ANNO 9 N° 2 ANNO SCOLASTICO 2012/2013 Redazione e-mail: [email protected] Editore Licia Piva Direttore Isabella Dallapiccola Vice Direttori Silvana M. Baroni, Anna Franchella Responsabile grafica Paola Occhi Foto Reporter Nicoletta Dracea Caporedattore Federico Branchetti Redattori: Lucia Bianchini, Francesco Travasoni, Pamela Ferroni, Vittoria Duffini, Linda Pietrasanta, Roberta Malisardi, Laura Martignani, Stefano Ballo, Sara Franco, Zeudi Sturchio, Sara Carletti, CassandraTumiati A un anno dal sisma il Carducci ricorda Lillo e Greg si raccontano al teatro “De Micheli” Nella vita ci vuole fortuna “ Bisogna cogliere il momento giusto” “Sketch e Soda”. È lo spettacolo che il duo Lillo e Greg ha portato in scena al Teatro De Micheli di CopCopparo. Protagonisti in vari programmi TV, attori al cinema, autori e conduttori del fortunato programma “610” di Radio 2, cantanti e musicisti, sono legati nella vita da una sincera amicizia. In quale momento avete capito di far ridere insieme? “È difficile da dire. Quando ti presenti davanti agli amici, ridono perché appunto, sono amici. In concreto l’abbiamo capito dopo il fallimento dell’A.C.M.E.”. Come avete reagito alla chiusura della casa editrice? “Nel febbraio del 1992 eravamo entrambi senza lavoro perciò abbiamo deciso di provarci: ci siamo incontrati e abbiamo formato il nostro gruppo prima musicale e poi comico. Ci esibivamo davanti alla gente di Roma, nei locali e, di certo, non pensavamo di avere tutti questi consensi. In realtà non sapevamo neanche se avessimo potuto continuare, non ci aspettavamo un riscontro così dal pubblico e neanche un pubblico così disposto ad ascoltarci e seguirci.”. Quindi, com’è arrivato il successo? “Abbiamo avuto fortuna, il passaparola ci ha reso un “fenomeno romano” e da lì è iniziato tutto. Siamo entrati nel cast de “Le Iene”. Quando abbiamo iniziato, però il programma non era come adesso: l’audience era minore e di conseguenza anche la visibilità. Siamo rimasti per tre anni e così abbiamo potuto accumulare l’esperienza necessaria”. Tra le vostre presenze ai vari programmi televisivi c’è anche quella a San Remo, come vi siete trovati? “Quando ci hanno chiamati per collaborare con Max Pezzali eravamo entusiasti, ma poi abbiamo capito che per noi era troppo caotico. Nelle quinte c’è un gran movimento e noi ci sentivamo fuori posto. Abbiamo trovato più emozionante partecipare al concerto del primo maggio, forse anche perché dietro a quel giorno c’è una storia che sentiamo più vicina rispetto a quella della canzone italiana” Avete girato molte città: quale avete preferito? “Beh, è difficile da dire. I nostri impegni in realtà non ci hanno fatto viaggiare tanto e dal resto anche per noi è difficile conducendo un programma radiofonico che va in onda tutti i pomeriggi, non possiamo permettercelo. La più bella però rimane la capitale. Anche se noi due abbiamo visioni diverse della città eterna: Greg viene dal centro, io dalla periferia e non ci crederete, ma è come abitare in due paesi completamenti diversi. I quartieri e la città non erano come adesso, le differenze erano più accentuate. Roma per noi è comunque la più importante, infondo è cominciato tutto da lì”. Chiara Quadrini, Elena Morisi 2A Il Carduccino 2 “Google manda a spasso i suoi utenti” I Google Glass riusciranno a rivoluzionare il modo di concepire la “vita reale?” Il colosso di Mountain View, ha passato anni ad acquisire e creare decine di servizi, come YouTube, progettando un universo parallelo usufruibile dagli utenti solo se connessi ad Internet. Dopo essere riuscito, grazie alla mole di svago e risorse offerte a modificare le abitudini delle persone facendole stare molto tempo in più davanti a un computer e raggiungendo così, a colpi di click, livelli di guadagno stupefacenti, nel 2005 ha mosso il primo passo verso l’apertura dei propri servizi anche ad utenti “in movimento”, ed avendone intuito le potenzialità, acquisisce Android, entrando così di fatto nella telefonia mobile. Avendo già dimostrato di saper influenzare il mercato, riesce a farlo diventare il Sistema Operativo più utilizzato sugli smartphone. Google stima infatti che ci siano più di 400 milioni di dispositivi che lo usano in tutto il mondo. Negli ultimi anni, date le cifre record, l’azienda decide di lanciarsi in un nuovo progetto: occhiali a realtà aumentata per mettere davanti agli occhi dei consu- matori la parte migliore del web mentre compiono le azioni di tutti i giorni, specialmente se fuori casa e lontani da un PC. Gli sviluppatori Google sono infatti riusciti ad arrivare ad un prodotto funzionante che è già stato presentato al Google I/O e sarà messo a disposizione del grande pubblico agli inizi del 2014. Capaci di catturare foto e video, fare ricerche, interagire con i social network, dare indicazioni stradali e molto altro ancora, sembrano un oggetto davvero innovativo, desti- nato ad apparire sul viso di milioni di persone. E poi c’è il dilemma della privacy: secondo molti esperti questi occhiali, che oltre a registrare tramite il GPS tutti gli spostamenti che fa chi li indossa, e quindi estrapolarne dati che Google utilizzerà per pubblicità mirate e indagini di mercato; grazie al riconoscimento facciale potranno individuare anche le persone attorno a chi li sta utilizzando, che non mettendoseli avevano deciso di non farsi “spiare” da Big G. C’è già chi dice che i servizi offerti dai Google Glass, seppur in forma differente si possono avere anche da un telefono di più di due anni fa. Chi pensa che questo frenerà le vendite si sbaglia poiché come già visto per l’iPhone, agli utenti non interessa la potenza o l’utilità: La forma è drammaticamente più importante del contenuto. Federico Branchetti 2A Il IlCarduccino Carduccino 23 IL CARDUCCI IN VISITA AGLI “AMICI DI LUCA” I n seguito alla visione del film “L’alba di Luca” e alla lettura del libro “L’operazione è perfettamente riuscita”, incentrati sul caso di Luca De Nigris, i docenti del Liceo Statale Giosuè Carducci di Ferrara hanno deciso di proseguire gli studi sul coma e le sue conseguenze con la visita a questa struttura, situata a San Lazzaro di Savena, nei pressi dell’Ospedale Bellaria. L’obiettivo della visita presso la “Casa dei Risvegli” era quello di continuare l’opera di studio del- la problematiche del coma vedendo, in prima persona, i risultati delle cure messe a punto in questa struttura e le tipologie di azione riabilitativa, che vengono utilizzate per permettere a molti pazienti di poter tornare, almeno in una condizione di autosufficienza. La spiegazione di tali cure e obiettivi sono state date dalla madre di Luca De Nigris che ha vissuto in prima persona prima la tragedia del figlio, morto dopo un’operazione “perfettamente riuscita” e in seguito ha potuto vivere il miracolo di molti pazienti della casa di cura che sono riusciti a tornare ad avere una vita quasi del tutto normale. All’interno della “Casa dei Risvegli” ci sono state mostrate le stanze per i pochi pazienti che la struttura può ospitare, che sono state adibite a vere e proprie mini-abitazioni in grado di ospitare anche uno o due componenti della famiglia del paziente. In conclusione alla visita abbiamo potuto conoscere anche uno dei pazienti che ha avuto la fortuna di riprendersi, quasi perfettamente, dalla situazione di coma in cui si ritrovava e che, in questo momento, lavora come volontario proprio presso la struttura che lo ha aiutato a riprendersi. Matteo Busoli, Andrea Guidi, Erik Pennini 5F Il Carduccino 4 La nuova vita dopo il coma Il risveglio è la forza di chi ci crede davvero S impatico, intelligente, con tanta forza di volontà sono le qualità di Cristian, 33 anni. La sera di Santo Stefano del 2001 mentre tornava a casa, attraversando le strisce pedonali è stato investito da un pirata della strada. Il giovane era una grande promessa del basket bolognese, amato e soprannominato "finta" da suoi compagni si squadra. Frequentava l'Università di architettura a Ravenna e lavorava come "pizza-boy" per avere a propria disposizione un guadagno. Dopo la tragica notte, il coma. Un lungo sonno durato ventidue mesi tra le sofferenze e le speranze dei parenti e degli amici. Il caso di Cristian ha fatto molto parlare, poichè non vi era- no molte possibilità di risveglio dopo quasi due anni di coma. Ma contro tutti i pronostici il ragazzo ha aperto gli occhi, di fronte ad una nuova vita. La riabilitazione è stata lunghissima, piena di ostacoli e imprevisti, durata quasi dieci anni. Con tenacia e impegno Cristian ha raggiunto ottimi obiettivi, tornando a fare molte attività che svolgono i ragazzi "normali". Ora lavora come giardiniere alla "Casa dei Risvegli", legge moltissimi libri scientifici con particolare interesse per l'astrologia. Finalmente dopo un lungo e faticoso percorso, la vita di Cristian è tutta in discesa. Sara Tessari, Clara Bianchi, Elia Zucconelli, Caterina Bergamini, Nadia Zadonscaia 5F Il Carduccino 5 Quarta maratona fotografica a Ferrara Centinaia di appassionati da tutta Italia per catturare i lati nascosti della nostra città A me più che 12 ore servirebbero 12 giorni: non è la mia visione di fotografia, però penso sia un bel modo di esercitare il colpo d’occhio in poco tempo“. Così afferma uno dei tanti partecipanti all’originale concorso a tappe svoltosi sabato 20 aprile la cui premiazione avrà luogo il 25 maggio. La maratona ha coinvolto più di 300 persone, per lo più provenienti da Bologna, Venezia e Padova tra cui spiccavano professionisti e diversi ragazzi in erba, che hanno realizzato più di 3000 scatti. I fotografi si sono trovati alle 8.30 in Piazza Castello dove è stato spiegato loro il regolamento e successivamente, nel corso della giornata, sono stati comunicati 12 temi di libera interpretazione riguardanti la cultura ai quali riferirsi per la scelta dei soggetti da fotografare. I primi sei temi sono stati comunicati dall’organizzazione alla partenza, ed i successivi nel pomeriggio, presso apposite postazioni. È stato inoltre proposto un 13o tema ispirato al quadro “Dorme lei” di un giovane pittore ferrarese, Daniele Cestari. A fine giornata i partecipanti hanno consegnato le loro fotografie, frutto di 12 ore di lavoro. La giuria, composta dai fotografi Giulio Di Meo, specializzato in reportage sociale, dalla bolognese Silvia Morara, dai ferraresi Andrea Bonfatti e Daniele Zappi e da tre rappresentanti dell’associazione Feed- back dovrà tener conto della creatività, della tecnica e dell’attinenza al tema. I premi assegnati saranno un viaggio fotografico a scelta tra Berlino e Sarajevo in agosto per il primo classificato, attrezzatura fotografica per il secondo e al “migliore scatto” un weekend sul delta del Po per due persone. L’edizione 2013 è patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, da Comune, Provincia e dal Club Unesco Ferrara, in collaborazione con il Museo Archeologico di Ferrara e i Musei d’arte antica. Parte dei premi e delle stampe fotografiche sono messe a disposizione da Mercatino del Libro e del fumetto, 2G Editrice, Photoworld.it, Editrice Progresso, Shot Viaggi e Reportage. La risposta a quest’evento è stata positiva per l’alto numero di adesioni. Nicoleta Dracea 2A Il Carduccino 6 L’EMOZIONE DI UN ATTIMO CONSERVATA IN ETERNO Momenti che rimangono per sempre Vacanze, amici, divertimento, scatti, ricordi, sorrisi, pianti. Questo è ciò che si pensa quando si riflette sul termine “fotografia”. Quante volte guardando una foto ci si accorge di riflettere sul passato con la consapevolezza che tutto quello che hai fatto non si potrà più rivivere per una seconda volta, perché i tempi sono cambiati. Una fotografia racchiude vera- nella mente per sempre. Tuttavia le fotografie possono essere interpretate in diversi modi, chi le osserva e non ha vissuto quell’esperienza ritratta, non sempre ne capisce il senso ed inoltre può interpretarla in diverse maniere. Solo chi ha vissuto veramente quell’episodio sa qual è il suo vero significato. Guardando una foto si mette quindi in pratica un esercizio d’osservazione perché ci si sforza di capirne il significato più profondo, ci si sforza di comprendere le emozioni delle persone ritratte e spesso grazie ad un’attenta osservazione si riescono a rilevare alcuni segreti che magari altri con uno sguardo superficiale non hanno colto. Sara Gramigna 5E com’erano le cose una volta, di come magari era tutto più bello e meno stressante rispetto alla vita che si vive in questo periodo, quante volte riguardando una fotografia scappa una lacrima o un sorriso perché ci si ricorda di quei momenti fantastici vissuti insieme a persone altrettanto fantastiche che magari non rivediamo più da tanto tempo o che sono salite in cielo. Questa è la funzione che ha una fotografia, farti ricordare e farti mente tutto questo, è davvero un insieme di emozioni, di episodi che rimarranno impressi Il Carduccino 7 ZANZIBAR: UNA STRETTA AL CUORE M eravigliosa, splendida e impossibile da dimenticare. È così che viene descritta la ‘Terra dei Neri’ meglio conosciuta come Zanzibar, da tutti coloro che la visitano. La settimana di Pasqua mi sono recata su quest’isola dalle mille sfumature per una vacanza di famiglia. Si tratta di un arcipelago composto da due Isole principali di Unguja. Il nome di Zanzibar nasce dalla combinazione di due parole arabe, 'Zenj', che significa nero, e 'la sbarra', ovvero la parola araba per terra. Africa Nera o mondo arabo? Quando i mercanti Arabi arrivarono mille anni fa e cominciarono a insediarsi sull'isola e sulla costa della Tanzania, la zona era già abitata da popolazioni africane di cultura bantu provenienti dall'Ovest. La Zanzibar di oggi e la costa della Tanzania, inclusa una parte del Kenya e del Mozambico, sono la patria della cultura swahili, frutto di un'ibridazione fra popolazioni "Jambo jambo Bwana (Ciao ciao signori) Habari gani nzuri sana (come state? Molto bene!) Wageni wakaribishwa (turisti benvenuti) Zanzibar yetu hakuna matata (nel nostro Zanzibar nessun problema)" africane autoctone e orientali durata secoli. La lingua parlata è lo swahili, dove il lessico è per un quarto di origine araba. Le spezie sono da sempre il bene più prezioso dell’isola e ancora oggi si possono ammirare, assaggiare e annusare nelle vaste piantagioni. L'isola ha anche i suoi lati oscuri, come il suo essere fulcro del commercio di schiavi. Zanzibar ha dato infatti i natali, oltre che a Freddy Mercury dei Queen, a Tippu Tip, forse il più no- to e spietato trafficante di schiavi della Storia. Visitare le minuscole stanze in pietra in cui venivano pigiati a decine gli schiavi, molti dei quali già morti durante il viaggio in nave, è stata un'esperienza agghiacciante. Atterrando con l'aereo ci si trova davanti ad un aeroporto, piccolo, sporco e stracolmo di gente del posto, che ti chiede soldi anche solo per spostare il bagaglio di un metro. Non hanno nulla e con questo metodo riescono a portare a casa cibo e acqua potabile alla famiglia. Il sole è cocente. Nel periodo delle piogge la temperatura raggiunge i 30 gradi, mentre nel periodo estivo sale fino a circa 50 gradi. In spiaggia o meglio su quella parte di mare che si è ritirato, la sabbia Il Carduccino 8 è morbida ed è piacevole camminarci. In realtà non si sa dove guardare perchè da un lato si trova la spiaggia con la sua vegetazione di palme di cocco, che contrasta con il biancore della sabbia, una dove si trovano splendide conchiglie e soprattutto stelle di mare enormi dai diversi colori, e poi in fondo c’è il mare. Quando finalmente arrivi a Zanzibar non puoi che sdraiarti e godere di queste lagune di acqua cristallina, anche se però per nuotare bisogna farsi portare da qualche pescatore con la “dhow”,la tipica barca vunque ci sono bambini che ti vengono incontro e vorrebbero qualsiasi cosa da te; difficile da comprendere secondo i nostri ritmi di vita,ma anche questo è il bello di Zanzibar! Gli occhi dei bambini brillano di una luce diversa noi cittadini occidentali è assolutamente inconsueto e suggestivo. Un viaggio a Zanzibar vi resterà nel cuore; vi farete molte domande nel vedere un mondo così diverso al nostro e, il più delle volte, non troverete le risposte. Zeudi Sturchio 2B in legno, verso la barriera corallina. Inoltre sulla spiaggia trovi anche di tanto in tanto delle coltivazioni di alghe che in certi tratti trasformano il mare quasi in palude e il paesaggio assume un aspetto surreale; gli abitanti di Zanzibar raccolgono le alghe, le fanno essiccare e le mandano in Asia ed è questa, insieme alle spezie, la loro principale fonte di guadagno. O- da quella dei nostri. Raccogliere, annusare e vedere le piante della citronella, dei chiodi di garofano, l’albero della cannella o della noce moscata, camminare nel verde delle piantagioni e ricevere doni realizzati con le foglie di cocco per Il Carduccino 9 Il Carduccino sul podio di Mirabilandia!! U n terzo posto. Un altro premio per il giornale scolastico del Carducci che continua a far registrare ottimi risultati e a dare tante soddisfazioni. Anche se la medaglia è solo di bronzo, è un’altra vittoria per il Carduccino che comincia finalmente a farsi conoscere. Il 20 ottobre la redazione, nell’occasione composta dalla capo redattrice Isabella Dallapiccola e dai redattori Angela, Giada, Filippo, Lucia, Magda, Francesco sono stati accolti dalle simpatiche mascottes di Mirabilandia, Mike e Otto il leprotto. Il gruppo guidato dalla professoressa Braga Patrizia ha partecipato alla premiazione di “Giornalinoi 2012”, il Gran Premio di Mirabilandia di giornalismo scolastico promosso sul mensile “Okey!” giunto ormai alla sua X edizione, che si teneva nel “Teatro Coca Cola” del parco. Il concorso era diviso in quattro categorie scolastiche: scuole primarie, scuole secondarie di I° grado, istituti comprensivi scolastici e scuole secondarie di II grado. Il nostro Giornale è stato surclassato dai due suoi rivali a causa della mancanza di fondi scolastici per renderlo più interessante dal punto di vista visivo abbellendolo con carta plastifi- cata e colori; “L’Ippogrifo” del Liceo Classico “V.Emanuele II” di Jesi e da “Inchiostro Vivo” dell’Istituto “Leonardo da Vinci” di Fasano, sicuramente favoriti da un consistente apporto di sponsor. Ma il Carduccino a Mi- ve decorazioni in stile Halloween. Abbiamo approfittato dell’evento per assistere agli spettacoli e attrazioni in tema con le festa degli orrori. Ci siamo goduti quasi tutte le giostre tranne la mitica ruota panorami- rabilandia non è stato solo un’apparizione su un palco. Dopo averci consegnato la targhetta di riconoscimento, abbiamo assistito al seguito della cerimonia e infine abbiamo posto alcune domande al responsabile delle pubbliche relazioni che ci ha fornito informazioni sulla storia del parco e sulle nostre curiosità. Dopo di che il parco ci ha offerto il pranzo al ristorante “Drive in” e l’entrata gratis per le attrazioni. Tutto era addobbato, visto il periodo, con suggesti- ca, attrazione principale di Mirabilandia, perché chiusa. Per ricordare la giornata abbiamo acquistato qualche gadget e souvenirs del posto. Tra una giostra e l’altra, tra un giro sul Divertical e uno sull’iSpeed, è stata una giornata all’insegna del divertimento e dello svago, una vera e propria giornata in amicizia. Angela Bassi Andreasi, Filippo Gozzo, Magda Michelini, Giada Gardenghi 3L Il Carduccino 10 NOI SIAMO LA RIVOLUZIONE Il Carducci tra i finalisti del “Premio Estense” “B reve enim tempus aetatis satis longum est ad bene honesteque vivundum..” “Anche una vita breve è abbastanza lunga per vivere con virtù e onore” (Cicerone, “Cato Maior de Senectute”, XIX, 70) Che cos’è il Premio EstenseScuola? È un progetto organizzato ogni anno, rivolto a tutti ragazzi delle scuole della provincia di Ferrara. Gli studenti devono produrre un elaborato sul libro vincitore del Premio Estense, utilizzando creatività e originalità, senza l’aiuto di persone esterne alla scuola. Il libro vincitore di quest’anno è “Noi Siamo La Rivoluzione”, di Federico Fubini. I Compositori Sociali. Questo è il nome che ha un po’ colpito e stordito tutti, quando è spuntato in mezzo alle altre proposte. Il voto alla fine è stato unanime: è nostro. Perché? I nostri mattoni, così leggeri ma allo stesso tempo importanti, compongono la nostra storia, il nostro passato, la nostra piramide, uno non può fare a meno dell’altro, per il risultato finale. Un passato, un presente e un futuro costruiti su ideali ancora confusi, data la giovane età, ma senz’altro permeati di voglia di cambiamento. La musica è stata una parte importante. E poiché ognuno di noi ha la colonna sonora della propria vita, volevamo che questo progetto ne avesse una propria, una sua colonna. La nostra creatività e spontan e i t à hanno diretto questo progetto, la nostra voglia di fare, che d o p o aver costruito la nostra piramide fatta di volti e fotografie, ci hanno portato ad urlare “RIVOLUZIONE!” come un grido di guerra, avventandoci sul solido, scherzando e ridendo. Non è stato solo giochi e scherzi, è stata un’impresa dura per noi ragazzi decidere su cosa focalizzarci, su quali parti del testo. Abbiamo analizzato, scritto, cancellato, riscritto. Proprio come una rivoluzione, il nostro lavoro è nato da una scintilla, un’idea, un semplice schizzo alla lavagna fatto per scherzo, ma che in realtà è stato il primo mattone della nostra piramide. Frasi tratte dal libro, pensieri, riflessioni, ci hanno fatto comprendere che volevamo analizzare meglio il primo e l’ultimo capitolo; principalmente perché parlano di noi. Li abbiamo sentiti più vicini, più “nostri”. I giovani siamo noi, ora, qui. I giovani sono tutt’intorno a noi, i nostri coetanei, perciò abbiamo voluto dare spazio alla loro voFasi del lavoro: 1. Formazione del gruppo di lavoro, analisi del testo e raccolta delle idee; 2. suddivisione in gruppi di lavoro autonomi, coordinati dai professori; 3. scelta di immagini di rivoluzioni e progettazione della piramide; 4. stampa di decalcomanie su magliette e blocchi di gommapiuma per la struttura della piramide; 5. componimento di un pezzo musicale jazz con l’ausilio di pianoforte, sax e chitarra acustica; 6. registrazione audio e video di interviste a ragazzi frequentanti il Liceo; 7. produzione di un video con sottofondo musicale, interviste e coreografia relativa la piramide. ce, oltre che alla nostra. Abbiamo deciso di documentare la loro opinione, i loro propositi per il futuro, le loro speranze. I gruppi di lavoro si sono divisi autonomamente, procedendo con fotografia, lettura, scrittura, stampa e composizione di un brano musicale. I professori sono stati i nostri direttori d’orchestra. Elena Tuffanelli Gaia Pellegrini 2L Il Carduccino 11 L’angolo della poesia Come una stella che è senza luce (e non splende) Siamo angeli abbracciati al cielo nella breve eternità della fine di un volo e restiamo dentro ad un vuoto di parole nell’immobilità che non ha ormai più dolore. Siamo naufraghi abbracciati al mare e l’anima non sa più ricucire le vele e i nostri sguardi non sono più proiettati verso l’orizzonte, su ogni isola non c’è l’armonia delle onde. Siamo profughi sulla linea di confine E non sappiamo più se è l’inizio o la fine e restiamo senza sogni da sognare nell’immensità che ci separa dal cuore. L’amore non ha più amore, non sente, non vuole e non crede più a niente… è come una stella che è senza luce e non splende. Daniele Nardini 5F Magia E proprio quando credi di essere felice, puff.. la magia svanisce... come d’incanto gli alberi color verde speranza, diventano d’un grigio cupo... la ragione che hai di vivere cambia, e t’incolpi, t’incolpi di non essere stata all’altezza... di non aver capito che qualcosa era cambiato di essere stata una bambina ingenua che compie sempre gli stessi errori... di quella bambina alla quale vederlo sorridere le avrebbe illuminato la vita. Storia di due amici In un giorno triste con l’acqua gaia un uomo ha gridato e il cane abbaia, giù in paese c’è tanta gente che prega però l’uomo, intanto, annega. Il mare è calmo e le voci ormai spente, non c’è più nessuno che sente… il cane ha molta paura ma scende in mare, trascina l’uomo, lo può salvare. L’uomo giunge a riva mezzo distrutto e il cane invece ha dato tutto, l’uomo è salvo ma il cane è morto… fischia una nave: il cane è morto. Però queste storie non sono affatto belle, muore l’amico per la tua pelle… così mentre l’acqua scorre gaia un uomo piange e un cane… abbaia. Daniele Nardini 5F Quella bimba alla quale, il solo pensiero di vederlo sorridere con un’altra, le avrebbe riempito gli occhi di lacrime. Erica Bovina 2B Il Carduccino 12 Guerra A cosa serve? Assolutamente a nulla, guerra è qualche cosa che disprezzo perché vuole dire distruzione di vite innocenti, guerra significa dilaniare in mille pezzi gli occhi delle madri quando i loro figli vanno lì fuori a lottare e a dare le loro vite. Guerra non è niente altro che spezza cuori, guerra amica solo del becchino, guerra è il nemico di tutta l’umanità, il pensiero della guerra fa esplodere la mia mente tramandandosi di generazione in generazione distruzione dell’insediamento, chi vuole morire. Guerra ha fracassato i sogni di molti uomini giovani e ha reso loro disabili amari e cattivi, la vita è troppo preziosa per combattere guerre ogni giorno, guerra non può dare la vita, può solo strapparla via. Guerra amica solo del becchino, Giardino segreto Ti lascerà entrare in casa sua se verrai a bussare di notte tardi, ti lascerà entrare nella sua bocca se le parole che dici sono giuste, se paghi il prezzo ti lascerà andare fino in fondo ma c’è un guardino segreto che nasconde. ci deve essere qualche posto oggi per pace, amore e comprensione ci dicono che dobbiamo lottare per mantenere la nostra libertà ma Dio ci deve essere una vita migliore, che sia migliore della guerra. Daniele Nardini 5F ti lascerà arrivare proprio lontano così saprai che lei è veramente lì, ti guarderà e sorriderà e i suoi occhi diranno che ha un giardino segreto dove tutto ciò che desideri resterà sempre un milione di miglia lontano. Anonimo Ti lascerà visitare le parti più recondite di sé che ti porteranno giù, ti lascerà visitare il suo cuore se hai un martello e un lasciapassare ma nel suo giardino segreto, non pensarci due volte. Hai percorso un milione di miglia, quanto lontano hai trovato il posto dove non puoi ricordare e non puoi dimenticare? Ti guiderà lungo un sentiero, nell’aria ci sarà tenerezza, Il Carduccino 13 Uno spettacolo di ragazzi In scena a maggio alla Sala Estense Il Mercante di Venezia, una delle creazioni più discusse di Shakespeare è stata esplorata dai ragazzi di 1G del Liceo delle Scienze Umane, in modo del tutto originale, grazie al coinvolgimento degli studenti del Conservatorio e dello spettacolo. Dopo un’attenta lettura dell 'opera e l’intervento in aula della dott.ssa Tempera, i ragazzi sono partiti dall'analisi del dialogo tra Antonio e Graziano nella prima scena "Io prendo il mondo com'é: il mondo é un teatro dove a ogni uomo tocca recitare una parte e la mia è una parte malinconica". Sono loro stessi a commentare: "È come fossimo anche noi in un grande teatro, nel quale ogni giorno si apre un sipario, il mio teatro é la scuola. Ho sempre bisogno di scoprire cose nuove, perché senza nuovi desideri, non sono in grado di recitare la mia parte. Vorrei non avere limiti, ma non sono Dio, e non so nemmeno perché sono qui a recitare una parte" (Veronica). Per Sofia "il compito più complicato é capire per quale motivo siamo qui; il segreto dell'esistenza non sta solo nel vivere ma in quello per cui si vive[...] noi siamo ancora ragazzi, fatti di sogni ambiziosi e speranze, siamo tutti qui per trovare il nostro posto nella realtà". Mentre per Lucrezia non é facile trovarsi in questo mondo: "io in questo mondo non mi ri- trovo; se non bevi, non fumi o non ti droghi sei considerato una nullità [...] imparerai che nel lungo tragitto della vita, incon- trerai pochi volti e molte maschere! "Ma é Giulia quella che racchiude i pensieri di tutti: "da oggi smetto di accettare tutto, getto quella maschera, non mi devo accontentare, la vita non me la posso immaginare!" Cosí, pian piano, giorno dopo giorno, il grande genio William, é diventato un amico da mettere in scena insieme ai loro pensieri. La struttura della messa in scena é del tutto particolare: ricorda, per certi versi, la commedia dell'arte, cioé al tempo in cui il teatro si faceva nelle piazze, su delle pedane, e gli attori stavano seduti ai lati della pedana, entrando di volta in volta in scena. Non c'erano quinte, ma tutto era visibile agli occhi del pubblico. Una pièce corale e, al tempo stesso, con ruoli interpretati da attori diversi, attraverso un semplice elemento costumistico che li distingua! Le musiche e le coreografie sono scritte e realizzate dai ragazzi. Classe 1G Il Carduccino 14 In Siria, dopo due anni di conflitti ancora non si intravede la pace 90.000 morti non fermano una guerra civile E già si intravedono i prossimi scontri a causa degli estremisti “Non ci piace ammazzare nessuno e non cerchiamo spargimenti di sangue. L’unico interesse che abbiamo è far cadere il regime, liberare il Paese da questa mafia e vivere in pace: voglio solo tornare al mio lavoro e ricostruire la mia casa distrutta. Così il capitano di uno dei tanti comandi armati siriani, spiega a Pablo Trincia, nota “Iena”, qual è il motivo che induce lui e gli altri Mujaheddin a combattere e che, paradossalmente, è anche lo scopo che mantiene “viva” la loro esistenza. In seguito alle prime proteste del popolo siriano, che risalgono ormai a due anni fa, il governo guidato dal presidente in carica Bashar al-Assad, ha deciso di adottare una politica di repressione contro qualsiasi forza di opposizione e ha quindi proceduto sparando sulle persone, che affollavano le piazze, lanciando razzi ed utilizzando armi chimiche non convenzionali, come le bombe a grappolo, un po’ ovunque nelle zone conquistate dai ribelli. Secondo l’ONU l’esercito governativo ha collezionato fin ora più di 90.000 morti, dimostrando anche con il lancio di alcune bombe su un parco giochi quanto pericolosi possano essere anche donne e bambini. A seguito di questi drammatici eventi, le migliaia di ribelli nella parte nord del paese, diventati da muratori a militari in una notte e bisognosi di un comando superiore si sono uniti i nella Coalizione nazionale siriana delle forze dell'opposizione e della rivoluzione, per riprendersi la dignità e la libertà che il regime gli ha tolto brutalmente distruggendogli la casa che con difficoltà si erano costruiti e in alcuni casi la famiglia. Ora combattono senza sosta l’esercito del presidente siriano, molto più forte del loro, ma non nutrono timore perché sanno che dalla loro parte c’è Allah. Questa consapevolezza unita alla rabbia per le morti di amici e parenti rende i soldati sempre più tenaci ed energici. Ma il dramma che si è venuto a creare negli ultimi anni in Siria non finirà con la vittoria della guerra civile da parte dell’esercito libero siriano, perché il rischio che gli estremisti islamici, anch’essi facenti parte di questo movimento, prendano successivamente il controllo e che si scatenino nuove scissioni lascia intravedere la pace tanto ambita, molto lontana. Federico Branchetti 2A Il Carduccino 15 IL CALCIO SCOMMESSE NELLA STORIA U ltimamente si sente spesso parlare di Calcioscommesse e la stima riportata è tutt'altro che un buon segno. Chi non segue il calcio, probabilmente frutta, Massimo Cruciani, sostenne di essere stato truffato da alcuni giocatori della Lazio, che avevano indotto a scommettere su delle partite di Serie A che erano state combinate. Tuttavia i risultati concordati non si verificarono, così da far perdere somme ingenti a Cruciani. Dopo la denuncia del commerciante e di Alvaro Trinca, il contat- avrà impressi soprattutto i nomi di Conte o di Doni. Mentre, negli anni precedenti, sono venuti fuori personaggi del calibro di Totti e di Buffon. “Secondo voi il Calcioscommesse ha una storia in Italia?” La risposta è sì, purtroppo. Il primo cenno storico del Calcioscommesse in Italia è del 1927, quando un dirigente del Torino cercò di corrompere lo juventino Allemandi. Questo fatto costò lo scudetto ai Granata. Poi c’è stata una lunga pausa, caratterizzata dalla vittoria dell'Italia in due Mondiali e un Europeo, durato fino agli anni '80, quando si è verificato un vero e proprio scandalo del Calcioscommesse; quello che ha tolto “l'innocenza” al nostro calcio. Il primo marzo 1980 un commerciante all'ingrosso di orto- to fra Cruciani e i giocatori della Lazio, la Procura fece arrestare diversi giocatori e dirigenti, mentre altri ricevettero ordini di comparizione. Tutti gli indagati vennero prosciolti perché il fatto, a livello penale, non costituiva reato. Le squadre più penalizzate furono Milan e Lazio. Tra tutte le persone indagate, quello meglio ricordato è Paolo Rossi, che venne espulso per due anni e, nonostante ciò, venne comprato dalla Juventus e riuscì a giocare e vincere i Mondiali del 1982, diventandone anche il capocannoniere e uno dei protagonisti. Nel 1986, si indagò sulle due stagioni appena finite. Questo è stato il Totonero-bis. Al contrario del primo Totonero, che aveva interessato solo la Serie A e la Serie B, il secondo riguardò Serie A, Serie B, Serie C1 e Serie C2. Questo nuovo scandalo è venuto alla luce il 2 dicembre 1986, quando Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi, dirigente del Napoli, si costituì. Venne arrestato e confessò l'esistenza di un giro di scommesse riguardanti alcune partite. Nel corso della vicenda, inoltre, ci furono anche altre ammissioni di colpevolezza e intercettazioni telefoniche. Le società che furono più penalizzate furono Udinese, Perugia, Lazio, L. R. Vicenza, Cavese e Foggia. Non ci furono altri scandali di Calcioscommesse fino ad arrivare al 2011. Ormai il dado è tratto e non si può annullare ciò che è successo. L'unica cosa che possiamo fare, visto che noi dovremmo essere il futuro, è riflettere sull'accaduto e cercare di fare in modo che non accada più. Il calcio è troppo bello per essere rovinato così. Irene Bellettini 2M Il Carduccino 16 Ferrara 11 maggio 2013 “Tutti per uno, un canestro per tutti” Triangolare di basket organizzato dalle classi V del Progetto sport “I LIMITI SONO SOLTANTO ILLUSIONI”. partite da quindici minuti. Dal- È questo il motto della giornata dedicata allo sport paralimpico. Il torneo, alla sua quinta edizione, si è svolto presso il Palapalestre di via Tumiati a Ferrara, e ha visto la partecipazione di tre squadre: “I Bradipi” della polisportiva Dozza di Bologna, il Cus Pa- dova e una rappresentanza delle classi organizzatrici. All’evento erano presenti, in veste di tifosi, gli alunni di tutte le classi con “Progetto sport”, che hanno contribuito a rendere l’atmosfera più stimolante per gli atleti. La competizione si è svolta sotto forma di triangolare nel quale i ragazzi del Carducci hanno affrontato rispettivamente Bologna e Padova in due “fair play” alla squadra veneta. L’evento è stato reso possibile grazie al patrocinio del comune estense, al Coni di Ferrara e al C.I.P. Un ricordo particolare è andato, come di consueto, al prof. Go- la sfida tra le squadre ospiti, è uscita vincitrice del torneo la formazione bolognese. Al termine della manifestazione, sono stati assegnati i seguenti premi: miglior realizzator e a “Tomasi” dei “Bradipi” di Bologna; miglior giocatore a “Vickson” del Cus Padova; miglior atleta emergente a “Forcione” del Bologna ed infine, il premio berti, docente della scuola, scomparso prematuramente a causa di una malattia. Questa edizione, purtroppo, è stata segnata anche dalla perdita di Arianna, un’ alunna del Liceo, scomparsa in un incidente stradale, alla quale è stata dedicata la giornata. Classe VF Il Carduccino 17 Carducci: un anno dopo EX STUDENTE, APPRENDISTA SCRITTORE Come fare della propria passione un "lavoro" Blogdaunminuto.wordpress.com È qui che potete trovare i racconti del giovane autore Mattia Antico, universitario al primo anno di Filosofia, ex alunno e rappresentante d'istituto del nostro liceo, nonchè caporedattore de “Il Carduccino”, che coltiva la sua passione per la scrittura. È tornato a scuola per parlare agli studenti di come nasce e si prova a realizzare un sogno. Come è nata la tua passione per la scrittura? “È una domanda a cui faccio molta fatica rispondere. Ho sempre letto e in generale mi ha appassionato il fatto di riuscire a raccontare attraverso le parole. Se devo indicare un aneddoto in particolare parlo di questo: quando avevo circa 14/15 anni vidi per la prima volta Fratello Dove Sei? Dei Coen, finito il film dissi questa frase "cavolo (non era esattamente questa la parola) io voglio fare questo lavoro qua", cioè lo sceneggiatore o comunque scrivere. Mi colpì molto la maniera in cui riuscirono a raccontare, in una forma differente, l'Odissea di Omero, tanto che anni dopo scrissi la mia prima canzone se- ria, in cui decisi di usare, come metafore di supporto per spiegare il tema, proprio l'Odissea. Grazie Joel ed Ethan Coen. Però parlando in maniera pratica e realistica la mia vera passione per la scrittura nasce ed esce grazie alla professoressa Crepaldi, la quale mi ha inserito nelle prime "opportunità" cittadine. Qual è il tuo genere preferito? “Ad esser sinceri ho quasi sempre cambiato idea su tutto. Persino su questo. Diciamo che i miei scrittori preferiti appartengono al periodo legato alla beat generation, sto parlando di Allen Ginsberg, Charles Bukowski, Jack Kerouac ed Ernest Hemingway. Ci tengo però a precisare che possiedo un sentimento verso la musica, in particolar modo alla canzone d'autore, specialmente nei confronti di tre personaggi: Tom Waits, Bob Dylan e Fabrizio De André, li reputo scrittori/poeti. Continuando a parlare di generi devo per forza citare il Simbolismo, uno scrittore su tutti (che forse reputo essere il mio poeta preferito) è Charles Baudelaire. Mi piacciono molto i racconti, in particolare due scrittori italiani: Tiziano Sclavi e Stefano Benni.” Come fai conoscere il tuo lavoro? “Sotto questo punto di vista ammetto di non essere proprio un "mago". Uso i social network. Nella piattaforma da me utilizzata per il blog c'è una funzione che, ogni volta in cui pubblico un nuovo articolo, viene automaticamente propagata su Facebook e su Twitter. Poi, al momento, pubblicizzo ai miei amici in giro per l'Italia. Con il tempo mi organizzerò in maniera migliore. Promesso.” Quali opportunità offre internet ai giovani che vogliono emergere? “Qui è il solito vecchio discorso del "sapere usare le cose". Noi possiamo anche avere una macchina, ma se non siamo in grado di guidarla rischiamo di fare un incidente. Internet offre sicuramente opportunità importanti perché è divenuto (bisogna ammetterlo) una realtà virtuale piuttosto imponente. Il Carduccino 18 Se scriviamo qualcosa su Facebook ci sarà, almeno, un'altra persona pronta a leggerla. Alla stessa maniera credo ancora molto nella carta e nella strada. Un tempo c'erano le Agorà, poi le biblioteche/università, poi le piazze, non voglio credere che ora ci sia solamente uno schermo lucido.” Ritieni che la tua esperienza al Carducci ti sia stata utile? “La storia non si fa con i sé e con i ma. Non si torna indietro. Non so chi sarei stato se non avessi intrapreso la strada del Carducci. Io mi porto dietro quello che sono stato, questo mi fa divenire ciò che sarò. Sempre. Quindi sono obbligato a rispondere di "si". Se devo specificare in cosa, l'ho già detto nella prima domanda. Non avrei mai incontrato le opportunità che ho avuto. Ma chissà cosa sarebbe successo in alternativa. Ammetto che sono domande che spesso mi faccio.” Un ricordo particolare del tuo impegno come Redattore del Carduccino. “Ricordo con gioia molti momenti. La bellissima intervista fatta a Paolo Rossi, in cui avevamo monopolizzato un'assemblea dell’I.T.I. Oppure un articolo che scrissi sulla notte degli Oscar in cui trionfò The Artist, non so il perché, ma mi piacque molto quel mio scritto, ne ero molto soddisfatto. In generale mi sentivo parte di una squadra e per uno come me, che ha sempre preferito rimanere in un guscio, non fu una cosa da poco. Con alcuni di loro sono ancora in contatto.” Come si chiama il tuo blog? “blogdaunminuto.wordpress.com” Classe 1N L’angolo della lettura a cura di Lucia Bianchini 3A Titolo: Leggere Shakespeare a Kabul autori: Stephen Landrigan e Quais Akbar Omar prezzo: € 9,90 Editore: Newton Compton Pagine: 320 Dopo un lungo viaggio in Afghanistan, l'attrice e regista Corinne Jaber decide di mettere in scena a Kabul “Pene d'amor perdute” di Shakespeare. È un'impresa mai tentata prima, ma grazie ai finanziamenti di diverse istituzioni, Corinne può finalmente mettersi all'opera con entusiasmo. Il primo scoglio che deve affrontare, però, è la traduzione del grande commediografo inglese. Shakespeare, infatti, non è mai stato tradotto in Dari, la lingua parlata in Afghanistan, così, dopo un immenso lavoro di trasposizione del testo, tutto sembra pronto. Ma in che modo verrà accolta la commedia in un Paese dove guerra e violenza sono all'ordine del giorno? E quale potrà essere il ruolo delle donne, in un Paese culturalmente così lontano da quelli occidentali? Titolo: Una notte ho sognato che parlavi autore: Gianluca Nicoletti prezzo: € 16,50 Editore: Mondadori Pagine:180 La storia quotidiana e vera di Tommy, un simpatico e riccioluto adolescente autistico e del suo straordinario rapporto con il padre, Gianluca Nicoletti. A tre anni il bambino era “tanto buono e silenzioso, forse persino troppo”. Suo padre che, quando un neuropsichiatra sentenziò: "Suo figlio è attratto più dagli oggetti che dalle persone", non trovò tutto ciò affatto strano, in fondo, era stato così anche per lui: aveva cominciato a parlare tardissimo e ora si guadagnava da vivere proprio parlando; quindi, prima o poi, pure Tommy avrebbe iniziato a farsi sentire. Con l'arrivo dell'adolescenza, le cose in famiglia improvvisamente cambiano: quel bambino taciturno diventa un gigante con i peli, forzuto, talvolta aggressivo, spesso incontrollabile, e Gianluca, chiamato in causa dalla moglie sconfortata, si scopre un genitore felicemente indispensabile. Il Carduccino 19