SUBORDINATE COMPLETIVE Hanno la funzione di soggetto, oggetto diretto, apposizione epesegetica senza i quali il verbo sovraordinato rimarrebbe monco o incomprensibile. Nella traduzione italiana sono per lo più introdotte da che +indicativo o congiuntivo (di + infinito se non cambia il soggetto) / o in vari modi per le interrogative indirette. Le completive si possono ripartire così: infinitive interrogative indirette COMPLETIVE con quod con ut (negazione ut non e negazione ne) con quin/quominus (verba impediendi/recusandi/dubitandi) COMPLETIVE INFINITIVE Soggetto in accusativo (nominativo con videor, dicor ecc.) + verbo infinito Tempi infinito: presente = contemporaneità; perfetto = anteriorità; futuro = posteriorità Possono essere: - soggettive (Marium consulem fieri utile est); con espressioni aggettivo neutro + sum (certum/iustum ecc. est ...) verbi impersonali come oportet, convenit ecc. - oggettive (Puto me erravisse); con verba dicendi, sentiendi (penso, ritengo, capisco), affectuum (gaudeo, laetor, ecc) voluntatis (volo, nolo, ecc.) - epesegetiche (introdotte da un pronome o da un sostantivo generico: Hoc primum sentio, nisi in bonis amicitiam esse non posse = Comprendo per primo questo: che l’amicizia non può esistere se non tra uomini onesti.) COMPLETIVE INTERROGATIVE INDIRETTE Le sovraordinate contengono verbi o espressioni che esprimono una domanda, dubbio, dimenticanza, riflessione, ignoranza, ecc. Sono introdotte da pronomi, aggettivi, avverbi interrogativi, oppure da particelle: -ne (enclitica), num, an ; nonne =se non, per le interrogative retoriche; Disgiuntive: utrum/-ne...an; ... an/-ne (solo nella seconda frase) Il modo è di norma il congiuntivo secondo la consecutio temporum. COMPLETIVE CON “QUOD” + INDICATIVO (talvolta CONGIUNTIVO se obliquo ) - In dipendenza da verbi o locuzioni che significano: aggiungere, tralasciare, avvenire, agire. Addo quod = aggiungo che/il fatto che; praetereo/praetermitto/mitto quod = tralascio che; huc/eo accedit quod = a ciò si aggiunge che; bene/male/opportune accidit (evenit/fit) quod = accade opportunamente(...) che; - Con i verba affectuum (gaudeo, laetor, miror, doleo quod); - con i verbi di lode, biasimo, accusa, perdono ecc. (laudo, accuso, ignosco, gratulor, ... quod) Il quod può introdurre anche frasi epesegetiche: Habent hunc finem adsiduae querelae, quod queri pudet = Le insistenti lamentele hanno questa fine, che si prova vergogna di lamentarsi Notare le espressioni: quid est quod ...? = che dire del fatto che...?; nisi quod = tranne il fatto che; praeterquam quod = oltre al fatto che; a parte che; tantum quod = appena COMPLETIVE CON UT (NEGAZIONE UT NON) + CONGIUNTIVO - Con verbi e locuzioni impersonali di “accadimento”: fit/ evenit/accidit ut = accade che; est ut =si dà il caso che; fieri potest ut = può capitare che; tantum abest ut = si è tanto lontani da; - Con verbi che indicano “conseguenza, aggiunzione, risutato” (facio ut = faccio sì che; sequitur ut = ne segue che; accedit ut = si aggiunge che; reliquum est ut = non resta che ) - Possono assumere anche una funzione epesegetica, determinando un pronome o un nome. Per il significato stesso delle espressioni che introducono le completive con il quod, la consecutio si limita alla contemporaneità COMPLETIVE CON UT (NEGAZIONE NE o UT NE) + CONGIUNTIVO Il congiuntivo è di tipo volitivo presente o imperfetto (come le finali) ed è introdotto da verbi delle sovraordinate riconducibili all’espressione di una volontà. L’ut può essere introdotto da verbi ed espressioni che significano: - chiedere, pregare (oro/ rogo ut/ne); consigliare, esortare, indurre (suadeo ut = persuado a; moneo ut = ammonisco a; hortor ut= esorto a; - comandare, decidere (impero ut; volo ut; malo ut; ecc); fare in modo di, sforzarsi a (efficio ut = faccio sì che; laboro ut = mi sforzo di); - espressioni impersonali come: consilium mihi est ut (ho intenzione di ), tempus/locus est ut (è tempo/momento che /di); interest ut (importa che); placet ut (si delibera che); convenit ut (si conviene che); licet, oportet, necesse est ut, ecc. NOTA BENE: talvolta queste subordinate sono introdotte in forma paratattica (senza la congiunzione ut): Caesar tribunos militum hortatur ab eruptionibus caveant = Cesare esorta i tribuni militari a stare attenti alle sortite Costruzione particolare hanno i verba timendi, espressioni e verbi che significano temere, preoccuparsi (vereor, metuo, timeo, periculum est, ecc) timeo ne = temo che (perché la cosa non si desidera) timeo ut, ne non = temo che non (perché la cosa si desidera) Esempi: Timeo ne molestus sim = temo di essere molesto Timeo ut hoc perficiam = temo di non finire più Timeo con l’infinito ha valore di esitare, dubitare, non osare: Timeo eum laudare presentem = Non oso lodarlo in sua presenza COMPLETIVE CON QUIN + CONGIUNTIVO E’ uso limitato a determinati verbi e locuzioni - verbi e locuzioni “dubitandi” negativi o interrogative retoriche di senso negativo (non dubito quin; non est dubium quin; quis dubitat quin?; - locuzioni come facere non possum quin (non posso fare a meno di); fieri non potest quin (non si può fare a meno di); non multum abest quin (non manca molto che) praeterire non possum quin (non posso tralasciare che) ecc. Particolare costruzione hanno i verba impediendi e recusandi (impedire, opporsi, distogliere, ricusare, indugiare, aver scrupolo): - quominus / quin (che/di) se il verbo sovraordinato è negativo; - quominus / ne (che/di) se il verbo sovraordinato è affermativo. Plura ne scribam dolore impedior = Il dolore mi impedisce di scrivere di più; Nihil impedit quominus/ quin id facere possimus = Nulla impedisce che facciamo ciò