L'impatto di Galileo sul Copernicanesimo.
L’idea di una possibile prova del copernicanesimo venne a Galilei in uno dei suoi primi anni a
Padova. Intorno al ’95 pensò ad una spiegazione delle maree ( fenomeno vistoso nell’Adriatico e
soprattutto a Venezia ) come effetto della doppia rotazione terrestre presente nella teoria di
Copernico.
L’intuizione che il copernicanesimo potesse essere confermato dalle maree era a livello d’ipotesi e
per trasformarla in un argomento per una nuova teoria del moto, dovette sganciarsi dalla teoria dei
luoghi e dei moti aristotelici. La teoria delle maree è stata ritenuta da Galilei la prova fisica decisiva
in favore del sistema eliocentrico:in “Dialogo sul flusso e reflusso del mare” viene seguita una
impostazione marcatamente empiristica che mette in evidenza il supporto sperimentale a favore dei
principi fisici compatibili col moto della Terra. Le regolari oscillazioni delle masse d’acqua marina
erano inspiegabili in un qualunque sistema geostatico ma necessarie in uno cosmologico con la
Terra in movimento. È in questa teoria che ci sono gli elementi strutturali che contraddistinguono il
paradigma galileiano di scienza dimostrativa, dato dal legame di necessità tra causa ed effetto:
supposti i moti terrestri egli prova che questi sono causa delle maree; dall’esistenza dei fenomeni di
flusso fa seguire quella della loro causa, cioè i moti.
Per convincere definitivamente Galilei dell’eliocentrismo fu in ogni caso necessario il cannocchiale,
che egli stesso potenziò e perfezionò, spinto inizialmente soprattutto da motivi economici (la
vendita dello strumento alla Serenissima migliorato rispetto a quello proposto dagli olandesi, gli
fruttò quasi il doppio del compenso che percepiva come docente).
Grazie al cannocchiale poté osservare nel 1604 per circa un anno e mezzo, l’apparizione della nova,
collaborando anche con vari studiosi, tra cui Tycho Brahe e Keplero:dalla mancanza di parallasse
dedusse che la nova doveva essere oltre l’orbita lunare e quindi non classificabile come f enomeno
meteorologico (come alcuni sostenevano). Galilei suppose che lo splendore della nova diminuisse
perché si stava allontanando dalla Terra in linea retta (per spiegare la mancanza di parallasse),
quindi a distanza di sei mesi quando la Terra si trova dalla parte opposta del Sole,si sarebbe dovuto
avere un effetto di paralasse sufficiente da poter essere misurato. Questi tentativi non portarono
però a risultati clamorosi. Galilei allora cercò di dimostrare l’insostenibilità della visione aristotelica
partendo dalla filosofia naturale, intensificando quindi gli studi sul moto. Anche i risultati
sperimentali relativi alla caduta dei gravi attestano in anticipo rispetto ad esperimenti compiuti in
seguito, che i rivoluzionari principi di relatività, di conservazione del moto e di composizione dei
movimenti, non erano sostenuti da Galilei come semplice raccolta di dati.
Nel 1609 Keplero pubblica le prime due leggi in un volume che probabilmente Galilei non legge
attentamente: infatti penserà sempre a orbite circolari, rimanendo conservatore sul piano
matematico ma dimostrando comunque grande apertura intellettuale, come nell’uso del
cannocchiale. Con questo strumento scopre ad esempio, quattro pianeti intorno a Giove e le
macchie solari,che mettono in discussione l’incorruttibilità delle sfere celesti.
Keplero e Galilei sono entrambi copernicani ma in modo diverso: mentre Keplero usa la matematica
per inserire il mondo fisico in una più generale comprensione religiosa della realtà, a Galilei serve
per spiegare con cause naturali fenomeni naturali;Copernico invece usa l’ipotesi eliocentrica come
working hypothesis cioè come supposizione utile nel predire fenomeni .
In quest’epoca, scenario di profondi mutamenti di pensiero e di scontri interpretativi, il contributo di
Galilei al copernicanesimo è rappresentato dall’introduzione del metodo ipotetico-deduttivo, dalle
prove sperimentali così minuziosamente descritte e supportate da nuovi strumenti, ma anche da
esperimenti mentali o immaginari perché condotti in situazioni che non si possono dare, ideali(come
il discorso circa la falsità della supposizione d’Aristotele sulla maggiore velocità naturale di un corpo
più pesante rispetto a un più leggero).
Testi consultati:
Galilei e Copernico: alle origini del pensiero scientifico moderno, di Carlo Vinti
Galilei per il Copernicanesimo e per la Chiesa, di Annibale Fantoli
Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, G. Reale e D. Antiseri