ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università “Roma Tre” Contatti: [email protected] ECONOMIA URBANA E REGIONALE Economia Urbana 2 TEORIA DELLA CRESCITA E DELLO SVILUPPO REGIONALE Economia Urbana 3 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda come motore di sviluppo Teorie che negli anni ’50 e ’60 si sono interrogate sulle determinanti economiche dello sviluppo, sui meccanismi che permettono ad un sistema di crescere e di raggiungere tassi di incremento della produzione maggiori, tassi di disoccupazione inferiori e più elevati livelli di ricchezza. Indicatore sintetico, ovvero reddito o prodotto pro capite, assunzione necessaria di uno spazio uniforme-astratto in cui le condizioni di offerta (dotazione fattoriale, struttura settoriale e produttiva) e di domanda (gusti e preferenze dei consumatori) sono ovunque identiche, rappresentabili da un vettore di caratteristiche macroeconomiche valide per tutta l’area geografica considerata. Teorie e modelli che concepiscono la crescita come risultato dell’espansione della domanda. Economia Urbana 4 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda come motore di sviluppo Lo sviluppo è inteso come crescita della produzione, del reddito e dell’occupazione, in un’ottica tipicamente keynesiana. L’aumento di domanda locale per effetto di meccanismi di interdipendenza nella produzione e nei consumi, produce aumento di reddito e occupazione nei settori collegati a monte e a valle. Domanda come motore dello sviluppo, teoria che si applica a realtà locali di piccola dimensione, dove la domanda interna è bassa e dove non sono prodotti tutti i beni necessari, per cui l’interdipendenza con altre aree geografiche è fondamentale. L’aumento di reddito in un dato settore trainato dalla domanda produce un aumento dei consumi e per effetto del moltiplicatore keynesiano si produce un impulso ulteriore alla domanda. Economia Urbana 5 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda come motore di sviluppo L’approccio riguarda il breve periodo, poiché ipotizza implicitamente una competitività della produzione e della struttura attuale, che può essere valida solo per un periodo breve. Nel lungo periodo il sistema locale resta competitivo solo se riesce a mantenere o ad espandere la propria posizione sul mercato mondiale (emerge quindi il ruolo della innovazione per favorire la crescita della produttività dei fattori). Elementi di BILANCIA DEI PAGAMENTI: saldo positivo delle partite correnti, saldo positivo dei movimenti di capitale, favoriscono la crescita locale. Da cosa dipende la BDP regionale Economia Urbana 6 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda come motore di sviluppo Elevate esportazioni Cospicui trasferimenti pubblici (trasferimenti unilaterali). La crescita è finanziata da altre regioni, ovvero il reddito non rispecchia la reale capacità produttiva locale (la regione vive al di sopra delle proprie possibilità) Movimenti interregionali di capitale in entrata per acquisti di beni patrimoniali (terreni e fabbricati) aumentano la ricchezza regionale Movimenti di capitale in entrata e in uscita per investimenti diretti nella regione (stimolo all’occupazione e alla produzione) Movimenti di capitale in entrata a carattere finanziario di breve periodo (crediti commerciali). Economia Urbana 7 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello di Hoyt Il modello della base di esportazione è il princiaple modello che identifica il ruolo della domanda nei meccanismi di crescita e di sviluppo. Idea di base: se i sistemi economici di grandi dimensioni possono fare affidamento sulle forze interne al sistema per il loro sviluppo, i sistemi economici più piccoli (aree sub-nazionali) sono invece spesso molto specializzati e non possono affidarsi solo sulle capacità endogene di sviluppo. Crescita economica è fortemente condizionata da elementi esterni. Il primo modello di Hoyt nasce come un modello urbano (anni’30). L’occupazione viene distinta tra settore di base (Lb, identificabile nel settore di specializzazione dell’area) e settore dei servizi (Ls). Economia Urbana 8 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello di Hoyt Le principali relazioni di partenza sono LT = Lb + Ls Ls = aLT con 0<a<1 Lb = Lb L’occupazione totale LT è per definizione la somma dell’occupazione dei due settori, l’occupazione nel settore di base è esogena, mentre l’occupazione nel settore dei servizi è una quota a dell’occupazione totale. 1 LT = Lb 1− a Economia Urbana 9 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello di Hoyt 1 ∆LT = ∆Lb 1− a All’aumentare dell’occupazione nel settore di base l’occupazione totale aumenta di una quantità più che proporzionale, definita dal moltiplicatore urbano 1/(1-a), per definizione con valore >1. se ipotizziamo una proporzione tra occupazione totale e popolazione residente nell’area (pari a b>1) è possibile scrivere P = bLT b ∆P = b∆LT = ∆Lb 1− a Crescita della popolazione residente, quindi espansione fisica dell’area Economia Urbana 10 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello keynesiano export-led Versione a livello regionale del modello di Hoyt pensato su scala urbana, da parte di North, Tiebout e Andrews, modello di natura solo economica dove le variabili fisiche del modello di Hoyt sono sostituite da variabile macroeconomiche aggregate (reddito, domanda interna ed esterna) al fine di determinare la crescita economica delle aree e non il loro sviluppo fisico. Modello tradizionale di domanda aggregata keynesiana, dove reddito o produzione aggregata Y è uguale alle componenti della domanda aggregata (consumi, esportazioni, importazioni) Y =C+ X −M X=X C = cY Economia Urbana M = mY 11 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello keynesiano export-led 1 1 Tasso di Y= X ∆Y = ∆X 1 − (c − m ) 1 − (c − m ) crescita Moltiplicatore keynesiano All’aumentare delle esportazioni di un’area, la produzione e il reddito aumentano in modo più che proporzionale, purché la propensione marginale a spendere localmente (c-m) sia minore di 1, condizione garantita dalle assunzioni sui valori di c e m. La domanda esterna, misurata in termini di esportazioni, genera e determina l’ampiezza dello sviluppo locale, attraverso gli effetti moltiplicativi che provoca sul reddito locale (nel modello economico) e sull’occupazione del settore di base (nel modello con variabili fisiche). Economia Urbana 12 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Il Modello keynesiano export-led Guardando l’equazione del tasso di crescita emerge come le regioni a più rapido sviluppo sono quelle che riescono a mantenere nel tempo un surplus di esportazioni, a meno che l’aumento delle esportazioni venga superato da un incremento maggiore di importazioni indotte. Adesso espandiamo il modello semplice adottato includendo tutte le componenti della domanda di un modello keynesiano, in modo da allargare alla dinamica degli investimenti privati o della spesa pubblica, e non alla sola espansione delle esportazioni, le possibili determinanti della crescita. Economia Urbana 13 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Y −T + R = C + I + G + X − M Domanda aggregata Yd = Y − tY + R Reddito disponibile 1 [1 − (c − m)](1 − t ) Moltiplicatore keynesiano Yr = Cr + I r + Gr + X r − M r X r = ∑ M rj = ∑ mrjYd j Yd r = Yr − tYr Legame tra crescita del reddito locale e crescita del reddito di altre regioni j j Tr = t rYr Economia Urbana 14 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Versione dinamica del modello Fine anni ’70 con l’obiettivo di superare una delle più pressanti critiche mosse a quel tempo al modello originario, ovvero il rapporto tra occupazione nei servizi e occupazione totale costante. L’occupazione nei servizi può crescere indipendentemente dalla crescita del settore di base. Per fare ciò nel modello di Hoyt originario si sostituisce la variabile reddito alla variabile occupazione con l’obiettivo di studiare nel tempo l’andamento dei tassi di crescita delle variabili. YT = Yb + Ys Ys = a0 + a1YT Yb = Yb a0 è una costante in grado di misurare variazioni esogene del reddito del settore dei servizi Economia Urbana 15 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Versione dinamica del modello Sostituendo troviamo l’equazione di equilibrio statico a0 Yb + YT = 1 − a1 1 − a1 1 ∆YT = ∆Yb 1 − a1 In termini di tasso di sviluppo l’equazione diventa ∆Yb ∆Yb Yb ∆Yb 1 ∆YT = = = YT Yb a0 + Yb 1 − a1 a0 + Yb a0 + Yb 1 − a1 Ruolo importante giocato dalla costante a0, se = 0 il reddito totale cresce alla stessa velocità (tasso) del reddito del settore di base, si ritorna nel modello iniziale di Hoyt con rapporto costante. Economia Urbana 16 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Versione dinamica del modello Ruolo importante giocato dalla costante a0, se > 0 il tasso di crescita del reddito totale è minore del tasso di crescita del reddito del settore di base, se < 0 il reddito totale cresce più velocemente di quanto cresca il reddito del settore di base. Ulteriori sviluppi in chiave dinamica sono stati elaborati per analizzare la stabilità della soluzione di equilibrio. Y (t ) = C (t ) + X (t ) − M (t ) Domanda aggregata Introduciamo un ritardo temporale nella relazione tra consumi e reddito e in quella tra importazioni e reddito, in modo che i consumi e le importazioni al tempo t sono definiti dal reddito al tempo t-1 Economia Urbana 17 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Versione dinamica del modello C (t ) = cY (t − 1) Funzione dei consumi ritardata M (t ) = mY (t − 1) Funzione delle importazioni ritardata Y (t ) − (c − m )Y (t − 1) = X (t ) Supponendo che la domanda esterna di beni prodotti a livello locale cresce esponenzialmente nel tempo ad un tasso costante t g>0 X (t ) = X (0 )(1 + g ) la dinamica del reddito regionale assume l’andamento descritto nel grafico. Economia Urbana 18 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Versione dinamica del modello Economia Urbana 19 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Principali critiche Caratteristica di modello aspaziale (regione come spazio uniforme), il modello è in grado di evidenziare ma non di interpretare le determinanti della crescita regionale, spiega bene quelle regioni dove si è avuta una specializzazione nei cosiddetti ricardian goods, dove la specializzazione dipende esogenamente dalla dotazione di risorse naturali. Livello di analisi troppo aggregato. Esempio studi sugli effetti di dispersione nel moltiplicatore per gli investimenti infrastrutturali nel Mezzogiorno. Assenza della dinamica in termini di cambiamento strutturale (il sentiero di specializzazione resta invariato). Economia Urbana 20 TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Stima della base economica Metodi per distinguere i settori di base da quelli dei servizi di una regione. Metodo più comune è quello del quoziente di localizzazione con cui si distinguono i settori in base alla quota occupazionale del settore a livello regionale rispetto alla quota dello stesso settore a livello nazionale Eir QLir = Er Ein En i, r, n indicano il settore, la regione e la nazione di analisi, E rappresenta il numero di occupati (ma si può usare qualsiasi variabile aggregata). Se il rapporto tra le quote>1 ciò indica un surplus di produzione rispetto alle esigenze di domanda locale e 21 quindi esportazioni nette. Economia Urbana TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE 3) Domanda: modello della base di esportazione Stima della base economica La somma dell’occupazione per tutti i settori che esportano ci indica l’occupazione complessiva del settore di base. Limiti del metodo: si assumono uguali gusti e preferenze dei consumatori nello spazio (solo in questo modo il surplus di produzione equivale ad esportazioni, altrimenti potrebbe essere generato da una maggiore domanda a livello locale rispetto alla media nazionale). Inoltre si ipotizza una logica di economia chiusa, dove la nazione non ha rapporti con l’estero (ipotesi irrealistica). Economia Urbana 22