SANTA TERESA D ‘ AVILA VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA Santa Teresa di Gesù nacque ad Avila, Vecchia Castiglia, nel 1515. L’ anno successivo saliva al trono di Spagna, succedendo al nonno Ferdinando, il giovanetto Carlo V . Due anni dopo , 1517, scoppiava in tutta l‘ Europa, la scellerata protesta del monaco tedesco Martin Lutero. Non è cosa facile parlare o scrivere, seppur brevemente, di tanta Santa . Teresa visse nel tempo in cui la Chiesa Cattolica , assieme alle sue tribolazioni, vede nascere e fiorire nel suo seno, autentici giganti di Santità. Pare che la stessa Provvidenza abbia voluto sopperire alla eretica rottura che avvenne nel Corpo Mistico. Nella cattolicissima Spagna iniziava uno splendido periodo, “El siglo de oro”, che cresceva nella unità costruita da Isabella e Ferdinando. Sorsero figure eccelse come Ignazio di Loyola, Giovanni d ‘ Avila, Giovanni della Croce, Giovanni di Dio, Pietro d’Alcantara, Giuseppe Calasanzio, Pasquale Baylon e tanti altri. Per conoscere bene Teresa, però, è importante leggere la sua autobiografia (vedi) ed i suoi scritti dottrinali (Cammino di perfezione, Castello interiore) che ancora oggi, dopo più di quattro secoli, formano un corpus poderoso della letteratura mistica di tutti i tempi e suscitano copiose vocazioni ( vedi Edith Stein ) . Teresa Sànchez de Cepeda, entrò in convento a vent ‘ anni, con una normale vocazione. Intorno ai quaranta, in seguito ad una forte esperienza mistica, intraprende la sua intrepida e movimentata vita di riformatrice e rifondatrice del Carmelo. L’ incontro, successivo alla sua “conversione definitiva”, con Giovanni della Croce, anche lui carmelitano, dà un’impronta particolare alla sua opera : Teresa è una grande mistica e, contemporaneamente, mostra una attività ed una virile energia, sorprendenti. Spinta, spronata, incoraggiata e seguita da un gruppo di consorelle, desiderose di condurre una vita monastica più rigorosa, fonda nella città di Avila un monastero. Doveva essere il primo di una lunga serie. Stabilisce conventi in lungo ed in largo per tutta la Spagna. Spuntano i Carmeli teresiani : Medina, Valladolid, Salamanca, Segovia, Siviglia, etc. Infaticabile e fattiva, pur accusando una salute malandata, Teresa non si dà tregua. Intuisce che la Chiesa ha bisogno di reagire contro “ l’inimicus homo “. Questa energica monaca si contrappone al monaco di Wittenberg ; impersona le figure evangeliche di Marta e Maria : azione e contemplazione, attività e preghiera. La prima come convalida alla seconda, la seconda come supporto alla prima. Durante il peregrinare per la Spagna, ebbe l’ardire di farsi ricevere e conoscere dallo stesso austero re di Spagna, Filippo II . Cosa assai rara che una religiosa venisse ascoltata dall’autocrate monarca, figlio di Carlo V d’Asburgo. Non solo la Spagna, ma l’Europa tutta deve molto all’opera di Santa Teresa di Gesù. Alla riforma protestante, che sconvolse il Vecchio Continente distruggendo l’unità cattolica, si contrappose la Controriforma, controffensiva, per arginare la crepa prodotta dallo scisma luterano. Nella sua autobiografia Teresa descrive , al capitolo 29 , l’estasi che sperimentò : “Un angelo bellissimo , teneva in mano una lunga freccia d’oro . Mi pareva che me la conficcasse più volte nel cuore , lasciandomi tutta ardente di un immenso amore di Dio “. Si può ammirare questa scena nella Chiesa di Santa Maria delle Vittorie in Roma ; opera magistrale, stupenda, dell’arte barocca di Gian Lorenzo Bernini. Nei suoi scritti , nelle sue poesie , si nota sempre la nostalgia della Patria beata , il “cupio dissolvi” di tutti i mistici . Lasciò scritto : Tutta la mia vita riposa qui nella certezza della morte, poiché questa fiducia ci promette di congiungerci alla sfera della vita ; morte , sorgente di vita , vieni ! In te sono riposte le mie speranze , io voglio morire perchè non muoio . Diffonde con grande fervore la devozione a San Giuseppe a cui affida tutta la sua opera. Santa Teresa di Gesù morì il 4 Ottobre 1582, aveva 67 anni . La Chiesa la festeggia il 15 ottobre, per via della modifica del calendario gregoriano. Papa Paolo VI la proclamò, assieme a Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa. Gianni Mangano