noi nelle lingue neolatine o romanze era soprattutto quella parlata
nell’uso comune, piuttosto che quella alta della comunicazione letteraria – che ha piuttosto contribuito
alla formazione del lessico intellettuale europeo, anche delle lingue non romanze -. Si tratta del sermo
cotidianus, o sermo vulgaris, più vicino – nell’andamento sintattico come in tanto lessico – al latino dei
Vangeli e della Chiesa che a quello della letteratura classica o anche della lingua scritta, più
conservatrice e formale dell’orale. I (non molti) documenti rimasti (epigrafi di Pompei ecc.) mostrano
come accanto alla parola dotta coesistesse di frequente una parola di uso più frequente (es. accanto a
os,oris, troviamo bucca per ‘bocca’; accanto a equus, -i troviamo caballus,-i per ‘cavallo’, e così via).
ESEMPI:
latino classico
auricola
aurum
causa
clamare
clausum
comedere
domus (casa)
equus
ignis
latum
(participio
passato
da
ferre=portare)
> Italiano colto
auricolare
aureo
causa
clamore
clausura
commestibile
domestico
Equestre, equino
igneo, ignifugo
latore
Latino volgare
auricla
clusum
manducare
casa (capanna)
caballus
focus
portare
> Italiano corrente
orecchio
oro
cosa
chiamare
chiusura
mangiare
casa
cavallo
fuoco
Portare
(segue)
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latino classico
laurum
oculus
os
speculum
sus
senex
-
> Italiano colto
lauro
oculare, oculista
orale
speculare
suino
Senile
20
Latino volgare
oclus
bucca
speclum
maialis
veclus
> Italiano corrente
alloro
occhio
bocca
specchio
maiale
vecchio
Il latino sopravvisse alle invasioni barbariche e al crollo dell’Impero Romano d’Occidente (V sec. d.C.)
perché radicato vuoi nella lingua del diritto (e quindi politica e amministrativa), vuoi nella lingua della
Chiesa (più semplice sintatticamente, ricca di vocaboli nuovi o di vocaboli antichi con senso mutato),
che funse da principale collante culturale nell’Europa medioevale, vuoi nella lingua della letteratura, di
cui in gran parte esse si valevano. Si continuò ad impiegare il latino dal Portogallo alla Romania, pur con
profondissime modificazioni, che portarono alla “nascita” di nuove lingue (in realtà evoluzioni del latino
diverse fra loro e a un certo punto percepite come distinte dalla lingua madre), le lingue neolatine
appunto o romanze (parlate nella Romània): portoghese, spagnolo, catalano, francese, francoprovenzale, provenzale (gli ultimi due oggi assorbiti dal francese), ladino, sardo, italiano, rumeno.
L’origine latina è ben percepibile anche nello stadio attuale di tali lingue. Qualche esempio:
Latino
Focus (lat. classico)
veclus (lat. tardo)
caballus (lat. volgare)
spagnolo
francese
portoghese
romeno
italiano
fuego
feu
fogo
foc
fuoco
viejo
vieil / vieux
caballo
cheval
cavalo
cal
cavallo
vechiu
vecchio
C)
- Caratteristica particolare del sistema lessicale latino è la sua ‘concretezza’, l’intuibilità dei significati nei
vocaboli composti quando siano noti i valori semantici (di significato) di radice, prefissi, suffissi.
Esempio: il verbo ire vuol dire ‘andare’ e ha 24 composti con prefissi; se conosciamo questi ultimi non è
difficile capire il senso dei verbi composti; ne elenchiamo alcuni: ab indica distacco, allontanamento e
abire significa ‘allontanarsi, ‘andare via’; ex indica distacco, separazione, uscita, e exire significa ‘andare
fuori’, ‘uscire’; ob indica contrasto, opposizione e obire significa ’andare contro’, ‘affrontare’; ad indica
avvicinamento, ed adire significa ‘andare vicino’, ‘avvicinarsi’, e via di questo passo.
- Altra caratteristica è l’altissimo numero di verbi, circa 20.000, mentre quasi totale è la mancanza di un
lessico astratto (quando compare, è di derivazione greca). La lingua, ogni lingua, è sempre espressione di
una forma mentis (‘forma, struttura della mente’), comunica moltissimo della civiltà che l’ha prodotta.
Così il latino preferisce sostituire concetti concreti ai corrispondenti astratti (quando ci sono) e dire
iuvenes, cioè ‘i giovani’ anche quando intende ‘la gioventù’, quod volumus, cioè ‘ciò che vogliamo’ a ‘il
nostro obiettivo’, post Galliam captam, cioè ‘dopo la Gallia conquistata’ piuttosto che ‘dopo la conquista
della Gallia’ (che sarà però la traduzione corretta, seondo l’uso italiano).
- Il latino nacque come lingua concreta, lingua di agricoltori, pastori e soldati. Molte parole di uso comune
nel latino e poi dell’italiano attuale si originano da un significato primitivo attinente a questi settori della
vita di cui spesso si è perduta traccia: v. scheda allegata “Il latino lingua di contadini”.
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SCHEDA 4 b: Il latino lingua di contadini:
«I Latini furono all'origine un popolo di agricoltori. Perciò il fondo linguistico agricolo è alla base
di parole che noi usiamo comunemente, senza sospettarne l'origine antica e il significato primitivo.
L'aggettivo lieto viene dal latino laetus che significava “grasso”: ager laetus = campo grasso; e
letame significava “materia che ingrassa”. La floridezza del campo diventa poi facilmente sinonimo
di letizia per l'agricoltore, e quindi letizia e letame sono ... parenti stretti.
Pecunia, denaro, viene da pecus, bestiame, e risale ai tempi in cui, in luogo del denaro, vigeva lo
scambio in natura, in animali.
Egregio significa «di alta qualità », ma in origine egregius era l'animale pregiato «trat to fuori dal
gregge (e grege) per ingrassarlo.
Caduco viene dal latino caducus e questo da cadere = cadere. Caduca è la foglia destinata a
cadere, caducità è quella delle cose e delle speranze umane che presto tramontano.
Peccare viene dal latino peccare, un derivato di pes = piede: quindi vale propriamente
"inciampare”. Così impedire = ostacolare il piede.
Chi invece delira, cioè dice cose fuori posto, sappia che in latino delirare vuol dire «uscire dal
solco» (lat. lira).
Voci come stimolare e istigare sono le latine stimulare, instigare, che significano «pungere» le
bestie col pungolo (stimulus) per sollecitarle.
Sullo sfondo di queste parole è sempre la campagna, nei suoi gesti più soliti. Appena un po' più
su stanno termini come reputare, dal lal. putare = allineare, pareggiare (cfr. il nostro potare),
trasferiti nel campo del pensiero; pensare dal latino pensare, che significa “pesare, soppesare”.
Rivale, dal lat. rivalis, è “colui che sta da una delle due parti del ruscello (rivalis)" e che quindi ha
diritto alla stessa acqua di irrigazione né più né meno dell'altro che sta dall'altra parte: donde le liti.
Nell'atto di chi stipula un contratto si intravede l'antico gesto simbolico di spezzare una
pagliuzza (stipula), prendendosene ciascuno dei contraenti la metà.
Perfino le parole relative all'attività letteraria sono spesso di origine rustica: così scrivere viene
da scribere che vuol dire “incidere”; leggere viene da legere “raccogliere”; sermone da serere
“intrecciare” (un discorso con altri); libro viene da liber, la parte interna dell'albero, materiale su cui
in origine si scriveva.
Parole significative sono coniuge, dal latino cum (con) + iugum (giogo) = aggiogato insieme;
pagano, originariamente “abitante del pagus” (villaggio di campagna). Il significato del nome
proviene dal fatto che i contadini furono i più resistenti alla “milizia”, i più a lungo non cristiani.
Altra parola significativa è colono. proveniente dal lal. colonus, della stessa famiglia di colere =
“coltivare” e di “cultura”. Il lavoro dello spirito è apparentato a quello dei campi: espressione tipica
de!la nostra civiltà occidentale». (da Traina – Pasqualini, libro di versioni edito da Cappelli)
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Esercizi di pronuncia, sillabazione, individuazione della quantità
DMR Es. 3 p. 18: dividere in sillabe le seguenti parole:
Iuppiter • fratrem • mentior • modestia • armentum • vestris • magister • certamen • aedilis •
triumphos • Miltiades • castra • impius • historia • aratrum • quaestorem • triplice • quotidie •
asperum • hiemis • nuntius • equites • Alexandria • tenebras • discipulos • gloriam • quandoquidem •
noctes • simulacra • finximus • omnium • posco • inquietus • gratiam • pridie • honestate • Appia •
equestrem
DMR Es. 4 p. 18: individuare l'accento delle singole parole:
Hannĭbal • vocantem • instituērunt • accĭpit • agrorum • aedificavit • adĭtus • respondēre
existĭmo • conturbo • fulmĭna • audīmus • capĭmus • praeclāram • indutias • Academīa
philosophĭa • optĭmus • muliĕrem • conĭici • accessus • hiĕme • Aristīdes • alĭquos
sociětas • occĭdo • occīdo • opprĭmis • incĭpis • videntur • revŏcat • addūcit • foedĕra
conspĭcis • invŏcat • evāsit • candĭdum • filiŏla • confŭgit • confūgit • ardua • pervēnit
pervĕnit • vidēre • sapientia • mittĕre • persĕquor • cadĕre • devŏrat • irrītat • ebriětas
circumdǎre • consilium • posĭtum • effĭcit • iudĭces • confīdo • exĭtum • maiōrem • irascor
impĕras • saecŭlum • dissimŭlat • contĭgit • utilĭtas • brevĭter
•
•
•
•
•
•
•
DMR Es. 5 p. 18: dividere in sillabe, individuare la quantità della penultima e segnare
l'accento:
ineptum • amoenus • imperium • magistra • obsigno • sapientia • deleo • praecepta • exaudi • veniam
• honestus • praesertim • libertas • pertaesum • insidias • aranea • inermis • derideo • repugnant •
oppressos • consilia • expellit • pauperies • instaurat • oriens • nonnumquam • conubium •
molestus • praemittit • misereat • minister • relinquo • polliceor • neglegentia • intellectum • iniurias
• coactus • constituit • praesentem • iudicium • corrupti • patriam
DMR Es. 6 p. 18: leggere i seguenti brani (riepilogo):
I). His rebus cognĭtis Caesar legiōnes equitatumque (parola composta di equitatum + -que) revocāri
atque in itinĕre resistěre iubet, ipse ad naves revertĭtur; eǎdem fere quae ex nuntĭis litterisque
cognověrat, coram perspĭcit, sic ut amissis circĭter quadraginta navĭbus relĭquae tamen refĭci posse
magno negotĭo viderentur. Itǎque ex legionĭbus fabros delĭgit et ex continenti alĭos arcessi iubet:
Labiēno scribit ut quam plurĭmas possit, iis legionĭbus quae sint apud eum naves institŭat. Ipse, etsi
res erat multae opěrae ac labōris, tamen commodĭssimum esse statŭit omnes naves subdūci et cum
castris una munitiōne coniungi. In his rebus circĭter dies decem consūmit, ne nocturnis quidem
temporĭbus ad labōrem milĭtum intermissis.
[Cesare, De bello Gallico, 5,11]
Traduzione:
Saputo ciò, Cesare fece richiamare le legioni e la cavalleria, ordinando loro di opporre resistenza a ogni attacco senza
peraltro interrompere la marcia; egli ritornò alle navi, di presenza si rese conto che le cose stavano quasi come le aveva
sapute dai messi e dalla lettera [di Atrio], che circa quaranta navi si potevano considerare perdute, ma che le altre si
potevano riparare, anche se con grande fatica. Perciò ordinò di cercare fabbri nelle legioni e di fame venire altri dal
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23
continente: scrisse a Labieno di cominciare la costruzione del maggior numero di navi possibile con quelle legioni che
aveva presso di sé. Inoltre, quantunque la cosa richiedesse un lavoro lungo e grande fatica, tuttavia ritenne opportuno di
portare in secco le navi e di unirle all'accampamento con una sola fortificazione. In questa impresa impiegò dieci giorni,
senza interrompere il lavoro dei soldati neppure di notte. [trad. Ciaffi]
II).
Tibullo, Carmina, l,l
Divitĭas alius fulvo sibi congěrat auro
et teneat culti iugěra multa soli;
quem labor adsidŭus vicīno terrěat hoste,
Martĭa cui somnos classĭca pulsa fulgent.
Me mea paupertas vita tradūcat inerti,
dum meus adsiduo luceat igne focus.
Ipse seram teněras matūro tempŏre vites
rustĭcus et facili grandĭa poma manu;
nec Spes destitŭat, sed frugum semper acervos
praeběat et pleno pinguĭa musta lacu.
Nam veněror, seu stipes habet desertus in agris
seu vetus in trivio florĭda serta lapis;
et quodcumque mihi pomum novus edŭcat annus,
libātum agricŏlae ponĭtur ante deo
Altri a palate faccia quattrini di oro zecchino
e tenga a terreno aratìo ettari innumerevoli;
ma, quando il nemico è vicino, un incessante terrore lo assilli
e i clangori delle trombe di guerra gli rompano il sonno.
A me la scarsezza di mezzi procuri un' esistenza tranquilla,
purché il focolare sfavilli di una fiamma che mai non si spegne.
Vorrei di persona piantare nel mese più adatto le tenere viti
e, contadino, innestare con mano abituata le piante dai frutti polposi;
la Speranza non mi tradisca, ma via via mi conceda covoni
di biade e mosto che sciropposo trabocca dal tino ricolmo.
Sarà così, perché non c'è tronco solitario nei campi o antica
pietra nel trivio, coronati di fiori, cui io non mi inchini devoto;
qualunque sia il frutto che il ciclo dell'anno produce per me,
come primizia lo offro alle divinità contadine.
[trad. Della Corte]
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
LEZIONE N.
IV
lavoro
individuale
consigliato
24
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
1. Ripasso di alcuni argomenti
delle lezioni II e III: a) quantità
delle sillabe, sillabazione; b) il
genitivo come contrassegno
della
declinazione
di
appartenenza dei sostantivi
(introduzione al concetto di
paradigma); c) numero delle
classi
dell’aggettivo:
il
paradigma della prima classe in
–us, -a, um
2. a) radice, tema, suffisso,
prefisso, desinenza; b) nozioni
preliminari di morfologia del
verbo (coniugazioni, funz.
trans. e intrans., diatesi (attiva,
media, passiva), modi, tempi,
temi verbali, persone e numeri);
3. concetto di paradigma: il
paradigma dei verbi (i 3 temi),
il paradigma dei sostantivi
(nom. e gen. indicatore di
declinazione);
4. sistema dell’infectum: presente
indicativo attivo e passivo e
imperativo delle 4 coniugazioni
regolari e di sum
5. il predicato come nerbo della
frase latina: introduzione al
principio di proiezione del
lessico
sulla
sintassi
(verbodipendenza)
6. revisione
degli
argomenti
suddetti
7. Sintassi: compl. d’agente e
causa efficiente nelle frasi con
predicati a diatesi passiva; altri
complementi
in
ablativo
(mezzo, causa, compagnia e
unione,
argomento)
e
determinazioni di luogo
8. la coordinazione
9. Lessico:
i
50
verbi
fondamentali
-
DMR I, unità 3, pp.
31-4
-
DMR I unità 3 pp.
37-40
-
-
correzione
esercizi
degli
-
DMR pp. 41-2 n. 1/6
DMR I p. 48 n. 31-3233-34 (riconoscere le
forme
verbali
conosciute:
presente
indicativo attivo e
passivo,
imperativo,
infinito presente attivo)
-
rifare e/o completare
gli esercizi indicati
DMR I, unità 2, pp.
23-26
-
-
ESERCIZI:
DMR I unità 3 p.
40
Scheda lessicale I
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Prof.ssa Rossella D’Alfonso
25
Correzione degli esercizi di pronuncia, sillabazione, individuazione della quantità
DMR Es. 3 p. 18: dividere in sillabe le seguenti parole:
Iup-pi-ter • fra-trem • men-ti-or • mo-des-ti-a • ar-men-tum • ves-tris • ma-gis-ter • cer-ta-men • ae-di-lis •
tri-um-phos • Mil-ti-a-des • cas-tra • im-pi-us • his-to-ri-a • a-ra-trum • quaes-to-rem • tri-pli-ce • quo-ti-di-e
• as-pe-rum • hi-e-mis • nun-ti-us • e-qui-tes • A-le-xan-dri-a • te-ne-bras • dis-ci-pu-los • glo-ri-am • quando-qui-dem • noc-tes • si-mu-la-cra • fin-xi-mus • om-ni-um • pos-co • in-qui-e-tus • gra-ti-am • pri-di-e • hones-ta-te • Ap-pi-a • e-ques-trem
DMR Es. 4 p. 18: individuare l'accento delle singole parole (la sillaba accentata è in neretto):
Hannĭbal • vocantem • instituērunt • accĭpit • agrorum • aedificavit • adĭtus • respondēre •
existĭmo • conturbo • fulmĭna • audīmus • capĭmus • praeclāram • indutias • Academīa • philosophĭa
• optĭmus • muliĕrem • conĭci • accessus • hiĕme • Aristīdes • alĭquos • sociětas • occĭdo
(cado) • occīdo (uccido) • opprĭmis • incĭpis • videntur • revŏcat • addūcit • foedĕra • conspĭcis • invŏcat • evāsit • candĭdum • filiŏla • confŭgit (modo indicativo, tempo presente) • confūgit (modo
indicativo, tempo perfetto = passato remoto italiano)• ardua • pervēnit (modo indicativo, tempo
perfetto = passato remoto italiano) • pervĕnit (modo indicativo, tempo presente)• vidēre • sapientia •
mittĕre • persĕquor • cadĕre • devŏrat • irrītat • ebriětas • circumdǎre • consilium • posĭtum • effĭcit •
iudĭces • confīdo • exĭtum • maiōrem (“i” è qui semiconsonante) • irascor • impĕras • saecŭlum •
dissimŭlat • contĭgit • utilĭtas • brevĭter
DMR Es. 5 p. 18: dividere in sillabe, individuare la quantità della penultima e segnare
l'accento (la sillaba accentata è in neretto):
Ricordiamo le regole auree:
1) in latino la sillaba è sempre lunga, a meno che sia aperta con vocale breve:
2) l’accento non risale mai oltre la terzultima sillaba;
3) l’accento non cade mai sull’ultima sillaba (legge della baritonési)4
4) se la penultima sillaba è breve, l’accento cade sulla terzultima
5) pertanto se la penultima sillaba è lunga, l’accento cade su di essa.
in-ēp-tum5 (sillabazione etimologica: ‘in’ è prefisso negativo: l’etimo è in + aptum = ‘non atto’ ) • a-moenus • im-pe-rĭ-um • ma-gis-tra • ob-sig-no (sillabazione etimologica) • sa-pi-en-tia • de-lě-o • prae-cep-ta •
ex-au-di (sillabazione etimologica) • ve-nĭ-am • ho-nes-tus • prae-ser-tim • li-ber-tas • per-tae-sum • in-sidĭ-as • a-ra-ně-a • in-er-mis (sillabazione etimologica) • de-ri-dě-o re-pug-nant (sillabazione etimologica) •
op-pres-sos • con-si-lĭ-a • ex-pel-lit (sillabazione etimologica) • pau-pe-rĭ-es • in-stau-rat (sillabazione
etimologica) • o-rĭ-ens • non-num-quam • co-nu-bĭ-um • mo-les-tus • prae-mit-tit • mi-se-rě-at • mi-nis-ter •
re-lin-quo • pol-li-cě-or • neg-le-gen-tĭ-a (sillabazione etimologica) • in-tel-lec-tum • in-iu-ri-as (sillabazione
etimologica: prefisso negativo “in” + “ius, iuris”, diritto iniuria = ingiustizia) • co-ac-tus • con-sti-tŭ-it
(sillabazione etimologica) • prae-sen-tem • iu-di-cĭ-um • cor-rup-ti • pa-trĭ-am
4
Per le apparenti eccezioni, v. DMR I p. 9.
Nelle parole seguenti, la quantità lunga non viene segnata o quando la sillaba è chiusa, poiché la sillaba chiusa è
sempre lunga, o quando c’è un dittongo, sempre lungo.
5
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26
DMR Es. 6 p. 18: leggere i seguenti brani (riepilogo):
I) His rebus cognĭtis Caesar legiōnes equitatumque (parola composta di equitatum + -que) revocāri atque in
itinĕre resistěre iubet, ipse ad naves revertĭtur; eǎdem fere quae ex nuntĭis litterisque cognověrat, coram
perspĭcit, sic ut amissis circĭter quadraginta navĭbus relĭquae tamen refĭci posse magno negotĭo viderentur.
Itǎque ex legionĭbus fabros delĭgit et ex continenti alĭos arcessi iubet: Labiēno scribit ut quam plurĭmas
possit, iis legionĭbus quae sint apud eum naves institŭat. Ipse, etsi res erat multae opěrae ac labōris, tamen
commodĭssimum esse statŭit omnes naves subdūci et cum castris una munitiōne coniungi. In his rebus
circĭter dies decem consūmit, ne nocturnis quidem temporĭbus ad labōrem milĭtum intermissis.
[Cesare, De bello Gallico, 5,11]
Saputo ciò, Cesare fece richiamare le legioni e la cavalleria, ordinando loro di opporre resistenza a ogni
attacco senza peraltro interrompere la marcia; egli ritornò alle navi, di presenza si rese conto che le cose
stavano quasi come le aveva sapute dai messi e dalla lettera [di Atrio], che circa quaranta navi si potevano
considerare perdute, ma che le altre si potevano riparare, anche se con grande fatica. Perciò ordinò di
cercare fabbri nelle legioni e di fame venire altri dal continente: scrisse a Labieno di cominciare la
costruzione del maggior numero di navi possibile con quelle legioni che aveva presso di sé. Inoltre, quantunque la cosa richiedesse un lavoro lungo e grande fatica, tuttavia ritenne opportuno di portare in secco le
navi e di unirle all'accampamento con una sola fortificazione. In questa impresa impiegò dieci giorni, senza
interrompere il lavoro dei soldati neppure di notte. [trad. Ciaffi]
II).
Tibullo, Carmina, l,l
Divitĭas alius fulvo sibi congěrat auro
et teneat culti iugěra multa soli;
quem labor adsidŭus vicīno terrěat hoste,
Martĭa cui somnos classĭca pulsa fulgent.
Me mea paupertas vita tradūcat inerti,
dum meus adsiduo luceat igne focus.
Ipse seram teněras matūro tempŏre vites
rustĭcus et facili grandĭa poma manu;
nec Spes destitŭat, sed frugum semper acervos
praeběat et pleno pinguĭa musta lacu.
Nam veněror, seu stipes habet desertus in agris
seu vetus in trivio florĭda serta lapis;
et quodcumque mihi pomum novus edŭcat annus,
libātum agricŏlae ponĭtur ante deo.
Altri a palate faccia quattrini di oro zecchino
e tenga a terreno aratìo ettari innumerevoli;
ma, quando il nemico è vicino, un incessante terrore lo assilli
e i clangori delle trombe di guerra gli rompano il sonno.
A me la scarsezza di mezzi procuri un' esistenza tranquilla,
purché il focolare sfavilli di una fiamma che mai non si spegne.
Vorrei di persona piantare nel mese più adatto le tenere viti
e, contadino, innestare con mano abituata le piante dai frutti
polposi;
la Speranza non mi tradisca, ma via via mi conceda covoni
di biade e mosto che sciropposo trabocca dal tino ricolmo.
Sarà così, perché non c'è tronco solitario nei campi o antica
pietra nel trivio, coronati di fiori, cui io non mi inchini devoto;
qualunque sia il frutto che il ciclo dell'anno produce per me,
come primizia lo offro alle divinità contadine.
[trad. Della Corte]
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27
SCHEDA LESSICALE I (verbi/1): “I 50 verbi fondamentali”6
•
•
•
6
Nel latino si contano 1078 verbi semplici o verbi base, la maggior parte dei quali unita a prefissi
verbali (o preverbi) ne forma moltissimi altri (composti, derivati, frequentativi, deverbativi):
mediamente, ogni verbo base ne genera altri 20. Esempio: da capio (prendo) derivano tra gli altri
accipio (da ad+capio), concipio (da cum+capio), decipio (de+c.), incipio (in+c.), capto
(frequentativo di c.) eccetera. Dai 1078 verbi base si arriva così a circa 20.000 verbi. I più frequenti
sono circa 350/400, che saranno l’oggetto di più schede.
Dei 50 che seguono, fra verbi base e composti, si indica soltanto il significato principale (gli altri
sono consultabili sul vocabolario).
Scala di frequenza dei verbi: max 19001, min.83. Scala di frequenza di questa serie: max 19001,
min. 402
PARADIGMA
SIGNIFICATO
Sum, es, fui, esse
Sum, es, fui, esse (‘anomalo’)
Possum, potes, potui, posse (composto di
sum)
Facio, -is, feci, factum, -ere, III
Dico, -is, dixi, dictum, -ere, III
Do, -as, dedi, datum, -are, I
Habeo, -es, habui, habitum, -ere, II
Video, -es, vidi, visum, -ere, II
Fero, fers, tuli, latum, ferre (‘anomalo’)
Volo, vis, volui, velle (‘anomalo’)
Ago, -is, egi, actum, -ere, III
Venio, -is, veni, ventum, -ire, IV
Iubeo, -es, iussi, iussum, -ere, II
Accipio, -is, accepi, acceptum, -ere, III
Peto, -is, peti(v)i, petitum, -ere, III
Mitto, -is, misi, missum, -ere, III
Credo, -is, credidi, creditum, -ere, III
Quaero, -is, quaesi(v)i, quaesitum, -ere, III
Debeo, -es, debui, debitum, -ere, II
Inquam, -is, inquii (difettivo)
Vinco,-is, vici, victum, -ere, III
Pono, -is, posui, positum, -ere, III
Eo, is, i(v)i, itum, ire (‘anomalo’)
Capio, -is, cepi, captum, -ere, III
Scio, -is, scivi, scitum, scire, IV
Puto, -as, -avi, -atum, -are, I
Teneo, -es, tenui, tentum, -ere, II
Vivo, -is, vixi, victum, -ere, III
Relinquo, -is, reliqui, relictum, -ere, III
Audio, -is, -ivi, -itum, -ire, IV
Refero, refers, rettuli, relatum, referre
(composto di fero)
Duco, -is, duxi, ductum, -ere, III
Reddo, -is, reddidi, redditum, -ere, III
Voco, -as, -avi, atum, -are, I
Timeo, -es, timui, -ere, II
Licet, licuit / licitum est, -ere (impersonale)
Moveo, -es, movi, motum, -ere, II
Sto, -as, steti, statum, -are
essere, esistere, stare
usato come ausiliare
Potere, riuscire
Fare, compiere
Dire, parlare
Dare, conferire
Avere,
vedere
Portare, sopportare
volere
Fare; spingere
Venire; andare
Ordinare
Ricevere
Chiedere (per avere); cercare; raggiungere
mandare
Credere; affidare
Domandare
Dovere
dire
Vincere, superare
Porre, collocare
Andare
Prendere, catturare
Sapere, conoscere
Pensare, ritenere
Tenere, matenere
Vivere
Lasciare
Udire, ascoltare
riportare
Condurre, guidare
Restituire
Chiamare, invocare
Temere
È lecito
Muovere, spingere
Stare, rimanere
FREQUENZA
19001
4598
3709
2765
2589
2575
2570
2557
1470
1387
1250
1212
1104
1025
949
867
856
812
809
806
775
768
751
745
742
713
691
684
679
657
634
617
613
608
586
561
510
509
Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire
de base du latin, Bésanon 1982
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
PARADIGMA
SIGNIFICATO
Gero, -is, gessi, gestum, -ere, III
Trado, -is, tradidi, traditum, -ere, III
Fugio, -is, fugi, (fugiturus), -ere, III
(Coepio, -is,) coepi, coeptum, -ere, III
Paro, -as, -avi, -atum, -are, I
Traho, -is, traxi, tractum, -ere, III
Cogo, -is, coegi, coactum, -ere, III
Recipio, -is, recepi, receptum, -ere, III
Invenio, -is, inveni, inventum, -ire, IV
Cado, -is, cecidi, (casurus), -ere, III
Cognosco, -is, cognovi, cognitum, -ere, III
Pervenio, -is, perveni, perventum, -ire, IV
Portare, sostenere
Affidare
Fuggire
Cominciare
Preparare
Trarre, trascinare
Costringere; riunire
Ricevere
Trovare, scoprire
Cadere
Conoscere, sapere
Giungere, arrivare
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28
FREQUENZA
466
466
462
460
450
444
443
431
423
422
422
402
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
LEZIONE N.
ARGOMENTI:
29
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ESERCIZI:
-
V
lavoro
individuale
consigliato
1. Ripasso degli argomenti della
DMR I unità 3 pp.
lezione precedente necessari
35-6; si riveda la
2. I declinazione (sostantivi e
scheda 2 parte D
aggettivi il femminile della I
della lezione II
classe degli aggettivi)
3. II declinazione dei sostantivi e
degli aggettivi della I classe
- DMR I unità 4 pp.
(maschili e neutri)
51-5
4. il paradigma della prima classe
- glossario
in –us, -a, -um
5. revisione degli argomenti
6. Lessico: 78 sostantivi della I - Scheda lessicale 2
declinazione ad altissima e alta - Scheda lessicale 3
frequenza (40 + 38)
-
-
correzione
degli
esercizi sui verbi
DMR I pp. 42-6 n. 713, 17, 21, 25
DMR pp. 46-9 n. 24,
26, 28, 31/34
Nessun esercizio per
ora sulla seconda
declinazione:
si
riveda la scheda 3b
della lezione 3
rifare e/o completare
gli esercizi indicati
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
30
SCHEDA LESSICALE II (sostantivi/1):
“Sostantivi della I^ declinazione ad altissima frequenza”7
•
•
•
•
•
Si tratta di termini afferenti a vari aspetti della vita (natura, vita sociale e privata).
Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il genitivo in –ae;
se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –ae ed il genitivo in –arum.
La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa prima lista).
Dei 40 che seguono si indica soltanto il significato principale (gli altri sono rintracciabili sul vocabolario).
Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 1174, min. 206.
PARADIGMA
SIGNIFICATO
Vita, -ae
Causa, -ae
Terra, -ae
Fortuna, -ae
Natura, -ae
Ira, -ae
Respublica, -ae
Cura, -ae
Copia, -ae
Via, -ae
Poena,-ae
Fama, -ae
Iniuria, -ae
Gratia, -ae
Aqua, -ae
Gloria, -ae
Silva, -ae
Fuga, -ae
Pecunia, -ae
Unda, -ae
Patria, -ae
Turba, -ae
Provincia, -ae
Sententia, -ae
Memoria,-ae
Umbra, -ae
Puella, -ae
Lacrima. -ae
Forma, -ae
Amicitia, -ae
Littera, -ae
Foemina, -ae
Flamma, -ae
Mora, -ae
Fera, -ae
Victoria, -ae
Pugna, -ae
Divitiae, -arum
Invidia, -ae
Dextera, -ae
Vita
Causa, motivo
Terra
Sorte; fortuna, sfortuna
Indole; natura, forma
Ira, sdegno
Repubblica, stato, governo
Preoccupazione, cura affanno
Abbondanza; al plurale truppe
Via, cammino; metodo
Pena, punizione
Notizia, fama, reputazione (buona o cattiva)
Ingiustizia, offesa, torto
Favore, riconoscenza, ringraziamento
Acqua
Gloria, prestigio
Selva, bosco
Fuga
Denaro, somma di denaro
Onda
Patria
Schiera (milit.); confusione, disordine
Provincia
Parere, giudizio, verdetto
Ricordo, memoria
Ombra
Ragazza, bambina
Lacrima
Forma, aspetto, figura
Amicizia
Lettera dell’alfabeto; al plurale lettera (missiva), letteratura
Femmina
Fiamma
Indugio, esitazione, ritardo
Fiera, belva
Vittoria
Battaglia
Ricchezza, -e
Invidia
La (mano) destra
FREQUENZA
1174
1004
905
886
769
585
510
492
469
439
428
425
425
418
383
373
341
323
322
308
301
296
285
285
280
275
262
254
249
244
243
238
237
230
218
218
215
209
209
206
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7
Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin,
Bésanon 1982
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31
SCHEDA LESSICALE III (sostantivi/2): “Sostantivi della I^ declinazione ad alta
frequenza”8
•
•
•
•
•
Si tratta di 38 termini afferenti soprattutto al linguaggio religioso, militare, familiare ed etico-filosofico
Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il
genitivo in –ae; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –
ae ed il genitivo in –arum.
La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa
lista).
Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 204, min.
100.
Si propone un esercizio: con l’aiuto di un vocabolario, scrivere nella colonna centrale i significati –
base.
PARADIGMA
SIGNIFICATO
FREQUENZA
sapientia, -ae
ara, -ae
praeda, -ae
anima, -ae
opera, -ae
materia, -ae
ripa, -ae
coma, -ae
hora, -ae
philosophia, -ae
aura, -ae
insidiae, -arum
porta, -ae
dea, -ae
lingua, -ae
insula, -ae
familia, -ae
avaritia, -ae
filia, -ae
luxuria, -ae
tenebrae, -arum
eloquentia, -ae
herba, -ae
culpa, -ae
epistula, -ae
ora, -ae
rota, -ae
contumelia, -ae
militia, -ae
ruina, -ae
clementia, -ae
inopia, -ae
sagitta, -ae
custodia, -ae
saevitia, -ae
arena, -ae
summa, -ae
conscientia, -ae
204
199
196
182
176
170
169
163
163
163
159
149
146
138
137
136
136
132
129
129
125
124
123
121
121
120
120
117
117
114
109
107
105
104
104
103
101
100
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8
Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin,
Bésanon 1982
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32
Correzione esercizi DMR I nn. 1/6 pp.41-42
Nota: si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate
direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni
•
Es.1: Monemus: ind.pres.I pl.: (noi) ammoniamo; audit: ind.pres.III sing: (egli/ella) ode; rapitis:
ind.pres.II plur: (voi) rapite; mittunt: ind.pres.III pl.: (essi/esse) mandano; amas: ind.pres.II sing:
(tu) ami; fugiunt: ind.pres. III pl.: (essi/esse) fuggono; mittitis: ind.pres. II pl.: (voi) mandate;
audimus:
•
Es.2 ind.pres. I pl.: (noi) udiamo; movent: ind. Pres. III pl.: (essi/esse) muovono; emitis:
ind.pres.II pl.: (voi) comprate (come sopra) : Tu vedi: vides; noi scriviamo: scribimus; io
fortifico: munio; egli loda: laudat; essi vedono: vident; tu guardi: aspicis; noi lodiamo:
laudamus; egli scrive: scribit; essi fortificano: muniunt; tu lodi: laudas;…
•
Es.3 (come sopra): Teneris: (tu) sei tenuto/a; ducor: (io) sono condotto/a; movemini: (voi) siete
mossi/e; rapitur: (egli/ella) è rapito/a; muniris: (tu) sei fortificato/a; tenetur: (egli/ella) è
tenuto/a; amaris: (tu) sei amato; rapimini: (voi) siete rapiti/e; ducuntur: (essi/e) sono condott/e;
amamini: (voi) siete amati/e; …
•
Es.4 (come sopra): Laudant: lodano; miscetur: è mescolato/a; ponimus: poniamo; laudatur: è
lodato/a; ponite: è un imperativo (ponete!); indueris: ti vesti; aperi: è un imperativo (apri!);
laudat: loda; iacimus: gettiamo; aperitur: è aperto/a; …
•
Es.5 (si correggono le prime 5 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate
direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): Audite: udite! – puni: punisci! –
amate: amate! - emite: comprate! – mitte: manda! …
•
Es.6: scribe; aspice; scribite; laudate; aspicite, munite; lauda….
Correzione esercizi DMR I 31-32-33-34 p. 48: riconoscimento dei verbi (forme note)
Es. 31 p. 48
frase n. verbi
1
sunt
2
est
curat
fugantur
4
expetit
5
existimatur
6
captant
7
conspiciuntur
8
pugnant
9
sunt
10
ornant
11
accenduntur
parantur
intrant
incipiunt
modo, tempo, persona, funzione, diatesi
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III pl. (transitivo) passivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. (transitivo) passivo
indicativo presente III pl. transitivo attivo
indicativo presente III pl. (transitivo) passivo
indicativo presente III pl. transitivo attivo
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
indicativo presente III pl. transitivo attivo
indicativo presente III pl. (transitivo) passivo
indicativo presente III pl. (transitivo) passivo
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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Es. 32 p. 48
Frase n. verbi
1.
educavit
2
vivo
3
est
4
transit
urit
5
expugnat
capit
6
sunt
7
rumpe
8
nescit
9
habuit
10
laudantur
11
volabat
Es. 33 p. 48
Frase n. verbi
1
appropinquant
2
conspiciunt
3
admonent
4
properant
5
fugite
6
capiunt
arripiunt
fugiunt
7
adveniunt
vastant
asportant
8
fugiunt
9
latent
10
reveniunt
agunt
Es. 34 p. 48
Frase n. verbi
1
docet
audiunt
discunt
2
interrogat
respondet
laudatur
3
est
obiurgatur
4
delectat
edocet
5
condit
cantat
6
consumit
esurit
noscit
modo, tempo, persona, funzione, diatesi
…………………… III sing. transitivo attivo
indicativo presente I sing. intransitivo / transitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
imperativo presente II sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
……………………. III sing. transitivo attivo
indicativo presente III pl. intransitivo attivo
…………………………III sing. intransitivo attivo
modo, tempo, persona, funzione, diatesi
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
imperativo presente II plur. transitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
v. sopra
indicativo presente III plur. intransitivo attivo
v. veniunt
indicativo presente III plur. transitivo attivo
modo, tempo, persona, funzione, diatesi
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
indicativo presente III plur. transitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo passivo
v. negli esercizi precedenti
indicativo presente III sing. transitivo passivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
v. sopra docet
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
indicativo presente III sing. intransitivo attivo
indicativo presente III sing. transitivo attivo
33
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
LEZIONE
N.
34
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
1. revisione degli argomenti delle lezioni IV e V
VI
lavoro
individua
le
consiglia
to
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
2. sistema
dell’infectum:
imperfetto indicativo attivo e
passivo delle 4 coniugazioni
regolari e di sum
3. Avverbi in –e
4. Sintassi:
aggettivo
sostantivato,
aggettivi
possessivi, dativo di possesso,
determinazioni di tempo, le
principali preposizioni; il
genitivo partitivo (cftr. Pag.
48 es. 32 frase 6); la
negazione
“non“
(due
negazioni
in
latino
affermano); l’uso di “et”
(asindeto e polisindeto)
5. pronomi
e
aggettivi
pronominali
-
-
-
6. revisione degli argomenti
proposti, con rifacimento e
completamento degli esercizi
7. Lessico: sostantivi della II declinazione ad altissima
frequenza
correzione degli
esercizi assegnati
nella lezione V
DMR I unità 4 pp. 50-1
DMR I unità 4 pp.
55
DMR I unità 4 pp.
56-9
Per tutti gli esercizi
v. allegati
DMR I unità 4
p.55
-
Scheda
IV
<< torna a inizio pagina
lessicale
DMR pp. 59-60 n.
1/3 (verbi), pp. 60-1
n. 4/6, 8, 11, 12, 13,
19
(I
e
II
declinazione, verbi),
p. 64 n. 21 (avverbi),
p.
66
n.
30
(ricapitolazione)
rifare gli esercizi
indicati nelle lezioni
IV-V-VI
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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35
Correzione esercizi DMR nn. 7/13, 17, 21, 25 pp.42-46:
• ES.7 (si declina il primo, per il resto si controlli sulla tabella):
SING. unda, undae, undae, undam, unda, unda; PLUR. Undae, undarum, undis, undas, undae,
undis; …
•
ES. 8 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate
direttamente dagli studenti sulle tabelle delle)
Ripae: della riva (gen.sing.), alla riva (dat.sing.), le rive (nom.pl.), o rive (voc. pl.); Terra: la terra
(nom.sing.), o terra (voc.sing.), con la terra (abl.sing.); Ira: l’ira (nom.sing.), o ira (voc.sing.),
con/per l’ira (abl.sing.); Curas: le preoccupazioni (acc. pl.); Iniuriarum: delle offese/ingiustizie
(gen.pl.); Magistris: alle maestre (dat.pl.); potrebbe essere anche un abl.pl. ma trattandosi di persone
non sono adatti né il mezzo né la causa né altri complementi noti ora (che per le persone si
esprimono in altro modo).
• ES. 9 (si declina il primo, gli altri seguono questo modello):
SING: timida cerva, timidae cervae, timidae cervae, timidam cervam, timida cerva, timida cerva;
PLUR.: timidae cervae, timidarum cervarum, timidis cervis, timidas cervas, timidae cervae, timidis
cervis
• ES. 10 ((si correggono le prime 5 voci per esemplificare, le altre seguono questo modello):
altae portae: dell’alta porta, all’alta porta, l’alta porta (soggetto); albas columbas: le colombe
bianche (oggetto); iusta sententia: con/per un parere/verdetto giusto; piam matronam: una
matrona/signora devota (oggetto); bona fortuna: la buona sorte (soggetto), o buona sorte; …
•
ES. 11: 1 monet; 2 monent; 3 mittit; 4 mittunt; 5 colit; 6 colunt; 7 audit; 8 audiunt; 9 decipit; 10
decipiunt.
•
ES. 12: 1 sunt, 2 est; 3 es; 4 est; 5 sumus; 6 est; 7 sitis; 8 est; 9 este; 10 est; 11 sunt.
•
ES. 13: 1 Il poeta rallegra i convitati. 2 I contadini curano la vigna. 3 Le erbe proteggono la riva.
4. Chiudi la porta, Claudia! 5 L’allodola preannuncia l’aurora. 6 La cultura mette in fuga
l’ignoranza. 7 Le tempeste tormentano i marinai. 8 Prendi il denaro, Paola! 9 I ragni / Le
ragnatele catturano le mosche. 10 Ascoltate la fiaba, bambine! 11 Le vittorie degli atleti
procurano gloria alla (loro) patria. 12 La pioggia ristora la terra. 13 Uccidi la vipera, contadino!
14 Le cerve amano l’ombra dei boschi. 15 Le muse sono le dee dei poeti.
•
ES. 17: 1 Severae magistrae stultas discipulas reprehendunt. 2 Bonae dominae fidas ancillas
laudant. 3 Puella longam epistulam amicae scribit. 4 Nautae longinquas terras petunt. 5 Pia
matrona deam invocat. 6 Ancillarum culpae dominarum iram suscitant.
•
ES. 21 (si fornisce qualche esempio): a) Rapidae cervae obscuras silvas percurrunt; b) Parvae
scintillae magnas flammas suscitant/parant…
•
ES. 25: 1 Cena ab ancilla paratur. 2 Convivae a poeta delectantur. 3 Epistula a puella scribitur 4
Ianua a domina aperitur. 5 Ripa herba tegitur. 6 Multae bestiae pestilentia occiduntur. 7 Terra
ab agricola colitur. 8 Graeca lingua a discipulis discitur. 9 Villa marmorei statuis ornatur. 10. A
nauta procellosae undae timentur. 11 Imprudentia tua cura mea augetur. 12 Venia culpa deletur.
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36
Correzione esercizio DMR n. 31 p. 48:
frase sostantivi
n.
1
2
divitiae
aerumnaru
m
causa
Minerva
sapientiae
dea
caso,
numero
genere, aggettivi
caso, genere, verbi
numero
nom. femm. pl.
gen. femm.pl.
nom. femm. sing.
sunt
nom.femm.sing.
gen.femm.sing.
nom.femm.sing.
est
indicativo
presente III sing.
intransitivo attivo
curat
indicativo
presente III sing.
transitivo attivo
Vesta
nom.femm.sing.
familiarum gen.femm.pl.
concordiam acc.femm.sing.
umbrae
luna
nom.femm.plur.
abl.femm.sing.
4
poeta
gloriam
nom.masch.sing.
acc.femm.sing.
sempiterna acc.femm.si
m
ng.
5
Paula
puella
nom.femm.sing.
nom.femm.sing.
6
7
8
ferae
praedas
in silvis
modo,
tempo,
persona, funzione,
diatesi
indicativo
presente III pl.
intransitivo attivo
nocturnae
docta
nom. femm. pl.
saevae
acc.femm. pl.
in + abl. femm.
pl.
E ripa
e/ex + abl. femm.
undae
pl.
altae
ab
nom. femm. pl.
incolis
a/ab
+
abl.
masch. pl.
insulae
gen.femm.sing.
Numidae
nom. masch. pl.
(non) hastis abl. femm. pl.
(sed)
abl. femm. pl.
sagittis
nom.femm.p fugantur
lur.
expetit
indicativo
presente III pl.
(transitivo)
passivo
indicativo
presente III sing.
transitivo attivo
indicativo
nom.femm.si existimatur presente III sing.
ng.
(transitivo)
passivo
nom. femm. captant
indicativo
pl.
presente III pl.
transitivo attivo
conspiciunt indicativo
nom. femm. ur
presente III pl.
pl.
(transitivo)
passivo
pugnant
indicativo
presente III pl.
transitivo attivo
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9
10
11
In
oris in + abl. femm.
pl.
Siciliae
coloniae
gen.femm.sing.
multae
nom. femm.
clarae(que) pl.
nom. femm. pl.
Graecae
nom. femm.
pl.
nom. femm.
pl.
Coronae
nom. femm. pl.
rosarum
gen.femm. pl.
Dianae
gen.femm.sing.
aram
acc.femm.sing.
Taedae
nom. femm. pl.
in villa
in + abl. femm.
sing.
mensae
nom. femm. pl.
convivae
nom. masch. pl.
epulae
nom. femm. pl.
37
sunt
indicativo
presente III pl.
intransitivo attivo
ornant
indicativo
presente III pl.
transitivo attivo
accenduntu indicativo
r
presente III pl.
(transitivo)
passivo
parantur
indicativo
presente III pl.
(transitivo)
intrant
passivo
indicativo
incipiunt
presente III pl.
intransitivo attivo
indicativo
presente III pl.
intransitivo attivo
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Correzione esercizi DMR nn. 24, 26, 28, 31/34 pp. 46-49 assegnati nella lezione 4:
ES. 24
1. Con diligenza e attività il contadino procura ricchezze alla famiglia. 2. I marinai si affaticano a
causa delle onde selvagge. 3. Con la tua negligenza susciti l’ira della maestra, Gaia. 4. La maestra
discute con le allieve sulla vittoria di Atene. 5. La padrona con la figlia e le ancelle lavora la lana. 6.
La padrona cena lieta insieme con i convitati. 7. Gli abitanti di Atene procurano ricchezza con il
commercio. 8. Gli abitanti della Tracia mettono in fuga le truppe dei Persiani con le frecce. 9. Le
bambine giocano allegre a palla. 10. La maestra perdona (lett. dà perdono) con troppa indulgenza le
allieve cattive.
ES. 26
1. Le ancelle sono lodate dalla padrona. 2. L’allieva è interrogata dalla maestra. 3. La lettera è letta
da Claudia. 4. Le ancelle sono spaventate dall’ira della padrona. 5. Una freccia è scagliata da Diana;
una cerva è ferita dalla freccia. 6. La lana è acquistata dalle ancelle. 7. La casa di campagna è
abitata dagli agricoltori. 8. Roma è visitata dagli stranieri. 9. Sono attesa da una mia amica. 10. La
padrona è presa dall’ira e punisce le ancelle. 11. La porta è chiusa dalla padrona. 12. La vita è
regolata dalla sorte. 13. Si ignorano (= sono ignorate) le cause della pestilenza. 14. La ragazza si
pettina. 15. L’ira della padrona si placa. 16. La cerva si salva con la fuga.
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38
ES. 28
1. L’allodola nidifica in terra, l’aquila tra le pietre. 2. In Germania vi sono grandi selve, nelle selve
molte fiere. 3. Dalla riva vediamo i marinai. 4. Nelle capanne dei contadini regna non la ricchezza,
bensì la concordia e l’attività. 5. Il contadino si dirige verso la casa di campagna. 6. Lo straniero
viene dalla Gallia in Italia. 7. La padrona esce dalla fattoria. 8. Le cerve fuggono attraverso i boschi.
9. Nel banchetto il poeta rallegra i convitati. 10. Nei boschi bui vi sono i nascondigli delle belve. 11.
Le caprette stanche riposano all’ombra. 12. Impariamo il greco ad Atene, il latino a Roma. 13.
Dall’alta vigna pendono grappoli d’uva maturi. 14. Le ancelle preparano la cena nella fattoria. 15.
Lo straniero si dirige a Roma per la via Appia. 16. Siracusa si trova in Sicilia, Capua in Campania.
ES. 31
1. Spesso la ricchezza (anche al plurale va bene) è causa di sventure. 2. Minerva è dea della
saggezza, Vesta si occupa della concordia della famiglia. 3. Le ombre notturne sono messe in fuga
dalla luna. 4. Un poeta desidera ottenere una gloria eterna. 5. Paola è considerata una ragazza colta.
6. Le belve selvagge catturano le loro9 prede nei boschi. 7. Dalla riva alte onde sono viste dagli
abitanti dell’isola (più scorrevole sarebbe però tradurre volgendo all’attivo). 8. I Numidi
combattono non con le aste, ma con le frecce. 9. Sulle coste della Sicilia vi sono molte e famose
colonie greche. 10. Corone di rose ornano l’altare di Diana. 11. Nella casa di campagna si
accendono le fiaccole, si preparano le tavole; i convitati entrano, s’inizia il banchetto.
ES. 32 (frasi d’autore)
1. La padrona di casa ha allevato la bambina con grande attività. 2. Vivo della misericordia altrui. 3.
Rara è la lealtà nelle amicizie. 4. L’esercito romano passa Melita (antico nome di Malta) e brucia
l’isola l’intera. 5. Mitridate vessa le province, espugna le fortezze, prende ingenti bottini. 6.
(Correggendo il probabile errore di stampa, la frase di Plinio il Vecchio dovrebbe suonare Quaedam
herbarum spinosae sunt, quaedam sine spinis). Alcune fra le erbe sono spinose, alcune senza spine.
7. Orsù, rompi gli indugi! 8. Il denaro non è in grado di (lett. sa) mutare la natura. 9. Attico non
ebbe nessuna villa lussuosa fuori città o sul mare. 10. Si lodano sempre le buone amiche. 11.
L’aquila volava a penne serrate.
ES. 33 “Un’incursione di pirati”
I pirati si avvicinano alle coste della Campania. Le sentinelle li avvistano dal posto di osservazione;
subito avvertono gli abitanti: “I pirati giungono in fretta alla nostra costa: fuggite velocemente!” Gli
abitanti prendono le armi; le donne afferrano i figli e subito fuggono nelle selve. I pirati arrivano;
devastano le fattorie vuote, portano via ricchezze e molte bestie, subito fuggono col bottino. Gli
abitanti sono al sicuro nei boschi; tuttavia si nascondono a lungo. Infine ritornano e ringraziano
Minerva per aver loro salvato la vita (lett. per le vite salvate).
ES. 34 “A scuola”
La maestra insegna la lingua latina, le allieve ascoltano e imparano. Quindi la maestra interroga le
ragazze: Claudia risponde bene e viene lodata. Ma Paola non è attenta: è rimproverata dalla
maestra. Infine la maestra rallegra le alunne stanche con la piacevole favola della cicala e della
formica e contemporaneamente le istruisce: “La formica operosa d’estate mette da parte il cibo, ma
l’imprevidente cicala canta senza preoccupazione. D’inverno la formica consuma il cibo, l’infelice
cicala ha fame: troppo tardi riconosce la sua imprevidenza!”
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9
Spesso in latino i possessivi sono omessi, mentre in italiano si esplicitano più spesso.
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39
Correzione SCHEDA LESSICALE III (sostantivi/2):
“Sostantivi della I^ declinazione ad alta frequenza”10
•
•
•
•
•
Si tratta di 38 termini afferenti soprattutto al linguaggio religioso, militare, familiare ed etico-filosofico
Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il
genitivo in –ae; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –
ae ed il genitivo in –arum.
La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa
lista).
Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 204, min.
100.
Si propone un esercizio: con l’aiuto di un vocabolario, scrivere nella colonna centrale i significati –
base.
PARADIGMA
SIGNIFICATO
sapientia, -ae
ara, -ae
praeda, -ae
anima, -ae
opera, -ae
materia, -ae
ripa, -ae
coma, -ae
hora, -ae
philosophia, -ae
aura, -ae
insidiae, -arum
porta, -ae
dea, -ae
lingua, -ae
insula, -ae
familia, -ae
avaritia, -ae
filia, -ae
luxuria, -ae
tenebrae, -arum
eloquentia, -ae
herba, -ae
culpa, -ae
epistula, -ae
ora, -ae
rota, -ae
contumelia, -ae
militia, -ae
ruina, -ae
clementia, -ae
inopia, -ae
sagitta, -ae
custodia, -ae
saevitia, -ae
arena, -ae
summa, -ae
conscientia, -ae
saggezza
altare
preda
anima, respiro
lavoro, fatica
Materia
Riva
Chioma
Ora
Filosofia
Soffio
Insidia
Porta (d9i una città)
Dea
Lingua
Isola
Famiglia
Avidità (attenzione: NON avarizia)
Figlia
Eccesso, lusso, dissolutezza
Buio
Eloquenza
Erba
Colpa
Lettera
Sponda
Ruota
Offesa
Milizia
rovina
Clemenza
Povertà, mancanza
Freccia
Custodia, Guardia
Tortura
Sabbia
Il punto più alto, l’essenziale
Conoscenza, consapevolezza (solo in certi contesti e/o nel latino
cristiano significa “coscienza”)
10
FREQUENZA
Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin,
Bésanon 1982
204
199
196
182
176
170
169
163
163
163
159
149
146
138
137
136
136
132
129
129
125
124
123
121
121
120
120
117
117
114
109
107
105
104
104
103
101
100
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
40
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SCHEDA LESSICALE IV (sostantivi/3): “Sostantivi della II^ declinazione ad altissima frequenza”
(da “animus” a “socius”)
•
•
•
Si tratta di 50 termini, alcuni astratti, altri riferiti a oggetti della vita quotidiana, la maggior parte relativi alla vita
militare, fondamentale nell’esperienza dell’uomo romano. Se ne indica soltanto il significato principale (gli altri
sono rintracciabili sul vocabolario).
Ricordiamo che il nominativo dei sostantivi della II^ declinazione esce in –us (maschili e femminili), -er/-ir (solo
maschili), -um (neutri), mentreil genitivo è sempre in –i; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto
plurali) hanno il nominativo in –i (masch./femm.) e in –a (neutri), il genitivo sempre in –orum.
Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 2407, min. 266.
Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin,
Bésanon 1982.
SOSTANTIVO e GENERE
SIGNIFICATO
animus, m.
locus, m.
deus, m.
bellum, m.
vir, viri, m.
domus, f.
bonum, m.
malum, n.
arma, -orum, n.
beneficium, n.
populus, m..
consilium, n.
imperium, n.
annus, m.
castra, -orum, n.
modus, m.
regnum, n.
caelum, n.
amicus, m.
periculum, n.
verbum, n.
oculus, m.
filius, m.
signum, n.
vitium, n.
fatum, n.
equus, m.
proelium, n.
telum, n.
puer, pueri, m.
legatus, m.
ingenium, n.
ferrum, n.
liberi, -orum, m.
ager, agri, m.
studium, n.
multi, -orum, m.
spatium, n.
aurum, n.
servus, m.
exemplum, n.
natus, m.
praesidium, n.
animo, spirito, coraggio
luogo, paese; brano
dio, divinità
guerra
uomo, marito, eroe
casa, edificio; patria
il bene
il male
armi; truppe
favore
popolo
consiglio; saggezza; piano; decisione
ordine; potere; comando; regno
anno; età
accampamento
misura; ritmo; maniera
regno
cielo; clima
amico
pericolo, rischio
parola; frase; discorso
occhio; vista
figlio
segno; statua; insegna; indizio
vizio; difetto; colpa
fato; oracolo; destino; morte
cavallo
combattimento
giavellotto; freccia; asta
ragazzo; giovane schiavo
ambasciatore, messo; vicecomandante
natura, indole; intelligenza
ferro, punta, arma
i figli
campo, terreno
passione, desiderio; attitudine
molti (uomini), la massa (=opinione pubblica)
spazio; distanza, intervallo
oro
servo, schiavo
modello, esempio
figlio
presidio, difesa; guarnigione
FREQUENZA
2407
1516
1507
1167
1030
946
919
908
864
864
822
657
652
650
635
634
607
565
564
559
549
496
446
441
438
424
411
390
386
385
380
377
352
349
337
375
310
310
300
300
286
285
284
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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saxum, n.
mundus, m.
auxilium, n.
ventus, m.
ceteri, -orum, m.
dominus, m.
socius, m.
sasso, masso; scoglio, rupe
mondo, universo
aiuto, sostegno
vento
(tutti) gli altri, i restanti (in contrapposizione con altri)
padrone, signore; sovrano
alleato; amico; socio in affari
41
281
280
278
278
270
269
266
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Note di sintassi:
1) La negazione “non“ e la regola che due negazioni in latino affermano
In latino, diversamente dall’italiano, due negazioni affermano, per cui se è presente una sola
negazione la frase è affermativa. Sono negazioni tutti i pronomi, aggettivi ed avverbi negativi (v.
sulla grammatica al cap. sugli avverbi e nel cap. sui pronomi): nessuno (nemo, nullus,-a,-um);
niente (nihil); mai (numquam); in nessun posto (nusquam) eccetera…11
Vediamo alcuni esempi:
a) Romanis socii non sunt Romanis (dat. di possesso) socii (sogg.) non sunt (p.v.) = I Romani
non hanno alleati. (una sola negazione frase negativa)
b) Numquam Romanis socii sunt Mai i Romani hanno alleati / I Romani non hanno mai alleati
(in italiano si usano anche due negazioni se il “non” precede l’altra negazione)
MA:
c) Numquam Romanis sociis non sunt = Mai i Romani non hanno alleati = I Romani hanno sempre
alleati
ATTENZIONE ANCORA: LOA POSIZIONE DEL NON NON è INDIFFERENTE!!!
d) Nihil non volo = Non voglio niente (il non posposto all’altra negazione implica una
affermazione TOTALE)
e) Non nihil volo = Voglio qualcosa (il non preposto all’altra negazione implica una affermazione
PARZIALE, infatti “non nihil” significa “non niente”, quindi “qualcosa”)
2) L’uso di “et” (asindeto e polisindeto)
Il latino dice preferibilmente:”Martia et Tullia et Cornelia” oppure “Martia, Tullia, Cornelia”. In entrambi i casi
l’italiano tradurrà “Marzia, Tullia e Cornelia”.
11
Di alcuni di questi avverbi, pronomi e aggettivi esiste anche una forma priva della n- iniziale (umquam invece di
numquam, usquam invece di nusquam, ullus invece di nullus ecc.) o un altro pronome (quisquam invece di nemo;
quidquam invece di nihil ecc.): in questi casi ci può essere in latino l’avverbio non, conservando alla frase senso
negativo. Esempio: Usquam servi libertatem non habebant = in nessun luogo gli schavi avevano la libertà / Gli schivi
non avevano la libertà in nessun luogo.
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LEZIONE N.
ARGOMENTI:
TESTO/I DI RIFERIMENTO
1. revisione degli argomenti delle
lezione
VI,
con
particolare riguardo ai punti 4
e 5: aggettivo sostantivato;
pronomi personali e aggettivi
possessivi;
2. esercitazione riepilogativa
3. principali determinazioni di
tempo e di luogo; il locativo;
4. cum
+
indicativo
(proposizione temporale)
5. funzioni e costrutti di sum
come
copula,
predicato
verbale,
col dativo di possesso, col genitivo di
pertinenza;
6. Sistema dell’infectum: futuro I
indicativo attivo e passivo
delle 4 coniugazioni regolari e
di sum
VII
-
lavoro
individua le
consiglia
to
-
42
revisione
degli
argomenti
proposti, con rifacimento e
completamento degli esercizi
Lessico: sostantivi della II
declinazione ad alta frequenza
Lessico: aggettivi della I classe
Lessico: Parole al microscopio 1- 2
Lessico: le 25 preposizioni
fondamentali
Lessico / Sintassi: la preposizione
(DMR)
DMR I,
UNITÀ
ESERCIZI:
4 -
PP. 55-59
DMR 5 pp. 74-5
correzione
degli
esercizi
assegnati
nella lezione VI
-
in aula: es. 28 p. 66
-
DMR es. 30 p. 66 (v.
negli allegati alla lezione
V)
-
DMR pp. 65-67 es.
25, 26, 28 (v.
allegati), 31 (v. negli
allegati alla lezione V)
-
rifare gli esercizi
indicati nella lezione
VII
-
Es. 1 e 2 pp. 72-3: Es.
3, I livello: 1
Schede lessicali
allegate V-VIVII-VIII-IX
DMR I pp. 6872
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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43
CORREZIONE ESERCIZI DMR pp. 59-66 assegnati nella lezione 5:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Es. 1 p. 59 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere
controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): conducevo, rapiva, ero,
amavano, tenevate, era, conduceva, fortificavi, rapivo, eri,…
Es. 2 p. 59 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere
controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): eri condotto/a, eravamo
mossi/e, eravate amati/e, era tenuto/a, ero fortificato/a, eravate mossi/e, era rapito/a, ero
amato/a, eri tenuto/a, eravamo condotti/e,…
Es. 3 p. 60 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere
controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): aprivo, era indossato/a
(coperto/a), ero gettato/a, mescolavano, erano aperti/e, mescolavi, lodavano, poneva, erano
gettati/e, eravate coperti/e,…
Es. 4 p. 60 (si declina il 1°, il 3° e il 5°: gli altri seguono questi modelli):
1°: amicus, -i, m.: SING. N. fidus amicus, G. fidi amici, D. fido amico, Acc. fidum amicum, V.
fide amice, Abl. fido amico; PLUR. N. fidi amici, G. fidorum amicorum, D. fidis amicis, Acc.
fidos amicos, V. fidi amici, Abl. fidis amicis; 2°: praemium, -i, n.: SING. N./Acc.V. iustum
praemium G. iusti praemii D./Abl. iusto praemio; PLUR. N./Acc.V. iusta praemia, G. iustorum
praemiorum, D./Abl. iustis praemiis;
3° cupressus, -i, f.: SING. N. alta cupressus, G. altae cupressi, D. altae cupresso Abl. alta
cupresso, Acc. altam cupressum, V. alta cupresse; PLUR. N./V. altae cupressi, G. altarum
cupressorum, D./Abl. altis cupressis, Acc. altas cupressos.
Es. 5 p. 60 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere
controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle declinazioni): degli anni; alle / con le
parole; la malattia (ogg.); all’alleato (l’ablativo necessita di una preposizione per avere senso se
si fa riferimento ai complementi studiati finora, ma può esprimere senza preposizioni un
complemento di limitazione: quanto all’alleato); il capretto (sogg.); la parola (sogg./ogg.) / o
parola;…
Es. 6 p. 60 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere
controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle declinazioni): un/il cavallo lento (ogg.);
i piccoli pini (sogg.), o piccoli pini, del piccolo pino; del municipio romano; alla /per la lunga
malattia; agli alunni attenti / (l’ablativo necessita di una preposizione per avere senso se si fa
riferimento ai complementi studiati finora, ma può esprimere senza preposizioni un
complemento di limitazione: quanto agli alunni attenti); (o) servo astuto!…
Es. 8 p. 61: 1. Due colonie latine, Pomezia e Cora, passano agli Aurunci. 2. Il fossato è riempito
di terra. 3. La fiamma è prossima al fumo. 4. Il maschio è chiamato colombo, la femmina
colomba. 5. Le frecce pendevano dalla spalla. 6. Non la veglia, non il sonno senza misura sono
salutari (in italiano più scorrevole risulta: Né la veglia, né il sonno….): si noti la concordanza
al neutro plurale per due soggetti inanimati*. 7. Molte, valorose e forti (si noti che il latino
preferisce il polisindeto “… et…et…”, mentre l’italiano usa “e” solo fra gli ultimi due elementi
coordinati) sono le legioni di Lepido e di Asinio. 8. Un amico sicuro si riconosce in una
situazione (re = abl. sing. da res, rei, f., cosa) incerta. 9. Ortensio era ricondotto a casa dal
campo. 10. Non puoi riempire la pentola di monete. 11. Sfilo l’anello dal dito.
Es. 11 p. 62: 1. Ho tentato di scacciare le preoccupazioni col vino. 2. Le colonne sostengono i
templi e i portici (porticus è qui un accusativo plurale della IV decl.). 3. I nemici assediano
l’accampamento, riempiono il fossato. 4. Le bacchette hanno la forma della lettera V. 5. Aprite
le catene della porta! 6. L’esercito brilla di porpora e d’oro, risplende per l’opulenza delle armi
(è un’endiadi; trad. lett. per le armi e l’opulenza). 7. Il rispetto frena gli animi e reprime i vizi.
8. Ora non c’è alcuna confusione: vi sono riposo e silenzio (si noti in lat. la concordanza al
sing.*).
Es. 12 p. 62: 1. L’agnello temeva il feroce lupo. 2. I tuoi doni sono graditi agli amici. 3. Il
dovere di una buona maestra è spiegare le regole della lingua latina. 4. I bravi medici curano le
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•
•
•
malattie e le cause di esse (lett. Delle malattie). 5. Le truppe dei Cartaginesi navigavano con
molti elefanti dall’Africa alle coste della Spagna. 6. Siate una valida difesa dell’impero romano,
veterani! 7. Un servo astuto inganna il suo padrone, il padrone scopre l’inganno. 8. Il
messaggero della vittoria procura una grande gioia al popolo romano. 9. Per una
preoccupazione perpetua soffre l’avido. 10. Il timoroso agnello era atterrito dalle minacce del
selvaggio lupo.
Es. 13 p. 62: 1. Si celebra / E’ celebrata la fama del popolo romano. 2. La causa della seconda
guerra punica fu l’assedio di Sagunto. 3. Molti popoli sono abitanti delle Alpi. 4. Il popolo
romano odia il lusso dei privati cittadini (lett. privato), ama la magnificenza dello stato (lett.
pubblica). 5. A causa del forte vento il mare è pieno di onde. 6. I consoli onesti si opposero ai
tribuni sediziosi e disonesti. 7. Cauto il lupo teme la fossa. 8. Nutro i miei asini con acqua della
casa. 9. Il medico Ippocrate in occasione di una grande peste (lett. nella grande peste) salvò
molte città. con il suo sapere. 10. Proserpina raccoglie o viole o candidi gigli. 11. Avevo
l’esercito debole, le truppe ausiliarie però in buono stato. 12. Nei pericoli una grande difesa è
l’innocenza.
Es. 19 p. 64: 1. Le strade attraverso i campi furono costruite a spese pubbliche. 2. Servi, ponete
accanto la tavola! 3. Il Nilo feconda l’Egitto con una sabbia nera. 4. Vostro è il supplice e
implora la vostra misericordia. 5. Servo, scaccia le mosche! 6. Compra, brav’uomo (lett. uomo
mio), la lana, con cui siano confezionati (conficiatur è congiuntivo presente terza persona
singolare) un pallio e buone tuniche invernali (N.B. il latino usa il verbo al singolare,
concordando col soggetto più vicino12; in italiano questa costruzione è poco amata ed è meglio
concordare regolarmente). 7. Andate nelle vostre case e difendetele con sentinelle e turni di
guardia! 8. I cittadini romani richiedono il vostro aiuto. 9. Clinia ha un padre avaro, meschino e
arido. 10. Non posso lodare un libro se è cattivo. 11. La letteratura, le nostre occupazioni, il
riposo e le dimore fuori città ci danno piacere.
Es. 21 p. 64: certus: sicuro, certe: sicuramennte; impius: empio, impie: empiamente; praecipuus:
particolare, praecipue: particolarmente; opportunus: opportuno, opportune: opportunamente;
nitidus: nitido, nitide: nitidamente; placidus: placido, placide: placidamente; timidus: timoroso,
timide: timidamente, con timore; obscurus: oscuro, obscure: oscuramente; purus: puro, pure, in
modo puro; splendidus: splendido, splendide: in modo splendido; urbanus: civile, urbane:
civilmente; stultus: stolto, stulte: stoltamente; latus: largo, late, latamente.
<< torna a inizio pagina
12
44
per approfondire cfr. il capitolo sulle concordanze (DMR, II vol.).
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LEZIONE N.
ARGOMENTI:
1) revisione di alcuni argomenti
delle lezioni VI e VII:
- aggettivo
sostantivato;
pronomi
personali
e
aggettivi possessivi;
- determinazioni di tempo;
- costrutti di sum col dativo
di possesso, col genitivo di
pertinenza
- futuro semplice
-
VIII
2) definizione di modi verbali non finiti;
formazione
dal
tema dell’infectum del gerundivo
come aggettivo della I classe;
cenno alla perifrastica passiva;
il dativo d’agente
3) formazione dal tema del supino
degli altri participi in us,-a,-um (pf.,
fut.):
cenno
alla
perifrastica attiva
lavoro
individuale consigliato
-
revisione degli argomenti
proposti, con rifacimento e
completamento degli esercizi
Lessico: le 35 congiunzioni fondamentali (cfr. allegato)
Sintassi: compl. qualità e causa finale
45
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ESERCIZI:
DMR I, UNITÀ 4 pp. 55-59
-
correzione
degli
esercizi
assegnati
nella lezione VII
esercizio
di
consolidamento sugli
argomenti del punto
1)
DMR I, UNITÀ 5,
pp. 74-5
DMR vol. I, pp.
24-26
DMR II
-
esercizi
sui
più
semplici
usi
di
gerundivo
e
participio futuro e
passato
-
esercizi di riepilogo
(v. allegati lezione
VIII)
-
DMR pp. 99 n. 43
frasi 1,2,3,6,10
DMR II
Scheda lessicale
X (cfr. allegato)
DMR 5 p. 86
<< torna a inizio pagina
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46
CORREZIONE ESERCIZI DMR pp. 66-73 assegnati nella lezione VII:
• CORREZIONE Es. 30 p. 66: “La vita in campagna”
Il fattore passa la vita con la famiglia nella fattoria. Essa ha una grande cucina, molte stanze da
letto, una cantina ‘vinaria’ e una ‘olearia’: in quella ‘vinaria’ è conservato il vino, in quella
‘olearia’ l’olio. In cucina le ancelle preparano il cibo e la famiglia cena. Nell’aia c’è una
cisterna, dove i servi attingono l’acqua. I contadini arano la terra con l’aratro, spezzano le zolle,
seminano, scavano fossati dove l’acqua fluisce; infatti senz’acqua l’agricoltura è arida e povera.
In giardino la fattrice coltiva rose e viole; [ne] conserva poche in casa, molte le vende al
villaggio e col denaro acquista cestini e vasi.
• CORREZIONE Es. 25 p. 65:
1. La matrona ha un bracciale d’argento e un anello d’oro. 2. La ragazza ha uno specchio di
vetro. 3. L’impero romano ha molte province. 4. Mario possiede molti campi e molte fattorie
con giardini. 5. Il tiranno ha soltanto falsi amici. 6. Paolo ha pochi servi ma fedeli e operosi. 7.
Il filosofo ha un animo forte e tranquillo anche nei pericoli.
• CORREZIONE Es. 26 p. 65:
1. Fin dall’inizio della giovinezza mi dedico agli studi letterari. 2. Fino a sera sono rimasto
presso un amico. 3. Il monte Giura si trova tra (il territorio de)i Sequani e (quello de)gli Elvezi.
4. Dopo la prima guerra punica la Sicilia diventa provincia romana. 5. Novioduno era una città
fortificata degli Edui situata in una posizione favorevole presso le rive della Loira. 6. I Romani
si fermano davanti alle mura della cittadella. 7. Intanto i Galli non riposavano, ma preparavano
le armi per la guerra (ad + acc.: compl. di fine). 8. Sono stato due anni nella provincia. 9. Il
prossimo anno saranno tribuni Appio Claudio e Sesto Giulio.
• CORREZIONE Es. 28 p. 66:
1. Ciò che si muove sempre è eterno. 2. La statua di Orbilio a Benevento è mostrata in
Campidoglio [O. fu il maestro del poeta Orazio]. 3. Vercingetorige dà con la tromba il segnale
ai suoi e li conduce fuori dalla città fortificata. 4. Facilmente tutti, quando stiamo bene, diamo
buoni consigli ai malati. 5. “Arbitrio” si chiama la sentenza che è decisa da un arbitro. 6. Tutti
cercano armi. 7. Un bianco pioppo sporge sulla grotta. 8. Torno nell’accampamento col bottino.
9. I Galli tenevano concili notturni in luoghi deserti. 10. Paola Valeria divorziò senza motivo.
11. Metello si dirige in luoghi assai ricchi della Numidia, devasta i campi, prende e incendia
molti forti temerariamente fortificati o senza presidio. 12. Marco Attilio e Marco Acilio
portarono molti doni per Tolomeo e per Cleopatra, al re una toga e una tunica di porpora con un
sedile d’avorio, alla regina una sopravveste dipinta con un mantello di porpora.
• CORREZIONE Es. 31 p. 67: “Un incendio”
Una piccola favilla suscita un grande incendio nei boschi; ardono i rami, le foglie, i tronchi
degli alti pini e faggi, ardono gli arbusti secchi. Il fumo si alza dall’incendio della selva al cielo,
il vento lo porta fino al villaggio più vicino. Gli abitanti sono atterriti: temono per i loro campi
e per i loro beni; anche le bestie sono in pericolo. Un fumo denso si avvicina; gli abitanti del
villaggio si preparano alla fuga con le loro bestie. Ma a poco a poco il cielo è oscurato dalle
nubi: poco dopo piove, con la pioggia continua gradualmente l’incendio si spegne. Gli abitanti,
tristi per il bosco arso, ma già sicuri dal pericolo, ricominciano le attività consuete.
• CORREZIONE Es. 1 e 2 pp. 72-3:
cfr. DMR pp. 68-72.
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47
• CORREZIONE Es. 3, I livello:
1. Fosti dunque presso Leca quella notte, Catilina. 2. Tito Manlio fu molto indulgente verso il
padre, eppure 13 aspramente severo verso il figlio. 3. Non vedrete il sole a causa della moltitudine
di giavellotti e di frecce. 4. All’improvviso si scorge la cavalleria dietro le spalle. 5. Abbiamo
conversato in segreto dall’ora ottava (circa le 14.00)14 fino a sera.
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1) ESERCIZIO DI CONSOLIDAMENTO:
Analizzare e tradurre le seguenti frasi (dativo di possesso, genitivo di pertinenza):
1) Mihi multi amici et amicae sunt.
2) Graecis philosophis magnum ingenium et doctrina erant.
3) Nymphis cum Satyris in sacris silvis domicilia erant.
4) Boni poetae deos et deas laudare est et semper erit.
5) Animi aegri semper nova optare est nec umquam sui contentus esse.
6) Puerorum et puellarum ludos amare nec seria curare est.
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2) ESERCIZIO su GERUNDIVO E PARTICIPIO FUTURO E PASSATO:
Analizzare e tradurre le frasi seguenti:
1) Boni amici servandi sunt.
2) Inimicitia vitanda est.
3) Discordia et invidia insidias comparaturae sunt.
4) Insidias comparatas vera amicitia vitabit.
5) Amici qui15 boni sunt servandi erunt.
6) Discordia et invidia, quae16 mala sunt, vitae beatae adversae sunt.
7) Castra viris capienda longe erant.
8) Libri pueris legendi multi sunt.
ESERCIZIO DMR pp. 99 n. 43 frasi 1, 2, 3, 6, 10:
1) Philosophia perficit architectum animo magno (Vitruvio).
2) Id17 vinum erit […] et bono colore et bene odoratum (Catone).
3) Salve, nec minimo puella18 naso / nec bello19 pede nec nigris ocellis (Catullo).
6) Domitianus erat non solum magnae, sed etiam callidae inopinataeque saevitiae
(Svetonio).
10) De crudelitate ac perfidia Lysandri satis est unam rem (= acc. sing. di res, rei = ‘cosa’)
exempli gratia proferre (infinito presente da profero = ‘esporre’) (Cornelio Nepote).
<< torna a inizio pagina
13
idem (m.), eadem (f.), idem (n.) è un pronome: significa “il medesimo / lo stesso”; a volte può essere usato però come
rafforzativo, e la traduzione può variare molto: “persino, anche, ma….”. Controllare il vocabolario.
14
Il giorno era calcolato da una mezzanotte all’altra e l’hora (più lunga o più breve a seconda delle stagioni) era la
dodicesima parte del tempo fra l’alba e il tramonto. Si cominciava il conto circa alle 6 di mattina. Perciò l’ora quarta,
per es., era verso le 10. Le ore notturne erano calcolate secondo l’uso dei militari, che dividevano la notte in quattro
vigiliae, turni di guardia, ognuna di tre ore, dalle 18 (prima vigilia) alle 6 del mattino circa.
15
Qui è il nominativo maschile, singolare e anche plurale del pronome / aggettivo relativo qui, quae, quod = ‘il quale, la
quale, che’.
16
Quae è il nominativo plurale, femminile o maschile, del relativo di cui alla nota 1.
17
è il nominativo neutro dell’aggettivo/pronome is, ea, id = ‘quel’, ‘tale’; è concordato con vinum.
18
Osservate: il vocativo puella è inserito fra minimo e naso, concordati fra loro.
19
Bellus, -a, -um: ‘bello’. E’ un aggettivo in uso solo nella lingua colloquiale (al posto di pulcher, -ra, -rum).
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LEZIONE N.
48
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
1. Eventuale revisione di
alcuni argomenti della
lezione VIII
ESERCIZI:
-
-
IX
lavoro
individuale
consigliato
-
2. III declinazione (temi in
consonante, temi in –i-)
3. alcuni costrutti verbali: i
verbi di eccellenza (cfr.
allegati alla lezione VIII)
DMR I vol. pp.
75-83 + scheda
nelle pagg.
successive.
Aggettivi della II classe
Avverbi in –(i)ter
Participio presente
Lessico: sostantivi della III
declinazione
ad
altissima
frequenza (allegata)
DMR 5 pp. 83-4
DMR 5 p. 84
DMR 5 p. 84-5
Scheda lessicale
XI (allegata)
-
-
-
<< torna a inizio pagina
-
correzione
degli
esercizi
assegnati
nella lezione VIII
Ricapitolazione
prima
della
III
declinazione:
“Minerva”
e/o
“Alessandro uccide
l’amico Clito” (cfr.
allegati alla lezione
VIII)
DMR i pp. 88 ss.es.
n. 5/7, 9/11, 13/15;
pp. 92-93 n. 18,19,
20
(cfr. allegati alla
lezione IX)
DMR pp. 93-100 n.
20, 36
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49
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE VIII:
Correzione del primo brano (tratto da Lexis, cit.) dell’allegato 2 alla lezione VIII: “Minerva”
Non solo i poeti, ma anche gli atleti erano sotto la protezione della dea Minerva. Nelle palestre l’atleta
invocava Minerva: “ Ascoltaci, o dea!”. Venivano ai templi della dea e a lei donavano le corone ottenute
nelle (=delle) vittorie. Nelle terre della Grecia gli abitanti di Atene veneravano Minerva, dea della saggezza e
della filosofia. Nei combattimenti chiedevano il suo aiuto; dopo le battaglie, quando avevano ottenuto la
vittoria (1), mandavano in dono (2) abbondante bottino (3) al suo tempio. Il tempio di Minerva ad Atene
riceveva ogni giorno moltissime ricchezze. In questo tempio una grande statua crisoelefantina (4) era
dedicata alla dea. I contadini, nei boschi e sulle coste temevano Minerva e a lei chiedevano la protezione
degli olivi. I poeti chiedevano a Minerva, patrona del talento naturale (5), il dono della memoria (6) e
dell’eloquenza.
Note:
(1) in latino preferibilmente al plurale (distributivo: ognuno vince)
(2) donum è in accusativo perché complemento predicativo dell’oggetto, = come dono
(3) = abbondanza di bottino, genitivo partitivo
(4) = d’oro e d’avorio
(5) ingenium da in + gigno
(6) Mnemosine infatti (dea della memoria, che è il significato della parola in greco) è madre delle Muse.
Correzione del secondo brano (tratto da Lexis, cit.) dell’allegato 2 alla lezione VIII:
“Alessandro uccide l’amico Clito”
Quando Alessandro Magno chiamava gli amici insieme ad un convito, gli amici provavano gratitudine per
lui (1), ma temevano molto la sua ira. “L’ira è desiderosa di una punizione”: così scrive il filosofo Seneca.
Una volta dunque in un banchetto i convitati lodavano Filippo (2) e con molte parole celebravano le famose
imprese di F., quando all’improvviso A. ubriaco giudica scarsa la fama delle proprie imprese. Allora ha con
gli amici anch’essi ubriachi una discussione sulla fama gloriosa delle imprese eroiche (3) e accusa gli amici:
“ Dunque piccola, se confrontiamo Alessandro con Filippo, è la mia gloria!”. Tutti tacciono, ma Clito, amico
di A. uomo valoroso in guerra e veritiero nell’amicizia, onestamente esalta la memoria di Filippo e provoca
l’ira del figlio. A. infatti tollera di malanimo le parole di Clito, strappa dal fodero l’asta con la mano destra e
lo uccide. Bene il poeta Ennio chiama l’ira inizio della follia.
Note:
(1) = avevano animi riconoscenti verso A.
(2) Filippo di Macedonia era il padre di Alessandro.
(3) Lett. sulla fama gloriosa e sulle imprese degli uomini.
CORREZIONE DELL’ESERCIZIO DI CONSOLIDAMENTO:
Si consiglia di procedere a una prima traduzione letterale delle frasi la cui struttura non corrisponde a quella della
propria lingua, quindi di passare alla traduzione corretta secondo le regole della lingua di arrivo. Come esempi cfr. le
frasi 1 e 4.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Ho molti amici ed amiche (attenzione: “A me sono molti amici ed amiche”, suonerebbe la frase tradotta
letteralmente, ma in italiano non usiamo il dativo di possesso).
I filosofi greci avevano grande talento naturale e cultura.
Le Ninfe avevano casa con i satiri nelle selve sacre.
È e sempre sarà di un buon poeta lodare gli dei e le dee E’ e sempre sarà compito di un buon poeta lodare gli dei
e le dee .
È proprio di un animo sofferente desiderare sempre novità (lett. = cose nuove) e non essere mai contento di sé.
È tipoico dei bambini e delle bambine amare i giochi e non curarsi delle cose serie.
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50
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI su GERUNDIVO E PARTICIPIO FUTURO E PASSATO:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
I buoni amici sono da conservare devono essere conservati
L’inimicizia è da evitare deve essere evitata.
Discordia ed invidia sono sul punto di procurare insidie.
La vera amicitia eviterà le insidie procurate.
Gli amici che sono buoni sono da conservare devono essere conservati.
La discordia e l’invidia, che sono mali, sono avverse alla vita felice / alla felicità.
L’accampamento che i soldati dovevano prendere (lett.: da conquistare da parte dei soldati) era lontano / I soldati
dovevano conquistare un accampamento lontano.
I libri da leggere da parte dei bambini sono molti / I bambini devono leggere molti libri
CORREZIONE DELL’ESERCIZIO DMR pp. 99 n. 43 frasi 1, 2, 3, 6, 10:
1) La filosofia perfeziona un architetto dall’animo grande (Vitruvio).
2) Tale vino sarà sia di bel colore sia ben profumato (Catone).
3) Salve, ragazza dal naso non piccolissimo né dal grazioso piede né dagli occhi neri! (Catullo).
6) Domiziano era [un uomo] non solo di grande, ma anche astuta e inusitata crudeltà (Svetonio).
10) Sulla crudeltà e la perfidia di Lisandro è sufficiente esporre una sola cosa (Cornelio Nepote).
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51
III DECLINAZIONE
PROSPETTO DELLE TERMINAZIONI (tutti i temi)
CASO
NOM.
GEN
DAT.
ACC
VOC.
ABL
SINGOLARE
MASCH/ FEMM
NEUTRO
- s / zero
Zero
-is
-is
-i
-i
-em / -im
Zero
-s / zero
Zero
- e / -i
-e / -i
PLURALE
MASCH/ FEMM.
NEUTRO
-es
-a
-um
-um
-(i)bus
-(i)bus
-es / -is
-a
-es
-a
-(i)bus
-(i)bus
La terza declinazione si divide in due gruppi:
A) primo gruppo: temi in consonante (tipo miles, militis, m., ‘soldato, tema milĭt-, mutato in milět al
nominativo per apofonia latina; il nominativo è formato qui dal tema + s, con caduta della
dentale: milit-s> milets>miles). Si distinguono in:
• Temi in labiale, in gutturale, in dentale
• Temi in liquida (l, r) e nasale (n; c’è un solo tema in m)
• Temi in sibilante (s)
Ha una grande varietà di nominativi (v. scheda della pagina seguente e DMR vol. I pag. 77):
CASO
NOM.
GEN
DAT.
ACC
VOC.
ABL
SINGOLARE
MASCH/ FEMM
NEUTRO
- s / zero
zero
-is
-is
-i
-i
-em
zero
-s / zero
zero
-e
-e
PLURALE
MASCH/ FEMM.
NEUTRO
-es
-a
-um
-um
-ibus
-ibus
-es
-a
-es
-a
-ibus
-ibus
B) secondo gruppo: temi in –i (sonante): i temi in –i si distinguono in
• temi che hanno perduto la vocale breve –i- al nominativo, come mens, mentis, in cui il
nominativo mens <*menss>*ments>*mentis); in questi la i del tema si conserva nel gen. pl.
davanti a –um (es. mentium), e nei casi diretti del neutro plurale davanti ad –a:
• temi sonatici propriamente detti: questi escono usualmente al nominativo in –is o in –es; la i
del tema si conserva dunque nel nominativo singolare (alternanza i/e per apofonia), si può
conservare nell’acc. sing. davanti a -m, nell’abl. sing., nel gen. pl. davanti a –um, nei casi
diretti del neutro plurale davanti ad –a:
SINGOLARE
CASO MASCH/ FEMM
NEUTRO
NOM.
-s
zero
20
GEN
-is
-is20
DAT.
-i
-i
ACC
-em / -im
zero
VOC.
-s
zero
ABL
- e / -i
-e / -i
20
PLURALE
MASCH/ FEMM.
NEUTRO
-es
-a
-um
-um
-(i)bus
-(i)bus
-es / -is
-a
-es
-a
-(i)bus
-(i)bus
Anticamente questo genitivo usciva in –es: passò poi a –is sul modello dei temi in consonante.
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52
Esempi di declinazione (in rosso le desinenze, in verde la –i ancora visibile)
tipi
caso e
numero
es. di tema
in
consonante
maschile o
femminile
es. di tema
in
consonante
neutro
es. d tema in –i
conservativo
maschile o
femminile:
uscita nom. -is
es. d tema in
–i
conservativo
maschile o
femminile:
uscita nom. es
es. d tema in –
i
parzialmente
conservativo
maschile o
femminile
es- di tema in
–i neutro
conservativo)
N
G
D
ACC
V
ABL.
mile-s
milit-is
milit-i
milit-em
mile-s
milit-e
caput
capit-is
capit-i
caput
caput
capit-e
pupp-is
pupp-is <puppiis
pupp-i
pupp-im/-em*
pupp-is
pupp-i
aed-es
aed-is
aed-i
aed-em
aed-es
aed-i-bus
host-is
host-is
host-i
host-em*
host-is
host-e*
mar-e (<-i)
mar-is
mar-i
mar-e
mar-e
mar-i
N
G
D
ACC
V
ABL.
milit-es
milit-um
milit-i-bus
milit-es
milit-es
milit-i-bus
capit-a
capit-um
capit-i-bus
capit-a
capit-a
capit-i-bus
pupp-es
pupp-i-um
pupp-i-bus
pupp-is
pupp-es
pupp-i-bus
aed-es/-is
aed-i-um
aed-i-bus
aed-es
aed-es
aed-i-bus
host-es
host-i-um
host-i-bus
host-es
host-es
host-i-bus
mar-i-a
mar-i-um
mar-i-bus
mar-i-a
mar-i-a
mar-i-bus
* per analogia con i temi in consonante
•
•
•
Ci sono altri sostantivi che appartengono al gruppo in –i anche se il loro nominativo non lo
mostra più per fenomeni fonetici vari: es. art, artis (dove ars < arss< arts<artis originario):
per la loro declinazione cfr. DMR I vol. pag. 78-9.
Ci sono anche sostantivi col tema in conosante che a loro volta per analogia hanno assunto
anche alcune desinenze tipi dei temi in –i (gen.pl. in –i-um), a es. civitas, civitatis, che al
gen. pl. fa civitaum o civitatium: per la loro declinazione cfr. DMR I vol. pag. 79.
I sostantivi anomali sono 4: vis, sus, bos e Iuppiter; per la loro declinazione cfr. DMR I vol.
pag. 80.
Approfondimento: la contaminazione fra le due flessioni (temi in consonanet e temi in –i)
• DATIVO SINGOLARE:
reg-i < reg-ei
come
puppi < puppei < puppei-ei
(avevano la stessa desinenza –ei>-i)
• DATIVO/ABLATIVO PLURALE
*reg-i-bhos
come
pupp-i-bhos
(avevano la stessa desinenza -i-bhos >-ibus)
• NOMINATIVO PLURALE
Reg-ěs ha subito l’influenza di *puppei-es > pupp-ēs, per cui ha dato poi reg-ēs
Conclusione:
Data la complessità della casistica, consigliamo pertanto di memorizzare, per semplicità, il
prospetto generale delle terminazioni all’inizio di questa pagina
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53
III DECLINAZIONE, TEMI IN CONSONANTE:
ALLA RICERCA DEL NOMINATIVO
La varietà delle uscite della III decl. può indurre all’inizio incertezze nell’individuare il nominativo
dei sostantivi che s’incontrano declinati nelle frasi.
Regole generali:
• i temi in dentale (t, d), labiale (p, b) e velare (c, g) hanno generalmente il nominativo sigmatico
(in –s; -x per le velari), con o senza apofonia;
• per i temi in dentale e in altra consonante si osserva che:
tema in
tema del sostantivo
ESEMPI
dentale (t, d)
•
denti (dat. sing)
•
dent-
•
peditum (gen pl.)
•
pedit-
•
corde (abl.sing.)
•
cord-
•
lacti (dat. sing.)
•
lact-
•
capita (nom. / acc. •
/ voc. pl.)
•
fluminis
•
sanguinem
sign.)
legionum
pl.)
capit-
nasale (m, n)
•
liquida (l, r)
•
•
•
•
(acc. •
sanguin-
(gen. •
legion-
sale (abl. sing.)
•
sororem
(acc. •
sing.)
attenzione
a •
sostantivi come
iuris (gen. sing.)
sibilante (s)
•
•
consonante
doppia
•
•
corporis
sing.)
arboribus
pl.)
flumin-
(gen. •
(dat. •
fellis (gen. sing.) •
ossa (nom. / acc. / •
voc. pl.)
salsoror-
NOMINATIVO (regola
e ricostruzione dei nom.)
1) sigmatico, con caduta della dentale davanti a s, con o senza apofonia:
• da dent-i ricostruiamo dents > dens
(difficilmente la -e- subisce apofonia)
• da pedit-um ricostruiamo pedits > pedes o
pedis (ma quest’ultimo non lo troverei)
2) asigmatico (neutri, con desinenza zero), con
caduta di dentale o apofonia per 2 parole:
• la dentale cade: cord > cor (potevamo cercare
cors, ma non l’avremmo trovato o avremmo
trovato un altro significato): qui poi cade
perché rd > rr > r;
• la dentale cade: lact > lac (potevamo cercare
lacs>lax, mas non l’avremmo trovato trovato o
avremmo trovato un altro significato)
• apofonia: capit->caput
asigmatico con apofonia (neutri) o sigmatico
senza apofonia ; la –n tende a cadere in maschili
e femminili dopo –o-, a conservarsi coi neutri:
• flumin > flumen o flumis (ma quest’ultimo non
lo troverei)
• sanguin > sanguis o sanguen (ma quest’ultimo
non si trova)
• legion > legio o legion o legios (ma questi
ultimi due non si trovano)
asigmatico, con conservazione della liquida:
• sal
• soror
sembra iur- ma è •
ius- (in sibilante)
ci accorgiamo che non è un tema in liquida
perché non troviamo un nominativo iur: v.
sotto
la –s può conservarsi o no, mutandosi in –r
(rotacismo negli altri casi), con o senza apofonia:
corpos- (corposis > • cercheremo corpor o corpos o corpos o corpus,
corporis)
ed è quest’ultimo il nominativo giusto;
arbos- (arbosis > • cercheremo arbos o arbus o arbur o arbor ed è
arboris
per
quest’ultimo il nominativo giusto, che è così
rotacismo)
per analogia del nominativo con gli altri casi
asigmatico, la consonante diventa scempia:
fell• fell > fel
oss• oss > os (gen. ossis, da non confondere con os,
oris)
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54
Esempi di ricerca:
1. tempestatis: tempestat- > tempestats > tempestas
2. ilici: ilic- > ilics > ilix o ilex > ilex
3. regiones: region- > regio o region > regio
4. obsides > obsid > obsids > obsis o obses > obses
5. dictatorem > dictator- o dictatos- > dictator
6. lumine > lumen o lumis > lumen
7. frigore > frigor- o frigos- > frigor o frigus o frigos > frigus
8. iuventutem > iuventut- > iuventuts > iuventus
9. cohortibus > cohort > cohorts > cohors
10. florem > flor- o flos- > flor o flos > flos
11. opere > oper- > oper o opes o opus > opus
12. noctem > noct > nocts > nocs > nox
13. artificis > artific- > artifics > artifix o artifex > artifexa
14. veri > ver- o ves- > ver o ves > ver
15. litora > litor- o litos- > litor o litos o litus > litus
eccetera
altre verifiche (inserite le parole difficile che trovate negli esercizi):
parola di partenza percorso
nominativo trovato
N.B. Sull’apofonia, ricordiamo che:
•
•
l’APOFONIA LATINA (senza variazione di funzione) interessa le vocali brevi delle sillaba interne
che per lo più passano a i breve in sillaba aperta e a e breve in sillaba chiusa: essa si verifica
quando la sillaba iniziale o finale di una parola diviene interna:
- apofonia in sillaba aperta: cado – concido; eques (nom. sing.) – equitis (gen. sing); …
- apofonia in sillaba chiusa: annus – biennum; factus – refectus; ...
l’APOFONIA INDOEUROPEA (con variazione di funzione) può essere qualitativa (quando cambia
la vocale) o quantitativa (se cambia la quantità) o di entrambi i tipi contemporaneamente: essa
interessa radici, suffissi e desinenze; le alternanze sono tra grado zero (assenza di vocale / a ),
grado medio ( e / e ), grado forte ( o / o ):
- e / o : tego / toga; eque (voc.) / equos > equus (nom.); …
- e / zero: genui / gigno (non c’è nulla fra g e n);…
- o / zero: genitorem / genetricem (masch. e femm.);…
- e / a (zero): feci / facio (tempi diversi del verbo); …
- e / e: venio / veni (tempi diversi del verbo); …
- o / o: fodio / fodi (tempi diversi del verbo); …
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55
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
LEZIONE N.
-
Ripasso della III declinazione attraverso gli esercizi 6-7 pag. 15
da Dionigi et al. Verba et res, ed.
Laterza
Materiali
lezione IX
-
guida all’uso del vocabolario e analisi di lemmi
lemmi di verbi: dico, dubito, volo e
“Piccola
guida
all’uso
del
vocabolario latino”,
Traina – Pasqualini.
cit., allegato
studio dei lemmi
-
Sistema del perfectum: formazione del perfetto, perfetto attivo
dell’indicativo
DMR 6 pp. 109- 111
DMR pp. 117-119 n.
1/3, 6, fac. 7 (allegati)
-
Lessico: sostantivi della
declinazione ad alta frequenza
III -
Scheda
lessicale XII (allegata)
-
Lessico: l’avverbio e l’interiezione
rifacimento di tutti gli
esercizi delle ultime tre
lezioni
DMR p. 120 es. 8
(allegati)
-
Sistema del supino: revisione della
formazione del participio perfetto e futuro (cfr.. lezione VIII)
X
lavoro
individuale
consigliato
ESERCIZI:
-
della -
DMR/lessico
pp. 101-6 + scheda
lessicale
XIII
(allegati)
DMR 6 pp. 112-3
-
Correzione
degli
esercizi allegati alla
lezione IX
DMR p. 107 es. 1, 2, 3
(allegati)
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56
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI DMR (pp. 88-93) ALLEGATI ALLA LEZIONE IX:
Correzione DMR I p. 88 es. n. 5:
Cavalieri coraggiosi (acc.) – di una / della luce chiara – alla / a una cara madre – la gioventù romana (acc.) –
il / un21 grande valore / o grande valore! (nom. / voc.) – (dei / i compagni leali (acc.) – su un’alta cima – le
parole (nom. / acc.) del re – gli ordini dei comandanti – le città / cittadinanze (nom. / acc.) d’Italia – di pietre
dure – le leggi romane (nom.) – a molti soldati – per mezzo della22 libertà del popolo – un ospite greco (acc.)
– la clemenza (nom.) / o clemenza (voc.) di Cesare – ad una buona madre – un padre severo (acc.) – i
responsi (nom. / acc.) degli àuguri –con l’editto del pretore – i vincitori romani (acc.) – agli scrittori famosi –
la mestizia / per la m. (nom. / abl.) dell’esule – i raggi (nom. pl.) / di un raggio (gen. sing.) del sole – alla
moglie leale.
Correzione DMR I p. 88 es. n 6:
1. Strenuamente i soldati romani difenderanno la libertà della patria. 2. I rei temono la sentenza dei giudici.
3. Evita, ragazzo, la comunanza con i malvagi! 4. La gioventù ( i giovani) prepara (preparano) le armi per
la guerra. 5. I filosofi discutono dell’immportalità dell’anima. 6. Bruto e Collatino cacciano il re Tarquinio il
Superbo da Roma. 7. Cavalieri e fanti, obbedite agli ordini del comandante! 8. La luce delle stelle spesso
indica ai marinai la via della salvezza. 9. Molte popolazioni della Gallia inviano ostaggi a Cesare. 10. Lo zio
severo rimprovera le spese eccessive del nipote scialacquatore. 11. Vercingetorige sceglie per
l’accampamento un luogo difeso da paludi e da boschi. 12. Sono scelti difensori idonei per la città. 13. I
raggi del sole feriscono l’arida terra. 14. Tolomeo muove guerra contro la sorella Cleopatra. 15. Dopo la fuga
di Tarquinio i consoli succedono al posto dei re. 16. Era allora prerogativa del pretore (genitivo di
pertinenza) la giurisdizione [sui rapporti] fra cittadini romani e stranieri. 17. Cesare invia in Sardegna il
legato Valerio ed in Sicilia [invia] Curione al posto del pretore. 18. Della giustizia è madre non la natura né
la volontà, ma la debolezza. 19. I maschi hanno diritto di vita e di morte sulle donne come sui figli. 20. Figli,
obbedite volentieri agli insegnamenti di vostro padre e di vostra madre!
Correzione DMR I p. 88 es. n 7:
1. La virtù sia favorisce sia conserva le amicizie. 2. Marco Druso, tribuno della plebe, fu pontefice. 3.
Vercingetorige è chiamato re dai suoi. 4. Appio Erdonio chiamava dal Campidoglio i servi alla libertà. 5. La
sola virtù supera la gioia perpetua e senza preoccupazioni. 6. Ariovisto risponde poche parole alle richieste di
Cesare. 7. Cesare invia messi alle popolazioni confinanti. 8. I vincitori presso l’Istmo di Corinto sono cinti
con una corona di pino. 9. Chiedo per me tua figlia in moglie. 10. Roscio giunge a Capua con L. Cesare e lì
trova i consoli e Pompeo; annuncia le richieste di Cesare. 11.L’eloquenza è compagna della pace. 12. Deve
sollecitare l’intelletto (lett. gli animi) non solo la conoscenza delle cose, ma anche il loro ricordo.
Correzione DMR I p. 89 es. n 9:
Le orazioni (nom. / acc.) di Cicerone – l’origine (acc.) della guerra – le immagini famose – per una lunga
consuetudine – in un inverno freddo – in regioni lontane – di uomini armati – alti alberi ( nom.) molti fiori
(acc.) - di topi veloci – all’ombra di un albero alto – gli antichi costumi (nom.) a una donna bella – col
candore del sole – chiacchiere insicure (nom.) – per amore della patria – il profumo (acc.) dei fiori – secondo
l’uso dei Greci.
Correzione DMR I p. 89 es. n 10
1. Anticamente gli uomini vivevano senza leggi. 2. Le vie della città erano occupate da uomini armati. 3. I
soldati romani combattevano coraggiosamente con le legioni dei Germani. 4. La cittadella dei Galli era
difesa dall’altezza dei monti. 5. L’onda rifletteva l’immagine della luna riflessa. 6. Il poeta Ovidio racconta
l’origine dei Ludi Apollinari. 7. Presso i Romani la legge stabiliva una misura per le doti delle fanciulle. 8.
Nelle città campane grande era la moltitudine dei mercati. 9. Scacciate i falsi timori, Romani! 10. I topi
molesti mangiano il frumento dei contadini. 11 Ragazzi, evitate i comportamenti disonesti dei cattivi
compagni! 12. Gli animi degli dei non sono colpiti né dal dolore né dalla tristezza. 13. Cesare rispettava
21
D’ora in poi nella traduzione userò solo una forma dell’artcolo: si ricordi che la scelta dell’articolo determinativo o
indeterminativo nel tradurre NON è indifferenze per il senso della frase.
22
Qui come per altri casi: un caso come noto espriem più complementi: in mancanza del contesto della frase, si fa qui
una soloa scelta fra quelle grammaticalmente compatibile.
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
57
molto i veterani (lett. aveva in grande onore). 14. Un grande ardore occupa gli animi delle persone per il
rimpianto della libertà. 15. Un’empia follia muove i Giganti contro gli dei dell’Olimpo. 16. Gli animi delle
persone sono tenuti lontani dai reati dal timore della punizione. 17. Le ragazze orneranno gli altari degli dei
con diversi fiori. 18. Uno stupore occupa gli animi e come un torpore insolito le membra.
Correzione DMR I p. 90 es. 11:
1. I nostri si avvicinano alle fortificazioni. 2. I capi delle regioni e dei villaggi amministrano la giustizia e
riducono le controversie. 3. Labieno tratteneva i suoi entro le fortificazioni. 4. La villa in campagna d’estate
ha l’ombra, d’inverno il sole. 5. Il giorno dopo gli uomini vengono di buon mattino in assemblea. 6. I nostri
soldati odono il rumore: i cavalieri corrono avanti. 7. I Britanni non ritengono lecito gustare lepre, gallina e
oca. 8. Altri lanciavano dall’alto fiaccole e legno secco (lett. è un sing. collettivo). 9. L’abitudine concilia
l’amore.
Correzione DMR I p. 90 es. 13:
nel mio cuore – il sussurro del fiume – quattro anfore di miele – l’inizio della primavera – con una lunga
schiera - di molti reati – le poesie (nom. / acc.) di Omero – il nume (nom. / acc.) della dea – un nome noto
(nom. / acc.) – di un fiume largo – i semi (nom. / acc.) degli alberi –candide / lucenti stelle (nom. / acc.) – in
un fresco bosco – con / ad azioni empie – nei tempi antichi – sul lato destro – di vari generi – col freddo
dell’inverno – il patto fra i Romani e i Latini – sulla costa campana
Correzione DMR I p. 90 es. 14:
1. Il cuore del ragazzo è preso dal terrore. 2. Gli artigiani edificano il tetto del teatro in marmo.3. La testa di
un cinghiale setoloso si manifesta fra gli alberi. 4. Nettuno alza il capo fra le onde. 5. I fruscii dell’aria
attraversano le selve. 6. La giovinezza è la primavera della vita. 7. I fiori sono la prova della primavera
sbocciata. 8. La madre nutre il figlio neonato col latte. 9. L’anno si divide in primavera, estate, autunno e
inverno23. 10. Si udiva24 nell’assemblea il mormorio del popolo. 11. Gli uomini temono la25 volontà degli
dei. 12. Il fulmine suscita un grande incendio nelle selve. 13. Gli storiografi ricordano i nomi dei comandanti
valorosi. 14. L’esercito schierato era condotto dal console attraverso il Lazio. 15. La luce (v. nota alla frase
11) delle stelle nella notte indica la via ai naviganti. 16. Il fiume scorre prima fra i monti, poi fra i campi. 17.
Il poeta manda alla sua diletta ragazza le proprie poesie. 18. La guerra fra Greci e Troiani è celebrata nel /dal
poema di Omero. 19. L’opera procede bene. 20. La flotta dei Greci approda alle coste dell’Italia.
Correzione DMR I p. 91 es. n 15
1. L’amore provoca un incendio nel cuore. 2. L’Aurora cospargeva le terre di una luce nuova. 3. Un corpo
nella luce produce ombra. 4. Come lo splendore del sole oscura le piccole luci delle stelle, così la virtù
elimina ed offusca dolori, molestie e ingiustizie con la sua grandezza. 5. Cassivellauno spingeva bestiame e
uomini dai campi nelle selve. 6. Le coste erano occupate da Cesare. 7. I Treviri di associano Ambiorige in
un patto d’alleanza. 8. E’ un’azione empia legare un cittadino romano, un delitto frustarlo, quasi un
parricidio ucciderlo. 9. Lodo i fiumi e le rocce cosparse di muschio di un luogo ameno. 10. Cesare richiama
le legioni dalla costruzione. 11. Somme di denaro sono pretese dai municipi, sono tolte ai templi: le leggi
divine ed umane sono mescolate. 12. Hai compiuto un’azione indegna e malvagia. 13. A causa del freddo il
frumento nei campi non era maturo. 14. Non temo né il freddo né il vento né la grandine. 15. La amavo un
tempo, ora ormai un altro pensiero incombe sul mio cuore. 16. Chiamano Castricio decoro della patria,
ornamento del popolo romano, fiore della gioventù.
Correzione DMR Es. 18 p. 92:
1. Giunge la tempesta e distrugge tegole ed embrici26. 2. Cadono a terra gli abeti, risuona colpito dalle scuri il
leccio e la quercia si spacca. 3. Il popolo romano fondava colonie27 nelle regioni latine (= dei Latini). 4.
23
In latino si usava, in un elenco, o non mettere nessuna congiunzione, o metterle sempre, come in questa frase: in
italiano invece si preferisce usare le virgole fra i primi elementi e la congiungiunzione “e” fra penultimo e ultimo
elemento di una enumerazione.
24
Era udito si udiva.
25
In latino si trova sempre il plurale quando ci si riferisce a più persone / cose: qui per es. ogni dio ha una volontà, per
cui un romano diceva “le volontà degli dei”. In italiano si preferisce il singolare.
26
La differenza sostanziale fra tegula ed imbrex si desume dall’etimologia: tegula, da tego (‘copro’), indica una tegola
che ripara dalla pioggia, convessa quindi verso l’alto; imbrex rimanda a imber (‘acqua’, ‘pioggia’) e indica una regola
che raccoglie l’acqua, concava quindi verso l’alto.
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58
Rimanda gli ostaggi nelle loro città (oppure tra le loro popolazioni)! Ciò sarà gradito sia privatamente ai loro
parenti sia pubblicamente (= a nome dello stato) ai loro popoli. 5. Il popolo elesse dittatore Quinto Fabio
Massimo e maestro della cavalleria (lett. dei cavalieri) Marco Minucio Rufo. 6. È una popolazione, quella
dei Galli, molto dedita alle religioni (lett. La popolazione dei Galli è…, ma la posizione delle parole scelta
da Cesare invita a un rilievo maggiore). 7. Né il talento naturale senza l’istruzione né l’istruzione senza il
talento naturale può rendere completo un artista. 8. Il sole dissipa la malinconia del cielo e rasserena anche le
nubi dell’animo umano. 9. Fabio saggiava le intenzioni delle popolazioni confinanti con lettere portate da
messi (endiadi: lett. con lettere e messi). Sul fiume Sicori aveva costruito due ponti. 10. Ai nostri figli
lasceremo il patrimonio abbastanza stimato del nome paterno e del ricordo di noi > (L’uso latino del plurale
majestatis o humilitatis consiglia però di interpretare le parole di Cicerone riferite a sé:) Ai miei figli
lascerò il patrimonio abbastanza stimato del nome paterno e del ricordo di me.
Correzione DMR es. 19 p. 92: “Avvenimenti della seconda guerra punica”
Annibale, comandante dei Cartaginesi, conduce in Italia attraverso le Alpi soldati ed elefanti: molti soldati
durante il viaggio sono uccisi da malattie o dal freddo. I Galli Cisalpini stringono un’alleanza con i
Cartaginesi contro i Romani. I consoli romani preparano le legioni alla guerra, ma le truppe dei Romani sono
sconfitte dalle truppe di Annibale presso il fiume Ticino, poi presso il fiume Trebbia, infine presso il lago
Trasimeno. È eletto dittatore dai Romani Quinto Fabio Massimo; egli evita le battaglie, dispone insidie
contro i Cartaginesi. Quando Fabio depone la dittatura i nuovi consoli, Marco Terenzio Varrone e Lucio
Emilio Paolo, attaccano battaglia contro i Cartaginesi presso Canne, villaggio della Puglia; Paolo è ucciso,
Varrone ferito scampa al combattimento.
Correzione Es.20 p. 93: “L’istruzione dei ragazzi romani”
I bambini romani erano educati a casa dal precettore; spesso il precettore era un erudito schiavo greco. I
precettori erano severi e abituavano gli allievi a una dura disciplina: gli errori dei ragazzi erano puniti con
frustate. I bambini imparavano la letteratura latina e la storia: il maestro narrava loro la leggenda sull’origine
del popolo romano dalla stirpe troiana, mista al (col) sangue latino, e le storie dei fratelli Romolo e Remo,
fondatori di Roma; [raccontava] dei sette re, dei re cacciati (della cacciata dei re) e della repubblica libera
governata dai consoli; delle guerre con le popolazioni italiche, del dominio di Roma in Italia, delle guerre
puniche.
Correzione Es.36 p. 97 (si correggono i primi 6 sintagmi):
recenti victoria (abl. sing.) = per/con la recente vittoria; celeres equi (nom.pl.)= (i) cavalli veloci; proelio
equestri (abl. / dat. sing.) = col / al combattimento equestre / a cavallo ; levi murmure (abl. sing.) = con / per
il soave mormorio; frequentes incursiones (N/Acc/Voc pl.) = (le) frequenti incursioni (sogg./ogg.), o f.i.!;
prudentia consilia (N/Acc/Voc pl.) = (i ) pareri saggi(sogg./ogg.), o pareri saggi!
Correzione Es. 6-7 p.15 (da Verba et res):
Es. 6: Varrone, I ritmi dell’agricoltura:
Il corso annuale del sole si divide in quattro parti: primavera, estate, autunno e inverno. In primavera si fanno
alcune semine; perciò bisogna fendere la dura zolla con kl’aratro; in estate si fanno le messi; in autunno, col
clima seccvo, le vendemmie; allora si coltivano anche le selve (=si disbosca) e si abbattono gli alberi.
D’inverno si potano gli alberi.
Es. 7: Varrone, Il fondo rustico e i suoi rapporti con l’ambiente
Non giova coltivare molti campi senza pari a causa dei furti dei vicini, come in qualche luogo in Sardegna e
in Spagna presso i Lusitani. Fruttosi sono al contrario i poderi se ci sono vie e fiumi vicini, che rendono facili
i commerci con le città e i villaggi vicini: e così molte cose vengono compreate da lì e trasportate nei poderi,
mentre molti prodotti sono trasportate dai fondi e vendute là.
27
In latino si dice coloniam / -as deducere, perché de-duco significa alla lettera ‘condurre via, sottrarre, rendere
alieno’, e quindi, anche giuridicamente, ‘alienare’: i territori colonizzati infatti erano sottratti ad altre popolazioni.
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-
XI
Revisione di alcuni argomenti: declinazioni, struttura della frase
latina, uso del vocabolario,
perfetto attivo indicativo
-
IV e V declinazione
-
Sintassi:
genitivo
soggettivo e oggettivo
-
59
Lessico: il sostantivo
-
partitivo, -
-
materiali
delle lezioni IX e X
correzione
degli
esercizi allegati alla
lezione X
-
DMR p. 119 es. 7
(allegato alla lezione
X)
DMR I unità 6 pp.
113-6
DMR I unità 6 pp.
116-7
(DMR I, scheda
pp. 124-134)
-
- Il principio di proiezione della sintassi sul lessico
lavoro
individua
le
consiglia
to
DMR
p.123
n.
18,19,20 (allegato 1)
DMR pp. 134-6 nn.
1/5; n. 6 I livello
(allegato 2)
studio dei lemmi
di alcuni verbi:
cfr.
verbi
di
eccellenza
nell’allegato
2
alla lez. VIII), di
do e di utor
revisione degli argomenti studiati finora
rifacimento di tutti gli esercizi
memorizzazione del lessico sia delle schede lessicale presentate finora, sia di quello
incontrato via via negli esercizi
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60
CORREZIONE ESERCIZI DMR I pp. 117-120 nn. 1-2-3, 6-7-8 ALLEGATI ALLA LEZ. X:
Correzione DMR 1 p. 117 (si correggono le prime 10 voci):
rendeste, chiesero, disse, venni, generò, dicesti, prendemmo, lodaste, generasti, lodasti,…
(Per le voci verbali restanti si controllino le tavole del libro di testo)
Correzione DMR 2 p. 118:
audierunt, vocasti, implestis, audisti, implerunt, vocastis, vocarunt, audistis, audit.
Correzione DMR 3 p. 118:
1. Romolo fondò Roma. 2. Ieri vidi tuo fratello nel foro. 3. La natura ha dato agli esseri
umani il desiderio di sapere. 4. Annibale condusse i Cartaginesi in Italia attraverso le Alpi.
5. Oggi sei stato diligente e hai imparato molte cose. 6. Ho finito l’opera, ora riposerò. 7.
Perché non hai detto la verità? 8. Già da tempo aspetto un amico, non è ancora arrivato. 9.
La battaglia presso Canne fu tremenda per i Romani. 10. Ho ricevuto il tuo dono, ti
ringrazio. 11. Hai deluso tuo padre, non sei degno di perdono. 12. Ho acquistato dei pesci,
ora preparerò la cena. 13. I Galli mandarono da Cesare degli ambasciatori riguardo la pace.
Correzione DMR 6 p. 119:
“Romolo e Numa Pompilio” (da Eutropio)
Romolo fece pressoché queste cose. Accolse nella cittadinanza una moltitudine di [popoli]
vicini, scelse cento fra i più anziani, che (oggetto) chiamò senatori a causa della vecchiaia.
Allora invitò ad uno spettacolo di giochi le popolazioni vicine alla città di Roma e rapì le
vergini. Scoppiate delle guerre a causa dell’ingiustizia subita dalle donne rapite (lett. delle
rapite), vinse i Ceninesi, gli Antemnati, gli abitanti di Crustumerio, i Sabini, i Fidenati, i
Veienti. Tutte queste città fortificate circondano la città di Roma (detta ‘urbs’ per
antonomasia).
In seguito fu eletto re Numa Pompilio, il quale (soggetto) certamente non fece
nessuna guerra, ma non fu meno utile alla città. Infatti stabilì sia le leggi sia i costumi per i
Romani, i quali (soggetto) per la consuetudine a combattere (lett. ‘dei combattimenti’, ma in
italiano non è scorrevole) erano considerati ormai briganti e semibarbari, divise l’anno in
dieci mesi e fondò moltissimi luoghi sacri e templi a Roma. Morì di malattia.
-----NOTE: qui e quos sono rispettivamente il nominativo singolare o plurale maschile e l’accusativo
plurale maschile del pronome relativo qui, quae, quod;
Correzione DMR 8 p. 120:
1. Padre desiderato e atteso, salve! 2. Non facilmente si distingue l’amore vero dal falso
(lett. si distinguono l’amore vero ed il falso). 3. Oppianico risollevava un animo ormai
abbattuto e oppresso. 4. Spinto dal desiderio del regno, Orgetorige ordì una congiura di
nobili. 5. Marcello, atterrito dalle grida di biasimo, recedette dalla sua opinione. 6. Una parte
dei soldati giunse incolume nell’accampamento, una parte perì dopo essere stata circondata
dai nemici. 7. Livia aveva perso il figlio Druso, grande futuro principe, ormai grande
condottiero (che sarebbe stato in futuro un grande principe, come era già un grande
condottiero). 8. Dumnaco, [poiché era stato] espulso dal suo territorio, errando e
nascondendosi da solo fu costretto a raggiungere le più lontane regioni della Gallia.
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61
Correzione DMR 7 p. 120:
“Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco” (da Eutropio)
A lui (1) succedette Tullo Ostilio. Questi (2) preparò di nuovo (3) guerre, vinse gli Albani, superò in
guerra i Veienti e i Fidenati, ampliò la città. Colpito da un fulmine arse con la sua dimora. Dopo di
lui (4) Anco Marzio, nipote di Numa dalla parte della figlia, prese il comando. Combatté contro i
Latini. Aggiunse alla città il colle Aventino e il Gianicolo e fondò una città sul mare presso la foce
del Tevere. Morì di malattia. Quindi ricevette il regno Tarquinio Prisco. Questi (2) raddoppiò il
numero dei senatori, fece costruire il circo a Roma, istituì i Ludi Romani, che (5) restano fino alla
nostra epoca. Vinse anche i Sabini, unì dei campi al territorio della città di Roma e per primo entrò
nella città celebrando un trionfo (‘trionfando’). Fece costruire mura e cloache e incominciò la
costruzione del Campidoglio.
NOTE:
(1) lett. ”a questo”, perché huic è il dativo singolare (m, f., n.) del dimostrativo hic, haec, hoc = ’questo’
(indica persona o cosa vicina a chi parla/scrive);
(2) è il nominativo m. sing. dello stesso pronome;
(3) attenzione ai ‘falsi amici’: controllate la formazione LESSICALE: Reparo da re + paro.
(4) Poiché post regge l’accusativo, allora hunc è ……(caso)……(genere) ….. (numero) del pronome
………………………….. (completate la frase!);
(5) che si tratti del soggetto, e quindi del nom. masch. plur. di qui, quae, quod, lo potete dedurre ragionando
sul modello della verbodipendenza illustrata nei seminari precedenti: infatti, se parto dal predicato
“permanent”, ho subito bisogno di un soggetto (argomento 1), che non potrò identificare ovviamente in
“ad nostram memoriam”; è intuitivo guardare a “qui”, e la consultazione del vocabolario e della
grammatica lo confermerà (o meno, se l’ipotesi di lavoro era errata, e allora riparto con il ragionamento);
fatta questa consultazione, non sarà difficile collegare “qui” a “Ludos R.”, che infatti è masc. plur.
Vediamo la struttura ad albero sottesa:
-
prima fase del ragionamento: cerco il soggetto del predicato “permanent”
PERMANENT
qui (argomento 1: soggetto)
ad memoriam (argomento 2: tempo)
nostram (attributo dell’arg.2)
-
seconda fase del ragionamento: trovato che qui è un pronome relativo, che è al nominativo plurale
(cercavo un soggetto plurale) maschile, a cosa lo debbo riferire? Cerco nella frase reggente questa (che è
una secondaria, relativa appunto perché introdotta da un relativo) un elemento che morfologicamente,
sintatticamente e sematicamente soddisfi alla mia ricerca:
frase reggente:
INSTITUIT (pred. verb.)
[hic] (argomento 1: soggetto, sottinteso)
Ludos Romanos (argomento 2: oggetto diretto)
frase relativa
PERMANENT (pred. verb.)
qui (argomento 1: soggetto)
ad memoriam (argomento 2: tempo)
nostram (attributo dell’arg.2)
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62
IL PRINCIPIO DI PROIEZIONE DELLA SINTASSI SUL LESSICO:
ESEMPI D’INFERENZE
1) Si analizzino a titolo esemplificativo, per la loro frequenza, due verbi:
- il primo è do, das dedi, datum, dare (1a con., tr.), che significa ‘dare’: questo verbo
presuppone un soggetto (arg. 1), un oggetto diretto in accusativo (arg. 2) ed un oggetto
indiretto in dativo, il destinatario (arg.3):
do
P.V.
(do)
ego
arg.1
Nom.
(io)
-
aliquid / donum
arg.2
Acc.
(qualcosa / un dono)
alicui / tibi …
arg. 3
Dat.
(a qualcuno / a te)
il secondo verbo è utor, uteris, usus sum, ut (3a con., intr.; è un verbo deponente (sono
verbi che presentano una forma passiva con un significato attivo), che significa. ‘usare’
(una cosa) / ‘frequentare’ (una persona) ecc.. Questo verbo presuppone un soggetto (arg.
1) e un oggetto indiretto in ablativo (arg. 2):
utor
P.V.
(uso)
ego
arg.1
Nom.
(io)
-
aliqua re / calamo /…
arg.2
Abl. (strumentale)
(qualcosa / una penna)
Di conseguenza,
“Calamo utor” = Io uso una penna;
“Tullia multis amicis utitur” = Tullia frequenta molti amici.
2) È fondamentale, in qualsiasi apprendimento, imparare a cercare da soli quanto occorre,
utilizzando la capacità di compiere inferenze rispetto al testo su cui si lavora, con la grammatica
e il vocabolario come strumenti. L’analisi previsionale è della massima importanza: sono quindi
fondamentali le DOMANDE che rivolgo a me stesso/a e al testo: cosa mi serve, cosa mi manca,
cosa mi aspetto partendo da quello che osservo? Vale a dire: se parto da questo verbo, con quali
parametri cerco il soggetto (argomento 1), con quali parametri cerco altri
complementi/espansioni (argomenti 2,…) che esso regge? E così via.
3) Si riveda a questo proposito la correzione dell’es. p. 119 del DMR, studiando in particolare il
lavoro sui pronomi, che siamo in grado di riconoscere e tradurre anche se non li abbiamo ancora
affrontati in moso sistematico, sempre con l’ausilio del vocabolario e della grammatica: nello
schema di analisi del teso, abbiamo cercato di PORCI le DOMANDE UTILI ALLA
COMPRENSIONE DEL TESTO,
e quindi nella disposizione a CERCARE LE
SOLUZIONI AI PROBLEMI IN UNA PROSPETTIVA EURISTICA.
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LEZIONE N.
XII
lavoro
individuale
consigliato
63
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
-
ESERCIZI:
-
Revisione
degli
ultimi
argomenti salienti attraverso
la correzione in aula di alcuni
esercizi assegnati
-
Sintassi: suddivisione delle V.
scheda subordinate e definizione di “Articolazione delle
proposizioni completive
proposizioni
subordinate”
Esercizio
riconoscimento
sotto)
-
Morfologia: Sistema del perfectum: piuccheperfetto e
futuro II attivi dell’indicativo
DMR I unità 7 pp. 137-8 e frasi 1-216
dell’es.11
p.292
DMR I pp. 146-7 n.
1-2-3 (allegato)
-
Morfologia:
ripasso
participio presente
del -
DMR I unità 5 pp. 84-85
es. DMR p. 98 es. 40
e 1 (allegato)
-
Morfosintassi: ripasso del participio futuro e della
perifrastica attiva
Introduzione agli esercizi allegati e
DMR II pp. 277-8
esercizi allegati (tratti
da Lexis, cit.): solo
forme segnate.
-
Morfosintassi: ripasso del gerundivo e della perifrastica
passiva
Introduzione agli esercizi allegati e
DMR II pp. 284-6
-
esercizi allegati (tratti
da Lexis, cit.) : solo
forme segnate.
Esercizio
su
entrambe
le
perifrastiche:
-
revisione
indicati
V. sopra
Completamento
tutti gli esercizi
degli
argomenti -
es. 20 p. 123 DMR
-
Correzione esercizi
assegnati
nella
lezione XI (tranne es.
1/5 pp. 134-5, per cui
cfr. scheda di lessico
“Il sostantivo” del
DMR, pp. 124-134,
allegata alla lezione
XI)
di
(v.
di
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64
CORREZIONE ESERCIZI DMR I pp. 123 nn. 18, 19, 20 e n. 6 pp. 135 I livello ALLEGATI
ALLA LEZ. XI:
DMR p.123 n. 18: “Un attacco nemico” (da Cesare) :
All’improvviso (=mentre non se lo aspettano) i nostri sono turbati da un fatto nuovo, e a mala pena la
coorte nella sua postazione sostiene il primo assalto. I nemici si spargono attorno dalle altre parti, cercano un
accesso all’accampamento. A stento i nostri difendono le porte; lo stesso luogo e la fortificazione difendono
(1) i restanti accessi. Si trepida in tutto l’accampamento, i soldati preoccupati cercano la causa del tumulto.
Dal timore di tutti è confermata l’opinione che dentro non ci sia nessun presidio contro i barbari (2). Pertanto
[questi] irrompono nell’accampamento. Publio Sestio Baculo, lasciato malato nel luogo di guarnigione, esce
dalla tenda, vede i nemici che fanno impeto, prende le armi dai soldati più vicini e sta ben fermo sulla porta.
Giungono i centurioni della coorte; insieme sostengono il combattimento. Sestio riceve gravi ferite ed esce
dalla battaglia, ma i restanti soldati stanno fermi sulle fortificazioni e salvano l’accampamento dall’attacco
nemico.
NOTE:
(1) in latino la concordanza del predicato è spesso al sing. anche con due o più soggetti, concordando solo
con l’ultimo;
(2) barbaris è un dativo di vantaggio/svantaggio.
DMR p.123 n. 19: I Druidi” (da Cesare)
I Druidi si astengono dalla guerra e non pagano le tasse insieme con gli altri, hanno l’esenzione dal servizio
militare e l’immunità da tutti gli obblighi. Sollecitati da benefici tanto significativi (lett. tanto grandi) e di
propria spontanea volontà molti vanno a imparare e vi sono mandati dai genitori e dai parenti. Lì imparano
un gran numero di versi. Discutono e trasmettono alla gioventù molte cose inoltre sul moto degli astri, sulla
grandezza dell’universo e delle terre, sulla natura, sulla forza ed il potere degli dei immortali.
DMR p.123 n. 20: “Un periodo di carestia” (da Cesare)
Dopo la battaglia la carestia crebbe: perciò gli animi dei nostri erano turbati non solo dalla penuria presente
ma anche dal timore del futuro. Le forze dei soldati erano diminuite dalla mancanza di cereali, le ristrettezze
aumentavano di giorno in giorno. I nostri combattevano pur mancando abbondantemente (lett. nella grande
mancanza) di ogni cosa; i nemici invece abbondavano di tutto: molto era il frumento procurato prima, molto
quello portato da ogni provincia; era poi a disposizione grande abbondanza di pascolo. Alla fine Cesare fece
trasportare bestiame dalle città più vicine e così lenì un po’ le difficoltà dei soldati.
DMR p.134 n. 6, I livello:
1. Timoteo fu eloquente, attivo, operoso. 2. Sono infiammato dal desiderio di studiare la storia. 3. Antonio ha
stimato noi tutti non nemici interni, ma esterni. 4. Tutta la nostra casa ti saluta. 5. Alcune delle bestie sono
maschi, altre femmine. 6.I tuoi scherzi sono pieni di spirito. 7. La devozione è giustizia verso gli dei. 8.
Timoleonte (il liberatore dalla tirannia di Siracusa) ricostruì le mura in pezzi e i templi distrutti delle città,
restituì leggi e libertà ai cittadini (civitas è la città intesa come insieme di cittadini). 9. Epicuro scrisse libri
anche sul sacro e sulla devozione nei confronti degli dei. 10. Se è console Antonio, Bruto è il nemico; se
Bruto è il salvatore dello stato, il nemico è Antonio. 11. E’ difficile condurre l’intelletto alla contemplazione
dell’anima. 12. Gli uomini o sono mossi dall’amore nobile e reverente, come quello per gli dei, per la patria,
per i genitori (sono tutti genitivi oggettivi); o dall’amore affettuoso, come quello per i fratelli, i figli, i
coniugi. 13. Il comportamento giusto nei confronti degli dei si chiama religione, verso i genitori si chiama
devozione. 14. Valerio calmò con le sue leggi e i suoi discorsi la plebe eccitata contro i senatori. 15. Con il
mio aiuto, Quinto Fabio, hai ripreso Taranto. 16. La luce della lucerna è oscurata e coperta dalla luce del
sole. 17. Le porte all’ingresso degli edifici profani sono chiamate porte di casa. 18. L’aria è condotta nei
polmoni dall’inspirazione. 19. Le amicizie però si distinguono dall’amore e dall’affetto.
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65
ARTICOLAZIONE DELLE PROPOSIZIONI SUBORDINATE:
Le proposizione subordinate (o secondarie o dipendenti) si articolano in latino in 3 grandi gruppi:
1. completive (o sostantive), che hanno nel periodo la funzione di un complemento necessario
(oggi si parla preferibilmente di espansione necessaria), e cioè di soggetto, oggetto,
apposizione;
• A) esempi in italiano di completiva con valore di soggetto (proposizioni soggettive): a) E’
certo che sei in errore (proposizione soggettiva tout court); b) Non ci si chiede abbastanza
perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione soggettiva interrogativa
indiretta); c) Si vuole che tutti abbiano un’opinione (proposizione soggettiva volitiva) ecc.
• B) esempi in italiano di completiva con valore di oggetto (proposizioni oggettive): a)
Credo che tu sia in errore (proposizione oggettiva tout court); b) Ti chiedo perché sia tanto
importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indiretta); c) Voglio che
tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva) ecc.
• C) esempi in italiano di completiva con valore di apposizione (proposizioni epesegetiche):
a) Credo questo, che tu sia in errore (apposizione del pronome ‘questo’ ); b) Ti chiedo ciò,
perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indirett,
apposizione di ‘ciò’); c) Voglio questo risultato, che tutti abbiano un’opinione
(proposizione oggettiva volitiva, apposizione di ‘risultato’) ecc.
2. aggettive, che fungono da attributo di un elemento della reggente: si tratta delle proposizioni
relative proprie:
• esempi in italiano: a) “I soldati, che ormai erano sfiniti, crollarono”: la frase funziona come
un attributo, potrebbe essere sostituita dal solo ‘sfiniti’; b) L’opinione che hai espresso è
infondata (la relativa funziona come un aggettivo in posizione attributiva); ecc.
• Una trattazione sistematica delle proposizioni relative proprie si trova nell’unità 20 del
DMR (II vol.).
3. circostanziali o avverbiali, che hanno nel periodo la funzione dei complementi (o espansioni)
indiretti che designano circostanze specifiche riguardo l’azione o la situazione descritte dalla
reggente (fine, tempo, causa, ipotesi, conseguenza, concessione, …) e generalmente non sono
sintatticamente necessarie al completamento del senso base della reggente:
• Esempi in italiano: “I soldati, che ormai erano sfiniti, credevano che avrebbero dovuto
combattere molto, se volevano vincere, quando fossero giunti sul campo di battaglia,
nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, così che fecero uno sforzo strenuo per
non cedere alla fatica”.
• Si analizzi la frase: “I soldati, /che ormai erano sfiniti, / credevano / che avrebbero dovuto
combattere molto, / se volevano vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/
nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo /
per non cedere alla fatica”: la reggente di tutto il periodo, cioè la principale, è la frase
sottolineata; l’unica subordinata NECESSARIA dal punto di vista sintattico è l’oggettiva, in
corsivo, senza la quale il periodo sarebbe incompleto, perché mancherebbe l’oggetto, che è
necessario (facciamo la prova: “I soldati, /che ormai erano sfiniti, / credevano, / se volevano
vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/ nonostante che i nemici fossero
fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo / per non cedere alla fatica”:
‘credevano’ cosa???
• Togliamo adesso tutte le altre frasi compresa la relativa: “I soldati credevano che avrebbero
dovuto combattere molto”: mancano tutte le circostanze, ma il senso base c’è e
sintatticamente la frase è completa.
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•
66
Ora analizziamo le varie circostanze e procediamo all’analisi del periodo:
1) ANALISI CON SCHEMA AD ALBERO (per visualizzare le dipendenze):
GRAD
O:
I soldati
…
credevano (= principale)
0
I
II
III
che
ormai che avrebbero dovuto combattere molto (= subordinata completiva
erano sfiniti oggettiva di I grado)
(= relativa
di I grado)
nonostante
se volevano quando fossero che i nemici
vincere
giunti
sul fossero fiaccati
campo
di dall’inverno
(=
battaglia
circostanzial
(=
e ipotetica di (=
circostanziale
II grado)
circostanziale
concessiva di
temporale di II II grado)
grado)
così che fecero uno
sforzo strenuo
(= circostanziale
consecutiva di II
grado)
per non cedere alla
fatica
(= circostanziale finale
di III grado)
-
-
2) ANALISI IN SEQUENZA:
I soldati … credevano = principale
che (=i quali, qui in funzione di soggetto: lat. “qui”) ormai erano sfiniti = proposizione
secondaria relativa (aggettiva) di I grado
che (congiunzione: in latino il “che” che introduce questo tipo di proposizione non si traduce,
ma, come si vedrà, sarà riconoscibile attraverso altri indicatori) avrebbero dovuto combattere
molto = proposizione secondaria (completiva) oggettiva di I grado
se (lat. “si”) volevano vincere = proposizione secondaria (circostanziale) ipotetica di II grado
quando (lat. “cum”) fossero giunti sul campo di battaglia = proposizione secondaria
(circostanziale) temporale di II grado
nonostante che (lat. “etsi” o “tametsi” o “quamquam”) i nemici fossero fiaccati dall’inverno
= proposizione secondaria (circostanziale) concessiva di II grado
così che (lat. “[sic/ita] ut”) fecero uno sforzo strenuo = proposizione secondaria
(circostanziale) consecutiva di II grado
per non (lat. “ne”) cedere alla fatica = proposizione secondaria (circostanziale) finale di III
grado.
• Una trattazione sistematica delle proposizioni circostanziali o avverbiali e delle relative
avverbiali si trova nelle unità 18, 19 e 20 del DMR (II vol.).
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
67
Esercizio: riconosci e classifica i tipi di proposizione secondaria (aggettive, completive,
circostanziali);
Esempi:
1) Ricaviamo dalle testimonianze antiche che la religione degli antichi Romani era così legata alle
origini indoeuropee che molte divinità, che comunemente conosciamo come romane, sono comuni
ai Greci e ad altri popoli indoeuropei.
2) Gli Ateniesi temevano che un cittadino troppo eminente potesse farsi tiranno e spesso non
esitarono a condannare chi sospettavano.
“Soluzioni”:
1) Ricaviamo dalle testimonianze antiche [PRINCIPALE] / che la religione degli antichi Romani
era così legata alle origini indoeuropee [SUB. I GRADO COMPLETIVA] / che molte divinità (…)
sono comuni ai Greci e ad altri popoli indoeuropei. [SUB. II GRADO CIRCOSTANZIALE:
l’avverbio “così” della sua reggente la anticipa]/ che comunemente conosciamo come romane,
/[SUBORDINATA DI III GRADO AGGETTIVA: il pronome relativo è riferito a “divinità”]
2) Gli Ateniesi temevano [PRINCIPALE] che un cittadino troppo eminente potesse farsi tiranno
[SUBORDINATA DI i GRADO COMPLETIVA] / e spesso non esitarono a condannare colui
[COORDINATA ALLA PRINCIPALE] / che sospettavano [SUBORDINATA DI I GRADO
AGGETTIVA: il pronome “chi” va sciolto in “colui che”, dove “colui è oggetto di “condannare”,
“che” è oggetto di “sospettavano”; “esitarono a condannare” è considerato un unico predicato,
perché “esitare a” è fraseologico].
Frasi da analizzare:
1. Nessuno sa dove stiamo andando. 2. So che le tue intenzioni sono le migliori. 3. Per conoscere le
origini degli Etruschi è necessario studiarne la lingua. 4. È necessario che tutti imparino come
comportarsi in ogni occasione. 5. Ti ordino di uscire immediatamente da qui. 6. Tutti riconoscono
che Tucidide è stato il più grande storico dell’età greca. 7. Anche se non disponiamo di tutte le
fonti, siamo in grado di ricostruire la cultura latina delle origini e comconquistare che è fondata sul
mos maiorum (= usi e costumi degli antenati). 8. Le contese civili turbarono a lungo la tranquillità e
la vita stessa della repubblica, giacché misero in discussione la sopravvivenza delle istituzioni. 9.
Quando avrai appreso i precetti della filosofia, essi ti saranno utili per affrontare le avversità della
vita. 10. Cesare trattenne gli ostaggi nel proprio accampamento, mentre egli stesso marciava con
due legioni contro i nemici.
***
Esercizio sulle perifrastiche:
Analizzare e tradurre le frasi seguenti:
-
Boni amici servandi sunt.
-
Inimicitia vitanda est.
-
Discordia et invidia insidias comparaturae erant.
-
Insidias comparatas vera amicitia vitabit.
-
Amici qui boni sunt servandi sunt.
-
Discordia et invidia, quae mala sunt, vitae beatae adversae sunt.
***
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
68
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
ESERCIZI:
-
Correzione
degli
esercizi
assegnati
nella lezione XII
-
Revisione
degli
ultimi
argomenti salienti attraverso la
correzione in aula di alcuni
esercizi assegnati
-
Sintassi:
participio
in funzione verbale: participio
congiunto e ablativo assoluto
DMR II 279-280
-
Esercizi su participio
e ablativo assoluto
-
Morfologia: infinito perfetto e futuro
DMR p. 295 es.18
(allegato)
-
Morfologia: cenni ai verbi deponenti e semideponenti
DMR I tavole verbali pp. 260269 e II, unità 11,
pp. 280-2
DMR II paragrafo
1 pp. 272-276
V. sopra
Completamento
tutti gli esercizi
XIII
lavoro
individuale
consigliato
revisione
indicati
degli
argomenti -
-
di
68
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
69
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XII:
Correzione dell’esercizio “Riconosci e classifica i tipi di proposizione secondaria (aggettive,
completive, circostanziali)” (pag. 67):
1. Nessuno sa [PRINCIPALE] / dove stiamo andando. [SUBORDINATA COMPLETIVA]
2. So [PRINCIPALE] / che le tue intenzioni sono le migliori. [SUBORDINATA COMPLETIVA]
3. Per conoscere le origini degli Etruschi [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] / è necessario
studiarne la lingua [PRINCIPALE] /.
4. È necessario [PRINCIPALE] / che tutti imparino come comportarsi in ogni occasione.
[SUBORDINATA COMPLETIVA]
5. Ti ordino [PRINCIPALE] / di uscire immediatamente da qui. / [SUBORDINATA
COMPLETIVA]
6. Tutti riconoscono [PRINCIPALE] / che Tucidide è stato il più grande storico dell’età greca.
/[SUBORDINATA COMPLETIVA]
7. Anche se non disponiamo di tutte le fonti, [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] / siamo in
grado di ricostruire la cultura latina delle origini e [siamo in grado di]comprendere [PRINCIPALE
+ COORD. ALLA PRINCIPALE PARZIALMENTE SOTTINTESA] / che è fondata sul mos
maiorum (= usi e costumi degli antenati). / [SUBORDINATA COMPLETIVA]
8. Le contese civili turbarono a lungo la tranquillità e la vita stessa della repubblica,
[PRINCIPALE] / giacché misero in discussione la sopravvivenza delle istituzioni.
[SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE]
9. Quando avrai appreso i precetti della filosofia, [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE]/ essi ti
saranno utili [PRINCIPALE] / per affrontare le avversità della vita. [SUBORDINATA
CIRCOSTANZIALE]
10. Cesare trattenne gli ostaggi nel proprio accampamento, [PRINCIPALE] / mentre egli stesso
marciava con due legioni contro i nemici. [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE]
Correzione DMR I pp. 146-7 n. 1-2-3 (allegati alla lezione XII)
DMR p.146 n.1 (si correggono i primi 5 lemmi di ogni gruppo): I. erano venuti, avevi
ingannato, aveva avvertito, aveva preso, ero giunto…; II. avrai insegnato, sarà caduto, avremo
fatto, avrai lodato, avrò fatto,…; III. aveva dato, avrete chiesto, avranno gettato, avevi visto,
avrai detto,…
DMR p.146 n.2: 1. Publio Crasso da giovane aveva passato l’inverno con la settima legione fra
gli Andi. 2. I Menapii erano vicini al territorio degli Eburoni, difesi da paludi e boschi
ininterrotti; essi soli dalla Gallia non avevano mai mandato ambasciatori a Cesare riguardo la
pace. 3. Gli Elvezi avevano già fatto passare le proprie truppe attraverso il territorio dei
Sèquani ed erano giunti in quello degli Edui. 4. Induziomaro, che aveva deciso di occupare
l’accampamento di Labieno il giorno dopo, di notte fuggì e ricondusse tutte le truppe nel
territorio dei Treviri. 5. Una gran moltitudine di uomini perduti e di banditi era giunta tutta
insieme (convenio > cum + venio) da ogni luogo della Gallia. 6. Al primo scontro i nemici
sono respinti e messi in fuga dall’ala destra, dove la settima legione si era fermata. 7. Il console
Manlio aveva chiuso la via ai nemici. 8. Già la fila ininterrotta di profughi aveva riempito le
strade. 9. Il discorso del console aveva commosso la plebe.
DMR p.147 n.3: Ti ho spedito un resoconto del mio consolato scritto in greco. Se lo avrò
completato (completerò) in latino, te lo manderò. 2. Quando poi avrai distrutto Cartagine, avrai
riportato il trionfo, sarai stato censore e avrai percorso da legato l’Egitto, la Siria, l’Asia e la
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70
Grecia, sarai eletto un’altra volta console pur essendo assente, porterai a termine una guerra
importantissima, abbatterai Numanzia. 3. Novioduno era una città degli Edui posta in una
posizione favorevole presso le rive della Loira (ant. Ligeri). Qua Cesare aveva fatto portare
tutti gli ostaggi della Gallia, il frumento, il denaro dello Stato, e gran parte delle salmerie sue e
dell’esercito, qua aveva mandato un gran numero di cavalli acquistato in Italia e in Spagna. 4.
C’erano inoltre duemila cavalieri. Erano invecchiati tutti nelle numerose guerre ad Alessandria,
avevano riportato sul regno il padre Tolomeo, avevano uscciso i figli di Bibulo, avevano
combattuto la guerra con l’Egitto. 5. Pompeo aveva procurato la più grande quantità di
frumento. Aveva deciso di svernare a Dirrachio, ad Apollonia e in tutte le città sul mare ed
aveva disposto una flotta in ogni litorale.
Correzione es. DMR p. 98 es. 40 e 41 (allegati alla lezione XII)
DMR p. 98 Es. 40: A una donna che ama – un animo che soffre (acc.) – astri splendenti
(nom, acc. Voc.) – con un corpo notevole – agli anziani saggi – di un bambino negligente /
che trascura – acqua abbondante / cje abbonda (acc.) – dei cittadini innocenti – in un volto
pallido
DMR p. 98 Es. 41: 1. Conone era un comandante sia esperto dell’arte militare sia avveduto.
2. Né gli eventi favorevoli esaltano il saggio, né quelli sfavorevoli lo abbattono. 3. Sei una
donna saggia, Nausistrata. 4. Cesare risponde nobilmente agli ambasciatori che chiedono
pace e amicizia. 5. Lucio Domizio mentre fuggiva arretrando1 dall’accampamento sul monte
fu ucciso dai cavalieri. 6. E’ più facile incitare uno che corre che smuovere uno che
languisce. 7. Ti ho rimandato i libri di Alessandro, uomo negligente e poeta non di valore,
ma tuttavia non inutile. 8. Nulla ritengo difficile per chi ama (per uno che ama). 9. Annibale
giunse dal Druenza fino alle Alpi per un cammino soprattutto in pianura, senza entrare in
conflitto con coloro che abitano le contrade dei Galli. 10. Dagli incendi delle fattorie e dei
campi il fumo giunge davanti ai volti, negli occhi; risuonano le orecchie delle grida dei
compagni che piangono, che invocano l’intervento degli dei. 11. Un dio non ferisce coloro
che amano. 12. Si condanna il giudice quando è assolto un colpevole. 13. Annibale volse il
cammino nell’agro Piceno, che abbondava non solo di una quantità di frutti di ogni genere,
ma era ricco di bottino, che i Cartaginesi avidi e bisognosi rubavano a profusione.
Correzione esercizi tratti da Lexis, cit.sulla PERIFRASTICA ATTIVA
Es. 1): eravamo stati sul punto di scrivere – lei sta per vincere – state per giurare (masch.) – egli era
sul punto di parlare – abbiamo avuto intenzione di lodare (masch.) – io (femm.) sto per
scrivere – eravate (masch.) in procinto di avvertire – essi stavano per difendere – egli sarà in
procinto di scrivere – abbiamo avuto (masch.) intenzione di sgridare – voi (masch.) starete
per ascoltare – sto (masch.) per punirti – Avevamo (masch.) intenzione di aiutarvi – esse
avevano avuto intenzione di giungere – tu stavi per giurare (masch.)
Es. 2) Lecturi/ae eratis – venturi/ae erimus – venturi/ae eratis – equitatus fugitura fuit – lecturus/a es
– laudaturi/ae eratis – scripturi/ae esse – victuri/ae eratis – te puniturus/a eram – cras ad /
apud nos venturus/a eris – ad / apud vos venturi/ae eramus
Es. 3) Premessa: le frasi 3, 4 e 5, di cui comunque è fornita la correzione, potranno essere svolte
dagli allievi solo dopo avere studiato i pronomi relativi e la consecutio temporum
dell’indicativo. Traduzione: 1. Quando le api stanno per volar via, sciamano con intensità. 2.
Non ho intenzione di affidarti nessuna informazione riguardo i nostri affari per lettera. [3. La
1
E’ il senso del prefisso re- di refugio.
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vita si divide in tre tempi: ciò che è, ciò che fu e ciò che sarà2. Fra questi ciò che facciamo è
breve, ciò che faremo incerto, ciò che abbiamo compiuto certo. 4. Tutte le cose che verranno
sono incerte: vivi senza attendere. 5. Le cose che dico e che dirò sono note a tutti.] 6. La
sorte mi fa la guerra: non ho intenzione di fare ciò che mi si è ordinato, non accetto il giogo,
anzi me lo scuoto di dosso. 7. Nessuno ha intenzione di prendere le armi, nessuno di
combattere per padroni arroganti. 8. Magone, fratello di Annibale, stava per spedire in Italia
dodicimila fanti, mille e cinquecento cavalieri, venti elefanti, mille talenti d’argento.
Correzione dell’esercizio tratto da Lexis, cit., sulla PERIFRASTICA PASSIVA
Completamenti: 1. pascendum; 2. timenda; 4.vincenda; 6. faciendus; 7. habenda; 9. habendi; 10.
praestanda.
Traduzioni: 1. Bisogna nutrire il bestiame equino [Gli equini devono essere nutriti] preferibilmente
nei prati con erba, nelle stalle e nei recinti con fieno secco. 2. Se volete non temere nulla,
pensate che tutte le cose dono da temere. 4. La giovinezza deve essere vinta con la ragione, non
con la forza. 6. Ma ormai si deve concludere. 7. Tutte le cose che accadono secondo natura
sono da annoverare fra le cose buone. 9. Forti e magnanimi sono da ritenere non coloro che
compiono, ma coloro che respingono un’ingiustizia. 10. Tre cose, secondo un vecchio precetto,
devono essere tenute in considerazione per essere evitate: l’odio, l’invidia, il disprezzo.
Correzione dell’esercizio sulle perifrastiche a pag. 67 di questo materiale:
Analizzare e tradurre le frasi seguenti:
-
Boni amici servandi sunt = I buoni amici devono essere conservati
-
Inimicitia vitanda est = Si deve evitare l’inimicizia.
-
Discordia et invidia insidias comparaturae erant.= La discordia e l’invidia erano in procinto di
procurare insidie.
-
Insidias comparatas vera amicitia vitabit.= Una amicizia autentica eviterà le insidie procurate.
-
Amici qui boni sunt servandi sunt.= Gli amici che sono buoni vanno mantenuti.
-
Discordia et invidia, quae mala sunt, vitae beatae adversae sunt.= La discordia e l’invidia, che
sono mali, sono avverse alla vita felice.
***
2
In questa frase, come nelle frasi n. 4 e 5 la perifrastica è utilizzata per indicare la posteriorità rispetto al presente della
principale. È evidente che, nella frase 3, tradurre “quod futurum est” con “ciò che sta per accadere” non è corretto,
perché, anche se l’idea di posteriorità è mantenuta, dà a questo futuro un’accezione di imminenza che la frase non ha.
Lo stesso dicasi per le due frasi seguenti, in cui cui tuttavia la differenza è meno sensibile: “quae ventura sunt” tradotto
con “che stanno per giungere/accadere” dà anche qui un’accezione di imminenza che la frase non ha, mentre tradurre
“dicturus sum” con “sto per dire” dà in ogni caso la stessa accezione di imminenza che la frase forse non ha, ma risulta
più accettabile.
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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Esercizi su participi e ablativo assoluto:
a. analizzare (i participi sono in grassetto, gli ablativi assoluti sottolineati e tra barre) e tradurre le
seguenti frasi:
1. Cum apes evolaturae sunt, consonant vehementer (Varr.)
2. Omnes deos publicos privatosque, Quirites, deserturi estis? (Cic.)
3. Audentes fortuna iuvat (Virg.).
4. Carnutes saepe vexati / datis obsidibus / veniunt in deditionem (da Caes.).
5. Marcius per patentem portam ferox inrupit in urbem / caedeque facta / ignem aedificiis iniecit
(da Liv.).
6. Pompeius paulo ante ex castris fugientes suos conspexerat (da Caes.).
7. / Direpta urbe / ac / magna ex parte incensa, / vix duobus milibus hominum inter incendia
relictis, / traiecto Pado / ad Cremonam Galli pergunt (Liv.).
8. Iniquum est conlapsis manum non porrigere (Sen.).
9. / Hannibale imperatore / saepe Carthaginenses Romanos vicerunt.
10. / Laborantibus nostris / Caesar equites Germanos submittit (Caes.).
--------b. analizzare (i participi sono in grassetto, gli ablativi assoluti sottolineati) e tradurre il seguente
testo:
“Successi di Annibale dopo la battaglia di Canne” (rielaborazione da Cornelio Nepote)
Hac pugna pugnata, Hannibal Romam profectus est nullo resistente. In propinquis urbi montibus
moratus est. Postquam [is] aliquot dies ibi castra habuit et Capuam revertit, Q. Fabius Maximus,
dictator Romanus, in agro Falerno ei se obiecit. Hic (1) clausus locorum angustiis noctu sine ullo
detrimento exercitus se expedivit Fabioque, callidissimo imperatori, dedit verba (2). Namque
obducta nocte sarmenta in cornibus iuvencorum deligata incendit eiusque generis multitudinem
magna dispalatam immisit. Terrore exercitui Romanorum iniecto, nemo egredi extra vallum ausus
est. Hanc post rem gestam non ita multis diebus M. Minucium Rufum, magistrum equitum, dolo
productum in proelium fugavit.
(1) avv. di luogo: ‘qui’
(2) verba dare + dativo della persona = ‘ingannare qualcuno’
(3) non ita multis diebus (compl. di tempo in abl.; ita, dopo avv. o aggettivo, significa ‘tanto’)=
‘non troppi giorni dopo’
***
72
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
XIV
lavoro
individuale
consigliato
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
-
73
Esercizi su participi, ablativo
assoluto,
perifrastiche,
infinito
ESERCIZI:
-
Correzione
degli
esercizi
assegnati
nella lezione XIII
-
Esercizi di rinforzo
su participi, ablativo
assoluto,
perifrastiche, infinito
-
Morfologia: revisione dell’ infinito perfetto e futuro
attivi e passivi
DMR I tavole verbali pp. 260269 e II, unità 11,
pp. 280-2
Correzione
dell’
DMR p. 295 es.18
(allegato alla lezione
XIII)
-
revisione
indicati
V. sopra
Completamento
tutti gli esercizi
degli
argomenti -
-
di
73
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI
ASSEGNATI NELLA LEZIONE XIII:
SU
74
PARTICIPIO
E
ABLATIVO
ASSOLUTO
Participio e ablativo assoluto, es. a: 1. Quando le api stanno per volare, ronzano
intensamente. 2. Quiriti, avete intenzione di abbandonare tutti gli dei dello stato e della
famiglia? 3. La sorte aiuta coloro che osano. 4. I Carnuti, spesso vessati, dopo aver
consegnato gli ostaggi (lett.: essendo stati consegnato gli o.), si arrendono. 5. Errata
corrige: iniecit, non inecit: Marzio irruppe intrepido nella città attraverso la porta aperta e
dopo aver fatto una strage diede fuoco agli edifici. 6. Pompeo poco prima aveva visto i suoi
che fuggivano dall’accampamento. 7. Saccheggiata la città ed incendiatane una gran parte,
lasciati tra le fiamme a mala pena duemila uomini, traversato il Po, i Galli si dirigono verso
Cremona. 8. E’ iniquo non porgere la mano a coloro che sono caduti in rovina. 9. Sotto il
comando di Annibale [lett. ‘Annibale essendo comandante’] spesso i Cartaginesi vinsero i
Romani. 10. Con gli sforzi dei nostri [lett. ‘Sforzandosi i nostri’] Cesare sottomette i
cavalieri germani.
Participio e ablativo assoluto, es. b: “Successi di Annibale dopo la battaglia di Canne”
Combattuta questa battaglia, Annibale partì per Roma senza incontrare alcuna resistenza
[lett. ’non resistendogli nessuno’]. Si fermò sui monti vicini alla città. Dopo che si fu
accampato alcuni giorni lì e fu tornato a Capua, gli si oppose nell’agro Falerno Quinto Fabio
Massimo, dittatore romano. Pur trovandosi chiuso qui da strettoie, si tolse d’impaccio di
notte senza alcuna perdita dell’esercito e ingannò Fabio, comandante astutissimo. Infatti,
calata la notte, fece incendiare dei rami legati alle corna di giovenchi e spinse contro di lui
una moltitudine di queste bestie [lett. di tale razza] che procedeva in modo disordinato.
Infuso il terrore nell’esercito romano, nessuno osò uscire fuori dai ripari. Dopo aver
compiuto tale impresa, non troppi giorni dopo mise in fuga Mario Minucio Rufo, capo della
cavalleria, fatto uscire in combattimento con l’inganno.
Nota: lo stile del latino (posizione dei sintagmi, costruzione delle frasi) lascia molto a
desiderare, ma questo non è imputabile solo allo stile non eccellente di C. Nepote, bensì
anche alla rielaborazione che, toccando il meno possibile il testo latino, ha certo prodotto
iuncturae modeste (ad es. alla riga 3 exercitus, se inteso come genitivo, sarebbe stato meglio
tra ullo e detrimento; d’altra parte se lo si intende come nominativo soggetto di se expedivit
non torna che sia anche soggetto di dedit verba, azione da attribuire ad Annibale e non
all’esercito; inoltre la posizione di locorum angustiis può fare intendere che sia in
dipendenza da se expedivit piuttosto che da clausus, che però resterebbe senza un
completamento; eccetera).
Correzione DMR p. 295 es.18 (infinito)
essere trovato, aver chiamato, stare per udire (m. pl.), stare per essere udito/a/i/e, essere giunto/a/i/e,
essere stata distrutta, stare per essere chiamato/a/i/e, essere restituito/a/i/e, aver udito, stare per
scrivere (f. sing.), chiamare, aver scritto, essere stati/e ascoltati/e (n. pl.), stare per essere
scritto/a/i/e, aver trovato, aver distrutto, stare per fuggire (m./n. sing.), aver detto, esser stati
chiamati (m. pl.), essere stata scritta, essere scritto/a/i/e, essere distrutto/a/i/e, essere stati restituiti
(m. pl.), stare per giungere (m. pl.), essere stato condotto (m./n. sing.), essere fuggito/a/i/e, essere
condotto, stare per restituire (m. pl.), essere ascoltato/a/i/e, aver restituito, stare per distruggere
(m./n. sing.).
***
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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75
Esercizi di rinforzo su participi, ablativo assoluto, perifrastiche, infinito: individuare queste
forme nelle frasi seguenti, riconoscere i verbi deponenti , quindi tradurre
1) Terra nos nascentes excipit, natos alit, semelque editos sustinet semper; novissime (da ultimo)
gremio complectitur (Plin.).
2) Saepe impetravit veniam confessus reus (Phaedr.).
3) Anus iacere vidit epotam amphoram (Phaedr.).
4) Dic mihi dormituro: “potes (=potresti) non expergisci”; dic experrecto: “potes non dormire
amplius”. Dic exeunti: “Potes non reverti”; dic redeunti: “potes non exire” (Sen.).
5) Conscientia bene actae vitae iucundissima est. (Cic.)
6) Romam profecturi eramus.
7) Scripturus eram tibi, cum tu venisti.
8) Cum milites pugnaturi erant, dux eos (=acc. Masch pl. Di is, ea, id) ad virtutem hortatus est.
9) Ave, Caesar, morituri te salutant.
10) Mendaci homini ne verum quidem dicenti credere solemus (Cic.).
11) Senones Galli moltitudine ingenti ad Clusium venerunt, legionem Romanorum castraque
oppugnaturi.
12) Galli, re per exploratores cognita, obsidionem relinquunt (Caes.).
13) Praefecto vulnerato, non dubitant (dubito + infinito = esitare a) nostri resistere (=far fronte
indietro) et conversis equis hostem pellere.(Caes.).
14) Viri sapientes laudandi sunt.
15) Dolores fortiter ferendi sunt.
16) Hoc iter celeriter faciendum erat.
17) Ante ad mortem quam ad vitam praeparandi sumus (Sen.)
18) Libros de contemnenda morte multi scripserunt.
19) Iniuriis ferendis fortior fies.
20) In capiendo consilio te socium volo.
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CORREZIONE DELL’ESERCIZIO:
a) individuazione delle forme (sottolineate);
b) riconoscimento dei deponenti (grassetto)
c) traduzione
1) Terra nos nascentes (= part. pres. acc. pl.) excipit, natos (= part. perf. acc. pl.) alit, semelque
editos (= part. perf. acc. pl.) sustinet semper; novissime (= da ultimo) gremio complectitur (Plin.).
(deponenti: nascor; complector)
La terra ci accoglie quando nasciamo, una volta nati ci nutre, e generati una sola volta ci sostiene
sempre; da ultimo ci accoglie nel proprio grembo.
2) Saepe impetravit veniam confessus (= part. perf. nom. sing.) reus (Phaedr.). (deponenti:
confiteor).
Spesso un reo confesso (= che ha confessato) ha ottenuto il perdono.
3) Anus iacere (= inf. pres. att.) vidit epotam (= part. perf. acc. sing.) amphoram (Phaedr.).
Una vecchia vide giacere (= a terra)un’anfora svuotata
4) Dic mihi dormituro (= part. fut. dat. sing.): “potes (= potresti) non expergisci (= inf. pres. att.)”;
dic experrecto (= part. perf. dat. sing.): “potes non dormire (= inf. pres. att.) amplius”. Dic exeunti
(= part. pres. dat. sing.): “potes non reverti (= inf. pres. att.)”; dic redeunti (= part. pres. dat. sing.):
“potes non exire (= inf. pres. att.) ” (Sen.). (deponenti: expergiscor; revertor)
Dimmi quando sto per dormire: “potresti non risvegliarti”; dimmi quando mi sono svegliato:
“potresti non riaddormentarti più”. Dimmi quando esco: “potresti non tornare”; dimmi quando
torno: “potresti non uscire più”.
5) Conscientia bene actae (= part. perf. gen. sing.) vitae iucundissima est. (Cic.)
La coscienza di una vita bene vissuta è molto lieta.
6) Romam profecturi eramus. (= perifrastica attiva) (proficiscor)
Stavamo per partire per Roma.
7) Scripturus eram (= perifrastica attiva) tibi, cum tu venisti. (cum + indicativo = quando)
Stavo per scriverti, quando sei arrivato.
8) Cum milites pugnaturi erant (= perifrastica attiva), dux eos (= acc. masch pl. di is, ea, id) ad
virtutem hortatus est.
Quando i soldati stavano per combattere, il comandante li esortò al valore.
9) Ave, Caesar, morituri (= part. fut. nom. pl.) te salutant.
Ave, Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano.
10) Mendaci homini ne verum quidem dicenti (= part. pres. dat. sing.) credere solemus (Cic.).
A un uomo bugiardo neppure quando dice la verità siamo soliti credere.
11) Senones Galli moltitudine ingenti ad Clusium venerunt, legionem Romanorum castraque
oppugnaturi. (= part. fut. nom. pl con valore finale.)
I Galli Senoni con un’ingente esercito giunsero a Clusio, per assediare la legione e
l’accampamento romani.
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12) Galli, re per exploratores cognita, obsidionem relinquunt (Caes.). (re cognita = abl. ass.)
I Galli, saputa la notizia (la cosa) tramite gli esploratori, abbandonano l’assedio.
13) Praefecto vulnerato, non dubitant (dubito + infinito = esitare a) nostri resistere (= inf. pres.
attivo) et conversis equis hostem pellere (= inf. pres. attivo. (Caes.). (Praefecto vulnerato = abl.
ass.) (conversis equis = abl ass.)
Ferito il prefetto, i nostri non esitano a far fronte indietro e, voltati i cavalli (dopo aver voltato…),
a respingere il nemico. Letteralmente, conversis è passivo, per cui “essendo stati voltati i cavalli”,
ma in italiano questa forma è sgradita.
14) Viri sapientes laudandi sunt. (= perifrastica passiva)
Gli uomini saggi devono essere lodati / sono da lodare:
15) Dolores fortiter ferendi sunt. (= perifrastica passiva)
I dolori sono da sopportare / devono essere sopportati con forza.
16) Hoc iter celeriter faciendum erat. (= perifrastica passiva)
Questo viaggio era da fare / doveva essere fatto celermente.
17) Ante ad mortem quam ad vitam praeparandi sumus (Sen.) (= perifrastica passiva)
Dobbiamo prepararci prima alla morte che alla vita.(al passivo preparo, come molti altri verbi, può
assumere valore riflessivo)
18) Libros de contemnenda (= gerundivo, abl. sing.) morte multi scripserunt.
Molti hanno scritto libri sul disprezzo della morte (lett. sulla morte da disprezzare, espressione non
accettabile in italiano)
19) Iniuriis ferendis (= gerundivo, abl. pl.) fortior fies.
Sopportando le ingiustizie diverrai più forte.
(lett con le ingiustizie da sopportare, espressione non accettabile in italiano)
20) In capiendo (= gerundivo, abl. sing.) consilio te socium volo.
Nel prendere una decisione ti voglio come alleato. (lett. nella decisione da prendere)
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LEZIONE N.
XV
78
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
ESERCIZI:
-
Sintassi:
infinitive
-
V.
sotto SCHEDA SULLE
INFINITIVE
ESERCIZI a) e b)
SULLE INFINITIVE
-
Morfologia:
sistema
del supino: forme passive del
perfectum
DMR 8 pp. 171-2 -
DMR p. 192 es. 1-2
(allegati): dell’es. 2
solo le frasi segnate
revisione
indicati
V. sopra
Completamento
tutti gli esercizi
lavoro
individuale
consigliato
completive/1:
degli
argomenti -
-
di
78
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79
PROPOSIZIONI SUBORDINATE COMPLETIVE /1: INFINITIVE
1) PREMESSA:
Rivediamo la definizione generale:
Le proposizioni subordinate completive (o sostantive) hanno nel periodo la funzione di un
complemento necessario (oggi si parla preferibilmente di espansione necessaria), e cioè di
soggetto, oggetto, apposizione;
• A) esempi in italiano di completiva con valore di soggetto (proposizioni soggettive): a) E’
certo che sei in errore (proposizione soggettiva tout court); b) Non ci si chiede abbastanza
perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione soggettiva interrogativa
indiretta); c) Si vuole che tutti abbiano un’opinione (proposizione soggettiva volitiva) ecc.
• B) esempi in italiano di completiva con valore di oggetto (proposizioni oggettive): a)
Credo che tu sia in errore (proposizione oggettiva tout court); b) Ti chiedo perché sia tanto
importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indiretta); c) Voglio che
tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva) ecc.
• C) esempi in italiano di completiva con valore di apposizione (proposizioni epesegetiche):
a) Credo questo, che tu sia in errore (apposizione del pronome ‘questo’ ); b) Ti chiedo ciò,
perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indirett,
apposizione di ‘ciò’); c) Voglio questo risultato, che tutti abbiano un’opinione
(proposizione oggettiva volitiva, apposizione di ‘risultato’) ecc.
Rivediamo anche l’esempio:
“I soldati, che ormai erano sfiniti, credevano che avrebbero dovuto combattere molto, se volevano
vincere, quando fossero giunti sul campo di battaglia, nonostante che i nemici fossero fiaccati
dall’inverno, così che fecero uno sforzo strenuo per non cedere alla fatica”:
• Proviamo a togliere la proposizione “che avrebbero dovuto combattere molto”, che costituisce
l’oggetto di “credevano”: “I soldati, / che ormai erano sfiniti, / credevano, / se volevano
vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/ nonostante che i nemici fossero
fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo / per non cedere alla fatica”:
‘credevano’ cosa??? La frase risulta incompleta dal punto di vista sia sintattico che semantico,
il che dimostra che tale frase, in quanto necessaria, è proprio una completiva (oggettiva nella
fattispecie).
• Come prova ulteriore reintegriamo l’oggettiva ma togliamo tutte le altre proposizioni
secondarie compresa la relativa (aggettiva): “I soldati credevano che avrebbero dovuto
combattere molto”: mancano tutte le circostanze, ma il senso base c’è e sintatticamente la frase
è completa.
2) TIPI DI PROPOSIZIONI COMPLETIVE IN LATINO:
•
•
•
Abbiamo già visto quali sono le tre funzioni delle completive nel periodo: soggetto, oggetto,
apposizione. Le chiamiamo di conseguenza soggettive, oggettive, epesegetiche (o esplicative)
Ora esaminiamone i vari tipi che si presentano in latino: esse vanno distinte in
completive che hanno SOLO la funzione di soggetto/oggetto/apposizione della loro
reggente e che in latino si presentano all’infinito (v. sotto punto 3 e DMR pp. 447-8);
completive che a questa funzione aggiungono ne aggiungono un’altra (esprimere una
domanda, un dubbio, un timore, una volontà, un evento,…) (v. DMR unità 17 pp. 447 ss).
Cominciamo con l’occuparci delle proposizioni all’infinito.
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3) LE PROPOSIZIONI INFINITIVE
3.1) COSTRUZIONE
•
•
Partiamo da un semplice esempio in italiano per poi rivederlo subito in latino: “Credo che tu sia
buono” è così analizzabile:
“Credo” = proposizione principale: tale predicato chiede, come è intuibile un oggetto,
rappresentato dalla frase “che tu sia buono” = proposizione subordinata completiva oggettiva
Vediamo ora lo stesso esempio in latino:
Credo te esse bonum
Credo = principale; “credo” è transitivo”, di conseguenza cercherò un oggetto, domandandomi
“Cosa “credo”?
La risposta sarà che quel che “credo” è “te esse bonum” (che è dunque il suo oggetto, tanto più che
è tutto in accusativo, e poiché è una frase la chiamerò oggettiva). Per cui:
Credo = principale
te esse bonum = oggettiva (I grado) = “Credo / che tu sia buono”
Ora osserviamo meglio come è fatta l’infinitiva, che posso interpretare in due modi:
a) il predicato nominale esse bonum è all’infinito, il suo soggetto è te, in accusativo: dunque,
soggetto in accusativo, predicato all’infinito, ogni elemento riferito al soggetto (attributi,
apposizioni, parti nominali del predicato) in accusativo: questa costruzione è nota anche con
il nome ACCUSATIVO PIÙ INFINITO
b) posso però interpretare la frase anche così: Credo = predicato verbale; ego = soggetto
sottinteso; te= oggetto; esse bonum = compl. predicativo dell’oggetto (e l’origine del
costrutto deve essere stata proprio questa).
• Verifichiamo con un altro esempio:
Milites animosos fuisse Caesar putat.
Prima di tutto vedo che ci sono due predicati e dunque devono esserci due proposizioni, che divido:
Milites animosos fuisse / Caesar putat.
La principale non può che essere Caesar putat (“Cesare ritiene”) perché ‘si regge’ da sola. L’altra
proposizione è all’infinito con l’accusativo.
Dunque, “Cesare ritiene”. Cosa ritiene? Logicamente, che Milites animosos fuisse = “i soldati
essere stati coraggiosi”.
Ricapitoliamo: “Cesare ritiene i soldati essere stati coraggiosi”, cioè “Cesare ritiene che i soldati
siano stati coraggiosi”. In italiano l’infinitiva è desueta ormai da secoli e si traduce con la
congiunzione “che” + indicativo o congiuntivo (a seconda del verbo della reggente) oppure con la
congiunzione “di” + infinito se il suo soggetto è lo stesso della reggente (es. Credo me esse bonum
= ‘credo di essere buono’ e non ‘credo che io sia buono’).
Procediamo all’analisi di Milites animosos fuisse Caesar putat.
a) Caesar putat = principale; Milites animosos fuisse = oggettiva di I grado;
80
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oppure
b) Caesar = soggetto; putat = pred. verb.; milites =compl. oggetto; animosos fuisse = compl.
predicativo dell’oggetto.
FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE OGGETTIVE.
•
Ora posso vedere le stesse infinitive in funzione di soggetto:
Esempio 1: Constat / te esse bonum, dove constat significa “risulta, è chiaro”. Che cosa risulta,
che cosa è chiaro? Qual è insomma il soggetto di constat? Naturalmente, te esse bonum. Per cui:
Constat = principale: “Risulta”
te esse bonum = soggettiva di I grado (dove te è il soggetto dell’infinitiva, esse bonum il predicato
nominale)
Traduzione: “Risulta che sei buono”.
Esempio 2: Milites animosos fuisse / constabat. Per lo stesso procedimento, arriverò a: “Risultava
che i soldati fossero stati coraggiosi”, avendo capito che il soggetto di constabat è l’intera frase
infinitiva, che dunque è una soggettiva.
FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE SOGGETTIVE.
•
A questo punto non sarà difficile usare le stesse frasi in funzione di apposizione:
Esempio 1: Hoc credo, te esse bonum, in cui l’infinitiva è apposizione di hoc (=ciò), per cui:
Hoc credo = principale (Hoc = oggetto; credo = p.v.; ego = sogg. Sottinteso);
te esse bonum = infinitiva epesegetica (= in funzione di apposizione) di I grado
Traduzione: “Questo credo, che tu sia buono”
Esempio 2: Id (=Ciò) Caesari constabat, milites animosos fuisse, che tradurrò “Ciò era chiaro a
Cesare, che i soldati erano stati coraggiosi”.
FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE EPESEGETICHE.
*
3.2) LA REGGENTE DELLE INFINITIVE:
N.B. Le completive infinitive dipendono da una reggente che contiene:
• espressioni apparentemente impersonali come nocesse est, constat, licet, piget iustum est
ecc. Le completive che ne dipendono sono soggettive o epesegetiche
• un verbum dicendi, sentiendi, putandi e altri, vale a dire verbi che esprimono dichiarazioni,
opinioni, percezioni, pensieri, ecc. del tipo dico, puto, credo, doleo, animadverto, scio,
….Nerlla traduzione si faccia attenzione che in dipendenza da verbi estimativi / opinativi
l’italiano vuole il congiuntivo , per cui: “Dicevano che eri stato imprudente” ma “Pensavano
che fossi stato imprudente”)
• talora un verbum voluntatis (verbo di volontà) quale volo, iubeo, veto, sino,…
*
81
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3.3) I TEMPI DELLE INFINITIVE: CONSECUTIO TEMPORUM (CORRELAZIONE DEI
TEMPI) DELL’INFINITO
L’infinitiva è sentita in latino come strettamente legata alla sua reggente: pertanto IL SUO TEMPO
è sempre in relazione ad essa; in altre parole, l’infinitiva avrà l’infinito presente se contemporanea
alla sua reggente, avrà l’infinito perfetto se è anteriore ad essa, avrà l’infinito futuro se è posteriore
ad essa:
REGGENTE
QUALSIASI TEMPO
CONTEMPORANEITÀ
INFINITIVA
ANTERIORITÀ
POSTERIORITÀ
(rispetto alla reggente)
infinito presente
(rispetto alla reggente)
infinito perfetto
(rispetto alla reggente)
infinito futuro
In latino la consecutio temporum dell’infinito è assai semplice. Meno semplice è la traduzione,
perché si deve rispettare la consecutio temporum dell’italiano. I tempi variano se la reggente ha un
tempo presente o futuro (si chiamano “tempi principali”) o un tempo passato (“tempi storici”).
Vediamo le due categorie:
•
Esempio con reggente al presente o al futuro (“tempi principali”):
REGGENTE
CONTEMPORANEITÀ
Caesari Ariovistus
dicit / dicet
(rispetto alla reggente)
Gallos tam fortes
quam Romanos esse
INFINITIVA
ANTERIORITÀ
(rispetto alla reggente)
Gallos tam fortes
quam Romanos
fuisse
(infinito presente)
POSTERIORITÀ
(rispetto alla reggente)
Gallos numquam in
deditionem populi
Romani venturos
esse
(infinito perfetto)
Ariovisto dice / dirà a
Cesare
che i Galli sono forti
tanto quanto i Romani
che i Galli sono stati /
furono forti tanto
quanto i Romani
(infinito futuro)
che mai i Galli si
arrenderanno al
popolo romano
(ital.: presente)
(ital.: un tempo
passato)
(italiano: fut. I)
82
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•
83
Esempio con reggente al passato (“tempi storici”):
REGGENTE
INFINITIVA
ANTERIORITÀ
CONTEMPORANEITÀ
Caesari Ariovistus
dixit
(rispetto alla reggente)
Gallos tam fortes
quam Romanos esse
(rispetto alla reggente)
Gallos tam fortes
quam Romanos
fuisse
(infinito presente)
POSTERIORITÀ
(rispetto alla reggente)
Gallos numquam in
deditionem populi
Romani venturos
esse
(infinito perfetto)
Ariovisto disse a
Cesare
che i Galli erano forti
tanto quanto i Romani
che i Galli erano stati
forti tanto quanto i
Romani
(infinito futuro)
che mai i Galli si
sarebbero arresi al
popolo romano
(ital.: imperfetto)
(ital.: un tempo
passato tranne
l’imperfetto che
esprime la
contemporaneità)
(italiano: condizionale
passato)
***
ESERCIZI:
A) Frasi da analizzare e tradurre:
1. Omnes sciunt Athenas esse pulchram urbem.
2. Sperabamus vos beatos victuros esse.
3. Tacitus, clarus historiarum scriptor, adfirmavit Germanos patientes fuisse inediae et laboris.
4. Necesse est semper firmum esse sapientem.
5. Caelium oratorem fuisse facundum constabat.
6. Aristippum philosophum numquam risisse dicunt.
7. Tulliae verba sincera fuisse putavimus.
8. Tulliae verba sincera esse putavimus.
9. Tulliae verba sincera futura esse/fore putavimus.
10. Tulliae verba sincera esse putabimus.
11. Tulliae verba sincera fuisse putabimus.
12. Tulliae verba sincera fore /futura esse putabimus.
13. Tulliae verba sincera fuisse putamus.
14. Tulliae verba sincera fore /futura esse putamus.
15. Tulliae verba sincera esse putamus.
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B) Brano da analizzare e tradurre:
“Le imprese di Alessandro il Macedone”
De vita factisque Alexandri Magni semper disputaverunt historiae scriptores. Alii (=alcuni) dicunt
eum (0) insano gloriae caedisque studio (1) per Asiam cucurrisse; affirmant alii (=altri) Alexandrum non solum Persas superare habuisse in animo, sed etiam Europam cum Asia pace longa
coniungere.
Primo certe, in Asiam copias suas ducens, nihil aliud optabat quam (2) Darium e regno expellere et
Persas, Graecis semper inimicos, vi et armis diripere; sed, post victoriam apud Gaugamelam,
consilium novum habuit: cum rex Persarum fuit, Graecos barbarosque in unam gentem contrahere.
Tradunt Alexandrum multa oppida condidisse, quorum (3) incolae linguam Graecam Graecosque
mores habebant, et Macedonibus suis foeminas Persarum uxores imposuisse; [tradunt] ipsum (4)
uxorem Persicam duxisse (5), Persicam vestem induisse, provinciis imperii sui et Persas et Graecos
praefecisse.
(0) eum = acc. masch. sing. di is, ea, id= ‘egli, ella, ciò’
(1) studium = cupiditas
(2) nihil aliud quam = ‘nient'altro che’
(3) quorum = gen. plur. masch. o neutro del pronome relativo qui, quae, quod = ‘il quale, la quale,
la qual cosa’
(4) ipsum = acc. masch. o neutro sing. del pronome e aggettivo ipse, ipsa, ipsum = ‘stesso/a’: qui
vale ‘egli stesso’
(5) uxorem ducere = sposare, prender moglie
1) Rispondere alle seguenti domande:
a) Chi parla di Alessandro e cosa dice di lui nel primo paragrafo?
b) Quali erano i progetti di Alessandro prima della vittoria di Gaugamela?
c) Dopo tale vittoria, quali sentimenti nutrì verso i Persiani e a cosa obbligò i Macedoni?
d) ci sono delle infinitive? se sì, elencarle, farne l'analisi (indicando la reggente, il rapporto di
tempo con questa, il soggetto dell'infinitiva);
e) che complemento è studio alla riga 2?
2) Tradurre.
***
84
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
XVI
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TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
ESERCIZI:
-
Sintassi:
revisione
completive/1: infinitive
delle -
V.
SCHEDA SULLE
INFINITIVE
(allegata
alla
lezione XV)
CORREZIONE
ESERCIZI a) e b)
SULLE INFINITIVE
(allegati alla lezione
XV)
-
morfologia:
gradi dell’aggettivo e dell’avverbio
DMR 7 pp. 138- 145
-
Sintassi: complementi
paragone e di limitazione
DMR pp. 147-153
nn. 5, 6, 7, 8, (fac. 9,
10) 12, 13, 14 (fac.
15, 17, 18, 20, 21),
23, 25, 26. (allegati)
-
Morfologia:
sistema
del supino: revisione delle forme
passive del perfectum
DMR 8 pp. 171-2 -
Correzione degli es.
p. 192 1-2 DMR
DMR p. 147 n.3
(allegato)
lavoro
individuale consigliato
di
-
revisione
-
v. sopra
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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CORREZIONE ESERCIZI a) e b) SULLE INFINITIVE (allegati alla lezione XIV)
Esercizio A) sulle completive infinitive:
1. Tutti sanno che Atene è una bella città. 2. Speravamo che voi avreste vinto felici. 3. Tacito,
famoso storico, affermò che i Germani furono capaci di sopportare la fame la fatica. 4. E’
necessario che il saggio sia sempre saldo. 5. Era noto che l’oratore Celio fu eloquente. 6. Dicono
che il filosofo Aristippo non avesse mai riso. 7. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di
Tullia fossero state (siano state) sincere. 8. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di Tullia
fossero sincere. 9. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di Tullia sarebbero state sincere. 10.
Crederemo che le parole di Tullia siano sincere. 11. Crederemo che le parole di Tullia fossero/siano
state sincere. 12. Crederemo che le parole di Tullia saranno sincere. 13. Crediamo che le parole di
Tullia siano state sincere 14. Crediamo che le parole di Tullia saranno sincere. 15. Crediamo che le
parole di Tullia siano sincere.
Esercizio B) sulle completive infinitive:
“Le imprese di Alessandro Magno”
Sempre gli storici hanno discusso sulla vita e le imprese di Alessandro Magno. Alcuni dicono che
egli sia corso in lungo e in largo per l’Asia per un insano desiderio di (ottenere) gloria e di (far)
strage (1); altri affermano che Alessandro non solo ebbe in animo di superare i Persiani, ma anche
di unire in una pace duratura l’Europa con l’Asia.
In un primo tempo certamente, guidando le sue truppe in Asia, non desiderava nient’altro che
cacciare Dario dal regno (persiano) e saccheggiare con la violenza delle armi (N.B. l’endiadi) il
territorio dei Persiani (2), da sempre nemici dei Greci; ma, dopo la vittoria presso Gaugamela, nutrì
un nuovo progetto: quando fu re dei Persiani, amalgamare in un solo popolo greci e barbari.
Tramandano che Alessandro fondò molte città, i cui abitanti (=gli abitanti delle quali) parlavano
la lingua greca e avevano usi e costumi greci, e che impose ai suoi Macedoni di sposare donne
persiane; [tramandano] che egli in persona sposò una donna persiana, vestì abiti di foggia persiana e
mise a capo delle provincie del suo impero sia Persiani sia Greci.
NOTE:
(1) i verbi tra parentesi possono essere integrati o no: è un esempio della sinteticità della lingua
latina;
(2) alla lettera “i Persiani”, secondo un uso frequentissimo in latino.
***
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CORREZIONE DEGLI ESERCIZI sulle forme passive del perfectum:
Correzione esercizi DMR p. 192 (forme passive del perfectum):
Es. 1. p. 192 (prime 10 forme): con l’avvertenza preliminare che il perfetto latino si rende
in italiano, a seconda dei casi, o con il passato remoto o con il passato prossimo o con il
trapassato remoto – ad es. la prima forma dell’esercizio victus es può essere tradotta ‘fosti /
sei stato / fosti stato vinto’ – si sceglie per la correzione il passato remoto:
fosti vinto, fui avvertita, fummo costretti, fui lodato, eravamo stati avvertiti, sarà stato
costretto, fummo lodati, era stato vinto, saranno stati avvertiti,…
Es. 2. p. 192:
1) La cavalleria nemica (dei nemici) fu vista da lontano. 2) All’alba sia tutti i nostri erano
stati portati di là sia si distingueva l’esercito schierato dei nemici. 3) Le province erano state
prorogate ai consoli già per un anno ( Il comando delle province era già stato prorogato
…). 5) Con la guerra di Annibale le forse della colonia erano state fiaccate. 8) Si combatté a
lungo ed aspramente con esito incerto. 9) A Vercingetorige furono trasmessi sia la sovranità
sia il comando militare (= A V. fu trasmesso il comando supremo sia politico sia
militare).10) Dopo che si giunse a Samo, Emilio convocò un consiglio. 11) Perseo ricevette
il regno e fu chiamato re da senato. 12) A te è stata concessa la somma pace, la somma
tranquillità. 13) Attraverso l’inganno e il tradimento è stata quasi perduta la libertà. 14)
Subito al primo attacco i nemici sono stati respinti (pulsi = pulsi sunt, con sunt sottinteso).
15) Ormai sia era trascorsa la maggior parte dell’anno sia erano state aggiunte due tavole di
leggi alle dieci tavole dell’anno precedente. 16) Vinti definitivamente i Volsci il territorio di
Velletri fu aggiunto (adiectus= adiectus est, sottinteso est). A Velletri furono mandati coloni
da Roma e fu fondata una colonia. (sempre sottintese le voci del verbo sum).
***
87
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LEZIONE N.
XVII
88
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
- Revisione
dei
gradi dell’aggettivo e dell’avverbio
v. lezione XVI
- revisione delle infinitive
v. lezione XV
-
- Morfologia: ripresa dei
pronomi ed aggettivi personali,
possessivi e del riflessivo; i
pronomi ed aggettivi
dimostrativi e determinativi
lavoro
individuale
consigliato
revisione generale
ESERCIZI:
-
Esercizi di rinforzo
sulle infinitive (v.
sotto)
DMR I unità 8 pp. 172 -8
DMR I pp. 193-4 n. 4
(frasi 1, 7, 8, 12, 17,
20, 22), n. 6 (frasi 1,
2, 3, 4, 6, 7, 10), 8;
DMR I pp. 195 es.
12 (tranne le frasi 9 e
14); DMR p. 196 nn.
15, 16, 17 (frasi 1/5)
(v. ALLEGATI)
-
completamento e/o
rifacimento
degli
esercizi
***
88
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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89
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI sui gradi dell’aggettivo e dell’avverbio:
Correzione DMR pp. 147-153 es. 5, 6, 7, 8, 12, 13, 14, 23, 25, 26, esclusi gli esercizi facoltativi
(gradi dell’aggettivo e dell’avverbio):
DMR p. 147 n. 5 (si danno le prime 5 forme): crudelis,-e; utilis,-e; celer,-is,-e; abundans, antis; antiquus,-a,-um…
DMR p. 147 n. 6 (si danno le prime 5 forme): altior, altius; pulchrior, pulchrius; callidior,
callidius; dulcior, dulcius, potentior, potentius; …
DMR p. 148 n. 7 (si danno le prime 5 forme): un servo troppo / alquanto /… / più furbo
(acc.); dei re troppo / piuttosto /…/ più potenti; a/di una ragazza un po’ troppo / alquanto
/…/ più timida oppure le / o ragazze un po’ troppo / alquanto /…/ più timide (nom./voc.); di
una donna un po’ troppo / alquanto /…/ più bella; un / o progetto un po’ troppo / alquanto
/…/ più utile (nom./acc./ voc.); …
DMR p. 148 n. 8 (si dà il primo esempio): a) Gaia tam/sic/ita diligens est quam Paula; b)
Paula tam/sic/ita diligens est quam Gaia (uguaglianza); a) Gaia est minus diligens quam
Paula; b) Paula est minus diligens quam Gaia (minoranza); a) Gaia est diligentior Paula /
quam Paula; b) Paula est diligentior / quam Gaia (maggioranza); …
DMR p. 149 n. 12 (si danno le prime 3 forme): tristis, -e; diligens, -entis; carus,-a,-um;….
DMR p. 149 n. 13 (si danno le prime 3 forme): longissimus,-a,-um; brevissimus,-a,um;amplissimus,-a,-um;…
DMR p. 149 n. 14 (si danno le prime 3 forme, trducendo prima col superlativo assoluto poi
col superlativo relativo - quando ha senso-): con/a/per/… una gravissima malattia oppure
con/a/per/… la più grave malattia (dat./abl.); [o] carissimo/a consorte; un uomo molto turpe
oppure l’uomo più turpe (acc.);…
DMR p. 152 n. 23: 1. Sia quanto al numero sia per il coraggio i Romani erano superiori
[consueto il singolare per il plurale, per metonimia]. 2. Bruto era molto inferiore per numero
di navi. 3. Cesare mise a capo delle coorti Carfuleno, che eccelleva sia per la grandezza
d’animo sia per la profonda conoscenza della guerra. 4. Nella conoscenza e nell’esperienza
della navigazione i Veneti superano gli altri. 5.Corbi era più grande d’età. 6. I frutti di Tivoli
sono inferiori a quelli del Piceno per il sapore; infatti hanno un aspetto più bello. 7. Fra
questi oratori, pur essendo un poco più vecchio, Servio Galba fu senza discussione il
migliore per eloquenza. 8. Dall’accampamento la città fortificata dei Remi, di nome
Bibracte, distava otto miglia. 9. Mai un esercito più esiguo quanto al numero né più illustre
per la fama e l’ammirazione della gente avanzò attraverso la città.
DMR p. 153 n. 25: “Verre ha trafugato anche opere d’arte risparmiate da Scipione”
(Cicerone)
Presso Engio c’è il santuario della Grande Madre: in questo santuario Scipione, un uomo che
eccelleva in ogni cosa, aveva posto corazze ed elmi di bronzo, cesellati in stile corinzio,
grandi brocche in uno stile simile, e vi aveva fatto incidere un’iscrizione con il proprio
nome. Tutte quegli oggetti, giudici, Verre li ha sottratti, e non ha lasciato nulla nel
santissimo tempio tranne le tracce della profanazione del sacro luogo e il nome di Publio
Scipione. Tu solo, Verre, evidentemente, riconosci con la massima abilità le preziose
fattezze del vasellame! Queste cose Scipione, persona dottissima e civilissima, non le
capiva: mentre tu, senza alcuna conoscenza pregevole, senza cultura e civiltà, senza doti
naturali, senza istruzione, tu le capisci e le giudichi!
DMR p. 153 n. 26: “Cicerone compiange la propria sorte e quella della moglie” (Cicerone)
Ho ricevuto da Aristocrito tre lettere, che ho quasi cancellato con le mie lacrime; sono infatti
distrutto dal dolore, Terenzia mia, e le mie disgrazie non mi tormentano più delle tue e
vostre; io però in questo sono più infelice di te, che sei infelicissima, poiché la sventura è
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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comune a entrambi, ma la colpa è solo mia. Era mio dovere o evitare il pericolo, o resistere
con zelo e forze, o cadere coraggiosamente. Nulla fu più meschino, più vergognoso, più
indegno di noi di ciò. Davanti agli occhi si trovano notte e giorno la vostra miseria e
sofferenza e la tua malattia. S’intravvede tuttavia una tenuissima speranza di salvezza; molti
sono nemici, mal disposti quasi tutti. Ma tuttavia fino a quando voi nutrirete una speranza,
non verrò meno.
***
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ESERCIZI DI RINFORZO SULLE INFINITIVE
Esercizio A) Ricapitolazione facilitata: tradurre il seguente testo (le proposizioni infinitive
sono in neretto, con soggetto in accusativo e infinito sottolineati; i participi sono in
maiuscoletto):
“Ulisse cerca di evitare la partenza per la guerra di Troia” (da Igino)
Menelaus et Agamemnon, Atrei filii, Graecorum duces ducebant ad oppidi obdisionem et in
insulam Ithacam ad Ulixem pervenerunt. Oraculum Ulixi olim responderat, si Troiam isset (1), eum
(2) post vicesimum annum solum pauperemque domum remeaturum esse. Is (3) autem sciebat
ad se (4) Graeciae oratores venturos esse: itaque, insaniam SIMULANS, equum ad aratrum cum
bove iunxit et agrum suum arabat. At inter nuntios Palamedes sensit eum simulare: Telemachum
igitur filium eius (5), cunis SUBLATUM, aratro subiecit. Tunc Ulixes constitit et eius fraus detecta
est: is promisit se Troiano bello interfuturum esse (6), at ex illo (7) tempore semper Palamedi
inimicus se ostendit.
NOTE:
(1)
(2)
(3)
(4)
si isset= se si fosse recato (isset= congiuntivo piuccheferfetto di eo,is,i(v)i,itum, ir e= ‘andare’);
eum, che si riferisce a Ulisse, è l’accusativo singolare maschile del pronome is, ea, id = ‘egli, ella, esso’;
is è il nominativo singolare maschile dello stesso pronome: DMR p.176;
se è l’accusativo (o l’ablativo, ma non in questo contesto) del pronome riflessivo sui, sibi, se = ‘egli, ella, esso, sé’:
DMR p.172;
(5) eius è il genitivo singolare di is, ea, id;
(6) infinito futuro di intersum, composto di sum, che significa ‘intervenire, partecipare’;
(7) illo = ablativo singolare masch./neutro di ille, illa, illud = ‘quello, -a’: DMR p. 175
Esercizio B) Tradurre il seguente testo:
“Solone e Pisistrato”
Omnes rerum scriptores tradunt Solonem in magna veneratione apud Athenienses fuisse. Nam
insigni cum prudentia Athenas administraverat, populique postulatu novas leges dederat. Ita civium
discordias composuerat concordiamque restituerat rei publicae: pace Athenae gavisae sunt. Narrant
eum postea urbem reliquisse, in Aegyptum navigavisse et post longa itinera domum remeavisse.
Interim Pisitratus, dives et callidus civis, Athenarum principatum optabat. Solon saepe populum
hortatus erat; saepe Athenienses de occultis Pisistrati consiliis monuerat; Athenienses vero, Solonis
verborum immemores et rerum novarum cupidi, Pisistrato non obstiterunt. Ita Pisistratus paucis
cum sociis dolo arcem occupavit tyrannidemque instituit. Dicunt historici eum princepem tamen
sapientem fuisse: Athenas magnificis aedificiis ornavit multaque templa e marmore aedificavit;
praeterea, Pisistrati ductu, agricultura et industria et mercatura summopere viguerunt. Peste tandem
occubuit urbisque principatum filiis reliquit.
ESERCIZIO DI RICAPITOLAZIONE SUI VERBI:
Esercizio C) Analizzare e tradurre le seguenti forme:
diligentes fuistis; diligens es! diligens es; domi ero; domi eram; este incolumes; spero te incolumem
fore; mihi multi amici sunt; gaudeo te incolumem fuisse; iussit milites obsidionem facturos esse;
dixerunt milites fortes esse; dixerunt milites fortes fuisse; erunt; erant; fuerat; aberam, afueram;
abesse; afuisse; adfuero; adero; adfuturus esse; suberant; fuerant sub; superesse; profuisse; prodest;
prosunt; prodeste! profutura querimus; potes, potero; poteras; potuerat; loquor, locutus est; locutae
eratis; credo te loqui non posse; putabam rem prodesse posse; fers; fert; volebat; mavult; malle non
vultis; nolunt; proficiscar; sperabam vos velle proficisci; abeo; adeo; ibam; obit; ire; iens; euntem;
credebam me Romam iturum esse; Roma abiit; aio; inquit; coepi; meminit; meminerat; odisse.
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LEZIONE N.
92
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
-
XVIII
RIFERIMENTO
ESERCIZI:
revisione delle infinitive
degli
- correzione
esercizi
sulle
infinitive
assegnati
nella
lezione
precedente
- Correzione
degli
esercizi DMR I pp.
193-4 n. 4 (frasi 1, 7,
8, 12, 17, 20, 22), n. 6
(frasi 1, 2, 3, 4, 6, 7,
10), 8; DMR I pp.
revisione dei pronomi ed - cfr.
lezioni
195 es. 12 (tranne le
aggettivi personali, possessivi e
precedenti
frasi 9 e 14); DMR p.
del riflessivo; i pronomi ed
196 nn. 15, 16, 17
aggettivi
dimostrativi
e
(frasi 1/5)
determinativi
- Morfologia e sintassi: il De bello Gallico I.1. - DMR I pp. 198-200
allegati
alla
es. 23-25); facoltativo
pronome relativo qui, quae, (v.
22 p. 198 (tutti
quod e il suo antecedente is, lezione II);
allegati)
ea id: introduzione alla
proposizione relativa
lavoro
individuale consigliato
revisione
-
v. sopra
- Facoltativi es. 18-2021 pp. 197-8
***
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CORREZIONE ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVII:
Esercizio A): (INFINITIVE)
“Ulisse cerca di evitare la partenza per Troia”:
Menelao e Agamennone, figli di Atreo, conducevano i capi dei Greci all’assedio della città e giunsero
nell’isola di talca da Ulisse. Un tempo un oracolo aveva detto a Ulisse che, se fosse andato a Troia,
[egli] sarebbe ritornato a casa dopo vent’anni solo e povero. Egli però sapeva che degli ambasciatori
greci sarebbero venuti da lui: e così, simulando la pazzia, aggiogò un cavallo all’aratro con un bue e
[così] arava il suo campo. Ma fra i messaggeri Palamede capì che egli simulava: dunque buttò sotto
l’aratro Telemaco, figlio di lui, sottratto dalla culla. Allora Ulisse si fermò e la sua frode fu scoperta:
egli promise che avrebbe partecipato alla guerra contro Troia, ma da quel momento si mostrò sempre
ostile a Palamede.
Esercizio B): (INFINITIVE)
“Solone e Pisistrato”
Tutti gli storici narrano che Solone fu molto venerato dagli Ateniesi. Infatti con assennatezza fuor del
comune aveva governato Atene, e per richiesta del popolo aveva promulgato nuove leggi. Così aveva
composto le discordie dei cittadini e aveva restituito la concordia allo Stato: Atene godette di pace.
Narrano che egli, dopo, lasciò la città, si dresse per mare in Egitto e ritornò in patria dopo lunghi
viaggi. Nel frattempo Pisistrato, un cittadino ricco e astuto, desiderava il dominio di Atene. Solone
aveva spesso esortato il popolo; spesso aveva avvertito gli Ateniesi dei progetti nascosti di Pisistrato;
ma gli Ateniesi, immemori delle parole di Solone e desiderosi di novità, non si opposero a Pisistrato.
Così Pisistrato con pochi compagni occupò con l’inganno la rocca e istituì la tirannide. Dicono gli
storici che egli fu tuttavia un ‘principe’ saggio: ornò Atene di magnifici edifici e fece costruire molti
templi in marmo; inoltre, sotto la guida di Pisistrato l’agricoltura, l’artigianato e il commercio fiorirono
moltissimo. Infine morì di peste e lasciò ai figli il dominio sulla città.
Esercizio C): (RICAPITOLAZIONE SUI VERBI)
foste diligenti; sii diligente!; sei diligente; sarò a casa / in patria; ero a casa / in patria; siate sani e
salvi!; spero che sarai sano e salvo; ho molti amici; mi rallegro che tu sia stato salvo; comandò che i
soldati facessero l’assedio (in italiano il verbo di volontà chiede che il verbo dipendente sia in
rapporto di contemporaneità, perché l’idea di futuro è data dal significato stesso di questi verbi);
dissero che i soldati erano forti; dissero che i soldati erano stati forti; saranno; erano; era stato; ero
assente; ero stato assente; essere assente; essere stato assente; sarò stato assente; sarò assente; stare per
essere assente (nom. sing. masch.); erano sotto; erano stati sotto; sopravvivere; essere stati utili (aver
giovato); è utile (giova); sono utili; siate utili!; cerchiamo le cose che [ci] saranno utili; puoi; potrò;
potevi; aveva potuto; parlo, ha parlato, avevano parlato (nom.pl.masch.)., avevate parlato (nom. pl.
femm.); credo che tu non possa parlare; credevo che la cosa potesse giovare; porti; porta; portavo; aver
portato; sei stato portato, essere portato; stare/essere per portare; portato; che porterà; sta per portare,
stavano per dire; stare/essere per essere portato; avrò portato; voglio; vuole; vuoi; voleva; preferisce;
preferire; non volete; non vogliono; partirò; speravo che voi voleste partire; vado via; mi accosto;
andavo; va incontro; va/andò; andare; che va (nom. sing.); che va (acc. sing. masch/femm.); credevo
che sarei andato a Roma; se ne andò da Roma; dico; dice / disse; dico; inizio; ricorda; ricordava; odiare
(attenzione: gli ultimi quattro sono perfetti logici).
***
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94
CORREZIONE ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVII SUI PRONOMI:
DMR p. 193 n. 4 (frasi 1, 7, 8, 12, 17, 20, 22);
1. Non sto seduto costì, sedetevi voi; io starò seduto sullo sgabello. 7. A proposito ti mostri a
me, Fidippe. 8.Ora secondo il diritto militare ti lascio andare via illeso ed inviolato. 12. L’ra di
Cesare mi nocque. 17. Sia egli la propria dignità sia noi abbiamo recuperato la nostra libertà
20. Antonio finora è con noi.22. Grande è l’opinione della gente su di te, , grande la memoria
del tuo consolato.
DMR p 194 n. 6 (frasi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 10):
1. Volturcio si difese con la spada dalla folla. 2. Il tumulto non si contiene più nel foro, ma
pervade dappertutto l’intera città. 3. Cesare unì a sé il questore M. Antonio con la dodicesima
legione. 4. Gli Allobrogi, che avevano villaggi e possedimenti al di là del Rodano, in fuga si
rivolgono a Cesare. 6. Il mio dolore non solo non diminuisce, quando aggiunge a se stesso
come compagno il tuo dolore, ma anzi aumenta.7. La maggior parte dei plebei, quando sono
oppressi o dai debiti o dalla gravosità dei tributi o dall’ingiustizia di persone più potenti, si
fanno servi dei nobili. 10. Cesare divise le sue truppe e lasciò un parte delle legioni
nell’accampamento di Pompeo, una parte la rimandò nel proprio accampamento, quattro
legioni le condusse con sé.
DMR p. 194 n. 8:
“Petreio affronta un pericolo improvviso” (da Cesare)
Afranio si allontana dal lavoro intrapreso e si ritira nell’accampamento; ma Petreio non si perde
d’animo: arma i servi; con essi, la coorte pretoria armata alla leggera e pochi cavalieri barbari
accorre inatteso verso la trincea, interrompe le conversazioni dei soldati, caccia i nostri
dall’accampamento e uccide molti soldati. I rimanenti si riuniscono fra loro e, atterriti
dall’improvviso pericolo, avvolta la sinistra nel mantello (1) e impugnate le spade (2), si
difendono così dai cavalieri armati di scudo leggero, si ritirano nell’accampamento e si riparano
dalle coorti che erano di guardia alle porte.
Note:
(1) si noti che il latino preferisce il plurale (analitico, concreto) al singolare (sintetico, astratto).
(2) lett. “avvolgono… e impugnano… e si difendono … e si ritirano… e si riparano”: sequenza
di coordinate troppo lunga in italiano, tanto più che atque sottolinea un legame assai stretto
fra i due elementi che coordina.
DMR p. 195 n. 12:
2. Questo discorso non fu sgradito ai Galli. 4. Sceglieva uomini adatti a questo compito. 11.
Io sono quel famoso re Filippo!12. In questa occasione riponiamo la massima speranza in te
e nel tuo esercito. 13. Intanto, però, metti via codesto rastrello! 16. Nel nostro
accampamento quello non verrà mai, e tanto meno noi nel suo (lett. ‘in quello di lui’, dove si
noti che nel latino “in illius” sottintende “castra”) .
DMR p. 196 n. 15:
1. idque; 2. Ii ad eum; 3. ei; 4. eumque; 5. easque; 6. eorum; 7. eam ei.
DMR p. 196 n. 16:
1. eadem. 2. ipsi. 3. Ipsa. 4. idem. 5. iisdem. 6. Ipse. 7. eodem, eodem. 8. Eadem. 9. eadem.
10. ipsum. 11. ipsam.
DMR p. 196 n. 17:
1. La casa è stata distrutta e in quel luogo è stato eretto il santuario della dea Terra. 2. Samia
fu mia madre: ella abitava a Rodi. 3. Un lupo e un agnello erano venuti allo stesso fiume. 4.
Ambedue i fratelli gemelli hanno il medesimo nome. 5. In un primo momento quella
moderazione del tribuno alleviò il timore dei senatori e nel contempo accrebbe l’invidia dei
consoli.
***
94
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LEZIONE N.
XIX
95
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
-
correzione esercizi e revisione della relativa
esercizi assegnati
-
Lessico:
a) i
40
aggettivi
più
frequenti della II classe
b) Caratteristiche lessicali e
morfologiche
dell’aggettivo
Scheda lessicale
XIV (allegata)
DMR
scheda
lessicale
sull’aggettivo pp.
154-168y
-
Correzione
e
revisione di alcuni
esercizi
assegnati
nella
lezione
precedente
- Facoltativi es. 18-2021 pp. 197-8
lavoro
individuale
consigliato
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
-
revisione
-
v. sopra
***
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96
CORREZIONE DI ALCUNI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVIII:
DMR I pp. 198 es. 22
1. quam; 2. quae; 3. qui; 4. cui; 5. quod; 6. quorum; 7. qui; 8. qua.
DMR I pp. 198 es. 23
1.Lì giunse il giovane Lucio Cesare, il cui padre era luogotenente di Cesare. 2. Tu, Sole sommo, che
vedi tutte le cose, guarda questa azione. 3. Il ponte che si era trovato (lett. era stato, con interruptus
aggettivo) spaccato in due dalla tempesta era stato quasi ricostruito. 5. Labieno parte con 4 legioni
per Lutezia. Questa è la città dei Parisii, che è posta in un’isola del fiume Senna. 6. I Germani
considerano nel novero degli dei solo quelli che hanno percezione e dai cui poteri sono aiutati
apertamente, e cioè il Sole, Vulcano e la Luna, gli altri non li hanno accettati neppure per la fama. 7.
Quel che mi scrivi di Ermia mi dà decisamente molto fastidio.
DMR I pp. 200 es. 25
“Statue di Romani illustri nel Foro” (da Cicerone)
Il principe Tolumnio, re dei Veienti, uccise a Fidene quattro legati del popolo romano, le cui statue
(= le statue dei quali) sono rimaste sulle tribune fino alla mia memoria, quale giusto onore: ad essi
infatti i nostri antenati, che erano andati incontro alla morte per lo stato, tributarono un ricordo
perenne in cambio di una vita breve. Di Cneo Ottavio, uomo famoso e grande, che per primo portò
la carica di console in quella famiglia, che in seguito fu insignita di uomini straordinari, vediamo la
statua sulle tribune del Foro.
***
96
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LEZIONE N.
97
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
-
Morfologia:
interrogativi
-
La proposizione interrogativa
diretta (DMR pp 190-ss)
Morfologia: pronomi indefiniti
-
Lessico:
XX
pronomi: -
a) come i prefissi variano il
significato dei verbi – base;
-
DMR 8 pp. 179- 181
-
ESERCIZI:
Es. DMR p. 201 n.
27-28 (allegati)
facoltativo es. DMR
p. 201 n. 29
DMR 8 pp. 182190
Schede lessicali XV-XVI-XVII
(allegate)
b) i più comuni ‘falsi amici’;
lavoro
individuale consigliato
c) i 45 verbi base deponenti e
semideponenti
revisione generale
97
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
98
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
-
revisione dei pronomi
interrogativi e delle
proposizioni interrogative
dirette
XXI
- DMR I pp. 182-190
-
-
Morfologia: pronomi
indefiniti /2
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
-
Correzione
e
revisione
degli
esercizi
assegnati
nella
lezione
precedente
-
DMR pp. 209-210 e
213 es. n. 49-50-5758 (allegati)
DMR pp. 248-9
nn.1/5 (allegati)
- DMR 10 pp. 240-3
-
- Morfologia: congiuntivo
CORREZIONE DEGLI ESERCIZI SUI PRONOMI INTERROGATIVI ASSEGNATI NELLA
LEZIONE PRECEDENTE:
Es. 27 p. 200:
1. Quid in Sicilia vidisti? 2. Quis commentarios de b. G. scripsit? 3. Ubi fuit propraetor Verres? 4.
Quando Volsci… fecerunt? 5. Cur frumenta matura non sunt? 6. Quod / Quale consilium cepit
dictator? 7. Quo properat servus?
Es. 28 p. 201:
1. Dove ceni oggi? 2. Cosa dovrei fare adesso, padre mio? 3. Chi l’ha portata da voi? 4. Quanto
ingiusti sono i padri [che si erigono a] giudici contro tutti i giovani! 14. Di che natura sarà la sua
autorità? Quando costui oserà o potrà esprimere il proprio parere ufficiale? 15. Quale delle due
leggi reputi più mite? 16. Perché hai abbandonato e tradito la causa del popolo romano?
***
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
99
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
-
Revisione
-
Sintassi:
congiuntivo
indipendente esortativo;
- DMR I vol. A p.244
XXII
-
Sintassi: Cenni al congiuntivo
irreale
-
Morfosintassi:
gerundio;
supino; ripasso del gerundivo e della perifrastica passiva;
DMR II p. 282286
ESERCIZI:
-
Correzione di alcuni
esercizi assegnati la
lezione precedente
-
DMR p. 248-9 n.6
frasi 1, 5, 6, 7, 9, 10.
(allegati)
-
DMR II esercizi pp.
286 ss. (non allegati)
99
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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100
CORREZIONE DI ALCUNI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE PRECEDENTE:
Es. 1 p. 248 (prime 10 forme):
che (noi) amiamo, che tu acquisti, (che) voi udiate, (che) egli/ella sia rapito/a, che noi
compriamo, che (noi) siamo mossi, (che) essi/e odano, che (noi) rapiamo, (che) (voi) fuggiate,
(che) egli/ella ami,… [NOTE: 1. la congiunzione “che” è tra parentesi perché il congiuntivo può
trovarsi evidentemente in diversi tipi di proposizione, introdotti da diverse congiunzioni o
connettivi: è stato perciò conservato solo laddove si generi una confusione con l’indicativo; 2.
anche i pronomi personali possono essere omessi ogni qualvolta la desinenza del verbo basti a
individuare il soggetto: pertanto sono stati conservati solo nei casi in cui sono necessari].
Es. 2 p. 248:
arino, hanno/tengono/considerano (NOTA: si tengano in conto le diverse accezioni di habeo),
coltiveranno, è avuto/tenuto/considerato, che (noi) ariamo, coltiverai, ha, sia arato, sarà coltivato,
sono avuti/tenuti/considerati, coltiveremo, ariate, abbiamo, egli/ella ari, avete, siano arati, saremo
coltivati.
***
100
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101
NOTE preliminari agli esercizi 3/5 pp. 248-9:
1. nelle proposizioni indipendenti (=principali) il congiuntivo imperfetto ha spesso il valore che in
italiano diamo al condizionale presente (irrealtà nel presente);
2: il congiuntivo piuccheperfetto quello del condizionale passato (irrealtà nel passato). Esempi:
1.
Facerem, si possem = Lo farei se potessi [sottinteso: ma non posso]
2.
Fecissem, si potuissem = Lo avrei fatto, se avessi potuto [sottinteso: ma non ho potuto]
Il congiuntivo (tutti e quattro i tempi) può avere anzi molti altri valori nelle proposizioni
indipendenti (cfr. DMR Unità 15 pp. 419 ss.). Per abituarci a questa ricchezza di significati diamo
negli esercizi che seguono anche la traduzione col condizionale nei due casi prospettati sopra negli
esempi.
Es. 3 p. 248 (prime 10 forme):
io udissi / udrei, fossero comprati/e / sarebbero comprati/e, amasse / amerebbe, tu comprassi /
compreresti, fosse / sarebbe mosso/a, muovessi / muoverei, rapissero / rapirebbero, che udiste /
udireste, placasse / placherebbe, fosse comprato/a / sarebbe comprato/a,…
Es. 4 p. 249 (prime 10 forme):
avessimo mosso / avremmo mosso, io abbia amato, tu abbia trovato (*), avesse mosso / avrebbe
mosso, che aveste visto / avreste visto, che abbiamo visto (*), tu avessi mosso / avresti mosso, che
egli/ella abbia trovato (*), che aveste preso / avreste preso, avessero visto / avrebbero visto,…
(*) si ponga attenzione: tranne la prima singolare, tutte le altre persone del cong.
perf. appaiono morfologicamente eguali al futuro anteriore (anche se anticamente il
congiuntivo, proveniente da un antico ottativo, doveva avere una -i- lunga, mentre
il futuro anteriore una ĭ breve: cfr. A. Ernout, Morphologie historique du latin,
Parigi, Kliensieck, 1953); sarà pertanto solo il contesto (sintattico e di senso) a
indicare di quale delle due forme si tratti.
Es. 5 p. 249 (prime 10 forme):
ella sia stata mandata, egli fosse stato chiamato / sarebbe stato chiamato, siano state trovati/e
(neutro pl.), io sia stato mandato, esso sia stato trovato (neutro sing.), fossimo stati presi / saremmo
stati presi, io sia stato mosso, che foste stati presi / sareste stati presi, che foste chiamate / sareste
state chiamate, siate stati mandati, …
Es. 50 (TESTO 1) p. 210 “Contro Catilina” (Cicerone):
Andrai finalmente, una buona volta, dove già da tempo ti trascinava questa tua brama sfrenata e
folle; e infatti questa situazione non provoca in te dolore, ma una sorta di incredibile voluttà. Per
questa follia ti ha generato la natura, la tua volontà ti ha esercitato, la sorte ti ha serbato. Mai tu non
solo l’otium, il tempo dedicato allo studio e alla meditazione, ma neppure la guerra hai desiderato
avidamente se non scellerata.
Es. 50 (TESTO 2) p. 210 “Pompeo arriva in Egitto” (Cesare):
Mentre si trattano queste questioni fra loro, Domizio giunge con le navi a Marsiglia e, ricevuto dagli
abitanti [lett. da loro, con una concordanza a senso], è posto a capo della città. Pompeo arriva a
Pelusio. Lì per caso c’era il re Tolomeo, ancora bambino, che con ingenti truppe conduceva una
guerra contro la sorella Cleopatra, che egli aveva cacciato dal regno pochi mesi prima servendosi
dei propri familiari e amici, e l’accampamento di Cleopatra distava non molto da quello di Pompeo.
***
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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LEZIONE N.
XXIII
TESTO/I DI
ARGOMENTI:
-
102
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
Morfologia: verbi anomali e
difettivi (il cui studio è affidato all’approfondimento
domestico): studiare per ora
paradigmi, significati e, della
coniugazione,
indicativo,
imperativo,
congiuntivo,
participio e infinito
-
Correzione di un
esercizio assegnato
nella
lezione
precedente
-
Es. DMR vol. II pp.
332 ss. (non allegati)
DMR 12 (vol. II)
pp. 312 –332
CORREZIONE DMR p. 248-9 n. 6 frasi 1, 5, 6, 7, 9, 10
1. Venga Rullo e discuta apertamente con me sulla divisione dell’agro Campano. 5. Altri difendano
l’accampamento e conducano la guerra; noi, come abbiamo detto e fatto sempre, sorveglieremo la
città e la situazione a Roma insieme con voi. 6. Sia dunque protetta la mia vita per lo Stato, sia
riservata alla patria, la morte o abbia l’inevitabilità del fato o sia affrontata con gloria. 7.
Analizziamo tutta la causa, giudici, e dopo averla posta sotto gli occhi esaminiamola! 9. Il cibo sedi
la fame, la bevanda estingua la sete, gli abiti allontanino il freddo, la casa sia riparo contro le
intemperie. 10. Dedichiamoci a quelle gloriose occupazioni!
***
102
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
LEZIONE N.
ARGOMENTI:
-
XXIV
Sintassi:
proposizioni
dipendenti narrative con cum + congiuntivo e consecutio temporum
della
contemporaneità
e
dell’anteriorità
103
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ESERCIZI:
DMR H p. 247
v. scheda sul cum - DMR p. 256 n.22 frasi
narrativo
1,3, 5, 7, 8, 9 (allegato)
(segue scheda nella pagina successiva)
103
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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104
IL CUM NARRATIVO
esempio
analisi della relazione temporale
traduzione
fra reggente e dipendente
1. Cum
Galli reggente in un tempo
1. Giungendo i Galli /
perveniant, Caesar principale (area del
Poiché
i
Galli
aciem
instruit presente)
+
cum
giungono / Allorché
CONTEMPORANEIT
(indicativo
narrativo
al
cong.
(Quando) i Galli
A’
presente).
presente
giungono
/
(rispetto al presente)
>
All’arrivo dei Galli,
Cesare fa schierare
l’esercito.
2. Cum
Galli reggente in un tempo
2. Giungendo i Galli /
pervenirent,
storico (passato) + cum
Poiché
i
Galli
CONTEMPORANEIT
Caesar
aciem narrativo
al
cong.
giungevano
/
A’
instruxit (indicativo imperfetto
All’arrivo dei Galli,
(rispetto al passato)
perfetto).
>
Cesare
fece
schierare l’esercito
3. Cum
Galli reggente in un tempo
3. Essendo giunti i
principale
(area
del
pervenerint,
Galli / Poiché i
presente) + cum narrativo al
Caesar
aciem cong. perfetto
ANTERIORITA’
Galli sono giunti,
instruit (indicativo
(rispetto al presente)
Cesare fa schierare
>
presente).
l’esercito
4. a)
Cum
Galli
pervenissent,
Caesar
aciem
instruxit (indicativo
perfetto).
reggente in un tempo
storico (passato) + cum
narrativo
al
cong.
piuccheperfetto
Galli
>
b)
Cum
pervenissent,
Caesar aciem non
instruxit (indicativo
perfetto).
ANTERIORITA’
(rispetto al passato)
4. a) Essendo giunti i
Galli / Poiché i
Galli erano giunti /
Dopo che giunsero i
Galli
/
Dopo
l’arrivo dei Galli,
Cesare
fece
schierare l’esercito.
b) Pur essendo
giunti
i
Galli,
Cesare non fece
schierare l’esercito.
N.B.
• Il valore del cum narrativo oscilla spesso fra quello causale e quello temporale, ma dacché
indica in generale una circostanza può assumere altri valori, come quello concessivo (v.
l’esempio 4.b), come il participio cosiddetto congiunto, anche nell’ablativo assoluto.
• I tempi della dipendente sono dunque regolati rispetto alla reggente, secondo un ordine preciso:
si tratta della consecutio temporum del congiuntivo (tranne il rapporto di posteriorità, che non
compete al cum narrativo), che significa appunto “ordine / rapporto fra i tempi” della dipendente
rispetto alla reggente; a questo schema si conformano molte proposizioni dipendenti al
congiuntivo, tra cui la finale, l’interrogativa indiretta, le completive volitive (studiando le varie
104
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
Prof.ssa Rossella D’Alfonso
•
105
dipendenti si dovrà verificare volta a volta se si conformano a questo modello o no ed
eventualmente perché).
Ecco il modello completo della consecutio temporum del congiuntivo :
dipendenti che seguono il modello della consecutio temporum del
congiuntivo, stabilendo con la reggente un rapporto di:
reggente:
tempo principale
(presente/futuro)
tempo storico
(passato)
CONTEMPORANEIT
A’
ANTERIORITA’
POSTERIORITA’
presente
perfetto
perifrastica con sim
imperfetto
piuccheperfetto
perifrastica con essem
Nota: la parte in grigio è quella conosciuta per ora attraverso il cum narrativo.
105
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LEZIONE N.
106
TESTO/I DI
RIFERIMENTO
ARGOMENTI:
ESERCIZI:
-
-
XXV
-
Revisione del cum
-
Lez.XXIV
Sintassi:
interrogative
indirette;
completamento
della consecutio temporum
del
congiuntivo:
la
posteriorità
DMR 10 pp. 2445 (interrogative
indirette);
V. scheda sotto:
“Le proposizioni
completive / 2: interrogative
indirette”
Morfologia: completamento dei verbi anomali e difettivi
DMR II unità 12
pp. 312 ss
Correzione esercizio
sul cum narrativo
DMR pp. 251-252 es.
12-13 (non allegati)
correzione di un
esercizio sulle
interrogative indirette
DMR II es. pp. 332
ss. (non allegati)
106
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107
CORREZIONE ES. DMR p. 256 n.22 (cum narrativo):
1. In quell’anno, allorché fuori dello Stato si godeva di una pace generale (lett. tutto era libero dalla
guerra) e in patria ogni discordia era composta, un altro male molto più grave invase la città di
Roma, prima il caro prezzo del grano, poi la fame. 3. Poiché i nostri avevano preso le armi
velocemente e avevano scalato la palizzata ed erano stati superiori nella battaglia a cavallo da una
sola parte, essendo la situazione disperata i nemici ritirarono i loro dall’assedio. 5. Poiché da
mezzogiorno fin quasi al tramonto si stava combattendo con esito incerto, i Germani, serrate le
schiere in una sola parte, attaccarono i nemici e li respinsero. 7. Giacché la situazione presentava
queste difficoltà e tutte le strade erano bloccate dalla fanteria e dalla cavalleria di Afranio né si
potevano costruire ponti, Cesare ordinò ai soldati di fabbricare navi. 8. La vergine Clelia sola fra gli
ostaggi, dal momento che l’accampamento etrusco per caso non era situato affatto lontano dalla riva
del Tevere, sfuggita alle guardie, capeggiando una schiera di fanciulle attraversò a nuoto il Tevere
fra i giavellotti nemici e le riportò tutte a Roma incolumi. 9. Il giorno successivo il dittatore, giunto
nel foro prima dell’alba, nomina maestro della cavalleria Lucio Tarquinio, di famiglia patrizia.
107
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108
PROPOSIZIONI SUBORDINATE COMPLETIVE /2
•
•
•
•
Abbiamo già visto qual è la funzione delle completive nel periodo.
Abbiamo già esaminato le completive infinitive
Ora esaminiamone i vari tipi che si presentano in latino: esse vanno distinte in completive che
hanno SOLO la funzione di soggetto/oggetto/apposizione (che in latino si presentano
all’infinito) e completive che a questa funzione aggiungono ne aggiungono un’altra (esprimere
una domanda, un dubbio, un timore, una volontà, un evento,…).
Le prime da prendere in esame sono le proposizioni interrogative indirette :
LE PROPOSIZIONI COMPLETIVE INTERROGATIVE INDIRETTE
•
Intanto, diamo sostanzialmente per scontato di conoscere bene la proposizione interrogativa
diretta in italiano come in latino (DMR pp. 190-1). Ricordiamo tuttavia che l’interrogativa
diretta è in entrambe le lingue una proposizione indipendente, è cioè una principale (o
coordinata ad essa) che esprime domanda o dubbio, ha una intonazione ascendente nel parlato
mentre per iscritto è contrassegnata dal punto interrogativo.
Esempi: a) Festeggeremo sabato? b) Sabato avremo tempo di festeggiare? c) Chi viene a
cena? d) Quale strada si deve prendere? e) Quanto ti è costato quel lavoro? f) Vuoi tè o
caffè? (disgiuntiva) g) Restate o andate via? (disgiuntiva) h) Ti forse mai mentito? (retorica
con implicita risposta negativa) i) Forse che volete andare già via? (retorica con implicita
risposta positiva)…
Vediamo anche di visualizzare il ritmo ascendente del parlato:
il tuo libro?
presti
Mi
•
Ma, mentre in italiano, se non c’è un pronome o aggettivo o avverbio interrogativo (v. es. c, d,
e), le interrogative dirette possono non essere introdotte da nulla (v. esempi a, b, ed in parte f e
g), in latino sono sempre introdotte da un elemento interrogativo: -ne enclitico per
l’interrogativa reale (negli esempi a, b i due enunciati sarebbero introdotti in latino da –ne),
num e nonne per le interrogative retoriche (h da num o an, i da nonne o an non). Le
disgiuntive (f e g) prevedono in latino la presenza almeno di an (l’italiano ‘o’ ), spesso
preceduto da –ne o utrum.
•
Vediamo ora meglio le indirette, cercando prima di fissarne alcune caratteristiche muovendo
dalla lingua italiana, perché in questa come in altre strutture essa mostra molte affinità con la
lingua latina da cui deriva, o studiando in parallelo alcuni elementi delle due lingue.
•
Innanzi tutto, come si è visto, sul piano del SIGNIFCATO in italiano come in latino le
interrogative indirette esprimono una domanda, un’incertezza, un dubbio (come le interrogative
dirette), ma ora in dipendenza da una reggente (di qualsiasi tipo):
Esempi: a) Non si sa / Siamo incerti se sabato festeggeremo. b) Ho molti dubbi che sabato
avremo tempo di festeggiare. c) Non dirmi chi viene a cena! (in dipendenza da una
indipendente esclamativa) d) Informati su quale strada si debba prendere. e) Non chiedermi
quanto mi sia costato questo lavoro. ? f) Puoi dirmi se vuoi tè o caffè? (disgiuntiva,
indipendenza da un’interrogativa diretta) g) Anna mi ha domandato di chiedervi se restate o
andate via? (disgiuntiva, dipendente da una reggente a sua volta subordinata alla principale) h)
108
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•
-
-
-
•
109
Dimmi se ti ho forse mai mentito. (retorica con implicita risposta negativa) i) Ci chiediamo se
volete davvero andare già via (retorica con implicita risposta positiva)! l) Sono incerta se
restare ancora (qui si tratta di un’interrogativa implicita, all’infinito, il che si dà se il soggetto
è lo stesso della reggente)
Nota: negli esempi sono sottolineate le principali e reggenti, in neretto l’interrogativa indiretta.
Dunque, le interrogative indirette possono dipendere da:
verbi e locuzioni verbali, sostantivi e aggettivi di significato affermativo - dichiarativo, come
dire, affermare, sapere, spiegare, indovinare, credere…; affermazione, conoscenza, pensiero...;
in latino: dico, scio, puto …
verbi e locuzioni verbali, sostantivi e aggettivi che esprimono dubbio, incertezza, come
dubitare, ignorare, non sapere, non essere sicuro, essere incerto/dubbioso/curioso/indeciso…;
problema, dubbio, incertezza; incerto/dubbioso/curioso/indeciso; in latino: dubito, nescio,
ignoro, mihi dubium est…
verbi e locuzioni verbali, sostantivi
(e aggettivi) che esprimono una domanda,
un‘interrogazione, come domandare, chiedere, indagare, interrogare, ricercare, cercare,
informarsi, chiedere un’informazione…; domanda, quesito, questione, indagine; in latino rogo,
interrogo, quaero, …
Da quali CONNETTIVI sono introdotte? In italiano, dalla congiunzione dubitativa “se” oppure
dalle stesse particelle, avverbi, congiunzioni, pronomi e aggettivi interrogativi che introducono
le interrogative dirette. In latino dalle stesse particelle, avverbi, congiunzioni, pronomi e
aggettivi interrogativi che introducono le interrogative dirette (-ne, an, an non, num, nonne,
utrum…an, -ne… an; cur, quid, quando, quomodo….; quis, quid; qualis, -e, qui, quae, quod….)
•
Quale FUNZIONE hanno nel periodo? Come tutte le completive, di soggetto, oggetto o
apposizione, come appare negli esempi:
1) Non si sa se sabato festeggeremo è un’interrogativa indiretta soggettiva;
2) Non chiedermi quanto mi sia costato questo lavoro è un’interrogativa indiretta oggettiva;
3) Ho molti dubbi che sabato avremo tempo di festeggiare è un’interrogativa indiretta
epesegetica.
•
Distinguiamo
sempre
perciò
significato
(domanda,
dubbio,…),
struttura
(pronome/aggettivo/congiunzione interrogativa + indicativo o congiuntivo o infinito, in
italiano) e funzione (di oggetto, soggetto, apposizione), perché la stessa funzione (non la
stessa struttura né lo stesso significato) possono avere anche tutti gli altri tipi di
proposizione completiva (p. es. abbiamo già visto le infinitive).
109
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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110
Vediamo ancora un esempio, in latino questa volta con traduzione, per fissare bene il concetto:
REGGENTE
DIPENDENTE
TIPO DI
DIPENDENTE
FUNZIONE DELLA
DIPENDENTE
Nescio
(Non so)
Tulliane ventura sit completiva
(se Tullia verrà)
interrogativa
indiretta
Nemo scit
(Nessuno sa)
Tulliam venturam completiva infinitiva oggettiva
esse (che Tullia
verrà)
completiva volitiva oggettiva
ut exeas
(di uscire / che tu
esca
Tibi impero
(Ti ordino)
oggettiva
Si può naturalmente ripetere quanto detto anche per le funzioni soggettiva ed epesegetica; anzi,
vi invito a farlo voi stessi:
REGGENTE
•
DIPENDENTE
TIPO DI
DIPENDENTE
FUNZIONE DELLA
DIPENDENTE
(segue)
110
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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•
111
Quale MODO e quali TEMPI si usano in latino? Il modo è il CONGIUNTIVO, i TEMPI
sono quelli della CONSECUTIO TEMPORUM DEL CONGIUNTIVO (che abbiamo
studiato parlando del cum narrativo): rivediamone pertanto lo schema con esempi di
interrogativa indiretta:
dipendenti che seguono il modello della consecutio temporum del
congiuntivo, stabilendo con la reggente un rapporto di:
reggente:
NESCIO
(tempo principale:
CONTEMPORANEIT
A’
ANTERIORITA’
POSTERIORITA’
QUID FACIAS
QUID FECERIS
QUID FACTURUS SIS
Presente
perfetto
perifrastica con sim
A
B
presente/futuro)
C
QUID FACERES
QUID FECISSE
Imperfetto
piuccheperfetto
QUID FACTURUS
ESSES
NESCIEBAM
(tempo
passato)
perifrastica con essem
storico:
D
E
F
A.
B.
C.
D.
E.
F.
Non so cosa fai / tu faccia (in italiano spesso c’è scelta fra indicativo e congiuntivo).
Non so cosa hai fatto (/facesti) / tu abbia fatto (/facessi)
Non so cosa farai.
Non sapevo cosa facevi /tu facessi.
Non sapevo cosa avevi fatto /avessi fatto.
Non sapevo cosa avresti fatto.
*
ALTRE TIPOLOGIE:
• COMPLETIVE VOLITIVE, tra cui quelle rette da verba voluntatis (chiedere, pregare, desiderare,
esortare, invitare,indurre, convincere, permettere, sforzarsi, cercare, fare in modo, ottenere,
meritare, essere necessario / opportuno, avere intenzione di/che, verba timendi, impediendi e
recusandi: v. a questo proposito i tuoi libri di testo
• COMPLETIVE così dette DI FATTO, rette da verbi di accadimento (tipo fit ut, accidit ut eccetera) :
v. a questo proposito i tuoi libri di testo.
***
111
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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112
CORREZIONE DELL’ES. 12 P. 251 SULLE INTERROGATIVE INDIRETTE:
1. Vediamo ora cosa dicono gli aruspici. 3. Quali statue, quali dipinti abbia portato via costui
dall’Acaia non lo dirò in questo luogo. 4. E prima di tutto spiegherò a te, come è giusto perché sei
un cittadino che ama la patria [l’apposizione civi a tibi va preferibilmente esplicata], quali fatti vi
siano nello stato; poi scriverò anche di me [lett. scriveremo anche di noi, ma si tratta quasi sempre,
nelle lettere, di un plurale humilitatis]. 5. Ho ricevuto parecchie tue lettere, dalle quali ho capito con
quale trepidazione e preoccupazione bramassi sapere cosa ci fosse di nuovo3. 8. Pensa in che luogo
sei, cosa devi dare al popolo romano, cosa restituire ai tuoi antenati! 10. Insegnerò cosa nutra e
formi il poeta, cosa gli si addica, cosa no.
***
3
[N.B. La traduzione proposta non tiene conto però che in una lettera quale è certo quella da cui è tratta questa frase i
tempi verbali (oltre a indicazioni di luogo e di tempo) obbediscono per lo più allo stile epistolare, che non è ancora
stato trattato: in breve, lo stile epistolare prevede che chi scrive si ponga dal punto di vista del destinatario che riceverà
la lettera, non del mittente come noi. Si invita a cercare l’argomento nei due volumi del DMR, senza proporre ora
traduzioni alternative che potrebbero confondere le idee].
112
LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI
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TESTO/I DI
ARGOMENTI:
ESERCIZI:
RIFERIMENTO
-
Sintassi: proposizioni circostanziali (o avverbiali): finale con ut e qui, quae, quod;
altri modi di esprimere la finale del latino;
distinzione fra la finale e la completiva
volitiva con ut
DMR (I vol.) unità 10 pp. 245,
DMR (II vol.)
unità 18 pp. 462-3
-
Sintassi: proposizioni circostanziali (o avverbiali): a) finale con ut e qui, quae,
quod; altri modi di esprimere la finale del
latino; b)
proposizioni consecutive; c)
proposizioni causali all’indicativo e al
congiuntivo.
DMR (I vol.)
unità 10 pp. 244,
245, 246; DMR
(II vol.) unità 18
pp. 462-8 ed unità
20 pp. 494-6
-
Lessico: scheda sul verbo
-
Sintassi: le concordanze e la sintassi dei casi
-
sintassi degli enunciati indipendenti
all’indicativo e al congiuntivo
-
-
sintassi dell’enunciato maggiore (periodo):
-
approfondimento della coordinazione e subordinazione;
-
completamento
delle
subordinate
completive (o sostantive o complementari)
-
gli enunciati circostanziali (o avverbiali)
-
gli enunciati con funzione aggettiva (le
relative)
-
il discorso indiretto
-
Lessico: lingue tecniche
DMR 16 p. 253 (non
allegato)
Scheda sul verbo:
ibidem pp. 348355
ibidem unità 1314
ibidem unità 15
DMR esercizi
volume
-
ibidem unità 1621
-
ibidem pp. 512 ss.
del
II
********************************************************************************
113
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