Fabio Mancini, nato a Milano nel 1967, si è diplomato brillantemente

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CURRICULUM ARTISTICO
Fabio Mancini, nato a Milano nel 1967, si è diplomato brillantemente in organo e composizione organistica nel 1989
presso il Conservatorio 'G. Verdi' di Milano e in Pianoforte nel 1991 presso l’Istituto Musicale Pareggiato 'G. Donizetti'
di Bergamo. Ha frequentato inoltre il corso di Composizione con D. Lorenzini. Successivamente si è perfezionato
studiando con il M° E. Corti e frequentando diversi corsi di interpretazione musicale con particolare indirizzo verso i
problemi filologici con H. Vogel, M. Radulescu, W. Krumbach (musica barocca tedesca e J. S. Bach), A. Isoir, M.
Chapuis (musica barocca francese), C. Stella, M. Torrent-Serra (musica spagnola), presso l' Università Cattolica di
Milano, l' Accademia di musica italiana per organo di Pistoia e la Civica Scuola di Musica di Milano.
Dopo aver vinto nel 1987 e nel 1988 il Concorso Organistico di Noale (VE), ha intrapreso l’attività concertistica che lo
ha visto impegnato in concerti solistici all’organo, oltre che come pianista e clavicembalista in varie formazioni
cameristiche in tutta Italia. Ha collaborato con diverse orchestre tra le quali 'I Pomeriggi Musicali' , 'Accademia
Concertante d'Archi' di Milano, Orchestra 'A. Vivaldi' di Lecco, l’Orchestra 'Mediolanensis', Orchestra 'Nuova
Cameristica' di Milano, Orchestra Filarmonica Europea di Varese. Con queste orchestre ha eseguito come solista i
concerti per organo e orchestra di F.Poulenc, G.F. Haendel, J. Haydn, W.A. Mozart, J.G Albrechtsberger, J. Stamitz e
F.X. Brixi, riproponendo con convinzione al pubblico la formazione per organo e orchestra e riscoprendo pagine di
musica del periodo classico dedicate a questa formazione per lungo tempo ignorate.
Ha collaborato con la Commissione per la tutela degli organi artistici presso la Soprintendenza per i Beni Ambientali e
Architettonici di Milano schedando strumenti di interesse storico per la tutela del patrimonio organario e tenendo
concerti nelle varie rassegne concertistiche atte a valorizzare questi strumenti.
Dal 1989 è maestro del Coro 'San Leonardo Murialdo' con il quale ha tenuto concerti nelle principali cattedrali Italiane
(Duomo di Milano, Basilica di San Marco a Venezia, Duomo di Varese, Duomo di Lecco, Duomo di Brescia, Basilica
S. Maria Maggiore Bergamo, Basilica di Sant’Agnese a Roma, Duomo di Caserta etc.), incidendo anche diversi CD per
la 'ACAM'.
Dopo alcuni anni di intensa attività didattica come docente di organo, pianoforte, teoria musicale e armonia in varie
Scuole Civiche Musicali Lombarde, dal 1999 collabora con il Team Vivaldistudio, per il quale ha coordinato lo
sviluppo della prima biblioteca digitale interattiva di partiture musicali disponibile su Internet e ha contribuito a
sviluppare le varie fasi della tecnologia sia per la notazione musicale che per le tecnologie collegate, con particolare
attenzione ai software di riconoscimento ottico del testo musicale e ai problemi di spaziatura musicale.
Dal 2004 tiene i corsi di 'Metodologie e Tecniche per l’Editoria Musicale' presso l’Università Statale di Milano, Facoltà
di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, per il corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione
Musicale.
Ha sempre cercato di ampliare i propri orizzonti musicali coltivando esperienza e passione per il Jazz, il Progressive
Rock, la Fusion, la musica New Age. Ha suonato come tastierista con varie band. Nel 1998 ha inciso il brano 'Tarkus'
per il CD 'Fanfares for the pirates - Tributo ad ELP' prodotto e distribuito dalla Mellow Records.
Nel 2005 è entrato come tastierista nella formazione del gruppo progressive 'The Watch' con cui sta tenendo concerti
nei principali festival progressive in Italia, Portogallo, Olanda, Svezia, Germania, Svizzera, Francia, USA, Canada, e
con cui ha inciso il CD 'Primitive' e un CD live che documenta le potenti performance dal vivo. Nel 2007 ha fondato
insieme a Mauro Aimetti e Marco Fabbri la ELP tribute band, che propone il repertorio di questo mitico trio a cavallo
fra musica classica e progressive rock. Anche questo gruppo ha un'intensa attività concertistica in Italia e in tutta
Europa ed è rappresentato per l'Europa dalla wiventerteinment.com.
Nel 2003 ha inciso un CD con musiche organistiche del periodo barocco, utilizzando per la prima volta al mondo la
tecnologia Hauptwerk.
Nel 2005 ha realizzato il suo primo album con composizioni originali per pianoforte solo dal titolo 'The Solitaire
Voyager', a cui è seguito nel 2007 il secondo lavoro solista dal titolo 'Secret World'; entrambi i CD hanno riscosso
recensioni molto positive dalla stampa specializzata.
Per contatti:
Fabio Mancini, via Monte Palombino 11 – 20138 Milano – Tel. 348 3953519
email [email protected] sito internet: www.fabiomancini.org
Alcune recensioni dei CD:
"Your piano playing tells a lot though it does not have lyrics"
"è un treno di sensazioni e di emozioni che ti colpiscono in pieno."
"Sweet and strong… a very nice combination..."
"Ha un sapore jazz con un retrogusto che diventa quasi new age. Con quel pizzico di sale e pepe dato da una sensibilità pop che
vuole trovare innesto in un impianto classico."
"E' raro trovare musicisti che vadano oltre la tecnica... spesso questa offusca il vero senso di un brano. Fabio Mancini invece riesce
a coniugare tecnica e groove"
FABIO MANCINI "Secret World" piano solo
Già un nuovo album solista per il tastierista dei The Watch, di cui vi avevo già presentato l’ultimo "The solitaire voyager". Registrato
nel luglio di quest’anno, propone 11 pezzi, per una quarantina di minuti di ascolto. Il titolo dell’album non mi pare innocente, poiché
se il peso di un album d’esordio porta spesso con sé un carico di doveri o di “figure obbligatorie” e spesso una mancanza di
abbandono, Fabio qui è più libero, preoccupandosi meno di quello che si potrebbe rimproverare al suo lavoro, mentre l'album
precedente aveva a volte un lato da "biglietto da visita".
"Looking for something" ci invita in un mondo segreto e vi ritrovo immediatamente quel modo di suonare virtuoso e soprattutto di
ampio respiro che mi aveva tanto sedotto. Fabio è a volte delicato nel tocco però sa mostrarsi aggressivo sui tasti quando vuole
lasciar imporre un’emozione sulle altre, il che appare evidente in "Tramonto di sabbia". Ma è nell’intero disco che si mostra una vera
personalità. Tanto nell’album precedente si ritrovavano numerosi riferimenti, tanto qui piuttosto c’è la testimonianza di un proprio
vissuto, di una costruzione musicale, e soprattutto d'una potenza espressiva personale. Fabio è tra i grandi strumentisti, ma soprattutto
non esagera mai, senza privarsi di alcuna nota necessaria all’insieme; è quindi ancor più affascinante che prenda spesso in giro
qualunque genere al quale si avvicini, come pure che li mescoli, si veda "Down the street", che obbedisce al classico ma con non
poca irriverenza, come un Mozart che si beffa di Salieri… In ciò la costruzione di quest’album somiglia al precedente, sapendo che
Fabio propone un campionario di quello che ama, e anche di ciò che lo ha formato; "Bartok" costeggia il melodico più
convenzionale, ma ci sono anche pezzi più rock o prog ("Out of a dream" e "Spectral night") e a volte una spolverata di umorismo
qui e là. I diversi pezzi sono assai variati e la loro durata media costituisce un vero atout per rimbalzare in fretta dall’uno all’altro.
Eccitazione, magniloquenza o ricercatezza riempiono i suoi brani, come l’incredibile "Rock Toccata" (che non è affatto rock) piena
di vita e di energia. Più personale, più aperto, l’album è ancora una volta un capolavoro di finezza ed emozione, personalmente mi
sono innamorato praticamente di ogni pezzo. Inoltre, a differenza di un Rick Wakeman, la cui discografia è per 4/5 "limitata", Fabio
non si permette nessun synth, computer o altro, solo le sue mani e il suo piano. Interesse non di secondo piano delle sue composizioni
è che esse sono suonate con maestria e quindi non ci si annoia mai, rischio che potrebbe esserci con questo genere di album.
Il tutto trasmette una gioia di vivere, un ottimismo molto comunicativo ed entra senza dubbio nella mia top 10 dell’anno. Presto sarà
Natale, regalatelo ai vostri familiari, lo adoreranno e potrete chiederlo loro quando vorrete !! Il problema è che non glielo renderete
mai !!! ATTENZIONE, CAPOLAVORO !!!!
Bruno Cassan (12/2007) traduzione di FloraSol Accursio
FABIO MANCINI "Secret World" piano solo - Solo Piano Publications - Kathy Parson favorite reviews“Secret World” is
Italian pianist/composer Fabio Mancini’s second solo piano CD of original music. Also an accomplished organist, he has released a
CD of baroque works for that instrument as well. Full of energy and passion, this is a CD of “big” music that varies from very
classical to jazz and progressive rock with a little new age thrown in. As a performer, Mancini plays classical music as a soloist and
with orchestras both on piano and organ, and he also performs with a progressive rock band (The Watch) as well as an Emerson,
Lake, and Palmer tribute band. These eclectic influences give Mancini a unique voice and approach. With advanced degrees in both
piano and organ, Mancini also teaches at the University of Milan. Many of the CDs I review are intended for relaxation, but this one
is definitely more for energizing and stimulation. A few of the tracks are more serene, but most are quite powerful - obviously the
work of an extraordinary musician and a pianist who lives and breathes music.
The first of the eleven tracks is “Looking for Something,” a piece that swirls in a vortex of sound, passionately seeking something or
someone, or perhaps resolution - a very powerful and emotional work. “Tramonto di Sabbia” is dark and turbulent, but also very
emotional and complex. “Down the Street” is fast and lively, played in an “agitato” style - edgy and excited. “Wrong Way” seems to
pick up where “Down the Street” ended, with a rhythmic deep bass pattern that then goes off in a different direction - lost, agitated,
and anxious. It’s a fascinating, harmonically and rhythmically complex piece, if not a comfortable one. "Just a Thought” takes us to a
different musical dimension, one that is calmer and more peaceful. A series of flowing broken chords and a simple melody give this
piece a sense of tranquility. My favorite track is “Out of a Dream,” a mysterious piece with several themes and a sense of emotional
urgency - very effective! As the title implies, “Rock Toccata” is all over the piano. Big and brash, this is about as far from new age
piano as you can get. I also really like “Fantasia Danzante.” Fast and passionate with a haunting melody and compelling rhythm, this
piece stays with you after the final notes trail off. The title track closes the set in a pensive mood. Exploratory and subdued, it seems
to come from deep within - a lovely ending to a most interesting and exhilarating piano album!
Kathy Parsons Solo Piano Publications 10/11/07
FABIO MANCINI "Secret World" piano solo
Recensire una persona, un artista per la precisione, e poi incontrarlo fa un effetto strano. È molto emozionante, ve l’assicuro. Di
Fabio Mancini ho recensito il primo lavoro , “The Solitarie Voyager”. Ho mantenuto i contatti tanto da avere la possibilità di
ascoltare anche il suo secondo lavoro ”Secret World” quasi in anteprima.
E io sono sicura che quello della musica e di chi la fa rimane un mondo misterioso. Come vi dicevo, ho incontrato Fabio
personalmente. Un artista emana una luce strana. Ti avvicini e sorride anche se non sa chi sei. Ti sorride perché lui, in mezzo a
tastiere e pianoforti di genere vario, sta bene. E nulla potrebbe turbarlo. Un artista è fatto per stare in mezzo all’arte e per dare a noi,
comuni mortali, il modo di avvicinarci al sublime della musica.
Ma si sa, il sublime è ineffabile. Quindi impossibile a dirsi, impossibile a spiegarsi. Bisogna solo ascoltarlo e viverlo.
“Secret world” non è un lavoro facile. È più maturo rispetto a “The Solitarie Voyager”. Se prima ricordava Allevi, adesso mi fa
pensare a Einaudi. Ha tutta l’improvvisazione tipica del jazz, e la maestria tecnica del compositore classico.
Io se chiuso gli occhi già lo vedo assorto nel suo mondo. La mano destra seguire la sinistra e fondersi insieme per diventare un
tutt’uno con i tasti. Un po’ affrontarli con impeto e passione, un po’ sfiorarli con dolcezza e amore. Perché i modi di emozionare non
sono tutti uguali e noi non ci emozioniamo allo stesso modo. Ma qui c’è melodia per ognuno dalle orecchie raffinate.
Abbiate solo la pazienza di assaporare tutto ascolto dopo ascolto. Le cose belle non sono mai le più facili, ma quelle che diventano
parte di noi con il tempo. Se al primo ascolto non vi convince, fermatevi. Riponete il cd sulla vostra scrivania e aspettate. Bisogna
essere pronti davvero per godere della magia sublime.
Eleonora Giorgi
FABIO MANCINI "The Solitaire Voyager" for piano solo Pubblicata sul sito web RockIt
Una copertina semplice: un pianoforte con le sue corde, i tasti bianchi e i tasti neri. È lui il protagonista di questo viaggio solitario.
Ed è Fabio Mancini che ne plasma la forma. Tastierista della band progressive The watch, questa è solo la sua ultima attività. In
realtà lui è pianista, compositore, insegnante e concertista. Persona alquanto eclettica, non c'è dubbio.
Carne al fuoco ce n'è, ora vediamo com'è il piatto portato in tavola. Ha un sapore jazz con un retrogusto che diventa quasi new age.
Con quel pizzico di sale e pepe dato da una sensibilità pop che vuole trovare innesto in un impianto classico.
Musica da film alla Vangelis: per ogni pezzo potrebbe esserci un'immagine. "Close at home": la malinconia e la tensione, il correre
per strada e il ritorno a casa.
È quasi scontato, ma lo stile ricorda il primo Allevi, quello che non ha niente a che fare con la musica da pubblicità per capirci. Già
immaginiamo la velocità delle dita sui tasti in "Rainy night" e tutta la platea che rimane assuefatta all'ascolto. O l'apertura che diventa
refrain e infine chiusura di "Traffic". La pura improvvisazione che pervade, nota per nota, quei locali per solo jazz.
Non è cibo per tutti, ci vuole un poco il palato abituato ai gusti raffinati e studiati. Qui c'è molta tecnica e virtuosismo, il voler far
sapere di saper fare. Ma anche la sostanza non è da sottovalutare. È il primo lavoro di composizioni originali per solo piano. A breve
il secondo, già in registrazione. Da tenere d'occhio. (03-09-2007)
Eleonora Giorgi
Questo transalpino ci offre con questo suo disco delle composizioni per pianoforte: un mix di musica contemporanea, musica
classica, colonne sonore di film, musica ambient e prog, il tutto influenzato da Einaudi, Nyman, Mertens, Glass, Vangelis, Satie,
Emerson… Nel 1998 Fabio ha partecipato al tributo a ELP "Fanfares for the pirates" pubblicato dalla Mellow Records. Nel 2003
pubblica "Organ music vol.1" ed è il primo artista che utilizza nella propria registrazione la tecnologia Haupkwerk: un programma
informatico che crea sul PC un grande organo virtuale. In questo disco l'esecutore riprende in modo superlativo dei temi di Walter,
Bach, Buxtehude e Bruhns. Attualmente insegna all'università di Milano e collabora con Vivaldi Studio. Ma se vi dicessi invece che
il nostro amico è anche il tastierista di "The Watch" a questo punto la cosa non vi lascerebbe certo freddi. Quando suona col suo
gruppo ha sempre l'occasione di esprimersi con un lungo solo su un pianoforte classico. In questo disco invece ha tutto l'agio di
distendere la sua maestria sui 12 brani che comprendono 38' e 45" di "The Solitaire Voyager". La prima cosa che direi è che non ci si
annoia mai, anche se non ascolteremo nulla di prog nè nulla di particolarmente virtuosistico (qualità di cui peraltro il nostro non è
certo privo). Quindi passiamo alla qualità del suono: è caldo, avvolgente, fa piacere ascoltare questo disco anche se l'idea di un disco
di solo pianoforte potrebbe di primo acchito dare un'idea di noia. In terzo luogo - e per me è la cosa principale - il suo modo di
suonare: in questo l'adoro. La grande qualità di Fabio Mancini sta in uno staccato particolarissimo: si direbbe quasi che Fabio attenda
la fine di ogni nota prima di produrne una nuova. Questo modo di suonare produce una musica che risulta simultaneamente aerea,
fluida e toccante. Se i primi due pezzi sono "classici" ci sono il terzo e il quarto che invece sono di gusto molto più contemporaneo e
se cita Keith Emerson c'è però qualcosa nelle sonorità che invece mi fa più pensare al Tony Banks dei Genesis ancora più che al
Tony Banks di "Seven". Quanto a "Trafic", il quinto brano, si tratta di 2' e 51" che nemmeno Keith Jarrett si sognerebbe mai di
rinnegare.
Questo pianista è sicuramente un artista completo dal momento che è anche compositore di brani molto gradevoli all'ascolto. Per
citare personaggi dell'ambito prog lo metterei vicino a Rick Wakeman parlando di "Rainy night", un brano sobrio ma anche
ridondante. Con "Points of view" Fabio Mancini si accoda a grandi personaggi del calibro di Satie o Corea. Il brano che dà il titolo
all'album è invece più vicino a sonorità jazzistiche, un campo in cui Fabio ci sa fare brillantemente. "Be yourself" segue una vena
classica e l'ultimo brano dell'album è ancora più melanconico dal momento che "Someone in heaven" ci ricorda che il disco è
dedicato alla memoria del padre di Fabio. Gli amanti del genere classico apprezzeranno questo prodotto, molto gradito anche dagli
amanti della musica per pianoforte; se ogni acquirente di "Seven" di Tony Banks volesse poi ascoltare questo album potrebbe
apprezzarne tutto lo spessore. In realtà questo era quello che io mi sarei aspettato da "Seven".
Bruno Cassan (traduzione di Simonetta Bruzzone)
Alcune immagini:
il CD Secret World (2007)
Fabio Mancini al pianoforte
il CD The Solitaire Voyager (2005)
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