ANNO 9 N° 2 ANNO SCOLASTICO 2012/2013
Redazione e-mail: [email protected]
Editore Licia Piva
Direttore Isabella Dallapiccola
Vice Direttori Silvana M. Baroni, Anna Franchella
Responsabile grafica Paola Occhi
Foto Reporter Nicoletta Dracea
Caporedattore Federico Branchetti
Redattori: Lucia Bianchini, Francesco Travasoni,
Pamela Ferroni, Vittoria Duffini,
Linda Pietrasanta, Roberta Malisardi,
Laura Martignani, Stefano Ballo, Sara Franco,
Zeudi Sturchio, Sara Carletti, CassandraTumiati
A un anno dal sisma
il Carducci ricorda
Lillo e Greg si raccontano al teatro “De Micheli”
Nella vita ci vuole fortuna
“ Bisogna cogliere il momento giusto”
“Sketch e Soda”. È lo spettacolo che
il duo Lillo e Greg ha portato in
scena al Teatro De Micheli di CopCopparo. Protagonisti in vari programmi TV, attori al cinema, autori
e conduttori del fortunato programma “610” di Radio 2, cantanti
e musicisti, sono legati nella vita da
una sincera amicizia.
In quale momento
avete
capito di far
ridere insieme?
“È difficile da
dire. Quando ti
presenti davanti
agli amici, ridono perché appunto, sono amici. In concreto
l’abbiamo
capito dopo il
fallimento
dell’A.C.M.E.”.
Come
avete
reagito
alla
chiusura della
casa editrice?
“Nel
febbraio
del 1992 eravamo entrambi senza
lavoro perciò abbiamo deciso di
provarci: ci siamo incontrati e abbiamo formato il nostro gruppo
prima musicale e poi comico. Ci
esibivamo davanti alla gente di
Roma, nei locali e, di certo, non
pensavamo di avere tutti questi
consensi. In realtà non sapevamo
neanche se avessimo potuto continuare, non ci aspettavamo un riscontro così dal pubblico e neanche
un pubblico così disposto ad ascoltarci e seguirci.”.
Quindi, com’è arrivato il successo?
“Abbiamo avuto fortuna, il passaparola ci ha reso un “fenomeno
romano” e da lì è iniziato tutto.
Siamo entrati nel cast de “Le Iene”.
Quando abbiamo iniziato, però il
programma non era come adesso:
l’audience era minore e di conseguenza anche la visibilità. Siamo
rimasti per tre anni e così abbiamo
potuto accumulare l’esperienza
necessaria”.
Tra le vostre presenze ai vari programmi televisivi c’è anche quella
a San Remo, come vi siete trovati?
“Quando ci hanno chiamati per
collaborare con Max Pezzali eravamo entusiasti, ma poi abbiamo capito che per noi era troppo caotico.
Nelle quinte c’è un
gran movimento e noi
ci sentivamo
fuori
posto. Abbiamo trovato
più
emozionante partecipare al concerto
del
primo maggio,
forse
anche perché dietro a
quel giorno c’è una storia che sentiamo più vicina rispetto a quella
della canzone italiana”
Avete girato molte città: quale avete preferito?
“Beh, è difficile da dire. I nostri
impegni in realtà non ci hanno fatto viaggiare tanto e dal resto anche
per noi è difficile conducendo un
programma radiofonico che va in onda
tutti i pomeriggi, non
possiamo permettercelo. La più bella però rimane la capitale.
Anche se noi due
abbiamo visioni diverse della città eterna: Greg viene dal
centro, io dalla periferia e non ci crederete, ma è come abitare
in due paesi completamenti diversi. I
quartieri e la città
non erano come adesso, le differenze
erano più accentuate.
Roma per noi è comunque la più importante, infondo
è cominciato tutto da lì”.
Chiara Quadrini, Elena Morisi 2A
Il Carduccino
2
“Google manda a spasso
i suoi utenti”
I
Google Glass riusciranno a rivoluzionare il modo di
concepire la “vita
reale?” Il colosso di
Mountain View, ha passato
anni ad acquisire e creare
decine di servizi, come
YouTube, progettando un
universo parallelo usufruibile dagli utenti solo se
connessi ad Internet. Dopo
essere riuscito, grazie alla
mole di svago e risorse offerte a modificare le abitudini delle persone facendole stare molto tempo in più
davanti a un computer e
raggiungendo così, a colpi
di click, livelli di guadagno
stupefacenti, nel 2005 ha
mosso il primo passo verso
l’apertura
dei propri
servizi anche ad utenti
“in
movimento”, ed avendone
intuito le
potenzialità, acquisisce Android, entrando così di fatto nella
telefonia mobile.
Avendo già dimostrato di
saper influenzare il mercato, riesce a farlo diventare
il Sistema Operativo più
utilizzato sugli smartphone. Google stima infatti che
ci siano più di 400 milioni
di dispositivi che lo usano
in tutto il mondo.
Negli ultimi anni, date le
cifre record, l’azienda decide di lanciarsi in un nuovo
progetto: occhiali a realtà
aumentata per mettere davanti agli occhi dei consu-
matori la parte migliore del
web mentre compiono le
azioni di tutti i giorni, specialmente se fuori casa e
lontani da un PC. Gli sviluppatori Google sono infatti riusciti ad arrivare ad
un prodotto funzionante
che è già stato presentato
al Google I/O e sarà messo a disposizione del grande pubblico agli inizi del
2014. Capaci di catturare
foto e video, fare ricerche,
interagire con i social
network, dare indicazioni
stradali e molto altro ancora, sembrano un oggetto
davvero innovativo, desti-
nato ad apparire sul viso di
milioni di persone.
E poi c’è il dilemma della
privacy: secondo molti esperti questi occhiali, che
oltre a registrare tramite il
GPS tutti gli spostamenti
che fa chi li indossa, e
quindi estrapolarne dati
che Google utilizzerà per
pubblicità mirate e indagini
di mercato; grazie al riconoscimento facciale potranno individuare anche le
persone attorno a chi li sta
utilizzando, che non mettendoseli avevano deciso
di non farsi “spiare” da Big
G. C’è già chi dice che i
servizi offerti dai Google
Glass, seppur in forma differente si possono avere
anche da un telefono di più
di due anni fa. Chi pensa
che questo frenerà le vendite si sbaglia poiché come
già visto per l’iPhone, agli
utenti non interessa la potenza o l’utilità:
La forma è drammaticamente più importante del
contenuto.
Federico Branchetti 2A
Il IlCarduccino
Carduccino 23
IL CARDUCCI IN VISITA AGLI
“AMICI DI LUCA”
I
n seguito alla visione del
film “L’alba di Luca” e
alla lettura del libro
“L’operazione è perfettamente riuscita”, incentrati sul
caso di Luca De Nigris, i docenti del Liceo Statale Giosuè Carducci di Ferrara hanno deciso di
proseguire gli studi sul coma e
le sue conseguenze con la visita
a questa struttura, situata a San
Lazzaro di Savena, nei pressi
dell’Ospedale Bellaria.
L’obiettivo della visita presso la
“Casa dei Risvegli” era quello di
continuare l’opera di studio del-
la problematiche del coma vedendo, in prima persona, i risultati delle cure messe a punto in
questa struttura e le tipologie di
azione riabilitativa, che vengono
utilizzate per permettere a molti
pazienti di poter tornare, almeno
in una condizione di autosufficienza.
La spiegazione di tali cure
e obiettivi sono state date
dalla madre di
Luca De Nigris che ha
vissuto in prima
persona
prima la tragedia del figlio,
morto dopo un’operazione
“perfettamente riuscita” e in seguito ha potuto vivere il miracolo di molti pazienti della casa di
cura che sono riusciti a tornare
ad avere una vita quasi del tutto
normale.
All’interno della “Casa dei Risvegli” ci sono state mostrate le
stanze per i pochi pazienti che la
struttura può ospitare, che sono
state adibite a vere e proprie mini-abitazioni in grado di ospitare
anche uno o due componenti
della famiglia del paziente.
In conclusione alla visita abbiamo potuto conoscere anche uno
dei pazienti che ha avuto la fortuna di riprendersi, quasi perfettamente, dalla situazione di coma in cui si ritrovava e che, in
questo momento, lavora come
volontario proprio presso la
struttura che lo ha aiutato a riprendersi.
Matteo Busoli, Andrea Guidi,
Erik Pennini 5F
Il Carduccino
4
La nuova vita dopo il coma
Il risveglio è la forza di chi ci crede davvero
S
impatico, intelligente,
con tanta forza di volontà sono le qualità
di Cristian, 33 anni.
La sera di Santo Stefano del
2001 mentre tornava a casa, attraversando le strisce pedonali è
stato investito da un pirata della
strada. Il giovane era una grande
promessa del basket bolognese,
amato e soprannominato "finta"
da suoi compagni si squadra.
Frequentava l'Università di architettura a Ravenna e lavorava
come "pizza-boy" per avere a
propria disposizione un guadagno. Dopo la tragica notte, il
coma. Un lungo sonno durato
ventidue mesi tra le sofferenze e
le speranze dei parenti e degli
amici. Il caso di Cristian ha fatto
molto parlare, poichè non vi era-
no molte
possibilità
di risveglio
dopo quasi
due anni di
coma. Ma
contro tutti
i pronostici il ragazzo ha aperto
gli occhi, di fronte ad una nuova
vita. La riabilitazione è stata
lunghissima, piena di ostacoli e
imprevisti, durata quasi dieci
anni. Con tenacia e impegno
Cristian ha raggiunto
ottimi obiettivi, tornando a fare molte attività
che svolgono i ragazzi
"normali". Ora lavora
come giardiniere alla
"Casa dei Risvegli",
legge moltissimi libri
scientifici con particolare interesse per l'astrologia. Finalmente
dopo un lungo e faticoso percorso, la vita di
Cristian è tutta in discesa.
Sara Tessari,
Clara Bianchi,
Elia Zucconelli,
Caterina Bergamini,
Nadia Zadonscaia 5F
Il Carduccino
5
Quarta maratona fotografica a Ferrara
Centinaia di appassionati da tutta Italia per catturare i lati nascosti della nostra città
A me più che
12 ore servirebbero
12
giorni: non è
la mia visione di fotografia, però penso sia
un bel modo di esercitare il colpo d’occhio
in poco tempo“.
Così afferma uno dei tanti partecipanti all’originale concorso
a tappe svoltosi sabato 20 aprile
la cui premiazione avrà luogo il
25 maggio. La maratona ha coinvolto più di 300 persone, per
lo più provenienti da Bologna,
Venezia e Padova tra cui spiccavano professionisti e diversi
ragazzi in erba, che hanno realizzato più di 3000 scatti.
I fotografi si sono trovati alle
8.30 in Piazza Castello dove è
stato spiegato loro il regolamento e successivamente, nel
corso della giornata, sono stati
comunicati 12 temi di libera
interpretazione riguardanti la
cultura ai quali riferirsi per la
scelta dei soggetti da fotografare. I primi sei temi sono stati
comunicati dall’organizzazione
alla partenza, ed i successivi nel
pomeriggio, presso apposite
postazioni.
È stato inoltre proposto un 13o
tema ispirato al quadro
“Dorme lei” di un giovane
pittore ferrarese, Daniele Cestari.
A fine giornata i partecipanti
hanno consegnato le loro fotografie, frutto di 12 ore di
lavoro.
La giuria, composta dai fotografi Giulio Di Meo, specializzato in reportage sociale, dalla
bolognese Silvia Morara, dai
ferraresi Andrea Bonfatti e Daniele Zappi e da tre rappresentanti dell’associazione Feed-
back dovrà tener conto della
creatività, della tecnica e
dell’attinenza al tema.
I premi assegnati saranno un
viaggio fotografico a scelta tra
Berlino e Sarajevo in agosto
per il primo classificato, attrezzatura fotografica per il secondo e al “migliore scatto” un
weekend sul delta del Po per
due persone. L’edizione 2013 è
patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, da Comune, Provincia e dal Club Unesco Ferrara, in collaborazione con il Museo Archeologico di Ferrara e i
Musei d’arte antica. Parte dei
premi e delle stampe fotografiche sono messe a disposizione
da Mercatino del Libro e del
fumetto, 2G Editrice, Photoworld.it, Editrice Progresso,
Shot Viaggi e Reportage.
La risposta a quest’evento è stata positiva per l’alto numero di
adesioni.
Nicoleta Dracea 2A
Il Carduccino
6
L’EMOZIONE DI UN ATTIMO
CONSERVATA IN ETERNO
Momenti che rimangono per sempre
Vacanze, amici, divertimento,
scatti, ricordi, sorrisi, pianti.
Questo è ciò che si pensa quando si riflette sul termine
“fotografia”. Quante volte guardando una foto ci si accorge di
riflettere sul passato con la consapevolezza che tutto quello
che hai fatto non si potrà più
rivivere per una seconda volta,
perché i tempi sono cambiati.
Una fotografia racchiude vera-
nella mente per sempre. Tuttavia le fotografie possono essere
interpretate in diversi modi, chi
le osserva e non ha vissuto
quell’esperienza ritratta, non
sempre ne capisce il senso ed
inoltre può interpretarla in diverse maniere. Solo chi ha vissuto veramente quell’episodio
sa qual è il suo vero significato.
Guardando una foto si mette
quindi in pratica un esercizio
d’osservazione perché ci si
sforza di capirne il significato
più profondo, ci si sforza di
comprendere le emozioni delle
persone ritratte e spesso grazie
ad un’attenta osservazione si
riescono a rilevare alcuni segreti che magari altri con uno
sguardo superficiale non hanno
colto.
Sara Gramigna 5E
com’erano le cose una volta, di
come magari era tutto più bello
e meno stressante rispetto alla
vita che si vive in questo periodo, quante volte riguardando
una fotografia scappa una lacrima o un sorriso perché ci si ricorda di quei momenti fantastici vissuti insieme a persone altrettanto fantastiche che magari
non rivediamo più da tanto tempo o che sono salite in cielo.
Questa è la funzione che ha una
fotografia, farti ricordare e farti
mente tutto questo, è davvero
un insieme di emozioni, di episodi che rimarranno impressi
Il Carduccino
7
ZANZIBAR:
UNA STRETTA AL CUORE
M
eravigliosa,
splendida e impossibile da dimenticare.
È così che viene descritta la
‘Terra dei Neri’ meglio conosciuta come Zanzibar, da tutti
coloro che la visitano. La settimana di Pasqua mi sono
recata su quest’isola dalle
mille sfumature per una vacanza di famiglia.
Si tratta di un arcipelago
composto da due Isole principali di Unguja. Il nome di
Zanzibar nasce dalla combinazione di due parole arabe,
'Zenj', che significa nero, e 'la
sbarra', ovvero la parola araba per terra.
Africa Nera o mondo arabo?
Quando i mercanti Arabi arrivarono mille anni fa e cominciarono a insediarsi sull'isola
e sulla costa della Tanzania,
la zona era già abitata da popolazioni africane di cultura
bantu provenienti dall'Ovest.
La Zanzibar di oggi e la costa
della Tanzania, inclusa una
parte del Kenya e del Mozambico, sono la patria della
cultura swahili, frutto di un'ibridazione fra popolazioni
"Jambo jambo Bwana
(Ciao ciao signori)
Habari gani nzuri sana
(come state? Molto
bene!)
Wageni wakaribishwa
(turisti benvenuti)
Zanzibar yetu hakuna
matata (nel nostro
Zanzibar nessun problema)"
africane autoctone e orientali durata secoli. La
lingua parlata è lo swahili, dove il lessico è per
un quarto di origine araba. Le spezie sono da
sempre il bene più prezioso dell’isola e ancora
oggi si possono ammirare, assaggiare e annusare nelle vaste piantagioni.
L'isola ha anche i suoi
lati oscuri, come il suo
essere fulcro del commercio di schiavi. Zanzibar ha dato infatti i natali, oltre che a Freddy
Mercury dei Queen, a
Tippu Tip, forse il più no-
to e spietato trafficante di
schiavi della Storia. Visitare
le minuscole stanze in pietra
in cui venivano pigiati a decine gli schiavi, molti dei quali
già morti durante il viaggio in
nave, è stata un'esperienza
agghiacciante.
Atterrando con l'aereo ci si
trova davanti ad un aeroporto, piccolo, sporco e stracolmo di gente del posto, che ti
chiede soldi anche solo per
spostare il bagaglio di un metro. Non hanno nulla e con
questo metodo riescono a
portare a casa cibo e acqua
potabile alla famiglia. Il sole è
cocente. Nel periodo delle
piogge la temperatura raggiunge i 30 gradi, mentre nel
periodo estivo sale fino a circa 50 gradi. In spiaggia o
meglio su quella parte di mare che si è ritirato, la sabbia
Il Carduccino
8
è morbida ed è piacevole
camminarci. In realtà non si
sa dove guardare perchè da
un lato si trova la spiaggia
con la sua vegetazione di
palme di cocco, che contrasta con il biancore della sabbia, una dove si trovano
splendide conchiglie e soprattutto stelle di mare enormi dai diversi colori, e poi in
fondo c’è il mare. Quando
finalmente arrivi a Zanzibar
non puoi che sdraiarti e godere di queste lagune di acqua cristallina, anche se però
per nuotare bisogna farsi portare da qualche pescatore
con la “dhow”,la tipica barca
vunque
ci
sono bambini che ti vengono incontro e vorrebbero qualsiasi cosa da
te; difficile da
comprendere secondo i
nostri ritmi di
vita,ma anche questo è
il bello di
Zanzibar! Gli
occhi
dei
bambini brillano di una
luce diversa
noi cittadini occidentali è assolutamente inconsueto e
suggestivo. Un viaggio a
Zanzibar vi resterà nel cuore;
vi farete molte domande nel
vedere un mondo così diverso al nostro e, il più delle volte, non troverete le risposte.
Zeudi Sturchio 2B
in legno, verso la barriera corallina. Inoltre sulla spiaggia
trovi anche di tanto in tanto
delle coltivazioni di alghe che
in certi tratti trasformano il
mare quasi in palude e il paesaggio assume un aspetto
surreale; gli abitanti di Zanzibar raccolgono le alghe, le
fanno essiccare e le mandano in Asia ed è questa, insieme alle spezie, la loro principale fonte di guadagno. O-
da quella dei nostri.
Raccogliere, annusare e vedere le
piante della citronella, dei chiodi di
garofano, l’albero
della cannella o
della noce moscata, camminare nel
verde delle piantagioni e ricevere doni realizzati con le
foglie di cocco per
Il Carduccino 9
Il Carduccino sul podio di
Mirabilandia!!
U
n terzo posto. Un
altro premio per il
giornale scolastico
del Carducci che
continua a far registrare ottimi
risultati e a dare tante soddisfazioni. Anche se la medaglia è
solo di bronzo, è
un’altra vittoria per il
Carduccino che comincia finalmente a farsi
conoscere. Il 20 ottobre
la
redazione,
nell’occasione composta dalla capo redattrice Isabella Dallapiccola e dai redattori Angela, Giada, Filippo, Lucia, Magda, Francesco
sono stati accolti dalle
simpatiche mascottes
di Mirabilandia, Mike
e Otto il leprotto. Il
gruppo guidato dalla
professoressa
Braga
Patrizia ha partecipato
alla premiazione di
“Giornalinoi 2012”, il
Gran Premio di Mirabilandia di giornalismo
scolastico promosso sul mensile
“Okey!” giunto ormai alla sua X
edizione, che si teneva nel
“Teatro Coca Cola” del parco. Il
concorso era diviso in quattro
categorie scolastiche: scuole primarie, scuole secondarie di I°
grado, istituti comprensivi scolastici e scuole secondarie di II
grado. Il nostro Giornale è stato
surclassato dai due suoi rivali a
causa della mancanza di fondi
scolastici per renderlo più interessante dal punto di vista visivo
abbellendolo con carta plastifi-
cata e colori; “L’Ippogrifo” del
Liceo Classico “V.Emanuele II”
di Jesi e da “Inchiostro Vivo”
dell’Istituto “Leonardo da Vinci” di Fasano, sicuramente favoriti da un consistente apporto di
sponsor. Ma il Carduccino a Mi-
ve decorazioni in stile Halloween.
Abbiamo
approfittato
dell’evento per assistere agli
spettacoli e attrazioni in tema
con le festa degli orrori. Ci siamo goduti quasi tutte le giostre
tranne la mitica ruota panorami-
rabilandia non è stato solo
un’apparizione su un palco. Dopo averci consegnato la targhetta di riconoscimento, abbiamo
assistito al seguito della cerimonia e infine abbiamo posto alcune domande al responsabile delle pubbliche relazioni che ci ha
fornito informazioni sulla storia
del parco e sulle nostre curiosità. Dopo di che il parco ci ha
offerto il pranzo al ristorante
“Drive in” e l’entrata gratis per
le attrazioni. Tutto era addobbato, visto il periodo, con suggesti-
ca, attrazione principale di Mirabilandia, perché chiusa. Per ricordare la giornata abbiamo acquistato qualche gadget e souvenirs del posto. Tra una giostra e
l’altra, tra un giro sul Divertical
e uno sull’iSpeed, è stata una
giornata all’insegna del divertimento e dello svago, una vera e
propria giornata in amicizia.
Angela Bassi Andreasi,
Filippo Gozzo, Magda Michelini, Giada Gardenghi 3L
Il Carduccino
10
NOI SIAMO LA RIVOLUZIONE
Il Carducci tra i finalisti del “Premio Estense”
“B
reve
enim
tempus aetatis
satis longum
est ad bene
honesteque vivundum..”
“Anche una vita breve è abbastanza lunga per vivere con virtù e onore”
(Cicerone, “Cato Maior de Senectute”, XIX, 70)
Che cos’è il Premio EstenseScuola?
È un progetto organizzato ogni anno,
rivolto a tutti ragazzi delle scuole della
provincia di Ferrara. Gli studenti devono
produrre un elaborato sul libro vincitore
del Premio Estense, utilizzando creatività
e originalità, senza l’aiuto di persone
esterne alla scuola. Il libro vincitore di
quest’anno è “Noi Siamo La Rivoluzione”, di Federico Fubini.
I Compositori Sociali.
Questo è il nome che ha un po’
colpito e stordito tutti, quando è
spuntato in mezzo alle altre proposte. Il voto alla fine è stato
unanime: è nostro. Perché? I
nostri mattoni, così leggeri ma
allo stesso tempo importanti,
compongono la nostra storia, il
nostro passato, la nostra piramide, uno non può fare a meno
dell’altro, per il risultato finale.
Un passato, un presente e un
futuro costruiti su ideali ancora
confusi, data la giovane età, ma
senz’altro permeati di voglia di
cambiamento. La musica è stata
una parte importante. E poiché
ognuno di noi ha la colonna sonora della propria vita, volevamo che questo progetto ne avesse una propria, una sua colonna.
La nostra creatività e
spontan e i t à
hanno
diretto
questo
progetto,
la nostra
voglia di
fare, che
d o p o
aver costruito la nostra piramide
fatta di volti e fotografie, ci
hanno portato ad urlare
“RIVOLUZIONE!” come
un grido di guerra, avventandoci sul solido, scherzando e ridendo. Non è stato solo giochi e scherzi, è
stata un’impresa dura per
noi ragazzi decidere su cosa focalizzarci, su quali parti del
testo. Abbiamo analizzato, scritto, cancellato, riscritto. Proprio
come una rivoluzione, il nostro
lavoro è nato da una scintilla,
un’idea, un semplice schizzo
alla lavagna fatto per scherzo,
ma che in realtà è stato il primo
mattone della nostra piramide.
Frasi tratte dal libro, pensieri,
riflessioni, ci hanno fatto comprendere che volevamo analizzare meglio il primo e l’ultimo
capitolo; principalmente perché
parlano di noi. Li abbiamo sentiti più vicini, più “nostri”. I giovani siamo noi, ora, qui. I giovani sono tutt’intorno a noi, i nostri coetanei, perciò abbiamo
voluto dare spazio alla loro voFasi del lavoro:
1. Formazione del gruppo di lavoro, analisi del testo e raccolta delle idee;
2. suddivisione in gruppi di lavoro autonomi, coordinati dai professori;
3. scelta di immagini di rivoluzioni e progettazione della piramide;
4. stampa di decalcomanie su magliette e
blocchi di gommapiuma per la struttura
della piramide;
5. componimento di un pezzo musicale
jazz con l’ausilio di pianoforte, sax e
chitarra acustica;
6. registrazione audio e video di interviste a ragazzi frequentanti il Liceo;
7. produzione di un video con sottofondo
musicale, interviste e coreografia relativa la piramide.
ce, oltre che alla nostra. Abbiamo deciso di documentare la
loro opinione, i loro propositi
per il futuro, le loro speranze. I
gruppi di lavoro si sono divisi
autonomamente, procedendo
con fotografia, lettura, scrittura,
stampa e composizione di un
brano musicale. I professori sono stati i nostri direttori
d’orchestra.
Elena Tuffanelli
Gaia Pellegrini 2L
Il Carduccino
11
L’angolo della poesia
Come una stella che è senza luce
(e non splende)
Siamo angeli abbracciati al cielo
nella breve eternità della fine di un volo
e restiamo dentro ad un vuoto di parole
nell’immobilità che non ha ormai più dolore.
Siamo naufraghi abbracciati al mare
e l’anima non sa più ricucire le vele
e i nostri sguardi non sono più proiettati verso
l’orizzonte,
su ogni isola non c’è l’armonia delle onde.
Siamo profughi sulla linea di confine
E non sappiamo più se è l’inizio o la fine
e restiamo senza sogni da sognare
nell’immensità che ci separa dal cuore.
L’amore non ha più amore,
non sente, non vuole e non crede più a niente…
è come una stella che è senza luce e non splende.
Daniele Nardini 5F
Magia
E proprio quando credi di essere felice,
puff.. la magia svanisce...
come d’incanto gli alberi color verde speranza,
diventano d’un grigio cupo...
la ragione che hai di vivere cambia,
e t’incolpi, t’incolpi di non essere stata all’altezza...
di non aver capito che qualcosa era cambiato
di essere stata una bambina ingenua
che compie sempre gli stessi errori...
di quella bambina alla quale
vederlo sorridere le avrebbe illuminato la vita.
Storia di due amici
In un giorno triste con l’acqua gaia
un uomo ha gridato e il cane abbaia,
giù in paese c’è tanta gente che prega
però l’uomo, intanto, annega.
Il mare è calmo e le voci ormai spente,
non c’è più nessuno che sente…
il cane ha molta paura ma scende in mare,
trascina l’uomo, lo può salvare.
L’uomo giunge a riva mezzo distrutto
e il cane invece ha dato tutto,
l’uomo è salvo ma il cane è morto…
fischia una nave: il cane è morto.
Però queste storie non sono affatto belle,
muore l’amico per la tua pelle…
così mentre l’acqua scorre gaia
un uomo piange e un cane… abbaia.
Daniele Nardini 5F
Quella bimba alla quale,
il solo pensiero di vederlo sorridere con un’altra, le
avrebbe riempito gli occhi di lacrime.
Erica Bovina 2B
Il Carduccino
12
Guerra
A cosa serve?
Assolutamente a nulla,
guerra è qualche cosa che disprezzo
perché vuole dire distruzione di vite innocenti,
guerra significa dilaniare in mille pezzi gli occhi delle
madri
quando i loro figli vanno lì fuori a lottare e a dare le
loro vite.
Guerra
non è niente altro che spezza cuori,
guerra
amica solo del becchino,
guerra è il nemico di tutta l’umanità,
il pensiero della guerra fa esplodere la mia mente
tramandandosi di generazione in generazione
distruzione dell’insediamento,
chi vuole morire.
Guerra
ha fracassato i sogni di molti uomini giovani
e ha reso loro disabili amari e cattivi,
la vita è troppo preziosa per combattere guerre ogni
giorno,
guerra non può dare la vita, può solo strapparla via.
Guerra
amica solo del becchino,
Giardino segreto
Ti lascerà entrare in casa sua
se verrai a bussare di notte tardi,
ti lascerà entrare nella sua bocca
se le parole che dici sono giuste,
se paghi il prezzo
ti lascerà andare fino in fondo
ma c’è un guardino segreto che nasconde.
ci deve essere qualche posto oggi per pace, amore e
comprensione
ci dicono che dobbiamo lottare
per mantenere la nostra libertà
ma Dio ci deve essere una vita migliore,
che sia migliore della
guerra.
Daniele Nardini 5F
ti lascerà arrivare proprio lontano
così saprai che lei è veramente lì,
ti guarderà e sorriderà
e i suoi occhi diranno che ha un giardino segreto
dove tutto ciò che desideri
resterà sempre
un milione di miglia lontano.
Anonimo
Ti lascerà visitare le parti più recondite di sé
che ti porteranno giù,
ti lascerà visitare il suo cuore
se hai un martello e un lasciapassare
ma nel suo giardino segreto, non pensarci due volte.
Hai percorso un milione di miglia,
quanto lontano hai trovato
il posto dove non puoi ricordare
e non puoi dimenticare?
Ti guiderà lungo un sentiero,
nell’aria ci sarà tenerezza,
Il Carduccino
13
Uno spettacolo di ragazzi
In scena a maggio alla Sala Estense
Il
Mercante di Venezia,
una delle creazioni
più discusse di Shakespeare è stata esplorata dai ragazzi di 1G del
Liceo delle Scienze Umane, in modo del tutto originale, grazie al coinvolgimento degli studenti del
Conservatorio e dello spettacolo. Dopo
un’attenta
lettura dell 'opera e
l’intervento in aula della
dott.ssa Tempera, i ragazzi
sono partiti dall'analisi del
dialogo tra Antonio e Graziano nella prima scena "Io
prendo il mondo com'é: il
mondo é un teatro dove a
ogni uomo tocca recitare
una parte e la mia è una parte
malinconica". Sono loro stessi a
commentare: "È come fossimo
anche noi in un grande teatro,
nel quale ogni giorno si apre un
sipario, il mio teatro é la scuola.
Ho sempre bisogno di scoprire
cose nuove, perché senza nuovi
desideri, non sono in grado di
recitare la mia parte. Vorrei non
avere limiti, ma non sono Dio, e
non so nemmeno perché sono
qui a recitare una parte" (Veronica). Per Sofia "il
compito più complicato é capire
per quale motivo siamo qui; il
segreto dell'esistenza non sta
solo nel vivere ma in quello per
cui si vive[...] noi siamo ancora
ragazzi, fatti di sogni ambiziosi
e speranze, siamo tutti qui per
trovare il nostro posto nella realtà". Mentre per Lucrezia non é
facile trovarsi in questo mondo:
"io in questo mondo non mi ri-
trovo; se non bevi, non fumi o
non ti droghi sei considerato una
nullità [...] imparerai che nel
lungo tragitto della vita, incon-
trerai pochi volti e molte maschere! "Ma é Giulia quella che
racchiude i pensieri di tutti: "da
oggi smetto di accettare tutto,
getto quella maschera, non mi
devo accontentare, la vita non
me la posso immaginare!"
Cosí, pian piano, giorno dopo
giorno, il grande
genio William, é
diventato un amico da mettere in
scena insieme ai
loro
pensieri.
La struttura della
messa in scena é
del tutto particolare: ricorda, per
certi versi, la
commedia dell'arte, cioé al tempo
in cui il teatro si
faceva nelle piazze, su delle pedane, e gli attori
stavano seduti ai lati della pedana, entrando di volta in volta in
scena. Non c'erano quinte, ma
tutto era visibile agli
occhi del pubblico.
Una pièce corale e,
al tempo stesso, con
ruoli interpretati da
attori diversi, attraverso un semplice
elemento costumistico che li distingua!
Le musiche e le coreografie sono scritte e realizzate dai
ragazzi.
Classe 1G
Il Carduccino
14
In Siria, dopo due anni di conflitti ancora non si intravede la pace
90.000 morti non fermano una guerra civile
E già si intravedono i prossimi scontri a causa degli estremisti
“Non ci piace ammazzare
nessuno e non cerchiamo
spargimenti di sangue.
L’unico interesse che abbiamo è far cadere il regime, liberare il Paese da
questa mafia e vivere in
pace:
voglio
solo
tornare al mio
lavoro e ricostruire la mia casa
distrutta.
Così il capitano di uno dei
tanti comandi armati siriani, spiega a Pablo Trincia,
nota “Iena”, qual è il motivo che induce lui e gli altri
Mujaheddin a combattere
e che, paradossalmente, è
anche lo scopo che mantiene “viva” la loro esistenza.
In seguito alle prime proteste del popolo siriano, che
risalgono ormai a due anni
fa, il governo guidato dal
presidente in carica Bashar al-Assad, ha deciso
di adottare una politica di
repressione contro qualsiasi forza di opposizione e
ha quindi proceduto sparando sulle persone, che
affollavano le piazze, lanciando razzi ed utilizzando
armi chimiche non convenzionali, come le bombe a
grappolo, un po’ ovunque
nelle zone conquistate dai
ribelli.
Secondo l’ONU l’esercito
governativo ha collezionato fin ora più di 90.000
morti, dimostrando anche
con il lancio di alcune
bombe su un parco giochi
quanto pericolosi possano
essere anche donne e
bambini.
A seguito di questi drammatici eventi, le migliaia di
ribelli nella parte nord del
paese, diventati da muratori a militari in una notte e
bisognosi di un comando
superiore si sono uniti i
nella Coalizione nazionale
siriana delle forze dell'opposizione e della rivoluzione, per riprendersi la dignità e la libertà che il regime
gli ha tolto brutalmente distruggendogli la casa che
con difficoltà si erano costruiti e in alcuni casi la famiglia. Ora combattono
senza sosta l’esercito del
presidente siriano, molto
più forte del loro, ma non
nutrono timore perché
sanno che dalla loro parte
c’è Allah. Questa consapevolezza unita alla rabbia
per le morti di amici e parenti rende i soldati sempre più tenaci ed energici.
Ma il dramma che si è venuto a creare negli ultimi
anni in Siria non finirà con
la vittoria della guerra civile da parte dell’esercito libero siriano, perché il rischio che gli estremisti islamici, anch’essi facenti
parte di questo movimento, prendano successivamente il controllo e che si
scatenino nuove scissioni
lascia intravedere la pace
tanto ambita, molto lontana.
Federico Branchetti 2A
Il Carduccino
15
IL CALCIO SCOMMESSE NELLA STORIA
U
ltimamente si sente
spesso parlare di Calcioscommesse e la
stima riportata è
tutt'altro che un buon segno. Chi
non segue il calcio, probabilmente
frutta, Massimo Cruciani, sostenne
di essere stato truffato da alcuni
giocatori della Lazio, che avevano
indotto a scommettere su delle
partite di Serie A che erano state
combinate. Tuttavia i risultati concordati non
si verificarono, così da
far perdere
somme ingenti a Cruciani. Dopo
la denuncia
del commerciante e di
Alvaro Trinca, il contat-
avrà impressi soprattutto i nomi di
Conte o di Doni. Mentre, negli anni
precedenti, sono venuti fuori personaggi del calibro di Totti e di Buffon. “Secondo voi il Calcioscommesse ha una storia in Italia?” La
risposta è sì, purtroppo. Il primo
cenno storico del Calcioscommesse in Italia è del 1927, quando un
dirigente del Torino cercò di corrompere lo juventino Allemandi.
Questo fatto costò lo scudetto ai
Granata.
Poi c’è stata una lunga pausa, caratterizzata dalla vittoria dell'Italia
in due Mondiali e un Europeo, durato fino agli anni '80, quando si è
verificato un vero e proprio scandalo del Calcioscommesse; quello
che ha tolto “l'innocenza” al nostro
calcio. Il primo marzo 1980 un
commerciante all'ingrosso di orto-
to fra Cruciani e i
giocatori della Lazio, la Procura fece
arrestare diversi
giocatori e dirigenti, mentre altri ricevettero ordini di
comparizione.
Tutti gli indagati
vennero prosciolti perché il fatto, a
livello penale, non costituiva reato.
Le squadre più penalizzate furono
Milan e Lazio. Tra tutte le persone
indagate, quello meglio ricordato è
Paolo Rossi, che venne espulso per
due anni e, nonostante ciò, venne
comprato dalla Juventus e riuscì a
giocare e vincere i Mondiali del
1982, diventandone anche il capocannoniere e uno dei protagonisti.
Nel 1986, si indagò sulle due stagioni appena finite. Questo è stato
il Totonero-bis. Al contrario del
primo Totonero, che aveva interessato solo la Serie A e la Serie B, il
secondo riguardò Serie A, Serie B,
Serie C1 e Serie C2.
Questo nuovo scandalo è venuto
alla luce il 2 dicembre 1986, quando Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi, dirigente del
Napoli, si costituì. Venne arrestato
e confessò l'esistenza di un giro di
scommesse riguardanti alcune partite. Nel corso della vicenda, inoltre, ci furono anche altre ammissioni di colpevolezza e intercettazioni telefoniche. Le società che
furono più penalizzate furono Udinese, Perugia, Lazio, L. R. Vicenza,
Cavese e Foggia. Non ci furono altri
scandali di Calcioscommesse fino
ad arrivare al 2011. Ormai il dado è
tratto e non si può annullare ciò
che è successo. L'unica cosa che
possiamo fare, visto che noi dovremmo essere il futuro, è riflettere sull'accaduto e cercare di fare in
modo che non accada più. Il calcio
è troppo bello per essere rovinato
così.
Irene Bellettini 2M
Il Carduccino 16
Ferrara 11 maggio 2013
“Tutti per uno, un canestro per tutti”
Triangolare di basket organizzato dalle classi V del Progetto sport
“I
LIMITI SONO
SOLTANTO
ILLUSIONI”.
partite da quindici minuti. Dal-
È
questo
il
motto della giornata dedicata allo sport paralimpico. Il
torneo, alla sua quinta edizione, si è svolto presso il
Palapalestre di via Tumiati a
Ferrara, e ha visto la partecipazione di tre squadre: “I
Bradipi” della polisportiva
Dozza di Bologna, il Cus Pa-
dova e una rappresentanza
delle classi organizzatrici.
All’evento erano presenti, in
veste di tifosi, gli alunni di
tutte le classi con “Progetto
sport”, che hanno contribuito a
rendere l’atmosfera più stimolante per gli atleti.
La competizione si è svolta
sotto forma di triangolare nel
quale i ragazzi del Carducci
hanno affrontato rispettivamente Bologna e Padova in due
“fair play” alla squadra veneta.
L’evento è stato
reso
possibile
grazie al patrocinio del comune
estense, al Coni
di Ferrara e al
C.I.P.
Un ricordo particolare è andato,
come di consueto, al prof. Go-
la sfida tra le
squadre ospiti, è uscita
vincitrice del
torneo la formazione bolognese. Al termine della manifestazione,
sono stati assegnati i seguenti premi: miglior realizzator e
a
“Tomasi” dei
“Bradipi”
di
Bologna;
miglior giocatore
a “Vickson” del
Cus
Padova;
miglior atleta
emergente a
“Forcione” del
Bologna ed infine, il premio
berti,
docente
della
scuola,
scomparso prematuramente a
causa di una malattia. Questa
edizione, purtroppo, è stata
segnata anche dalla perdita di
Arianna, un’ alunna del Liceo,
scomparsa
in
un
incidente
stradale, alla quale è stata dedicata la giornata.
Classe VF
Il Carduccino 17
Carducci: un anno dopo
EX STUDENTE, APPRENDISTA SCRITTORE
Come fare della propria passione un "lavoro"
Blogdaunminuto.wordpress.com
È qui che potete trovare i racconti del giovane autore Mattia
Antico, universitario al primo
anno di Filosofia, ex alunno e
rappresentante d'istituto del nostro liceo, nonchè caporedattore
de “Il Carduccino”, che coltiva
la sua passione per la scrittura. È
tornato a scuola per parlare agli
studenti di come nasce e si prova a realizzare un sogno.
Come è nata la tua passione
per la scrittura? “È una domanda a cui faccio molta fatica
rispondere. Ho sempre letto e in
generale mi ha appassionato il
fatto di riuscire a raccontare attraverso le parole. Se devo indicare un aneddoto in particolare
parlo di questo: quando avevo
circa 14/15 anni vidi per la prima volta Fratello Dove Sei? Dei
Coen, finito il film dissi questa
frase "cavolo (non era esattamente questa la parola) io voglio
fare questo lavoro qua", cioè lo
sceneggiatore o comunque scrivere. Mi colpì molto la maniera
in cui riuscirono a raccontare, in
una forma differente, l'Odissea
di Omero, tanto che anni dopo
scrissi la mia prima canzone se-
ria, in cui decisi di usare, come
metafore di supporto per spiegare il tema, proprio l'Odissea.
Grazie Joel ed Ethan Coen. Però
parlando in maniera pratica e
realistica la mia vera passione
per la scrittura nasce ed esce
grazie alla professoressa Crepaldi, la quale mi ha inserito nelle
prime "opportunità" cittadine.
Qual è il tuo genere preferito?
“Ad esser sinceri ho quasi sempre cambiato idea su tutto. Persino su questo. Diciamo che i miei
scrittori preferiti appartengono
al periodo legato alla beat
generation, sto parlando di Allen
Ginsberg, Charles Bukowski,
Jack Kerouac ed Ernest Hemingway. Ci tengo però a precisare
che possiedo un sentimento verso la musica,
in particolar modo alla
canzone d'autore, specialmente nei confronti
di tre personaggi: Tom
Waits, Bob Dylan e Fabrizio De André, li reputo scrittori/poeti. Continuando a parlare di generi devo per forza citare il
Simbolismo, uno scrittore su tutti (che forse reputo essere il mio poeta preferito) è Charles Baudelaire. Mi
piacciono molto i racconti, in
particolare due scrittori italiani:
Tiziano Sclavi e Stefano Benni.”
Come fai conoscere il tuo lavoro? “Sotto questo punto di vista
ammetto di non essere proprio
un "mago". Uso i social
network. Nella piattaforma da
me utilizzata per il blog c'è una
funzione che, ogni volta in cui
pubblico
un nuovo articolo, viene automaticamente propagata su Facebook e su Twitter. Poi, al momento, pubblicizzo ai miei amici
in giro per l'Italia. Con il tempo
mi organizzerò in maniera migliore. Promesso.”
Quali opportunità offre
internet ai giovani che vogliono emergere? “Qui è il solito
vecchio discorso del "sapere usare le cose". Noi possiamo anche avere una macchina, ma se
non siamo in grado di guidarla
rischiamo di fare un incidente.
Internet offre sicuramente opportunità importanti perché è
divenuto (bisogna ammetterlo)
una realtà virtuale piuttosto imponente.
Il Carduccino
18
Se scriviamo qualcosa su Facebook ci sarà, almeno, un'altra
persona pronta a leggerla. Alla
stessa maniera credo ancora
molto nella carta e nella strada.
Un tempo c'erano le Agorà, poi
le biblioteche/università, poi le
piazze, non voglio credere che
ora ci sia solamente uno schermo lucido.”
Ritieni che la tua esperienza al
Carducci ti sia stata utile?
“La storia non si fa con i sé e
con i ma. Non si torna indietro.
Non so chi sarei stato se non
avessi intrapreso la strada del
Carducci. Io mi porto dietro
quello che sono stato, questo mi
fa divenire ciò che sarò. Sempre.
Quindi sono obbligato a rispondere di "si". Se devo specificare
in cosa, l'ho già detto nella prima domanda. Non avrei mai incontrato le opportunità che ho
avuto. Ma chissà cosa sarebbe
successo in alternativa. Ammetto che sono domande che spesso
mi faccio.”
Un ricordo particolare del tuo
impegno come Redattore del
Carduccino.
“Ricordo con gioia molti momenti. La bellissima intervista
fatta a Paolo Rossi, in cui avevamo monopolizzato un'assemblea
dell’I.T.I. Oppure un articolo
che scrissi sulla notte degli Oscar in cui trionfò The Artist,
non so il perché, ma mi piacque
molto quel mio scritto, ne ero
molto soddisfatto. In generale
mi sentivo parte di una squadra
e per uno come me, che ha sempre preferito rimanere in un guscio, non fu una cosa da poco.
Con alcuni di loro sono ancora
in contatto.”
Come si chiama il tuo blog?
“blogdaunminuto.wordpress.com”
Classe 1N
L’angolo della lettura
a cura di Lucia Bianchini 3A
Titolo: Leggere Shakespeare a Kabul
autori: Stephen Landrigan e Quais Akbar Omar
prezzo: € 9,90
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Dopo un lungo viaggio in Afghanistan, l'attrice e regista Corinne Jaber decide di mettere in scena a
Kabul “Pene d'amor perdute” di Shakespeare. È un'impresa mai tentata prima, ma grazie ai finanziamenti di diverse istituzioni, Corinne può finalmente mettersi all'opera con entusiasmo. Il primo scoglio che deve affrontare, però, è la traduzione del grande commediografo inglese. Shakespeare, infatti,
non è mai stato tradotto in Dari, la lingua parlata in Afghanistan, così, dopo un immenso lavoro di
trasposizione del testo, tutto sembra pronto. Ma in che modo verrà accolta la commedia in un Paese
dove guerra e violenza sono all'ordine del giorno? E quale potrà essere il ruolo delle donne, in un Paese culturalmente così lontano da quelli occidentali?
Titolo: Una notte ho sognato che parlavi
autore: Gianluca Nicoletti
prezzo: € 16,50
Editore: Mondadori
Pagine:180
La storia quotidiana e vera di Tommy, un simpatico e riccioluto adolescente autistico e del suo straordinario rapporto con il padre, Gianluca Nicoletti. A tre anni il bambino era “tanto buono e silenzioso,
forse persino troppo”. Suo padre che, quando un neuropsichiatra sentenziò: "Suo figlio è attratto più
dagli oggetti che dalle persone", non trovò tutto ciò affatto strano, in fondo, era stato così anche per
lui: aveva cominciato a parlare tardissimo e ora si guadagnava da vivere proprio parlando; quindi, prima o poi, pure Tommy avrebbe iniziato a farsi sentire. Con l'arrivo dell'adolescenza, le cose in famiglia improvvisamente cambiano: quel bambino taciturno diventa un gigante con i peli, forzuto, talvolta
aggressivo, spesso incontrollabile, e Gianluca, chiamato in causa dalla moglie sconfortata, si scopre un
genitore felicemente indispensabile.
Il Carduccino 19