Unescoitalia Photo Exhibition Mostra Fotografica Unescoitalia Unescoitalia - 44 World Heritage Sites in Italy in the Works of 14 Italian Photographers On the occasion of Festa Italiana 2010, the Indo-Italian Chamber of Commerce & Industry, the Embassy of Italy, the Consulate General of Italy in Mumbai and the Italian Cultural Centre present an exhibition of contemporary photography. The initiative, under the aegis of the Italian Ministry of Heritage and Cultural Activities (MiBAC), aims to spread awareness, interpretations and emotions about the 44 UNESCO World Heritage Sites in Italy.The exhibition also aims to identify, protect and transmit Italy’s cultural and natural patrimony to future generations.The UNESCO World Heritage List office of the MiBAC has invited 14 of Italy’s best contemporary photographers who over several years have been capturing monuments and landscapes with their artistic skill to bring out their myriad identities through their lens. The list includes masters such as Olivo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Mimmo Jodice and Ferdinando Scianna. The unerring and sensitive eye of the authors beckons the visitor to see afresh the World Heritage Sites not merely as an illustrated text but as an integral part of its quotidian reality. The exhibition has been brought to India in collaboration with the Ministry of External Affairs, which is also responsible for its worldwide road show. It was ideated with the purpose of spreading awareness of Italy’s priceless heritage through the network of the Italian Cultural Institutes. The idea is not only to offer a view of the artistic, architectural, landscape and archaeological wonders, but also to present an anthology of the main trends of contemporary Italian photography. Unescoitalia - 44 siti italiani patrimonio mondiale nell’opera di 14 fotografi In occasione di Festa Italiana 2010, la Indo-Italian Chamber of Commerce & Industry, l’Ambasciata d’Italia, il Consolato Generale d’Italia a Mumbai ed il Centro di Cultura Italiana presentano una mostra di fotografia contemporanea organizzata. L’iniziativa, svoltasi sotto l’egida del Ministero Italiano per i Beni e le Attività culturali, si propone di diffondere la conoscenza, le interpretazioni, le emozioni connesse ai luoghi in Italia iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità stilata dall’UNESCO, il cui scopo è identificare, proteggere e trasmettere alle generazioni future il patrimonio culturale e naturale italiano. A questo fine, l’ufficio del Ministero per i Beni e le Attività culturali deputato alla Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale dell’Umanità ha invitato a partecipare all’iniziativa 14 tra i migliori fotografi contemporanei italiani (tra loro, maestri della fotografia contemporanea come Olivo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, italian links 117 118 italian links Festa Italiana 8th edition Gabriele Basilico, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna), che da anni immortalano la multiforme identità dei paesaggi italiani attraverso i loro scatti. Lo sguardo sensibile e preciso degli autori invita il visitatore a guardare i luoghi patrimonio mondiale dell’umanità con occhi nuovi ed a vederli non come meri testi illustrati, ma come parte integrante della loro realtà quotidiana. La mostra è stata portata in India in collaborazione col Ministero degli Affari Esteri, che ha anche promosso il tour internazionale della mostra. La collezione è stata ideata allo scopo di diffondere il nostro patrimonio storico e culturale unico al mondo attraverso la rete degli Istituti Italiani di Cultura. L’iniziativa, oltre ad offrire una panoramica delle meraviglie artistiche, architettoniche, naturali ed archeologiche dell’Italia, si propone di presentare un’antologia delle principali tendenze della fotografia italiana contemporanea. Previous page: Basilica Palladiana, corner view/vista d’angolo. Photo by, Luca Campigotto Below: Pompei, fresco detail/ particolare di affresco. Photo by, Mimmo Jodice 119 italian links Jazz and Classical Music at Festa Italiana 2010 Jazz e Musica Classica a Festa Italiana 2010 I t is with great pleasure that this year, Festa Italiana 2010 features, for its musical events, two of the best representatives of Italian music worldwide. The first artist, Enrico Rava, is undoubtedly the world’s most renowned Italian jazz musician. For the first time in India, his Enrico Rava New Quintet featuring Gianluca Petrella will kick off an astonishing evening of jazz: melodious, intense and at the same time original and amazing. Dance,Rhythm Celebration… Aria Italiana is the title of the eclectic programme to be presented by maestro Paolo Vergari, pre-eminent pianist and composer. Maestro Vergari will present a unique programme, beginning with a Bach overture and moving through Respighi, Verdi, Liszt, Tosi, to conclude with a rearrangement for piano of the track “È Festa” composed by the more contemporary Italian band Premiata Forneria Marconi. A one-of-a-kind musical programme for Festa Italiana 2010, the union of two artists, who are spreading the name of Italian musical artistry worldwide with elegance and expertise. . È con grande piacere che quest’anno Festa Italiana coinvolge per i suoi eventi musicali, due tra i migliori rappresentati della musica italiana nel mondo. Il primo artista, Enrico Rava, è indubbiamente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Per la prima volta in India, il suo Enrico Rava New Quintet featuring Gianluca Petrella, darà vita ad una sorprendente serata di jazz: melodico, intenso ed allo stesso tempo originale e sorprendente. La Danza, l’Aria...la Festa, è invece il titolo dell’eclettico programma che ci propone il Maestro Paolo Vergari, pianista e compositore d’eccellenza. Il Maestro Vergari presenterà un programma unico, che inizierà con un overture di Bach, seguita da brani di Respighi, Verdi, Listz e Tosi, per concludersi con un riarrangiamento per pianoforte del brano “È Festa” della più contemporanea Premiata Forneria Marconi. Un programma musicale d’eccezione per questa Festa Italiana 2010, il connubio di due artisti che, con eleganza e competenza, diffondono nel mondo il nome della maestria musicale italiana. 120 italian links Festa Italiana 8th edition Enrico Rava New Quintet featuring Gianluca Petrella The Enrico Rava New Quintet includes several generations of musicians, each of whom bring strong personality and solo voices to the table. Since the beginning of his career as a leader, Rava has used a technique favored by many of the greatest jazz artists: periodically inserting young musicians, new talents in his groups, which tend to bring new ideas to the group and give it a fresher sound, respectful of tradition, but open to new possibilities and transformations. A group composed of such richly varied and original soloists, as the Enrico Rava New Quintet, requires a decisive esthetic direction to permit creative dialogue between the musicians; Rava's clear authority as leader stems from his ability to draw out the best from his sidemen, allowing them to reveal their abundant originality within the expressive world of his original compositions. The result is a multi-faceted mosaic of musical expression in constant flux. L’Enrico Rava New Quintet include diverse generazioni di musicisti, ognuna delle quali porta una nota personale al gruppo. Fin dagli inizi della sua carriera Rava ha utilizzato una delle tecniche preferite da molti dei più grandi jazzisti, ossia quella di includere periodicamente nelle sue formazioni giovani musicisti e nuovi talenti, rispettando la tradizione musicale, ma allo stesso tempo esponendo il gruppo a idee, sonorità e trasformazioni sempre nuove. Un gruppo variegato e composto da solisti d’eccezione come l’Enrico Rava New Quintet, necessita di una direzione estetica decisa, che porti a costruire un dialogo musicale creativo tra i musicisti. L’autorità di Rava come leader, nasce dalla sua capacità di fare emergere il meglio da ogni membro del gruppo. Ognuno è libero di esprimere la propria originalità musicale all’interno del mondo espressivo delle composizioni di Rava. Il risultato è uno straordinario mosaico musicale in costante divenire. The Best of Rava Il meglio di Rava Ÿ1978, Quartet Ÿ1993, Rava l’opera Va Ÿ2004, Easy Living Ÿ2005, Tati Ÿ2007, The Words and the Days Ÿ2009, New York Days italian links 121 Biographies/Biografie 122 Enrico Rava, trumpeter and composer, is undoubtedly the most well-known Italian jazz musician on a global level. His style is immediately recognizable, his lyrical sound constantly sustained by an astonishing freshness of ideas which are revealed in all of his musical endeavours. In addition to his work as leader, Rava has been an important collaborator of musicians like Stefano Bollani, Philip Catherine and Lee Konitz, just to name a few. He has toured in the USA, Japan, Canada, Europe, Brazil, Argentina and Uruguay, with appearances at important festivals all over the world. He has repeatedly been named “Best Musician” in the yearly referendum conducted by “Musica Jazz” (Italy's premier Jazz periodical), as well as winning “Best Group” and “Best Record”. Named “Knight of Arts and Letters” by the French Ministry of Culture, in 2002 Rava was also recipient of the prestigious “Jazzpar Prize” in Copenhagen. In the last three th years, Rava appeared as 4 place in the Trumpet conducted by the dums n refere the in category American magazine “Down Beat”. Enrico Rava, trombettista e compositore, è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali. Oltre ai suoi capolavori da solista, Rava ha collaborato con musicisti italiani ed internazionali come Stefano Bollani, Philip Catherine e Lee Konitz. Ha effettuato tour e concerti in USA, Giappone, Canada, Europa, Brasile, Argentina, Uruguay partecipando a importanti Festival in tutto il mondo. È stato più volte votato miglior musicista nella classifica annuale della rivista "Musica Jazz", risultando vincitore anche nelle categorie "Miglior Gruppo" e "Miglior Disco Italiano”. Nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal Ministro della Cultura Francese, nel 2002 ha anche ricevuto il prestigioso “Jazzpar Prize” a Copenhagen. Negli ultimi tre anni è comparso al 4a posto nella classifica della rivista americana Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti. Gianluca Petrella is considered one of the world’s finest jazz trombonists. He played with musicians such as Steve Bernstein and Grey Osby, and the Italian Roberto Gatto, Antonello Salis and Gianluigi Trovesi just to name few. He has appeared in many of the most important international festivals, from Montreal to the Umbria Jazz. Gianluca Petrella è considerato uno dei più raffinati trombonisti al mondo. Ha suonato con musicisti della levatura di Steve Bernstein e Grey Osby, e con gli italiani Roberto Gatto, Antonello Salis e Gianluigi Trovesi, per citarne alcuni. Ha partecipato a molti dei principali festival internazionali di musica, dal Festival di Montreal all’Umbria Jazz. Gabriele Evangelista is a very young double bass player scouted by Rava during his Jazz workshops in Siena. Gabriele is extremely talented and thank to his special skills, high precision combined with great creativity, has been requested by many Italian as well as foreigners musicians like Roberto Gatto, Kurt Rosenwinkel, Alessandro Lanzoni and Danilo Rea just to mention few of them. Fabrizio Sferra is the founder of the well-known and widely acclaimed trio “Doctor 3”. His experience in widely varying contexts has helped him develop an extremely refined dynamic and rhythmic control, and thanks to his artistic sensibility and versatility, he has come to be considered a true original of European drumming. Giovanni Guidi is a shining example of Italy's latest generation of jazz talent, is named “Best New Talent” by Musica Jazz in their 2007 poll “Top Jazz”. He has released several critically acclaimed albums and has performed in many important festivals, both within Italy and internationally. italian links Festa Italiana 8th edition Gabriele Evangelista è un giovanissimo contrabbassista scoperto da Rava ai seminari jazz di Siena. Sta bruciando le tappe a velocità incredibile grazie alle sue straordinarie doti artistiche: precisione unita ad una creatività sfrenata. È già richiestissimo da musicisti quali Roberto Gatto, Kurt Rosenwinkel, Alessandro Lanzoni, Danilo Rea ecc. Fabrizio Sferra è il fondatore del famoso ed acclamato trio “Doctor 3”. La sua esperienza in contesti sempre diversi l’ha aiutato a sviluppare un controllo dinamico e ritmico estremamente raffinato. Inoltre grazie alla sua sensibilità artistica e versatilità, è considerato uno dei più originali batteristi in europa. Giovanni Guidi è un esempio brillante dell’ultima generazione di talenti del jazz italiano. Pianista, è stato nominato“Miglior Nuovo Talento” dalla rivista Musica Jazz nella selezione del 2007 “Top Jazz”. Ha realizzato diversi album apprezzati dalla critica e partecipato a molti festival importanti, sia in Italia che all’estero. Playing music for music’s sake - An interview with Enrico Rava 1. Looking at your biography, it is incredible to read about all the places in the world where you have played. Is this your first time in India? I toured India about 20 years ago and it was an extraordinary experience. The people, the cities, the food... so much so that I wanted to come back here and stay for a year. 2. When one thinks of jazz, one thinks of the Afro-American communities of the American South. In a short while, you will play in Mumbai, far away from those origins. How can one introduce jazz into the Indian musical culture? Jazz is a universal music form, which is sinking its roots in Africa and in Europe. As regards blues, from which jazz originated, it has some qualities that are found in popular music throughout the world, so... 3. According to you, does a jazz culture exist in Asian countries today? The jazz audience is similar throughout the world since it is made up of people who love the same thing and share its codes. There are some cities that are a little more snobbish, like New York, Paris and Amsterdam, where the audience is a little more difficult. 4. Over the years, many Western musicians have come to India to look for different sounds and new sources of inspiration. To what extent can jazz imbibe Asian musical influences? I do not believe much in unnatural fusions that are generally devised artificially. In general, they tend to utilise the most superficial aspects of the various music forms. I do not particularly like so-called ‘world music’. 123 5. Indian classical music is closely tied to religion and to a deep spirituality. What about jazz? It is certainly not tied to religion. In some cases (for example Coltrane), it is tied to spirituality. In general, one plays music for music. 6.What happens to you and to your music when you travel and come across diverse italian links musical cultures? Whatever happens, if it happens, does so at an unconscious level and never directly. 7. What position does music hold today, in particular your jazz? My music has the sole aim of making my life more enjoyable and, as far as possible, the lives of others. 8. How has jazz changed compared to the golden years that you experienced together with great names such as Miles Davis, Leandro Gato Barbieri and Steve Lacy? Jazz has lost its creators and its greatest masters – Armstrong, Ellington, Parker, Gillespie, Miles, Monk and Billie Holiday – and nobody has filled the void left by them; but there are many beautiful and many interesting things even today. 124 9. One of your hallmarks is the search for new talents. What is the current situation with regard to young jazz musicians? In Italy, the situation is excellent. There are young and sometimes very young exceptional musicians. 10. In your long career, you have had a chance to play in different formations. What can we expect for the Mumbai performance? I always try to give my utmost and play as if it were for the last time. This is the great lesson taught by those who invented this music form. La musica per la musica- Intervista con Enrico Rava 1. Scorrendo la sua biografia, stupisce leggere di tutti i luoghi del mondo dove lei ha suonato. È questa la sua prima volta in India? Ho fatto un tour una ventina d’anni fa, ed è stata un’esperienza eccezionale. La gente, le città, il cibo... tant’è che volevo tornarci per fermarmi un annetto. 2. Quando si pensa al jazz, si pensa alle italian links Festa Italiana 8th edition comunità afro-americane del sud degli USA. Tra poco lei suonerà a Mumbai, agli antipodi di quelle origini. Come si può inserire il jazz all’interno della cultura musicale Indiana? Il jazz è una musica universale, che affonda le proprie radici nell’Africa e nell’Europa. In quanto al blues, che è all’origine del jazz, ha delle caratteristiche che si ritrovano nelle musiche popolari di tutto il mondo, quindi... 3. Secondo lei ad oggi esiste nei paesi asiatici una cultura jazz? Il pubblico del jazz è simile in tutto il mondo trattandosi di persone che amano la stessa cosa e ne condividono i codici. Ci sono alcune città un po’ più snob, come New York, Parigi e Amsterdam, dove il pubblico è un po’ più difficile. 4.Nel tempo sono stati molti i musicisti occidentali venuti in India a cercare sonorità diverse e fonti di ispirazioni nuove. Quanto il jazz potrebbe accogliere influenze musicali asiatiche? Non credo molto nelle fusioni innaturali, generalmente pensate a tavolino. In genere tendono ad utilizzare la parte più superficiale delle varie musiche. Non amo particolarmente la così detta “World Music”. 5. La musica classica indiana è strettamente legata alla religione e ad una forte spiritualità. Ed il jazz? Certamente non è legato alla religione. In alcuni casi (ad esempio Coltrane) è legato alla spiritualità. In genere si suona la musica per la musica. 6. Cosa accade a lei e alla sua musica quando viaggiate ed incontrate culture musicali diverse? Tutto quello che accade, se accade, accade a livello inconscio e mai per vie dirette. 7. Che posizione riveste la musica oggi, ed in particolare il suo jazz? La mia musica ha come unico obiettivo quello di rendere più piacevole la mia vita e nel limite del possibile quella degli altri. 8. Com’è cambiato il jazz rispetto agli anni d’oro che lei ha vissuto insieme a grandi nomi quali Miles Davids, Leandro Gato Barbieri o Steve Lacy? Il jazz ha perduto i suoi creatori ed i suoi più grandi maestri: Armstrong, Ellington, Parker, Gillespie, Miles, Monk, Billie Holiday e nessuno ne ha riempito il vuoto. Comunque ci sono cose molto belle e molto interessanti anche oggi. 9. Una sua caratteristica è la ricerca di nuovi talenti. Qual è la situazione attuale del panorama giovanile della musica jazz? In Italia la situazione è ottima, ci sono giovani e a volte giovanissimi musicisti eccezionali. 10. Nella sua lunga carriera ha avuto modo di Suonare in diverse formazioni. Cosa dobbiamo aspettarci per la performance di Mumbai? Io cerco sempre di dare il massimo e di suonare come se fosse l’ultima volta. È la grande lezione di quelli che hanno inventato questa musica. “Dance, Rhythm, Celebration...Aria Italiana” Music will save the world - An interview with Paolo Vergari 1. Your biography reveals a fascinating musical journey, full of diverse experiences and encounters. Which among them left an indelible mark on your way of composing and playing? It is normal in a musician’s life to meet many people, many of whom were for me very important. There was my first teacher, Carlo Marcucci, a jazz trumpet player. He made me love music and instinctively ‘taught’ me improvisation. Then there was my ‘classmate’, Alessandro Cappella, who is also a pianist. With him, I made my most important existential discoveries about music, like revealing and living music in one word, like ‘infinite expansion of the soul’. There are many other teachers, the list is long. Whenever I listen to a concert, it is an experience of profound acquaintance! 2. You have played in many of the most important theatres in the world. What emotions does one feel while playing at the United Nations Building in New York or at the Nervi Hall in the Vatican? When I play I try, first of all, to find concentration. It is a simple and complex condition, and many things contribute towards ensuring that perfect concentration is achieved. On this depends the relationship that is created with the audience, which is extremely delicate. The relationship with the audience, whichever stage one is on, is disarming. It lays bare what you are at that moment and what you are able to recreate at that moment, in that hall, with that audience. It is beautiful and mysteriously touching. 3. What is the difference between performing solo and in an ensemble? Whether you are playing solo or in a group, the feeling is still what I spoke about earlier: of being laid bare. If you are together with another musician or several musicians, what changes is that, what ‘musically’ the musicians ‘are’ together, is laid bare. Personally, when I happen to find true harmony and oneness with another musician, it proves to be an exhilarating and rapturous experience. It happened to me, for example, last year when we improvised a piece during a concert. The members consisted of a Jewish oboist-singer, a Jewish mandolin italian links 125 player, a Palestinian oud (sort of Arab lute) player, an Italian cellist and myself, the pianist. Absolute differences, diverse cultures, a piece to be created right then, as is typical of improvisation. In spite of this, a great listening atmosphere was immediately created among us, rather, a million-watt ‘current of listening’! It is this profound mutual listening that made the music flow! 4. When one speaks of classical music, one usually refers to an elite audience, considered connoisseurs of the genre and the only ones who can understand it. What is your opinion? Unfortunately, it is often so, but not always. I never think of and I do not believe remarks like: "Ah, once upon a time it was different! There was more culture..." etc. I think that the value of the music fosters the music itself. The elite die, the great music of art never dies! Even if visited by ‘barbarians’, it receives new life and always ‘says’ something relevant. Because music is with the life of the individual. When an individual encounters music, which is a profound experience of the soul and not a musical genre, he receives a great gift for which he will be forever grateful and will always know what music reveals infinitely. 126 5. Among the various countries that have had the pleasure of hearing you, China surely stands out. What can you tell us of this experience? How can Western classical music be interwoven with Chinese music? It is difficult to describe the experience in China in a few lines. To meet with the Chinese culture can be an important ‘event’ in one’s life. Confining myself to music, I can say that after five years of concerts (even three times a year), I have noted a development both in the quality italian links Festa Italiana 8th edition of listening and in the organisation of music. For example, now there are beautiful, efficient, modern and new theatres. After the tour to China last summer, I also sensed a special feeling being created between myself and the audience at the end of the concert, a quality of relationship that I felt so intensely for the first time in that country. With China, one can never say, now I have understood! Hence my attitude is one of continuous listening and discovery. What we can give as a Western culture (if such a culture still exists!) is perhaps the depth of the musical language. Often, also because of the young Chinese musicians, the image that is carried from there is that of the Music-ShowBusiness, and that of the Music-Circus: “Let’s see how many notes he can play in one second?!” But I had the pleasure of meeting musicians and young composers who are going against the trend and bringing to music all the vivacity of a world that ‘is running’, even artistically. They are still in a minority, but at least they give hope. Culture and beauty will play a very important role in the dialogue and in the relationship between these worlds in the immediate future. 6. Has meeting with different peoples and musical cultures influenced your music in any way over time? It always influences you. My perception of music has changed a great deal by experiencing diverse cultures. For one thing, there is an expansion of one’s ‘ear’ and, as a result, of the significance of music in people’s lives. The direction that interests me is what music is becoming: extremely important and crucial in the quality of life of an individual as well as of a society. 7. After the US, France, Romania and China, in a short while we will get to hear you in Mumbai. Is it your first time in India? What are you expecting from this country? It is my first time in India. It is a great country, with a thousand-year-old culture. As it is with China, here one is before ‘8,000 metres’, hence before the feeling of being breathless. I have great curiosity and desire to see many of the things I have imagined, read in books and heard in stories. All my senses will be at their peak. And I am expecting great joy. 8. Indian classical music has an almost inescapable connection with religion and mythology. How would you compare it with Western classical music? In decades past, Western culture, with its musicians and philosophers, has looked with great interest at Indian culture. Perhaps Western music was searching for what it had lost, that is the strong connection with spirituality in general, which signifies religion, myth, mystery, and which was also present at the beginning of its journey (Western music is based on Gregorian chants) and in some ways till the first half of the 20th century. These ‘trips’ to an extremely distant culture were demanding 50-60 years ago (think of Messiaen, Cage, Riley), they had some effect and influenced the language of music, producing important things, but certainly not with mass appeal. 9. The programme that you will tackle in the Mumbai performance is particularly eclectic, opening with Bach and concluding with a track of the contemporary Italian band Premiata Forneria Marconi. What are the reasons for such a peculiar choice? The eclectic and historically wide-ranging programme expresses my musical identity. I like to connect the most disparate varieties to find their tenuous common threads. 10. You have a classical training, how did you tackle the rearrangement for piano of non-classical tracks? My training, in fact, is not just classical. Hence, I felt very good. Honestly, I also believe that a complete musical training, common to many musicians, cannot be only academic. There are great pianists who perhaps have never known Bach and have surely never studied him! Glenn Gould said, with a touch of envy, about a jazz pianist: “I would love to have a left hand like his!” 11. In your opinion, what role will classical music play in the years to come? It is true that this globalisation is placing us in lots of dangers and pitfalls, including that of italian links 127 translation-reduction and hence a loss of meaning. The present-day homo economicus who is increasingly running out of words, reveals a poverty. Music could ‘save’ us from this because it educates us and essentially requires us to listen and pay attention. The art of music therefore needs good ‘workers’ to contribute towards overcoming the many difficulties of our world. If Bush, Bin Laden and many others had studied – I don’t know – the oboe (which is extremely difficult), perhaps they would have acted differently! Certainly they would have had less time to do harm! La Musica salverà il mondo Intervista con Paolo Vergari 128 italian mentre si suona al palazzo delle Nazioni Unite a New York o alla Sala Nervi in Vaticano? Quando suono cerco di trovare prima di tutto la concentrazione: è una condizione semplice e complessa, tante cose contribuiscono a far sì questo avvenga in modo perfetto. Da questo poi dipende il rapporto che si crea con l'audience, che è molto delicato. La relazione con il pubblico, quando si è su qualsiasi palco, è disarmante: mette a nudo quello che sei in quel momento e quello che riesci a ricreare in quel momento, in quella sala, con quel pubblico; è bello e misteriosamente emozionante. 1. La sua biografia rivela un affascinante percorso musicale, ricco di esperienze ed incontri diversi. Quali tra i tanti sono stati un segno indelebile nel suo modo di comporre e suonare? È normale nella vita di un musicista fare tanti incontri, molti dei quali per me molto importanti. Cito il mio primo Maestro, Carlo Marcucci, un trombettista di musica jazz. Mi ha fatto appassionare alla musica e mi ha istintivamente “insegnato" l'improvvisazione. Poi il mio compagno di "classe", Alessandro Cappella, anche lui pianista. Con lui ho fatto le più importanti scoperte esistenziali della musica, come lo scoprire e vivere la musica in una parola, come "dilatazione infinita dell'anima". Ci sarebbero tanti altri maestri ancora, la lista è lunga. Ogni volta che ascolto un concerto è un' esperienza di conoscenza profonda! 3. Qual è la differenza tra l’esibirsi come solista piuttosto che in un’ensemble? Che tu stia suonando da solo o in gruppo, la sensazione rimane quella di cui parlavo prima: l’essere messo a nudo. Se sei insieme ad uno o più musicisti, ciò che cambia è che si mette a nudo quello che "musicalmente" i musicisti "sono" insieme. Personalmente quando mi è succeso di trovare sintonia e unità vera con un altro musicista si è rivelata essere un'esperienza esaltante ed estasiante. Mi è capitato ad esempio lo scorso anno quando durante un concerto abbiamo improvvisato un pezzo. L'organico era composto da un’oboista-cantante ebrea, un mandolinista ebreo, un oud (sorta di liuto arabo) palestinese, un cellista italiano ed io pianista. Differenze totali, culture diverse, un pezzo da creare al momento, come è tipico dell'improvvisazione; ciononostante tra noi si è immediatamente creato un grandissimo ascolto, anzi, una "corrente di ascolto" a milioni di watts! È questo profondo ascolto reciproco che ha fatto venir fuori la musica! 2. Lei ha suonato in molti dei più importanti teatri al mondo. Quali emozioni si provano 4. Quando si parla di musica classica, di solito ci si riferisce solo ad un pubblico d’elite, links Festa Italiana 8th edition considerato cultore del genere ed il solo in grado di comprendere. Qual è la sua opinione in merito? Purtroppo è cosi spesso, ma non sempre. Non penso mai e non dò credito a discorsi del tipo: "Eh, una volta sì che era diverso! C'era più cultura..." ecc. Penso che il valore della musica promuova la musica stessa, le elite muoiono, la grande musica d'arte non muore mai! Anche se visitata dai "barbari", riceve nuova vita e “dice” sempre qualcosa di attuale. Perché la musica è con la vita della persona. Quando una persona incontra la musica, che è un esperienza profonda dell'anima e non un genere musicale, riceve un dono grandissimo, ne sarà sempre grata e non smetterà mai di conoscere quello che la musica rivela infinitamente. 5. Tra i vari paesi che hanno avuto il piacere di ascoltarla, sicuramente spicca la Cina. Cosa ci racconta di questa esperienza? Come la musica classica occidentale può intrecciarsi con quella cinese? È difficile descrivere l’esperienza in Cina in poche righe. Incontrarsi con la cultura cinese può essere un “evento” importante nella propria vita. Per limitarsi alla musica, posso dire che dopo 5 anni di concerti (anche 3 volte all’anno) ho notato una crescita sia nella qualità dell’ascolto che nell’organizzazione della musica. Ad esempio ci sono adesso teatri bellissimi, efficienti, moderni, nuovi. Dopo il tour della scorsa estate in Cina ho anche percepito che alla fine del concerto si stava creando tra me e il pubblico un feeling particolare, una qualità di relazione che sentivo per la prima volta così intensa in quel Paese. Con la Cina non si può mai dire, adesso ho capito! Quindi il mio atteggiamento è di continuo ascolto e scoperta. Quello che possiamo dare come cultura occidentale (se ancora esistiamo!) è forse la profondità del linguaggio musicale. Spesso, anche a causa dei giovani musicisti cinesi, l’immagine che si veicola da quelle parti è quella del Music-Show-Business. Non solo, anche quella del Music-Circus: “Vediamo quante note riesce a suonare in un secondo?!” Ho avuto comunque il piacere di incontrare musicisti e giovani compositori che vanno in controtendenza e portano alla musica tutta la vivacità di un mondo che “corre”, anche artisticamente. Sono sempre in minoranza, ma almeno fanno sperare. La cultura e la bellezza avranno un ruolo importantissimo nel dialogo e nel rapporto tra questi mondi nell’immediato futuro. 129 6. L’incontro con popoli e culture musicali diverse ha in qualche modo influenzato la sua musica nel tempo? Sempre ti influenza. Ho cambiato molto la percezione della musica conoscendo culture diverse. Come?! Intanto c’è una dilatazione del proprio orecchio e poi, di conseguenza, dei significati della musica nella vita delle persone. La direzione che mi interessa è quello che la musica arriva a diventare: importantissima e determinante nella qualità della vita di una persona così come di una società. 7. Dopo USA, Francia, Romania e Cina, a breve la potremo ascoltare a Mumbai. È la sua prima volta in India? Cosa si aspetta da questo paese? È la prima volta in India. È un grande Paese, con una cultura millenaria; come per la Cina la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un “8.000 metri” e quindi di rimanere senza fiato. Ho grande curiosità e voglia di vedere tante cose immaginate, lette sui libri e sentite nei racconti. Avrò tutti i sensi al massimo. E mi italian links aspetto una grande gioia. 8. La musica classica indiana ha un legame quasi imprescindibile con religione e mitologia. Qual è secondo lei il confronto con la musica classica occidentale? Nei decenni passati la cultura occidentale, con i suoi musicisti e filosofi, ha guardato con grandissimo interesse alla cultura indiana. Forse la musica occidentale cercava quello che aveva perso, cioè il forte legame con la spiritualità in generale, che significa religione, mito, mistero, e che stava anche alle origini del suo percorso (la musica occidentale ha come fondamento il canto gregoriano) e che in qualche maniera è presente fino alla prima metà del ‘900. Questi “viaggi” dentro una cultura lontanissima, 50-60 anni fa (pensiamo a Messiaen, Cage, Riley) erano impegnativi, facevano un certo effetto e hanno influenzato il linguaggio musicale producendo risultati importanti, ma che non sono riusciti a dare impulso ad un dialogo interculturale e a raggiungere un vasto pubblico. 130 9. Il programma che affronterà nella performance di Mumbai è particolarmente eclettico, aprendosi con Bach e concludendosi con un brano della Premiata Forneria Marconi. Da cosa nasce questa scelta così particolare? Il programma eclettico e di grande respiro storico esprime la mia identità musicale. Mi piace accostare le diversità più disparate per trovarne i sottili fili comuni. completa, comune a tanti musicisti, non possa essere solo accademica. Ci sono grandi pianisti che forse non hanno conosciuto Bach e sicuramente non lo hanno mai studiato! Glenn Gould disse, con un pizzico di invidia, di un pianista jazz: “Vorrei avere la mano sinistra come la sua!” 11. A suo avviso che ruolo avrà la musica classica negli anni che verranno, in una realtà globale in continua evoluzione? È vero che questa globalizzazione ci pone in un sacco di rischi e trappole, tra cui quello della traduzione-riduzione e quindi perdita di significati. Il linguaggio stesso dell’homo economicus contemporaneo sempre più a corto di parole, esprime una povertà. La musica potrebbe “salvare” da questo, perché essa ci educa e ci richiede fondamentalmente ascolto e attenzione. La musica d’arte quindi ha bisogno di buoni “operai” per contribuire al superamento delle tante difficoltà del nostro mondo. Se Bush, Bin Laden e tanti altri avessero studiato, che ne so, l’oboe (che è molto difficile), forse agirebbero diversamente! Di sicuro avrebbero avuto meno tempo per fare danni! The Best of Paolo Vergari Il meglio di Paolo Vergari Ÿ2001, Perdono Ÿ2003, 40 Studi di perfezionamento di 10. Lei che ha una formazione classica, come ha affrontato il riarrangiamento per pianoforte di brani non classici? La mia formazione in realtà non è solo classica, quindi mi sono trovato molto bene. A dir la verità credo anche che una formazione musicale italian links Festa Italiana 8th edition Gino Tagliapietra Ÿ2006, My love to China Ÿ2007, Concerti per Pianoforte e Orchestra di Gian Francesco Malipiero Biography/Biografia Paolo Vergari studied piano and composition at the “L. D’Annunzio” conservatory in Pescara with Giovanna De Fanti, and subsequently with M. Della Chiesa D’Isasca, E. Hubert, A.Ciccolini, T. Nikolajewa, E. Murano and A. Hintchev. His international music career was launched by success in the Johann Sebastian Bach competition in Leipzig in 1988. He has given concerts as a soloist and in chamber ensembles at major location from the Teatro La Fenice in Venice to the United Nations auditorium in New York. He has performed as soloist with great international Orchesters, from the Akademische Orchester Freiburg, to the RAI National Symphony Orchestra and played under conductors such as Giorgio Bernasconi and Mirjam Schimdt. His interest in the masterworks of chamber music has led to major collaborations with the “Quartetto Szymanowski”, with violinist Cristiano Rossi and with the Ensemble Oggimusica of Lugano. He is also a founding member of the ADM Ensemble of Modena. He took part in several international music festivals and toured China several times since 2004, performing in the most important concert halls of the country. Paolo Vergari is not only a musician but a professor too: he teaches at the Kunming University (Yunnan, China), the University “G. Enescu” in Iasi (Romania), the Magnificat School of Music in Jerusalem and the Badiamusica association, of which he was founder and artistic director. Il Maestro Vergari ha studiato pianoforte e composizione al Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara con Giovanna De Fanti, perfezionandosi poi con M. Della Chiesa D’Isasca, E. Hubert, A. Ciccolini, T. Nikolajewa, A. Hintchev. Nel 1988 si è distinto al concorso Johann Sebastian Bach di Lipsia, occasione che ha avviato la sua carriera musicale a livello internazionale. Il Maestro ha tenuto concerti come solista ed in formazioni cameristiche in location di grande prestigio: dal Teatro La Fenice di Venezia, all’auditorium delle Nazioni Unite a New York. Come solista ha suonato con le più svariate orchestre internazionali, dall’Akademische Orchester Freiburg, all’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, collaborando tra i tanti con direttori come Giorgio Bernasconi e Mirjam Schimdt. L’interesse per i capolavori della musica cameristica lo ha portato a collaborazioni prestigiose da quella con il “Quartetto Szymanowski”, al violinista Cristiano Rossi, all’Ensemble Oggimusica di Lugano ecc. Il Maestro è anche membro fondatore dell’ADM Ensemble di Modena. Da sempre partecipa ad i più importanti festival internazionali e dal 2004 effettua regolarmente tourneé in Cina, suonando nei più importanti teatri del Paese. Oltre a suonare, il Maestro Vergari insegna musica presso 4 importanti istituzioni: la Kunming University (Yunnan-Cina), l’Università “G. Enescu” di Iasi (Romania), l’Istituto Magnificat di Gerusalemme e l’associazione Badiamusica (Bolzano). Di quest’ultima è stato fondatore e direttore. italian links 131 Italian Film Festival Festival del Cinema Italiano Miracolo a Milano This fantasy tale tells of Totò, who is found in a cabbage patch and adopted by an old woman named Lolotta. He later moves to an orphanage beacause Lolotta passes away. The film moves forward in time to the character being eighteen years of age and Totò (Francesco Golisano) leaves the orphanage and begins to live in a shantytown in Milan. Totò's organizational skills, learned at the orphanage and from Lolotta, brings structure to the colony and brings a sense of small happiness and well being among the depressed people. When Totò is given a magic dove by the ghost of his adoptive mother, he uses its powers to grant wishes to those who ask. The dove, however, is taken back by two angels who object to a mortal having possession of it. The land where Totò and his friends live is taken over by capitalists after oil is found there and they are all taken away to prison in horse-drawn paddy wagons. On the way to prison, however, a dove is returned to Totò and his wish for the freedom of his friends is granted. In a historical cinematic scene they escape into the sky, arguably to heaven, on brooms pinched from street sweepers in Milan's central square. 132 italian 13th March 6:30pm Director/Regista: Vittorio De Sica Duration/Durata: 100 minutes Year /Anno: Awards/Premi: 1951 1 Grand Prize of the Festival 1 Silver Ribbon 1 New York Film Critics Circle Award, etc. appreso in orfanotrofio e da Lolotta, Totò riesce a organizzare la comunità con cui vive, portando un nuovo senso di felicità e benessere tra gli abitanti ormai sconsolati. Totò riceve dal fantasma della madre adottiva una colomba magica, grazie alla quale può esaudire i desideri delle persone. Tuttavia due angeli si riappropriano della colomba per non farla rimanere nelle mani di un mortale. Un giorno si scopre la presenza di petrolio nel terreno dove vivono Totò e i suoi amici. Avutane notizia degli industriali se ne appropriano e tutti gli Questa favola narra la storia di Totò, trovato abusivi sono arrestati. Sulla strada per la sotto un cavolo e adottato da una vecchina di prigione, però, Totò riceve nuovamente in dono nome Lolotta. Quando Lolotta muore, il la colomba magica, con la quale riesce a liberare bambino viene portato in un orfanotrofio. tutti i poveri abitanti imprigionati. In una scena Ritroviamo il giovane Totò (Francesco Golisano) cinematografica che ha fatto la storia, Totò e i quando, diciottenne, esce dall’orfanotrofio e suoi amici spiccano il volo verso il cielo, forse comincia a vivere in una baraccopoli a Milano. verso il paradiso, sulle scope prese agli spazzini Grazie all’arte della sopravvivenza che ha di Piazza Duomo a Milano. links Festa Italiana 8th edition Divorzio all’Italiana Baron Fefé Cefalù is a Sicilian nobleman bored of life and of wife Rosalia: he falls in love with young and beautiful cousin Angela, who spends summers in the same palace. Since divorce is impossible in Italy in the 1960s, he decides to kill the wife, knowing that sentence would be very light if he proved that he committed murder for a matter of honour, i.e. when he found the wife together with another man. Therefore, he starts finding a lover for Rosalia, using Carmelo Patané, a painter well-known by her. 14th March 6:30pm Director/Regista: Pietro Germi Duration/Durata: 108 minutes Year/Anno: 1961 Awards/Premi: 1 Oscar,1 BAFTA Awards, 1 Cannes Film Festival Award, 1 Golden Globes USA, etc. Il Barone Fefé Cefalù, è un nobile siciliano annoiato dalla vita e dalla moglie Rosalia: egli si innamora della giovane e bella cugina Angela, che trascorre le estati nello loro stesso palazzo. Essendo il divorzio impossibile nell’Italia degli anni Sessanta, il Barone decide di uccidere la moglie, facendo passare l’omicidio per questione d’onore: uccidere la moglie perché trovata con un altro uomo, lo avrebbe esposto ad una pena giudiziaria minore. Inizia quindi a cercare un amante per Rosalia, e lo trova in Carmelo Patané, un noto pittore ben conosciuto dalla moglie. Morte a Venezia Director/Regista: Luchino Visconti Duration/Durata: 130 minutes Year/Anno: 1971 Awards/Premi: 1 BAFTA Awards, 1 Cannes Festival Award, etc. 15th March 6:30pm Gustav Von Aschenbach, a composer utterly absorbed in his work, arrives in Venice as a result of a youthfully ardent thirst for distant scenes and there meets a young man by whose beauty he becomes obsessed. His pitiful pursuit of the object of his overpowering affection and its inevitable and tragic consequences is told here in Visconti's luminous work of of art. Gustav Von Aschenbach, un compositore costantemente assorto nelle sue opere, giunge a Venezia guidato da un’ardente sete giovanile di novità. Qui incontra un giovane ragazzo della cui bellezza diventa ossessionato. La pietosa ricerca del suo affetto travolgente e le inevitabili tragiche conseguenze sono così raccontate nel brillante capolavoro di Visconti. italian links 133 Tosca, nei luoghi e nelle ore di Tosca Opera icon Placido Domingo stars alongside Catherine Malfitano, Ruggero Raimondi, Giacomo Prestia, and Giorgio Gatti in this production of Puccini's Tosca. The familiar opera follows the tragic story of Tosca and Cavaradossi, her lover. When he hides a political prisoner and is subsequently tortured for it, Tosca promises herself to the chief of police in order to save Cavaradossi from execution. 16th March Director/Regia: 6:30pm Patroni Griffi Conductor/Direttore d’orchestra: Zubin Mehta Duration/Durata: 180 minutes Year/Anno: 1992 Placido Domingo, icona del teatro d’opera, è il protagonista di questa produzione della Tosca di Puccini insieme a Catherine Malfitano, Ruggero Raimondi, Giacomo Prestia e Giorgio Gatti. L'opera narra la tragica storia di Tosca e del suo amante Cavaradossi. Egli nasconde un prigioniero politico e quando viene scoperto e torturato, Tosca promette di concedersi al capo della polizia per salvare il proprio amante dall’esecuzione 134 italian links Festa Italiana 8th edition